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infosanità 13 13 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia GIUNTA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Trento 2001 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 © copyright Giunta della Provincia Autonoma di Trento. 2001 Collana infosanità numero 13 Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute Servizio Programmazione e Ricerca Sanitaria Via Gilli,4 - 38100 Trento tel. 0461/494037, fax 0461/494073 e-mail: [email protected] web site: www.provincia.tn.it/sanita La Celiachia Relazioni presentate al convegno realizzato a Trento il 29 aprile 2000 a cura dell’Associazione Italiana Celiachia - Trentino (A.I.C. - Trentino) Si ringrazia per la collaborazione alla realizzazione della presente pubblicazione l’A.I.C. - Trentino Coordinamento editoriale: Vittorio Curzel Editing: Giovanna Forti Editing della copertina: Attilio Pederzini Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 Presentazione La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine in soggetti geneticamente predisposti, che determina risposte immunitarie abnormi a livello dell’intestino, con la conseguenza di uno stato di infiammazione cronica, la scomparsa dei villi intestinali e la possibile compresenza di sintomatologie cutanee. Si cura semplicemente con l’eliminazione del glutine dalla dieta. Tale dieta è assolutamente necessaria non soltanto per la scomparsa dei sintomi, ma anche per evitare serie complicanze per la salute. Da qui l’importanza da una parte di un precoce riconoscimento della celiachia, dall’altra della presenza sul mercato di alimenti dietetici adeguati, ma anche di un’intensa opera di informazione per l’educazione alimentare non solo dei celiachi, ma anche di coloro che insieme a loro vivono, genitori, parenti, amici e conoscenti. L’affinamento delle tecniche diagnostiche ha consentito il riconoscimento di un numero maggiore di soggetti affetti da celiachia e oggi si parla di un’incidenza di 1:250 nella popolazione italiana. A tale malattia va dunque rivolta l’attenzione necessaria, anche tenendo conto della sua significativa presenza nell’età infantile. Il Convegno svoltosi lo scorso anno, di cui questa pubblicazione presenta le tre relazioni scientifiche, ha costituito l’inizio di un nuovo rapporto tra l’Assessorato provinciale alle Politiche sociali e alla Salute e l’Associazione Italiana Celiachia – Trentino, volto a sviluppare una più intensa collaborazione per affrontare “il problema celiachia” nei suoi vari aspetti. dott. Mario Magnani Assessore provinciale alle politiche sociali e alla salute Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 Indice LA CELIACHIA Relazioni presentate al convegno (Trento, 29 aprile 2000) Introduzione ................................................................................................... 9 Comportamenti alimentari a rischio nei pazienti affetti da malattia celiaca .......................................................... 11 Allegato A) Questionario per genitori con figli affetti da celiachia ............... 18 Problematiche del morbo celiaco nell’adulto ............................................... 31 Lo screening della celiachia: a che punto siamo? ....................................... 34 APPENDICE Statuto dell’Associazione Italiana Celiachia - Trentino ................................ 40 Attività dell’Associazione Italiana Celiachia - Trentino ................................. 49 Parere dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari circa la possibilità di conservare mediante congelamento il pane per bambini celiaci che frequentano le mense scolastiche ................................................................................... 51 Protocollo del Comprensorio della Vallagarina per la somministrazione di pasti a favore dei soggetti celiaci frequentanti le mense scolastiche .................................................... 52 Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti dietetici. Modalità di erogazione e limiti quantitativi ................................................... 54 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia 8 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Introduzione Si è svolto il 29.04.2000 il Convegno Scientifico dell’Associazione Italiana Celiachia - Trentino, con notevole partecipazione di persone affette da celiachia, famigliari ed operatori sanitari. Nel corso della manifestazione ha avuto luogo un incontro scientifico, suddiviso in due parti: relazioni mediche e Tavola Rotonda. Le tre relazioni scientifiche riportate in questa pubblicazione hanno toccato temi di varia natura e importanza; la discussione che ne è seguita ha dimostrato l’interesse tra i partecipanti. La relazione della dott.ssa Matti, pediatra, illustra il comportamento alimentare a rischio in età pediatrica, alla luce di uno studio collaborativo con la clinica pediatrica di Verona. La relazione del dott. Chiarioni, gastroenterologo, sottolinea l’importanza della dieta e dei controlli, quelle del dott. Martellossi, pediatra gastroenterologo, si sofferma sulla necessità di esecuzione di accertamenti in parenti con sintomi “di allarme”. Interessante e propositiva la Tavola Rotonda che è seguita dalle relazioni, riguardante la diagnosi precoce di malattia celiaca alla quale hanno partecipato l’Ing. Pardi, Presidente Nazionale A.I.C., il Dr. Magnani, Assessore Prov.le alle Politiche Sociali e alla Salute, il prof. Buriani, Direttore del Servizio Cura e Riabilitazione dell’Azienda Provinciale Servizi Sanitari, il Dr. Orrico, Vicepresidente dell’Ordine dei Medici, il Dr. De Berardinis gasteroenterologo del S. Chiara, il Dr. Curzel , Direttore del Progetto comunicazione per la salute del Servizio Programmazione e Ricerca Sanitaria, Il Dr. Fioroni consulente medico dell’A.I.C. Nella provincia di Trento, come del resto in tutto il nostro Paese e all’estero, la malattia celiaca è nettamente sottodiagnosticata. A fronte di un’incidenza di 1:250 soggetti (nella popolazione generale), i trentini diagnosticati (su un totale di 470.000) dovrebbero essere circa 1.800; a tutt’oggi la diagnosi è stata posta a 2.500 individui, mentre 1.500-1.600 soggetti sono ammalati e non sanno di esserlo. Costoro, oltre che presentare una cattiva qualità di vita, sono esposti alle complicanze, quali malattie autoimmuni (tiroide, articolazioni, diabete) e neoplastiche (intestino). Ne deriva l’importanza della diagnosi, che richiede – di fronte ai casi sospetti o con manifestazioni atipiche ed oligosintomatiche – l’esecuzione di esami ematici (anticorpi antigliadina, anticorpi antiendomisio, transglutaminasi), 9 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia la cui positività comporterà l’effettuazione della biopsia intestinale per la conferma diagnostica. Nel corso del dibattito è stato più volte sottolineata l’importanza che di fronte a sintomi “aspecifici” il medico sospetti la diagnosi e si adoperi per la sua effettuazione. Tutti i partecipanti alla Tavola Rotonda hanno manifestato la disponibilità a favorire la diagnosi precoce della malattia celiaca in Trentino. L’A.I.C. - Trentino, con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute, dell’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari e dell’Ordine dei Medici, si impegna a promuovere una campagna di sensibilizzazione sempre più capillare per raggiungere l’obiettivo prefissato. dott. Nino Fioroni Primario Unità Operativa di Pediatria Ospedale di Rovereto 10 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia 1 Comportamenti alimentari a rischio nei pazienti affetti da malattia celiaca PAOLA MATTI “…Anche nella nostra società in cui vale solo e riduttivamente il paradigma economicistico, il cibo, nonostante il suo appiattimento a merce, mantiene in parte i suo valori simbolici e magici. E continua a valere come bene, come valore comunitario e sociale, nel rito del banchetto e del pranza re insieme nelle feste e nei grandi avvenimenti che ritmano la vita individuale e collettiva”. (1) I giovani pazienti affetti da malattie croniche e costretti ad attenersi rigo rosamente ad una dieta hanno, rispetto alla popolazione generale, un rischio otto volte maggiore di sviluppare un disturbo del comportamento alimentare come anoressia, bulimia, comportamento ossessivo-compulsivo. (2) Varie sono le ipotesi patogenetiche. Coscienza di diversità, depressio ne, scarsa considerazione di sé, ipercoscienziosità e perfezionismo. (3) Carenze alimentari. Alterazioni di neuropeptidi, che stimolano o inibiscono l’assunzione di cibo (vedi Tab. 1) possono anch’essi essere una concausa. (4). Presenza di immunocomplessi riscontrati a livello del SNC determine rebbero disturbi di tipo ossessivo compulsivo, regrediti con terapia immunologica. (5). 11 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Tab. 1 Peptidi Ipofisari Peptidi oppioidi Ormone adrenocorticotropo Enkefaline Ormone a- melanocito-stimolante b-Endorfina GH Dinorfina Ormone luteinizzante Kiotorfina Prolattina Dermorfina Ormoni regolatori ipotalamici Ormone tiroideo-stimolante Ossitocina Ormone corticotropo-liberatore Vasopressina Ormone gonadotropo-liberatore Ormoni circolanti Ormone tireotropo-liberatore Angiotensina Ormone GH-liberatore Calcitonina Somatostatina Peptidi miscellanei Glucagone Insulina Bombesina IGF-I; IGF-II Peptide gastrino-liberatore Fattore atriale natriuretico Bradikinina Ormoni intestinali NPY Polipeptide aviario pancreatico PHI Polipeptide pancretico Neurotensina Colecistochinina Carnosina Gastrina Proctolina Motilina Pacap Galanina Secretina Sostanza P Peptide vasoattivo intestinale 12 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 Citochine Interleuchina (ILs); TNF-a; IFN-g La Celiachia Scopo del lavoro Ricercare eventuali comportamenti a rischio per lo sviluppo di un distur bo del comportamento alimentare mediante questionario sperimentale autocompilato comministrato ad una popolazione di genitori di 41 soggetti af fetti da Malattia Celiaca in età evolutiva; domande e colloqui con i genitori, con i pazienti e somministrazionae a questi ultimi di test psicologici standardizzati e colloqui. Soggetti Sono stati arruolati 41 genitori di pazienti affetti da malattia celiaca, tutti iscritti all’Associazione Italiana per la celiachia sezione di Trento. Le principali caratteristiche dei soggetti sono descritte nelle Tab. 2. Tab. 2 Maschi 14 (34,14%) Femmine Età 27 (65,8%) < 6 anni 18 (43,9%) (6-12) anni 17 (41,5%) > 13 anni 6 (14,6%) Numero fratelli Figli unici 34 (82,9%) 7 (17%) Materiali e Metodi Dopo opportuna informazione e responsabilizzazione è stato consegna to ai genitori un questionario sperimentale elaborato seguendo le indicazioni della letteratura, da compilare in piena autonomia. Questionario Il questionario (vedi allegato) comprendeva oltre a domande riguardanti 13 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia le generalità del paziente e dei genitori, l’anamnesi familiare, fisiologica, pato logica remota e prossima, le conoscenze dei genitori circa la Malattia Celiaca, il comportamento del bambino e i rapporti interpersonali. Riportava una lista di alimenti e bevande da cui i genitori dovevano selezionare almeno 5 alimenti e 2 bevande senza glutine in modo corretto. In sede di conclusione, quesiti ri guardanti una attenta anamnesi dietologica riguardante le preferenze del fi gliolo fra gli alimenti dietetici e naturalmente deglutinati a colazione, ai pasti principali e agli spuntini. Test psicologici. Testi psicologici standardizzati e colloqui clinici Per quel che riguarda i test psicologici standardizzati sono stati utilizzati il test carta matita (i pazienti erano invitati a disegnare un albero, un bambino, una famiglia e una festa di compleanno) e il test del CAT (veniva chiesto di illustrare oralmente la I tavola quella del gallo con i pulcini, la IV, quella di mamma canguro che porta a spasso i cangurotti, la VIII (quella delle scimmie). Per quel che riguarda i colloqui clinici i pazienti e i loro relativi genitori sono stati sottoposti ad approfondimento psicologico per esaminare il loro vis suto psicologico verso la malattia e valutare la significatività del ruolo assunto dai genitori verso la malattia dei figli e la loro evoluzione verso uno sviluppo psicologico normale o patologico. Risultati Undici pazienti (26,8% del totale) hanno rivelato un comportamento ali mentare a rischio per turbe del comportamento alimentare. Tutti i pazienti hanno un peso e un’altezza rapportata alla loro età, com presa nell’intervallo della norma. L’età della diagnosi è compresa fra i 9 mesi e i 10 anni. Di questi undici, nove pazienti (81,8%) hanno un comportamento ali mentare di tipo compulsivo, 1 (9,1%) di questi racconta bugie riguardo la dieta e nasconde cibo “proibito”, si sente un diverso e non si piace, 2 (18,2%) di tipo anoressico, 1 (9,1%) non si sente diverso, ma non si piace. Nove (81.8%) genitori sono consapevoli e lo denunciano sia sul questio nario che ai colloqui con la psicologa. Due (18,2%) non se ne rendono conto e le turbe vengono rilevate solo dai test e dai colloqui psicologici. Cinque (45,5%) di questi pazienti sono maschi e 6 (54,5%) femmine di età compresa fra i 4 e 16 anni. I genitori, tranne uno, giudicano estroverso il carattere dei loro figli. Nove (81,8%) pazienti sono arrivati alla diagnosi con segni e sintomi classici che avevano procurato disturbi fisici e limitazioni socio/affettive per un periodo di tempo di alcuni mesi, 2 (18,2%) per screening. 14 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Tutti, ad eccezione di uno, riferiscono benessere post dieta, 7 (63,6%) la seguono facilmente, 7 (36,4%) no. Tutti avvisano della loro intolleranza, 9 (81,8%) rimpiangono gli alimenti “proibiti”, 3 (27,3%) no. Quattro (36,4%) dimostrano un comportamento di tipo maturo, 7 (63,6%) di tipo infantile. I genitori di questi pazienti hanno un’età compresa fra i 30 e i 50 anni ed un livello culturale medio. Nove coppie di genitori (81,8%) non hanno imposto regole nell’educa zione dei figli. Tutti considerano il loro figliolo uguale agli altri. Solo un genitore (9%), la preparazione della dieta senza glutine è consi derata un peso, tutti se la cavano bene in cucina, 2 (18,2%) non errano nella scelta del menù. Nell’anamnesi alimentare dei pazienti con un comportamento alimentare a rischio, si riscontra una alimentazione basata su alimenti tipo cioccolata, brioches, biscotti, nutella, patatine, pasta e pane senza glutine. Discussione Circa il 26,8% dei pazienti ha mostrato un comportamento alimentare a rischio. Tale rischio è presente anche in altre situazioni patologiche quali il diabete mellito insulino dipendente, che necessita di un’alimentazione stretta mente controllata per una corretta gestione della malattia (6). La stretta prescrittività come pure i divieti (alimenti contenenti glutine nella celiachia, zuccheri rapidi nel diabete) sono fattori di rischio per lo svilup po di un disturbo del comportamento alimentare (7). Vari sono i fattori legati alla malattia celiaca che possono contribuire allo scatenamento dei disturbi suddetti. Accanto ai fattori propriamente psicologici, che vedono nella perce zione della propria diversità, nella conseguente depressione e nella diminuita autostima il substrato favorente la comparsa dei segni e sintomi del disturbo del comportamento alimentari, altri fattori propriamente biochimici possono gio care un loro ruolo. In particolare la carenza di un aminoacido quale il triptofano, scarsamente presente nei farinacei naturalmente deglutinati e nei prodotti spe ciali, in una dieta non opportunamente bilanciata potrebbe essere una concausa (8). E’ stato suggerito che un’alterazione di neuropeptidi, in particolare degli ormoni gastroenterici, colecistochinina, bombesina, possa favorire la compar sa dei suddetti disturbi (9-10). Poiché nella Malattia Celiaca sono state descrit te alterazioni dell’attività ormonale gastroenterica è ipotizzabile che anche questi fattori possano contribuire nei pazienti con Malattia Celiaca allo sviluppo di disturbi del rapporto con il cibo (11), come anche l’alterazione degli immunoregolatori quali TNF-a e interleuchine, riscontrati elevati nella malattia non adeguatamente curata. E’ stata prospettata, inoltre, l’ipotesi che una de posizione di immunocomplessi a livello delle strutture nervose centrali, possa 15 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia interferire nella regolazione neurochimica del rapporto fame/sazietà (5). Data la disreattività immunitaria su base autoanticorpale propria della Malattia Celiaca, questa potrebbe in futuro dimostrarsi la causa dei disturbi del comportamento alimentare che si associano talvolta a tale patologia. Conclusioni I risultati di questo studio evidenziano che un adeguato trattamento della Malattia Celiaca necessita di un maggior impegno per offrire al Paziente una corretta informazione ed una costante verifica, unitamente ad un adeguato supporto psicopedagogico. Vengono cosi favorite la condizioni necessarie ad una crescita equilibrata, riducendo cosi le probabilità dell’instaurarsi di una psicopatologia cronica, quale un disturbo del comportamento alimentare. Si ringrazia il dott. Massimiliano Don per la collaborazione alla reda zione del lavoro. Si ringraziano inoltre i Soci della A.I.C. -Trentino per il con tributo dato alla stesura del lavoro. Paola Matti, Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Udine 16 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia NOTE 1. FIORIANI ELEONORA, Cibo, civiltà, etica, Quaderni di bioetica. Il rito alimenta re. Una prospettiva antropologica per una riflessione etica, Marco Edizioni, pag. 8 2. DSM-IV per la Medicine Generale. Masson Milano-Parigi-Barcellona, 1997. 3. PATTON GC ET AL ., Abnormal Aeting attitudes in London schoolgirls - a prospective epidemiological study: Outcome at twelve month follow-up; Psycological Medicine, 1990, 20: 383-384. 4. COCCHI DANIELA , Controllo centrale dell’assunzione del cibo. EUGENIO E. MULLER E FRANCESCA BRAMBILLA. Disordini del comportamento alimentare. Pythagora Press pag. 55-79. 5. DETTORE DAVIDE, Il disturbo ossessivo compulsivo. Caratteristiche cliniche e tecniche di intervento. Psicologia McGraw-Hill, pag. 1-33. 6. DANEMAN D. ET AL ., Eating disorder in young with type 1 diabetes. Prevalence, problems and prevention; Horm Res 1998; 50 Suppl 1: 79-86. 7. DE T ONI T ERESA, DARNI PAOLO , Principali bisogni biologici. Adolescenza. DE T ONI ETTORE , DE T ONI TERESA , ROBERTO GASTALDI, MAURO PALUMBO ; pag. 1-27. 8. RASMUSSEN S. (1984), Lithium and tryptofan augmentation inclomipramine resistant obsessive-compulsive disorder. American Journal at Psychiatry, 141, 1283-1285. 9. LEIBOWITZ SF. (1984), Brain monoamine projections and receptor system in relation food intake, diet preference, meal patterns and body weight in Neuroendocrinology and Psychitric disorder, Braun GM., Koslowsho, Reichlin S. Leds. Raven Press, New York, pag. 383-400. 10. WICKENS T., KRIEG JC., FICTER NM., (1993). The role of gastrointestinal hormone secretion in eating disorders. Adv. Biosin 90: 75-79. 11. T HIMISTER PW. ET AL ., Plasma cholecystokinin and gallbladder responses to increasing doses of bombesin in coeliac disease: Dig Dis Sci 1998 Mar: 43 (3): 668.72. 17 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Allegato A) Questionario per genitori con figli affetti da Celiachia (Il seguente questionario è stato predisposto dai dott. Paola Matti, Claudio Maffeis, Nadia Toffali e dal prof. Pajno Ferrara dell’Università degli Studi di Verona. Per la sua eventuale utilizzazione dovrà essere richiesta esplicita au torizzazione agli autori - 0461.605925). COGNOME NOME M DATA DI NASCITA ETA’: ANNI F MESI LUOGO DI NASCITA RESIDENZA: VIA N. CITTA’ N. TEL. MADRE PROFESSIONE ETA’ PADRE PROFESSIONE ETA’ FRATELLI NO SI SE SI QUANTI ETA’ SORELLE NO SI SE SI QUANTE ETA’ MALATTIE FAMILIARI DI RILIEVO: MALATTIE AUTOIMMUNI - DIABETE INSULINO DIPENDENTE - PROBLEMI TIROIDE - PROBLEMI DEL SURRENE - ALTRO….. MALATTIE ALLERGICHE O INTOLLERANZE: DIFETTI IMMUNITARI PESO ALLA NASCITA ALLATTAMENTO: LUNGHEZZA ALLA NASCITA MATERNO PER QUANTO TEMPO ESCLUSIVO? ARTIFICIALE LATTI SPECIALI 18 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia PRIMA INTRODUZIONE DI GLUTINE (A QUANTI MESI): COMPARSA DI VOMITI DI RIGURGITI DI COLICHE ALTRO DIETA ATTUALE CON GLUTINE SENZA GLUTINE ALLERGIE SI SE SI A COSA APPETITO: OTTIMO ACCRESCIMENTO STATURO-PONDERALE DENTIZIONE PROBLEMI ALVO NO BUONO DISCRETO SCARSO NELLA NORMA INFERIORE ALLA NORMA SUPERIORE ALLA NORMA SI NO SE SI QUALI REGOLARE STIPTICO DIARROICO ALTERNANTE DIURESI/MINZIONE REGOLARE SI NO SE NO QUALI PROBLEMI SVILUPPO PSICOMOTORIO NELLA NORMA DEFICIT PRIMI ATTI FISIOLOGICI NELLA NORMA SI NO RITMO SONNO VEGLIA CONSERVATO SI NO SCOLARITA’: ELEMENTARE MEDIE SUPERIORI MATERNA MEDIE INFERIORI UNIVERSITA’ RENDIMENTO SCOLASTICO OTTIMO BUONO SUFFICIENTE INSUFFICIENTE RAPPORTO CON GLI ALTRI: ESTROVERSO INTROVERSO STATURA MADRE STATURA PADRE 19 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia MALATTIE INFETTIVE DELL’INFANZIA SCARLATTINA ROSOLIA VARICELLA PERTOSSE PAROTITE EPATITE MORBILLO IV V VI INFEZIONI DELLE VIE URINARIE ALTRE MALATTIE EPISODI CONVULSIVI SI NO SE SI A CHE ETÀ SI NO SE SI QUALI? SE FEMMINA ETÀ DEL MENARCA DISTURBI GINECOLOGICI A QUANTI ANNI È STATA DIAGNOSTICATA LA CELIACHIA A SUO FIGLIO? CHI HA FATTO LA DIAGNOSI PEDIATRA DI FAMIGLIA PEDIATRA OSPEDALIERO ALTRO SPECIALISTA PER QUALE MOTIVO DA QUANTO ERA DISTURBATO, PRIMA DELLA DIAGNOSI I DISTURBI CHE GLI PROCURAVA LA CELIACHIA LO LIMITAVANO NELL’ATTIVITÀ NEI RAPPORTI INTERPERSONALI NELLA VITA SOCIALE SI SI SI NO NO NO DOPO LA DIAGNOSI CON LA DIETA SENZA GLUTINE LA SUA QUALITÀ DI VITA È MIGLIORATA? SI NO 20 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia CONOSCENZA E INFORMAZIONE DEI PARENTI RIGUARDO LA CELIACHIA E GRADO DI COMPRENSIONE DA CHI AVETE AVUTO LE INFORMAZIONI SULLA CELIACHIA PEDIATRA DI FAMIGLIA SPECIALISTA ASSOCIAZIONE VI SENTITE SUFFICIENTEMENTE INFORMATI? SI NO SE NO PERCHÉ CONOSCETE LA PARTE DEL CORPO AFFETTA DA CELIACHIA? SI NO SE SI SPECIFICATE QUALE CREDETE CHE LA CELIACHIA SIA UN DIFETTO DI ASSORBIMENTO? SI NO SINTOMO DI UNA MALATTIA SI NO ALTRO NON LO SO SECONDO LA VOI LA CELIACHIA NON CURATA CON LA DIETA, PUÒ CON DURRE A RIPERCUSSIONI A BREVE E LUNGO TERMINE? SI NO SE SI QUALI CONOSCETE IL NOME DELLA FRAZIONE DEL GLUTINE RESPONSABILE DEL DANNO SI NO SE SI SPECIFICARE CREDETE CHE I PAZIENTI AFFETTI DA CELIACHIA DOVRANNO SEGUIRE LA DIETA PER TUTTA LA VITA SI NO SE NO PERCHÉ CREDETE CHE LA DIETA SENZA GLUTINE SIA NECESSARIA PER UN NOR MALE SVILUPPO CORPOREO SI NO SE NO PERCHÉ 21 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia SCEGLIETE DAL MENÙ ALLEGATO ALMENO 5 ALIMENTI E 2 BEVANDE SENZA GLUTINE: MENU’ SFOGLIATINE CALDE DELLO CHEF CARPACCIO ALLE VERDURE PROSCIUTTO DI PARMA E MELONE CROSTINI MARINARI CROSTINI DI POLENTA CON NOCI RAVIOLI D’ANATRA CON FONDUTA MINESTRA D’ORZO GRANO SARACENO ALLE VERDURE E ROSMARINO GNOCCHI ALLA ROMANA RISOTTO AI FUNGHI PORCINI BRASATO DI MANZO ROAST-BEAF AL SALE FILETTO D’ORATA ALLA GRIGLIA WURSTEL CON SENAPE FRITTATA DI CIPOLLE VERDURE MISTE GRATINATE VERDURE AL VAPORE PATATE AL FORNO VERDURE FRESCHE MISTE FUNGHI ALLA PIASTRA MACEDONIA ALLO YOGURT CALZONI CON PRUGNE BUDINO DI RISO PESCHE GRIGLIATE ZABAIONE AL TORRONE ACQUA BRILLANTE SPREMUTA D’ARANCIA CENTRIFUGATO DI MELA E CAROTA SUCCO DI FRUTTA ALLA PERA BIRRA COCA COLA ORZATA FABBRI VINO BIANCO WISCHI CINAR BITTER ANALCOLICO CEDRATA TASSONI ACQUA SANGEMINI SUCCO DI POMODORO IN BARATTOLO 22 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia COMPORTAMENTO DEI PARENTI I VOSTRI PARENTI CREDONO CI SIANO RIPERCUSSIONI SULLA SALUTE GENERALE DI VOSTO FIGLIO: TUTTI I VOSTRI PARENTI ALCUNI POCHI CERCATE L’AIUTO MEDICO SI NO ANDATE REGOLARMENTE ALLE VISITE AMBULATORIALI? SI NO A CHI VI RIVOLGETE SE VOSTRO FIGLIO STA MALE PEDIATRA DI BASE SPECIALISTA ALTRO PENSATE CHE VOSTRO FIGLIO SI AMMALI PIÙ SPESSO DEGLI ALTRI BAMBINI UGUALE AGLI ALTRI BAMBINI MENO DEGLI ALTRI BAMBINI VI PREOCCUPATE MOLTO CIRCA LA SALUTE DI VOSTRO FIGLIO SI NO PENSATE CHE LA CELIACHIA INTERFERISCA CON IL FUTURO DI VOSTRO FIGLIO SI NO SE SI A CHE LIVELLO OGNI COMPONENTE DELLA FAMIGLIA SI PRENDE LA RESPONSABILITÀ DI FAR SEGUIRE LA DIETA SI NO SE NO CHI IN CUCINA SIETE BRAVI SI NO ABBASTANZA QUANTO TEMPO DEDICATE PER CUCINARE LA DIETA SPECIALE CONSIDERATE UN PESO CUCINARE SENZA GLUTINE SI NO SE SI PERCHÉ 23 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia DI FRONTE AGLI ERRORI DIETETICI LA MADRE È COMPRENSIVA RIMPROVERA IL PADRE È COMPRENSIVO RIMPROVERA 24 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 SI SI SI SI NO NO NO NO La Celiachia COMPORTAMENTO DEL BAMBINO TROVA L’ADERENZA ALLA DIETA DIFFICOLTOSA ABBASTANZA DIFFICOLTOSA FACILE LA TRASGRESSIONE DALLA DIETA CAUSA DISTURBI SI NO SE SI QUALI DOVETE INSISTERE AFFINCHÉ NON VENGA INTERROTTA LA DIETA QUASI TUTTI I GIORNI MAI TROVA DIFFICILE MANTENERE LA DIETA IN COLONIA A SCUOLA IN VIAGGIO PER OCCASIONI SPECIALI IN GITA SCOLASTICA AI PARTY AL RISTORANTE SE È INVITATO, PORTA CON SÉ PANE SENZA GLUTINE PASTA SENZA GLUTINE DOLCI SENZA GLUTINE SI SI SI NO NO NO AVVISA DELLA SUA INTOLLERANZA E SCEGLIE CIBI CONSENTITI SI NO SE NO PERCHÉ SE FA UNA FESTA CON AMICI PREFERISCE SIANO PREPARATI ALIMENTI CON E SENZA GLUTINE PREFERISCE SIANO PREPARATI ALIMENTI SOLO SENZA GLUTINE RIMPIANGE GLI ALIMENTI PROIBITI SI NO SE SI QUALI RACCONTA BUGIE RIGUARDO L’ADERENZA ALLA DIETA SI NO TALVOLTA SPESSO MANGIA CIBI PROIBITI DI NASCOSTO SI NO TALVOLTA SPESSO 25 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia NASCONDE NELLE TASCHE O ALTROVE CIBI PROIBITI SI NO TALVOLTA SPESSO CI SONO DEI PERIODI IN CUI SI ABBUFFA SI NO TALVOLTA SPESSO CI SONO DEI PERIODI IN CUI RIFIUTA IL CIBO SI NO TALVOLTA SPESSO VOSTRO FIGLIO SI CONSIDERA DIVERSO SI NO VOSTRO FIGLIO SI PIACE SI NO IL RENDIMENTO SCOLASTICO È OTTIMO BUONO SUFFICIENTE INSUFFICIENTE SECONDO VOI VOSTRO FIGLIO AVREBBE BISOGNO DI UN SUPPORTO PSICOLOGICO SI NO INDIFFERENTE 26 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia RELAZIONI INTERPERSONALI CI SONO RIVALITÀ FRA FRATELLI FREQUENTEMENTE TALVOLTA QUASI MAI I FRATELLI VOGLIONO LA DIETA SENZA GLUTINE SPESSO QUALCHE VOLTA QUASI MAI IL BAMBINO AFFETTO DA CELIACHIA DESIDERA QUELLO CHE MANGIA NO I FRATELLI SPESSO QUALCHE VOLTA QUASI MAI I FRATELLI OFFRONO AL FRATELLO CON CELIACHIA ALIMENTI PROIBITI SPESSO QUALCHE VOLTA QUASI MAI AVETE DISCUSSO CON I PARENTI LA CONDIZIONE DI VOSTRO FIGLIO CON OGNUNO CON TUTTI I PARENTI SOLO CON QUALCUNO VOI PARENTI VI INCONTRATE SPESSO CON I PARENTI DI FANCIULLI AF FETTI DA CELIACHIA SI NO SE NO PERCHÉ SENTITE IL BISOGNO DI UNA LINEA TELEFONICA CHE SI OCCUPI DI CELIACHIA, DISPOSTA A RISOLVERE I VOSTRI PROBLEMI SI NO SENTITE IL BISOGNO DI CONTATTARE IL MEDICO CHE HA FATTO LA DIAGNOSI A VOSTRO FIGLIO SI NO SENTITE IL BISOGNO DI PARLARE CON UNA PERSONA ESPERTA DEL PROBLEMA CHE VI DA CONSIGLI SI NO 27 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia ANAMNESI ALIMENTARE VOSTRO FIGLIO A COLAZIONE MANGIA LATTE YOGURT SUCCO DI FRUTTA THE CIOCCOLATA PANE DEGLUTINATO BISCOTTI BRIOCHES MARMELLATA NUTELLA ALTRO A PRANZO E A CENA MANGIA PREVALENTEMENTE PASTA SENZA GLUTINE RISO PANE SENZA GLUTINE POLENTA ALTRO LO SNACK POMERIDIANO LO FA CON 28 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 PANE SENZA GLUTINE BISCOTTI SENZA GLUTINE PATATINE MARMELLATA DOLCI SENZA GLUTINE ALTRO La Celiachia CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE DEI PARENTI ETÀ DELLA MADRE SCOLARITÀ ELEMENTARI MEDIE SUPERIORI UNIVERSITÀ PROFESSIONE PROFESSIONISTA OPERAIO COMMERCIANTE ALTRO HOBBY SI NO IMPIEGATO CONTADINO ARTIGIANO SE SI QUALI ETÀ DEL PADRE SCOLARITÀ ELEMENTARI MEDIE SUPERIORI UNIVERSITÀ PROFESSIONE PROFESSIONISTA OPERAIO COMMERCIANTE ALTRO HOBBY SI NO IMPIEGATO CONTADINO ARTIGIANO SE SI QUALI DEI FIGLI SI OCCUPANO PREVALENTEMENTE GENITORI NONNI BABY SITTER EDUCANDO I VOSTRI FIGLI AVETE POSTO DELLE REGOLE SI NO REGIONE E NAZIONE DI ORIGINE DEL PADRE DELLA MADRE 29 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia 30 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia 2 Problematiche del morbo celiaco nell’adulto GIUSEPPE CHIARIONI Il Morbo Celiaco è una malattia intestinale cronica nella quale un’altera zione caratteristica della parete del piccolo intestino (atrofia dei villi) impedisce un adeguato assorbimento intestinale degli alimenti. Tale lesione regredisce con la sospensione dietetica degli alimenti contenenti il glutine, che agisce come tossico sulla mucosa intestinale. Il quadro clinico classico (diarrea, stan chezza, calo ponderale importante) è di riscontro piuttosto raro oggigiorno nell’adulto, mentre sta divenendo più frequente la diagnosi di forme caratteriz zate da quadri più lievi (anemia, osteoporosi, difficoltà a digerire). La prescri zione dietetica continuativa può lasciare alcune perplessità nei pazienti, anche se viene correttamente seguita con beneficio clinico. Scopo di questa relazione è di evidenziare tali problematiche ponendo ad un gruppo di trenta pazienti celiaci in dieta aglutinata da almeno un anno la domanda: “Quale domanda vorrebbe fare liberamente riguardo alla celiachia e non ha avuto occasione e/o ha provato imbarazzo nel porre precedentemente?”. Questi pazienti erano di età variabile da 17 a 78 anni, prevalentemente di sesso femminile (19 donne) ed erano seguiti personalmente da anni (in alcuni casi da sei anni) dall’autore. Dalle risposte fornite sono state seleziona te le prime tre in ordine di frequenza che vengono di seguito presentate. La domanda posta più frequentemente dai pazienti è stata la seguente: “Posso mangiare il glutine quale volta e se lo mangio cosa mi succede?”. La domanda ci pone alcuni spunti di riflessione. Sottolinea ancora una volta la difficoltà comprensibile nei pazienti ad accettare una limitazione dietetica a lungo termine. I pazienti hanno comunque realizzato la necessità di seguire una limitazione dietetica perché non si pongono nell’aspetto dell’assunzione frequente per la recidiva di sintomi, che avverrebbe in questo caso. Per quanto riguarda l’assunzione saltuaria di glutine è doveroso sottolineare che nella maggior parte di casi non si verifica il deterrente psicologico della 31 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia sintomatologia. In alcuni casi, soprattutto se l’assunzione saltuaria diviene particolar mente frequente, possono recidivare alcune alterazioni degli esami di labora torio in particolare degli anticorpi antigliadina e antiendomisio che vengono comunemente utilizzati anche per lo screening della malattia nei familiari. E’ invece la mucosa intestinale che sembra risentire maggiormente dell’assunzio ne saltuaria di glutine. Infatti nella maggior parte dei pazienti che assumono saltuariamente glutine l’esperienza clinica ci insegna che si mantengono carat teri di attività del morbo celiaco alla biopsia intestinale. La biopsia intestinale con l’esame al microscopio è quindi l’indagine più sensibile per evidenziare la rilevanza della adesione nel tempo alla dieta, qualora vi siano dubbi da parte del paziente o del medico. Poiché è noto che nei pazienti con malattia celiaca in fase di attività vi è un rischio aumentato di neoplasia del piccolo intestino e della comparsa di malattie autoimmuni, vi è motivazione a seguire la sospensione del glutine dalla dieta in modo scrupoloso. A questo riguardo è noto che visite specialisti che periodiche, un buon rapporto medico-paziente e la frequentazione di asso ciazioni di pazienti costituiscono i migliori fattori motivanti. La seconda domanda in ordine di frequenza era la seguente: “Gli esami del sangue devono farli tutti i miei familiari?” La domanda evidenzia come l’esperienza dello screening nei familiari stia divenendo una realtà. E’ infatti esperienza comune che fino al 10% dei familiari di primo grado di pazienti celiaci può essere affetto da Morbo Celiaco spesso con pochi sintomi. Il consiglio è quindi che tutti i familiari di primo grado di pazienti affetti da Morbo Celiaco si sottopongano a test di screening con esami di laboratorio (almeno anticorpi antigliadina e antiendomisio) per evidenziare un’eventuale celiachia occulta. E’ opinione dell’autore che nel dubbio diagnostico anche i familiari con test negativi dovrebbero avere un colloquio con il Medico Curante per valutare la necessità di eseguire una biopsia intesti nale in base a giudizio clinico (presenza di anemia, osteoporosi in età precoce, infertilità, ecc.). I familiari che mostrano quadro di laboratorio suggestivo per Morbo Celiaco dovrebbero sottoporsi a biopsia intestinale anche in presenza di quadro clinico che in passato si riteneva escludere la celiachia per definizio ne (stipsi, età avanzata, obesità in grado lieve). Tale indicazione è motivata dall’esperienza dell’autore e dalla letteratura scientifica internazionale. La terza domanda più frequente è stata la seguente: “La celiachia gua risce?” In passato si riteneva che il Morbo Celiaco potesse in alcuni casi guari re. La diagnosi della malattia era quasi esclusiva dell’età pediatrica, veniva posta spesso solo basandosi sui sintomi e sull’effetto positivo conseguente alla sospensione del glutine dalla dieta. Il glutine veniva quindi reintrodotto (cd 32 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia test di scatenamento) e, in assenza di recidiva dei sintomi, si riteneva che il Morbo Celiaco fosse guarito. A conferma di quanto questa opinione fosse radicata, vi sono a tutt’oggi alcune strutture sanitarie in Italia che richiedono ai celiaci una certificazione specialistica annuale di Morbo Celiaco per conferma re la prescrizione a carico del SSN degli alimenti aglutinati. E’ necessario con siderare che in età pediatrica si può manifestare un’intolleranza reversibile al glutine, non celiachia, spesso però non distinguibile clinicamente. Tale patolo gia, sconosciuta in età adulta, giustifica verosimilmente i casi di celiachia “gua rita” riportati in passato nella Letteratura Pediatrica. Numerosi studi hanno purtroppo chiarito che il Morbo Celiaco non guarisce e l’astensione dal glutine va mantenuta per tutta la vita. BIBLIOGRAFIA G. CHIARONI: Morbo Celiaco dell’Adulto in Il Morbo Celiaco: storia di un inte stino in crescita: G. Chiaroni, P. Matti, L. Tatò Eds, Euromaster SRL, Verona 1999, pp 15-20. GR. CORAZZA , F. BIAGI, BRUSCO G., ET AL . La Malattia Celiaca nell’Adulto: Epidemiologia, Presentazione, Diagnosi e Trattamento. Gastroenterology International 1994; 5:99-109. Giuseppe Chiaroni, Divisione di Riabilitazione Gastroenterologica, C.O.C. Valeggio sul Mincio 33 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia 34 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia 3 Lo screening della celiachia: a che punto siamo? STEFANO MARTELOSSI L’opportunità di effettuare screening di popolazione per la malattia celiaca deriva dalle nuove conoscenze sulla malattia che sono state acquisite negli ultimi dieci anni, in particolare le acquisizioni che la malattia celiaca è una malattia frequente (prevalenza di 1:200-1:100), che le manifestazioni cliniche possono essere anche extraintestinali e sfumate e che il celiaco non ricono sciuto (che quindi non è in dieta senza glutine) è a maggior rischio di sviluppa re patologia nell’età adulta (sia nutrizionali che ti tipo autoimmune) e che tale rischio si riduce con la dieta senza glutine. Ma che cos’è lo screening? Effettuare uno screening significa molto sem plicemente “passare al setaccio” la popolazione, in sanità, per individuare una patologia. E’ difficile trovare una malattia in cui, veramente, ci siano tutte le motivazioni per fare uno screening. Le regole sono molte: la malattia deve avere una prevalenza elevata e/o una morbilità importante, deve cioè essere frequente nella popolazione e/o essere molto grave, con importanti ripercussioni sulla salute, deve avere uno stadio asintomatico (o con sintomi di difficile individuazione) e deve essere reversibile con l’inizio della terapia: è inutile infatti fare uno screening su una malattia che non si possa curare. La malattia inoltre deve avere un costo elevato, oltre che sanitario, an che sotto il profilo economico. Ci deve essere un efficace intervento terapeutico e nella celiachia l’ade sione alla dieta è un elemento fondamentale della terapia; ci devono inoltre essere test sensibili e specifici, accettabili da parte della popolazione, rapidi e facili da eseguire e con dei costi ragionevoli (in definitiva dei test che costino poco, facili da eseguire e non invasivi, in grado di individuare precisamente la malattia). Ciò significa che nessun individuo con celiachia deve essere perso dal programma di screening, ma significa anche che non possiamo fare la biopsia intestinale (che è l’esame definitivo per la conferma della diagnosi) a tutti, ma è, forse, possibile fare a tutti l’esame del sangue. La celiachia ha una prevalenza elevata. E’ questo un punto su cui la 35 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia letteratura è ormai concorde: in tutto il mondo dove sono stati fatti dei program mi di screening e di ricerca, la prevalenza della celiachia va da un minimo di 1 a 100 (ma fino a 1:80) ad 1 a 200, questo ovunque, anche negli Stati Uniti dove la celiachia “non esisteva”. Infatti negli avanzati Stati Uniti c’era l’abitudi ne di trattare tutti i bambini sotto i due anni con diarrea con una dieta senza latte e glutine; successivamente alla reintroduzione del glutine in molti casi la diarrea non si ripresentava (il malassorbimento è una caratteristica prevalen temente dei primi anni di vita mentre poi la celiachia può più frequentemente presentarsi in forma extraintestinale), per cui molti casi venivano persi. In secondo luogo va rilevato che la celiachia non ha una presentazione clinica uniforme e l’espressione “gastrointestinale” è relativamente rara. Que sto è un fatto molto importante perché se la celiachia si presentasse sempre con la diarrea, non avrebbe alcun senso fare un test di screening a tutta la popolazione ma dovrebbe essere fatto a tutti coloro che hanno la diarrea (e che probabilmente si rivolgerebbero alle strutture sanitarie spontaneamente). Purtroppo non è così: la diarrea è rara, ci sono invece altri sintomi di malassorbimento che possono essere la distensione addominale, la pirosi, l’ane mia sideropenica, l’osteopenia e a anche l’aumento rischio di nascite di neona ti con basso peso alla nascita e l’aumentato rischio di aborti spontanei, che possono sottendere una celiachia. Vi sono poi altre manifestazioni cliniche che non sono legate al malassorbimento “immunomediate” e che sono quelle delle malattie autoimmuni. E’ questo un nuovo filone di ricerca della malattia celiaca, la quale si associa molto frequentemente ad altre malattie autoimmuni. Una per tutte: la dermatite erpetiforme è la celiachia della pelle ed è nota la sua “associazione” con la celiachia da molto tempo. Se noi facciamo la biopsia intestinale in tutti i pazienti con la dermatite erpetiforme, osserviamo che il 70 90% ha la classica atrofia della mucosa (danno istologico), tutti hanno gli anticorpi specifici della celiachia (anticorpi antiendomisio=EMA) e tutti rispon dono alla diete senza glutine. Come per la dermatite erpetiforme esistono altre manifestazioni extraintestinali che devono far sospettare la presenza di una celiachia: ipertransaminasemia isolata, stomatite aftosa recidivante, alopecia; anche que sta patologia è (come la dermatite erpetiforme) completamente reversibile con l’inizio della dieta aglutinata. Esiste poi la forte associazione tra celiachia e patologia autoimmune, tra quelle patologia in cui il nostro sistema immunitario “impazzisce” e rivolge i suo meccanismi di difesa contro il proprio organismo (diabete insulino dipendente, artrite reumatoide, tiroiditi, ecc.). Ebbene esistono delle evidenze di come l’aumentato rischio di patologia autoimmune nel celiaco sia legato al tempo di esposizione al glutine. Se noi prendiamo tre gruppi di soggetti, un gruppo di soggetti non celiaci, un gruppo di celiaci e un altro gruppo composto da pazienti con un’altra malat tia a probabile patogenesi autoimmune, tutti con età attuale uguale (dai venti ai 36 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia trent’anni) e raffrontiamo la prevalenza di patologia autoimmune tra i tre gruppi vediamo come il 13,8% dei celiaci abbiamo un’altra patologia autoimmune, prevalenza simile a quella dei soggetti con morbo di Crohn e molto più elevata rispetto alla popolazione generale. Ma se ora noi dividiamo i soggetti celiaci a seconda dell’anno della dia gnosi (e quindi indirettamente secondo gli anni di dieta libera) vediamo come i soggetti con diagnosi sotto i due anni di vita abbiano una prevalenza di patolo gia autoimmune simile a quella della popolazione generale e come invece i pazienti con diagnosi dopo i 20 anni presentino una malattia autoimmune in un caso su 4. Questi dati indicherebbero come esista una relazione precisa tra anni di consumo di glutine e rischio di patologia autoimmune (il rischio di patologia autoimmune è legato alla durata del consumo di glutine). La patologia autoimmune associata non pare essere reversibile con l’inizio della dieta aglutinata, l’unico modo di prevenirla sarebbe allora quello di fare una diagnosi precoce e di impedire in questo modo che la patologia autoimmune glutine-correlata si manifesti. Inoltre il soggetto celiaco che non segue la dieta aglutinata (perché non diagnosticato) ha un rischio 77 volte maggiore della popolazione generale di linfoma intestinale ed un rischio circa triplicato di altra patologia tumorale del l’apparato gastrointestinale. Tale rischio ritorna nella norma con la dieta. Quindi, oltre che per i tumori - rischio peraltro difficilmente calcolabile - la necessità di migliorare la capacità diagnostica dei pediatri e dei medici generi ci, nasce dall’esame delle conseguenze del malassorbimento e dall’attivazione dell’autoimmunità, che coivolge praticamente tutti gli organi e apparati, ridu cendo la qualità della vita dei celiaci, sia prima che dopo la diagnosi, visto che, in molti casi, i danni non possono essere completamente riparati. La dieta è una terapia certa e noi sappiamo che con la stessa il celiaco risolve completamente tutti i problemi e le complicanze “nutrizionali” ma molto probabilmente, se la diagnosi viene fatta precocemente, anche quelle di tipo autoimmune. Bisogna però tener presente che, come dice la letteratura, il 50% dei pazienti non fa una dieta ben fatta. Tuttavia bisogna considerare che le prescrizioni dietetiche di venti anni fa provenivano da una cultura della celiachia molto diversa da quella di oggi, quando il medico pediatra pensava che la celiachia potesse guarire e non sapeva certo del rischio di tumori, del rischio di autoimmunità e delle molte complicanze nutrizionali. Il modo quindi in cui la diagnosi veniva fatta e con cui veniva presentata la dieta era diverso. Ora con le nuove conoscenze la pre scrizione alla dieta deve essere molto più precisa e questo non potrà che portare ad una migliore compliance da parte del paziente, anche se mancano ancora gli studi prospettici che dimostrano tutto questo. Ritorniamo agli screening. Sembrerebbe che la celiachia sia una malat 37 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia tia che possieda tutti i requisiti per essere “setacciata”, ma come può essere condotto uno screening e che cosa è stato già fatto? I due screening più fattibili per la celiachia sono quello sierologico e quello clinico-sierologico. In altre parole, o si stabilisce di sottoporre tutta la popolazione a screening o si stabilisce di fare lo screening solo a gruppi di popolazione individuati come a rischio. Sia gli screening di popolazione (storico quello di Catassi in cui 17.000 ragazzi delle scuole medie inferiori sono stati sottoposti a screening sierologico con anticorpi antiglutine e antiendomisio, con un riscontro di prevalenza di 1:184), che quello su gruppi a rischio (studio di medical pratictioner inglesi con 3% di celiachia su gruppo a rischio; studio pediatri di base vicentini con 7,5%) sono stati eseguiti con buoni risultati. Peraltro ora abbiano a disposizione un nuovo test sierologico, gli anticorpi antitransglutaminasi (anti-tTG) che hanno dimostrato di possedere una sensi bilità migliore dei pur ottimi anticorpi antiendomiso, che erano stati utilizzati fino ad ora per eseguire gli screening sierologici ed individuare i soggetti da sotto porre a biopsia intestinale. Inoltre la tecnica di individuazione di questi anticorpi è molto più sicura ed economica (test ELISA) rispetto alla tecnica di immunoflorescenza degli EMA. Ma allora quali sono ancora i dubbi sulla necessità di uno screening sierologico? Innanzitutto l’età in cui lo screening dovrebbe essere effettuato: l’età ideale sarebbe quella dei due anni; dopo, infatti, abbiamo visto come aumenta il rischio di malattie autoimmuni. Ma, se io sottopongo un bambino a screening sierologico a due anni di vita e risulta (EMA o anti-tTG) negativo, posso dire – con certezza – che non sarà mai celiaco? No. Questo la letteratura non ce lo assicura. Non lo è ma potrebbe esserlo e quindi non c’è la certezza. Forse gli antitransglutaminasi potranno essere test migliori. Su questo dato non abbiamo una risposta precisa, sappiano solo che sono più sensibili: soggetti celiaci EMA negativi, sono anti-tTG positivi. Un’ultima considerazione: il reale miglioramento della qualità di vita. E’ certo che nella nostra società la dieta aglutinata, soprattutto per un soggetto diagnosticato nell’età adulta, può portare a delle reali difficoltà di relazione. E’ importante quindi che la conoscenza della celiachia sia diffusa il più possibile per permettere che l’uno per cento della popolazione affetta da celiachia pos sa condurre una vita normale (mense e ristoranti, prodotti senza glutine nel supermercato), in attesa che l’ingegneria genetica (che ci sta lavorando) crei un glutine modificato non “tossico” per il celiaco. Vi lascio con una ricetta, provatela: 300 gr. di farina di riso glutinoso (che si trova nei negozi di macrobiotica), 150 gr. di fecola di patate, 150 gr di amido di mais, 5 uova intere. Questi gli ingredienti per preparare gli spaghetti. Se non 38 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia si mettono le uova e si aggiunge il lievito, si può fare una specie di pane e, con l’aggiunta dello zucchero, si possono preparare dei dolci. Questa ricetta è stata testata in maniera scientifica. A venti ragazzi non celiaci sono stati fatti assaggiare – ad occhi chiusi – due tipi di pasta (un tipo di pasta tradizionale ed uno di pasta fatto con questa ricetta). E’ stato chiesto loro quale fosse la pasta migliore: metà hanno scelto la pasta preparata con questa ricetta. Stefano Martelossi, Pediatra Gastroenterologo, Ospedale Burlo Garofalo, Trieste 39 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia 40 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Appendice: a) Statuto dell’Associazione Italiana Celiachia - Trentino b) Attività dell’Associazione Italiana Celiachia - Trentino c) Parere dell’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari circa la possibilità di conservare mediante congelamento il pane per bambini celiaci che frequentano le mense scolastiche d) Protocollo Comprensorio della Vallagarina per la somministrazione di pasti a favore dei soggetti celiaci frequentanti le mense scolastiche e) Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti dietetici. Modalità di erogazione e limiti quantitativi. 41 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia a) Statuto dell’Associazione Italiana Celiachia - Trentino Articolo 1 Denominazione e sede 1. E’ costituita l’associazione di volontariato denominata “Associazione Italiana Celiachia - Trentino”, in breve denominabile “A.I.C. - Trentino”. 2. A.I.C. - Trentino è socia dell’associazione federativa nazionale denominata “Associazione Italiana Celiachia – Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale”, in breve denominabile “A.I.C. Associazione Italiana Celiachia – ONLUS” (di seguito indicata come “Associazione Nazionale”). 3. A.I.C. - Trentino applica le regole dello statuto dell’Associazione Nazionale, per quanto non previsto dal presente statuto. 4. Il presidente dell’A.I.C. - Trentino (di seguito “Associazione”), o suo delega to, partecipa all’Assemblea dell’Associazione Nazionale. 5. L’Associazione ha sede legale in Mori (TN) in via Gerole 15/C ed opera su tutto il territorio della provincia di Trento. La sede legale può essere trasferita in altro comune solo con una delibera dell’Assemblea straordinaria dei soci, e ciò comporterà modifica dell’attuale statuto; il Consiglio Direttivo può deliberare il trasferimento della sede all’interno dei confini comunali, senza che ciò comporti la modifica dello statuto; i soci devono essere tempestivamente informati del trasferimento della sede. Articolo 2 Natura e Limiti 1. L’Associazione è disciplinata dal presente statuto ed agisce nei limiti dei principi generali dell’ordinamento giuridico, della legge n. 266 del 1991 nonché delle altre leggi statali e provinciali. 2. L’Assemblea potrà approvare un regolamento per disciplinare, in armonia con lo statuto, ulteriori aspetti relativi al funzionamento e all’attività dell’As sociazione. Articolo 3 Statuto 1. Lo statuto vincola alla sua osservanza gli aderenti all’Associazione. 2. Il presente statuto può essere modificato con deliberazione dell’Assemblea straordinaria a maggioranza di due terzi dei componenti. 42 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Articolo 4 Finalità e Attività 1. L’Associazione ha struttura democratica e non ha scopo di lucro; persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale nel campo dell’assistenza so ciale, sociosanitaria, della ricerca scientifica e della beneficenza a favore di soggetti affetti da celiachia o da dermatite erpetiforme. 2. L’Associazione, in particolare, persegue il predetto scopo tramite lo svilup po delle attività atte a: - promuovere l’assistenza alle persone affette da celiachia o da dermatite erpetiforme, nonché l’istruzione e l’educazione delle dette persone e delle loro famiglie in relazione alle dette patologie, erogando a tal fine appositi servizi informativi; - ideare, organizzare e realizzare iniziative in ambito provinciale a favore delle persone affette da celiachia o da dermatite erpetiforme; - svolgere attività di consulenza e sostegno ai soci nel trattare le problematiche connesse alla celiachia e alla dermatite erpetiforme; - sensibilizzare le strutture politiche, amministrative e sanitarie, al fine di migliorare l’assistenza ai pazienti affetti da dette patologie; - promuovere la ricerca scientifica sui problemi posti dalle sopra dette patologie; - effettuare indagini sulla diffusione di tali patologie in Trentino e sul rela tivo indice; - promuovere rapporti con associazioni mediche provinciali, nazionali ed internazionali e con ogni altra istituzione avente scopi e/o programmi analoghi ai propri; - diffondere l’informazione e l’istruzione della classe medica e paramedi ca circa le possibilità diagnostiche e terapeutiche, erogando a tal fine appositi servizi informativi; - fare opera di sensibilizzazione, anche con l’utilizzo dei mezzi informativi di massa, sulle tematiche legate alle suddette patologie, affinché, attra verso una conoscenza più diffusa, da un lato se ne possa rilevare l’ef fettiva diffusione, dall’altro si riesca a migliorare la qualità della vita anche di quanti ignorano di esserne affetti. 3. L’Associazione non può svolgere attività diverse da quelle sopraelencate ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse, quali, tra le altre, convegni, congressi, corsi di studio, comitati scientifici, seminari e simili. 4. Per una più funzionale, efficiente ed efficace organizzazione delle proprie attività l’Associazione potrà costituire apposite commissioni di lavoro. 43 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Articolo 5 Aderenti 1. Possono aderire all’Associazione persone affette da celiachia o da dermatite erpetiforme, nonché tutte le persone che, mosse da spirito di solidarietà, ne condividono le finalità. 2. L’ammissione è deliberata, su domanda del richiedente, dal Consiglio Direttivo. 3. L’aderente all’Associazione che contravviene ai doveri stabiliti dallo statuto può essere escluso dall’Associazione, con delibera del Consiglio Direttivo presa a maggioranza assoluta dei suoi membri. 4. Tutti gli associati sono tenuti al pagamento di una identica quota annuale, da versarsi nella misura e con le modalità deliberate del Consiglio Direttivo. 5. Il diritto al voto nell’Assemblea spetta a tutti gli associati in regola con il pagamento della quota associativa. Articolo 6 Diritti dei Soci 1. Gli associati hanno diritto di partecipare alle attività dell’Associazione con piena parità. 2. I soci hanno diritto ad eleggere gli organi dell’Associazione e ad essere informati sulle attività della stessa. 3. Gli aderenti hanno diritto di essere rimborsati delle spese effettivamente sostenute per l’attività prestata, entro i limiti stabiliti dal Consiglio Direttivo. Articolo 7 Doveri dei Soci 1. Gli aderenti all’Associazione devono svolgere la propria attività in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro. 2. Gli associati sono obbligati all’osservanza dell’atto costitutivo e dello statu to, dell’eventuale regolamento interno e delle deliberazioni adottate dai com petenti organi sociali in conformità alle norme statutarie. 3. Il comportamento verso gli altri soci e verso l’esterno dell’Associazione deve essere animato da spirito di solidarietà ed attuato con correttezza e buona fede. 44 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Articolo 8 Organi 1. Gli organi dell’Associazione sono: l’Assemblea, il Consiglio Direttivo, il Pre sidente, il Collegio dei Revisori dei Conti e il Collegio dei Probiviri. 2. Le cariche sociali sono svolte a titolo gratuito. Articolo 9 Assemblea 1. L’Assemblea è composta da tutti gli aderenti all’Associazione ed è presie duta dal Presidente dell’Associazione. Si riunisce in sessioni ordinarie e straordinarie. 2. L’Assemblea ordinaria si riunisce almeno una volta all’anno, entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale, per l’approvazione del bilancio. 3. L’Assemblea straordinaria si riunisce quando le deliberazioni riguardano: a. la modifica dello statuto; b. lo scioglimento dell’Associazione e la devoluzione del patrimonio. 4. L’Assemblea, tanto ordinaria che straordinaria, può essere convocata su richiesta di un quinto degli aderenti. 5. Il Presidente convoca l’Assemblea con avviso scritto ai soci inviato almeno 10 (dieci) giorni prima della riunione. L’avviso deve contenere l’ordine del giorno, il luogo e l’orario sia della prima sia della seconda convocazione. 6. All’inizio di ciascuna riunione dell’Assemblea, il Presidente nomina un se gretario per la redazione del verbale. Articolo 10 Validità dell’Assemblea 1. L’Assemblea ordinaria è validamente costituita, in prima convocazione, con la presenza della maggioranza degli aderenti; in seconda convocazione, con qualsiasi numero di soci presenti. 2. L’Assemblea ordinaria delibera a maggioranza di voti dei presenti. 3. Per le deliberazioni dell’Assemblea straordinaria è richiesta l’approvazione a maggioranza di due terzi dei componenti. 4. Ogni socio può essere delegato a rappresentare un solo altro socio in Assemblea. 45 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Articolo11 Compiti dell’Assemblea 1. L’Assemblea dei soci: - approva il bilancio dell’Associazione; - delibera gli indirizzi generali dell’Associazione; - elegge i membri del Consiglio Direttivo, del Collegio dei Revisori dei Conti e del Collegio dei Probiviri; - nomina i membri del Comitato Scientifico e ne stabilisce il numero, le funzioni, gli obiettivi e la durata in carica; - approva l’eventuale regolamento per la disciplina di determinati aspetti relativi al funzionamento e all’attività dell’Associazione; - delibera le modifiche dello statuto; - delibera lo scioglimento dell’Associazione e la devoluzione del patrimo nio. 2. Delle riunioni dell’Assemblea viene redatto un verbale sottoscritto dal Presi dente e dal segretario verbalizzante. Articolo 12 Composizione del Consiglio Direttivo 1. Il Consiglio Direttivo è composto da un minimo di 5 (cinque) ad un massimo di 7 (sette) membri, eletti dall’Assemblea tra gli aderenti. 2. Alle riunioni del Consiglio Direttivo può partecipare, in via consultiva, il pre sidente del Collegio dei Revisori dei Conti. Su espressa chiamata, sono ammessi a partecipare in via consultiva alle riunioni del Consiglio Direttivo: - il presidente del Collegio dei Probiviri; - il presidente del Comitato Scientifico; - i coordinatori delle commissioni di lavoro; - qualsiasi persona che per competenze o compiti scientifici o amministra tivi sia stato invitato in considerazione dei temi trattati 3. I membri del Consiglio Direttivo durano in carica 3 (tre) anni e sono rieleggibili. 4. Il Consiglio Direttivo elegge nel suo seno il Presidente e il Vicepresidente e può, se lo ritiene necessario, nominare persone anche esterne all’Associa zione e ai suoi soci per affidare loro gli incarichi necessari ad una corretta gestione della vita amministrativa dell’Associazione, affinché possano rico prire i ruoli di segretario e di tesoriere. 5. A sostituire il consigliere che è venuto a mancare per una qualsiasi causa è chiamato dal Consiglio Direttivo il primo dei non eletti. I membri così nomi nati resteranno in carica fino alla scadenza del mandato dei membri sostitu iti. 46 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Articolo 13 Funzionamento del Consiglio Direttivo 1. Le riunioni del Consiglio Direttivo sono convocate dal Presidente, di sua iniziativa o su richiesta di almeno 3 (tre) consiglieri e comunque non meno di una volta ogni 3 (tre) mesi. 2. Le riunioni del Consiglio Direttivo sono tenute presso la sede dell’Associa zione o in altro luogo indicato nell’avviso di convocazione. 3. Le convocazioni del Consiglio Direttivo saranno effettuate a mezzo lettera o altra comunicazione equipollente (telefax - telegramma - posta elettroni ca) da inviarsi ai consiglieri almeno 7 (sette) giorni prima della data fissata per l’adunanza, con l’indicazione degli argomenti da trattare, del luogo e della data in cui si terrà la riunione. 4. Le riunioni del Consiglio Direttivo sono validamente costituite con la pre senza di almeno la metà più uno dei suoi membri; le deliberazioni del Con siglio vengono prese con il voto favorevole della maggioranza dei presenti; in caso di parità prevale il voto del Presidente. 5. Delle riunioni del Consiglio Direttivo viene redatto un verbale sottoscritto dal Presidente e dai consiglieri. Articolo 14 Compiti del Consiglio Direttivo 1. Il Consiglio Direttivo è l’organo esecutivo dell’Associazione. Ha tutte le fa coltà e i poteri necessari per il conseguimento dei fini dell’Associazione e per la gestione ordinaria e straordinaria della stessa che non siano dalla legge o dallo statuto espressamente riservati all’Assemblea. 2. Il Consiglio Direttivo può delegare alcune specifiche funzioni o incarichi al Presidente, a consiglieri, a soci o anche a terzi, determinando i limiti di tale delega. 3. Il Consiglio Direttivo, in tempo utile per convocare l’Assemblea ordinaria, deve esaminare il rendiconto da sottoporre all’approvazione dell’Assem blea corredandolo di apposita relazione sull’attività svolta durante l’eserci zio, nonché il preventivo relativo all’esercizio successivo. Articolo 15 Presidente 1. Il Presidente dell’Associazione è eletto dal Consiglio Direttivo tra i suoi componenti. 2. Il Presidente dura in carica 3 (tre) anni ed è rieleggibile. 47 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia 3. Il Presidente è il rappresentante legale dell’Associazione e compie tutti gli atti giuridici che impegnano l’organizzazione. 4. In caso di assenza o impedimento è sostituito dal Vicepresidente. Articolo 16 Risorse Economiche 1. Le risorse economiche dell’organizzazione sono costituite da: a. beni, immobili e mobili, donazioni e lasciti; b. quote sociali e contributi degli aderenti; c. contributi di privati o di enti pubblici; d. rimborsi derivanti da convenzioni; e. entrate derivanti da attività commerciali e produttive marginali. Articolo 17 Bilancio e Avanzi di Gestione 1. L’esercizio sociale coincide con l’anno solare. 2. Il bilancio consuntivo contiene tutte le entrate e le spese relative all’eserci zio sociale; il bilancio preventivo contiene le previsioni di spesa e di entrata per l’esercizio successivo. 3. Il bilancio viene elaborato dal Consiglio Direttivo e sottoposto all’Assem blea per l’approvazione. 4. L’Associazione ha l’obbligo di impiegare gli utili e gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad essa direttamente connesse. Articolo 18 Durata Associazione 1. La durata dell’Associazione è stabilita fino al 31 dicembre 2100 (duemilacento). Essa potrà essere prorogata con delibera dell’Assemblea straordinaria. Articolo19 Scioglimento 1. Lo scioglimento dell’Associazione deve essere deliberato dall’Assemblea straordinaria. 48 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia 2. In caso di scioglimento i beni saranno devoluti ad altra organizzazione di volontariato operante in settore analogo. Articolo 20 Collegio dei Revisori del Conti 1. Il Collegio dei Revisori dei Conti si compone di tre membri effettivi e di due supplenti, eletti dall’Assemblea. I membri supplenti subentrano in ogni caso di cessazione di un membro effettivo. I membri effettivi eleggono al loro interno un presidente. 2. L’incarico di Revisore dei Conti è incompatibile con qualsiasi altra carica nell’Associazione e può essere ricoperto anche da persone non apparte nenti all’Associazione stessa. 3. Per la durata in carica e la rieleggibilità valgono le norme dettate nel pre sente statuto per i membri del Consiglio Direttivo. 4. Il Collegio dei Revisori dei Conti svolge il controllo sulla amministrazione dell’Associazione e sulla gestione dei fondi, verifica il bilancio, vigila sul l’osservanza delle disposizioni normative. 5. Il presidente o un suo delegato può partecipare al Consiglio Direttivo, espri mendo pareri consultivi. Articolo 21 Collegio dei Probiviri 1. Il Collegio dei Probiviri è composto da tre membri, eletti dall’Assemblea tra i soci, che al loro interno eleggono un proprio presidente, il quale potrà, se chiamato, prendere parte alle riunioni del Consiglio Direttivo. 2. L’incarico di membro del Collegio dei Probiviri è incompatibile con qualsiasi carica nell’Associazione. 3. Il Collegio dei Probiviri ha la funzione di dirimere, inappellabilmente, even tuali controversie che possono sorgere tra i soci, oppure tra i soci e il Con siglio Direttivo; lo svolgimento di tali funzioni avviene nell’ambito delle disposizioni relative all’arbitrato irrituale. Articolo 22 Comitato Scientifico 1. Il Comitato Scientifico è composto da un numero variabile di membri, esperti nel campo della celiachia e della dermatite erpetiforme. I membri del Comi tato Scientifico, nominati dall’Assemblea dei soci, eleggono al loro interno 49 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia un presidente che potrà, se chiamato, prendere parte alle riunioni del Con siglio Direttivo. Articolo 23 Rinvio 1. Per quanto non previsto dal presente statuto si applicano le norme del codice civile (che regolano le associazioni non riconosciute) e le altre leggi in vigore. 50 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia b) Attività dell’Associazione Italiana Celiachia - Trentino L’Associazione è nata il 30 maggio 1987, come Sezione di Trento dell’Associazione Italiana per la Celiachia, iniziativa partita da un gruppo di genitori di bambini affetti da intolleranza al glutine e da un gruppo di medici sensibili a questa patologia. Il 4 marzo 2000 si è costituita l’Associazione Italiana Celiachia - Trentino, federata all’Associazione Nazionale. Consiglio Direttivo: Presidente Maria Tomasini Vice presidente Emilio Pontillo Tesoriera Dina Pomella Segretaria Rosanna Giramonti Consigliere Paola Bellini Consigliere Franco Tonus Consigliere Antonella Bernardi Referenti Commissioni: Comm. sviluppo Maria Tomasini Comm. Eucarestia Emilio Pontillo Comm. Farmaci M. Teresa Mutalipassi Comm. Ristorazione e lab. artigianali Franco Tonus Scuole alberghiere Paola Bellini Comm. Giovani Antonella Bernardi Comm. Informazione Rosanna Giramonti Comm. Internet Mario Giacomozzi Attività: 1. Corso cucina senza glutine per soci, ristoratori e pizzaioli 2. Promozione corsi di aggiornamento sulla cucina senza glutine con le scuole alberghiere 3. Confronto e svolgimento di attività teorico-pratiche con dietiste che lavorano sul territorio provinciale 4. Rapporto con l’Assessorato Provinciale alla Politiche Sociali e alla Salute 5. Convegni scientifici 6. Incontri, organizzati insieme ai gastroenterologi, per sensibilizzare e informare i medici di base nei vari distretti sanitari 7. Attività di informazione e di consultazione 8. Rapporto con l’Azienda Sanitaria e le Ditte di prodotti dietoterapeutici Gluten free 9. Rapporto con la Diocesi per l’Eucarestia senza glutine 10. Rapporto con i mass-media. 51 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Segreteria: A.I.C. Trentino Via Bolghera 9, 38100 Trento Tel. 0461 391553 e.mail: [email protected] 52 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia c) Parere dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari circa la possibilità di conservare mediante congelamento il pane per bambini celiaci che frequentano le mense scolastiche Il Settore Igiene Pubblica del Distretto della Vallagarina con nota di prot. 305.2000 di data 19.12.2000 ha fatto presente che l’Associazione Italiana Celiachia - Sezione di Rovereto chiede una deroga ai protocolli di conservazione contenuti nei Piani di Autocontrollo attualmente in uso nelle mense scolastiche limitatamente alla conservazione del pane privo di glutine, indispensabile alla dieta dei bambini affetti da celiachia. In particolare l’Associazione, al fine di garantire caratteristiche organolettiche accettabili chiede che, limitatamente al pane privo di glutine, fornito dai genitori, sia possibile presso le mense di ristorazione scolastica la conservazione mediante congelamento. Preso atto della richiesta dell’Associazione Italiana Celiachia - Sezione di Rovereto e considerato che essa mira a garantire al bambino un prodotto con caratteristiche organolettiche migliori, si dà parere favorevole sulla possibilità di conservazione mediante congelamento presso le mense di ristorazione scolastica di pane privo di glutine fornito dai genitori. A tal fine si ritiene necessario e sufficiente che: - vi sia una formale richiesta dei genitori all’Ente Gestore della mensa; - il pane privo di glutine fornito dai genitori venga conservato a - 18°C in sacchetti o contenitori per alimenti con l’indicazione del prodotto (pane senza glutine), del nome del bambino a cui è destinato, nonchè della data di congelamento. L’Ente Gestore della mensa farà menzione della procedura di conservazione di questo tipo di pane nel proprio Piano di Autocontrollo, allegando la richiesta dei genitori e prevedendo nel Piano stesso il periodo massimo di conservazione previsto (per garantire un rapido turn-over del prodotto è bene prevedere un periodo relativamente breve, per esempio otto giorni) e che il riscaldamento del pane avvenga immediatamente prima della sua somministrazione. Il parere favorevole espresso è riferito alla specifica problematica affrontata e non può essere esteso ad altri alimenti o fattispecie, anche simili, che devono essere eventualmente esaminati caso per caso. Trento, 12 gennaio 2001 Il Responsabile Unità Operativa Igiene Pubblica Dott. Valter Carraro 53 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia d) Protocollo del Comprensorio della Vallagarina per la somministrazione di pasti a favore dei soggetti celiaci frequentanti le mense scolastiche Premesso che il Comprensorio Vallagarina, in base alle disposizioni recate dall’art. 5 della L.P. 30/78 e successive modifiche ed integrazioni, gestisce a mezzo ditta specializzata su tutto il territorio il servizio di confezionamento dei pasti per gli studenti delle scuole elementari e medie, presso le mense messe a disposizione dai Comuni; Considerato che la celiachia è una condizione caratterizzata da intollerenza permanente al glutine, proteina contenuta in molti cereali: grano, segale, orzo, avena, farro, spelta, Kamut, triticale e sorgo. L’unica terapia della celiachia è la “dieta priva di glutine” che dovrà essere seguita rigorosamente per tutta la vita. E’ opportuno ricordare che anche piccole tracce di glutine possono causare un danno alla mucosa intestinale, anche se assunte per brevi periodi. Rilevato che è di fondamentale importanza per le persone celiache che usufruiscono del servizio mensa, avere l’attenzione necessaria verso il problema dietetico sia da parte dell’Ente che gestisce le mense scolastiche sia di coloro che contribuiscono alla sua realizzazione, nel rispetto di alcune norme igieniche (per evitare la contaminazione dei prodotti) e dell’assolvimento rigoroso del “bisogno alimentare” da parte dei gestori. - - - - A fronte di quanto sopra si stabilisce quanto segue: i prodotti privi di glutine reperibili in farmacia e forniti dalla famiglia, possono essere conservati nel rispetto delle norme igieniche, applicando il D.L. 26.5.1997 n. 155, art.9 All.1, Cap. 1, comma d) ad eccezione del pane; per la conservazione del pane, si applica quanto previsto dalla lettera prot. 6.08/1803/IP/00 dd. 12.01.2001 del Responsabile dell’Unità Operativa Igiene Pubblica dell’Azienda Provionciale per i Servizi Sanitari di cui si allega copia; lo stoccaggio delle derrate alimentari dovrà essere effettuato nella dispensa, su ripiani preferibilmente alti e lontani da fonti contaminanti; altri alimenti come, prosciutto cotto, farina di mais, devono essere rigorosamente senza glutine, altrimenti si dovranno fornire alimenti alternativi quali speck o prosciutto crudo e comunque nel rispetto dei menù già predisposti; tutte le pietanze saranno confezionate espresse; padelle, mestoli, colapasta e i vari contenitori necessari sia per la preparazione che per il trasporto del cibo, saranno usati esclusivamente per i cibi senza glutine; 54 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia - il certificato medico attestante la malattia celiaca sarà presentato una sola volta al Servizio Istruzione del Comprensorio. Il Comprensrio valuterà la possibilità di introdurre prodotti senza glutine, reparibili sul libero mercato proposti dal Prontuario dell’Associazione Italiana Celiachia. L’Associazione Italiana Celiachia - Trentino - si impegna a collaborare con il Comprensorio della Vallagarina, con la ditta appaltatrice del servizio e l’A.P.S.S., dando consulenza scientifica, materiale informativo e disponibilità ad eventuali corsi di aggiornamento per cucina senza glutine. Nella spirito del protocollo d’intesa potranno essere definite ulteriori modalità di intervento. Rovereto, 29 marzo 2001 La Presidente dell’Associazione Italiana Celiachia Sig.a Tomasini Maria Il Presidente del Comprensorio Vallagarina Dott. Riccardo Dossi 55 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia e) Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti dietetici. Modalità di erogazione e limiti quantitativi (Comunicazione della Direzione Cura e Riabilitazione, Servizio Farmaceutico, dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della provincia di Trento del 14.4.2001, prot. 7.06/ 13326/PM/EDB) Con la deliberazione n. 583 del 16.03.2001 la Giunta provinciale ha disposto di modificare le modalità di erogazione dei prodotti dietetici a favore dei soggetti affetti da morbo celiaco. La prestazione sarà ora assicurata con l’assegnazione agli aventi diritto di un tetto di spesa mensile pro capite, differenziato per fascia di età, sulla base del diverso fabbisogno calorico giornaliero. Attualmente l’erogazione avviene nel rispetto di determinati limiti quantitativi per tipologia di prodotto. Gli importi stabiliti sono quelli indicati nella tabella di seguito riportata, che sostituisce pertanto quella attualmente in vigore. Malattia Prodotti senza glutine Morbo celiaco Pane, Pasta, Farina, Prodotti complementari*, Lievito Latti speciali, Idrolisati proteici, Latte MCT, Maltodestrina o fruttosio (o zuccheri semplici), Olio MCT Importo massimo di spesa mensile da 0 a 3 anni da 3 a 8 anni da 8 a 15 anni oltre i 15 anni £. 120.000 £. 240.000 £. 280.000 £. 350.000 Secondo prescrizione in sede ospedaliera o universitaria * per prodotti complementari si intendono biscotti, snack ecc. Appare evidente come la deliberazione in argomento modifichi in modo rilevante il sistema di erogazione di prodotti dietetici privi di glutine, in quanto consente agli aventi diritto la gestione della quota mensile assegnata secondo proprie necessità ed esigenze. Allo scopo di dare pratica applicazione alle nuove disposizioni, che entrano in vigore a decorrere dal 1° maggio 2001, si evidenziano gli aspetti che incidono sulle modalità di erogazione: - nel previsto tetto di spesa mensile non rientrano i prodotti diversi dagli alimenti senza glutine (latti speciali, olio ecc.), utilizzati da taluni pazienti celiaci su prescrizione dei centri di riferimento per la patologia. Tali prodotti continuano ad essere erogati con le medesime modalità attualmente in essere, ossia su indicazione quali-quantitativa dei Centri specialisti di riferi mento; - i tetti mensili di spesa sopra riportati sono espressi come prezzo al pubblico 56 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia dei prodotti senza glutine. Essi sono aggiornati annualmente da parte della Giunta provinciale sulla base di significative variazioni dei prezzi, in aumento o in diminuzione.; - i prodotti commerciali erogabili ai soggetti affetti da morbo celiaco, entro il tetto di spesa assegnato, sono esclusivamente quelli compresi nell’elenco dei prodotti dietetici approvato dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari, con cadenza semestrale, nell’ambito del previsto aggiornamento dei prodotti di assistenza sanitaria integrativa. Operativamente, e per un periodo transitorio, possono realizzarsi le seguenti condizioni: Autorizzazioni rilasciate dal 1° maggio 2001 Disposizioni per i medici I medici prescrittori, al fine di assicurare la prestazione in argomento, riportano in ricetta la dicitura “fornitura prodotti senza glutine per soggetti affetti da morbo celiaco”, o analoga dicitura, specificando la durata della fornitura medesima, che non può essere superiore ad un anno. Non è più richiesta l’indicazione quali-quantitativa dei prodotti. Disposizioni per i distretti Il distretto rilascia all’assistito un numero di autorizzazioni-fotocopie della prescrizione medica, pari al n. di mesi (massimo 12 mesi) indicati dal medico per la fornitura. Su ciascuna autorizzazione, a fianco del timbro indicate il mese di validità dell’autorizzazione, previa individuazione della fascia di età dell’assistito, sarà riportata la dicitura “Si autorizza tetto di spesa mensile di £…..”, debitamente firmata dal responsabile incaricato. Il Distretto, all’atto del rilascio delle suddette autorizzazioni, tiene conto dell’eventuale passaggio di fascia d’età dell’assistito nel corso del periodo autorizzato. I controlli di competenza dei Distretti saranno effettuati in base al nuovo criterio di fornitura, verificando sulle fatture inoltrate dalle farmacia, in particolare, che non sia superato il tetto di spesa mensile autorizzato, decurtato dello sconto previsto nella convenzione sull’assistenza integrativa e che i prodotti senza glutine consegnati rientrino tra quelli concedibili, ossia compresi nell’elenco approvato dall’Azienda sanitaria. 57 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13 La Celiachia Disposizioni per le farmacie Le farmacie spediscono le autorizzazioni di prodotti senza glutine indicanti il tetto di spesa mensile stabilito, consegnando agli assistiti i prodotti senza glutine concedibili, fino al raggiungimento del tetto di spesa autorizzato come prezzo al pubblico. Le medesime fatturano all’Azienda provinciale per i servizi sanitari gli importi autorizzati, decurtati dello sconto previsto in convenzione. Autorizzazioni rilasciate anteriormente al 1° maggio 2001 Le autorizzazioni in argomento, già rilasciate agli assistiti anteriormente al 1° maggio ai sensi della normativa precedente sono da ritenersi valide fino alla loro naturale scadenza e potranno fino essere spedite dalle farmacie secondo le vecchie modalità, fino ad esaurimento delle stesse. Gli assistiti affetti da morbo celiaco che intendono modificare dette autorizzazioni secondo la nuova normativa possono consegnarle al Distretto competente per la correzione. In tale caso i Distretti sono autorizzati a provvedere all’adeguamento delle autorizzazioni già rilasciate con l’apposizione sulle stesse della dicitura prevista, secondo le indicazioni impartite. I Distretti, in questo periodo transitorio, nell’ambito dei controlli sulle fatture trasmesse dalle farmacie, dovranno tener conto della duplice possibilità di erogazione, se realizzata entro limiti quantitativi o tetto di spesa, verificando il tipo di autorizzazione allegata alla fattura stessa. Si invitano le strutture in indirizzo, nell’ambito delle proprie competenze, a diffondere puntualmente il contenuto della presente nota a medici e farmacisti interessati alla prescrizione e dispensazione dei prodotti in argomento, nonché a darne informazione agli assistiti. Trento, 17 aprile 2001 Il Dirigente del Servizio Farmaceutico Dott.ssa Paola Maccani 58 Provincia Autonoma di Trento - Infosanità n. 13