VENTO DI PRIMAVERA
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VENTO DI PRIMAVERA
"LA SHOAH DEI BAMBINI" VENTO DI PRIMAVERA (Francia, Germania,Ungheria 2010, col, 115’) Regia: Rose Bosch. Con: Jean Reno, Annette Monod, Schmuel Weismann ,Sura Weismann Hugo Leverdez. Sceneggiatura: Rose Bosch Fotografia: David Ungaro Montaggio: Yann Malcor Musiche: Christian Henson Scenografia: Olivier Raoux La Francia è sotto l'occupazione tedesca. Gli ebrei vengono prima costretti a portare la stella gialla, poi vengono allontanati da ogni luogo pubblico, dal loro impiego, dalle scuole. Nel quartiere di Montmartre vivono molte famiglie ebree tra cui quella di Joseph, 10 anni. Nella notte tra il 15 e il 16 Luglio, oltre 13.000 ebrei furono arrestati a Parigi. Vennero divisi in 2 categorie: le famiglie con figli e le persone nubili. Le prime, radunate nello stadio del velodromo d’inverno, il Vel d’Hiv di Parigi. I secondi smistati nel campo di Drancy, alla periferia della capitale francese, in attesa di essere deportati ad Auschwitz. Ma un mattino Joseph e gli altri bambini vengono separati dai genitori... IL BAMBINO COL PIGIAMA A RIGHE (USA, UK 2008, col, 91’) Regia: Mark Herman Con: Asa Butterfield, David Thewlis, Vera Farmiga, Jack Scanlon, Amber Beattie, Rupert Friend, Sheila Hancock, Richard Johnson. Soggetto: John Boyne Sceneggiatura: Mark Herman Produttore: David Heyman Casa di produzione: Miramax Films, BBC Films, Heyday Films Distribuzione (Italia): Walt Disney Pictures Fotografia: Benoît Delhomme Montaggio: Michael Ellis Musiche: James Horner Scenografia: Martin Childs Berlino, anni Quaranta. Bruno è un bambino di otto anni con larghi occhi chiari e una passione sconfinata per l'avventura, che divora nei suoi romanzi e condivide coi compagni di scuola. Il padre di Bruno, ufficiale nazista, viene promosso e trasferito con la famiglia in campagna. La nuova residenza è ubicata a poca distanza da un campo di concentramento in cui si pratica l'eliminazione sistematica degli ebrei. Bruno, costretto ad una noiosa e solitaria cattività dentro il giardino della villa, trova una via di fuga per esplorare il territorio. Oltre il bosco e al di là di una barriera di filo spinato elettrificato incontra Shmuel, un bambino ebreo affamato di cibo e di affetto. Sfidando l'autorità materna e l'odio insensato indotto dal padre e dal suo tutore, Bruno intenderà (soltanto) il suo cuore e supererà le recinzioni razziali. ARRIVEDERCI RAGAZZI (Francia 1987, col, 105’) Regia: Louis Malle Con: Gaspard Manesse, Raphaël Fejtö, Francine Racette, Stanislas Carré de Malberg, Philippe Morier-Genoud. Soggetto: Louis Malle Sceneggiatura: Louis Malle Fotografia: Renato Berta Montaggio: Emmanuelle Castro Berlino, anni Quaranta. Bruno è un bambino di otto anni con larghi occhi chiari e una passione sconfinata per l'avventura, che divora nei suoi romanzi e condivide coi compagni di scuola. Il padre di Bruno, ufficiale nazista, viene promosso e trasferito con la famiglia in campagna. La nuova residenza è ubicata a poca distanza da un campo di concentramento in cui si pratica l'eliminazione sistematica degli ebrei. Bruno, costretto ad una noiosa e solitaria cattività dentro il giardino della villa, trova una via di fuga per esplorare il territorio. Oltre il bosco e al di là di una barriera di filo spinato elettrificato incontra Shmuel, un bambino ebreo affamato di cibo e di affetto. Sfidando l'autorità materna e l'odio insensato indotto dal padre e dal suo tutore, Bruno intenderà (soltanto) il suo cuore e supererà le recinzioni razziali. DOTTOR KORCZAK (Francia 1987, col, 105’) Regia: Andrzej Wajda Con: Wojciech Pszoniak, Ewa Dalkowska, Teresa Budzisz-Krzyzanowska. Sceneggiatura: Agnieszka Holland Fotografia: Robby Müller Montaggio: Ewa Smal Henryk Goldzmit (1878-1942), medico ed educatore ebreo polacco che come scrittore usò lo pseudonimo di Janusz Korczak, continua il suo lavoro di assistenza ai 200 orfanelli che gli sono stati affidati nel ghetto di Varsavia. Pur avendo avuto più di un'occasione di salvarsi, va a morire con loro nel lager di Treblinka. Difficile fare un film (o un romanzo) sul Bene, difficilissimo farlo su un santo laico. Grazie alla sceneggiatura di Agnieska Holland e all'energia interpretativa di Pszoniak (memorabile Robespierre nel Danton dello stesso regista), Wajda ci è riuscito, ritornando ai temi dei suoi film degli anni '50, alla tragedia della Shoah che aveva già raccontato in Samson (1961) e al bianconero. Qualche cedimento retorico e un epilogo poeticizzante e pleonastico sono i peccati minori di un film forte e straziante con due o tre momenti assai belli.