Addio scuola primaria L`ACQUA CHE ARRIVA NELLE NOSTRE CASE
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Addio scuola primaria L`ACQUA CHE ARRIVA NELLE NOSTRE CASE
n i” iero in a P g i u “L aria Prim a l o o Scu gnan onti di M n. 4 09 nno 4 no 20 ☺ A Giug io agg ☺ M Redazione : via Montessori,5 - 60019 Montignano di Senigallia tel. 071 698084 L'ACQUA CHE ARRIVA NELLE Addio scuola primaria NOSTRE CASE Tra pochi giorni finirà la scuola reportage dalle sorgenti di GORGOVIVO Il 21 aprile le nostre classi quarta e quinta sono andate in visita alle sorgenti di Gorgovivo, un impianto di captazione dell'acqua che si trova a Serra San Quirico, in provincia di Ancona, all'interno del monte S.Vicino. All'arrivo ci hanno accolto due operatori di Lega Ambiente ed abbiamo iniziato il percorso scendendo verso il letto del fiume Esino, dove abbiamo visto l'acqua che usciva dalla roccia... era molto limpida. Siamo arrivati poi ad una porta stagna, una porta che non fa passare acqua quando il livello dell'Esino si alza. Da qui siamo entrati in una lunghissima galleria di 2 Km; per prima cosa abbiamo visto l'acqua che, molto velocemente, usciva verso gli impianti di distribuzione. La galleria era buia ed umida e faceva un po' impressione. Camminando sentivamo il rumore dell'acqua che scorreva sotto i nostri piedi, mentre abbiamo potuto vedere piccole stalattiti, accumuli di calcare, sospese al soffitto. Nelle gallerie scavate sotto il monte ci sono ben 13 pozzi, 5 grandi in cemento armato perché altrimenti crollerebbero, con un diametro di 4 metri ed una profondità di 9 metri, con 3 pompe, 2 in uso ed una di riserva. Altri 8 pozzi più piccoli hanno invece le pareti di roccia “nuda”, larghi 2 metri e profondi 7, con 2 pompe, una in uso ed una di riserva. In uno di questi abbiamo visto bene l'acqua uscire dalle falde sotterranee e riempire il pozzo. A noi sono piaciuti entrambi, ma di più quello piccolo perchè vedevamo veramente come la natura ci procura l'acqua e ci ha colpito. L'acqua che usciva dai pozzi era limpidissima ma, siccome erode la roccia essa ha anche qualche “sassolino” che le potenti pompe risucchiano. Ci sono così le vasche di decantazione, separate da muretti a diversi livelli; qui sul fondo rimangono i sassolini mentre l'acqua supera tranquillamente i muretti per andare nel canale principale di distribuzione. Uscendo ci siamo fermati per bere l'acqua appena uscita dai pozzi; era freschissima ma un po' diversa da quella che arriva nelle nostre case che, a volte, ha un po' sapore di cloro che viene messo per eliminare “difetti” dovuti da tubature vecchie o danneggiate. Questa visita è stata emozionante... diciamo a quelli che bevono solo acqua in bottiglia di andare a visitare Gorgovivo; al loro ritorno butteranno subito via le bottiglie, anche se piene.... L'ACQUA DI GORGOVIVO E' UNO SPETTACOLO!!! classe quinta e non trovo in me nessuna parola, neanche una sola per dire quanto mi dispiace. Mi porterò via i ricordi: corse, silenzi, risate, sguardi, bisticci e sgridate di questi cinque anni trascorsi. Sarà la fine di una primaria avventura ma l’inizio di un’emozione ancora ignota. Sarà bello affrontare un’esperienza nuova ma non sarà come portare alla maestra una rosa. Timeea ed ora,….. BUONE VACANZE! con affetto da (in rigoroso ordine alfabetico) Cristina, Elisabetta, Emanuela, Emilia, Eva, Fulvio, Marina, Paola, Patrizia, Rita, Tiziana arrivederci a settembre…. e per i più grandi Buona Fortuna! Assomigliarsi come due gocce d’acqua Pag. 2 ☺ Anno IV n.4 - maggio - giugno 2009 UN Po’ DI S TORIA NOS TRA All’inizio del IV secolo a. C., il territorio delle Marche, da Rimini a Senigallia, venne occupato dai Galli Senoni. Questo popolo si stanziò nella valle del Misa dopo aver fondato, alla foce del fiume, il porto di Sena Gallica, l’attuale Senigallia. Il centro principale fu Arcevia. Neanche cento anni dopo però, i Romani nel 295 a.C. sconfissero i Galli nella battaglia di Sentinum (Sassoferrato). Da quel momento, le Marche entravano nell’orbita Romana. Il territorio conquistato fu dichiarato “Ager Publicus” e assegnato, per sorteggio, ai soldati Romani e, dal 283 a.C., anche ai contadini. La presenza dei romani determino importanti modificazioni strutturali del territorio marchigiano. Le città, dette “municipia “ assunsero la forma tipica delle città romane; erano quadrate e il loro centro era costituito dall’incrocio di due strade, che si chiamavano il “cardo” e il “decumano” e dividevano le città in quattro parti dette quartieri. Molte città marchigiane conservano ancora la struttura urbanistica di impronta romana, anche se fortemente modificate con il passare dei secoli: Ascoli Piceno, Fermo, Ancona, Osimo, Pesaro, Urbino, Fano. Tra i monumenti romani rimasti all’interno delle città i più famosi sono: l’arco di Augusto a Fano, l’arco di Traiano nel porto di Ancona e la porta Gemina di Ascoli Piceno. Le Marche sono attraversate da due “gloriose”, ancora oggi vitali, strade romane: la Flaminia e la Salaria. La “pax romana” durò sul territorio marchigiano, per oltre trecento anni. “INCONTRO RAVVICINATO” CON IL PASSATO Studiare la storia degli antichi romani, sul libro di testo, è stato sicuramente interessante per noi; ma vedere da vicino i resti di una domus è stato entusiasmante. Questa esperienza l’abbiamo realizzata il 28 aprile 2009 insieme alle altre due classi quinte di Marzocca. La domus si trova nel parco archeologico di Castelleone di Suasa, un piccolo centro nella valle del Cesano. Prima di iniziare la visita, la guida, che ci ha accolto, ci ha fornito alcune informazioni storiche di carattere generale. I romani arrivarono nel territorio di Suasa intorno al 232a.C. la domus fu costruita nel 40a.C. ma fu ingrandita, fino ad assumere le dimensioni attuali, solo nel 120d.C. quando divenne proprietà della famiglia di Lucio Coeidio Candido, senatore romano al tempo di Claudio imperatore. Poco distante dalla domus vi sono i resti di un grande foro romano e di due necropoli. La guida ci ha anche spiegato come gli archeologi riescono a stabilire dove è giusto scavare per le loro ricerche. Praticamente, quando si scopre che in una ampia zona ci sono dei resti interessanti da riportare alla luce, viene seminata nel territorio un’ erbe medica che, dove il terreno è molle e facilmente irrigabile, crescerà molto, mentre seccherà in breve tempo se il terreno sotto è costituito da pietre, quindi dalle foto aeree è possibile avere una rudimentale piantina che servirà da guida agli archeologi per scavare nei punti giusti. Noi ascoltavamo attenti e ci guardavamo intorno meravigliati. Poi abbiamo iniziato la visita vera e propria dentro la domus. E’ stato molto interessante osservare quelle antiche pietre e pensare a quanti anni fossero passati. Abbiamo visto molte sale come se guardassimo una piantina: la “fauces”, la “taberna”i “cubiculum”, “l’lararium”, il “tablinium”dove abbiamo ammirato un mosaico bellissimo. A dire il vero di mosaici a pavimento ce n’erano diversi ognuno con il loro significato simbolico legato ad antiche leggende. La guida ci ha detto che più la domus era ricca di questi mosaici e più il suo proprietario era importante nella società romana. Terminata la “ricognizione archeologica”;siamo andati a visitare il Museo Civico di Castelleone di Suasa, situato al centro del paese. Abbiamo potuto ammirare così numerosi reperti storici ritrovati nella domus: strumenti, stoviglie, oggetti personali, insomma una grandissima ricchezza archeologica. Con piacere prima di ripartire, salutando la nostra guida gentilissima e preziosa abbiamo saputo che in quella zona le ricerche degli archeologi proseguono quindi in futuro potremo tornare per arricchire le nostre conoscenze e ricordare con nostalgia questa emozionante esperienza. classe quinta Pag. 3 LA SORGENTE DI GORGOVIVO Limpida, fresca, trasparente… così è l’acqua della sorgente, alle falde del San Vicino, attraversa il fiume Esino. Con le sue acque lo alimenta e sempre più grande lui diventa. Dopo un lungo e avventuroso viaggio, di passaggio in passaggio, dal bacino di alimentazione, l’acqua giunge alla rete di distribuzione. E così come d’incanto, Gorgovivo è un gran vanto: acqua di ottima qualità, per ogni nostra necessità. Tutti noi possiamo usarla, ma attenzione a non sprecarla! Chiudi sempre il rubinetto, utilizza il frangigetto, per ogni goccia risparmiata, la natura ti sarà grata. Limpida, fresca, trasparente… bene prezioso per ogni essere vivente. classe quarta ☺ Anno IV n.4 - maggio - giugno 2009 ESCURSIONE LUNGO IL FIUME MISA Venerdì 8 maggio le classi terza, quarta e quinta hanno effettuato un’uscita didattica lungo le sponde del fiume Misa, accompagnati da tre guide esperte in materia di flora e fauna. E’ stato scelto il “percorso anello Vallone-Vallone”, interamente pianeggiante. Il pullman ci ha condotti fino al campo sportivo del Vallone da dove, muniti di macchine fotografiche e binocoli, abbiamo incominciato “l’avventura”, risalendo il corso del fiume sulla sponda destra. Eravamo appena partiti quando, nei pressi del metanodotto, sul terreno abbiamo osservato impronte fresche di cinghiale. Inoltrandoci lungo il sentiero abbiamo potuto incontrare diverse tipologie di piante, come il salice bianco, il pioppo bianco e nero, la roverella, il sambuco, l’acacia, l’olmo. Sul terreno erbe di vario tipo: ranuncoli, euforbia, falsa ortica e farfaraccia, dalla foglia così larga che Francesco ha potuto ricavarci un cappello. Abbiamo osservato spettacolari tane scavate nel terreno da topi, istrici, tassi e volpe e scoperto tracce del passaggio di mammiferi come il capriolo. A metà passeggiata, dopo aver attraversato una traballante passerella di legno, siamo giunti alla sponda opposta del fiume, dove, all’ombra di maestosi pioppi bianchi, ci siamo rifocillati con una sana e gustosa merenda a base di pane e olio, marmellata e Nutella offerti dalla Coop. Siamo infine tornati al punto di partenza, accompagnati dal verso di vari uccelli, upupe, capinere e dal melodioso canto dell’usignolo. Eravamo un po’ stanchi e accaldati, molto soddisfatti delle conoscenze acquisite. Una volta rientrati in classe un concetto era chiaro e importante: apprezzare la natura, salvaguardarla e rispettarla. classe quarta Attenzione: rane in classe! Camilla ha portato in classe quarta dei girini, per osservare la muta da uovo a rana. Provengono da uno stagno e sono stati sistemati in una capiente vasca, si possono osservare grazie a delle lenti … sono così piccoli! I girini, per ora misurano1,5 cm. Hanno il corpo sferico, una coda ben sviluppata e branchie esterne. Diventeranno rane verdi appenniniche, dell’ordine degli “Anuri”. Le femmine adulte potranno addirittura superare i 100 mm di lunghezza. classe quarta Affogare in un bicchier d’acqua Modi di dire… sull’acqua Sentirsi come un pesce fuor d’acqua. Affogare in un bicchiere d’acqua. Assomigliarsi come due gocce d’acqua. Acqua in bocca! Essere in cattive acque. Pag. 4 ☺ Anno IV n.4 - maggio - giugno 2009 FINALMENTE E’ NATA UNA FARFALLA L’ULTIMA GITA Per ben sette mesi la crisalide di macaone è restata in classe senza mostrare nessun cambiamento. Finalmente la mattina del sedici maggio si è schiusa. Poco prima, arrivando a scuola, avevamo notato che aveva cambiato colore: era diventata di un verde più scuro. Finalmente è uscita, ma le sue ali erano accartocciate; il suo corpo era giallo, peloso, con una riga nera che percorreva tutto il corpo; le ali erano gialle con striature nere e rettangolini grigio-azzurro, accostati a macchie rosse, il bordo disegnava degli archetti delimitati da una riga nera. Non è voluta uscire subito così, dopo aver versato del succo di frutta, abbiamo sistemato la “gabbietta” con lo sportello aperto in giardino. Lunedì mattina, tornando a scuola, la “gabbietta” era vuota: restava come ricordo la sua crisalide. Arrivederci farfalla! classe quarta IL FIUME MISA scheda informativa Il fiume Misa nasce nell’Appennino Marchigiano, alle pendici di Colle Ameno (m.792 s.lm), in località S. Donnino, vicino ad Arcevia e sfocia nel mare Adriatico a Senigallia, in un porto-canale. E’ lungo 45 km; nel suo percorso attraversa diversi centri abitati come Pianello, Casine, Brugnetto, Vallone e Cannella. Il suo principale affluente è il fiume Nevola; riceve le acque dal torrente Caffarelli e da numerosi fossati. E’un fiume a carattere torrentizio: non ha una portata d’acqua regolare, è in piena nei periodi di maggiore piovosità (autunno – inverno), è in secca d’estate. FLORA: lungo la sponda del fiume Misa crescono numerose specie di alberi come pioppi (nero, bianco e cipressino), salici (rossi bianchi), querce (roverella), acacia, olmi, arbusti come il sambuco, il biancospino, la rosa selvatica. Nei prati crescono ranuncoli, senape, la farfaraccia. FAUNA: protetti dalla fitta vegetazione vivono cinghiali, tassi, istrici, volpi, caprioli, bisce, avicole, talpe, rane, raganelle e diversi tipi di uccelli come il corriere piccolo, l’usignolo, il pendolino (zorro), il martin pescatore, l’airone cenerino o bianco, il picchio, il gheppio, la cinciallegra, la rondine; il barbagianni. Pochi sono invece i pesci tra cui il barbo, la carpa, il cavedano. classe taerza Sentirsi come un pesce fuor d’acqua Il 20 maggio 2009 noi della classe quinta di Montignano, insieme alle quinte di Marzocca, siamo andati a Recanati per la gita di fine anno e siamo ritornati alle cinque del pomeriggio. Nella mattinata abbiamo conosciuto un’associazione: il WWF. All’inizio gli operatori ci hanno spiegato che oltre a salvare gli animali salvano l’ambiente, e anche noi, dai nostri errori quotidiani. Poi abbiamo visto delle immagini sugli animali dei fiumi marchigiani. Successivamente con una ragazza abbiamo parlato dell’inquinamento e dello spreco dell’acqua. La prima parte della gita è stata molto interessante, ma secondo me è stato meraviglioso visitare la casa di Giacomo Leopardi, uno dei più famosi poeti dell’ottocento. Giacomo Leopardi non usciva mai di casa perché i genitori non glielo permettevano, allora passava il tempo a leggere e a studiare e in sette anni ha letto ben 12000 libri. Secondo me la sua storia è stata molto bella ma anche triste, altrettanto le sue poesie. Questa gita sarà indimenticabile come questi cinque anni di scuola elementare. classe quinta