Settembre/Ottobre 2005

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Settembre/Ottobre 2005
Settembre - Ottobre 2005
farini
9
Anno 5 - numero 5
Settembre Ottobre 2005
Poste Italiane Spa
Sped. Abb. Postale
D.L. 353/2003 (conv. in
legge 27/02/2004 n.46)
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farini 9
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2
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di Francesco Caroprese
salute
4-6
qua e là
progetto vacanze 2005
7
8-11
soggiorno in Francia
Lez carroz d’araches...
12
vacanze studio
Studiare in vacanza...
14
wwf
Croazia: mare, natura...
16
a mille ce n’è
Ugo e l’istrice...
18
enologia
Settembre...
19
sociale
Associazione cena dell’amicizia...
22
legale
Brevi cenni...
24
sezioni
26
lettere
29
in copertina: spettacolo di delfini
al parco Oltremare
T
erminato il periodo delle vacanze, dove si è cercato il massimo di beneficio, ciascuno ritorna alle proprie occupazioni. Per noi della Fondazione, ciò significa riprendere con maggiore determinazione il vasto programma di iniziative intraprese negli ultimi mesi, per la verità in continua
evoluzione, anche durante le ferie, e relativamente ai vari presidi sanitari
che di recente abbiamo approntato per meglio tutelare la salute dei beneficiari. Come accennato nell’ultimo numero di “Farini9”, la Fondazione ha
fatto scelte onerose ed importanti per dare benefici concreti ai giovani ed
agli adulti. Infatti per le giovani generazioni abbiamo deciso di intervenire
in uno dei punti più delicati della crescita giovanile, quale la deformazione
dei denti, mediante l’offerta di un programma di ortodonzia specifico per
minori, che desse tutte le garanzie di salubrità ed efficienza. A tale fine si è
provveduto ad una radicale ammodernamento delle strutture esistenti, realizzando un ambiente medico idoneo con personale specializzato.
Con i medesimi criteri di serietà professionale inoltre stiamo operando per
aprire uno spazio dedicato ad interventi per le cure odontoiatriche per gli
adulti. Ciò implicherebbe una nuova conquista in materia di prevenzione
sanitaria per i beneficiati della Fondazione, da annoverare nella carta dei
servizi.
Un risultato da aggiungere a quello inerente il programma di screening cardiologico per gli iscritti alla Fondazione in età compresa fra i 45 ed i 60 anni. Si tratta di un “check-up” preventivo, che le statistiche fanno apprezzare, dal momento che nell’ipotesi di malattia insorgente, con la prevenzione si registra un alto margine di guarigione.
Ovviamente nel capitolo “tutela della salute” vanno associati molti altri servizi che il beneficiario conosce, quali i soggiorni termali ed i servizi attinenti le vacanze, che si configurano come ottimo ausilio per le esigenze del beneficiario della Fondazione. E questo non è poco, soprattutto in un quadro
sanitario nazionale che vede calare a vista d’occhio le prestazioni anche in
ordine alla prevenzione delle malattie e senza adeguato controllo circa il
consumo delle medicine. Una situazione vissuta con sofferenza in tutto il
Paese ma che noi possiamo avere qualche beneficio in più rispetto ad altri
cittadini, che possono avere solo quello che passa il servizio sanitario nazionale. Sull’argomento si potrebbe discutere a lungo in merito al Paese che
non funziona, ma tale analisi in questa sede non ci interessa. Premeva, invece, insistere nella comunicazione di quello che abbiamo realizzato e stiamo realizzando a presidio della salute, per rendere maggiormente consapevole il beneficiario dei propri diritti. Ma è nella carta dei servizi che va
considerato il peso strategico della Fondazione. Infatti nella carta dei servizi che stiamo costruendo si introducono soluzioni utili per dare risposte concrete alle esigenze dei nostri beneficiari. Si vuole così concretizzare quel
cambiamento nei rapporti tra il socio-beneficiario ed il consiglio di amministrazione, affinché, in un dialogo continuo, possa essere sempre possibile migliorare la gestione e la qualità dei servizi erogati. Riprenderemo l’argomento, anche con possibili altri contributi, essendo coscienti della nostra
potenziale capacità di sapere innovare, nel consenso, i servizi a favore dei
beneficiari.
EDITORIALE
sommario Avanti con la carta
SALUTE
4
I gesti che curano
del Dott. Antonino Frustaglia*
I
l nostro modello sanitario ci ha abituati a definire la cura come l’insieme degli atti medici farmacologici o chirurgici messi in atto in favore del
malato. Questo modello, seppur importante, non
esaurisce i veri bisogni di “cure” che l’ammalato,
soprattutto se anziano, richiede. Il vero bisogno
dell’anziano ammalato sta proprio nell’insieme delle “cure” e non nella cura sanitaria (elemento in sé
importante ma non rispondente ai bisogni complessivi!). E’ bene chiedersi quindi cosa intendiamo quando diciamo “prestare le cure”. Mentre la cura è rappresentata dall’intervento diretto a tentare di intervenire specificamente sulla malattia (finalizzato al guarire), le “cure” rappresentano l’insieme delle
attenzioni che ogni operatore medico, infermiere, terapista, parente, amico o volontario mettono in atto per sollevare globalmente il malato dalla sofferenza. La cura non
esclude le “cure”. Ne deriva che ogni intervento, anche se non farmacologico o chirurgico, può avere una validità terapeutica notevole. E’ noto a tutti come l’intenzione o il desiderio profondo di voler guarire favoriscano la guarigione stessa. Questo principio si è manifestato
anche in espressioni evangeliche come “la tua fede ti ha guarito” che ha confermato l’importanza
del credere in ciò che si desidera avvenga. Ne consegue l’importanza del sostegno psicologico ed affettivo come elemento cardine nel favorire l’orientamento del malato verso il miglioramento del proprio stato di salute. Infatti, la presenza ed il valore
dell’intervento psicologico, che fino a metà del secolo scorso veniva vissuto da molti operatori sanitari e pazienti, come un intervento inutile, addirittura cerimoniale o ancora secondario e non essenziale, oggi è considerato abituale e normale complemento terapeutico.
Se la psicologia ha dovuto aspettare un secolo prima dell’attuale riconoscimento, immaginiamo che
altri approcci all’ammalato come il sostegno affettivo debbano ancora essere meditati prima di essere apprezzati da chi è chiamato a curare. La vita,
che solitamente ci è maestra, può contribuire a farci maturare anche attraverso esperienze e crisi personali. L’aneddoto che racconterò riportato da un
insigne geriatra italiano proprio rispetto alla esperienza personale ci invita a riflettere sul senso delle
cure. L’illustre professore narrò che un giorno ricoverò il padre malato nel proprio reparto. Ovviamente tutto il personale si prodigò per cercare di
assecondare il genitore del dirigente con esami e
medicine d’avanguardia disponibili. Nonostante le
terapie il padre borbottava costantemente col figlio
che, essendo molto impegnato nell’ambito scientifico, si avvicinava al padre quando poteva e nei ritagli di tempo. Il figlio, turbato dal mugugnio insistente del padre, un giorno, spazientitosi, gli disse:
”ma insomma, in reparto non sappiamo più che
cure fare per te, si può sapere perché sei scontento e che cosa vuoi ancora?” Il padre rispose: “voglio che tu la smetta di fare tutto quello che fai e
ti siedi un poco accanto a me per parlarmi!”. Allora il figlio capì che i gesti d’affetto e le sue attenzioni erano le cure speciali che contavano per il padre.
Quali sono i gesti che curano e come possiamo realizzare “le cure”?
Realizzare gesti che curano non è tanto una tecnica ma uno stato affettivo e psicologico che può
nascere da esperienze personali (di dolore o di
gioia vissuta), da educazione ricevuta ed elaborata
(come dal comportamento di figure di riferimento
quali genitori, parenti, amici, volontari o persone
che ci hanno insegnato come fare) o da una scuola di vita ricevuta dai “maestri” che accanto alla
docenza tecnico-scientifica hanno insegnato un
modo di relazionarsi con chi soffre tenendo conto
della centralità del malato in ogni atto che viene
compiuto. In questa luce, prendere per mano il paziente mentre gli si parla o mentre racconta di sé
diviene un atto che fa aprire il cuore di entrambi.
Nasce così un legame emotivo e affettivo che moltiplica la possibilità di successo terapeutico di qualunque cura si sia programmata. E’ curativo quindi
il tenere la mano senza inibirsi o temere falsi sensi
del pudore per quanto tempo sentiamo sia necessario senza forzare mai l’intenzione o la nostra (e
altrui) volontà. Un altro gesto che cura è accarezzare il volto di chi assistiamo quando e se ci sentiamo portati a farlo. Se ascoltiamo la voce del nostro cuore sicuramente avremo dei termini interni
di comportamento che ci accompagnano nel nostro agire. L’importante è non forzarsi nell’agire e
non essere “fintamente mielosi” nel comportamento ma far sì che il nostro operare risponda al
quesito “ti senti davvero di fare ciò che intendi? Sì
o no! Se la risposta è sì, fallo!”.
Un altro gesto particolare che cura è lo sguardo. Si
dice che l’occhio è lo specchio dell’anima e spesso
ciò sembra essere proprio vero. Lo sguardo racchiude in sé una valenza fortissima emotiva. Ne
sanno qualcosa i non vedenti che sono costretti ad
affinare altre sensibilità. Pensiamo alla Bibbia come
descrive lo sguardo del Padre creatore che “vide”
che ciò era buono …. Il nostro sguardo che incrocia gli occhi dell’altro è un mezzo di comunicazione formidabile. Attraverso esso passano emozioni
e sentimenti a volte indescrivibili con le parole. Basta pensare allo sguardo amorevole di una madre
per il figlio e l’intensità degli sguardi di complicità
degli innamorati! Anche l’amicizia e l’amore “fraterno” utilizzano intensamente questa possibilità.
Imparare a guardare l’altro con benevolenza è un
mezzo per far sentire chi ci è attorno a casa propria, nella sua stessa intimità. La benevolenza è il
passaporto dell’amore per entrare nel cuore del-
mento di rotta, ossia, la conversione che, una volta acquisita, va provata, giocata e verificata costantemente. Nei momenti difficili poi ognuno di
noi può confidare nei gesti del Padre che, con discrezione, si prende cura di noi….anche se al momento non ce ne accorgiamo!
Come porci di fronte all’altro?
Bisogna porci proprio di fronte! Non stando con lo
sguardo sopra come se nella comunicazione volessimo dominare la relazione ma, come si fa per comunicare davvero con i bimbi, dobbiamo porci, ossia abbassarci, al loro livello. Solo mettendosi all’altezza del più debole è possibile comunicare con lui
in un rapporto di comprensione, condivisione e di
intimità. Ogni volta che entriamo in relazione con
un ammalato noi pensiamo di incontrare il malato
e certamente così è nei fatti. Ricordiamoci che è
anche l’ammalato che incontra noi. Noi “studiamo” e apprezziamo l’ammalato mentre l’ammalato “studia” e apprezza noi ed in particolare la nostra affidabilità. Dietro lo scenario dei fatti che si
vedono potrebbero agire scenari per noi difficilmente visibili o interpretabili. Noi conosciamo ben
poco della realtà che vediamo, quindi come pensiamo di conoscere la realtà che non vediamo e che
non percepiamo? Vi è una dimensione che trascende l’uomo che forse, per fortuna, ci è nascosta. Solo qualcuno ogni tanto percepisce qualcosa
rispetto ad altre dimensioni ma per molti è oscura.
Così è anche la fede. Nessuno di noi crede perché
vede con chiarezza indiscutibile nel mondo del reale degli elementi di amore (conflitti, odi, imbrogli,
sfruttamento tra uomini e popoli, asservimento dell’altro in mille modi attraverso la violenza o, ancor
peggio, la seduzione), eppure in questa realtà,
spesso crudele e mortificante, chi ama crede nel
proprio e altrui affetto. Non solo, ma per “quell’amore” si gioca tutto quello che ha. La propria vita!
Quindi vi è una potenza straordinaria nell’amore
che solo chi ama può cogliere. Per chi non ama
ogni gesto può essere qualcosa di tecnico finalizzato ad un interesse più o meno lecito. Compreso
questo, sappiamo che un gesto d’affetto ha una
potenza curativa. Chiunque vuole il bene dell’altro
ha la libertà, se l’altro ne condivide i modi ed i tempi, di esprimersi grazie ai gesti con rispetto e stima.
Il gesto che cura diviene opportunità per comunicare con l’ammalato e per incontrare nell’ammalato il mondo affettivo e spirituale che, solitamente, i
credenti identificano con Gesù. Se nel gesto si può
incontrare il Signore serve che ogni uomo ripensi
criticamente a quanti appuntamenti ha mancato
per non aver avuto il coraggio di compiere un gesto di tenerezza o di amore per l’altro, soprattutto
se ammalato. Per fortuna ciò che conta non è tanto il passato ma il “da oggi in poi” che, agli occhi
del Padre, diventa l’impegno del nostro cambia-
CURRICULUM VITAE BREVE
ANTONINO FRUSTAGLIA
SALUTE
l’altro. Chi vive una vita esercitandosi ad osservare
gli esseri umani e la vita con benevolenza sperimenta, almeno in parte, lo sguardo del Padre che
non ci giudica (come temiamo!) e ci accoglie come
figli sempre e comunque nonostante la nostra miseria e, forse ancor più, se abbiamo riconosciuto e
accettato la nostra miseria. Secondo alcuni teologi
Dio preferisce un peccatore pentito ad una vergine
orgogliosa. Proviamo a rifletterci!
Comunque la pensiamo lo sguardo benevolo offerto all’altro ha una valenza di solidarietà umana e
terapeutica indiscutibile.
* Direttore medico Istituto “Piero Redaelli”
sede di Vimodrone, Milano Via Leopardi, 3
Tel 02250321 [email protected]
nato a Soriano Calabro (VV) il 28/5/1952 abita in
provincia di Milano. Laureato in Medicina e Chirurgia il 23/10/1979 presso l'Università degli Studi di
Milano si è specializzato in Geriatria e Gerontologia
conseguita presso l'Università di Pavia con Lode il
12/7/1983
Inoltre si è specializzato in Malattie dell'Apparato
Cardiovascolare presso l'Università degli Studi di Napoli II Facoltà di Medicina e Chirurgia con Lode il
30/10/91. E’ Professore a contratto del corso integrativo di "Applicazione della tecnica Doppler nell'anziano"presso la Scuola di Specializzazione in Geriatria e Gerontologia dell'Università di Pavia nell'ambito dell'insegnamento ufficiale di "Riabilitazione respiratoria e cardiovascolare" dall'A.A. 1990/91
ad oggi e dal 2004 tiene dei seminari in qualità di
docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia del ciclo di vita dell’Università Bicocca di Milano. Dal 01/06/98 è Direttore Medico dell'Istituto
Geriatrico "P. Redaelli" di Vimodrone, Milano dove
a sempre svolto la propria attività professionale a
contatto con la rete dei servizi territoriali.
E’ organizzatore di diversi corsi e convegni di geriatria. E’ inoltre autore di numerose pubblicazioni su
riviste scientifiche italiane ed internazionali oltre ad
articoli divulgativi editi su varie riviste mediche e periodici. Ha collaborato alla stesura di alcuni testi didattici quali: A. Frustaglia e Coll. - Gerontologia e
Geriatria - Edizioni McGraw Hill, Aprile 1994.
A.E. Tammaro, G. Casale, A. Frustaglia: Manuale di
Geriatria e Gerontologia. Edizioni McGraw Hill, Novembre 1996. M. Trabucchi, G. Casale, O. Bonaccorso, A. Guaita, A. Frustaglia come coautore del capitolo: linee guida Day Hospital Geriatrico; nel volume”Assistenza e riabilitazione geriatria”. Linee guida per Istituti e Riabilitazione, Residenze sanitarie Assistenziali, Day Hospital. A cura dell’Amministrazione delle II.PP.A.B. ex E.C.A. di Milano Ed. Franco
Angeli/ Sanità, Milano, 1998.
A.E. Tammaro, G. Casale, A. Frustaglia: Manuale di
Geriatria e Gerontologia. 2° Edizione McGraw Hill,
2000.
G. Casale, A. Guaita, A. Pisani Ceretti, R. Sandri, M.
Trabucchi, A. Frustaglia, S. Giavelli, M. Ivaldo, A.
Marino, A. Vaccari, A. Crippa, P. Paganelli, E. Buonagurio, e coll.: Le lesioni da compressione. Capitolo del volume: Linee operative di consenso in RSA.
FrancoAngeli Sanità Milano, 2001.
5
SALUTE
A GRANDE RICHIESTA RIAPERTURA DEI TERMINI
DEL CHECK UP SANITARIO CARDIOLOGICO
Si comunica che il Consiglio di Amministrazione, nella seduta n. 35 del 13 settembre 2005, ha
autorizzato la riapertura dei termini affinché i beneficiari possano formulare domanda di partecipazione al Check up sanitario cardiologico, attivato dalla Fondazione ATM in collaborazione con il Dipartimento Cardiologico Angelo De Gasperis dell’Azienda Ospedaliera Niguarda
Cà Granda, fino alla data del 31 dicembre 2005. (se inviato tramite posta, farà fede il timbro postale. Se consegnato agli sportelli, farà fede il protocollo di entrata della Fondazione
ATM). Le modalità di partecipazione e la struttura del check up sono riportate sul periodico
“Farini9” di maggio/giugno 2005, a pagg. 5 e 6, che potrete richiedere presso gli Sportelli della Fondazione ATM o scaricare dal sito internet www.fondazioneatm.it (archivio Farini9).
Possono partecipare i beneficiari iscritti e titolari della posizione, dipendenti o pensionati, aventi un’età compresa tra i 45 e i 60 anni, che non abbiano mai sofferto di
disfunzioni al cuore o di malattie vascolari cerebrali. I beneficiari selezionati riceveranno
dalla Fondazione ATM apposita nota di conferma indicante le modalità per partecipare allo screening cardiologico GRATUITO.
FRENO AL COSTO DELLA POLITICA
di Primo Mingozzi
I
l tam tam ferragostano strattona la classe politica affinché provvedano a moderare i propri onorari. Infatti i giornali si passano la palla e
quasi ogni giorno appaiono i dati sulle loro buste paga: 14.300 euro per i deputati ed i senatori, che ricevono l’indennità più alta rispetto a
tutti i paesi della Ue; 9.130 euro per i consiglieri regionali con l’eccezione delle regioni a statuto speciale, la Sicilia con 12.400 euro. Poi
leggiamo delle buste paga ai primi cittadini delle città metropolitane a quota 8.000 euro, seguiti dai sindaci dei piccoli comuni (5-10.000
abitanti) che ricevono un compenso di circa
2.800 euro al mese. Naturalmente lo sconcerto popolare aumenta rispetto ai compensi dei
GHIACCIAI
managers degli enti di stato e di tutte le alte cariche, che ricevono emolumenti veramente da
capogiro se messi a confronto con le buste paga del pubblico impiego, dei metalmeccanici o
dei servizi. E questo crea indignazione e sfiducia nella classe politica, che a fronte di tanto
malcontento dovrebbe sapersi emendare con
forti riduzioni. La stampa ha scritto che le retribuzioni, per chiunque ricopra incarichi pubblici, non dovrebbero superare di dieci volte la
media delle retribuzioni del pubblico impiego.
Ecco una plausibile risposta che sembra contare su numerosi sostenitori e che potrebbe sanare una crescente disaffezione verso i politici,
che la politica proprio non merita.
QUA E LÀ
UN
DA RISORSA A MINACCIA
Q
uest’anno più che mai si è guardato alle
previsioni del tempo. La riviera e le altre
zone di mare sconvolte da trombe d’aria,
nonché tempesta e freddo improvviso in altre
località, tali da marcare veri cambiamenti climatici, che uniti al fenomeno della siccità fanno presagire gravi conseguenze a questa nostra terra ammalata. Ne parlano gli esperti sui
giornali, ponendo particolare attenzione ai
ghiacciai delle Dolomiti, soggetti a mutamenti tanto accelerati da leggere in un articolo del
Corriere della Sera, pubblicato in data 10
agosto scorso “che sui ghiacciai d’estate non
si scia più”. Infatti, per la prima volta è stata
chiusa la pista in Val Senales e su Valfurva
pende la minaccia di un blocco di 780 mila
metri cubi di ghiaccio; “un blocco alto 52 metri che da un momento all’altro potrebbe scaricare nel bacino occidentale del ghiacciaio dei
Forni una rovinosa massa di ghiaccio”. Ma si
fa presente di non aver paura, perché “grazie
alla scansione laser sarà possibile osservare le
variazioni, le dinamiche e le deformazioni
subite dalla massa glaciale, registrando eventuali accelerazioni che annuncino l’imminenza del distacco”. Sulle cause rileviamo l’opinione del geologo Walter Maggi dell’Università Milano-Bicocca, che descrive la situazione
negativa non solo in Val Senales, ma anche al
Tonale, alla Marmolada, nelle Dolomiti e sullo
Stelvio, dove a causa delle scarse precipitazioni primaverili e le temperature elevate hanno
impresso un’accelerazione al fenomeno della
siccità. Scrive Maggi: “E’ chiaro che fra le possibili cause del ritiro dei ghiacciai venga indicato il riscaldamento climatico. Ma non è solo
quello il problema. Forse siamo all’interno di
un ciclo di alternanze climatiche che oggi è
segnato da un maggior caldo”. Il geologo
sottolinea la povertà di informazione sull’argomento, “dati storici precisi per capire l’evoluzione dei fenomeni e predire il loro andamento”. Come dire che per controllare questi
fenomeni occorre prima di tutti conoscerli.
FINANZIARIA: STRETTA SU ENTI LOCALI
E INVALIDITÀ
I
l 14 agosto il Corriere della Sera pubblicava un’anticipazione su “conti pubblici e finanziaria”, che la dice lunga sulla possibile situazione economica dei prossimi mesi. Ecco il
testo integrale di questa breve significativa
nota: “Giro di vite su enti locali, spesa sanitaria, pubblico impiego, consulenze facili e pensioni di invalidità. Sono questi alcuni dei settori - come ha anticipato il vice ministro dell’Economia, Giuseppe Vegas - nel mirino del
Governo, che con la prossima Finanziaria
vuole mettere sotto controllo la crescita della
spesa corrente per liberare le risorse necessarie allo sviluppo. Tra le misure allo studio vi è
l’introduzione di un tetto alle invalidità legato al reddito, una sforbiciata alle consulenze
esterne ed agli stipendi dei mega dirigenti
della pubblica amministrazione. Sarebbe in vista anche la riforma dell’Aran e l’introduzione del federalismo fiscale. La correzione dei
conti nel complesso potrebbe oggi aggirarsi
intorno ai 15 miliardi di euro.”
7
PROGETTO VACANZE 2005
Io penso positivo...
di Roberto Tenedini
“….Anche se i nostri giorni sono pieni di semplici
atti
in cui l’interiorità dell’atto è offuscata dall’inseparabile gesto,
noi possediamo ugualmente la certezza che un
giorno quel gesto cadrà,
e che dei nostri atti resterà solo la vera essenza.”
Karol Wojtyla (1952)
Ho voluto citare, all’inizio di queste pagine dove
abbiamo cercato di trarre un bilancio delle “vacanze giovani 2005”, una parte di una stupenda
poesia di Karol Wojtyla, dedicata “per i compagni
di viaggio” come ringraziamento per il lavoro e la
dedizione che i responsabili, ai vari livelli, hanno
profuso durante l’estate. Non sempre è visibile, agli
occhi di chi non conosce o a volte finge di non conoscere, la fatica e l’impegno che necessitano, soprattutto per coloro che sono stati impegnati direttamente nella gestione del progetto vacanze,
per consentire ai ragazzi di trascorrere serenamente ed in armonia un periodo di svago e di riposo.
Le giornate sono state caratterizzate da incensanti
attività, dalla continua preoccupazione di salvaguardare l’incolumità fisica dei bambini, dalla necessità di instaurare una trama di rapporti, in par-
ticolare con i genitori, per garantire sicurezza e serenità, dagli innumerevoli imprevisti che obbligavano ad interventi repentini, spesso non codificati
nè pianificati. Pertanto si può ben immaginare che
per i collaboratori della Fondazione ATM questo
progetto vacanze non sia stato affatto “una vacanza”. A volte una eccessiva preoccupazione o un
senso crescente di paternità e maternità portano
noi genitori ad infrangere le regole che la Fondazione e la direzione delle colonie hanno stabilito
per un corretto funzionamento del programma
educativo. Il desiderio di parlare con i propri figli,
spesso a tutte le ore, ha creato discontinuità nella
gestione delle attività a scapito sia dei ragazzi che
di tutti gli ospiti della colonia.
Posso affermare, senza alcuna ombra di dubbio,
che la stragrande maggioranza dei beneficiari è
stata pienamente soddisfatta di quanto realizzato
e le attestazioni che il sottoscritto, in quanto Referente, e la direzione delle colonie hanno ricevuto e
ricevono tutt’ora, ne sono la conferma.
Ciò che non è andato bene sarà occasione di nostra riflessione e verifica per migliorare nel futuro.
Vorrei, nel ringraziare personalmente Gian Pietro
Garoli, Roberta Sonedda, gli assistenti e tutti i collaboratori, ricordare che anche se le loro giornate
sono state scandite da semplici o complessi “gesti” saranno ricordati dai ragazzi per il cuore e la
passione con cui li hanno compiuti.
Ricordi di tutta
una estate
VACANZE ESTATE 2005
Soggiorno Montano Fondo Val di Non
di Gian Pietro Garoli
8
Minori
Adolescenti
Adolescenti Francesi
Fondo Studio
Totale
286
131
40
72
529
Soggiorno Marino Pinnarella di Cervia
321
Totale Colonie
850
Soggiorno a Carroz d’Arraches (4 settimane)
W.W.F.Croazia
Chester (minori)
Europa (maggiorenni)
20
88
10
18
Totale altri soggiorni
136
TOTALE PARTECIPANTI VACANZE 2005
986
U
n saluto e anche l’ultimo pullman è uscito dal
Soggiorno. E’ il rientro a Milano, sono le sette del mattino e mentre Edda, la segretaria è già al
lavoro, sta infatti ricontrollando tutti i fogli-cassa,
io dopo un caffè, scendo nel parco. La mattina è
splendida, un cielo terso e le montagne si stagliano
limpide all’orizzonte nella Val di Non. Il giardino è
vuoto, mi siedo su una panchina e respiro il profumo intenso della resina. Dopo qualche istante fra
gli abeti e i pini è tutto uno svolazzare : sono tornate le cinciallegre coloratissime e curiose. Si sono
riappropriate del loro habitat naturale. Sicuramente
erano i bambini a disturbarle. Tornano così alla
mente fotogrammi e li rivedo chiassosi nei loro
giochi, impegnati in momenti scoutistici fra i cespugli o mentre rincorrono il pallone nel verde del
prato. Osservo il campo di pallavolo : la rete è sbilenca : quante partite fra Adolescenti e Minori. Noto che i paglioni sono ancora al loro posto :quante
frecce lanciate con l’istruttore di tiro con l’arco nel
tentativo di fare centro. Riaffiorano i volti delle “
LETTERA DI UN GENITORE
Salve,
anche quest'anno,come l'anno scorso,ho mandato mia
figlia al soggiorno estivo a Fondo dal 11/8 al 31/8.Volevo semplicemente rigraziarVi di tutta l'organizzazione che a detta di mia figlia è stupenda sotto ogni
aspetto:
cibo:l'anno scorso buono,quest'anno eccezionale.
gite:bellissime
monitrici:bravissime
tempo passato in colonia:mai noia....ANZI.
amicizie:tante e buone.(credo pure un ……)
L'unico "NEO" ce lo metto io:
l'anno scorso é tornata a casa con un certo piacere,
mentre quest'anno per i primi 2/3 giorni avevamo per
casa una ragazzina che girava ma, la sua testa era rimasta in Val di Non.....e non faceva altro che elencare
tutto quello che gli mancava.
SCHERZO ovviamente,crescono ed è normale che sia così.
Di nuovo complimenti e al prossimo anno sempre così!
PROGETTO VACANZE 2005
Diane cacciatrici” ; chissà perché ma erano sempre
le ragazze a colpire il bersaglio. Qualche cincia si
avvicina, non voglio spaventarla così decido di avviarmi verso l’orto botanico.
I cardi sono ancora in fiore e le farfalle si posano
qua e là. I bambini amano visitarlo e quelli più piccoli restano a bocca aperta quando Adriana racconta la fiaba del Principe ranocchio. Dall’alto osservo il lago Smeraldo, appare sempre più verde.
Mi sembra di vedere dei pescatori, ora che i ragazzi sono partiti i pesci non scapperanno più e i girini avranno finalmente un po’ di respiro. Intravedo
la casetta di legno allestita per le feste paesane e
ricordo la felicità dei piccoli nel gustare lo zucchero
filato. Rientro nel Soggiorno ed Edda sta sempre lavorando; alle sue spalle tanti scatoloni ordinati.
Adriana ( la Vice ) ha catalogato e messo tutto in
ordine : i giochi, il materiale didattico, colori, pennelli e le costumazioni delle varie feste. In un sacchetto aperto noto alcune caramelle, mi viene da
sorridere sono le ultime di tante da lei offerte ai
piccoli come antidoto alla malinconia. Questo ordine mi fa uno strano effetto.
Una Direzione sempre aperta e così vissuta ora senza bambini che entravano tranquillamente a chiedere materiale ludico-ricreativo in un rapporto colloquiale e sereno oggi non mi piace. Anche il telefono tace. Quante ansie ascoltate e contenute. Genitori che nei momenti più impensati chiedevano
ed esigevano di sentire il proprio figlio o figlia dimenticando che poteva essere in passeggiata, in
gita, o comunque si stava divertendo coinvolto in
attività accattivanti. Le ausiliarie sono tutte in servizio, sono iniziate le grandi pulizie. Passo dalla cucina, stanno rassettando, un odore pungente mi
inonda, richiudo la porta. Dove sono finiti gli stuzzicanti profumi delle paste al forno, i risotti, i cannelloni, le patatine fritte, le spaghettate e le polentate con lo spezzatino? Torno nel corridoio e osservo i numerosi cartelloni. Appare il Parco Sigurtà
di Valeggio sul Mincio, una visita molto apprezzata e mi soffermo ad osservare le bellissime foto del
lago di Molveno, i ragazzi a cavallo nel maneggio
di Amblar e gli orsi di S.Romedio. Entro nella sala
da pranzo : c’è solo la mia tazzina del caffè. Mancano i piccoli ospiti che a turno volevano sedere al
tavolo della Direzione e ti ponevano le domande
più strane ed innocenti. “Ma Direttore, Adriana come ha fatto a diventare Direttrice ? “ poi senza attendere risposta arrivava da qualcuno la soluzione
“ Eh certo…se lui è il Direttore lei è diventata Direttrice. Ma scusa…è come nelle storie chi sposa
un Principe diventa Principessa “. Nella Hall sono
ancora appesi i festoni colorati. Quanti spettacoli e
serate in allegria con balli di gruppo su sound latino-americani.
E le grandi piogge?
Gli spazi fortunatamente c’erano e così si allestiva il
“ Luna- Park” con imboccami a colpi di budino,
mordi la mela, ti predico il futuro, braccio di ferro
e tante altre prove divertenti.
Non mancavano i party dolci e salati, le anguriate
e la famosa “Festa dei compleanni” con le mega
torte fatte dal cuoco. Raggiungo la sala polivalente :
Nicola Acquaviva
il regno degli Adolescenti. Il palco delle loro
esibizioni cabarettistiche, il maxi schermo
per la proiezione dei films, le luci psichedeliche e gli impianti stereo da far invidia ad
una vera discoteca, il tavolo da ping-pong
per le grandi sfide e i tavoli dove durante il
mese di gemellaggio coi ragazzi francesi anche i nostri avevano imparato ad usare giochi intelligenti da tavolo portati dal coordinatore francese. Sui cartelloni sono ancora
esposte alcune foto in bianco e nero da lui
scattate, una sua passione. Il villino è già stato pulito e ora è chiuso. Ospitava il team dei
docenti madrelingua inglese.
Un corso molto gradito agli adolescenti.
Salgo al terzo piano e in una stanza trovo
dei bigliettini : sono messaggi simpatici dimenticati da un adolescente che aveva fatto strage di cuori. Lo conosco bene, questa
è stata la sua ultima estate fra qualche mese compirà diciotto anni. Splendida e naturale la sua risposta al cellulare, forse a degli
amici che gli chiedevano dove fosse in vacanza : “ A Fondo, in colonia…mi sto divertendo un casino”.
9
PROGETTO VACANZE 2005
Lezioni
d’inglese
di Armen Shahnazarian
Io e le mie collaboratrici vorremmo ringraziare la
fondazione ATM, in particolare il sig. Tenedini, il
Dott. Scopinaro e l'intero staff organizzativo del la colonia di Fondo per quella che ritengo sia stata un'esperienza assolutamente positiva e soddi sfacente. Credo che i nostri sforzi per coinvolge re i ragazzi durante le lezioni siano stati premia ti: lo spirito di partecipazione -considerato anche
che per loro si trattava di una vacanza!- e' stato
grande. In particolare, ho molto apprezzato la
collaborazione con i monitori dei ragazzi e so prattutto con il Direttore – Dott. Garoli -, che ha
fatto tutto il necessario per supportarci nel no stro lavoro. Spero che il nostro impegno sia sta to proficuo per i ragazzi e per la Fondazione ATM
e che si possa nel futuro ripetere l’iniziativa te nendo conto dei suggerimenti e delle osservazioni al fine di rispondere in modo efficace alle esi genze dei ragazzi.
Un’estate al mare
a Pinarella di Cervia
di Roberta Sonedda
L
10
a stagione estiva del 2005 è ormai volta
al termine…
Il 30 agosto gli ultimi bambini ospiti del Soggiorno di Pinarella di
Cervia sono tornati a
casa con la loro valigia
carica di ricordi.
In Colonia hanno vissuto un’esperienza unica
dove hanno recitato il
ruolo di primi attori: sono stati gli indiscussi
protagonisti di
una
vacanza
studiata e organizzata per loro.
E gli educatori, responsabili, hanno
fornito ai minori le
occasioni e gli strumenti per potersi
confrontare, divertendosi, con i propri
coetanei. Ogni bambino ha vissuto
venti giorni in cui è stato posto in primo piano il “gioco” inteso come stru-
mento di aggregazione e momento di crescita che educa all’impegno, alla conoscenza, aiuta a sviluppare le proprie doti e a conoscere i propri limiti. Sullo sfondo la vita all’aria aperta, la spiaggia assolata, la piscina,
i grandi parchi del divertimento.
Ogni giorno i nostri ospiti sono stati coinvolti in attività divertenti: hanno partecipato
ai tornei di calcio, di tennis, di beach-volley,
di bocce, di tiro alla fune, di
ping-pong,
PROGETTO VACANZE 2005
di scacchi, di dama, di carte. Hanno costruito castelli
di sabbia al mare, fatto i
tuffi in piscina, inventato
fantasiose composizioni
con la pasta di sale e la
carta crespa. E come dimenticare la “gavettonata” di Ferragosto? La
sera hanno partecipato
al “Nutella-party,” alla
serata “Luna-park,” al
“Beato fra le donne,”
all’elezione di “Miss e
Mister Colonia 2005,”
alla grigliata sulla spiaggia, alla
“piadinata” e alla “gelatata.”Certo il tempo è stato tiranno, lunghe giornate di
pioggia hanno accompagnato la nostra vacanza… Fortunatamente è
stato clemente nei giorni delle tanto attese gite all’Atlantica, dove i
bimbi hanno potuto divertirsi sugli
scivoli delle piscine e navigare con
il canotto lungo il perimetro del
parco. Anche durante le visite
ad Oltremare splendeva il sole e
i nostri eroi hanno potuto assistere al favoloso spettacolo
dei delfini, alla fattoria degli
animali, al volo dei rapaci,
all’I-MAX. E’ stata invece
istruttiva la gita all’Italia in
Miniatura.
Qui i “vacanzieri” hanno camminato attraverso le città d’Italia, navigato sul canale di
Venezia con le gondole e si sono fermati di
fronte al Colosseo, per poi ricordare la loro città di fronte al Duomo di Milano. Ma la gita più sospirata è stata quella a Mirabilandia per i più grandi e a Fiabilandia
per i più piccoli, gli ambiti parchigiochi in cui i bambini si divertono
con le strepitose giostre e con i
personaggi delle fiabe. Ed ora che
l’estate è finita stiamo già pensando a come organizzare il prossimo
Soggiorno!
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SOGGIORNO IN FRANCIA
Les Carroz d’Araches...
Chi avrebbe immaginato?
di Laura, Luca ed Emilia
I
12
l giorno 4 luglio è fissato il ritrovo presso
la Fondazione ATM per partire alla volta di
Carroz d’Araches, località montana della Alta Savoia, dove è situata la colonia francese
del CRE/RATP.
Appena arrivati, ci è stato presentato dal
team francese il progetto educativo, basato
sul principio dell’autonomia, che prevedeva:
innumerevoli attività sportive e ricreative.
Questo progetto ci ha lasciato veramente
senza parole…
Infatti la struttura e i monti circostanti ci
hanno offerto delle risorse mai conosciute
prima e la possibilità di vivere con entusiasmo esperienze indimenticabili.
Abbiamo percorso gli scivoli naturali di un
torrente, guidati da personale esperto, praticato rafting tra le rapide e air boat, ovvero
rafting a due, stile canottaggio.
Abbiamo fatto idro speed fluviale, muniti di
una mini canoa e pinne; ci siamo improvvisati speleologi attraversando grotte e cunicoli, dotati di torce ed elmetti, per vedere
fossili ed iscrizioni risalenti ai secoli passati e
siamo scesi lungo i sentieri di una montagna
con delle bici munite di freni a disco ed ammortizzatori.
Il predetto metodo educativo prevedeva anche la possibilità di organizzare dei gruppi
italo-francesi per gite di due o più giorni
completamente organizzate dai ragazzi e
dagli assistenti. Infatti stabilito un budget
che coprisse le spese alimentari, di trasporto , per l’eventuale pronto soccorso e le attività ricreative, siamo partiti con lo zaino in
spalla, sacchi a pelo, tende e fornelli da
campeggio per favolosi itinerari.
I ragazzi francesi ci hanno accolto amichevolmente e nonostante i nostri rapporti siano stati in alcune occasioni poco “pacifici”,
ogni discussione si è risolta grazie alla volontà di entrambe le parti, che fin dall’inizio
hanno avuto l’intenzione di conoscersi e
confrontarsi con serenità.
In effetti la prima settimana è stata quella
più impegnativa, essendo emersa la difficoltà d’incontro tra due culture, apparentemente diverse, che dovevano convivere in
un villaggio sperduto tra le montagne.
Ma durante la seconda settimana siamo stati coinvolti nel pieno delle attività sportive ed
i rapporti con i compagni francesi si sono intensificati: del resto è nella difficoltà che nasce lo spirito di solidarietà.
Inoltre, abbiamo partecipato ad un campeggio di tre giorni, che ci ha aiutato a migliorare la conoscenza della lingua.
La gita in Svizzera ha decisamente migliorato la convivenza. Serate in discoteca, cioccolato, acquapark e passeggiate sono stati
IMPRESSIONI DEI RAGAZZI...
di Giovanni (el brusa)
Sono arrivato qui il 4 luglio ed oggi, ventidue giorni dopo, rimpiango quel dì. Sono
passate più di tre settimane, durante le quali ho convissuto piacevolmente con due realtà differenti. Sinceramente mi aspettavo un
soggiorno nel quale avrei osservato questioni indissolubili fra il gruppo dei ragazzi francesi e quello dei ragazzi italiani, ma ciò fortunatamente non è accaduto e le mie preoccupazioni sono svanite. Durante la vacanza
ho avuto la possibilità di testare sulla mia
pelle attività delle quali prima ignoravo l’esistenza. Una di esse è stata la VIT, vagabondaggio per i monti in sella ad una bicicletta
fantastica e specializzata per questo genere
di escursioni. Adrenalina e velocità, associate ad una buona compagnia ed un pizzico di
prudenza, sono una combinazione perfetta
per godersi una allegra giornata. Legando
con qualche ragazzo francese, mio coetaneo, ho potuto migliorare il mio vocabolario
francese e conoscere le sue tradizioni. Anche il paesaggio che ho potuto scrutare ogni
sera dalla finestra della mia camera è tanto
bello che i pensieri negativi si allontanano e
la mente libera si congiunge con il buio della notte, conciliandomi il sonno.
legato molto di più con i ragazzi francesi,
inoltre, gli animatori ci hanno fatto divertire
moltissimo.
Un’altra cosa che mi è piaciuta sono le attività sportive e ricreative, tutte nuove ed
emozionanti.
Mi ha, altresì, appassionato lo scambio culturale e gastronomico, infatti io, Christian,
Moira, Francesca e l’assistente Laura abbiamo cucinato piatti italiani con l’invidia bonaria dello chef perché la nostra cucina è
stata molto apprezzata.
SOGGIORNO IN FRANCIA
gli ingredienti per vivere giornate indimenticabili, piene di gioia e divertimento.
Ad ogni attività proposta abbiamo avuto la
possibilità di creare legami più solidi: sono
nate così forti amicizie e talvolta amori…
Quando siamo tornati a Charroz l’aria che si
respirava era densa di tranquillità e così ci
siamo preparati ad affrontare gli ultimi giorni che, avvicinandosi il momento del ritorno
a casa, sono stati carichi di rammarico.
di un giovane partecipante
Da quando siamo arrivati a Carroz, grazie all’autista Ivan, le cheffeur du tram, ho pensato che mi sarei divertito molto, e così è
stato. In primo luogo quest’anno abbiamo
13
VACANZE STUDIO
Studiare...in vacanza!
I
corsi di lingua all’estero per adolescenti,
per maggiorenni e per i dipendenti ATM
sono stati organizzati in collaborazione con
l’Euro Master Studio e la Study Tour, società
specializzate nelle vacanze studio.
Ancora una volta il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ATM ha dimostrato di
essere sensibile alle esigenze formative dei
propri beneficiari con attenzione particolare
verso coloro che vogliono approfondire la conoscenza delle lingue straniere.
E’ un impegno che ha ottenuto un riscontro
positivo e che, negli anni, ha consentito a
molti giovani di sperimentare questa proficua
esperienza. Mentre la Study Tours ha portato
i ragazzi a Chester, cittadina medioevale nel
nord-ovest dell’Inghilterra, facendoli studiare
e soggiornare nel University College, la Master Studio ha proposto diverse destinazione,
volte a soddisfare ogni tipo di esigenza.
Nonostante i fatti delittuosi che, nel mese di
luglio hanno provocato paure e incertezze
nelle persone, la meta più richiesta è stata
Londra che, caratterizzata dalla sua vita not-
turna con i suoi club e bar alla moda, i suoi
teatri rinnomati, le sue stupende architetture,
i bellissimi parchi, la cucina internazionale,
non teme confronti con nessuna altra città al
mondo. Le scuole scelte sono ricosciute dal
British Council e si trovano nel centro della
città o nelle vicinanze. Al secondo posto troviamo Malta, località ambita dove, dopo lo
studio, si possono trascorrere piacevoli ore al
mare e il sole è sempre caldo e splendente.
Qui le scuole offrono eccellenti strutture sportive e ricreative. La lingua inglese è senza
dubbio lo strumento di comunicazione più
diffuso e necessario soprattutto nel mondo
del lavoro, pertanto anche l’Irlanda è stata
scelta quale luogo ideale per migliorarne la
conoscenza.
Infatti Dublino, la sua capitale, è sede di
grandi università, di centri d’arte e culturaed
è una città piena di fascino e di calore. Non
sono mancate richieste per altre città Europee
come: Barcellona, Parigi e Berlino, anch’esse
veri e propri centri culturali moderni ma ricchi
di storia.
Enjoy yourself
in Chester
V
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enerdì primo luglio i ragazzi della Fondazione ATM, me compresa, si ritrovano
all’aeroporto di Milano Malpensa, un po’ agitati e timorosi di conoscere i compagni di
viaggio e la capo gruppo…con la speranza
che non sia severa e che ci dia un po’ di libertà… Il nuovo gruppo in partenza per Chester è composto da tre ragazzi (Ivan, Luca e
Marco), sette ragazze (Valentina, Antonella,
Alessandra, Francesca, Martina, Laura e Oriana) e la responsabile Prof.ssa Michela Pieghetti, il primo impatto è subito positivo, l’atmosfera é allegra ed il morale al massimo!!
La nostra accompagnatrice è giovane e simpatica, e ci mette subito a nostro agio, anche
se non manca di raccomandarci di essere
sempre responsabili e comportarci bene.
Dopo le prime incertezze ci scambiamo domande per iniziare a conoscerci e presto le
conversazioni si trasformano in battute e sonore risate. Il gruppo, benché formato da pochissimo tempo, ha già trovato lo spirito giusto per affrontare la vacanza!!
Il viaggio aereo è breve, ma per conoscersi
meglio ci sarà tutto il tempo durante la vacanza,…l’avventura è appena cominciata!!
Arrivati a Chester, la vista del college lascia
tutti a bocca aperta… è davvero bellissimo.
VACANZE STUDIO
Il Direttore ci accoglie e ci spiega le regole della nostra nuova vita da studenti, che sono
molto rigide, ma necessarie vista la grande
quantità di ragazzi che popola il college!!
Ci presentano anche gli animatori, ragazzi
molto simpatici che organizzano le attività
pomeridiane e che ahimé, ci obbligano a parlare inglese non solo durante le ore di lezione
della mattina, ma anche durante le attività di
intrattenimento nel pomeriggio.
Del resto siamo qui per imparare…giusto?!?!!
Veniamo sistemati in caratteristici cottage inglesi, che ospitano circa 8 – 10 persone provvisti anche di un piccolo giardino...quasi meglio di casa, e siamo completamente indipendenti, è un po’ come vivere da soli. Il college
è molto grande, ma nonostante l’immensità
dell’edificio accresca in noi il timore di perdersi, lentamente iniziamo ad orientarci ed
anche a fare amicizia con i nostri “vicini di casa”. Passata l’agitazione per il test d’ingresso,
ci inseriscono nelle classi a seconda del nostro
livello di conoscenza della lingua inglese e ci
rendiamo conto questa esperienza rappresenta il modo migliore per imparare quella lingua
che a scuola tanto ci fa disperare.
Gli insegnanti sono altamente qualificati, simpatici e sempre disponibili a darci una mano,
anche quando il nostro inglese pecca nella
pronuncia o nella grammatica, ma durante le
lezioni le “papere” diventano un modo per riposarsi e fare quattro risate.
Intanto i nostri compagni diventano amici con
cui confidarsi, appoggiarsi durante i tentativi
di approccio con i ragazzi stranieri (si sa che
due teste sono meglio di una) e giocare durante le attività pomeridiane.
Infatti anche nei momenti sportivi e ricreativi
abbiamo la possibilità di parlare inglese poichè non tutti i ragazzi sono italiani.
I nostri animatori organizzano tornei di calcetto, tennis e pallavolo, facendoci passare
pomeriggi davvero divertenti!!
E in barba a chi dice che in Inghilterra si mangia male, noi abbiamo a disposizione all’interno della mensa del college un self-service
che ci prepara abbondanti e gustose pietanze, che non sono esattamente come la pasta
al sugo della mamma, ma che ci riempiono la
pancia!! Oltre ad imparare la lingua e a fare
nuove conoscenze, visitiamo la bella città di
Chester, una delle più affascinanti della Gran
Bretagna, la celebre fortezza di Castel Deva,
castello in stile normanno sul fiume Dee e
Manchester, la grande metropoli famosa anche per la rivoluzione della musica rave risalente agli inizi degli anni ottanta.
Un’altra escursione ci permette
di vedere la piccola cittadina di
Caernafon, il suo imponente
castello che, secondo il noto
scrittore Daniel Defoe, venne
costruito per ammansire i popoli rozzi delle montagne, ed il
bellissimo parco di Snowdonia,
dominato dalla vetta più alta
del Galles, lo Snowdon. Dalla
sua cima, durante le giornate serene, si possono vedere il Galles, l’Inghilterra, la Scozia e
l’Irlanda in un raggio di circa 150 Km. Le serate, sono piene di musica, feste e giochi organizzati dagli animatori. Purtroppo, però, il
tempo passa e quando è arrivato il momento
di salutarci e di partire per l’Italia, nessuno ha
più voglia di tornare a casa. Il viaggio di ritorno diventa un’occasione per poter ricordare
tutte le fantastiche esperienze vissute, con la
promessa di rivederci per poter rivivere i fantastici momenti condivisi in Inghilterra.
Approfittiamo dello spazio riservatoci dalla
Fondazione ATM per salutare e ringraziare la
nostra Capo Gruppo, la Prof.ssa Michela Pighetti, che con la sua competenza e simpatia
ci ha guidati attraverso questa indimenticabile esperienza.
15
WWF
Croazia: mare, natura e poesia...
di Mariangela Lorenzetti
M
ilano 18/07/2005 Sede della Fondazione ATM. È qui che abbiamo l’appuntamento per la partenza, destinazione Croazia! C’è un gran fermento, tutti come ogni
anno si guardano intorno per identificare
facce vecchie e nuove… ecco lì ci sono Romeo e Alessandra,poco più avanti
Mirko,Margherita… e quel gruppetto in fondo? Mai visto… ma avremo modo di conoscerci… Arrivano gli accompagnatori, ma
guarda c’è ancora Mary, e Fabrizio e anche
quel matto di Andrea! Sbrighiamo velocemente faccende burocratiche e saluti a parenti e amici, abbiamo una gran voglia di salire sul pullman. I due nobili destrieri che ci
accompagneranno per tutto il viaggio sono
guidati da Renato e Stefano, avremo il tem-
16
po per scoprire anche loro, formiamo davvero un gran bel gruppo tutti insieme. Il viaggio è lungo, passiamo le varie dogane, si comincia a sentire l’ aria della vacanza, l’emozione è alle stelle. Sul pullman Mary come
ogni anno comincia a cantare… non si può
certo dire che sia intonata, ma per ora la
sopportiamo… Guardiamo il paesaggio che
cambia, lasciamo dietro di noi pensieri e frenesie della città, e, quasi senza neanche accorgercene, Stefano ferma il destriero, Mary
smette di cantare, Fabrizio si impossessa del
microfono…Pola …Siamo arrivati!
Il campeggio è delizioso, ci sistemiamo nell’ostello, la scelta dei compagni di stanza è
decisiva per noi, con loro si condivideranno
tempi, spazi, chiacchere e nottate…
sorgiamo, non se ne può davvero più! Diventa un batti e ribatti di acuti assordante e
divertente, cui prende parte anche Stefano,
schierato ovviamente dalla parte dei ragazzi… In poche note comunque siamo in ostello, rimandiamo la sfida a domani…
Il sole è già alto,stavolta giro culturale per la
città di Rovino, elegante, ordinata e raffinata,ma non fredda. Mary e Federica ci raccontano le varie fasi della sua storia,dai Romani
ai Veneziani, visitiamo la basilica, passeggiamo per le sue bellissime stradine medioevali
e ne approfittiamo anche per qualche souvenir. L’ Istria oggi ci ha rivelato di possedere
anche affascinanti bellezze culturali, oltre che
naturali e paesaggistiche. E la riconfermerà
alle visite di Pola e Panenzo, altri due gioiellini della costa,l’una con straordinari resti romani,l’altra con una basilica bizantina da lasciarci tutti a bocca aperta e col naso all’insù
ad ammirare gli splendidi mosaici. Scopriamo
che la conoscenza di una città può essere anche molto interessante e porta,come tra le
persone,a sentirla più vicina e ad accrescere
l’amore nei suoi confronti.
I giorni trascorrono velocemente, dedichiamo
un’intera giornata alla visita della riserva di
Plitvice luogo a dir poco meraviglioso, una
lunga passeggiata tra cascate, alberi enormi,
laghi e animali che vivono liberi e indisturbati. Ancora qualche giorno dedicato al mare,giriamo la costa alla ricerca di spiagge
sempre più belle, passiamo serate a cantare
e ballare in un armonia contagiosa e inevitabilmente arriva anche l’ultima notte. Una
gran malinconia ci assale, siamo una grande
famiglia ormai, abbiamo passato gli ultimi 13
giorni insieme condividendo tutto, tra risate
e giochi, momenti più o meno sereni, come
capita nella vita del resto, innamorandoci di
luoghi e persone. Non si può fingere qui, tutto ti obbliga a tirar fuori te stesso, ad imparare ad accettare ed amare le diversità. Neanche due settimane può sembrare un lasso di
tempo breve, ma questo viaggio ci mostra
invece quanto tutto è relativo e quanto certe esperienze, seppur non lunghissime, possano lasciare un segno indelebile nei nostri
occhi e nei nostri cuori.
WWF
La giornata volge al termine, ceniamo accompagnati da un orchestra che ci delizia
con un buffo repertorio di vecchie canzoni
italiane e croate, comunque simpatiche e divertenti da ballare… La sera è sempre un
momento di grande aggregazione, passeggiamo un po’ sulla spiaggia ciottolosa del
campeggio, cominciano a nascere nuove
amicizie, mentre le vecchie si rianimano e risaldano… Questa è la magia dei campi, tutto è amplificato, ogni giorno è ricco di sensazioni ed emozioni, e la loro condivisione
con gli altri crea dei legami fortissimi,speciali ed indissolubili. Sveglia alle 8.00, siamo carichi, pronti per la colazione. Oggi ci gettiamo nelle acque dell’ Istria con Claudia e Federica, due nuove animatrici, con le quali
scopriamo il see watching e le bellezze del
mare. Muta, maschera, boccaglio e giù, ad
osservare pesci e fondali. Intanto poco più in
là alcuni di noi sfidano un gruppo di tedeschi
ad una immancabile partita di calcio, anche
se il risultato non è quello dei Mondiali ’82 e
lo squadrone torna sconfitto ma divertito.
Stasera usciamo, ce ne andiamo un po’ in giro per Pola. È una città davvero graziosa,
stradine strette e grandi piazze, piena di gente, musica, colori e… Il Colosseo?! Ci troviamo improvvisamente davanti una costruzione molto simile a quella romana e Mary ci
anticipa la sua storia, che poi riprenderemo
alla visita guidata… Il gelato istriano non è
male, ma giunge presto il momento di tornare in ostello, domani ci aspetta un'altra
giornata ricca e intensa. Mary torna a cantare, stavolta accompagnata da Federica… Cominciamo a spazientirci! Nuova giornata, destinazione Promontore. Fantastico, dopo un
breve viaggio in pullman arriviamo in una
scogliera da brividi, il mare è bellissimo, il
paesaggio sembra uscito da un libro di fiabe.
Il sole è caldo, ci accarezza e ci invita a restare qui tutta la giornata. Incantevole anche il
bar nascosto sotto una pioggia di foglie di
palma,tutto in legno. Fortuna c’è Natasa, la
nostra animatrice croata, che ci traduce e insegna un po’ di questa lingua affascinante,
dura e difficile. La giornata corre veloce, tra
bagni, tuffi, giochi e scherzi. Di nuovo sera,di
nuovo l’orchestra, di nuovo chiacchiere prima di chiudere gli occhi. Tutto sembra ormai
molto familiare ma da scoprire allo stesso
tempo… Anche questa è magia…
È già mattina, stavolta ci dirigiamo verso
Punta Corrente, un’isola poco a largo di Pola. Anche oggi giornata alla scoperta dei fondali, ormai il gruppo see watching è affiatato, entusiasta di scoprire le meraviglie nascoste sotto il mare. L’ isolotto è piccolo e accogliente, uno scoglio circolare dove è bello
anche girare come dei giovani Indiana Jones
alla scoperta di grotte e insenature ricche di
vegetazione. Durante il viaggio Mary e Federica non smettono di cantare, ma stavolta in-
17
A MILLE CE N’È
Ugo e l’istrice
di Simona Caccialanza e Adelio Schieroni
Disegni di Flavio Nani
Copyright © 2005
Tutti i diritti riservati concessi
in uso per la pubblicazione
sul periodico farini9
I
18
n una tiepida giornata di primavera, Ugo
stava osservando affascinato i teneri germogli che ricoprivano i rami degli alberi.
Ad un tratto la sua attenzione fu attratta da
uno strano essere che, non avendolo notato,
si accingeva ad addentare tanto ben di Dio.
Era uno strano animale ricoperto da aculei incredibili che lasciavano libero solo il muso e
gli occhi.
Ugo, estroverso e curioso per natura, decise
di far conoscenza seduta stante: - Ciao! esclamò con voce squillante.
La reazione fu sorprendente e fulminea.
Lo strano essere si raggomitolò su se stesso,
così da mostrare solo i temibili aculei, non rispose in alcun modo e restò completamente
immobile. Dopo qualche attimo di smarrimento Ugo riprese coraggio e replicò: Ciao..- questa volta in tono più sommesso - ..
chi sei? Ancora nessuna risposta.
Ugo si avvicinò guardingo ma deciso ad ottenere un risultato: - Io mi chiamo Ugo, e tu? Lo strano essere ebbe un sussulto e cautamente mostrò una piccola parte del muso. di cosa hai paura? voglio solo conoscerti disse Ugo.
- Io non voglio conoscere nessuno e non mi
fido di nessuno - fu la sgarbata risposta.
Ugo, sempre più sorpreso, replicò: - e allora
peggio per te, sei proprio maleducato. Sbagli
a rispondere in questo modo a chi ti si avvicina cordialmente Detto ciò si allontanò e ricominciò ad interessarsi ai germogli.
Dopo qualche minuto, evidentemente di riflessione, lo strano essere cambiò atteggiamento.
Si srotolò e con voce incerta richiamò l'attenzione di Ugo: - Ehi ... Ugo. Io mi chiamo Camillo Ugo che è un tipo allegro e che non porta
rancore, colse l'occasione per cercare di soddisfare la propria curiosità. - bravo, così mi
piaci - disse riavvicinandosi.
Osservandolo attentamente chiese incuriosito: - cosa sono tutte queste spine che hai sul
corpo? - sono aculei - rispose Camillo - e mi
servono come difesa dagli estranei. Io sono
un piccolo istrice. - Un istrice? è la prima volta che incontro un
animale come te e sono felice di avere fatto
una nuova conoscenza. A me piace parlare
con tutti e ci sono rimasto male prima quando mi hai risposto in quel modo - Devi scusarmi ma fa parte del mio carattere. Ho sempre paura che qualcuno voglia aggredirmi e farmi del male - replicò sottovoce
Camillo.
- E' un vero peccato perchè le mie intenzioni
sono pacifiche e amichevoli. Beh, cosa dici se
facciamo una passeggiata insieme e cerchiamo di conoscerci meglio - fu la proposta di
Ugo.
- D'accordo! - acconsentì prontamente Camillo.
Si avviarono quindi fianco a fianco chiacchierando amabilmente.
Dopo alcuni minuti erano già diventati amici
come accade a tutti i bambini e cominciarono a giocare felici.
Giunse infine il momento di ritornare alle
proprie case.
- Ti devo ringraziare - disse Camillo - oggi ho
imparato una cosa molto importante, ad avere più fiducia nella gente che mi circonda e
questo me lo hai insegnato tu. Spero di poter
ancora giocare con te nei prossimi giorni e
magari di conoscere anche altri amici - Certamente giocheremo ancora insieme e
sono felice per ciò che mi hai detto. Sarebbe
un vero peccato che un istrice simpatico come
te rimanga sempre solo. Ricordati che gli aculei ti devono difendere dai malvagi, non averli sul cuore. Ciao, a domani - concluse Ugo
- A domani e ... per sempre - disse Camillo.
Tratto da Le Fiabe del Dr. Respizzi
di Roberto Tenedini
I
n una striscia di terra della Bassa reggiana,
cara a Guareschi e a quanti tra noi hanno
amato le storie di Peppone e Don Camillo, si
affacciano sulla riva destra del Po i comuni
di Brescello, Boretto, Gualtieri, Guastalla e
Luzzara. Una zona lunga circa 20 chilometri,
che svolge un’intensa attività turistico-fluviale facente perno sul Porto turistico di Boretto, geograficamente collocato a metà del
tratto navigato del fiume
L’economia è quella tipica della Bassa reggiana: un settore agricolo tra i più prosperi
d’Italia, il cui sviluppo è stato favorito dalla
presenza di numerosi corsi d’acqua, primo
fra tutti il Po, e da una serie di bonifiche effettuate nel corso dei secoli (dai Benedettini
nel Medioevo, dagli Estensi nel Rinascimento e ancora nell’Italia repubblicana fino alla
metà del ’900).
Molto sviluppati sono l’attività zootecnica,
legata soprattutto all’allevamento di suini, e
tutto il settore alimentare (dai salumi, il più
pregiato è il Culatello, ai formaggi, non si
può non citare il Parmigiano-Reggiano, il
tutto accompagnato da un buon bicchier di
vino, il Lambrusco naturalmente).
Ma non si può parlare del Lambrusco senza
parlare di una realtà di cooperazione che,
mezzadri, agricoltori, possidenti della zona,
con il desiderio di rendere efficace la loro
imprenditorialità nel campo della trasformazione delle proprie uve, hanno dato origine
nel 1958 alla “Cantina Sociale di Gualtieri”
Una realtà sociale, nata con lo scopo di
creare sinergie importanti tra i produttori vinicoli che hanno fatto e continuano a fare la
nostra storia.
Da quel momento in poi, valorizzando la
creatività e la laboriosità dei soci conferenti,
la Cantina Sociale di Gualtieri ha consentito
una collocazione di rispetto nel campo della
produzione del lambrusco.
Ma ciò che più colpisce, e vi consiglio di andar a toccar con mano, è la familiarità e il
calore umano che si respira sia tra gli operatori che tra i soci conferenti.
Oggi la Cantina, che conta circa 330 soci
conferenti ,pigia uve altamente selezionate
e riconosciute D.O.C. ; il Presidente è. Artoni Franco, il Direttore Amministrativo Soliai
Iames, il Direttore Tecnico Maurizio Barigazzi. Basterebbe pensare agli 8.000.000 di Kg
di uva lavorata nel 2004 con conseguente
imbottigliamento di 2.600.000 pezzi, per
ENOLOGIA
Settembre è tempo di vendemmia
avere un’idea di quanta strada è stata fatta
e di come si possa realizzare un prodotto
eccellente senza tralasciare e dimenticare i
valori di solidarietà e di cooperazione che
permettono alla Cantina Sociale di Gualtieri di essere oggi considerata una moderna
Azienda competitiva nel settore.
Dotata di nuove tecnologie la Cantina si può
considerare un “sito aperto”; infatti è possibile visitarla dal lunedì al venerdì (8-12 /1418) e il sabato mattina (dal 1 settembre al
30 maggio 8-12). Nel nuovo punto vendita
è possibile procedere alla degustazione prima di eventuali acquisti.
Inoltre la cantina offre la possibilità a gruppi organizzati, Cral, associazioni di visitare
gli impianti e procedere alla degustazione
anche la domenica (solo su prenotazione)…
e nei dintorni non mancano gradite opportunità gastronomiche..
Noi abbiamo avuto l’opportunità di visitarla,
in compagnia del Direttore Tecnico Maurizio Barigazzi, “simpaticissimo, nonché “
grande enologo” vi possiamo garantire che
ne vale la pena.
Cantina Sociale di Gualtieri S.c.r.l.
Via S. Giovanni, 25
42044 Gualtieri (RE)
Tel. 0522-828161 / 0522-828579
Fax. 0522-22004
www.cantinasocialegualtieri.it
19
SOCIALE
Associazione Cena dell’Amicizia
dal 1968 contro la Grave Emarginazione
Sociale milanese
CHI SIAMO
Il nome dell’Associazione prende spunto dalla
cena offerta ogni martedì ai Senza Dimora
della nostra città, fin dal maggio 1968, infatti,
Ermanno Azzali, il fondatore dell’Associazione
scomparso nell’aprile 2003, ha pensato di dare un sostegno a chi era emarginato dalla società: la sua idea era quella di offrire ai Senza
Tetto non solo un pasto caldo, ma soprattutto accoglienza, dialogo ed un aiuto concreto
al progetto personale di reinserimento sociale. L’appuntamento continua tuttora: ogni
martedì sera, infatti, si ritrovano presso la Parrocchia S. Pio V, a Milano una quarantina di
persone per condividere il pasto con un gruppo di volontari che li accompagnano, anche se
per brevi “tratti”, nel loro percorso di recupero. Da qui la storia di Cena dell’Amicizia si è
poi sviluppata nel tempo fino ad arrivare, nel
corso dei suoi trentasette anni di attività, a
fornire un servizio molto articolato, in grado
di aiutare persone eterogenee per età, classe
sociale e problematiche, e di accompagnarle
fino al reinserimento sociale attraverso un progetto personalizzato.
I SERVIZI OFFERTI
La “Cena del martedì”: sita nella Parrocchia S. Pio V a Milano, ospita circa una
quarantina di persone tra uomini e donne.
Ogni martedì viene offerto loro un incontro
settimanale dove, attraverso una cena consumata insieme ad un gruppo di volontari, si
creano dei rapporti che continuano anche durante la settimana, quando i volontari supportano gli Ospiti nei loro problemi quotidiani
22
Centro Notturno di Accoglienza per uomini: è collocato nel quartiere Comasina, in
via Val di Bondo n° 15. Il Centro ha ospitato,
a partire dal 1988, circa 160 persone Senza
Dimora segnalate dai Servizi Sociali Comunali,
dai Servizi dell’ASL, dagli Ospedali, dai Centri
di Ascolto diocesani o dalle diverse realtà del
privato sociale presenti sull’intero territorio milanese. Il vissuto degli Ospiti è stato pesantemente segnato da problemi di emarginazione
sociale quali l’alcolismo, forti disagi psichici,
problemi di salute, perdita del lavoro, problematiche familiari: per aiutarli esiste un servizio
interno di assistenza psicologica ed educativa
riunita in un’équipe multiprofessionale, che
costruisce con loro un progetto di reinserimento sociale personalizzato che verifica pe-
riodicamente gli obiettivi raggiunti.
Gli Ospiti possono usufruire, tra l’altro, di
un’accoglienza in un posto letto, della prima
colazione e della cena, di servizi ed attrezzature per la pulizia della loro persona e di una
piccola biblioteca e videoteca per la ricreazione. Tutti i progetti sono sostenuti da un’ampia
presenza di volontari.
Centro di Accoglienza Diurno: momento propedeutico al reinserimento socio-lavorativo degli Ospiti. Infatti, gli uomini e le donne
coinvolti, si trovano insieme agli educatori per
rimettersi in gioco, attraverso piccoli lavori artigianali, nel laboratorio messo a loro disposizione, che costituisce una possibilità concreta
di veder valorizzate le proprie capacità e risorse. Inoltre, gli Ospiti possono beneficiare del
pranzo e di un piccolo sussidio economico.
Il successo di questi interventi è dovuto in
buona parte alla professionalità dell’équipe
educativa ed alla grande disponibilità dei volontari che rivestono un ruolo fondamentale
nello stimolare gli Ospiti a misurarsi con le sfide della vita, rappresentando loro stessi dei
“modelli“ ed un sostegno a cui riferirsi per rientrare nella loro quotidianeità.
La struttura, sita nel quartiere Bovina in Via
Grazzini 12/2, ospita quindici persone costantemente seguite dall’équipe professionale
composta da due educatrici ed uno psicologo,
che le accompagna durante le varie fasi del
progetto.
L’équipe è integrata con i Servizi di reinserimento lavorativo del Comune di Milano e gli
Sportelli di orientamento professionale del privato sociale.
Spazio espositivo, gestito da ospiti e volontari e situato in via Bezzecca (corso XXII
Marzo ), vengono esposti i lavori manuali realizzati dagli Ospiti all’interno del Centro Diurno, oltre a materiale informativo relativo alle
realtà del volontariato milanese, che si occupa
di Grave Emarginazione.
Centro Notturno di Accoglienza per
donne: la buona riuscita di questi interventi ha
dato la possibilità di aprire nel maggio 2002,
in zona Comasina (via Spadini, n° 15), un
Centro Notturno per l’Accoglienza delle donne. Anche in questo caso le Ospiti, tutte maggiorenni, si sono trovate senza fissa dimora in
seguito a gravi problemi familiari, psichici o di
alcol-dipendenze e necessitano quindi di essere accolte in un ambiente confortevole, cura-
Gli appartamenti di “Terza Accoglienza”: a completamento del percorso di recupero e reinserimento avviato con le iniziative
promosse dalla Cena, nel 1996 l’Aler ha messo a disposizione dell’Associazione ventuno
mini-alloggi utilizzati per i progetti di “Terza
Accoglienza” in grado di ospitare adulti e nuclei familiari. In questi mini-alloggi in zona Calvairate-Molise, locati dall’ALER, ma completamente ristrutturati ed arredati a spese dell’Associazione, gli Ospiti possono godere di un
servizio molto articolato, che consiste nell’accoglienza in una casa vera e propria, nell’assistenza specializzata da parte di un’équipe
preposta a condurre e verificare le varie fasi
del progetto individuale, nell’impegno di un
gruppo di volontari che regolarmente fanno
visita agli Ospiti. Quest’ultimi devono provvedere al proprio mantenimento, alla gestione
ordinaria della casa ed al rimborso dei costi di
conduzione dell’appartamento.
La “Terza Accoglienza” estende e completa il
programma di recupero sociale avviato con le
iniziative descritte in precedenza o messe in
atto da altre realtà del privato sociale presenti
sul territorio (Centri di Accoglienza, Comunità Terapeutiche, ecc…).
COME AIUTARCI
Le modalità con cui si può contribuire allo sviluppo e al sostegno dei diversi progetti sono
molteplici:
dedicando parte del tempo libero,
senza impegno ma con regolarità
mettendo a disposizione le proprie
competenze professionali, per organizzare
eventi, riparare attrezzature, sviluppare
progetti, ecc.
diventando soci sostenitori o semplicemente facendo un’offerta libera
donando beni di prima necessità per i
centri notturni.
Massimo Bertazzoli
RIFERIMENTI
Cena dell'Amicizia
Via Grazzini, 12/2
20158 Milano
tel. e fax: 02 33220600
Sito: www.cenadellamicizia.it
Mail : [email protected]
SOCIALE
to, dove possano recuperare la capacità progettuale relativa alla vita affettiva, familiare,
sociale e lavorativa. Nel corso del primo anno
e mezzo sono transitate una ventina di donne
che, grazie all’opera instancabile di educatrici
e volontarie, sono riuscite a portare a termine
il loro progetto.
LEGALE
Brevi cenni in materia di divorzio
dell’Avv. Alessandro Turrà
D
opo aver trattato, seppur brevemente,
dell’istituto della separazione, si intende
dare una serie di informazioni ai lettori in materia di divorzio.
Il divorzio è un istituto, seppur assai diffuso,
decisamente recente: appare, infatti, nel nostro ordinamento per la prima volta nel 1970,
e nel corso degli anni l’intera materia divorzile è stata più volte oggetto di modifiche da
parte del Legislatore.
Il termine “divorzio” è ormai entrato nel linguaggio comune ed indica la cessazione del
vincolo coniugale.
In realtà, il matrimonio si può sciogliere per
due cause: la prima si verifica con la morte di
uno dei coniugi, la seconda con l’impossibilità di mantenere o ricostituire la comunione
materiale e spirituale tra i coniugi, ovvero
quando la convivenza divenga intollerabile
per uno o entrambi i coniugi.
E’ veramente difficile indicare quali siano le
molteplici possibili cause che possono portare
allo scioglimento del matrimonio, anche se
statisticamente parlando sono poco frequen-
24
ti le domande di divorzio ad esempio per delitto, ovvero per annullamento del matrimonio. E’ noto che oggi, la causa più comune di
divorzio è quella connessa all’avvenuta separazione personale dei coniugi.
A questo proposito si fa presente in questa
sede ciò che maggiormente interessa il lettore, ossia che il procedimento di divorzio si
può avviare necessariamente solo quando siano trascorsi almeno tre anni dal giorno in
cui i coniugi si sono separati, in via consensuale ovvero giudiziale, innanzi al Giudice.
La legge precisa, altresì, che la separazione
deve essersi protratta ininterrottamente
per almeno tre anni, per cui l’unica circostanza che impedisce l’avverarsi della suddetta condizione, è l’avvenuta riconciliazione tra
i coniugi con il ripristino della convivenza coniugale e della comunione materiale e spirituale. La procedura di divorzio, così come
quella di separazione, si instaura mediante il
deposito di un ricorso presso il Tribunale
competente da parte di uno o di entrambi i
coniugi, avviando, a secondo che vi sia o meno l’accordo sulle condizioni, un divorzio congiunto ovvero contenzioso
Compiuto tale primo passo, il Presidente del
Tribunale fissa con decreto il giorno in cui i
coniugi devono presentarsi e, nel corso di tale udienza, il Giudice effettua un tentativo in
extremis per conciliare le reciproche ragioni
dei coniugi convenuti.
La sentenza che definisce la procedura decreta lo scioglimento del matrimonio civile, ovvero la cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario, disciplinando i rapporti
tra i coniugi sia per quanto attiene le condizioni economiche, sia in ordine ai rapporti tra
genitori e figli.
Occorre precisare che, una volta ottenuto il
divorzio, si estinguono i diritti e i doveri acquisiti con il matrimonio, per cui la donna
perde il cognome del marito e gli ex coniugi
si escludono reciprocamente dall’asse ereditario, ossia, nel caso di decesso di un ex coniuge, sostanzialmente nessun diritto ereditario potrà essere vantato dall’altro.
Per quanto attiene i figli dei divorziati è importante precisare che se gli ex coniugi si risposano, i genitori continuano a mantenere i
loro obblighi nei confronti dei figli nati dal
precedente matrimonio e la titolarità della
potestà, mentre l’esercizio compete al genitore che risulti affidatario. L’altro coniuge
conserva parimenti il diritto nonché il dovere
di contribuire al mantenimento dei figli e vigilare circa la loro educazione.
dell’Avv. A. Turrà
C
ari lettori, la ragione che mi induce a
trattare questo argomento, è che a distanza di due anni dalla sua introduzione, la
patente a punti non smette ancora di far parlare di sé e rimane per molti automobilisti italiani fonte di ansia e preoccupazioni.
Come ormai tutti sanno, con decorrenza dal
30 giugno 2003 ogni patente di guida ha in
dotazione venti punti, che vengono scalati a
seconda delle infrazioni commesse. A seguito del cumulo di più violazioni reiterate nel
tempo, gli automobilisti più indisciplinati rischiano oggi il ritiro della patente, anche se,
chi commette più infrazioni contemporaneamente, non potrà mai andare “sotto zero”,
ma si vedrà decurtati al massimo quindici
punti, purché ad una di esse non si accompagni una misura accessoria, quale quella della
revoca o della sospensione della patente. Al
contrario, la perdita totale del punteggio
comporterà la necessaria revisione, con il
conseguente obbligo di ripetizione dell’esame teorico e pratico diretto a verificare l’idoneità tecnica alla guida.
Ecco quindi cosa fare per recuperare i preziosi punti andati perduti a causa di una guida
poco rispettosa del Codice della Strada. Le
autoscuole hanno provveduto ad organizzare appositi corsi, riconosciuti dal Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti, che consentono di riacquisire sei punti, e la cui frequenza con “profitto” viene comunicata immediatamente alla Motorizzazione Civile, che
provvede a riaggiornare il punteggio.
Invece, per gli automobilisti più disciplinati,
che non abbiano commesso infrazioni nel
corso di questo biennio, è stato previsto un
“bonus” di due punti, che si sommeranno di
volta in volta fino a raggiungere un massimo
di trenta sulla patente.
Tuttavia, da un po’ di tempo, circola su internet un messaggio, che invita gli utenti a
chiamare un numero telefonico, messo a
disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per poter godere dell’accredito dei due punti riconosciuti per “buona condotta”. In realtà, tale accredito è assolutamente del tutto automatico allo scattare del secondo anno senza aver commesso
infrazioni che abbiano comportato una decurtazione di punti, per cui non vi è bisogno
di effettuare alcuna telefonata. Il numero in
questione, peraltro a pagamento, serve unicamente per verificare l’entità dei punti, collegati alla patente di guida, mentre la Direzione Generale della Motorizzazione ha già
provveduto ad attribuire d’ufficio il “bonus”
a ben 32 milioni di automobilisti disciplinati.
Ancora una questione merita di essere affrontata in questa sede, anche perché è stata
oggetto di una recente pronuncia da parte
della Corte Costituzionale, ossia che cosa accade nel caso in cui il conducente alla guida
del veicolo non venga identificato immediatamente. E soprattutto, nei confronti di chi
opera la decurtazione dei punti che segue all’accertamento dell’infrazione.
Prima della sentenza in questione, secondo
quanto disposto dall’art. 126 - bis del Codice
della Strada, la decurtazione operava nei confronti del proprietario del veicolo, qualora lo
stesso non avesse provveduto entro trenta
giorni a comunicare il nome del soggetto alla
guida, responsabile della violazione.
Ora, a seguito della nota pronuncia della Corte, nei confronti del proprietario che non comunichi il nome del conducente, oppure dichiari di non ricordare o sapere chi fosse alla
guida del veicolo, non opera più alcuna decurtazione dei punti, ma, in sostituzione (e al
lettore stabilire che cosa sia meglio!), viene
applicata una ulteriore sanzione amministrativa di importo pari a € 357,00, pagabili entro 60 giorni, secondo quanto previsto dall’art. 180 del Codice della Strada.
Una significativa pronuncia, che tuttavia, come potrete ben immaginare, non ha mancato di sollevare evidenti polemiche legate al
fatto che la “scelta” tra il privarsi dei punti
ovvero il pagare una ulteriore sanzione amministrativa (di importo anche considerevole!), dipende esclusivamente dalla capacità
economica del malcapitato automobilista.
Il tutto, potrebbe però essere in contrasto con
il consolidato principio di uguaglianza, sancito all’art. 3 della nostra Costituzione.
In conclusione, a distanza di due anni dall’introduzione della patente a punti come deterrente per convincere gli automobilisti italiani
ad assumere un comportamento più “virtuoso” alla guida, le statistiche tuttavia non ci
confortano. Infatti, dopo una importante iniziale diminuzione delle infrazioni più comuni,
quali il mancato uso delle cinture di sicurezza
e del casco, ovvero l’utilizzo del cellulare alla
guida, la tendenza si sta nuovamente invertendo, il che dimostra che la minaccia di vedersi decurtati punti dalla patente (fino al rischio di dover sostenere nuovamente l’esame
di abilitazione tecnica) è destinata a rimanere
“lettera morta”, se non assistita dai controlli
serrati da parte degli organi competenti.
P.S. si parla sempre più con insistenza di un
ipotesi di sanatoria, staremo a vedere...
LEGALE
La patente a punti
25
SEZIONI
PESCA
22° Campionato Nazionale Autoferrotranvieri di Pesca
Una bella gara, una grande festa
di Paolo Boncompagni
C
he dire? Dal punto di vista
organizzativo nulla da eccepire, è stato un bellissimo
campionato; dal punto di vista
del risultato speravamo di più,
ma comunque va bene lo stesso. Queste brevi righe potrebbero riassumere il 22° Campionato Nazionale di Pesca
Autoferrotranvieri: ma non è
così. I collaboratori della sezione Pesca della Fondazione
ATM, che curavano l’organizzazione e la gestione, hanno
vissuto mesi di fatiche, di im-
pegni, di serate passate al telefono o a lavorare in sede, per
rendere questo appuntamento
un “grande evento”, e ci sono
riusciti! Complimenti! La Fondazione ATM, ancora una volta, ha saputo mostrare la propria capacità nel saper aggregare e nel contempo gestire
momenti nazionali di grande
rilievo. Abbiamo trovato un eccellente campo di gara in quel
di Pozzolo, uno staff tecnico
all’altezza della situazione, una
logistica che ha consentito
Classifica finale per Circoli:
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Cral TEP
ATC
Fondazione ATM (MI)
A.M.T.
SITA
A.T.C.
A.T.C.
CRA A.T.C.V.
A.P.M.
CRAL ATAF
IL TRANVIERE
ACFT
(PR)
(BO)
(VR)
(PD)
(RE)
(TERNI)
(VE)
(PG)
(FI)
(PI)
(FE)
Per la Fondazione ATM
4 primi di settore
Ciceri – Preziosa – Boncompagni – Bulgarini
4 secondi di settore
Mautone – Bergonzini – Cavallaro – Tagliacollo
2 terzi di settore
Bozzetti - Ragni
26
una sistemazione adeguata ai
partecipanti e soprattutto tanta disponibilità da parte sia di
ANCA.M sia di tutti i Circoli
Presenti alla manifestazione.
Ben 12 circoli, con 160 pescatori hanno dato vita ad un avvincente campionato all’ultimo
“bigatino” – alla fine la maestria dei Parmensi (pasturavano a culatello) ha permesso loro di aggiudicarsi il trofeo.
I bolognesi (anch’essi a pasturar coi tortellini) si sono dovuti
accontentare del secondo posto; mentre noi di Milano (pasturavamo coi rigatini standard) ci siamo piazzati al terzo
posto.Ci spiace, avremmo voluto rendere ancor più bella la
festa con la vittoria, ma non
sempre le ciambelle escono col
buco e non sempre si hanno
abbastanza capelli in testa per
usarli come esca…… Le giornate antecedenti la competizione hanno consentito ai
concorrenti di esercitarsi sul
campo di gara, mentre per i
familiari al seguito sono state
organizzate escursioni nei dintorni di Valeggio Sul Mincio
(sede ufficiale del Campionato)
e presso il famoso parco di
Gardaland. La serata di sabato,
di prassi definita la serata di
gala, è stata la ciliegina sulla
torta.
Si è svolta nella meravigliosa
cornice del parco Sigurtà di
Valeggio sul Mincio, un’oasi
incantevole di verde e di incontaminata natura.
Una serata veramente indimenticabile, dove il calore e la
cordialità dei tranvieri hanno
ancora una volta dimostrato,
se ce ne fosse bisogno, la validità del nostro stare insieme .
Durante la serata, il responsabile del Settore Ricreativo –
Roberto Tenedini, ha portato il
saluto a nome del Consiglio di
Amministrazione della Fondazione, sottolineando il valore
per la grande Kermess. La notte porta consiglio (dicono alcuni..) chi dorme non piglia pesci
(dicono altri..) Il nostro Koyak
famoso per la sua folta capigliatura ..non ha chiuso occhio
per tutta la notte … quindi
traetene voi le conclusioni. Dopo la gara, il pranzo (circa 260)
e le premiazioni sotto la regia
di Giorgio Vannini – giudice di
Gara, nonché membro dell’esecutivo nazionale ANCA.M. In
conclusione un gran bel gran
campionato. Ora aspettiamo di
partecipare ai prossimi che si
terranno nel 2006 a Peschiera
sul Mincio, nel 2007 ad Umbertine e nel 2008 festeggeremo il 25° Campionato Nazionale a Reggio Emilia. Nel ringraziare tutti i Circoli partecipanti rivolgo un ringraziamento particolare alla Fondazione
ATM di Milano che ci ha supportato, consentendoci di crescere e di rappresentarla in
questa avventura.
SEZIONI
sociale ed umano della nostra
esperienza in campo nazionale
e il modo in cui, in questi anni,
la Fondazione ATM di Milano
abbia profuso energie e risorse
per promuovere l’aggregazione e lo sviluppo dell’associazionismo, consapevole che questa
sia la strada da percorrere per
rispondere adeguatamente ai
bisogni emergenti del tempo libero. Tutti a nanna, sotto un
diluvio torrenziale, per essere
pronti al mattino successivo
Al termine del Campionato Nazionale Autoferrontanvieri di Pesca è doveroso, a
nome della Fondazione ATM , congratularmi con tutta la sezione Pesca per l’impegno e la professionalità con cui hanno organizzato e gestito la manifestazione.
Un ringraziamento particolare, anche a nome di tutti coloro che credono nello
sport e si adoperano per la sua promozione, al Responsabile Paolo Boncompagni ed ai suoi stretti collaboratori Augusto Bergonzini e Gaetano Bramati.
Roberto Tenedini – Responsabile Settore Ricreativo
Ancora una volta campioni
di Gioacchino Imperiale
D
al 27 al 29 maggio, organizzato dai colleghi di
Lucca, si è disputato il Campionato Nazionale Autoferrotranvieri di Ciclismo.
Il programma prevedeva due
prove competitive : MTB e su
strada. La gara di MTB si è tenuta nella ridente cittadina di
Massarosa situata ai piedi del-
le Alpi Apuane. Dopo una
partenza entusiasmante il percorso si è rivelato molto impegnativo, adatto a gambe ben
allenate, ma grazie alle eccellenti prestazioni dei suoi atleti
la Fondazione ATM si è aggiudicata per la quarta volta consecutiva il titolo di Campioni
Nazionali. Purtroppo quest’an-
no non eravamo presenti in
gran numero e questo ci ha
penalizzati rispetto ad altre città con più partecipanti. Speriamo che il prossimo anno vi
siano maggiori adesioni alle
iniziative della sezione e che si
possa partecipare numerosi al
campionato Nazionale 2006
che si terrà a Treviso.
CLASSIFICA:
Categoria M40
1°
5°
Rigotti
Canzi
Categoria M30
2°
3°
Filippini
Sacchi
Categoria M50
2°
4°
Galliani
Boccafoli
Categoria M60
2°
3°
Etter
Imperiale
27
SEZIONI
TIRO A VOLO
“I campioni siamo noi”
di Antonio Fusco e Antonio Pio Martire
L
a Fondazione ATM si aggiudica lo Scudetto Nazionale Collettivo della stagione 2005. Infatti, sono stati i portacolori del sodalizio
aziendale a svettare nella finale del Campionato Nazionale di Tiro al
Piattello, nella terra di Sardegna. I
nostri tiratori hanno costruito la
propria gara tenendo testa, dal
primo all’ultimo
piattello, ai favoriti Romani e Cagliaritani. La concentrazione, determinata dal continuo allenamento, ha permesso al
team un’ottima prestazione.
Attorno al campo, il pubblico, obbligatoriamente silenzioso, dopo l’ultimo Tiro, che
ci vedeva trionfare, ha esternato la propria gioia con
canti, ola e sventolio di fazzoletti; una commozione indescrivibile. Nello stesso momento anche chi seguiva la
gara via telefono dalla Sede
Sociale di Arluno T.A.V., (società in cui sono iscritti i nostri atleti), gioiva e brindava
alla nostra vittoria. Tra i presenti alla manifestazione c’erano, oltre al Presidente Luciano Grazzini, molti soci e
l’immancabile maestro e
Giudice Nazionale Antonio
Pio Martire, pensionato e socio ATM. Ma torniamo ai
protagonisti, la squadra era
composta da: Fusco, Gallo e
Coliandro, con i quali è doveroso complimentarsi, anche perché il risultato tecnico, visti i Campionati del
Mondo a Lonato, li avrebbe
piazzati tra i primi dieci al
mondo. A dimostrazione del
buon momento e dell’ottima
preparazione degli atleti della Fondazione ATM è giusto
ricordare che, il giorno precedente sono stati raggiunti
altri traguardi: nella gara individuale Fusco si è laureato
Campione Nazionale nella
massima categoria, Gallo
Campione Nazionale nella
categoria con qualifica Veterani e Coliandro, atleta neofita, è riuscito ad ottenere la
medaglia d’oro nella 3^ categoria. Questi risultati li
dobbiamo alla compattezza
dimostrata dal gruppo e alla
paziente e riservata presenza
delle famiglie, a cui va il merito di aver creato un’atmosfera serena e allegra. Ringraziamo tutti gli atleti che ci
hanno permesso di gridare
“I Campioni siamo noi!!”,
ovvero: Fusco, Gallo, Coliandro, Cadorin, Canovi, Casentino, Cuppari, Emeri, Nucera,
Rossi e Zaccaria. Inoltre un
grande ringraziamento al
Presidente della Fondazione
ATM Francesco Caroprese e
al responsabile Roberto Tenedini che ci hanno sostenuto e permesso di raggiungere questo ambito traguardo.
I risultati dei Campionati aziendali 2005:
28
PERCORSO DI CACCIA
1°Cadorin
2° Canovi
3° Conoci
4° Cosentino
5° Martire
FOSSA OLIMPICA
1°Cadorin
2° Gallo
3° Fusco
4° Nucera
5° Zaccaria
GARA AL QUAGLIODROMO
1° SALLY razza R.T. condotta da Martire
2° KLIA razza R.T. condotta da Gallo
S
pett.le Fondazione, sono Ruscio Franco,
innanzi tutto vorrei complimentarmi per
le iniziative e per la ventata d’aria nuova che
la Fondazione è riuscita a dare alle attività rivolte ai beneficiari.
Questo anno, secondo il mio modesto parere, una delle novità più gradite è senza dubbio la nuova convenzione per le vacanze, siete riusciti “per nostra fortuna”, ha eliminare
alcune spese accessorie che spesso sono motivo di disagio e disappunto per l’eccessivo
onere a cui si andava incontro.
Molti beneficiari e non sono l’unico a pensarla così, hanno dovuto aspettare molto per
godere della graduatoria e una volta ottenuta, si sono visti quasi raddoppiare la spesa del
soggiorno, dovendo pagare in loco: la tessera
club (obbligatoria), le bevande ai pasti e tutti
quei servizi di cui la struttura alberghiera è
dotata, ma sempre e solo a pagamento.
Questa estate ho soggiornato al 2° turno,
presso il Residence Club Le Terrazze, una
struttura molto bella, dotata di ogni comfort,
capace di mettere a proprio agio anche i più
esigenti. Un elogio particolare vorrei rivolgerlo allo staff di animazione “cortesia ai massimi livelli”, in grado di rendere il mio soggior-
LETTERE
In vacanza con la Fondazione
no una vacanza da ricordare.
La struttura offre molte possibilità di svago e
sottolineo, tutte comprese nella “tessera
club”. Il mangiare preparato a buffet è sempre stato abbondante, vario e curato, le bevande incluse ai pasti una sorpresa molto gradita, insomma per rendere l’idea mi sono trovato benissimo. Spero vivamente che la strada intrapresa questo anno non sia passeggera, ma una piacevole e duratura novità, mi
auguro inoltre che la struttura in cui ho soggiornato, sia presente nelle nostre future convenzioni ancora per molto tempo, visto che è
mia intenzione tornarci fuori graduatoria.
Cordiali Saluti
S
pett.le Fondazione, quest’estate sono riuscito a trascorrere le vacanze con la famiglia in un residence nuovo, ovvero presso il
Village Club Nausicaa a Rossano Calabro e mi
sono trovato molto bene. Vi ringrazio per
aver scelto una struttura così accogliente e
gestita da personale molto qualificato e sempre disponibile. La nostra camera era confortevole e ben pulita. Il cibo era ottimo; il buffet, preparato per colazione, pranzo e cena,
offriva vivande varie, gustose e appetitose. Le
bevande incluse ai pasti ci hanno fatto risparmiare rispetto agli anni scorsi. Inoltre, i bar offrivano acqua e in diversi momenti della giornata frutta e aperitivi sempre gratis. Ho trovato un mare incontaminato ma dopo pochi
passi diventava subito profondo e la spiaggia
era di ciottoli, pertanto andavamo spesso anche nelle piscine del residence. Grazie alla
tessera club, che da quest’anno è gratuita,
abbiamo potuto partecipare alle numerose
attività sportive e ricreative, che i ragazzi dell’animazione, molto simpatici e cortesi, organizzavano giornalmente; non ci siamo mai
annoiati. Poi ogni sera c’erano spettacoli e il
divertimento era assicurato.
Ho passato proprio una bella vacanza e spero che questa nuova struttura ci sia anche per
i prossimi anni.
Cordiali saluti
Ferdinando Grande
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SEZIONI
CALCIO: A ROMA IL TROFEO NAZIONALE
Ha vinto lo sport e l’aggregazione
di P.M.
I
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l calcio autoferrotranvieri
aderenti all’associazione
Ancam ha i suoi campioni:
l’ambito trofeo nazionale,
disputato in Calabria e precisamente a Rossano Calabro,
è andato alla potente compagine sportiva romana. Infatti, la Roma autoferrotranviaria ha vinto e si può fregiare del titolo di campioni
d’Italia (squadra ad undici).
Mentre il trofeo di calcetto
(squadra a cinque) è stato
vinto da Bologna ATC, proposta dal Circolo Dozza, presidente Luigi Martino Torri.
Al momento della consegna
dei premi, seguito da un forte entusiasmo contagioso
creato da canti e da musiche
appropriate, ha fatto gli onori di casa, in rappresentanza
dell’Ancam, il Dott. Francesco Caroprese, presidente
della Fondazione ATM di Milano, che è stato animatore
instancabile della manifestazione, il quale ha espresso
gratitudine per l’organizzazione di “Orovacanze”, ringraziando il direttore degli
hotels Club Itaca e Nausicaa,
Franco Falcone per l’apporto
significativo dato in tale occasione. Il Dott. Caroprese ha
inoltre convocato per la consegna dei premi - che sono
stati veramente tanti - diverse personalità, tra le quali
Santino Fortino, responsabile
nazionale della UIL Trasporti
e notoriamente tifoso della
sua Roma. Da sottolineare
l’atmosfera di grande amicizia, che ha caratterizzato l’intero torneo e la premiazione:
un vero capolavoro svoltosi
nel più perfetto spirito di aggregazione, che è il collante
essenziale per la vita di relazione dei Crals, Dopolavoro,
Fondazioni e Circoli aziendali, in genere.
Applausi e riconoscimenti
per tutti, sapientemente distribuiti dall’attenta regia del
Dott. Francesco Caroprese e
di Circo Cavalieri, non volendo però dimenticare alcuno
degli organizzatori e dei partecipanti; dalla squadra di
Cosenza, Lucca a quella di
Milano, da quella di Torino a
quella di Bologna, e le due
più forti rappresentate dagli
ottimi giocatori di Napoli e
Roma. Ecco il quadro, in breve, di un evento sportivo organizzato bene, che di sicuro
ha le potenzialità per crescere. Prima di chiudere questa
fase conclusiva del campionato Ancam, vogliamo segnalare l’encomiabile idea
del presidente della Fondazione Dott. Caroprese, di dare uno spazio al tema della
solidarietà, attraverso la presenza di Frate Casimiro, un
missionario che vive ed opera nello stato africano di Burghina Faso, dove la vita media è di 46 anni, “e dove come ricordatoci dal religioso
- c’è bisogno di tutto”. All’appello hanno risposto generosamente giocatori e villeggianti, direttore del villaggio e Fondazione ATM per
una raccolta complessiva di
ben 5.000 euro.
Ecco riassunta la fase esaltante della premiazione, soffermiamoci ora sul luogo
prescelto e sulle tante emozioni che abbiamo provato.
E’ vero occorre percorrere
tanti chilometri e tante ore di
viaggio per raggiungere Rossano Calabro da Milano, Bologna, Torino e da altre città
della penisola, - credete - ne
valeva veramente la pena. Gli
Euro Village club di Nausicaa
e di Itaca, proposti da “Orovacanze”, hanno dato ai circoli dell’Ancam, alla Fondazione ATM, ai Cral Telecom,
un’opportunità di aggregazione unica, con i servizi tipici di grandi strutture, che sono al top dell’accoglienza.
Si ritiene che l’iniziativa, che
ha impegnato in prima persona sia l’Ancam, sia enti
pubblici per agevolare l’uso
di servizi, avrebbe potuto
avere un riscontro maggiore,
soprattutto al Sud, dove purtroppo sono mancate le presenze di Salerno, Palermo,
Catania e altri Cral, che sembravano manifestare interesse per competizioni-campionati di rilievo nazionale nell’ambito dei circoli aziendali.
Ma soffermiamoci sulla buona riuscita del campionato
Ancam: si è trattato di un
torneo ad undici e di un torneo a cinque per gli autoferrotranviari, che ha avuto
punte di grande agonismo
fra le squadre di Roma, Cosenza, Torino, Napoli, Bolo-
bria c’è una struttura eccezionale che va sotto il nome
di “Orovacanze”, dove chi
arriva trova tutto per un soggiorno confortato da un ottimo trattamento: ospitalità,
cucina, bevande, divertimento, ecc.. Anche se per il futuro servono correttivi all’organizzazione del campionato di
calcio, che deve evitare di
farsi massacrante a causa del
sole, anche per i più resistenti.
Ormai siamo ai commenti finali: la vittoria è andata me-
l’opinione del presidente della Fondazione Dott. Caroprese, che per la riuscita di questa manifestazione si è speso
personalmente. “Giocare nel
tardo pomeriggio o di sera,
oltre che salvaguardare la salute dei giocatori favorirà un
maggiore coinvolgimento
degli accompagnatori e dei
familiari che sono parti di
quell’aggregazione sociale
che è alla base delle nostre
iniziative. Comunque, abbiamo tempo per parlarne e per
decisioni condivise per tutti i
sibilità per il mondo dell’associazionismo, che evidentemente rappresenta una figura di turista motivato per
l’aggregazione e le forme di
intrattenimento sportivo, turista che riconosce nel club il
godimento del soggiorno
con un pizzico di socialità.
Una vacanza indovinata, ad
un prezzo vantaggioso che
poteva interessare molte altre persone dell’associazionismo autoferrotranvieri. In futuro si dovrà fare di più per
pubblicizzare un tale tipo di
evento, compito di Roberto
Maiorano per l’agenzia che
rappresenta, ma anche della
struttura turistica dell’Ancam
e di quella della Fondazione
ATM, i quali con un adeguato lavoro di preparazione
possono procedere al rilancio
del campionato Ancam di
calcio, coinvolgendo maggiormente i circoli aziendali
aderenti. Infatti, qui in Cala-
ritoriamente al vivaio calcistico di una grande Roma, ma
già si pensa al prossimo anno. Ci dice Martino Torri del
Circolo Atc di Bologna, che
“… bisognerà concordare
meglio il terreno di gioco con
un occhio alla temperatura e
magari giocare di sera. Con
questo caldo abbiamo rischiato. Sono cose da evitare
…”. In questo senso è anche
Circoli dell’Ancam interessati
al campionato di calcio. L’esperienza fatta a Rossano
Calabro dove saperci consigliare”. Così un soddisfatto
Caroprese ci saluta, mentre
un cielo illuminato a festa a
sorpresa, dà l’arrivederci agli
ospiti con uno spettacolo pirotecnico bellissimo. E’ il segnale che la vacanza si è
conclusa.
SEZIONI
gna e Milano. Nel girone a
cinque si sono aggiunte le
compagini di Lucca e una
rappresentanza sportiva di
strada con tanti sportivi e familiari al seguito; una compagine di 370 persone che
hanno potuto godere di una
ospitalità eccezionale per
gentilezza e qualità dei servizi offerti dalla organizzazione
turistica “Orovacanze”. Infatti, sia il vice direttore Gianfranco Manduca, sia il direttore Franco Falcone hanno
dimostrato di avere una sen-
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