fiamma fumana

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fiamma fumana
DAVIDE FERRARIO
presenta
una produzione
rossofuoco
Di madre in figlia
FROM MOTHER TO DAUGHTER
un film di
ANDREA ZAMBELLI
realizzato con il contributo di:
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DI MADRE IN FIGLIA
CREDITS
Regia
Andrea Zambelli
Prodotto da
Davide Ferrario
Da un’idea di
Alberto Cottica, Jessica Lombardi
Montaggio
Claudio Cormio
Fotografia
Andrea Zambelli
Musica
Coro delle Mondine di Novi,
Fiamma Fumana
Sound Design
Vito Martinelli
Fonico di presa diretta
Elisabeth Armand
Direttore di produzione
Federico Mazzola
Produttrice associata
Francesca Bocca
un film di Andrea Zambelli
prodotto da Davide Ferrario per Rossofuoco
Ufficio stampa
Marzia Milanesi
Comunicazione per il Cinema
Via L. Reverberi, 26
25128 Brescia (Italy)
Tel/Fax +39 30 398767
[email protected]
Vendite internazionali
Adriana Chiesa Enterprises
Via Barnaba Oriani 24/A
00197 Rome (Italy)
Tel. (39) 068086052 - Fax. (39) 0680687855
[email protected]
www.adrianachiesaenterprises.com
Durata complessiva 82’
Italy, 2008
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DI MADRE IN FIGLIA
Unico documentario italiano selezionato dal Festival di Toronto 2008, Di madre in figlia
racconta una scheggia di storia patria. Dove, se l’icona è la conturbante Silvana Mangano
in Riso amaro, la sua leggenda assolutamente concreta è un gruppo di venti donne, molte
delle quali ottantenni, che vanno in giro di festa in sagra a cantare le stesse canzoni, di
protesta, d’amore, di malinconia, che usavano cantare in risaia molti decenni fa: il Coro
delle Mondine di Novi.
Da queste donne, e dalle loro figlie che le affiancano perpetuandone tradizione e
memoria, Di madre in figlia si lascia affascinare: seguendo il flusso dei loro ricordi,
partecipando agli entusiasmi per le tournée di oggi, documentando intrecci e consonanze
culturali e artistiche impensabili, come quello con l’elettro-folk dei Fiamma Fumana – che
accompagna i concerti del Coro.
Pane rose e musica elettronica, mentre la loro musica difende un’antica idea del secolo
passato: il lavoro come lotta per la libertà.
Dice il regista Andrea Zambelli: "La cosa che più mi ha colpito di queste donne è il loro
percorso: trascorrono i primi anni della loro vita nell'Italia devastata dal fascismo e dalla
guerra, dove cominciano a lavorare praticamente a dieci anni, in un contesto di totale
miseria. A tredici anni l'esperienza obbligata della risaia, che dura per alcune fino agli
anni '60. La loro giovinezza e i loro sogni sono stati negati dal contesto difficile nel quale
hanno vissuto.
Con la costruzione del coro queste donne ritornano protagoniste nella seconda parte
della loro vita. Il coro fa riscoprire loro quei valori di socialità femminile e di azione
collettiva che la vita della mondina aveva loro insegnato. Queste donne hanno così
l'occasione di realizzare ambizioni e sogni caratteristici della giovinezza durante la loro
terza età. La risaia, che ha negato loro l'adolescenza, restituisce alle mondine un
patrimonio umano e culturale che le donne esprimono attraverso il canto nei loro
spettacoli, permettendo così la trasmissione di quell'esperienza alle nuove generazioni,
grazie all'incontro con una rock band di giovani che innesta nel canto tradizionale nuove
tecniche musicali e nuovi stili."
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LE “MONDINE” E IL “CORO DELLE MONDINE DI NOVI”
La monda del riso, cioè la ripulitura della risaia dalle erbe infestanti, è stata fatta a mano
fino ai primi anni '70. Il lavoro era stagionale, durava circa 40 giorni ed era svolto da
donne. Nelle grandi risaie della Lombardia e del Piemonte era indispensabile il ricorso
alla manodopera forestiera perchè quella locale non era sufficiente. Le forestiere
provenivano in maggioranza dalle province emiliane di Piacenza, Parma, Reggio Emilia
e Modena, ma anche da varie province del Veneto. I reclutatori ("capi" o "caporali") le
assoldavano nelle campagne più misere durante l'inverno o la primavera. Verso la metà
di maggio, nel periodo della monda, le braccianti venivano caricate su treni speciali,
avolte veri e propri carri bestiame, e concentrate in una determinata località per essere
offerte ai proprietari terrieri locali, che le assumevano a seconda delle necessità del
fondo.
La storia delle mondariso non è solo ascrivibile alla storia sociale o materiale delle classi
indigenti durante le trasformazioni industriali e agricole del '900, ma è anche la storia di
migliaia di donne che abbandonarono la propria casa e la propria famiglia per vivere e
lavorare insieme ad altre donne in luoghi sconosciuti. Le storie delle mondine hanno
tratti simili: la fatica, la nostalgia, la paura ma anche la scoperta di una socialità tutta
femminile che permise a quelle donne di compiere quel viaggio di vita e lavoro.
Al ricordo della paura e della fatica provate in risaia, si affiancano il ricordo della
giovinezza, dell'amicizia e della cura tra donne, del riconoscimento di aver partecipato al
sostentamento della propria famiglia attraverso il lavoro e dell'orgoglio di essere riuscite
a superare una prova così ardua. La risaia è uno spazio che le donne sanno usare per
rendersi protagoniste, e infatti le mondine giocano un ruolo molto importante nella
storia del movimento sindacale, soprattutto nel dopoguerra.
Il Coro delle Mondine di Novi è un coro di venti donne della bassa modenese, le più
anziane delle quali vengono dall'esperienza della monda del riso (nelle campagne del
Piemonte) e della Resistenza (in Emilia). Molti dei canti del loro repertorio sono nati in
risaia, ma con il tempo il coro di Novi si è rinnovato. In un primo momento, con
l'ingresso delle figlie delle mondine, che hanno imparato a cantare dalle madri e si sono
unite a loro per portare avanti la tradizione dei canti di risaia. In secondo luogo, i
Fiamma Fumana hanno portato a questa storia il contributo di un'altra generazione
ancora, quella delle ragazze che hanno vent'anni adesso e della musica elettronica, dando
vita a un gruppo musicale elettro-folk che unisce tre generazioni.
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NOTA DEL PRODUTTORE
Frequentando i festival di cinema internazionali, una delle domande che mi vengono
rivolte più spesso è: “Cos’è successo al cinema italiano?” Con queste parole si intende
dire che sembra impossibile trovare un’eredità della grande tradizione del neorealismo,
della commedia all’italiana o dei maestri come Fellini, Antonioni, Visconti... Io non penso
che il cinema italiano sia diventato peggiore. Il cinema riflette la società a cui appartiene:
e il problema sta esattamente là, nella società italiana.
A rischio di ecccesive semplificazioni, così vedo i cinquant’anni di storia nei quali sono
cresciuto. Negli anni ‘50 e ’60 l’Italia si è ripresa dalla guerra: c’era dappertutto una
nuova energia, nonostante il duro conflitto tra ricchi e poveri, tra cattolici e comunisti.
Negli anni ’70 questo conflitto è sceso violentemente nelle strade e nelle ideologie: l’Italia
è diventata moderna, nel bene e nel male. Nell’ultima parte del secolo, il consumismo è
decollato in modi sconosciuti nel resto d’Europa. La profezia di Pasolini si è avverata, ed
è nata l’Italia di Berlusconi.
Siamo in qualche modo profondamente diversi da come eravamo quand’ero bambino.
D’altra parte, all’estero si pensa che in Italia non sia cambiato niente dai tempi de La dolce
vita o di Salvatore Giuliano. Questo è un grosso problema per noi, filmmaker italiani
contemporanei.
Ma ci sono storie che attraversano questi cinquant’anni con un’illuminante forza
rivelatrice. Quella delle mondine è una di queste. Icona del neorealismo nelle
indimenticabili forme di Silvana Mangano, oggi le mondine sono rappresentate da
questo gruppo di ottantenni, forti e lucide com’erano allora. E che, come allora, cantano
canzoni di protesta, amore, malinconia.
Quindi, quando Alberto Cottica dei Fiamma Fumana è venuto da me con l’idea di fare
un film su di loro, ho accettato. Ma ho deciso che l’avrei prodotto senza seguirne la regia.
Come le Mondine hanno passato la loro tradizione “di madre in figlia”, è tempo di fare
spazio a una nuova generazione di filmmakers.
Grazie Andrea per averci dato un film così potente e commovente.
Davide Ferrario
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Andrea Zambelli
Il regista
Nato a Bergamo nel 1975, si laurea al DAMS di Bologna nel 2001. Vive a Bergamo.
Zambelli fa parte di una nuova generazione di filmmaker, che ha costruito il suo
linguaggio visivo sulle specificità della ripresa digitale e su una partecipe fascinazione
per le forme del conflitto sociale. La sua videocamera ha accesso a luoghi e situazioni in
cui una troupe avrebbe difficoltà a muoversi, privilegio tecnico che gli permette di
entrare in forte prossimità con i soggetti dei suoi documentari.
Il suo debutto alla regia è del 2001 con Farebbero tutti silenzio, un documentario sul “modo
di vivere ultrà” della tifoseria dell’Atalanta. Dirige poi Deheishe refugees camp e Identità,
due documentari che raccontano la difficile quotidianità dei campi palestinesi in
Palestina e in Libano.
La sua poetica del conflitto si riflette e si sviluppa in una continua sperimentazione
linguistica e comunicativa, a contatto con i movimenti sociali: 052, un video di agit-prop
sulla società della videosorveglianza, e Nightshot, sperimentazione visuale sulle
trasformazioni della città e della sua vita notturna, pensata come video-concerto dal vivo.
Il lavoro più recente è Mercancìa, sul primo passaggio di produzione della pasta di coca e
sulle condizioni di vita dei cocaleros in Colombia.
Mercancìa (2006, 23' documentary)
Festival Fiaticorti 2006 – I premio sezione “dossier” / CortoImolaFestival 2006 – I
premio sezione “documentari” / Tekfestival 2007 – II premio sezione “AAMOD”
/ Festival Cinemambiente 2007 – II premio sezione “documentario italiano
Nightshot (2005, 40' - videoclip)
MisuraXmisura (2004, 50' – backstage)
Identità (2003, 57' documentario)
052 (2002, 9' short)
Cortopotere 2003 – I premio sezione “Comunicare e informare”
Deheishe refugees camp (2002, 29' documentario)
Cortopotere 2002 – I premio / Tonicorti 2002 – I premio
Farebbero tutti silenzio (2001, 28' documentario)
Genovafilmfestival 2002 – II premio
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Ross ofu oco
Rossofuoco è la casa di produzione indipendente di Davide Ferrario. Dalla sua nascita
nel 2003, Rossofuoco ha al suo attivo due film di rilevanza internazionale. Dopo
mezzanotte (After midnight), film a basso costo che è stato venduto in più di 100 paesi e La
strada di Levi (Primo Levi’s Journey), grande successo documentario internazionale
Nei primi mesi del 2009 si annuncia una nuova produzione: Tutta colpa di Giuda: con cui
Ferrario ritorna alla fiction; secondo la definizione dell’autore, una “commedia
musicale”. Il film sarà distribuito da Warner Bros Italia.
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Fiamma Fum ana
La colonna sonora
Fiamma Fumana è un gruppo elettro-folk, che unisce la tradizione musicale dell’Emilia
Romagna, fatta di cornamuse, fisarmoniche e canti di mondine, con una generosa dose di
musica elettronica. E’ un gruppo a netta prevalenza femminile (tre ragazze su quattro
componenti), molto orgoglioso della tradizione di donne cantanti e musiciste della loro
terra. Fiamma Fumana ha pubblicato due album a diffusione internazionale, partecipa a
festival ed eventi internazionali e ha ricevuto diversi riconoscimenti in Italia e all’estero.
[www.fiamma.org]
LINE-UP
Roberta Carrieri – voice
Alberto Cottica – accordion, acoustic guitar, piano, voice
Missy Jay - dj
Lady Jessica Lombardi – “piva”, flutes, bassguitar, voice
Paolo Perego - drummer
DISCOGRAFIA
1.0, 1999
Home, 2003
Onda (If you can’t ride the wave then you’re gonna go unda!), 2006
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