Diapositiva 1 - Comune di Spoleto

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Diapositiva 1 - Comune di Spoleto
Cenni e normative sul rischio
Idrogeologico
Rischio idrogeologico – Comune
di Spoleto
Aree in frana con rischio R4 zona
“Giro Condotti”
Aree in frana con rischio R2-R3 Loc.
M. Martano e Sesto San Severo
Che cos’ è il rischio?
Per “Rischio”si intende comunemente come il
valore atteso di perdite (vite umane, feriti, danni
alle proprietà, alle attività economiche, al
patrimonio culturale, ecc..) dovute al verificarsi di
un evento di una data intensità, in una particolare
area, in un determinato periodo di tempo.

E’ stata dunque ricavata la seguente
equazione:
R
= P x V x E dove:
P = Pericolosità: Ovvero la probabilità di
accadimento dell’evento con una certa intensità.
V = Vulnerabilità: Si intende qual è la percentuale
del valore esposto che andrà perduto nel corso
dell’evento
E = : Esposizione o valore esposto, quale
identificazione del valore sociale, economico, di
persone, beni ed infrastrutture che ricadono nell’area
soggetta al fenomeno.
Sono state individuate 4 fasce di Rischio
R4
– Rischio molto elevato
Sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli
edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socioeconomiche.
R3 – Rischio elevato
Sono possibili problemi per l‟incolumità delle persone , danni funzionali agli edifici e
alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità
delle attività socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale.
R2 – Rischio medio
Sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale
che non pregiudicano l‟incolumità del personale, l‟agibilità degli edifici e la funzionalità
delle attività economiche.
R1 – Rischio moderato
I danni sociali, economici e al patrimonio ambientale sono marginali.
A cominciare dalla legge n.
225/1992
Introduzione dei termini di rischio, di area a
rischio, di previsione e di prevenzione
Legge n. 365/2000, d.lgs.
152/2006, Legge 100/2012
Si indica, ribadisce:
•La prioritaria attività di individuazione e perimetrazione
delle aree a “rischio" per la corretta localizzazione delle
ipotesi di sviluppo
•Raggiungere una stabilizzazione a livelli minimi
accettabili tra l'uso del territorio e la presenza del rischio
idrogeologico
•Esorta una partecipazione attiva dei Comuni nel processo
di continuo aggiornamento della conoscenza del rischio
Obiettivo:
Avviare un processo iterativo tra gli enti territoriali
competenti che renda possibile un aggiornamento
“dinamico” del quadro delle criticità in relazione alle future
segnalazioni e richieste di mitigazione del rischio dovute ai
continui mutamenti idrogeologici del territorio e/o alle nuove
acquisibili conoscenze.
Fondamentale dunque è l’elaborazione di un piano di
protezione civile (regionale e comunale) che sia il più
possibile flessibile e periodicamente aggiornato.
Mitigazione del Rischio:
PREVENZIONE : Fare prevenzione in protezione civile
significa individuare criticità del territorio, predisponendo e
realizzando quei sistemi da adottare che ne riducano il rischio:
•Opere provvisionali
•Manutenzione del territorio ( es. controllo sulla stabilità di
argini, versanti ecc..)
•Rispettare le normative e linee guida sulla costruzione di edifici
in aree a rischio idrogeologico.
•Educazione per le azioni da eseguire al fine di garantire la
propria incolumità personale durante un evento calamitoso ( in
questo caso di natura idrogeologica )
Parallelamente alla PREVENZIONE c’è la
PREVISIONE:
Per
previsione intendiamo l’analisi dell’evoluzione di fenomeni o
eventi che in un determinato tempo (t) potrebbero causare pericolo e
danni a cose e persone.
Ci affidiamo a modelli che simulano l’andamento di uno o più
fenomeni, solitamente inizializzati con valori e dati reali rilevati
attraverso specifiche strumentazioni.
Es. di modelli utilizzati nel monitoraggio idrogeologico:
Modelli meteorologici ( Studio delle dinamiche atmosferiche)
Modelli idrologici ( Studio del ciclo dell’acqua, con previsione di
bilancio sul contenuto d’acqua nel terreno “saturazione del suolo”,
afflusso e deflusso dell’acqua ).
Modelli idraulici ( simulazione di eventi di piena nei corsi d’acqua
con relativo studio del rischio in caso di esondazione “fasce di
allagabilità” )
Sistema dall'allertamento regionale
Tramite la direttiva regionale del 2312/2007, il CFD ha il compito di emettere e
trasmettere bollettini meteo a province - prefetture - comuni:
Al momento dell'attivazione della propria area Meteo Concordata e riconosciuta dal DPC,
il CFD provvederà ad emettere autonomamente tutti gli elaborati afferenti all'ambito
meteorologico.
Nell'ambito del bollettino di vigilanza meteorologica regionale vengono indicate
previsioni di fenomeni significativi o avversi fino alle ore 24:00 di oggi, per domani,
dopodomani e una tendenza per i giorni successivi.
Il CFD emette quotidianamente, entro le ore 13.00, il bollettino di Criticità regionale,
nel quale sono riportate le valutazioni degli effetti al suolo rispetto alle forzanti meteoriche
previste dai modelli meteo ( di tipo LAM )
in particolare, vengono riportati, per tutte le Zone di Allerta individuate per l'Umbria i
livelli di criticità previsti per il giorno stesso e per il successivo, per le diverse tipologie di
rischio.
a. idraulico
b. idrogeologico
c. neve
d. ghiaccio
e. vento

• L'avviso di criticità regionale viene emesso entro le ore 13:00, con preavviso di 12-36 ore
dall'inizio dell'evento.
5. L'avviso di criticità contiene:
a) Data e ora dell'evento;
b) Riferimento all'avviso meteo regionale;
c) Periodo di validità;
d) Elenco dei destinatari dell'avviso;
e) Indicazione delle zone d'allerta interessate anche dai conseguenti effetti;
f) Commento testuale sul tipo di evento e sugli effetti attesi;
g) Livello di criticità degli eventi attesi per ciascuna della zone di allerta ed orario
atteso di inizio e fine sia dell'evento che della criticità;
Art.13 – Zone di Allerta
Ai fini dell'emissione dell'avviso di criticità, il territorio regionale è stato pertanto
suddiviso i n. 6 Zone di Allerta:
● Umbr_A: ALTO TEVERE
● Umbr_B: MEDIO TEVERE
● Umbr_C: CHIASCIO-TOPINO
● Umbr_D: NERA-CORNO
● Umbr_E: TRASIMENO-NESTORE
● Umbr_F: CHIANI-PAGLIA
Criticità idraulica-idrogeologica
La criticità associata al fenomeno meteo pioggia (e/o
temporale) dipende dall'analisi contigua dei sottostanti
elementi:
● Zone di Allerta interessate;
● Soglie pluviometriche (cumulati di pioggia in funzione
dei tempi di ritorno);
● Soglie idrometriche;
● Stato antecedente del territorio (suolo e reticolo
idraulico)
● Previsione dell'intensità del fenomeno meteo (pioggia
cumulata e/o tipo precipitazione);
● Valutazione di carattere idrologico
Livelli di criticità individuati
0.
Criticità assente o non rilevante (Cod. verde)
1.Criticità
ordinaria ( Cod. giallo): condizioni corrispondenti al raggiungimento del
tempo di ritorno biennale per almeno uno dei valori di precipitazione cumulata a 13-6-12-24-36-48 ore. Non prevede danni diffusi a scala comunale e può essere
affrontato con mezzi ordinari; può però comportare anche effetti significativi, ove si
manifestino eventi intensi, quali temporali ( accompagnati da fulmini ), rovesci di
pioggia e grandinate nonché colpi di vento e trombe d'aria
2.Criticità moderata (Cod. arancione): condizioni corrispondenti al raggiungimento
del tempo di ritorno quinquennale per almeno uno dei valori di precipitazione
cumulata a 1-3-6-12-24-36-48 ore. Ciò può corrispondere al manifestarsi di
piogge non ordinarie, con possibilità di diffuse situazioni di disagio per la
popolazione
3. Criticità elevata (Cod. rosso): condizioni corrispondenti al raggiungimento
del tempo di ritorno decennale per almeno uno dei valori di precipitazione
cumulata a 1-3-6-12-24-36-48 ore. Indica il manifestarsi di piogge rilevanti,
quasi eccezionali.
Pericolosità idraulica (PAI)
Con
il termine “pericolosità” s’intende la probabilità che
si verifichi, in un qualsiasi anno, un certo evento meteorico
che è causa di calamità naturale in un determinato luogo.
Tale probabilità, a differenza di altri eventi, può essere
formulata anche su base statistica. L’elemento numerico
comunemente utilizzato è il tempo di ritorno “Tr”, che si
definisce come l’intervallo di tempo, misurato in anni, che
mediamente intercorre tra due ripetizioni successive
dell’evento stesso.
Fasce fluviali
Le
fasce fluviali sono aree soggette a rischio d’inondazione ottenuta con
l’attività di simulazione idraulica, che ha classificato il territorio adiacente le
aste del reticolo principale in funzione della maggiore o minore probabilità di
risultare inondate a seguito di eventi di piena.
Il territorio è stato suddiviso in 3
zone:
(Fascia A) a
ridosso del
corso d’acqua,
contenuta
all’interno del
limite della
piena con
Tr=50 anni
(Fascia B),
compresa tra la
linea precedente
ed estesa fino al
limite della
piena con
Tr=200 anni
(Fascia C),
compresa tra
quest’ultimo
limite e quello
individuato
dalla piena
con Tr=500
anni.
Fasce di esondabilità del reticolo principale
nel territorio comunale di Spoleto
-FASCIA A TR50
-FASCIA B TR200
- FASCIA C TR500
Es. idrogramma di piena di un sistema modellistico costituito da un
modello idrologico di bilancio del suolo (grado di saturazione) ed un
modello idrologico semi-distribuito (afflussi-deflussi) con dati di
precipitazioni rilevate e previste per la previsione delle onde di piena.
Questo caso è la previsione del passaggio dell’onda presso l’idrometro di
(Ponte Nuovo di Torgiano).
Es. di mappa di un modello idrogeologico sull’analisi della
saturazione del suolo (sull’osservato ed in previsione) legata
alla alta suscettibilità di frane (pallini) pluvio indotte (imm. rif
all’alluvione Umbria - orvietano 2012).
RIASSUMENDO…
La
previsione ci allerta di un pericolo imminente,
che consente di attivare delle procedure che
salvaguardano in primis l’incolumità dei cittadini e
se è possibili dei beni materiali; si ha un controllo
del rischio, ma non lo si ELIMINA.
La prevenzione è dedita ad abbattere quelle
problematiche che potrebbero in talune occasioni
creare disagi e/o calamità in casi estremi,
riducendo o eliminando il RISCHIO.
PREMESSA: La situazione meteorologica del giorno Mercoledì 07/10/2015 vedeva il
transito di un cavo d’onda sull’Italia centrale all’interno del flusso atlantico all’altezza
geopotenziale di 500hpa ( c.a 5500 mslm), a cui si legava un’avvezione di vorticità
positiva specie nella media ed alta troposfera (Fig. in basso).
Immagine satellitare elaborata con sinottica a
500hpa
Avvezione di vorticità a 300hpa e nubi convettive
A Tale situazione inoltre si individuava una leggera intrusione di aria di aria secca
stratosfeica (stratospheric dry air) in alta troposfera per un leggero abbassamento della
tropopausa dinamica legato al passaggio del cavo d’onda, mentre veniva registrato il
transito di un jet streak sull’Italia meridionale con velocità di circa 90 nodi all’altezza
geopotenziale di 300hpa (accelerazione della corrente a getto a c.a 9000 mslm).
Condizioni alla mesoscala: hanno contribuito insieme ad altri fattori, a formazioni temporalesche con profonda
convezione a carattere sparso riconoscibile nella dal top delle nubi, che raggiungevano valori molto bassi di
temperatura, elemento tipico dei temporali ben organizzati, interessando parte del territorio regionale, in
particolar modo lo spoletino e la valle Umbra centrale anche con rovesci grandinigeni.
Le precipitazioni registrate dalla strumentazione terrestre, hanno raggiunto valori di cumulate
puntualmente anche molto elevate pari ad un ritorno di oltre 10 anni (soglie pluviometriche per
precipitazioni di breve durata 1-3-6 ore per la zona di allerta D secondo DGR 2312/2007), per la stazione
meteorologica di Ancaiano, mentre nella stazione meteorologica di Castagnacupa, il tempo di ritorno è
stato pari a 10 anni considerando sempre la soglia breve pluviometrica nella zona di allerta D.
A tal proposito nella giornata di lunedì 05/10/2015 giungeva l’avviso meteo del Dipartimento
Nazionale di Protezione Civile per condizioni meteo avverse.
Il Centro Funzionale della Regione Umbria emetteva criticità con codice giallo su tutte le aree di
allerta della Regione per rischio idrogeologico, idraulico per le aree di allerta C-D per il giorno
07/10/2015 (fig.2).
EFFETTI AL SUOLO:
Nella mattinata, si individuavano sia attraverso immagini satellitari che radar messi a disposizione dal
Dipartimento Nazionale di Protezione civile, intensi rovesci temporaleschi sul territorio spoletino,
specialmente nelle aree meridionali ed occidentali del territorio comunale, con valori eccezionali di
precipitazioni nella località di Ancaiano pari a 102,9mm (fig.3) di pioggia dalle ore 06-09 (ora
solare), 57,9mm nella località di Castagnacupa (fig.4) e 18,5mm (fig.5) si registravano Spoleto
capoluogo. Le stazioni sopraccitate, fanno parte dalla rete di monitoraggio della Protezione Civile
Regionale – Centro Funzionale Umbria.
La situazione dei corsi d’acqua più importanti, non ha altresì destato alcun tipo di allarme poichè non
si sono registrate criticità sia nel reticolo principale, se non un momentaneo aumento della portata del
fiume Marroggia (fig.5) senza comunque raggiungere la soglia di attenzione, sia per gran parte del
reticolo minore salvo alcune eccezioni riferite tuttavia a qualche canale di piccola sezione d’alveo
soggetti a tempi di corrivazione ristretti ubicati nelle aree maggiormente colpite dalle precipitazioni
meteoriche.
Segnalazione e sopralluoghi
L’Ufficio di Protezione Civile monitorando fin dal mattino la situazione meteorologica attraverso un’analisi in
nowcasting con strumentazione radar messa a disposizione “open-source” dal Dipartimento Nazionale di Protezione
Civile, dal loop delle immagini satellitari meteosat con aggiornamenti ogni 15’ e dalla rete pluviometrica regionale, si
attivava immediatamente nel sopralluogo nelle zone notoriamente più critiche “sottopasso di Baiano, e sottopasso
Flaminio” . Nel primo caso si è provveduto alla chiusura temporanea precauzionale, poiché il livello dell’acqua
defluita all’interno dell’infrastruttura stava raggiungendo un livello ragguardevole rispetto anche al proseguo delle
condizioni meteo avverse. Nel secondo caso, invece non sono state riscontrate alcun tipo di problematica.
Dalle ore 09:00 circa, iniziavano a sopraggiungere le prime chiamate dei cittadini, per la segnalazione di alcuni disagi
dovuta alle forti precipitazioni:
 Zona Protte: allagamento per notevole rigurgito della rete fognaria in prossimità di abitazioni e attività commerciali
(fig.7-8);
 Via della Semina Fraz. Bazzano Inferiore per materiale detritico scivoloso su manto stradale che rendeva
difficoltoso sia il transito veicolare che pedonale;
 Casal Pirocchio: Smottamenti che impedivano l’accesso al paese;
 Strada Flaminia vecchia: Vari smottamenti che occupavano metà sede stradale;
 Ancaiano: numerosi smottamenti e piccole frane di fango e detriti su sede stradale; alcuni punti con ragguardevoli
danni del manto stradale e difficoltoso transito veicolare; strada vicinale interrotta che impediva l’accesso alle
abitazioni della Loc. Belvedere di Ancaiano a seguito dello straripamento di un canale di scolo a monte del centro
abitativo al quale si aggiunge il cedimento di un muro di contenimento (in muratura) di una scarpata, con materiale
ribaltato sulla sede stradale sottostante (strada vicinale)
Immagini dell’immediato post
evento
Altri allagamenti e smottamenti:
Per la serie prevenire è meglio
che curare!!!
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE