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838_quartino_plasmon_26lug_speciale MOSTRE 1 28/07/11 15.13 Pagina I E F R O L O G I A S P E C I A L E N INSUFFICIENZA RENALE CRONICA: QUANDO E PERCHÉ AVVIARE UNA DIETA IPOPROTEICA Giuseppe Quintaliani Coordinatore Governo Clinico della Societa’ Italiana Nefrologia (SIN) In Italia il 20 per cento della popolazione ha superato i 65 anni e l'insufficienza renale cronica (IRC) si accompagna spesso ad altre patologie in questa età. Nel complesso, si stima che un qualche danno della funzionalità renale di vario grado (stadi 1-5) colpisca un decimo della popolazione mentre la Malattia Renale Cronica (MRC), intesa come una riduzione della funzione renale inferiore a 60 mL/min per 1,73 m2 di superficie corporea, sembra interessare circa un 5% della popolazione italiana con incremento progressivo della gravità per fasce d'età (fig. 1). L'impatto del trattamento sostitutivo, dialisi o trapianto, è massiccio (fig. 2): interessando un italiano su mille (fig. 1 e fig. 2, dati 2009, Registro SIN Dialisi e Trapianto). I Il deterioramento della funzionalità renale è una delle complicanze più subdole e temibili di ipertensione e diabete, largamente diffuse in una società progressivamente piu’ anziana. Prevenire o almeno rallentare il deterioramento della funzionalità re- L'insufficienza renale cronica (IRC), uno dei problemi sanitari emergenti più frequenti nella terza età, è caratterizzata spesso da una lenta progressione che conduce alla morte renale rendendo inevitabile la terapia sostitutiva, dialisi o trapianto, con drastico peggioramento della qualità della vita dei pazienti. È quindi prioritario rallentare la progressione dell'IRC e/o posticipare la terapia sostitutiva permettendo il mantenimento di accettabili standard qualitativi per la vita dei pazienti. È necessaria perciò una diagnosi precoce per impostare un'efficace terapia conservativa che si basi su un adeguato trattamento farmacologico e nutrizionale. Fig. 1 - IRC in Italia: stadiazione secondo il GFR e prevalenza percentuale per fasce d’età Prevalenza (%) IMPERATIVO ANTICIPARE LA DIAGNOSI Abstract 70 60 50 40 30 20 10 0 60 50 40 30 20 10 0 GFR>90 GFR 60-90 50 40 30 20 10 40-59 60-69 70-79 >80 GFR 30-59 40-59 60-69 70-79 Fasce d’età >80 0 60 50 40 30 20 10 0 40-59 60-69 70-79 >80 GFR 15-29 40-59 60-69 70-79 >80 Fasce d’età DOCTOR SPECIALE – SETTEMBRE 2011 I 838_quartino_plasmon_26lug_speciale MOSTRE 1 28/07/11 15.13 Pagina II E F R O L O G I A Fig. 2 - IRC in Italia: numero totale di pazienti nei 5 stadi di gravità I A L E N C 1.060.612 1.133.757 P E 1.024.039 109.718 S 54.859 Stadio 1 Lieve Stadio 2 Lieve Stadio 3 Moderata nale, anche nei soggetti con una situazione molto compromessa, allontana nel tempo la necessità di dialisi o trapianto, contraendo in modo evidente il costo sociale e personale della malattia e avendo un impatto positivo in termini di qualità della vita dei pazienti affetti da IRC. Nella MRC aumenta di molto il rischio di complicanze, soprattutto cardiovascolari (fig. 3). Ed è noto che rischio renale e cardiovascolare, se non controllati, si potenziano a vicenda soprattutto in caso di presenza di proteinuria spesso, purtroppo, non rilevata in maniera sistematica. Nel 2008, Ciancaruso, Cattedra di Nefrologia dell'Università di Napoli “Federico II”, (GIN 2008; S-42: S54-S57) sottolineava che esiste ancora una evidente lacuna tra stime della prevalenza di malattia ed effettivo riconoscimento dei pazienti: «Solo il 29 per cento dei pazienti con malattia in stadio 4 Stadio 4 Severa Stadio 5 Terminale (Terapia sostitutiva) e 5 giunge all'osservazione del nefrologo». Anticipare la diagnosi, e consigliare una visita nefrologica, è quindi cruciale non solo per trattare adeguatamente le complicanze renali ma soprattutto per evitare altre complicanze come la non corretta somministrazione di molti farmaci (notoriamente da ridurre o da usare con cautela in molti casi di IRC) cosi’ come il ricorso ad indagini con mezzi di contrasto e alle interferenze con altre patologie sistemiche. LA CLEARANCE DELLA CREATININA Inquadrare correttamente un paziente che necessita di approfondimento nefrologico permette di anticipare gli interventi in grado di fermare o almeno rallentare la progressione di un'IRC. Le linee guida SIN del 2003 per la terapia conservativa dell'IRC (GIN 2003; S-24: S48-S60) sottolineava- Tasso di eventi c.v. standardizzato per età (per 100 persone/anno) Fig. 3 - Rapporto tra rischio di eventi c.v. e peggioramento del GFR (Nejm 2004; 351:1296) 40 30 25 21.80 20 15 11.29 5 2.11 3.65 60 45-59 0 73,108 DOCTOR SPECIALE – SETTEMBRE 2011 30-44 15-29 Stima GFR (ml/min/1.73 m2) 34,690 18,580 8,809 • Cockroft-Gault: stima clearance • MDRD 186 e MDRD 175 (derivate dallo studio “Modification of Diet in Renal Disease”): stima Filtrato Glomerulare (eGFR) • CKD-Epi (Levey et al. Ann. Intern. Med. 2009; 150: 604-12); stima eGFR È da sottolineare che tali formule possono essere poco attendibili sia in eta’ pediatrica che nei pazienti anziani. In tali casi il ricorso a correzioni metodologiche e/o a corretta raccolta urinaria potrebbe essere indispensabile. (Raccomandazioni SIN-SIBIOC e SIMEL per la valutazione del filtrato glomerulare. sito SIN-Comunicazioni; Cirillo GIN anno 26 n. 3, 2009). TERAPIA SOSTITUTIVA: COME RIDURRE I COSTI 10 Numero di eventi II 36.60 35 no la complessità comunque insita nel trattamento di questi pazienti, perché, oltre al riconoscimento precoce, è necessario individuare i soggetti con progressione più veloce, impostare la prevenzione o il trattamento delle complicanze se già presenti; infine, quando imprescindibile, la preparazione adeguata alla terapia dialitica da avviare senza dilazioni. L’inquadramento del paziente prende le mosse da misure ripetute della funzione renale, dopo valutazione clinica e di laboratorio (fig. 4). Le stesse linee guida sottolineano a questo proposito che la valutazione della funzione renale, senza raccolta urinaria nelle 24 ore (soggetta talvolta ad ampi margini di errore), può essere ottenuta basandosi sui valori di creatininemia, età, peso e sesso del paziente, integrati in formule empiriche, che si sono nel tempo sempre più raffinate, portando a una sempre maggiore sensibilità diagnostica. Queste sono: <15 3,824 Le ricadute, dal punto di vista economico, sono state ampiamente quantificate: già nel 2007, Pontoriero et al. avevano calcolato che l'impegno finanziario italiano soltanto 838_quartino_plasmon_26lug_speciale MOSTRE 1 28/07/11 15.13 Pagina III Fig. 5 - Confronto tra i costi di dieta e dialisi nei primi 3 anni d’intervento per la malattia renale allo stadio terminale (stadio 5) risultava pari all'1,8 per cento della spesa totale per la sanità (Intl. J. Health Care Finance Econ. 2007; 7 (2-3): 201215). Nel 2008 una review (Quintaliani, della SIN GIN 2008; S-42: S50S53), riferiva che, secondo stime del CENSIS, la spesa annuale fosse oltre 35 mila euro/paziente e che, seppur modesta, una parte risultava a carico delle famiglie. Considerando inoltre che l'età media degli ingressi in dialisi è in aumento; procrastinare la dialisi con un trattamento conservativo adeguato avrebbe un doppio scopo: consentire una migliore qualità di vita ai pazienti nel periodo libero dalla dialisi e ridurre il tempo a cui un paziente sarebbe sottoposto a dialisi (per motivi anagrafici) rendendo quindi il trattamento meno oneroso per il SSN e più sopportabile dal paziente e dai caregiver. Nel 2010, Trivedi (Advances in Chronic Kidney terapia conserCosti pazienti Costi pazienti vativa della IRC in dialisi in dieta risulta essere 50.000,00 superiore di cirDialisi si 40.368,18 ca 3 volte e di 40.000,00 circa 10 volte per 31.624,48 la dialisi. 29.634,72 29.634,7 Il perno di una 30.000,00 terapia della IRC risiede non sol28.952,82 28 .952 2,8 25.069,80 25 069 80 tanto nella ge20.000,00 sVLPD D stione attenta 19.188,14 19.188 188,14 14 delle patologie 10.000,00 spesso compresenti (ipertensione e diabete pri0.00 ma di tutte), ma anche e sopratanno 1 anno 2 anno 3 tutto nell'introduzione ragionata di un supporto fondamentale: il o una dieta supplementata a bastrattamento dietetico nutrizionale sissimo contenuto proteico, non (TDN). solo si riusciva a ridurre il momento Nel 2010, il gruppo di Brescia, (NDT di ingresso in dialisi ma il risparmio 2010; 25 (3): 907-913) ha dimostra- ottenuto nel gruppo dieta rispetto al to che, seguendo per tre anni 57 gruppo dialisi (fig. 5) era pari a pazienti, di età pari o >70 anni, con 21.180 euro/paziente nel primo anDisease, 17: 265-270) evidenziava GFR 5-7 mL/min (stadio 5), suddivi- no, 6.500 euro/paziente nel seconche rispetto alla media Medicare, la si in modo random a ricevere dialisi do anno e 682 euro/paziente nel terzo anno. Questo calo del risparmio nel grupFig. 4 - Fasi dell’insufficienza renale (2006-Fondaz. It. Rene) po dieta era attribuibile al progresStadi del danno Descrizione Clearance sivo anche se graduale e piu’ lento renale cronico creatinina accesso di tali pazienti alla dialisi. Estrapolando però tali dati all’intera I Danno renale con funzione >90 mL/min situazione italiana, che vede ogni normale o aumentata anno 8 mila nuovi dializzati, un II Danno renale con compressione 60 - 89 mL/min quarto dei quali ha caratteristiche funzionale lieve simili a quelle di pazienti esaminati nello studio di Scalone, la riduzione III Danno renale con compressione 30 - 59 mL/min dei costi ottenibile con una sVLPD funzionale moderata sarebbe pari a 26-33 milioni di euVI Danno renale con compressione 15 - 29 mL/min ro/anno. funzionale grave V Insufficienza renale “terminale” <15 mL/min • Per valori di clearance della creatinina >90 mL/min un eventuale danno renale è evidenziato solo da alterazioni urinarie (proteinuria, ematuria), si ipotizza per la presenza di ipertensione arteriosa, oppure si evidenzia per edemi o altre alterazioni renali all’ecografia o rx. • Valori di clerance della cretinina tra 90 e 30 mL/min corrispondono già a una danno del 50 per cento del tessuto renale. Al disotto dei 60 mL/min è imperativo indagare attività renale, evolutività del danno e correggere fattori favorenti la progressione di malattia (ipertensione, dislipidemia etc.) I PRINCIPI DELLA DIETA IPOPROTEICA Uno studio sulle alterazioni metaboliche nella IRC evidenzia che tra 60 e 50 mL/min di eGFR iniziano una serie importante di alterazioni fisiopatologiche: anemia, acidosi, iperfosforemia, iperparatiroidismo, iperparatiroidismo, iperpotassiemia (Moranne, JASN 20: 164–171, 2009). DOCTOR SPECIALE – SETTEMBRE 2011 III 838_quartino_plasmon_26lug_speciale MOSTRE 1 28/07/11 15.13 Pagina IV E F R O L O G I A I A L E N S P E C Tutte queste alterazioni possono essere corrette in maniera importante con un trattamento dietetico nutrizionale (TDN) che quindi non puo’ piu’ essere inteso solamente come dieta ipoproteica. La logica di tale dieta nella terapia conservativa dell'IRC è legata quindi alla possibilità di rispettare meglio l'equilibrio acido-base (in particolare l'acidosi metabolica), di controllare i livelli di urea, potassio e soprattutto fosforo, vero killer cardiovascolare, e paratormone; di mantenere uno stato nutrizionale adeguato in questi pazienti, spesso sottonutriti e comunque malnutriti; ultimo, ma non per importanza, di allontanare nel tempo la necessità di terapia sostitutiva. I supporti a tale punto di vista sono notevoli. Tra le poche evidenze in campo nefrologico è accettato proprio il TDN che Cochrane, le cui pubblicazioni sono considerate estremamente attendibili e che sono spesso la base delle varie linee guida, ha stimato avere un successo del 31% nel ridurre la morte renale. (Fouque: Low protein diets for chronic kidney disease. The Cochrane Collaboration Review 2009). Tale trattamento risulta anche avere una forte efficacia in quanto il numero di pazienti da trattare con una dieta ipoproteica (NNT) per evitare una morte renale è risultato pari a circa 17. Tale dato risulta particolarmente rilevante se paragonato ai risultati ottenuti in importanti studi clinici (4S:NNT =50; WOSCOPS: NNT=200) e ne rinforza l’aspetto farmaco economico. Il TDN, secondo le linee guida del 2008, dovrebbe essere iniziato allo stadio 4-5, cioè per valori di GFR <30 mL/min anche se la riduzione di proteine, fosforo e sodio è consigliato già negli stadi più precoci (2 o 3). Ricordiamo che secondo tutte le organizzazioni mondiali di nutrizione l’apporto normale di proteine deve essere sotto 0.9 gr/kg quindi ben più basso di quello attuale ita- IV DOCTOR SPECIALE – SETTEMBRE 2011 Fig. 6 - Piano per il follow-up nutrizionale e consigli alimentari nei pazienti con IRC all’esordio e in fase terminale Attività Frequenza* Scopo Valutazione della dieta Ogni mese per 4 mesi, successivamente ogni 3-4 mesi Impostazione di un piano di trattamento adeguato ai gusti ed alle risorse economiche del paziente Valutazione della dieta quotidiana (autogestita dal paziente, 3 rilevazioni quotidiane Ogni mese per 4 mesi, successivamente ogni 3-4 mesi Registrazione dell’intake energetico, verifica della adeguata comprensione della dieta, compliance valutata tramite urea urinaria Raccolta urine 24 ore Ogni mese per 4 mesi, successivamente ogni 3-4 mesi Stima dell’intake proteico tramite livelli di escrezione dell’urea urinaria Valutazione clinica Ogni mese per 4 mesi Valutazione ponderale, antropometrica (opzionale), e valutazione soggettiva globale (opzionale) Valutazione ematochimica Ogni mese per 4 mesi Rilevazione dei livelli sierici di prealbumina, albumina e colesterolo *In caso di filtrato glomerulare < 15 mL/min/1.73 m2 le valutazioni possono essere eseguite con maggior frequenza, in particolare nei pazienti con patologie concomitanti. Nel caso in cui il follow-up non sia in grado di prevenire il peggioramento dello stato nutrizionale o dei parametri di laboratorio, deve essere considerata l’opportunità di iniziare il trattamento dialitico. liano. Se però la proteinuria è elevata, se la progressione di nefropatia è >5 mL/min/anno, o in presenza di diabete e di compenso metabolico insoddisfacente, il TDN può essere avviato fin dallo stadio 3. La dieta ipoproteica richiede però un’attenta impostazione, da decidere non soltanto in base a parametri clinici e di laboratorio, ma anche con un’esauriente negoziazione con il paziente, come sottolinea Fantuzzi, dietista dell’ASL di Modena, tra i massimi esperti italiani sul tema. Attualmente, sono disponibili in Italia e rimborsati in quasi tutte le regioni prodotti ipoproteici (pasta, farina, derivato lattiero-caseario..), in grado di andare incontro alle abi- tudini alimentari tipiche del nostro Paese senza sovraccaricare di proteine e soprattutto di fosforo. A ogni paziente IRC, sempre secondo Fantuzzi, deve essere stilato un minuzioso piano nutrizionale quotidiano che non sia carente dal punto di vista calorico, per non indurre malnutrizione o, peggio, iponutrizione e deve essere attentamente calibrato nell’introito di proteine animali o vegetali, fosforo, sodio, lipidi insaturi/saturi, glucidi. Fondamentale è quindi non solo un attento follow-up periodico (almeno ogni 6 mesi), ma anche il ricorso a dietisti esperti in malattie renali come più volte sottolineato dall’ANDID e dalla SIN (Fig. 6).