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SENTINELLA
SENTINELLA
La
Sentinella, quanto resta della notte?
Sentinella, quanto resta della notte?” La
sentinella risponde: «Viene il mattino,
poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!».
(Is 21,11-12)
Foglio domenicale della Parrocchia di Sant’Agata - Gallipoli - anno VIII - n° 5 - 29 gennaio 2017
Versione online sul sito della Parrocchia: www.cattedralegallipoli.it
IV Domenica del tempo ordinario
Beati i poveri in spirito
(Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si
avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti,perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni
sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
don Piero DE SANTIS
7,27).
La chiesa , in questa quarta domenica del tempo ordinario, ci chiama a meditare sulle beatitudini pronunciate da Gesù in apertura del suo «discorso della montagna» (cfr. Mt 5,1-
Abituati come siamo ad ascoltare queste parole, a
considerarle un testo poetico o un «manifesto» morale,
abbiamo purtroppo dimenticato che le beatitudini sono «linguaggio della croce» (1Cor 1,18), capace di confondere
ogni saggezza umana (cfr. 1Cor 1,19-25)! A chi considera la realtà quotidiana del nostro mondo sorge infatti spontaneo chiedersi come sia possibile proclamare beati, felici
quanti sono poveri, quanti piangono, quanti sono perseguitati.
Eppure le beatitudini sono uscite dalla bocca di Gesù
in una cultura e in una società simile alla nostra, dove vigeva
la legge della forza, dove ciò che contava era la ricchezza,
dove la violenza era a servizio del potere. Occorre dunque ribadire che, ieri come oggi, le beatitudini sono e restano scandalose; e siccome colui che le ha vissute in pienezza è proprio colui che le ha pronunciate, Gesù, il quale
per la sua narrazione di Dio è finito in croce, allora le beatitudini appartengono allo «scandalo della croce» (Gal
5,11).
Quando leggiamo queste acclamazioni non possiamo restare indifferenti: o le rigettiamo come utopiche, impossibili da realizzare, oppure dobbiamo accoglierle quale pungolo che mette in discussione la nostra fede, la nostra sequela del Signore Gesù e la nostra gioia e felicità nel
vivere il Vangelo, dunque nella nostra esistenza umana.
Sappiamo bene che la felicità deriva dall'avere un
senso nella propria vita, dal possedere un preciso orientamento, dal conoscere una ragione per cui vale la pena vivere e addirittura dare la vita.
Ebbene, le beatitudini ci indicano questa ragione e
consentono a noi cristiani di dare un senso alla vita, all'operare dell'uomo: Gesù proclama beati quanti vivono
alcuni comportamenti in grado di facilitate il cammino verso la piena comunione con Dio, comportamenti che vanno
assunti nel cuore e messi in pratica tanto nel contenuto quanto nello stile.
continua a pag. 2
Convegno Parrocchiale delle Confratenite
delle Associazione e dei Gruppi Ecclesiali
30-31gennaio e 1 febbraio 2017, ore 19.15
IL CRISTIANESIMO
Amore che accoglie
(30 gennaio: testimonianza dell’Ins. Luce Orsi,
responsabile della Casa Famiglia Don Tonino Bello in
Ugento)
Amore che crede
(31 gennaio: testimonianza di Suor Moira Stradiotti,
delle Suore di S. Marcellina)
Amore che spera
(1 febbraio: testimonianza del Dott. Aldo Cafarelli,
Responsabile medico dell’Hospice “Casa di Betania
in Tricase)
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n. 5 - 29 GENNAIO 2017 - pag. 2
La
SENTINELLA
G R A D I N I D I S A N T I TA’
«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio» (Mt 5,8)
Fa' di me, Signore un testimone di purezza così da rendere respirabile il clima morale del mio tempo.
Una purezza che abbia il vestito del corpo e dello spirito, senza infingimenti e senza alcuna opacità.
Una purezza nelle parole e nelle opere, nel lavoro e
nello studio, così da sconfiggere ed umiliare gli equivoci e le furbizie quotidiane.
Donami, Signore, la purezza degli occhi così che sappia vedere tutta la bellezza sconfinata, che a piene mani
e da grande artista hai seminato nell'universo
così da sentirmi innamorato di lei ed essere trasfigurato
in te che sei bellezza infinita, splendore del vero.
Fa' di me, o Signore, un cuore povero, capace di non
resta re prigioniero né del denaro, né di altra cosa, così
da non perdere il posto nella beatitudine del tuo Regno, che per me hai preparato.
Fa' di me, o Signore, un cuore povero, che sappia vivere con te ed avere con te quel futuro, che esiste soltanto per coloro che restano con i piedi scalzi, senza
bisaccia, senza borsa e senza bastone .
Amen.
Averardo Dini - La parola pregata
DALLA PRIMA PAGINA
Il Signore ci parla
E lo fa con l'autorevolezza di chi vive ciò che chiede
agli altri, di chi è affidabile perché fa ciò che dice!
Essere poveri nello spirito, ben prima di definire un
rapporto con i beni, significa aderire alla realtà.
Guai a pensare che la beatitudine sulla povertà riguardi solo la relazione con i beni: no, la povertà dello
spirito e la purezza di cuore indicano che uno è libero nel
cuore a tal punto da sentirsi povero ed è così povero nel
cuore da sentirsi libero di accettare la propria realtà, libero anche di accettare le umiliazioni e di sottomettersi agli
altri.
Essere capaci di piangere significa piangere non per
ragioni psicologiche o affettive, bensì versare lacrime che
sgorgano da un cuore toccato dalla propria e altrui miseria.
Assumere in profondità la mitezza significa esercitarsi a rinunciare alla violenza in ogni sua forma: spesso
infatti la peggior aggressività si cela dietro atteggiamenti
falsamente miti, dietro sorrisi carichi di un odio mortifero.
Avere fame e sete che regnino la giustizia e la verità significa desiderare che i rapporti con gli altri siano retti da
giustizia e da verità, non dai nostri sentimenti.
Praticare la misericordia e fare azioni di pace significa dimenticare il male che gli altri ci hanno fatto, sforzandoci di perdonarli. Essere perseguitati per amore di Gesù
significa avere una prova concreta che si segue davvero il
Signore della nostra vita, colui che ha detto: «Se hanno
perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15,20).
Chi si trova in queste situazioni, chi lotta per assumere questi atteggiamenti, ascoltando le parole di Gesù
può conoscere che l'azione di Dio è a suo favore e cosi
sperimentare davvero la beatitudine: una gioia profonda e
a caro prezzo, una gioia animata dalla comunione con il
Signore, una gioia che niente e nessuno potrà rapirci (cfr.
Gv 16,23).
Don Piero De Santis
SETTIMANA IN
PA R R O C C H I A
Appuntamenti
d a l 30 gennaio al 5
febbraio
Lunedì 30 Gennaio
Ore 19.30: Prove del coro nel salone del Palazzo
vescovile.
Convegno Parrocchiale delle Confraternite, delle Associazioni e dei Gruppi Ecclesiali.
Ore 19,15: Amore che accoglie – Testimonianza dell’Ins.
Luce Orsi, responsabile della Casa Famiglia “Don Tonino Bello” in Ugento;
Martedì 31 Gennaio
Ore 19,15: Amore che accoglie – Testimonianza dell’Ins.
Luce Orsi, responsabile della Casa Famiglia “Don Tonino Bello” in Ugento;
Mercoledì 1 Febbraio
Ore 19,15: Amore che spera – Testimonianza del Dott.
Aldo Cafarelli, responsabile medico dell’Hospice “Casa
di Betania” in Tricase.
Giovedì 2 Febbraio
Festa della Presentazione del Signore
Ore 18.00: canto dei Vespri nella Chiesa di S. Giuseppe.
Segue la benedizione delle candele e la processione per
la Basilica di Sant’Agata.
Ore 18.30: Celebrazione eucaristica.
Venerdì 3 Febbraio
Primo Venerdì del Mese
Ore 8.30: Esposizione eucaristica presso la Chiesa del
Monastero di S. Teresa.
Ore 12.00: Celebrazione dell’Ora Sesta e Benedizione
eucaristica.
Ore 18.30: Santa Messa in Cattedrale con la benedizione della gola nella memoria di S. Biagio.
Ore 19.30: Prove del coro in Cattedrale.
Sabato 4 Febbraio
Ore 18.00: Celebrazione dei Primi Vespri nella Solennità
di Sant’Agata.
Ore 18.30: S. Messa. Segue la processione con i simulacri
dei Santi Patroni Agata e Sebastiano per le vie del Centro Storico.
Domenica 5 Febbraio
V Domenica del Tempo Ordinario
Solennità di Sant’Agata
Ore 8.00: Celebrazione eucaristica nella Chiesa di S. Teresa
Ore 10.00 - 11.30: Celebrazione eucaristica in Cattedrale
Ore 18.00: Celebrazione dei Secondi Vespri.
Ore 18.30: Solenne Pontificale presieduto da S. Ecc.za
Rev.ma Mons. Felice Di Molfetta, vescovo emerito di
Cerignola-Ascoli Satriano.
Il nuovo sito internet della Cattedrale
www.cattedralegallipoli.it