SE CANTA LA MONDINA VIEN GIÙ LA DISCOTECA

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SE CANTA LA MONDINA VIEN GIÙ LA DISCOTECA
DI MICHELA TURRA - PHOTO VISION
Il Coro di Novi di Modena, 24 grandi voci e canzoni
senza tempo
vanissimi di Gattatico, nel Reggiano, e siamo accolte con grande amore», dice una delle più giovani, Emanuela Rossi, 58 anni, divenuta autrice di canovacci dei
racconti narrati tra una canzone e
l’altra: «Le ex mondine hanno
questo sacro fuoco dentro: possiamo anche stonare ma viene
sempre giù il teatro». In effetti,
quando cantano, disposte a semicerchio, «Macchinista macchinista faccia sporca, metti l’olio nei
stantuffi, di risaia siamo stufi, a casa nostra vogliamo andar…» o, in
dialetto, I mundaris, emozionano. Quelle di loro che hanno cantato coi piedi a bagno e il cappello
per ripararsi dal sole, precisano:
«Oggi cantiamo per fare spettacolo, allora per trovare la forza di
non mollare. Era il padrone a
incitarci, meglio se le canzoni erano svelte perché così
rendevamo di più».
Bragoni e calze di cotone
o di lana anti-erbacce e antibestie, le giornate trascorse
[ITALIA DA SCOPRIRE]
tre a darci da bere passava un
uomo con l’acqua e il mestolo».
In risaia dalla mattina presto a
mezzogiorno, una pausa di
un’ora e poi di nuovo là. Solo alle
cinque si concludeva la fatica quotidiana, cui seguivano il riposo e
la toilette personale, («Ci lavavamo in un fosso, insieme ai tegami,
e spesso arrivavano i soldati a
guardarci»). Ancora riso, ma coi
fagioli, per cena, consumata sedute sulle cassette, solo poche ragazze sfidavano la stanchezza andando a ballare alle rare feste di paese. Il compenso, per l’intera stagione, da maggio a luglio, era di
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A
Le “ragazze”
del Coro delle
Mondine di Novi
di Modena
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mmassate nel vagone
merci, per sedile la cassetta personale contenente qualche indumento e poco
più, i bisogni fatti nei campi, durante le fermate del treno. Lo ricordano bene quel viaggio da Novi a Novara o Vercelli, dalle cinque di mattina alle dieci di sera,
tutte insieme verso un’avventura
per alcune ancora misteriosa, per
altre già sperimentata. Diva, Silva, Lola, Tina… ragazze di sessant’anni fa che hanno fatto vita
di risaia e, una volta donne, hanno scelto di raccontarla con i canti
di allora. A loro si sono poi unite
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altre compaesane, ed ecco il Coro delle Mondine di Novi di Modena, 24 voci una più bella dell’altra che sprigionano una carica capace di commuovere e coinvolgere, a teatro come in discoteca.
«L’idea del coro venne al maestro Tonino Gilioli trentacinque
anni fa, al ritorno da una gita,
quando dal fondo della corriera alcune donne, le più vivaci, cominciarono a intonare canzoni di risaia», spiega Giulia Contri, portavoce del gruppo e mondina solo
per amore delle sette note e della
tradizione locale. «Dalle iniziali
60 persone, anche uomini, siamo
arrivate a questa formazione».
Esibizioni a feste, nelle case di
riposo e nei centri anziani, quindi
i grandi raduni di cori in diverse
parti del mondo, dalla Crimea,
all’Ungheria all’Argentina, il successo della compagine femminile
novese è stato progressivo e si è
concretizzato in cd, cassette, collaborazioni con gruppi musicali come i Modena City Ramblers, concerti a manifestazioni quali Terra
Madre a Torino e il Premio Recanati a Macerata, una partnership
collaudata con Ivana Monti.
«Andiamo abitualmente al
Fuori Orario, discoteca per gio-
a piantare riso nella fanghiglia, cui
seguivano notti brevi dormite su
un pagliericcio in una grande camerata, sono indimenticabili: «Io
l’ho fatto per cinque anni, dai 13
ai 18, ho cominciato sostituendo
mia sorella malata», racconta Laura: «All’inizio ero contenta perché sarei finalmente salita sul treno, che non avevo mai visto: be’,
quel treno mi è costato qualcosa».
«Io ho preso il posto di mia
mamma, ho fatto la mondina per
tredici anni», ricorda Diva, «ho
ancora in mente la colazione fatta sul lavoro, in piedi, che ci portavamo in un sacchettino, men-
75 lire nel 1945 ma, dice Viliana,
già di 1.000 al giorno nel 1954.
«Io partivo col sogno di comprare un vestito», rievoca Silva,
«che non è mai arrivato perché alla fine i soldi servivano tutti alla famiglia». Per Lola Cipolli i ricordi
di risaia s’intrecciano con quelli
da staffetta partigiana. Per Agnes,
scozzese, la scoperta di queste
donne così vitali e desiderose di
comunicare il proprio passato è
stato un po’ un ritrovare la convivialità della sua terra. Miracolo
delle canzoni di lavoro, che hanno un’anima dentro e possono
왎
portare lontano.
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