L`Insidia alla Salute delle Polveri Sottili

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L`Insidia alla Salute delle Polveri Sottili
L’Insidia alla Salute delle Polveri Sottili
Cinzia Di Novi+
Il particolato atmosferico (PM) è uno degli inquinanti a maggiore impatto ambientale. E’
costituito da un insieme di particelle solide e liquide che si trovano in sospensione nell’atmosfera. A
causa delle loro ridotte dimensioni, una volta emesse, le polveri rimangono sospese in atmosfera
anche per lunghi periodi di tempo: il PM10 (il cui diametro aerodinamico medio è uguale o inferiore
a 10 µm) può rimanere sospeso nell’atmosfere fino a circa 12 ore, mentre le polveri di diametro
inferiore (PM2.5) con diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm) anche fino ad un mese.
Le principali fonti di particolato atmosferico si possono suddividere tra fonti naturali e di
tipo antropico. L’erosione del suolo ad opera degli agenti atmosferici, il sollevamento e il trasporto
del suolo ad opera del vento, l’aerosol marino, l’aerosol biogenico (ossia spore, pollini, frammenti
vegetali), le emissioni causate da incendi boschivi, le emissioni vulcaniche, possono essere tutte
causa naturale della formazione di particolato. Tuttavia, i fenomeni naturali sono più spesso fonte e
causa della presenza nell’aria di PM10 piuttosto che di PM2.5. Il PM10, genera minore
preoccupazione: la frazione grossolana del particolato non è innocua, studi tossicologici hanno
infatti evidenziato che livelli elevati di PM10 sono associati ad incrementi di ricoveri ospedalieri per
la popolazione sensibile (anziani e bambini) e per coloro che soffrono di malattie respiratorie e
cardiovascolari. Tuttavia, destano maggiore preoccupazione le particelle fini respirabili: il PM2.5
può provocare, infatti, effetti ben più gravi. Molti studi hanno dimostrato che l’esposizione
prolungata al particolato, in particolare alle polveri sottili con diametro inferiore a 2.5 µm (PM2.5),
nel lungo periodo, possa aumentare il rischio di morte prematura per l’insorgenza di patologie
respiratorie, cardiovascolari e per lo sviluppo del tumore al polmone (Dume et al. 1998; Daniels et
al., 2000; Bolin and Lindgren, 2002; Brunekreef and Holgate, 2002).
Il rischio sanitario derivante dall’esposizione a polveri sottili dipende non solo dalla
composizione tossica (metalli pesanti, solfati, nitrati, ammonio, carbonio organico, idrocarburi ecc.)
ma anche dalle loro dimensioni che spiega la capacità di raggiungere le diverse parti dell'apparato
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Università del Piemonte Orientale, Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive, e-mail:
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respiratorio: la maggiore preoccupazione viene posta sul PM2.5 definito anche “polvere toracica” e
“respirabile” 1 capace di penetrare profondamente nei polmoni fino a raggiungere gli alveoli
polmonari (si veda la figura 1).
Fig. 1: Livello di deposizione delle particelle nelle vie dell'albero respiratorio
Il traffico veicolare, la combustione di oli, carbone, legno, le centrali termoelettriche, il
riscaldamento civile, sono tra le principali fonti di tipo antropico di polveri ultra-sottili.
“Nell'Unione europea il PM2.5 causa per il cittadino medio una perdita dell'attesa di vita di circa
8,6 mesi” (Corriere della Sera, 23 ottobre 2006). Nelle aree urbane, oltre al riscaldamento, i veicoli
diesel ed i ciclomotori con motori a due tempi sono i maggiori responsabili delle emissioni
inquinanti: a parità di chilometri percorsi emettono quantitativi di polveri nettamente superiori
rispetto ai veicoli a benzina.
La rimozione dei rischi necessita di un intervento da parte dei governi attraverso politiche di
regolamentazione. Nonostante, il problema del traffico nelle città europee sia difficilmente
risolvibile diverse possono essere le iniziative per migliorare la situazione delle aree metropolitane
ad esempio attraverso una più mirata educazione pubblica ad un minor utilizzo delle automobili,
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La pericolosità del particolato, testimoniata da numerosi studi epidemiologici internazionali, è legata alla dimensione
minuta delle particelle. Meno pericolosa è la frazione inalabile
in grado di penetrare solo nel tratto superiore
dell’apparato respiratorio (dal naso alla laringe). La frazione toracica è la frazione di particelle in grado di raggiungere i
polmoni. Causa maggiore preoccupazione la frazione del particolato che è respirabile ossia la frazione delle particelle
che può penetrare nel tratto inferiore dell’apparato respiratorio (dalla trachea fino agli alveoli polmonari).
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promuovendo l’uso sui trasporti pubblici il ricorso al car pooling2 ed al car sharing3 ( servizi ancora
poco conosciuti e diffusi ma che potrebbero, con applicazione adeguata, condurre ad un utilizzo più
efficiente e razionale delle automobili con abbattimento delle emissione di particolato).
In numerose città europee, le autorità locali stanno tentando di migliorare la qualità dell’aria
nelle aree urbane imponendo che alcune zone siano interdette al traffico di veicoli altamente
inquinanti: le cosiddette Low Emission Zone (LEZ). Sono già più di 70 le città europee in otto paesi
che hanno pianificato l’uso delle LEZ; in Italia il provvedimento è già stato adottato dalla città di
Milano, che proprio recentemente è stata eletta capitale europea dello smog. Nonostante, infatti, le
condizioni meteo caratterizzate nella prima parte dell’anno da neve e vento, che dovrebbero
facilitare lo smaltimento delle polveri sottili, Milano per più di trentacinque volte ha superato i
limiti di inquinamento consentiti dall’Unione Europea esaurendo così il «bonus» sulla qualità
dell’aria, che concede a ciascun paese membro un massimo di 35 giorni all’anno con una
concentrazione di polveri sottili superiore ai 50 microgrammi per ogni metro cubo (La Repubblica,
23 febbraio 2009).
La città di Milano, costituisce un caso particolare nel panorama italiano, con strumenti di
regolazione e incentivi per ridurre l’ inquinamento da traffico veicolare e per salvaguardare la salute
dei cittadini. Tra i vari provvedimenti ricordiamo l’Ecopass che consiste nel pagamento di un
pedaggio a carico dei mezzi privati a motore per poter accedere al centro di Milano. La sua funzione
principale è quella di scoraggiare l’utilizzo delle auto private consentendo una riduzione del traffico
veicolare e dell’inquinamento. Il progetto Ecopass è nato a gennaio 2008 e secondo i dati forniti dal
Comune di Milano, nei primi 18 mesi di attivazione del progetto il numero degli ingressi all’interno
dell’area si è ridotto del 14,4% con una conseguente riduzione del traffico urbano. Si è verificato
inoltre l’aumento dei veicoli ecologici (elettrici, ibridi, GPL e Metano) non soggetti al pagamento.
Nonostante Milano sia la città italiana con il numero più elevato di mezzi pubblici elettrici
(tram, filobus e metropolitane) l’amministrazione pubblica ha dovuto correre ai ripari investendo
fortemente nell’ammodernamento dei vecchi autobus, passando a nuovi mezzi altamente ecologici.
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Si tratta di un servizio diffuso soprattutto nel Nord dell’Europa e negli Stati Uniti organizzato e promosso da
associazioni specifiche. Consiste nell’utilizzare una sola autovettura privata con più persone a bordo che compiono
quotidianamente un medesimo tragitto, con conseguente abbattimento del costo di trasporto e dell’inquinamento
atmosferico. La pratica del condividere l'auto trova per ora una bassissima applicazione in Italia.
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Si tratta di un servizio complementare ai servizi pubblici. Con il car sharing si acquista l’uso di un mezzo anziché il
mezzo stesso: la stessa auto viene utilizzata nell’arco della giornata da più persone diverse. I veicoli sono disponibili 24
ore su 24 in aree di parcheggio riservate e distribuite capillarmente sul territorio.
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Sono state anche potenziate le linee di trasporto pubblico per poter venire incontro alle diverse
esigenze degli abitanti e in modo da rendere il servizio il più efficiente possibile. Oggi si sta
addirittura pensando ad un servizio di bike sharing che consiste in un servizio di condivisione delle
biciclette. Tale servizio dovrebbe permettere a chi fruisce dei mezzi pubblici di collegarsi più
velocemente alla propria destinazione utilizzando una bicicletta che dovrebbe trovarsi nei pressi
della fermata del mezzo pubblico.
Tutti questi provvedimenti intrapresi con l’obbiettivo di rispettare i limiti sanciti dall’UE, al
momento riescono purtroppo solamente a ridurre il numero di sforamenti annui rispetto alla soglia
limite. Il percorso avviato dall’amministrazione comunale milanese non è esente da critiche e zone
d’ombra, soprattutto perché ci troviamo di fronte a iniziative che troppo spesso sono straordinarie,
ma è ormai ovvio che il problema dell’inquinamento va affrontato con misure significative ed
efficaci nel tempo.
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Bibliografia
1. K. Bolin, B. Lindgren (2002), "Asthma and Allergy: the Significance of Chronic Conditions
for Individual Health Behavior", Allergy, 57: 115-122.
2. B. Brunekreef, S.T. Holgate (2002), "Air Pollution and Health", Lancet, 360: 1233-1242.
3. H.Dume, S.K.Weiland,U.Keil (1998), "Epidemiological Analysesof the Relationship
between Environmental Pollution and Asthma", Toxicology Letters,102-103, 307-316.
4. Daniels MJ, Dominici F, Samet JM, Zeger SL (2000). Estimating particulate mattermortality dose-response curves and threshold levels: an analysis of daily time-series for the
20 largest US cities. Am J Epidemiol 152:397-406.
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