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PENSIERI da FUERTEVENTURA 2013 Condividere con voi, cari amici di “merende”, oltre al viaggio anche i momenti di gioco è stato divertente e molto ricreativo; rotolarsi sulle dune, ritrovare vecchi giochi e scoprirne di nuovi ci ha ulteriormente uniti. Quindi ancora una volta il viaggio a piedi alla scoperta di nuovi luoghi, ma ancor di più, un viaggio alla (ri)scoperta di noi stessi per poter ripartire, alla fine, con ancora più energia e determinazione nel nostro cammino. Ancora grazie. I giorni si susseguono camminando su questa terra essenziale e dura, eppure così viva. Terra e pietre sostengono il mio passo, la sabbia lo accarezza e lo riscalda, il vento stana i miei pensieri e li disperde in cielo, dove le nuvole li accolgono ed il sole li fa sorridere. Così su una spiaggia lavica ed eterna, dove tutto da tempo è stato vissuto, il mio cuore si avvia ad uscire dal luttuoso inverno. Grazie a tutti, compagni di cammino! È stato un viaggio nei 4 elementi. Il FUOCO dei vulcani al Calderon Hondo e alla Montana Colorada, la lava del Malpaìs. L’ARIA sul crinale del Morro de la Fuente Vieja e del Morro Negro, in mezzo al vento e ai pensieri in solitaria. L’ACQUA alla sorgente Madre de Agua, nel greto del fiume, fino alla diga e all’Ermita de la Pena…l’oceano sempre presente! La TERRA, intorno a noi e sotto i nostri piedi, su e giù per le dune all’estremo dell’Istmo de la Pared. E ancora acqua, terra e aria lungo la spiaggia fino a Coféte. Ritemprata e felice, ringrazio! Ho camminato tutta la giornata in ciabatte su e giù per i monti, ho usato 3 sole paia di mutande in 7 giorni e non so come ho fatto, ho giocato a Paroliamo sulla tovaglia di un ristorante, ho ascoltato estasiato una voce che cantava “Vedrai vedrai”, ho steso panni come mai in vita mia, ho assunto droghe in forma di gallette senza mai esserne dipendente, ho vinto a bigliardino e non succedeva dall’87, ho passato un compleanno a dir poco sorprendente, ho parlato fluentemente in inglese per ore, senza averlo mai studiato, non ho fatto il bagno di mezzanotte, ma si sa…c’è sempre in agguato una congestione. Tutto questo ho fatto, e molte altre cose ancora, grazie ad un gruppo di pazzi che camminerebbero ore soltanto per vedere l’aurora. Test: Che persona sei? 1. Sei a Mykonos sulla spiaggia e il tuo partner sbava visibilmente per il vicino/la vicina di ombrellone. Cosa fai? a. Ti chiudi in te stesso/a b. Ti chiudi nella cabina con il bagnino/la bagnina c. Ti chiudi la sdraio sulle dita per attirare la sua attenzione 2. Decidi di regalare al tuo partner qualcosa per riconquistarla/o. Cosa regali? a. Un volume de l’ENEIDI b. Un CD di IVA ZANICCHI c. Una scatola di marron 3. Il tuo partner è ritornato a Mykonos da solo. Cadi nella disperazione. Cosa fai per cercare di riprenderti? a. Prenoti una visita da Daniela o da Michele b. Parti per Fuerteventura con Alessandro oppure per la Bologna-Firenze con Ilaria c. Ti fai un bagno all’alba con Roberto o ti fai di gallette con Giancarlo Maggioranza di risposte A: sei troppo timido Maggioranza di risposte B: sei troppo estroverso Maggioranza di risposte C: sei troppo avanti Lettera ai miei compagni di cammino “Tutto è già cominciato prima, la prima riga della prima pagina di ogni racconto si riferisce a qualcosa che già è accaduto fuori dal libro.” E infatti è così sempre. Ogni momento è legato ad altri, passati, e si collega a quelli futuri, per il significato che grazie a questi si disgelerà. Ogni pensiero si associa a ricordi, emozioni e sensazioni in una rete di connessioni in continuo divenire. Ci si lega a qualcuno, ci si distanzia da altri. Ci si lega ad una persona, ci si compenetra ad essa, la si perde. Ci si perde, ci si ritrova. Diversi da quelli che eravamo o pensavamo di essere e, per fortuna, diversi da quelli che saremo. O forse non necessariamente è una fortuna. Chissà… Per esempio, in questi giorni ho scoperto alcuni aspetti di me che non conoscevo, e che non mi sono piaciuti. Mi sono vista più egoista di quanto non pensavo di essere. Mi sono trovata più centrata su me stessa di quanto non immaginassi; più individualista, poco generosa. Sarà il confronto con le altre persone del gruppo che mi sono sembrate sempre più disponibili e collaborative? Sarà il momento storico della mia vita? Sarà che ho sempre dovuto dare, ascoltare, collaborare, faticare per gli altri, per il loro benessere? E allora anche prendere in considerazione me stessa è una conquista. Ma è sempre una questione di equilibri; si tratta di modulare i propri bisogni con quelli degli altri. Mica facile. Si sbaglia sempre. O dai troppo, o troppo poco…dipende dai punti di vista. Però davvero in questi giorni mi sono spesso sentita “una voce fuori dal coro”, il che, per una corista, è veramente spiacevole. Arrivavo sempre tardi, non tenevo i tempi giusti, non riuscivo a sintonizzarmi sulle “armonie” del gruppo. Ohibò, mi sono trovata stonata, calante, imprecisa, a volte afona, o peggio, fuori dalle righe. E allora che fare? “…provare e riprovare”, diceva il mio maestro, “finché non avrai imparato veramente, finché non avrai più bisogno di pensare alle note, alla posizione da tenere, e potrai godere di quello che canti, e solo allora sarai in grado di passare a chi ti ascolta delle emozioni!. Io vi ringrazio perché mi avete aiutata a conoscere una parte della mia ombra. Mi porto a casa una grande consapevolezza. Ci dovrò lavorare su. Ma questo non ha mai spaventata. Baci a tutti. DIGAMAR L’aveva giurato a se stesso. Li avrebbe presi! Tutto era cominciato qualche giorno prima. Se ne stava beatamente seduto in un bar di Corralejo, pregustandosi il piacere della prima sorsata di una Dorata ghiacciata quando, improvvisamente, un gabbiano si era schiantato tossendo e rantolando sul suo tavolino, rovesciando il boccale. Al solo ricordo, l’uomo bestemmiò. Nell’impatto, un nocciolo di susina era schizzato proprio sui suoi occhiali, scheggiandoli. I giorni seguenti erano stati particolarmente impegnativi, non tanto per il caldo e il vento, quanto perché non aveva mia trovato ecoterroristi così scaltri e al tempo stesso sadici, in tutta la sua carriera di bioinvestigatore. Era sulle tracce della banda da una settimana e ne aveva viste di tutti i colori. Il caso più complesso era stato quello dello scoiattolo impazzito sul Calderon Hondo: numerosi testimoni lo avevano visto correre e saltare senza tregua per giorni finché la povera bestia era morta di fatica. Solo l’autopsia aveva rivelato un’elevata concentrazione di guaranà e carmitina nel suo corpo. La Berta di Pena Hornadada era invece morta per una crisi ipertensiva dopo essere stata attratta da resti di cibo letteralmente imbottiti con una quantità inimmaginabile di sale. Il culmine del sadismo si era manifestato con l’upupa, nei pressi di Tiscamanita. Il becco dell’uccello era stato colorato d’oro, utilizzando un preparato che alle indagini di laboratorio era risultato contenere aloe e caviale, cui l’uccello era allergico. La quinta vittima era stato un coniglio selvatico del Malpaìs inspiegabilmente suicidatosi correndo a tutta velocità contro una roccia. Soltanto le meticolose ricerche della scientifica avevano permesso di individuare l’arma del delitto: un cappello verde con visiera con cui avevano coperto la testa dell’animale. Sulla Playa di Barlovento, proprio accanto ai resti di un cetaceo spiaggiato (un precedente delitto della banda?) aveva trovato una capra stecchita. L’unico segno anomalo era la lingua completamente viola. Si stava scervellando per capire che veleno fosse quando, all’improvviso li vide. Quello che doveva essere il capo stava riponendo un pennarello viola con cui aveva appena finito di preparare una nuova trappola: una pietra imbrattata! Gli fu improvvisamente chiaro il movente. La pupa mora stava scattando foto a raffica agli animali morti! Necrofilia!! Ormai non gli sarebbero sfuggiti. Il vecchio pulmino scassato non era sufficientemente veloce. Ormai gli era alle costole. Improvvisamente, un enorme capovaccaio si schiantò sul suo parabrezza facendogli perdere il controllo. Finì fuori strada. Nel becco dell’uccello c’era ancora il tabacco aromatizzato coi chiodi di garofano con cui lo avevano drogato. La banda gli era sfuggita. [il seguito al prossimo trekking] Test psicologico: CHE CAMMINATORE SEI 1. Trovi un catalogo di viaggi a piedi, lo sfogli e cosa pensi? a. Interessante, lo propongo ad una mia amica b. Chissà se fanno sexwalking c. Nemmeno se mi pagassero 2. L’idea ti è piaciuta, quale viaggio scegli? a. Uno dove non si sa bene dove si va a finire b. Uno dove ci siano molte/i single disponibili c. Uno dove si cammina poco, si mangia tanto e ci sono dei tratti in bus 3. Ti arriva il programma dettagliato, cosa fai? a. Lo leggo alla fine b. Bivacchi non li sopporto però costa poco c. Lo uso per prendere appunti sulla parte bianca del retro del foglio 4. Ti propongono di camminare per 10 km su una spiaggia a. Non vedo l’ora b. Mi piacerebbe che piovesse c. Magari a piedi nudi e con uno zaino pesante sulle spalle; nemmeno mi pagassero!! 5. Porti un gioco di società per passare la serata a. Paroliamo, senza regole b. Paroliamo, ma no parole come amor e maron c. Paroliamo, ma no parole come alpe e eneidi 6. Trovi il cadavere di un cetaceo sulla riva, cosa fai? a. Avviso le autorità competenti b. Faccio una foto alla carcassa da mostrare alla mia amica c. Recinto la zona e faccio pagare il biglietto 7. Trovi dei sassi lungo la strada, cosa fai? a. Ci sono dei sassi? b. Li metto in equilibrio e gli faccio le foto c. Ci scrivo sopra con chi ero indicando nome, cognome e codice fiscale 8. Ti propongono una cena autogestita il venerdì sera, cosa fai? a. È il mio giorno di digiuno b. Propongo di mangiare fuori c. E facciamoce du’ bucatini!!! 9. Ti propongono di portarti lo zaino per un tratto, cosa fai? a. Assolutamente no, anzi ci metto anche una pietra dentro e mi faccio una bella salita prima di arrivare b. Assolutamente sì c. Resisto un po’, faccio un po’ di scene ma poi lo lascio volentieri 10.Hai un pomeriggio da passare su una spiaggia meravigliosa dopo una mattinata di cammino e una notte di bivacco, cosa fai? a. Mi sbraco sulla spiaggia, ci vediamo all’happy hour b. Faccio un tuffo veloce e poi cado sul Picco della Zarza; 800 metri di dislivello c. Tuffo veloce, Picco della Zarza, happy hour, couscous con pesce, serata di meringhe klandestino, altra notte di bivacco e bagno all’alba 11.Ti propongono un’altra esperienza di viaggio di questo genere, cosa fai? a. Solo con Walden b. Mai più con Walden c. Solo se mi pagano Risultati: da 0 a 10 camminare non è per te, meglio se fai stopping davanti alla televisione da 11 a 29 ti piace camminare ma sei anche godurioso e sicuramente porti allegria nel gruppo; consigliati viaggi a due foglie in zone marine da 29 a 50 il tipico camminatore Walden; continua così ma non ti prendere troppo sul serio e fatti qualche buona birra a fine tappa 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. A5 B3 C0 A5 B3 C0 A5 B3 C0 A5 B3 C0 A5 B3 C0 A3 B5 C0 A0 B5 C3 A0 B3 C5 A5 B0 C3 A0 B5 C3 A5 B3 C0 Grazie a; Andrea, Daniela, Giancarlo, Ilaria, Michele, Roberto e Josè