la provocazione del Padiglione Canada

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la provocazione del Padiglione Canada
Accumulo e riciclaggio improduttivo: la
provocazione del Padiglione Canada
Canadassimo: una scritta non troppo grande riporta il superlativo della parola Canada e la facciata è
parzialmente nascosta da impalcature che simulano lavori in corso. Più che un padiglione sembra un
posto di ristoro schiacciato dalla monumentalità delle architetture del Padiglione della Gran
Bretagna e di quello della Germania. Varcando la soglia ci si trova, con non poco sgomento,
all’interno di un minimarket di quartiere tipicamente canadese, non troppo rifornito e anche un po’
malandato, con tanto di cassiera dietro il bancone, che indica il percorso da seguire.
BGL,
Canadassimo, 2015. Lavori in corso per il Padiglione del Canada alla 56. Esposizione Internazionale
– la Biennale di Venezia 2015. © Ivan Binet, Courtesy BGL, Parisian Laundry, Montreal, e Diaz
contemporanea, Toronto
Il progetto artistico del Padiglione Canada è curato da Marie Fraser e presenta l’eccentrico lavoro
del collettivo BGL, formato dai tre artisti del Quebec, Jasmin Bilodeau (1973), Sébastien Giguère
(1972) e Nicolas Laverdière (1972), che esplorano in modo bizzarro uno stile di vita contemporaneo,
con le problematiche sociali e politiche legate alla detenzione degli oggetti e al pericoloso rapporto
tra l’uomo del consumismo moderno e la natura. Con un umorismo che rasenta il paradosso, BGL
rende leggera la grande installazione immersiva che occupa integralmente l’architettura dell’edificio,
concepito per creare un percorso inusuale e tortuoso, attraverso un ammasso esagerato di prodotti,
oggetti e materiali in cui l’arte si avvicina al mondo del consumismo e dell’economia.
In Canadassimo tutto è ricercatamente eccessivo: il market si connota con l’esibizione seriale di
prodotti alimentari in scatola e prodotti di uso domestico di marche note al mercato americano; gli
oggetti accumulati da un ipotetico “collector”, ossessionato dalla conservazione e dal recupero,
riempiono anche lo spazio più nascosto e il fragore chiassoso dei colori fuoriesce dalle latte
gocciolanti di vernice e stordisce maggiormente la vista già confusa dello spettatore, mentre
innumerevoli cianfrusaglie di diverso genere si accatastano tra librerie e cassetti, e montagne di
scarti rugginosi sono impilate ai piedi del grande albero chiuso in una bussola di vetro.
BGL,
Canadassimo, 2015. In corso di realizzazione per il Padiglione del Canada alla 56. Esposizione
Internazionale – la Biennale di Venezia 2015 © Ivan Binet, Courtesy BGL, Parisian Laundry, e Diaz
contemporanea, Toronto
Dagli spazi al piano terra, salendo una scala di ferro, di quelle tipiche dei cantieri, si accede al piano
superiore. Qui un grande terrazzo panoramico, coperto da una impalcatura, è occupato interamente
da un groviglio di labirinti, fatti con piccole grondaie d’acciaio sospese e vorticose, che simulano le
piste delle automobiline telecomandate.
Lo spettatore deve seguire il percorso ai lati della grande installazione e subisce il richiamo a
introdurre una moneta da un euro in uno dei collettori di monete disposti ordinatamente ai blocchi di
partenza: la moneta cade e corre a cascata lungo le grandi vetrate dell’edificio ricoperte dalle
grondaie, e viene raccolta al piano sottostante. In senso lato la forza propulsiva del denaro (aiutata
da marchingegni meccanici solo in apparenza rudimentali) movimenta le nostre esistenze. Questa è
la denuncia ironica che Canadassimo fa dell’uso del denaro nei paesi civilizzati del grande West e
delle relazioni vitali che questo produce, condizionando e monopolizzando le nostre inclinazioni.
Cristina Zappa