01 Copertine bolle
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Osservatorio Ricerca La ricerca sulla celiachia al meeting ESPGHAN di Londra Londra, 46° congresso annuale. In primo piano prevenzione e risposta immune Riccardo Troncone European Laboratory for the Investigation of Food-Induced Diseases Università degli Studi Federico II di Napoli D all'8 all'11 maggio scorso si è tenuto a Londra il 46° congresso annuale della Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (ESPGHAN). In considerazione del ruolo che l'ESPGHAN ha tradizionalmente svolto, è questo un appuntamento particolarmente importante per chi - pediatri, ma non solo - è interessato alla ricerca sulla malattia celiaca. Per quanto riguarda quest'ultimo tema, nel corso del convegno ci sono stati tre momenti particolarmente rilevanti. Il primo rappresentato dalla riunione dei gruppi di lavoro, tra questi quello sulla malattia celiaca, che hanno preceduto l'avvio ufficiale del meeting. Il secondo offerto dalle comunicazioni scientifiche, particolarmente quelle tenute in sessione plenaria. Il terzo costituito da un simposio sul tema “celiachia e autoimmunità”. Special Interest Group Il gruppo di lavoro sulla celiachia è, nella terminologia dell'ESPGHAN, uno “Special Interest Group”. Ciò significa che nel suo ambito sono ormai rappresentati più gruppi di lavoro operanti su tematiche diverse. Uno di questi è il “ProCeDe (Prospective Celiac Disease Diagnostic Evaluation) group”. Questo è impegnato in uno studio multicentrico europeo che coinvolge 37 centri in 22 Paesi, il cui obiettivo è quello di valutare sul terreno l'applicazione del nuovo protocollo diagnostico ESPGHAN per la diagnosi di celiachia e i problemi correlati. Si è ancora in una fase di reclutamento, ma i risultati sono molto attesi. Particolare attenzione sarà data alla replicabilità e standardizzazione dei test sierologici che tanta parte hanno nel nuovo protocollo. Un altro gruppo di lavoro è quello che è nato dal consorzio “Prevent CD” e che è impegnato nel follow up di questa numerosa e preziosa coorte di bambini a rischio di sviluppare celia- 112 CN 2-2013 chia. Lo studio è ancora “cieco”; tra qualche mese l'ultimo bambino arruolato avrà compiuto 3 anni e, aperto il codice, si saprà se l'intervento effettuato sulla coorte, la somministrazione di piccole quantità di glutine tra il quarto e il sesto mese, avrà avuto un impatto sullo sviluppo della celiachia. Il terzo tema discusso nella riunione dei gruppi di lavoro è stata l'iniziativa promossa a livello europeo, e non solo, dal Professor Luigi Greco. In effetti partecipano alla rete “Medicel” moltissimi Paesi dell'area mediterranea: Italia, Francia, Spagna, Grecia, ma anche molti paesi del Maghreb, del resto del Nord Africa e del Medio Oriente; l'ultima riunione del gruppo si è tenuta a Tunisi. I risultati del progetto, presentati da Dusanka Micetic Turk (Slovenia), hanno rivelato importanti progressi compiuti nell'omogeneizzazione dei protocolli diagnostici e nello sviluppo di approcci alla dieta senza glutine compatibili con le realtà locali. Andamento degli anticorpi antigliadina e antigliadina deamidata La sessione di presentazione orale ha visto numerosi contributi provenienti dal consorzio “Prevent CD”. Particolare interesse hanno suscitato i dati relativi all'andamento degli anticorpi antigliadina e antigliadina deamidata in questa coorte. Un gruppo di bambini a rischio ha mostrato un aumento molto precoce di questi anticorpi, ma questo fenomeno sembra avere un effetto protettivo nei confronti dello sviluppo di malattia celiaca, essendo i casi poi diagnosticati meno rappresentati in questo gruppo di soggetti. La fine specificità di questi anticorpi e i possibili fattori che sono alla base di questa risposta sono oggetto di studi ancora in corso. Interessante anche lo studio che ha valutato l'impatto sulle famiglie della conoscenza dello stato HLA (a rischio vs non a rischio) del neonato. Al di fuori del progetto Una comunicazione sullo stesso tema, tenuta da Valentina Discepolo che sta conducendo queste ricerche tra Chicago e Napoli, ha concluso il simposio. Prossimo appuntamento per tutti coloro che sono interessati alla ricerca sulla celiachia a Chicago, il prossimo settembre, in occasione del meeting internazionale organizzato dalla stessa Jabri con Stefano Guandalini! CONCETTI ESSENZIALI “Prevent CD” grande attenzione ha suscitato lo studio italiano coordinato dal Professor Greco sull'espressione di alcuni geni non HLA associati alla celiachia, e sulla possibilità che una valutazione combinata di questi dati possa far pervenire ad una diagnosi molecolare di celiachia che quindi prescinda da sierologia e biopsia. ti molto interessanti sono stati portati a sostegno del ruolo giocato da reovirus. È possibile infine, come sembra emergere dalle ricerche della Jabri, che i soggetti celiaci rappresentino una popolazione eterogenea nel cui ambito si notano sottogruppi caratterizzati da un diverso pattern di citochine (per esempio dominato da IL15 o da interferoni). & Lo studio ProCeDe è partito e valuterà “sul campo” il nuovo protocollo diagnostico & Primi dati emergono dallo studio “Prevent CD” relativamente all'andamento della risposta anticorpale nei primi mesi di vita di bambini a rischio & Gli interferoni giocano un ruolo importante nella risposta immune intestinale dei celiaci: essi sottolineano il possibile ruolo giocato da virus nella patogenesi L'articolo è visionabile anche sul sito AIC www.celiachia.it/AIC E CELIACHIA/La Celiachia/Pubblicazioni clinico-scientifiche AIC L'ultimo momento importante del meeting è stato rappresentato dal simposio organizzato da Riccardo Troncone e presieduto da Luigi Greco e Markku Maki su celiachia e autoimmunità. Ha visto quattro interventi: i primi due svolti da Luisa Mearin su dati che vengono da coorti seguite prospetticamente (Prevent CD, ma non solo), e da Riccardo Troncone che ha esaminato e confrontato i meccanismi patogenetici che sostengono celiachia e diabete di tipo primo. Queste due patologie, pur essendo clinicamente molto diverse, condividono geni di suscettibilità, non solo HLA, e meccanismi immunologici. Il ruolo del glutine come fattore ambientale di rischio per lo sviluppo di diabete primo è stato pure discusso. Gli altri due interventi sono stati tenuti da due “top scientists” nell'a-rea, entrambi insigniti del Warren Prize, il più prestigioso riconoscimento che va a ricercatori sulla malattia celiaca. Ludvig Sollid ha discusso il ruolo degli anticorpi antitransglutaminasi, i meccanismi ancora poco chiari che sono alla base della loro dipendenza dalla presenza del glutine nella dieta, le peculiarità della loro struttura nei soggetti celiaci, il ruolo patogenetico, particolarmente nella risposta immune adattativa. Bana Jabri ha invece discusso il ruolo degli interferoni di primo tipo nella patogenesi della malattia. Queste molecole hanno particolare rilevanza perché rappresentano il possibile segno dell'importanza dei virus nello sviluppo della celiachia. DaCN 2-2013 113