Il particolato atmosferico
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Il particolato atmosferico
Il particolato atmosferico di Maria Rita Perrone* e Annarita Turnone ** l crescente interes sedella comunita’ nazionale ed internazionale verso il particolato atmosferico è essenzialmente determinato dagli effetti negativi che esso produce sulla salute dell’uomo e sull’ambiente circostante. Tale interesse trae origine da diversi studi epidemiologici che hanno evidenziato una chiara correlazione tra fenomeni acuti di smog atmosferico e numero di morti e ricoveri ospedalieri dovuti a malattie cardiache e polmonari. Tra gli avvenimenti più eclatanti possiamo ricordare gli episodi di inquinamento atmosferico manifestatisi negli anni ‘50 e ‘60 nella città di Londra, che fecero registrare un eccesso di ricoveri ospedalieri per problemi respiratori della popolazione. Il particolato atmosferico denominato anche aerosol è formato da particelle solide o liquide, di diametro compreso tra 0.005 _m e 100 _m. Esso può essere costituito da aggregati molecolari o da minutissimi frammenti di materiale solido di diversa natura, fissati insieme per adesione. In altri casi, come nelle foschie e nelle nebbie, le particelle di aerosol sono piccole goccioline di acqua liquida, entro le quali il materiale insolubile rimane in sospensione e le sostanze solubili, come sali marini o solfati, si so- La foto mostra una tipica immagine da satellite relativa alla tempesta di sabbia dal Sahara del 17 luglio 2003 che ha colpito il bacino centro-occidentale no sciolte. A causa delle loro piccole dimensioni, le particelle di aerosol possono restare sospese in atmosfera per tempi più o meno lunghi Il particolato presente in atmosfera può avere due diverse origini: naturale e antropica. Le più importanti sorgenti naturali sono: lo spray marino, l’erosione delle rocce ad opera di agenti atmosferici, i pollini, le eruzione vulcaniche, gli incendi boschivi ed i deserti. Le più importanti sorgenti antropiche sono: le emissioni prodotte dal traffico veicolare, i processi industriali e di combustione di carbone e oli. L’aerosol può inoltre essere classificato come primario o secondario, in base alle modalità con cui le particelle vengono immesse in atmosfera. L’aerosol primario è costituito dalle particelle immesse direttamente in atmosfera. Mentre, con aerosol secondario si indicano Maggio-Giugno 2005 46 le particelle formatesi attraverso processi fisici o chimici di gas e particelle presenti in atmosfera. L’impatto che gli aerosol hanno sulla salute è fortemente dipendente dalla dimensione e composizione delle singole particelle. La dimensione delle particelle di aerosol influenza • la zona dell’ apparato respiratorio in cui le particelle vengono depositate e quindi il loro grado di tossicita’ Una classificazione dimensionale del particolato totale sospeso, comunemente chiamato PTS, si basa attualmente sulla capacita’, da parte delle particelle, di penetrare nell’apparato respiratorio e suddivide il materiale particolato in: • frazione inalabile (entra nelle vie respiratorie), • frazione toracica (raggiunge i polmoni), frazione respirabile (raggiunge gli alveoli Livello di deposizione delle particelle nelle vie dell’apparato respiratorio polmonari). L'apparato respiratorio dell'organismo umano è strutturato in modo da funzionare come “filtro” nei confronti dei corpi estranei. Mediante meccanismi ad impatto inerziale, i vari organi riescono a separare gran parte della frazione di polveri di maggiore dimensione; essi sono invece inefficaci nei confronti delle particelle più piccole che riescono a raggiungere la parte più interna dell'apparato respiratorio. Le polveri inalabili che sono quelle in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio (dal naso alla laringe) rappresentano il cosiddetto PM10 che è definito come il materiale particolato con un diametro medio inferiore a 10 micron: 1 µm = 1 millesimo di millimetro. Il diametro medio di un capello umano è considerato pari a 50 µm. Le polveri con un diametro medio inferiore a 2.5 micron rappresentano il cosiddetto PM2.5 e sono anche dette polveri respirabili, perché possono penetrare nel tratto inferiore dell’apparato respiratorio (dalla tra- chea fino agli alveoli polmonari). Il PM10 ed il PM2.5 rappresentano pertanto una frazione del PTS (Particolato Totale Sospeso). Per contenere il degrado dell’ambiente e quindi i suoi effetti negativi sulla salute dell’uomo, sono state prese numerose iniziative, che si possono suddividere in due gruppi: i provvedimenti volti alla limitazione delle emissioni (protocolli di Montreal e Kyoto) e le norme emanate per il contenimento dei valori di concentrazione degli inquinanti in aria. I valori limite del PM10 stabiliti dalle Direttive del Consiglio Europeo 1999/30/CE per la protezione della salute dell’ uomo ed in vigore dal 01/01/2005 sono: • Valore limite annuo: 40 _g/m3; • Valore limite giornaliero (da non superare più di 35 volte l’anno): 50 _g/m3. Si e’ inoltre stabilito che a partire dal 01/01/2010 i valori limite del PM10 saranno: •Valore limite annuo: 20 _g/m3; • Valore limite giorna- liero (da non superare più di 7 volte l’anno): 50 _g/m3. I valori limite relativi al PTS fissati dal D. M. 15/04/94 e D. M. 25/11/94 sono: • Livello di attenzione 150µg/m3 (media annuale su 24 ore) • Livello di allarme 300µg/m3 (media annuale su 24 ore) Nella seconda metà del 2003, il Dipartimento di Fisica dell’ Universita’ di Lecce ha effettuato una campagna di misure relative a campionamenti di PTS, PM10 e PM2.5, in un sito costiero del Salento. Lo scopo delle misure era quello di determinare le concentrazioni di PTS, PM10 e PM2.5 e di caratterizzare la composizione morfologica ed elementale delle particelle campionate. Le concentrazioni di particolato atmosferico PTS, PM10 e PM2.5, vengono determinate attraverso la filtrazione dell’aria mediante appositi campionatori e la successiva raccolta delle particelle in sospensione su di un apposito filtro. La concentrazione di particolato fornita in µg/m3 (microgrammi su metrocubo) viene Maggio-Giugno 2005 47 determinata attraverso la pesatura del filtro prima e dopo il campionamento, rapportata al volume di aria campionata normalizzata a 25°C e 1 atm (metodo gravimetrico). In particolare, le misure effettuate dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Lecce, sono state eseguite utilizzando il campionatore di particolato a basso volume FH 95 KF della ditta ESM Andersen (UK), con le relative teste di prelievo per il PTS, PM10 e PM2.5. Tale campionatore aspira l’aria con un flusso costante di 2.3 m3/h. Le particelle aspirate vengono poi depositate su filtri in nitrato di cellulosa con porosità di 0.8 _m e diametro di 47 mm. Campionatore di particolato FH 95 KF utilizzato per il campionamento gravimetrico. Il grafico a lato mostra le concentrazioni di particolato relative a campionamenti di PTS, PM10 e PM2.5, effettuati dal 6 novembre al 6 dicembre 2003 con il campionatore a basso volume FH 95 KF, in un sito costiero del Salento. Si osserva che le concentrazioni di PTS e di PM10 variano rispettivamente da 25±1 a 55±3 _g/m3, e da 22±1 a 42±1 _g/m3. Pertanto le concentrazioni di PM10 non superano i valori di soglia stabiliti dalle recenti direttive Europee. E’ importante notare che il grafico precedente mostra che la concentrazioni di PM2.5 misurata il 23/11 e’ circa uguale a quella di PTS misurata il 25/11 ed a quella di PM10 misurata il 24/11. Questi risultati potrebbero significare che il particolato atmosferico raccolto dal 23 al 24 novembre era essenzialmente caratterizzato da particelle con diametro inferiore a 2.5µm. Un’elevata concentrazione di particelle con il diametro di pochi micrometri e’ espressione di una maggiore pericolosita’ dell’ aria Concentrazioni del particolato atmosferico raccolto dal 6 Novembre al 6 Dicembre 2003in un sito costiero del Salento. campionata ai fini della salute dell’uomo. Per meglio misurare la dimensione delle particelle raccolte e per caratterizzarne la struttura morfologica e la composizione elementare, si e’ fatto uso di un microscopio elettronico a scansione (SEM) con sonda a raggi X a dispersione di energia (EDX). Miscroscopio elettronico a scansione utilizzato per l’analisi morfologica e degli elementi delle particelle campionate. I filtri relativi ai campionamenti di articola- Maggio-Giugno 2005 48 to atmosferico effettuati in prossimità di zone costiere sono generalmente ricchi di particelle di cloruro di sodio generate dagli spruzzi dell’acqua del mare. Pertanto, tali particelle sono di origine naturale e rappresentano un tipico esempio di aerosol primario. Tali particelle essendo caratterizzate da un diametro superiore a diversi micrometri normalmente si depositano nel tratto superiore dell’apparato respiratorio. E’ bene menzionare che i filtri relativi a campionamenti di particolato atmosferico sono generalmente ricchi di particelle di solfato di calcio, in quanto anche queste particelle sono di origine naturale essendo generate dall’erosione delle rocce ed in generale dal materiale per costruzioni messo in Immagine SEM (a) di un campione di PTS raccolto l’8 Novembre 2003, in cui e’ evidenziata una particella di sale (NaCl) con il diametro medio r=6.8 µm e (b) relativo spettro EDX. Immagine SEM (a) di un campione di PTS raccolto il 7 Novembre 2003, in cui e’ evidenziata un aggregato composto da due particelle: una di CaSO4 (solfato di calcio) e l’altra di Na2SO4 (solfato di sodio). (b) spettro EDX dell’aggregato particellare. sospensione nell’aria dal vento. Una particella che può essere considerata di origine antropica e’ quella di solfato di sodio. Queste particelle sono molto spesso monitorate in siti in prossimità del mare e vicini a zone industriali. Esse possono essere generate da reazioni tra le particelle di cloruro di sodio NaCl e l’acido solforico H 2 SO 4 che liberano acido cloridrico HCl in forma gassosa. 2NaCl + H2SO4 Na2SO4 + 2HCl Differenti attività antropiche sono responsabili dell’ immissione in atmosfera di notevoli quantità di SO2. L’ SO2 reagendo con il vapore acqueo presente in atmosfera, e’ poi responsabili delle elevate concentrazioni di H2SO4 rilevate dalle misure del Dipartimento di Fisica effettuate in una zona costiera del Salento. E’ importante sottolineare che la formazione di particelle di solfato di sodio e’ stata specialmente osservata in condizioni meteorologiche caratterizzate da umidità relativa al suolo superiore al 70%. Le particelle di solfato di sodio sono un tipico esempio di aerosol secondario. * Dipartimento di Fisica, Universita’ di Lecce **Dipartimento di Scienza dei Materiali, Universita’ di Lecce Maggio-Giugno 2005 49