analisi integrata dell`ecosistema fluviale del fiume misa

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analisi integrata dell`ecosistema fluviale del fiume misa
ANALISI INTEGRATA DELL’ECOSISTEMA FLUVIALE DEL FIUME MISA
I° Convegno Italiano sulla Riqualificazione Fluviale – Sarzana 18, 19 giugno 2009
Sessione B: Strumenti e metodi per la riqualificazione fluviale
Federico Moscoloni, Mauro Mencarelli, Niki Morganti
Studio Naturalistico Diatomea, via Guercino 3 Senigallia – AN, e-mail: [email protected]
INTRODUZIONE
Superato, seppur con fatica, il mero concetto di limite, oggi è ormai ampiamente condivisa la necessità di un
approccio olistico ed integrato per lo studio e la valutazione dello stato di salute degli ecosistemi fluviali.
A livello legislativo questa esigenza è stata colta dalla Direttiva Quadro sulle Acque (Dir. 60/2000) la quale
considera lo stato ecologico degli ecosistemi acquatici attraverso le componenti biologica, idromorfologica e
chimico-fisica. La direttiva propone, inoltre, altre azioni innovative come interventi a livello di bacino
idrografico, predisposizione di Piani di Gestione sempre a livello di bacino, considerazione degli aspetti
economici legati alla risorsa idrica e, infine, partecipazione attiva da parte dei cittadini.
In sintesi un corso d’acqua può essere considerato integro quando mantiene le proprie caratteristiche
naturali.
AREA DI STUDIO
Il fiume Misa nasce presso Genga (AN) e, dopo un percorso di circa 48 km con direzione ovest-est, sfocia nel
mare Adriatico all’altezza del comune di Senigallia (AN). Le condizioni climatiche, la litologia e la morfologia
del territorio fanno sì che il corso idrico presenti un regime prevalentemente torrentizio, come, d’altra parte, la
maggior parte dei fiumi marchigiani. Il tratto terminale del fiume Misa è stato canalizzato a partire dal 1920
con la realizzazione di argini in muratura in prossimità del centro storico della città di Senigallia e in terra fino
alla confluenza fra il Misa e il Nevola in località Brugnetto di Ripe.
Fig 1: albero dei valori per l’obiettivo natura (CIRF, 2006)
MATERIALI E METODI
- FLEA
L’analisi preliminare a scala di bacino è stata eseguita attenendosi alle indicazione elaborate dal CIRF
attraverso la metodologia FLEA (FLuvial Ecosystem Assessment): sono state effettuate sia una ricerca
bibliografica sia una campagna di raccolta dati volte a definire lo stato dei diversi aspetti che caratterizzano
l’ecosistema fluviale (qualità chimico-fisica, biologica e idromorfologica). Sono stati presi in considerazione,
quindi, i dati forniti dall’ARPAM per la definizione della qualità chimico-fisica, batteriologica e della comunità
macrobentonica, la Carta Ittica della Provincia di Ancona per la comunità ittica, lo Stato dell’ambiente del
bacino del fiume Misa (Fiacchini, 1999) per la vegetazione, i dati della Protezione Civile per quanto riguarda il
regime idrologico e, infine, carte e foto aeree per gli aspetti geomorfologici.
RISULTATI
- DEFINIZIONE DELLO STATO DI RIFERIMENTO
Successivamente è stato definito lo stato di riferimento tramite lo studio delle caratteristiche riguardanti i fiumi
marchigiani, simili per tipologia al fiume oggetto di studio, e tramite anche altre tipologie di dati come, ad
esempio, i dati pluviometrici in relazione al regime idrologico; questa operazione risulta fondamentale in
quanto permette un confronto fra lo stato attuale e quello potenziale del fiume verso il quale, eventualmente,
puntare per gli interventi di riqualificazione.
- BACINO
L’analisi bibliografica e dei dati eseguita secondo i criteri del FLEA testimonia un progressivo e generale
deterioramento dello stato di salute del fiume Misa procedendo da monte a valle. A livello chimico-fisico si è
rilevata una forte presenza di fosforo e azoto (nitrico e ammoniacale) mentre è consistente anche la
concentrazione di Escherichia coli; la componente biologica (ittica, vegetale e dei macroinvertebrati) risulta,
infine, semplificata rispetto alle attese.
Fig 3. precipitazioni medie mensili (mm) nelle stazioni di
rilevamento nel bacino del fiume Misa. A fianco dei nomi dei
comuni in cui sono presenti le stazioni è stato inserito l’anno in
cui è iniziato il rilevamento
Fig 2: bacino idrografico del fiume Misa (www.autoritabacino.marche.it)
Fig 5: classi IBE nelle tre stazioni del bacino del fiume Misa per gli anni dal 2001 al 2007
Fig 4. portate medie mensili riferite al periodo
1970-1978 e agli anni 2005 e 2006
- IFF
Per quanto riguarda l’asta del fiume Misa è stata effettuata, infine, una campagna di monitoraggio,
attualmente in fase di conclusione, tramite l’utilizzo del metodo IFF (Indice di Funzionalità Fluviale), elaborato
dall’APAT e sempre ispirato ai principi della Direttiva Acque, nel duplice intento di redigere sia una mappa
riportante la zonizzazione dei vari tratti secondo il loro stato di salute, sia di valutare gli effetti degli interventi
pregressi e futuri effettuati dalla Provincia di Ancona con metodi classici rappresentati principalmente da
consistenti tagli della vegetazione.
- FIUME MISA
Lo studio in campo effettuato tramite il metodo IFF è ancora in fase di svolgimento; tuttavia è stato già
analizzato un tratto di circa 14 km, dalla foce alla confluenza del fiume Misa con l’affluente Nevola. Sono stati
individuati 16 tratti omogenei, nessuno dei quali ottiene un giudizio di funzionalità superiore al mediocre/
scadente.
CONCLUSIONI
Lo stato di salute del fiume Misa risulta alquanto compromesso soprattutto per ciò che riguarda determinati
aspetti strettamente connessi alle modalità di gestione. L’elevata concentrazione di fosforo e azoto è da
imputare a pratiche agricole intensive nei territori limitrofi e alla mancanza di una fascia di vegetazione
consistente tale da svolgere la funzione di fascia tampone. A sua volta la vegetazione non ha modo di
espandersi e svilupparsi sia a causa dei continui tagli sia a causa della mancanza di spazio vista
l’estensione delle aree agricole e di quelle urbanizzate.
L’elevata concentrazione di Escherichia coli è imputabile, invece, agli scarichi non depurati provenienti da
diversi comuni della valle del Misa.
Il forte squilibrio morfologico del fiume, innescato da interventi di rettifica e dal taglio della vegetazione, è
rappresentato principalmente da una forte e costante incisione dell’alveo che riduce la diversità ambientale
e, quindi, la disponibilità di habitat con effetti negativi sulla componente biologica e sul potere autodepurante
del corso idrico.
Fig 6: mappa di sintesi dell’Indice di Funzionalità Fluviale del fiume Misa
BIBLIOGRAFIA E FONTI INTERNET
- APAT, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, APPA (2007). I.F.F. 2007 Indice di Funzionalità Fluviale
- ARPAM, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche. Relazione sullo stato di salute dei fiumi marchigiani.
- CIRF (2006). La riqualificazione fluviale in Italia. Mazzanti Editore Mestre.
- De Paoli et al. (2006). Carta Ittica Provinciale. Provincia di Pesaro-Urbino.
- Provincia Ancona (2007). Carta Ittica Provinciale. - Provincia Ancona (2007). Carta Ittica Provinciale.
- Report 2003, primo rapporto sullo stato dell’ambiente. Comune di Senigallia, Servizio Urbanistico.
- Fiacchini D. (1999). Stato dell’ambiente del bacino del fiume Misa. Provincia di Ancona, Assessorato alla tutela
dell’ambiente.
Fig 7: lavori di sistemazione idraulica tramite taglio della
vegetazione (Foto di Mauro Mencarelli)
Fig 8: lavori di sistemazione idraulica tramite interventi di rettifica
(Foto di Mauro Mencarelli)
http://aquat1.ifas.ufl.edu/node/22
http://protezionecivile.regione.marche.it/
www.appa.provincia.tn.it
www.arpa.marche.it
www.autoritabacino.marche.it
www.cirf.org
www.comune.senigallia.an.it
www.provincia.ancona.it
www.regione.marche.it
www.valmisa.com