la storia siamo noi

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la storia siamo noi
News
n° 11
G E N N A I O • 2 0 1 5
John Coltrane
Abdullah Ibrahim
Charles Lloyd
LA STORIA SIAMO NOI
Delfeayo Marsalis - Chip Taylor - Greg Brown
Willie Nile - Hamilton De Holanda - Basko Believes
Philology Selected Discography: Lee Konitz
IRD International Record Distribution - www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm
R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
BRAZIL
Joyce Moreno Raiz
Nuovo album che celebra e allo stesso tempo conferma i profondo coinvolgimento di Joyce Moreno per la musica
brasiliana, dando il giusto riconoscimento ad alcuni capolavori di questo genere con la propria impareggiabile
grazia e indiscusso talento. Joyce è entrata nella prima volta in uno studio di registrazione all’età di 15 anni, dopo
che una sua demo è arrivata tra le mani di Roberto Menescal, amico del fratello maggiore di Joyce: è così che è
nato il suo primissimo album, “Sambacana”. Cinquant’anni dopo arriva “Raiz”, che significa radici, che celebra una
straordinaria carriera musicale. Un disco fresco che raccoglie i classici più belli della tradizione bossanova e del
jazz brasiliano che compongono la colonna sonora dell’adolescenza della giovane Joyce a Rio de Janeiro. La
potentissima voce di Joyce porta ancora con se le tracce di ciò che era in adolescenza, durante i suoi primi dischi.
Lo stesso Roberto Menescal, che tra i primi ha puntato sul talento della giovane Joyce, è guest star in questo
nuovo album, nella cui line up troviamo anche Helio Alves al piano, Rodolfo Stroter al basso e Tutty Moreno alla
batteria: insieme a loro possiamo riascoltare i brani di grandi artisti come Tom Jobim, Baden Powell, Ildasio
Tavares, Vinicius de Moraes e Ronaldo Boscoli, tutti resi straordinariamente dall’approccio particolare di Joyce. Un
tributo ai grandi della musica brasiliana, insomma, ad opera di una delle interpreti più straordinarie a livello
internazionale, una talento vocale ed espressivo unico che da cinquant’anni ci appassiona e ci meraviglia.
Delfeayo Marsalis
SONGWRITER
JAZZ
The Last Southern Gentlemen
Questo nuovo album del trombonista Delfeayo Marsalis rappresenta una
vetta musicale, che riunisce, per la prima volta in una registrazione
completa suo padre, il celeberrimo pianista Ellis Marsalis. Eppure, in un
senso più ampio, il progetto è anche la riflessione radicale di un artista a
tutto tondo. Incorporando scritti, tra cui un saggio sulle tematiche
socio-storiche che definiscono il disco, apportano commenti alla musica,
storie originali e poesie. In “The Last Southern Gentlemen” Delfeayo
Marsalis ci offre una mappa dettagliata dei suoi interessi appassionati e
delle sue preoccupazioni. Supportato da due musicisti impeccabili - John
Clayton al basso e Marvin " Smitty " Smith alla batteria - Delfeayo e Ellis
riflettono nel loro modo rilassato e sempre molto swing.
T
TRACKLIS
The Secret Love Affair
Autumn Leaves
She's Funny That Way
Can You Tell Me How to Get
to Sesame Street
I'm Confessin' (That I Love
You)
But Beautiful
Speak Low
Nancy (with the Laughing
Face)
The Man with 2 Left Feet
10That Old Feeling
11My Romance
12If I Were a Bell
13I Cover the Waterfront
Chip Taylor
The Little Prayers Trilogy
Chip Taylor è famoso per aver scritto alcune canzoni che sono diventati dei classici del rock pop, ma in questi
ultimi anni il suo lavoro ha subito un affinamento e un processo di perfezione particolarissimi, con la
collaborazione con la bravissima Carrie Rodriguez, con la quale ha inciso alcuni album
country/folk/Americana davvero notevoli. “The Little Prayers Trilogy” è un album solista originariamente
concepito come insieme di demo da reinterpretare insieme a un’intera band ma il risultato è piaciuto
talmente tanto allo stesso Taylor e al suo produttore che le canzoni sono state fatte uscire così come erano,
apportando solo qualche piccola modifica. È così che nasce un disco da tre CD e 30 brani. Assolutamente
imperdibile. All’interno di “The Little Prayers Trilogy” ritroviamo in parte le influenze del lavoro fatto da
Taylor con Carrie Rodriguez e un paio di duetti con Lucinda Williams e il tutto il disco si snoda come una
preghiera, appunto, diretta e viscerale, dove le voci postano con sé il proprio carico emotivo sia su temi
molto intimi e personali, come il rapporto con il padre e con il mondo femminile, ma anche argomenti più
collettivi e personali. 3 cd.
Roberto Ottaviano
JAZZ
Forgotten Matches: The Worlds of Steve Lacy
1
Da casa Dodicilune presentiamo un nuovo doppio album con ben 23 brani per ricordare, nel
decennale della scomparsa, il musicista statunitense Steve Lacy. Un tributo che Roberto Ottaviano
affronta da una prospettiva nuova, lavorando in studio con alcuni dei musicisti che hanno collaborato
con lui in questi anni. Un omaggio a quel suono che ha caratterizzato ogni stile e moda anziché
rimanerne invischiato, attualissimo già negli anni 50, che rappresenta oggi il livello più alto di
virtuosismo per timbro, idee melodiche, groove ritmico ed estensione. Feat. Glenn Ferris (trombone),
Giovanni Maier (contrabbasso), Cristiano Calcagnile (batteria) e nel secondo cd dal pianista
Alexander Hawkins. 2 cd
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John Coltrane
JAZZ
Offering (Live at Temple University)
Un leggendario concerto di John Coltrane tenutosi alla Temple University nella sua città natale,
Philadelphia, Pennsylvania, 11 Novembre 1966, sei settimane dopo il suo quarantesimo compleanno
e nove mesi prima della sua morte. Concerto inedito, scoperto di recente, dove John è accompagnato
da Pharoah Sanders, Alice Coltrane, Rashied Alì e Sonny Johnson. Una scoperta di grande valore
storico. 2 cd.
Abdullah Ibrahim
JAZZ-BRAZIL
JAZZ
The Song is my Story
Diamo il bentornato a casa Intuition con una super novità, il nuovo album, CD + DVD, del pianista sudafricano Abdullah
Ibrahim, meglio noto come Dollar Brand. Questo nuovo lavoro celebra allo stesso tempo vari anniversari, l’ottantesimo
compleanno di Abdullah, 40 anni dalla composizione del brano “Mannenberg” che divenne l’inno dei bassifondi sudafricani,
e per ultimo la fine dell’apartheid 20 anni fa. Il suo stile è difficile da descrivere, anche quando ci scontriamo più volte
contro i clichè delle melodie africane, ma senza dimenticare l'influenza di grandi musicisti come Thelonious Monk. La cosa
che affascina maggiormente milioni di persone è come Abdullah Ibrahim tratti il tempo, lo spazio ed il silenzio. Tre
dimensioni della musica che lui celebra come una preghiera in musica. Abdullah Ibrahim ha visitato l'Italia, nell'estate del
2014, ha suonata il leggendario grand piano Fazioli e ha visitato il laboratorio dove vengono realizzati questi straordinari
pianoforti. Lì accanto si trova una sala da concerto con strumenti fantastici, che suonano quasi come se fossero stati creati
appositamente per Ibrahim. Infatti è qui che ha registrato questo album, per la maggior parte seguendo la libera
improvvisazione. Non solo: fortunatamente su quegli stessi giorni è stato realizzato un film, in modo che si possa non solo
ascoltare la registrazione, ma vedere anche un DVD con i brani del concerto e gli impressionanti commenti e conversazioni
con lo stesso Abdullah Ibrahim.
Hamilton De Holanda
Caprichos
“Ho sempre voluto creare un progetto che mi permettesse di combinare il mio lavoro, con gli anni
che ho trascorso da compositore, sviluppando, senza esserne consapevole, una tecnica per il
Bandolino. “Caprichos” è un album di 24 set, con temi, poemi di note musicali e canzoni strumentali
che ascoltandolo trasmette un piacere immenso mentre coinvolge contemporaneamente le dita nel
loro sviluppo tecnico. Io sono grato al “Funarte Award” e ringrazio tutti coloro che erano coinvolti in
questo progetto, per la loro dedizione e fondamentale contribuzione alla sua realizzazione.”
Hamilton de Holanda 2cd.
Willie Nile
ROCK
If I Was a River
Da casa Blue Rose e dopo l'ottimo “American Ride”, un disco di rock a tutto campo, Willie ci consegna
un album di ballate. Un disco particolare, un album voce e piano, con poco altro. Poetico ed ispirato,
dove Nile diventa cantautore, dove si esprime con cuore ed anima. Come pianista è diventato
bravissimo, come autore non si discute. Un disco diverso, ma estremamente piacevole, che scorre in
modo fluido e che ci regala attimi di grande musica. È lo stesso Nile a darci una spiegazione
dell’album: “Era da molto che volevo fare un album di canzoni per pianoforte, e sento questi brani
particolarmente vicini al mio cuore ed ho trovato solo ora il giusto momento per pubblicarli su cd.
Amo la semplicità di sedermi al piano e iniziare a cantare una canzone. Talvolta è meglio essere
essenziali e questa sembra proprio essere una di quelle volte.”
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RIEPI L OG O
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Basco Believes
SONGWRITER
SONGWRITER
SONGWRITER
N U OV E
Idiot’s Hill
Il cantautore svedese Johan Örjansso vola negli States a registrare il suo nuovo album “Idiot’s Hill”,
decidendo di collaborare con artisti della scena locale. Un album la cui realizzazione ha
rappresentato un picco nel vuoto per questo artista, abituato a lavorare con altri musicisti e in
ambienti completamente diversi da Denton, Texas. Il risultato è a dir poco superbo: un album che non
ha alcuna intenzione di essere introverso o il cui ascolto sia difficile per l’ascoltatore. È un lavoro
lontano anche dall’essere provocatorio. Si tratta invece di un disco dalla bellezza naturale e con
l’intenzione di essere esattamente questo. Canzoni romantiche e oniriche che ci forniscono un ritratto
olistico e armonico di questo artista e della band che lo accompagna, del tutto coscienti di aver
messo costruito qualcosa di speciale con bravura e una certa dose di coraggio. L’album “Idiot’s Hill”
è come un sogno che pian piano diventa realtà: l’indiscusso talento di Johan come cantante di
Americana/soul/pop/rock svedese.
s
Basco Believe
Johan Örjansson
Melancholic Melodies
for Broken Times
Da casa Rootsy presentiamo il nuovo album dello svedese Orjansson,
piccola celebrità nella sua cittadina natale, Falkenberg, ma sconosciuto ai
più. Ci troviamo di fronte un album inaspettato ma ben riuscito, intenso
ed efficace nell’ambito della canzone cantautorale in chiave rock e alt.
Country, supportato da Israel Nash Gripka in alcuni brani. Joahn è stato
influenzato da Jackson Browne e Tom Petty e si sente!! Disco consigliato
Buscadero!
Slow Fox
Black Dog
Slow Fox è il nome di una band svedese che fa capo alla
singer/songwriter Sofia Henricsson. “Black Dog” è il titolo del loro
secondo album. Musicalmente è un disco che va dritto dritto verso il
pubblico di artisti quali Mary Chapin Carpenter, Gillian Welch, Lucinda
Williams. La bella voce di Sofia Henricsson richiama in maniera evidente
quella della Carpenter e di Natalie Merchant. Il disco, interamente
composto di splendide ballate ed alcuni brani uptempo è 100% pure
americana music.
Will Kimbrough
ROCK
Sideshow Love
3
T
TRACKLIS
Honey Pie
Bottles and Birds
If I Were to Love You
Down the Avenue
These Winding Roads
The Yellow Fields
Houses
Papercuts
Baby’s Blue Eyes
Pointless Alleys
Rather Be With You
Da casa Rootsy torna disponibile questo album edito solo negli USA
l’anno scorso. Benchè abbia ben sei dischi alle spalle, Will Kimbrough è
più conosciuto come sideman che come solista. Recentemente ha fatto
parte di Willie Sugarcapps, un disco che ha ricevuto il plauso della critica,
quindi ha suonato nei dischi molti musicisti, tra cui Jimmy Buffett, ha vinto
premi e riconoscimenti di ogni genere. Vediamo ora di apprezzarlo per
quello che vale. La sua musica, un rock abbastanza classico, è un
condensato di belle canzoni, liriche intriganti e melodie accattivanti.
T
TRACKLIS
It’ll Come To Me
Missing You
I Wish I Was
Oh My
Dear Desire
Black Dog Waltz
T
TRACKLIS
When Your Loving Comes
Around
Let the Big World Spin
Sideshow Love
Soulfully
Home Economics
I Want Too Much
Dance Like Grownups Dance
Has Anybody Seen My Heart
I Can Count on You
All We Can Do Is Love
Who Believes in You
Emotion Sickness
JAZZ VOCAL
JAZZ VOCAL
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Ranee Lee
What’s Going On
Dodicesimo album per la label canadese Justin’ Time per questa cantante
vincitrice del “Juno Award”, affronta un vario repertorio con diversi brani
originali. Oltre a rendere omaggio alle sue origini giamaicane con una
magistrale rivisitazione di “One Love” di Bob Marley, l’album è spesso
volubile e riflessivo. Splendide le versioni mozzafiato “A Song For You” di
Leon Russell, un classico di Bergman/Mandel “Where Do You Start” e la
title track di Marvin Gaye “What’s Going On” ed anche i suoi brani
originali meritano ampiamente il prezzo del biglietto. Bentornata!
T
TRACKLIS
What's Goin' On
Echos of the Heart
Where Do You Start
I Mean You
It Will Be What It Will Be
Lazy Afternoon
Silent Tears
White Gardenia
One Love
Song For You
Alex Pangman
New
Da casa Justin Time presentiamo il nuovo album della cantante canadese Alex Pangman, già al suo terzo
album per questa storica etichetta. L’album è stato registrato e New Orleans a soli sette mesi dal
trapianto del polmone. Lei confessa che grazie a quest’episodio difficile della sua vita ha voluto
dedicarsi alla canzone prima del dovuto col desiderio di parlare apertamente dei suoi problemi
salutare. Il tema del disco è il rinnovo, che presenta non solamente una seconda possibilità alla vita, ma
anche una serie di nuove cose. Infatti Il nuovo co-produttore Andrew Gilchrist ha voluto incidere l’album
della cantante con il supporto di nuovi musicisti di New Orleans, conosciuta coma la città nativa del Jazz.
Con “New” Alex Pagman ha voluto mettersi alla prova come cantante e direttore d’orchestra, portando
il disco in una nuova dimensione sia a livello fisico che sonoro. La particolarità di questa nuova sessione
è il paesaggio sonoro leggermente diverso, privo di batteria, col sassofono basso funky e con il sound
leggermente groove e molto oscillante.
Jane Bunnett & Maqueue
JAZZ
Same
Per più di trent’anni la flautista e sassofonista canadese Jane Bunnett ha cercato di colmare il divario
tra Cuba e Nord America introducendo gli amanti del jazz con alcuni dei migliori musicisti che l’isola
ha da offrire. Bunnett infatti è riuscita a dare per prima varie opportunità per artisti del calibro di
Dafnis Prieto, Yosvany Terry, Pedrito Martinez e David Virelles, e sta pian piano diventando un vero
tesoro nazionale canadese, nonché un’artista jazz di fama internazionale. Con questo nuovo album
ed in compagnia del suo nuovo sestetto, le Maqueque, si vuole introdurre al mondo alcune delle più
promettenti musiciste femminili di Cuba, iniettando con la loro musica una dose tonificante di energia
giovanile.
Marianne Trudel
JAZZ
La Vie Commence Ici
Da casa Justin’ Time, presentiamo il nuovo album della pianista e
compositrice canadese in quintetto accompagnata dal noto trombettista
di New York Ingrid Jensen (Maria Schneider, Dr. Lonnie Smith, Clark Terry)
ed il risultato è una miscela di sublime arte ad una tecnica ispirata.
Possiamo gustare diversi stili che emergono da questo sublime album,
da Jarrett a Ravel, con melodie che colpiscono l’anima ed il cuore. Feat.
Ingrid Jense, (trumpet), Jonathan Stewart (sax), Morgan Moore
(doublebass), e Robbie Kuster (batteria).
T
TRACKLIS
Question
Deux soleils
Soon
La vie commence ici
In the Centre
À l’abri
Urge
Le vent est une chance
Night Heron
Choral
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Rusties
ROCK
Dalla Polvere e Dal Fuoco
Ci sono mille modi di fare una cover, ma “Dalla Polvere E Dal Fuoco” lo fa nel suo particolarissimo
stile: reinterpretazioni d’autore, liberamente tradotte e riadattate dal leader dei Rusties, Marco
Grompi, che riprendono un arco temporale che va dagli anni Sessanta fino ai giorni d’oggi. Scordatevi
però il classico album di cover: uno stile personale e libero, in puro stile Rusties, che hanno reso
omaggio ad artisti che hanno lasciato il segno sia nella storia della musica, sia sui componenti della
band, da Neil Young a Bruce Cockburn, passando per Warren Zevon e i Supertramp. Interamente
arrangiato e prodotto in proprio, “Dalla Polvere E Dal Fuoco” è stato registrato dal vivo, quindi in
presa diretta in un’unica session di due giorni: ciò fa di questo album un lavoro allo stesso tempo
sincero e piacevole per un pubblico di appassionati (e non) del genere che da ben tre decadi i Rusties
portano in giro per l’Italia.
Eddy Clearwater
BLUES
Soul Funky
Da un’indipendente Americana, presentiamo il nuovo album del bluesman
di Chicago“The Chief” Clearwater, nato nel 1935 in Mississippi e che non
smette mai di stupirci con la sua chitarra mancina. “Soul Funky” è il
nuovo album dal vivo durante il concerto at SPACE in Evanston, Illinois
all’inizio di quest’anno con la sua band, sottolineando ancora una volta il
motivo per cui è stato a lungo etichettato come uno dei più migliori
chitarristi blues di Chicago. Special guest Billy Branch, Johnny Iguana,
Roonie Baker Brooks. In regalo nella confezione un plettro ed in più tutti
gli album sono autografati dallo stesso The Chief. Copie limitatissime!
T
TRACKLIS
They Call Me the Chief
Hypnotized
To Old to Get Married
Good Times Are Coming
Came Up the Hard Way =
Root To the Fruit
Cool Blues Walk
Please Accept My Love
Find You a Job
Lonesome Town
A Good Leavin' Alone
Soul Funky
Ending Midnight Groove
SONGWRITER
CROONER
Ray Gelato
& The Giants
5
Original Flavours (A Collection Of Originals)
Da casa Double Scoop Records presentiamo un album di Ray Gelato, uno dei più rappresentativi
esponenti del revival della musica dei grandi “entertainers” del passato con un album dove raccoglie
i suoi brani originali. Una splendida collection corredata da 2 brani inediti “Get Off The Phone” e “Bar
Italia”.
Annie Keating
Make Believing
Sesto e nuovo album di Annie Keating, una cantautrice di Brooklyn dal talento assolutamente indiscusso. Undici
pezzi inediti che mostrano come Annie sia capace di creare canzoni con spessore e bellezza, che diventano
elementi senza tempo che scorrono facilmente nei nostri pensieri, instillando nell’ascoltatore pensieri e
sensazioni molto duraturi. L’album è stato registrato preso l’Atomic Sound, uno studio della Brooklyn tanto cara
ad Annie, in larga parte durante un lungo weekend con l’aiuto di Trina Hamlin (armonica, voci e percussioni),
Chris Tarrow (chitarra e pedal steel), Chris Benelli (batteria) e Jason Mercer (basso e banjo), a cui solo
successivamente si è aggiunta una piccola studio session con gli Abrams Brothers, che hanno apportato il loro
contributo personale. Questa talentuosa cantautrice è stata scoperta dalla BBC Radio e ora viene non a caso
comparata a grandi nomi come Lucinda Williams, John Prine, Allison Krauss, Willie Nelson, Gillian Welch, Bonnie
Raitt, Emmylou Harris, Patty Griffin e molti altri. Questo album di canzoni tenere, ma allo stesso tempo crude e
schiette è un imperdibile esempio delle grandi capacità come cantautrice di Annie Keating.
RICH HOPKINS &
LUMINARIOS
Tombstone
CANADA, CODY & THE
DEPARTED
HippieLovePunk
THE PARSON RED
HEADS
Orb Weaver
PARSONS THIBAUD
Eden
STONEY LARUE
Aviator
PAUL THORN
Too Blessed to be
Stressed
MATTHEW RYAN
Boxers
DISTRIBUZIONE:
IRD International Record Distribution
www.ird.it • fb: www.ird.it/mipiace.htm
Blue Rose Records
Finest brand in handmade music
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Rolf Kuhn
JAZZ
Timeless Circle
A partire dagli anni '60 Rolf Kühn ha pubblicato dischi per numerose etichette jazz, tra cui la Intuition per
ben sette anni (1994-2001). In questo nuovo album Kühn ha scelto tra gli album della sua carriera i 14 brani
che preferisce per poterli riproporre, rimasterizzati dal famoso Klaus Scheuermann, in questo nuovo disco,
“Timeless Circle”. Le canzoni brillano di un nuovo e rinnovato splendore e ci trasmettono un particolare
piacere all’ascolto. Un'atmosfera densa, ma una sostanza trasparente e cristallina: un tale sguardo
all’universo sonoro di Rolf Kühn è certamente un validissimo motivo per cui vale la pena ascoltare questa
collezione. Immancabili in questo album sono gli incontri con brillanti stelle del jazz come Buddy DeFranco o
Michael Brecker e Ornette Coleman, Albert Mangelsdorff e Lee Konitz, Chuck Loeb e Martial Solal, fino a
Peter Erskine, Wolfgang Haffner e molti altri. E naturalmente, la ciliegina sulla torta: il giovane fratello di 14
anni più giovane, il talentuoso pianista Joachim Kühn, con il quale, oltre alla relazione familiare, ha uno stretto
rapporto musicale che si traduce in emozionanti sessioni e concerti.
Donauwellenreiter
JAZZ
Messei
I Donauwellenreiter sono molto conosciuti nel centro Europa grazie alle loro molteplici partecipazioni
a vari festival ma anche grazie al loro talento. Questo loro secondo album “Messei” è semplicemente
incredibile, l’ispirazione melodica e l’atmosfera appropriata rendono reale i temi che il trio provvede
comunque a fornire in abbondanza: l’emozionante e potente voce della cantante Maria Craffonara; il
maestro Thomas Castanedo con la sua toccante melodia alle tastiere ed il fisarmonicista Nikola Zaric,
compongono un particolare ensamble musicale dal sound unico. Per questo album si è unito alla
band Jorg Mikula uno dei migliori batteristi d’Europa. “Messei” è un blend di diverse sfumature,
adatto ad un pubblico che amano il tango, i cantautori, jazz, Folk, Balcan Pop, Klezmer, Latina,
Minimal…
Felice Clemente Trio
FINGER PICKING
JAZZ
6:35 AM
7
Tramutare in musica un avvenimento: Felice Clemente, con “6:35 AM”, ci è riuscito. Non stiamo parlando, infatti,
solo del titolo di un album, ma anche uno dei momenti più importanti della vita di Felice Clemente, ovvero
l’orario della nascita della figlia. Con la magnifica ritmica di Paolino Dalla Porta al contrabbasso, Massimo Manzi
alla batteria e la partecipazione speciale di Daniele Di Gregorio (marimba e vibrafono) “6:35 AM” si inserisce
nella tradizione dei grandi trio jazz piano less e gli ascoltatori saranno colpito dalla sintonia che si instaura tra
questi artisti sin dalla prima nota. Nonostante una carriera di ben dieci album alle spalle, “6:35 AM” è un album
che rappresenta la volontà di andare oltre, di fare qualcosa di diverso che tocchi le corde più sensibili
dell'ascoltatore, attraverso la cantabilità e la liricità della melodia, supportate dalla varietà timbrica e ritmica.
Sonorità diverse, più libere e flessibili, rese possibili grazie alla scelta di musicisti di estrema sensibilità che
suonano in armonia e trasmettono all’ascoltatore una musica molto autentica, onesta ed energica, che passa
da momenti molto concitati d’improvvisazione collettiva totale ad altri di estrema delicatezza.
Roberto Dalla Vecchia
& Luca Francioso
Morning Lights
Abbiamo apprezzato questo talentuoso chitarrista vicentino già da “Unknown Legends” e per chi è
riuscito a vederlo, ha duettato in tour con David Bromberg mostrando tutta la sua bravura. Questo
nuovo lavoro è stato pensato e scritto interamente a quattro mani da Roberto Dalla Vecchia e Luca
Francioso, che attraverso 10 brani inediti affrontano il delicato momento del risveglio, da qui il titolo. I
due chitarristi hanno deciso di dare vita ad un progetto esclusivamente registrato dal vivo al True
Colours Studio, per meglio conservare la dinamicità e l’interplay. Roberto utilizza la tecnica del flatpicking
(chitarra acustica suonata con il plettro) e Francioso utilizza il flatpicking (con le dita) e le rispettive
tecniche esecutive si rincorrono creando intrecci sonori ora dolci e malinconici, ora mossi e vivaci.
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Richard Manetti
JAZZ
Groove Story
Dopo lo splendido esordio nel 2012 con il CD + DVD “Why Note”, e le sue passate esperienze con il
“Django Memory Quartet, riecco questo chitarrista francese, figlio d’arte (il padre è il famosissimo
Romane) al secondo album per la Label Bleu. Nella musica di “Groove Story” sottolineiamo il tocco
personale e moderno di Manetti. Il suo universo musicale, che collochiamo tra il jazz ed il funk con un
inconfondibile profumo di jazz manouche, unisce modernità a tradizione come pochi altri sono riusciti
a fare affrontando l’immenso patrimonio musicale lasciatoci da Django. Feat. Jean-Marc Jafet (basso),
Fred D’Oelsnitz (piano, Fender Rhodes), Yoann Serra (batteria), Stephane Guillaume (saxs). Con la
partecipazione in alcuni brani di: Didier Lockwood e Cedric Le Donne.
The Very Big Experimental
Toubifri Orchestra
JAZZ
Waiting in the Toaster
Gruppo composto da 17 musicisti appassionati riuniti attorno ad una stessa partizione musicale, coadiuvati
dal grande Grégoire Gensse e hanno lo scopo di portare la musica ai suoi limiti estremi. Fondata su un jazz
energico e ben padroneggiato, la Very Big Experimental Toubifri Orchestra è una fantastica fusione di generi,
un malstrom indefinito ispirato ai mandala ciclici del gamelan balinesi in cui non mancano, però, accenti di
musica pop. Un album pieno di giochi musicali che esplorano la ricchezza dei timbri, la spazializzazione dei
suoni e l’energia degli strumenti. Una perfetta fusione di generi per uno stile semplicemente inclassificabile!
The Very Big Experimental Toubifri Orchestra è composta da una grande ensemble di: due batterie, un
vibrafono, una varietà di ottoni e di chitarra elettrica, tutto segnato da un percorso personale e di
improvvisazione collettiva: in poche parole un capolavoro!
Henri Texier Trio
ATTESE
R ISTA MPE!
The Scene is Clean
JAZZ
JAZZ
Ristampa ormai introvabile del 1991. Feat Henri Texier (contrabbasso),
Alain Jean-Marie (piano), e Aldo Romano (batteria).
Henri Texier Quartet
Invites Joe Lovano
Paris-Batignolles
Album del 1986 per questo pianista e
contrabbassista precoce. Con la partecipazione di
Joe Lovano, Louis Sclavis, Philippe Deschepper e
Jacques Mahieux.
Michel Portal
Men’s Land
Ristampa dell’album del 1987. Feat. Mino Cinelu, Jack DeJohnette,
Jean-Francois Jenny Clark, Dave Liebman, Harry Pepl.
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Swamp Dogg
FUNK
The White Man Mad Me Do It
Dopo decenni il musicista e produttore Swamp Dogg torna sulle scene
musicali e lo fa in grande stile, con questo album, “The White Man Made
Me Do It”. Nelle 14 tracce dell’album, alle quali collaborano artisti di
prim’ordine, Swamp Dogg riprende il sound delle sue registrazioni cult
degli anni Settanta. “The White Man Made Me Do It” mescola il classico
groove del sul del Sud, R&B, soul e funky, con testi struggenti e precisi,
che riflettono sulla razza, l'amore e il denaro. Come al solito Swamp
dimostra il suo senso dell'umorismo selvaggio e la sua avversione
istintiva per l’ipocrisia. All’interno della confezione troverete 1 dollaro
americano originale inserito dallo stesso Swamp Dogg.
The White Man Made Me Do It
Lying Lying Lying Woman
Hey Renae
You Send Me
Let Me Be Wrong
Your Cash Ain't Nothing But
Trash
I'm So Happy
That's What Lonesome Is
Yeah Yeah Yeah
Can Anybody Tell Me Where
Is Sly
Smokey Joe's Cafe
Light a Candle Ring a Bell
Prejudice Is Alive and Well
If That Aint the Blues...
Stefano Bagnoli
Other Side Trio
JAZZ
To Satchmo
Da casa Ultra Sound, presentiamo un nuovo omaggio a Satchmo, Louis Armstrong, il papà del jazz.
Un omaggio al mondo del jazz tradizionale e a quella generazione di musicisti milanesi che
inventarono le prime jazz band in Italia di cui la famiglia Bagnoli è tra le pioniere nel dopoguerra. Un
omaggio al passato ma con un sound attuale, non filologico, senza paletti. Jazz senza frontiere,
ancorato al passato che ci guida nel futuro, sempre. Feat. Francesco Patti (sax), Gianluca Di Ienno
(Hammond) e Bagnoli alla batteria.
Terlingo Sacchi Blues Quintet
BLUES
Freshmen
Il Terlingo Sacchi Bues Quintet è il nuovo progetto di Paolo Terlingo (voce
e chitarra) e Andrea “Slim” Sacchi (armonica). Lo scopo è quello di
attingere a piene mani dalla “musica del diavolo” di fine anni Sessanta. A
completare questa affiatatissima formazione troviamo Alessandro
Bernini al pianoforte, Giammarco “Jimmi” Straniero al contrabbasso,
Alessandro Ferrari alla batteria e Stefano Bergonzi alla chitarra.
Registrato per la casa Ultra Sound Records di Pavia questo disco,
“Freshman”, ci porta dentro questo sound con sette brani eccellenti e
inediti.
T
TRACKLIS
Locomotive Man, Pt. 1-2
Johnny And Mag
Song For M
Anna
Got The Blues
Thoreau
Locomotive Man, Pt. 3
Marcello Milanese
Leaves The Time That Finds
BLUES
(Kitchen Session Vol. 2)
9
Dopo “Goodnight to the Bucket” del 2013, Marcello Milanese torna con un disco one man band più
introverso e dalle atmosfere più acustiche: “Leaves The Time That Finds”. La tracklist comprende 12
canzoni: due brani classici, uno della tradizione gospel e l’altro tratto dalla tradizione irlandese, e due
cover più moderne scritte dal chitarrista rock blues Walter Trout e Zakk Wylde. Proprio nella cover di
Wylde, Marcello ospita, in questo disco, Marshall Miller, chitarrista Blues di Kansas City. I brani inediti
passano dal Blues più viscerale allo stile più anni 30 alle atmosfere più notturne e cupe in “Hide the
night” e quelle più romantiche come in “Ice Castle”: gli argomenti sono quelli cari al songwriting di
Milanese: l'amore, la perdita e il distacco, le difficoltà economiche e la speranza di un futuro migliore.
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U S C I T E
Sarah Cappelletti Soul Together
SOUL
Cantante professionista e docente di canto da otre 10 anni, dopo aver studiato chitarra e pianoforte e aver
frequentato i corsi jazz del Conservatorio “G. Verdi” di Como , si è dedicata totalmente alla professione
artistica. È laureata in Sociologia. Ha collaborato con diversi artisti del panorama musicale italiano come
Fabio Treves, James Thompson, Beppe Caruso, Max Marcolini, Mario Schilirò, Alberto Mandarini, Diego
Mascherpa, Kimberly Covington, Paolo Milanesi, Marco Greco e molti altri... In studio ha collaborato con la
Level42, piccola etichetta piacentina, e soprattutto con l’Auditoria Records di Antonio “Aki” Chindamo con cui
ha scritto, arrangiato e prodotto il suo primo album che si intitola “Soul Together”. Il disco è un omaggio alla
Musica Soul della Motown e non solo, contiene inoltre alcuni brani inediti scritti e arrangiati da Sarah. Nel
2014 collabora in qualità di backing vocal nel disco di Fabrizio Poggi e i Chicken Mambo “Spaghetti Juke
Joint” duettando con Fabrizio. Attiva anche in collaborazioni teatrali come cantante e attrice con la
compagnia Omicron, il Teatro Periferico di Cassano Valcuvia (portando in scena lo spettacolo "Solo Blues")
e la Cooperativa AttivaMente di Como. Dal disco “Soul Together” ha preso il via il relativo progetto live
"SoulTogether Band " attivo sulla scena musicale milanese e limitrofa, che comprende una formazione fino a
9 elementi (fiati e coristi compresi).
ROCK-BLUES
Ettore Cappelletti Trio
Colours
Questo progetto nasce dall'unione di 3 giovani e talentuosi musicisti che ritrovano le proprie radici nel la
Black Music. La volontà dei 3 è quella di offrire un progetto musicale di alta qualità presentando brani
originali, e alcuni standard del Blues e del Soul profondamente riarrangiate. La Band ha un beat molto
moderno, il sound, prettamente Blues prende forti sfumature Soul e RnB. Lo spettacolo è di grande impatto
e mette in risalto le doti creative dei tre musicisti. Il Trio, ha già partecipato a numerosi Festival Blues Italiani
e si è esibito in alcuni dei più prestigiosi Teatri e Club del territorio. Votato dai critici come “uno dei progetti
Blues moderni più interessanti del panorama artistico italiano” “ Il Giornale”, nel l’Ottobre 2013 il Trio
partecipa allo European Blues Challenge insieme ai nomi più prestigiosi del Blues italiano. Nel dicembre
2013 il Trio produce il suo primo album “Colours”, album composto per intero di soli brani originali,
realizzato con una scrupolosa ricerca dei suoni. Il disco propone i diversi sapori del Blues tradizionale e del
Soul più moderno offrendo sempre un sound molto coerente in linea con l’animo creativo dei tre musicisti.
Alessandro
Battistini
La rosa
tatuta
paolo bonfanti
DISTRIBUZIONE:
www.clubdemusique.com
IRD International Record Distribution
www.ird.it • fb: www.ird.it/mipiace.htm
S P E C I A L E
G R E G
B R O W N
Greg
Brown
La Voce
del Midwest
Qualcuno una volta ha detto che
con la voce che si ritrova Greg
Brown potrebbe leggere anche la
rubrica telefonica e potremmo
stare ad ascoltarlo per ore. Una
voce calda, profonda, sensuale e
un songbook di canzoni meravigliose che lo hanno reso uno dei più
grandi storyteller del Midwest di
sempre, insieme a John Prine e
Bob Dylan. Originario dell’Iowa,
Greg Brown è sulle scene da
quarant’anni e ha realizzato più di
trenta dischi, quasi tutti per la Red
House Records, che lui stesso
fondò nel 1983 insieme a Bob
Feldman. Noi della IRD abbiamo
un lungo rapporto di distribuzione
in esclusiva con la Red House e per
scrivere questo approfondimento
su Greg Brown in occasione del
suo imminente tour Italiano mi
sono addentrato tra gli scaffali del
nostro magazzino fino a raggiungere l’ampia sezione dedicata
all’etichetta dell’Iowa. È stato
emozionante far riemergere perle
straordinarie e ripercorrere la sua
lunga carriera a cominciare da
44&66 (1980) e Iowa Waltz (1981),
ristampato e rimasterizzato di
recente dalla Red House. Un
contrabbasso a tenere il tempo e
le chitarre acustiche che si
incrociano col mandolino e
l’armonica di Dave Moore e a volte
una voce femminile sullo sfondo
come in Ring Around the Moon.
People Hide Their Love è jazzata
intorno al suono di un clarinetto e
ci riporta al primo Tom Waits. Greg
Brown mostra fin da subito di
sapersi muovere con disinvoltura
attraverso diversi generi musicali.
La matrice è folk, ma ci sono anche
tanto blues, jazz, country e una
costante evoluzione dal mondo
rurale a quello urbano che avrà il
suo apice nello spendido album
11
Covenant (2000). One More
Goodnight Kiss (1988) si apre con
l’omonima ballad sulle note del
pianoforte di Radoslav Lorkvovic,
musicista che abbiamo apprezzato
sia dal vivo in Italia sia nei dischi di
grandi songwriters come Richard
Shindell e Jimmy LaFave. Questo
album contiene canzoni destinate
a diventare classici come I say a
little prayer, Canned Goods e la
struggente Our Little Town. L’anno
successivo viene alla luce One Big
Town. La piccola città di
campagna si fa grande, si
espande. Si alzano grattacieli e
insegne luminose, il clarino viene
sostituito dal sax, c’è una batteria
a tenere il tempo e la chitarra
acustica lascia spazio all’elettrica.
Fa il suo ingresso Bo Ramsey, che
porterà un contributo fondamentale alla musica di Greg Brown e il
cui suono vedremo maturare di
album in album fino a raggiungere
uno stile così personale da catturare l’attenzione di personaggi come
Lucinda Williams e Mark Knopfler.
Lucinda lo vuole su Essence, uno
dei suoi dischi più belli, e bastano
due note di chitarra per accorgersi
chi la stia suonando, così come
per Ghost Repeater di Jeffrey
Foucault di cui Bo è anche produttore. Down in there (1990) è un
capolavoro e completa questo
viaggio esistenziale dell’artista. Le
chitarre acustiche ritrovano spazio,
Radoslav apre il mantice della
fisarmonica e Bo ricama note con
la sua elettrica. “Down in there è
una strada di fango, erbacce e
macchie di cedro rosso nei fossati,
spugnole in primavera, cervi e
tacchini selvatici… di tanto in tanto
vedo ancora una giovane coppia
con due o tre figli nel loro pick up
lasciare la città e rifugiarsi tra le
colline”. Questo album è un
S P E C I A L E
tributo alla sua terra, alle sue
radici, con la consapevolezza del
cambiamento. Brown cita Hank
Williams e sua nonna che scriveva
poesie e gli faceva imparare vecchi
traditionals irlandesi. Sua madre
suonava la chitarra elettrica, suo
nonno il banjo e il padre era un
predicatore. Greg è cresciuto
circondato dai libri e dalla musica.
Gospel, inni, musica classica,
hillibilly, il primo rock’n’roll, il
country e il blues, tutti cucinati a
fuoco lento… La canzone manifesto del disco è Worrisome years con
un fiddle sugli scudi e lo splendido
controcanto di Shawn Colvin. Sono
anni molto ispirati e nel 1992 firma
un altro capolavoro: Dream Cafè
che contiene canzoni come The
Sleeper, I Don’t Know That Guy,
Spring Wind, Nice When It Rain,
Laughing River. The Poet Game
(1994) è un altro gioellino a partire
dalla bluesy Boomtown. La title
track The Poet Game è un valzer
suntuoso, Lately sembra costruita
per mettere in evidenza l’insuperabile voce di Greg Brown e la
languida chitarra di Bo Ramsey e
Driftless è una emozionante
preghiera personale. Further In
(1996) è uno dei suoi dischi più
belli, con un suono pieno dove alle
chitarre, oltre al fido Bo Ramsey,
troviamo anche Kelley Joe Phelps.
E poi ci sono brani indimenticabili
come Small Dark Movie, Two Little
Feat, China, If You Don’t Get It At
Home, Not High e soprattutto
Where is Maria i cui versi iniziali
valgono tutto il disco: “c'è una
camicia sudata gettata su una
sedia / una vecchia foto di Anna
Magnani in biancheria intima / c'è
un vecchio cane che abbaia alla
luna nuova / e un cartello ad ogni
finestra che dice torniamo presto”.
30/1
31/1
1/2
2/2
G R E G
B R O W N
Solo un anno più tardo esce Slant
6 Mind che prosegue il sodalizio
col tandem Ramsey / Phelps. Il
suono si fa ancora più rurale,
fangoso, le chitarre di questi due
fuoriclasse giocano con l’armonica
di Dave Moore intorno alla voce di
Greg e il disco viene candidato ai
Grammy oltre a ricevere quattro
stelle dal magazine Rolling Stone.
Nel 2000 Covenant viene accolto
come “miglior album di folk
contemporaneo”. La produzione è
affidata a Bo Ramsey che trova la
formula perfetta per bilanciare
elettrico e acustico, chiaro e scuro
e costruire un tappeto sonoro che
avvolge la voce di Greg che arriva
dritta al cuore degli ascoltatori. Un
disco semplice e potente, con
canzoni di spessore come ‘Cept
You & Me Babe, la visionaria
Rexroth’s Daughter, ripresa anche
da Joan Baez in uno dei suoi dischi
più belli, la metropolitana Real
Gone Friend, Waiting on you,
Lullaby, la sensuale Blue Car,
Walking Daddy, dove è impossibile
non lasciarsi andare a tenere il
tempo con il piede fin dal suo
incipit. Covenant è un disco fondamentale e a chi non conoscesse
Greg Brown suggeriremmo di
cominciare proprio da qui. Seguiranno altri dischi di altissimo livello
come Milk of the Moon (2002),
The Evening Call (2006) e perfino
un tributo tutto al femminile con
Lucinda Williams, Ani DiFranco,
Gillian Welch e la sua attuale
moglie Iris DeMent, intitolato
Going Driftless (2002). Lasciatevi
innamorare di questo songwriter e
della sua voce inconfondibile. Vi
aspettiamo ai suoi concerti in Italia
e vi ricordiamo che quasi tutti i
dischi di Greg Brown sono disponibili nel catalogo di IRD.
an
Italiur
To
TORINO - FOLK CLUB
CILIEGIO
MONTEROTONDO MARITTIMO (GR) - TEATRO DEL
LUGAGNANO DI SONA (VR) - IL GIARDINO
CANTU’ (CO) - 1e35 CIRCA
12
S P E C I A L E
P H I L O L O G Y
Il Sax Avventuroso di
Lee Konitz
Quando il produttore Paolo Piangiarelli ideò nel 1987 la sua creatura, le impresse nel
marchio il nome di uno dei suoi grandi amori musicali, Phil Woods. Ma nel
vastissimo catalogo della Philology ha trovato subito ampio spazio anche un altro fuoriclasse del sax alto: Lee
Konitz. Autorevole esponente del cool jazz, allievo di Lennie Tristano che fu maître a penser di quella importante
corrente stilistica, Lee Konitz (classe 1927) ha esplorato nell’arco della sua lunghissima carriera molteplici aree
dell’espressività jazzistica, sospinto da quello spirito di avventura che mai lo ha abbandonato. In particolare, ha
indagato innumerevoli volte lo stimolante terreno del dialogo a due voci strumentali, come attesta anche la sua
ampia produzione per la stessa Philology.
Lee Konitz, Enrico Pieranunzi
Uno dei primi titoli della Philology, registrato nel dicembre 1988 come
Blew (Philology W 26-2), album che vedeva in campo Lee Konitz con lo
Space Jazz Trio di Enrico Pieranunzi. In Solitudes, invece, il sassofonista
americano e il pianista romano dialogano ad armi pari sullo sfondo di
una copiosa manciata di standard (ad eccezione dell’omaggio a Chet
Baker, all’epoca scomparso da poco). Immancabile in scaletta il brano di
Duke Ellington che ha ispirato il titolo dell’album: una delle tante
gemme di un disco dedicato da Pieranunzi a suo padre, “che quando
ero bambino mi ha nutrito con brani come quelli qui contenuti e che mi
ha insegnato, attraverso essi, ad amare la tradizione del jazz”.
How High the Moon
Embraceable You
When I Fall in Love
I Should Care
The Shadow of your Smile
Autumn Leaves
Don’t Blame Me
Solitude
My Old Flame
The Touch of your Lips
Chet
It Might as Well be Spring
My Old Flame (II)
Don’t Blame Me (II)
Don’t Blame Me (III)
Lee Konitz, Franco D’Andrea
T
TRACKLIS
JAZZ
Solitudes
12 Gershwin in 12 Keys
JAZZ
Registrato dal vivo pochi giorni dopo il duetto con Enrico Pieranunzi, 12
Gershwin in 12 Keys evidenzia nel titolo i suoi sorprendenti contenuti:
12 composizioni di George Gershwin suonate in altrettante tonalità.
Una sorta di sfida decisa al tavolo di un ristorante un’ora prima
dell’inizio del concerto tenuto il 12 dicembre 1988 al Teatro Astra di
Vicenza. Una performance memorabile, e per questo motivo
documentata su disco. Sempre per la Philology, Lee Konitz e Franco
D’Andrea si ritroveranno anni dopo (in uno studio milanese) per
affrontare il songbook di Richard Rodgers, firmando con Inside Rodgers
(W 153.2) un altro importante capitolo della loro collaborazione.
Lee Konitz, Stefano Battaglia
Italian Ballads Vol. 1: Parlami d’amore Mariù
JAZZ
Non solo standard americani: anche le melodie di casa nostra hanno
affascinato Lee Konitz, uno che sa far cantare il proprio strumento come
pochi altri. Con al suo fianco un pianista di notevole profondità come
Stefano Battaglia, Konitz interpreta nell’occasione brani che hanno fatto
la storia della “musica leggera” italiana. Nell’album ci sono canzoni che
fanno parte dell’album dei ricordi di tutti noi, restituite dai due jazzmen
in una nuova, seducente veste. In “Prologue” ed “Epilogue” il
sassofonista introduce e riassume in completa solitudine il tema di
questa bella incisione. E, in una sorta di appendice, Battaglia si cimenta
con “Arrivederci” di Umberto Bindi. Registrazione del 1993.
13
T
TRACKLIS
The Man I Love
Fashinating Rhythm
Our Love is Here to Stay
‘S Wonderful
Lady Be Good
A Foggy Day
But Not For Me
Someone to Watch Over Me
Summertime
Love Walked In
Embraceable You
I Got Rhythm
T
TRACKLIS
Prologue
Le Tue Mani
Io E Te da Soli
Parlami d'Amore Mariu'
O Sole Mio
Tornerai
Mi Sono Innamorato Di Te
Ti Voglio Tanto Bene
Ma l'Amore No
Il Poeta
Mai
Non Dimenticar
Il Tuo Amore
Epilogue
Arrivederci
S P E C I A L E
P H I L O L O G Y
Lee Konitz
JAZZ
Tender Lee - For Chet
Lee Konitz dal vivo al club La Palma di Roma, da due concerti in ricordo
di Chet Baker tenuti il 5 e il 6 dicembre 1998, con Stefano Bollani al
pianoforte, Pietro Ciancaglini al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla
batteria. Un Konitz particolarmente lirico, persino struggente, proprio
in memoria del vecchio amico, tragicamente scomparso dieci anni
prima. Bollani non era ancora la star di oggi, ma già accompagnatore e
solista maturo, capace di dialogare allo stesso livello con l’illustre
jazzman d’oltre oceano: si ascolti, in proposito, “My Funny Valentine”,
suonata in larga parte dal sassofonista e dal pianista senza il sostegno
dei due ritmi.
Lee Konitz
JAZZ
Self Portrait
Un’altra impresa da incorniciare. Un autoritratto dal significato particolare:
Self Portrait è stato infatti registrato e pubblicato nel 1997, in
concomitanza con il settantesimo compleanno del suo artefice. Lee Konitz
si era cimentato con la solo performance nel 1974 (Lone Lee, su
SteepleChase, distribuzione italiana IRD), ma nel caso di questo disco è
andato molto oltre: qui, il sassofonista dialoga con se stesso moltiplicando
la propria voce strumentale due, tre, quattro volte. Emblematica è, in tal
senso, la ripresa da parte di Konitz della sua più celebre composizione,
“Subconscious Lee”, suonata appunto prima one line e poi, via via, fino a
four lines. Un disco che non è esagerato definire un capolavoro.
Phil Woods, Lee Konitz
JAZZ
Phil & Lee: Two Brothers In Three Flats
Phil Woods e Lee Konitz magnificamente insieme nell’ultimo dei
quattro CD registrati dal vivo nel 2003 a Umbria Jazz: i brani raccolti
presentano diverse combinazioni, inclusi intensi duetti fra questi due
maestri del sax alto. In “My Old Flame” Woods siede al pianoforte, cosa
che Konitz fa a sua volta in “Free With Phil & Lee”. In “Everything
Happens To Me” Konitz è coadiuvato da Stefano Bollani, mentre in “In
Walked Bud” di Thelonious Monk sono di scena Woods e Franco
D’Andrea. “I Remember You” vede in azione il solo Konitz, che passa il
testimone al collega di strumento in “Cherokee”. Un disco che mette a
confronto due fra le più grandi scuole sassofonistiche del jazz.
T
TRACKLIS
Blues for Chet
My Funny Valentine
Just Friends
It Could Happen to You
But Not for Me
What's New?
I'll Remember April
T
TRACKLIS
Kary's Trance
Dearly Beloved
The Song Is You
Self Portrait in Blues
Subconscious Lee
The Way You Look Tonight
Riffin'
With Every Breath I Take
Cherokee
Back and Forth
T
TRACKLIS
Alone Together
Just Friends
My Old Flame
Alone Together
Scattin' With Phil & Lee
I Remember You
Cherokee
Everything Happens to Me
In Walked Bud
Donna Lee
Free With Phil & Lee
Lee Konitz, Claudio Fasoli
JAZZ
Infant Eyes (The Music of Wayne Shorter)
L’idea di questo lavoro sulla musica di Wayne Shorter, uno dei massimi
compositori del jazz di tutti i tempi, spetta a Claudio Fasoli, grande
estimatore dell’illustre collega di strumento, nonché dello stesso
Konitz. Fasoli (al sax tenore e al soprano) e lo storico contraltista si sono
ritrovati tra le mura di uno di registrazione milanese nel pomeriggio
dell’11 novembre 2006; con loro c’erano Paolo Birro (pianoforte), Ares
Tavolazzi (contrabbasso) e Stefano Bagnoli (batteria). La scaletta del CD
propone alcuni dei brani più noti e belli di Shorter: menzione speciale
meritano “Footprints” e “Nefertiti”, concepiti dal musicista di Newark
all’epoca della sua fortunata partnership con Miles Davis.
T
TRACKLIS
Infant Eyes
Black Nile
Nefertiti
Footprints
Wild Flower
Virgo
ESP
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R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
Augie Meyers
ROCK
Santa Fe
Sulla scena sin dagli anni sessanta, quando faceva parte del Sir Douglas
Quintet. Ha inciso quasi venti dischi a suo nome ed ha suonato con
tantissimi musicisti di valore, da Dylan a Waits, per nominarne alcuni.
Questo suo nuovo lavoro, tra rock, country e musica messicana,
raccoglie una serie di canzoni scritte tra il 1981 ed il 2007, ma messe su
disco solo ora. Bentornato Augie.
T
TRACKLIS
Santa Fe
Something's Wrong
Crazy Heart
Borrow Me Some Money
Dreaming On
Counting Drops of Rain
Came Into My Life
God Gave You to Me
Never Thought I'd Ever
Fall in Love Again
Joints Really Jumping
I Did, You Did
Maurizio D’Alessandro
e Massimiliano Caporale
JAZZ
America in Bianco e Nero
Il filo rosso che sottende il progetto di questo cd è un ideale quanto concreto tributo di compositori bianchi
americani all’anima e alla cultura musicale dei neri, ispirati i primi da stilemi musicali di quest’ultimi. Sarebbe
impensabile del resto eludere il fatto che la cultura musicale americana si sia formata nel corso del XX secolo
sulla base di istanze sociali a volte drammatiche che proprio nella musica hanno trovato il conio di altre
espressività. Il programma del quale fa parte questo cd è alquanto esplicativo di questa tradizione della
musica americana comprendendo un arco di tempo che va dalla Rhapsody in blue di Gershwin ai brani di Mike
Garson. Il cd si pregia poi del prezioso contributo di un grande musicista quale Enrico Pieranunzi. Feat.
Maurizio D’alessandro (clarinetto), Massimiliano Caporale (piano), Guest: Massimo Di Rocco (batteria),
Roberto Della Vecchia (contrabbasso), + un quintetto d’archi.
Kalascima
TA R A N TA
Psychedelic Trance Tarantella
Rompere gli schemi, far entrare nelle trame della musica popolare salentina una ventata elettronica e visionaria,
declinare al contemporaneo (con uno sguardo sul futuro) una storia di lotte, di terra, di passioni, di danze
frenetiche. Facendo entrare in una connessione vibrante, come mai era successo sino a ora, le radici e la
tecnologia. Il risultato è “Psychedelic Trance Tarantella”, come recita il titolo del nuovo disco dei Kalàscima,
un’opera le cui passioni, la voglia instancabile di esplorare sono ben sintetizzati dall’immagine di copertina. Un
tamburo digitale collegato direttamente a un amplificatore che esalta, manipola, distorce la tradizione. Un
“tradimento”, quello realizzato dai Kalàscima che finalmente porta la musica popolare salentina fuori dal pantano
del revival e delle ballate nell’aia, lontano da una asettica cartolina turistica che ha trasformato in stereotipo un
territorio e l’energia del suo passato. “Psychedelic Trance Tarantella” è un disco che sperimenta un linguaggio
universale dove la “tradizione” è filo sottile, labile, che unisce una molteplicità di significati che arrivano da tante
fonti diverse. Come diverse, infinite, sono le suggestioni che quotidianamente cercano di sedurci. Ecco, i Kalàscima
hanno pensato a una raccolta di canzoni che fanno da commento sonoro al nostro bisogno di psichedelia…
AMERICANA
Rochelle Harper
15
Lilt
Primo album pubblicato a livello nazionale di Rochelle, “Lilt”, uscito da casa Moonwatcher Records.
Pieno zeppo di collaborazioni di musicisti famosi come Randall Bramblett (Steve Winwood /
Widespread Panic), Sean O'Bryan Smith (Lady Antebellum/Billy Joel), Blair Shotts (Il Roots/Rhianna),
Jeff Franzel (Shawn Colvin/Dianne Reeves) e prodotto dall’acclamato chitarrista/produttore Joe
Taylor, questo album promette di offrire al resto del mondo quella carismatica e dinamica esperienza
che è Rochelle Harper. Come i suoi molti fan lungo la costa del Golfo sanno già, Rochelle tesse un
racconto nella migliore tradizione dei grandi narratori del Sud, cantando allo stesso tempo con il
fuoco e la grazia di cui è capace.
R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
Da casa Fresh Sound, una nutrita serie di ristampe di classici prodotti da labels indipendenti e majors degli anni ’50 e ’60.
Materiale rarissimo, nonché d’incredibile valore artistico, rivede la luce in cd per la gioia di collezionisti ed appassionati di tutto
il mondo. Importantissima la masterizzazione in 24 BIT.
Lars Gullin
Complete 1956 - 1960 Studio Recordings
JAZZ
(Portrait of the Legendary Baritone Saxophonist)
Splendido box 4 cd 24 bit digital remastered, con libretto 36 pagine. Favoloso complete per il più grande
musicista svedese della storia e non solo, uno dei migliori baritonisti al mondo. Feat. Sweden’s Top Jazzmen.
4 cd.
Mose Allison
JAZZ
Complete Prestige Recordings 1957 - 1959
Box 3 cd, tutti i 65 brani inclusi nei sei album usciti per la Prestige con splendido libretto di 36 pagine. Varie le
formazioni in trio. Feat: Taylor La Fargue, Frank Isola, Addison Farmer, Nick Stabulas, Ronnie Free. Box 3 cd.
Carol Sloane
JAZZ
Out Of The Blue + Live at 30th Street
2 lp in 1 cd con l’aggiunta di 4 bonus tracks per questi due album del 1961-’62. Arrangements by Bill Finegan
and Bob Brookmeyer. Feat. Nick Travis, Clark Terry, Bernie Leighton, Bill Finegan, Al Klink, Jim Hall, Art Davis,
George Duvivier, Walter Perkins.
Jazz Mission to Moscow
plus Soviet Jazz Themes & Jazz al Liberty
JAZZ
Top U.S. Jazzmen During The Cold War 1962 - 1963
Doppio cd con bonus track, registrazioni in studio a Hollywood e New York durante la guerra fredda. The Victor
Feldman All Stars, Nat Adderley, Harold Land, Victor Feldman, Joe Zawinul, Bob Whitlock, Frank Butler, Carmell
Jones, Herb Ellis, Bob Whitlock, Frank Butler, The Bill Crow-Phil Woods All Stars, Art Farmer, Bob Brookmeyer,
Phil Woods, Zoot Sims, Nick Brignola. 2 cd.
Harold Corbin
JAZZ
Soul Brother
(The Driving New Jazz Piano of…)
Ristampa dell’album del 1961 con l’aggiunta di 2 bonus tracks. Feat. Spanky DeBrest e Eddie Campbell. Album
di debutto su Roulette che comprende il brano “Soul Sister” un singolo di successo.
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R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
Lara Puglia
JAZZ
Heart and Mind (Joni Mitchell Project)
Lara è andata a ripescare il repertorio di Joni dagli anni 60 fino agli anni 80 e altro materiale sulla sua vita, la sua
discografia. Un’artista a tutto tondo che è anche pittrice e Lara viene dal mondo delle arti visive. Un’artista che resta
fedele prima di tutto a se stessa, nel lavoro e nella vita, che non teme il cambiamento, la contaminazione, che non
teme di essere autentica con tutte le sfaccettature che questo comporta, rifiutando di avere un’unica e rassicurante
maschera da mostrare al mondo e a chi le sta vicino. Insomma un’artista che riflette tanto di lei e delle cose in cui
crede. E inoltre proprio Roberto Monti è un grande estimatore di Joni Mitchell, la reputa un’icona per i musicisti
maschi della sua generazione, un miraggio di donna che oltre la bellezza sfodera talento vocale ma soprattutto
letterario e musicale. Roberto aveva messo in piedi un duo con il chitarrista Fabio Casali, chitarra elettrica e chitarra
acustica dunque, un musicista jazz e un musicista di formazione classica con una passione per il pop. A questo
punto subentro Lara, una formazione nel teatro musicale e una fascinazione per la mescolanza tra il jazz e la
canzone d’autore. Un trio trasversale per un repertorio trasversale spalmato nell’arco di vent’anni di storia della
musica fra jazz, folk e pop. Il tutto condito da tre caratteristiche imprescindibili: groove, interplay e improvvisazione.
JAZZ
Guilherme Ribeiro
w w w. r o o t s y. n u
DISTRIBUZIONE:
IRD International Record Distribution
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Calmaria
Performer nella scena musicale come pianista, Guilherme Ribeiro ha anche suonato la fisarmonica per molti anni.
Nato a Santos-SP, pianista, tastierista, fisarmonicista e compositore si è diplomato in pianoforte classico presso il
Conservatorio Pio Xll, Universidade do Sagrado Coração in Bauru-SP e in musica jazz presso UNICAMP. Nel circuito
jazz strumentale brasiliano, Guilherme Ribeiro si è esibito al fianco di Bob Waytt, Robertinho Silva, Nenê, Carlos
Malta, Scape Big Band Jazz, Paulo Moura, Raul de Souza, e ha anche suonato con artisti come Roberto Menescal,
Vanessa da Mata, Fabiana Cozza, Dominguinhos, Maria Alcina, Moraes Moreira, Tom Zé, Luiz Melodia, Marcos
Valle, João Bosco, Dona Ivone Lara, Mariana Aydar. Come membro della band di CEUS e del trio dell'armonicista
Gabriel Grossi, ha preso parte a tour come Circular BR Instrumental e in festival come Montreal Jazz Festival in
Canada, Mare del Nord Jazz Festival in Olanda, JVC Jazz Festival a Parigi, Francia, Sfinks in Belgio e Coachella negli
Stati Uniti. Ad oggi, come istruttore di musica, insegna pianoforte, contrappunto e jazz performance presso
l'International University Souza Lima & Berklee e fisarmonica presso EMESP Tom Jobim, entrambe le scuole di
musica si trovano nella città di São Paulo-Brasile. Feat. Michi Ruzitschka (acoustic guitar), Sidiel Vieira (bass),
Pedro Ito (drums), Rubinho Antunes (trumpet), Gabriel Grossi (harmonica).
S P E C I A L E
V O N
F R E E M A N
Von Freeman
una leggenda del sax tenore
Von Freeman: una autentica leggenda del sassofono da riscoprire, grazie alla rinnovata disponibilità per l’Italia di
alcuni suoi titoli pubblicati dalla Premonition. Nato a Chicago nel 1923 e scomparso quasi novantenne nel 2012,
Von Freeman è passato alla storia come uno dei maggiori esponenti della scuola tenoristica moderna della Windy
City, insieme a Gene Ammons, Johnny Griffin e Clifford Jordan. Dall’alto della sua poderosa voce strumentale e in
virtù del suo carisma, ha esercitato un’importante influenza sulle generazioni successive di jazzisti chicagoani,
inclusi gli esponenti della AACM (Association For The Advancements of Creative Musicians) e suo figlio Chico,
anch’egli sassofonista di valore.
Von Freeman
JAZZ
The Best of Von Freeman On Premonition
Box composto da 2 CD audio e un DVD. Nei due CD sono riuniti brani tratti da quattro album
registrati nell’arco del decennio 1996 - 2006, Live At The Dakota, The Improvisor, The Great Divide
e Good Forever, più tre tracce inedite. In quest’arco di tempo Von Freeman, nonostante l’avanzare
dell’età, ha mostrato una notevole vitalità creativa. Figlio della Swing Era, convertitosi al Be Bop e
poi avvicinatosi alle avanguardie degli anni Sessanta (collaborò, fra l’altro, con Sun Ra), Von
Freeman ha fatto poi tesoro di tutte queste esperienze e il risultato di questa sua sintesi espressiva
si coglie proprio nelle incisioni per la Premonition. Il DVD racchiude una lunga intervista del 2002
con lo stesso Freeman e un documentario realizzato nel 2005.
Von Freeman
JAZZ
The Great Divide
Registrato fra maggio e giugno del 2003, The Great Divide è un
omaggio a Coleman Hawkins, Lester Young e Charlie Parker, cioè i
grandi del sax che Von Freeman prese a modello nei suoi anni
formativi. Un omaggio sincero e senza mai scivolare nel nostalgico: si
ascolti, per esempio, “Never Fear Jazz Is Here”, dal titolo già di per sé
emblematico e pezzo carico di swing ma con increspature nell’assolo
di Freeman mutuate dal free. Eccellente la sezione ritmica, con Richard
Wyands al pianoforte, Jon Webber al contrabbasso e alla batteria
Jimmy Cobb, l’unico dei partecipanti alle mitiche session di Kind of
Blue di Miles Davis ancora in vita. Una grande lezione di jazz!
Von Freeman
JAZZ
The Improvisor
Altro titolo esplicativo dell’arte di Von Freeman, The Improvisor include
registrazioni live effettuate a Chicago fra il dicembre 2001 e il gennaio
dell’anno successivo. Tra i partner che si ascoltano a rotazione accanto
al sassofonista ci sono il pianista Jason Moran, all’epoca talento in via
di affermazione, il contrabbassista Mark Helias e il batterista Nasheet
Waits. L’eloquio improvvisativo di Von Freeman è ovunque fluente e
autorevole, raggiungendo elevate vette espressive in “What Is This
Thing Called Love?” di Cole Porter e in “Blue Bossa” di Kenny Dorham.
Ma anche nel resto dell’album non si può rimanere indifferenti al
calore e alla carica comunicativa che il tenore di Freeman emana.
T
TRACKLIS
You Ready?
Be My Love
Never Fear Jazz Is Here
This Is Always
Chant Time
Everybody Mellow?
Blue Pres
Disorder at the Border
Hard Hittin'
Violets for Your Furs
T
TRACKLIS
Von Intro
If I Should Lose You
Ski-Wee
What Is This Thing Called
Love?
Darn That Dream
Blue Bossa
Blues for Billie
I Like the Sunrise
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U S C I T E
Captain Beefheart
Captain Beefheart & The Magic Band
SONGWRITER
ROCK
Live From Paris 1977
Don Van Vliet è stato un musicista cantautore, artista e poeta americano, conosciuto meglio sotto il
nome di Captain Beefheart. La sua carriera musicale si è intrecciata con una ensemble di musicisti, la
Magic Band, con cui registrò ben 13 album. Famoso per la sua ampia e potente voce, Don Van Vliet
suonava anche l’armonica, il sassofono e numerosi altri strumenti a fiato. La sua musica è una miscela
di rock, blues, psichedelico d’avanguardia e composizioni sperimentali contemporanee, Beefheart era
anche conosciuto per aver esercitato un controllo quasi dittatoriale sui suoi musicisti e per i miti
inventati riguardanti la sua vita che si è spenta nel 2010 dopo aver sofferto di sclerosi multipla per
molti anni. Questo fantastico album coglie Captain Beefheart ai massimi della sua carriera musicale,
con un memorabile e potente live a Parigi nel 1977. 2 cd.
Vance Gilbert
Bad Dog Buffet
Dopo molti album, soprattutto per la storica etichetta country-folk
americana Philo, torna ad incidere per un’indipendente questo
talentuoso songwriter di colore che ha più volte, in passato, collaborato
con Ellis Paul. Questo nuovo album è caratterizzato dall’aiuto di
un’immensa lista di ospiti che include musicisti come l’arpista e cantante
Aine Minogue, le stars del bluegrass Darol Anger e Joe Walsh Jr, il
sassofonista jazz Grace Kelly, il country-rocker Roy Sludge, ed il versatile
chitarrista Kevin Barry. La verità e la caratteristica principale di questo
artista talentuoso che sfacciatamente si mostra a tutto tondo in “Bad
Dog Bufet”.
T
TRACKLIS
God Bless Everyone
Nothing From You
Out The Way We Came In
First Ring
Kiss The Bad Boys
For Evelyne
Holiday Employment
Garden In Winter
December 3rd
Unfamiliar Moon
Sweet Potato Dove
SONGWRITER
JAZZ
Apolide Feat. Adam Nussbaum
19
E’ un sodalizio di lunga data quello che unisce Gigi Sella e Beppe Calamosca, sax soprano e trombone, e che trova finalmente
coronamento in questo riuscito album, cui hanno dato un importante contributo anche il solido basso elettrico di Paolo
Scalzotto ed il fantasioso drumming di Adam Nussbaum, batterista che non ha certo bisogno di presentazioni. Il celebre
“ospite speciale” non si è però limitato a “timbrare il cartellino”, ma è sembrato sposare senza remore il progetto dei tre
musicisti vicentini, condivisione che emerge anche nelle sue brevi ma sincere note di copertina. “Apolide” si presenta come un
lavoro compatto e omogeneo, in cui il serrato dialogo fra i due fiati non può non ricordare lo storico sodalizio fra Steve Lacy
e Roswell Rudd. Come l’indimenticato Lacy, Sella è fra i pochi sassofonisti a dedicarsi in modo esclusivo al soprano, anche se
nel disco c’è un felice quanto inaspettato episodio in cui utilizza il flauto a becco, strumento legato alla musica antica e
barocca. Il brano é “Cold street”, una delle tre parentesi che sembrano un poco interrompere la compatta omogeneità del
lavoro; le altre due sono rappresentate dai brani in cui Calamosca suona l’amata fisarmonica, permeando di dolce e nostalgica
melanconia sia “l’Ambiguous ballade” di Scalzotto, che “Days of old”, delicata ballad che Nussbaum ha voluto regalare agli
amici italiani. Non è un caso che siano proprio queste due, insieme alla finale “Song for Mike”, di Calamosca, con la sua lenta
ed evocativa cadenza bandistica, non lontana dalla scrittura di Carla Bley - nella cui big band fra l’altro il trombonista ha
suonato a lungo - le uniche tre composizioni del disco non firmate da Gigi Sella, di cui ci piace ricordare almeno le articolate
“Dedicated to Gil Evans” e “One step”, con il loro incalzante incedere, così come la rarefatta e suggestiva Autunno.
Emiliano Mazzoni Cosa Ti Sciupa
Emiliano Mazzoni pubblica per Gutenberg la seconda parte del suo diario di vita, scritto nella sua casa di
Piandelagotti (Modena), sull’Appennino Emiliano, dove i rumori e la confusione della pianura vengono attutiti,
sembrando molto più lontani di quanto siano in realtà. Registrato nello studio di casa, come il precedente
(ma con missaggio, masterizzazione ed editing stavolta molto più accurati, effettuati ad un anno di distanza
in altri studi d’incisione), “Cosa Ti Sciupa” si presenta come un progetto cantautorale nella forma più
classica, ma in completa libertà di genere, avendo alla base l’appartenenza alla scena rock underground ed
una strizzatina d’occhio ai grandi cantori folk-rock della scena internazionale, da Tom Waits a Leonard Cohen.
Anche in questo suo secondo lavoro da leader, come il primo scarno e minimalista, voce e pianoforte sono
al centro della sua musica, ma le chitarre e la batteria, molto più presenti e “quadrate” rivelano la presenza
di un musicista dalle mani esperte qual è Luca Rossi (Üstmamò, Giovanni Lindo Ferretti). “Il titolo “Cosa Ti
Sciupa” - confessa Emiliano Mazzoni - “vuol far uscire, in una dimensione di pensiero tra sé e sé, un come
mai non ci si riesce. E’ un interrogativo senza punto di domanda, a metà strada tra una domanda ed un
rovello, di un uomo che non sa capire come mai tanta splendenza cessi di splendere sciupandosi senza che nessuno ne abbia colpa. Sciupa proprio perché basterebbe poco, ma è spesso troppo ugualmente”.
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Martino, Goglia, Iodice
JAZZ
Soul Eyes
Giulio Martino, Pietro Iodice e Gianluigi Goglia. Tre grandi espressioni dell’alto “artigianato musicale
napoletano”. Tre maestri indiscussi del jazz danno origine ad un progetto pianoless di eccezionale fattura.
Mai un cedimento, mai la sensazione che la mancanza di uno strumento armonico possa rivelarsi un deficit.
Al contrario l’enorme sorpresa di un lavoro godibilissimo, dove l’estro lirico del sassofono di Martino trova
un fertile ed inesauribile punto di riferimento sia nel superlativo drumming, mai scontato, di Iodice, sia nel
puntuale lavoro svolto dal giovane Goglia al basso che crea un sostegno non solo ritmico ma anche e
compiutamente armonico: Goglia suona tessendo sia linee d’accompagnamento di elegante precisione che
armonizzazioni che rimandano ai maestri indiscussi dello strumento. Un trio originale, di forte impatto, di
grande fantasia e che si segnala per originalità fra I progetti apparsi sulla scena negli ultimi anni. Un
repertorio che oscilla tra riletture di standards (da Monk a Van Heusen, da Strayhorn a Waldrom) e brani
originali di ottima fattura. Un sound piuttosto unico grazie alla singolarità dell’impianto strumentale (basso,
batteria e sax) ma anche e soprattutto alla idea dei musicisti che hanno saputo creare un progetto di qualità
e intensa matrice espressiva.
Caterina Valente
& Chet Baker
JAZZ
I’ll Remember April
25 brani anni ’50 registrati in Germania dove la voce di Caterina Valente si combina con la tromba
di Chet. Comprende una bonus track finale “Arrivederci”. Digipack edition.
Chet Baker
JAZZ
Crystal Bells
Un incontro al vertice tra Chet Baker, di cui conosciamo bene i suoni leggendari e il lirismo vellutato,
Philip Catherine, che suona con tutto il calore e l'originalità del suo stile morbido e deciso, e
Jean-Louis Rassinfosse, al contrabbasso, la cui risonanza ancora delicata completa la magia di
questa registrazione. A maggior ragione ora che Chet ci ha lasciato, questa registrazione ci aiuterà
a vivere anche senza la sua sublime presenza fisica. Questo CD ci permette di ritrovare un Chet in
buona forma, di buon umore, accompagnato da ottimi artisti. Ai primi versi di “Crystal Bells” si
rimane colpiti dalle dolci note di Baker che galleggiano sopra la chitarra suonata da Philip Catherine.
Chet offre una delle sue migliori interpretazioni in “Lament” un calssico di JJ Johnson. Del 1983.
Chet Baker
JAZZ
Italian Movies
Originariamente uscito in un singolo album per la Liuto Records nel 1988, questo triplo album
raccoglie le colonne sonore composte da Piero Umiliani e con Chet Baker come tromba solista e con
l’orchestra. I due si conobbero alla fine degli anni ’50, collaborando alla colonna sonora del film “I
Soliti Ignoti”. Questo triplo box non è proprio una raccolta dei lavori del leggendario trombettista ma
più che altro una serie di colonne sonore del grande compositore Piero Umiliani tra il 1958 ed il
1964. Rispetto all’album originale il box contiene ben 28 tracce in più che sarà la gioia di tutti i fans.
3 cd.
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Frank Kimbrough
JAZZ
Quartet
Con questo nuovo album “Quartet”, Kimbrough dimostra appieno tutta la
sua maturità di un musicista esperto, assimilando pienamente le
influenze di Paul Bley, Andrew Hill e Shirley Horn…, in grado di
esprimersi organicamente nel suo ormai inconfondibile “voce
strumentale”. Feat. Jay Anderson (basso), Steve Wilson (sax) ed il
batterista Lewis Nash.
T
TRACKLIS
The Call
Blue Smoke
November
Kudzu
Trouble Man
Herbivore
Ode
Beginning
Afternoon in Paris
It Never Entered My Mind
The Comet
ROCK
Nothing But The Wind
Giungono finalmente al disco d’esordio i The Comet, band monzese attiva dal 2007 e in cui militano
figure di primo piano della scena underground milanese dei primi anni 90, e arrivano con un suono
personale che trasfigura la tradizione del garage e del paisley underground recuperando,
soprattutto nei concerti, l'energia del punk e la new wave. Otto brani inediti e una cover (di Patty
Smith) che, con squarci di luce desertica e cavalcate di chitarre lisergiche dal sapore americanissimo,
ridonano nuova linfa ad un genere che in Italia ha sempre avuto tantissimi estimatori, ma ben pochi
interpreti. Le liriche introverse tradiscono un senso generale di solitudine metafisica e tensione
drammatica. Il songwriting è libero tanto di attingere al rock classico quanto di proseguire la
sperimentazione di un suono d’insieme ormai maturo e consapevole delle proprie nobili radici.
Maurizio Marrani
JAZZ
Solo in Oslo
Il piano solo di Maurizio Marrani un viaggio solitario nelle sfere più remote del proprio immaginario,
nei luoghi più nascosti della memoria e dei sentimenti. Un viaggio che passa attraverso la
rievocazione di temi noti, riproposti e riarrangiati dopo che sono stati decantati e filtrati dalla
personalità del pianista. È il caso del disneyano “Some Day My Prince Will Come”, o dello standard
“Beautitul Love”, dei coltraniani “Naima” e “Giant Steps”, o del capolavoro di J.Pastorius “Havona”.
Un viaggio che segue i sentieri di composizioni originali come “Moskov-Vladivostok” dedicato alla
celeberrima linea ferroviaria transiberiana, o “Preludio” e “San Jose”. Il progetto, pianificato e
realizzato nei minimi particolari dal pianista in completa autonomia, ha avuto bisogno di alcuni mesi
di preparazione ed è stato successivamente sposato e prodotto dall'etichetta “Pagina 3”. Molto
significativa è stata la scelta di registrare in uno degli studi più prestigiosi del mondo, il Rainbow
studio di Jan Erik Kongshaug ad Oslo, che garantisce una qualità acustica di livello assoluto.
Billy Cobham
JAZZ
The Best of Drum’n’Voice
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Da casa Nicolosi presentiamo la raccolta di questo popolare batterista jazz che ci offre il meglio di
questo progetto jazz basato su voci e percussioni. Un personaggio straordinario che continua a
rappresentare un punto di riferimento continuo per i cultori della batteria tanto in ambito jazz che nei
generi di fusione. Una delle sue prove più riuscite ed apprezzabili nella dimensione jazz-fusion, non
senza gradevoli contaminazioni pop-world, com suggerisce il titolo. ricco di ospiti illustri quali: Chaka
Khan, Gino Vannelli, John Scofield, Alex Acuna, George Duke, Bob Mintzer, Novecento, Alex Acuna, e
Brian Auger. 2 CD.
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Nicola Andrioli
JAZZ
Les Montgolfières
Pianista e compositore brindisino è accompagnato in questo nuovo album da un quartetto d’archi classico
(Lucille Buffet e Julien Rommelaere al violino, Faycal Cheboub, viola, Benedicte Legrand, violoncello) e da un
quartetto jazz: Nicola Andrioli (piano), Fabrizia Barresi (voci), Matteo Pastorino (clarinetto), Hendrik
Vanattenhoven (contrabbasso). Gli otto musicisti danno corpo al profondo desiderio di fare insieme musica
classica, musica contemporanea e musica jazz , una sola musica, un solo grande flusso di felicità ed
espressione. I momenti di scrittura e quelli di improvvisazione divengono strumenti essi stessi al servizio di
un senso unitario delle sonorità. Piccoli brani di ispirazione contemporanea si alternano a composizioni più
romantiche e a momenti pianistici di calma riflessione introspettiva, passando poi a buffe improvvisazioni di
free jazz intese come giochi d’incontri fra timbri, pensieri ed identità solistiche diverse ed intimamente
dialoganti, per tornare regolarmente all’affabulazione dei testi musicati che raccontano e mettono in scena
storie e personaggi originali.
Vito Liturri Trio
JAZZ
After The Storm
Nuovo album per il pianista e compositore barese affiancato dal
contrabbasso di Marco Boccia e dalla batteria di Lello Patruno.
Influenzati dal jazz alla musica contemporanea, da Paul Bley a Wayne
Shorter, da Sun Ra al Canterbury rock, da Schönberg a Messiaen, il
nuovo album scaturisce una musica che supera le barriere tra jazz e
classico, tra sperimentazione e cura per la scrittura e gli arrangiamenti.
I dieci brani del disco, pur nella varietà delle atmosfere, possono essere
sentiti quasi come diversi movimenti di un’unica suite.
Anna Garano
JAZZ
Lessness
Feat Marc Ribot e Doug Wieselman. Chitarrista triestina ci offre un disco
scarno, in cui i silenzi spesso dicono più delle note stesse. La chitarra è
sola o al più dialoga con un altro strumento, sempre senza il supporto
confortante di una base ritmica. Nove i brani originali della
compositrice-chitarrista, due tradizionali Yddish e due Sephardic e una
rilettura di “Hashul” di John Zorn. La chitarra flamenca di Anna è
affiancata dalla tromba di Flavio Davanzo, dalle chitarre di Marc Ribot, dal
clarinetto basso di Doug Wieselman e dalla voce di Anais Tekerian.
T
TRACKLIS
Soul Dance
Deserti di verde
The dream is gone
After the storm
Solfado
Agave
In penombra
Libò
For C
Gentle Wind
T
TRACKLIS
Imagine (Si ceci cessait)
Mantos Negros I
Mantos Negros II
Mantos Negros III
Golden Wings
Dance
La Rosa Enflorece
Avre Tu Puerta Cerrada
Hashul
Il tempo delle rane
Lessness I
Lessness II
Aletis
Pack Up the Moon
Gabriel Oscar Rosati
& Brazil at Afro Project
JAZZ
Live at the Philarmonic Hall in Arad
Settimo album per l’etichetta salentina Dodicilune in quasi vent’anni dalla fondazione di questo progetto
ideato dal compositore, trombettista, trombonista, vocalist italo-brasiliano. Sul palco con Rosati i due
musicisti rumeni Lucian Ngay (sassofoni, flauto, djembé) e Dan Alex Mitrofan (chitarra synth, elettrica),
accompagnati da un trio ritmico di ungheresi specialisti nel latin Gabor Cseke (piano), Laszlo Studnitzky
(basso) e Csaba Pusztai (batteria). Il gruppo riesce a divertire e interessare sia sotto l’aspetto
jazzistico-armonico dei festival, che gli amanti del ballo e di musica più coinvolgente grazie al repertorio di
impostazione poco europea (e più americana). L’impronta è la stessa, sin dall’inizio del disco: estro,
improvvisazione e approccio sanguigno latino si alternano a sonorità raffinate, armonie moderne e poliritmie
interessanti. In quasi venti anni il progetto BraziLatAfro si è esibito in festival, rassegne e concerti dagli Stati
Uniti al Giappone, Nord Europa, Centro e Sud America.
22
Disponibile
da Febbraio
2015
Red
House
Records
Distribuzione
www.ird.it

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