La shari`a

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La shari`a
islam
Rony Hamaui e Marco Mauri *
N
egli ultimi anni la scienza
economica ha riconosciuto
in modo sempre più esplicito
il ruolo fondamentale che il credo
religioso esercita su numerosi fenomeni socio-economici, dalla crescita
demografica all’accumulazione della
ricchezza, dalla formazione del capitale umano alla natura e qualità dei
consumi. In questa cornice un ruolo
significativo è giocato dall’economia e dalla finanza islamica dove il
legame fra principi religiosi e comportamenti degli operatori è particolarmente evidente.
Fra le tre religioni monoteiste l’islam
si caratterizza per una più stretta
relazione tra la dimensione teologica-morale e quella normativa, sia
essa sociale, politica o economica. Infatti, i precetti contenuti nella
shari’a, ovvero la «via maestra per
giungere alla salvezza», non hanno
una valenza limitata alla sola sfera
intima del rapporto uomo-Dio, ma
costituiscono anche i principi di condotta validi in ogni settore della vita
pubblica della comunità dei credenti.
Così, negli ultimi anni si è sviluppata
una ortoprassia (correttezza nei comportamenti) islamica che ha coniato termini quali «politica islamica»,
«costituzione islamica» ed «economia
islamica». In particolare si è di recente affermata un’altra importante
dimensione nel mondo musulmano:
la «finanza islamica».
UNA DEFINIZIONE
Con questo termine si intende il
complesso di pratiche, transazioni,
contratti finanziari che sono conformi ai dettami della legge islamica.
Tra questi un ruolo particolare rivestono la ribà (proibizione del tasso
di interesse), la ghàrar (divieto di
azzardo), la maysìr (divieto della speculazione) e la distinzione tra attività
halàl (consentite) e haràm (vietate).
Pertanto la legge islamica vieta ogni
attività che comporti il pagamento
42 Popoli ottobre 2009
La shari’a
in banca
Nella crisi che ha colpito il sistema finanziario
internazionale sembra trovare spazio un sistema
basato sui principi della religione musulmana.
Due esperti presentano le caratteristiche della
finanza islamica e le sue prospettive di sviluppo
(anche in Italia). Con alcune contraddizioni
di interessi, come l’attività bancaria
convenzionale, l’assicurazione tradizionale, l’utilizzo di derivati o altri
strumenti con scopi speculativi. Tutto ciò ha riflessi importanti sull’economia e la finanza poiché pone la
necessità di definire un sistema alternativo a quello convenzionale.
In origine alcuni principi ispiratori
dell’islam, come il divieto del prestito con interesse, il pagamento della
decima o la lotta alla speculazione,
erano comuni alle altre religioni monoteiste. Con il tempo questi concetti
si sono evoluti nel mondo occidentale, mentre nel mondo musulmano
sono rimasti praticamente immutati
per oltre dieci secoli.
Il credo islamico valorizza l’iniziativa
imprenditoriale, promuovendo strutture mutualistiche e la partecipazione
ai profitti e alle perdite nelle attività
economiche. Combatte le disuguaglianze e la povertà, proibendo tutte
AFP
Abu Dhabi: un’operatrice di borsa
della piazza finanziaria
degli Emirati Arabi Uniti.
molto simile a quello sugli impieghi
tradizionali.
Superando un tabù durato secoli non è lecito assicurarsi dinanzi al
volere di Allah -, la finanza islamica
ha anche elaborato una forma assicurativa in cui gli assicurati cooperano tra loro e, attraverso donazioni,
contribuiscono alla creazione di un
fondo dal quale attingere per il pagamento degli indennizzi. Si tratta
di una struttura, detta takàful, che
presenta analogie con la mutua assicurazione diffusa in Occidente. Il divieto del ribà ha comportato, infine,
la necessità di elaborare strumenti
finanziari che potessero sostituire
le obbligazioni convenzionali. La
finanza ha creato i cosiddetti sukuk,
che non sono altro che strutture
simili ai prodotti strutturati (cartolarizzazioni), di cui l’attuale crisi ha
messo in luce tutti i limiti.
IN ITALIA
le fonti di ingiustificato arricchimen- In Italia gli operatori bancari e le
to. Predilige il commercio e l’econo- autorità di vigilanza e regolamenmia reale a quella finanziaria. Sulla tari non hanno ancora affrontato in
base di questi principi è stato creato modo compiuto il nodo della finanza
un sistema bancario che dovrebbe islamica. Alcune banche hanno però
configurarsi come gestore di fondi e iniziato ad affrontare la problematidi progetti. Sul fronte della raccolta, ca dell’offerta di servizi bancari per
infatti, accanto ai conti correnti non immigrati. Nel 2006 è stata costituita
remunerati (ma a capitale garantito), la Assaif (Associazione per lo svisi hanno i ben più diffusi conti d’in- luppo di strumenti alternativi e di
vestimento, che permettono al depo- innovazione finanziaria) allo scopo
sitante di partecipare ai guadagni e di creare progetti alternativi di fialle perdite della banca rischiando, nanziamento utilizzabili nel sistema
tuttavia, il capitale versato. Nella legale e fiscale italiano da investitori
realtà le banche islamiche finiscono mediorientali e dalla comunità di
per allineare la loro remunerazione immigrati proveniente dalla sponda
ai tassi praticati dalle banche tra- sud del Mediterraneo. Nel dicembre
dizionali, grazie all’utilizzo di un 2006 è stata conclusa la prima tranequalizzatore, che smussa nel tempo sazione italiana muràbaha (uno dei
i profitti della banca. Sul fronte de- contratti della finanza islamica) apgli impieghi, invece, gli
plicata a un’operazione
strumenti più usati non La legge islamica immobiliare. Nell’autunsono quelli partecipativi vieta ogni attività no 2007 è stato siglato
- più consoni ai dettami che comporti
un memorandum d’inislamici -, ma contratti il pagamento
tenti tra l’Associazione
di compravendita, che di interessi,
bancaria italiana (Abi) e
di fatto assicurano un l’assicurazione
l’Unione banche arabe,
costo di finanziamento tradizionale,
con l’obiettivo di definire
l’utilizzo
di derivati o
altri strumenti
speculativi
una piattaforma di collaborazione tra
i sistemi bancari delle due sponde
del Mediterraneo. Nell’ambito di tale iniziativa potrebbe trovare spazio
anche la banca islamica, quale ulteriore canale di sviluppo economicofinanziario.
Tuttavia manca ancora una sistematica analisi del livello di reddito,
ricchezza e spirito imprenditoriale
di quel milione e 400mila musulmani che vivono in
Italia, per valu- Anche in Italia
tare l’operatività alcune banche
e la profittabilità hanno iniziato
di un’eventuale ad affrontare
banca islamica la problematica
retail (cioè con i dell’offerta
consueti sportel- di servizi bancari
li per i clienti). per immigrati
L’apertura di una con progetti
banca islamica alternativi
in Italia è legata di finanziamento
all’analisi di differenti aspetti come quello civilistico,
poiché la banca islamica non raccoglie e presta denaro secondo gli
schemi contrattuali di deposito e credito; o quello fiscale, come la doppia
imposta di registro, che deve essere
pagata in una transazione immobiliare strutturata secondo una muràbaha.
Inoltre c’è la questione della deducibilità fiscale degli oneri finanziari di
una ijàra (altro tipo di finanziamento
simile al leasing) immobiliare. È chiaro che la maggior attenzione è rivolta
al finanziamento per l’acquisto della
prima casa, esigenza primaria della comunità immigrata. In aggiunta
l’apertura della banca islamica è legata anche all’interpretazione dell’art.
11 del Testo unico bancario dove si
definisce raccolta del risparmio «l’acquisizione di fondi con obbligo di
rimborso, sia sotto forma di depositi
sia sotto altra forma». In questo senso
il modello inglese può rappresentare
un migliore esempio di integrazione,
poiché evita di definire una normativa ad hoc, ma cerca di inquadrare,
con flessibilità, il fenomeno nel quadro normativo esistente.
ottobre 2009 Popoli 43
islam
LA CRISI COME OPPORTUNITÀ?
L’attuale crisi che ha colpito il sistema finanziario e le economie internazionali ha rappresentato il primo
banco di prova per lo sviluppo della
finanza islamica. I commentatori si
sono schierati su posizioni opposte: c’è chi sostiene che la finanza
islamica, in particolare nei Paesi del
Golfo, sia il risultato solo dell’aumento delle quotazioni del petrolio e
della speculazione nel settore immobiliare, e ne prospetta un imminente
tracollo; altri, invece, sostengono
che possa rappresentare un modello
alternativo al sistema capitalistico
convenzionale. Entrambe le posizioni appaiono estreme: un esame più
equilibrato può offrire una migliore
chiave di lettura del fenomeno attraverso la crisi finanziaria stessa.
Se da un lato è vero che, soprattutto
in Medio Oriente, il boom del prezzo
del petrolio ha rappresentato un
volano per lo sviluppo della finanza
islamica e la nascita di numerose
istituzioni finanziarie, dall’altro è
innegabile che il sistema finanziario
islamico ha mostrato una maggiore
stabilità durante il periodo di crisi
rispetto al sistema finanziario convenzionale, anche se immissioni di
liquidità e default bancari non hanno risparmiato la finanza islamica.
Nel corso del 2008 i ritmi di crescita siede il 50% della Aston Martin, di
sono rallentati in termini di nuove una società texana di idrocarburi
istituzioni finanziarie, crescita degli (East Cameron Gas) e, più di recenassets e nuove emissioni di sukuk. te, di un conglomerato finanziario
Il mercato delle obbligazioni islami- legato a una famiglia saudita (Saad
che, uno dei fenomeni più promet- Group). Tali default hanno rappretenti, ha attraversato un periodo di sentato il primo banco di prova per
rallentamento. Come se
comprendere la posizionon bastasse, nel feb- Alcuni principi
ne dei possessori di titoli
braio 2008 la Aaoifi - della finanza
sukuk, sia in processi di
l’organizzazione di con- islamica, come
ristrutturazione sia di litrollo delle istituzioni di un più equilibrato quidazione, evidenzianfinanza islamica - ha di- profilo rischiodo differenze in termini
chiarato che circa l’85% rendimento e un
di tutela. Nonostante vi
dei sukuk emessi non maggior legame
siano rischi di ulteriori
erano conformi ai prin- con l’economia
default o ristrutturazioni
cipi della shari’a e che reale, possono
prima della fine dell’ansukuk basati su strutture aiutare a evitare
no, il 2009 ha mostrato
muràbaha e mushàra- derive
anche segnali incoragka dovrebbero avere un
gianti, con importanti
prezzo di rimborso non
emissioni in particolare
predeterminato (come i
sul fronte governativo
bond convenzionali), ma basato sul come quella di sukuk da parte della
valore di mercato. Ciò ha causato Repubblica indonesiana e della Banincertezza a riguardo delle strutture ca centrale del Bahrain, che sono
contrattuali esistenti con il risultato stati ben accolti dal mercato e hanno
che solo sukuk di tipo ijàra hanno registrato importanti performance
continuato a essere emessi e accet- dopo l’emissione.
tati dal mercato.
In conclusione, non si può afferNel corso del 2009 anche la finanza mare che la crisi finanziaria abbia
islamica ha visto i primi default di segnato uno sganciamento fra fisukuk: è il caso della Investment nanza islamica e convenzionale. Ma
Dar, la società d’investimento isla- è vero che questa crisi ha consentito
mica con base in Kuwait che pos- di affermare che alcuni principi
su cui si basa la finanza islamica
- un più equilibrato profilo rischioI NUMERI DEL SETTORE
rendimento, maggior enfasi sulla
partecipazione al rischio rispetto al
ata meno di trent’anni fa, la finanza islamica ha raggiunto una dimensione sicapitale di debito, un maggior legagnificativa in termini assoluti (750 miliardi di dollari Usa in assets) con tassi di
crescita tra il 10% e il 15% annui. Se in termini relativi rappresentano poco più dell’1%
me con l’economia reale o la finandella finanza mondiale, nell’ultimo decennio le istituzioni islamiche hanno assunto,
za di progetto - possano migliorare
in diverse regioni, un peso significativo: in alcuni Paesi (Iran, Sudan, Pakistan) il silo sviluppo della finanza convenstema finanziario è stato interamente islamizzato, e nei Paesi del Golfo e in Malaysia
zionale evitando ulteriori derive.
gestisce più del 10% degli assets complessivi. Secondo alcuni studi, entro il 2015 la
D’altra parte la finanza islamica
dimensione del settore dovrebbe assestarsi tra i 1.800 e i 2.800 miliardi di dollari e
ha avuto occasione per misurarsi
rappresentare metà degli attivi nei Paesi del Golfo e il 20% in Malaysia.
con le prime difficoltà e riflettere
Si stima che l’industria dei servizi finanziari islamici sia presente in più di 60 Paesi,
sui propri eccessi o distorsioni al
anche non a maggioranza musulmana. Esistono oggi circa 290 banche commerciali
fine di migliorarsi come sistema
totalmente islamiche o dotate di sportelli islamici e 110 banche d’investimento islamifinanziario complementare (e non
che, mentre sono oltre 500 i fondi d’investimento che seguono i principi della shari’a.
Il mercato dei titoli islamici, sukuk, conta ormai più di cento emittenti, sia privati sia
alternativo) al sistema capitalistico
pubblici, mentre le assicurazioni islamiche sarebbero più di ottanta. Le principali banoccidentale.
che internazionali hanno aperto sportelli islamici e in Gran Bretagna le autorità hanno
* Autori di Economia
messo a punto un quadro normativo e fiscale favorevole alla costituzione di banche
e finanza islamica (Il Mulino 2009)
N
islamiche britanniche. Lo sviluppo di indici di borsa rispettosi dei principi islamici e la
trasformazione nel 2007 della Borsa di Dubai in un mercato finanziario rispettoso della
shari’a, testimoniano come non si tratti più di un fenomeno di nicchia.