la globalizzazione

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la globalizzazione
ASSEMBLEA
ONU:
La globalizzazione
Darfur
ONU : Organizzazione delle Nazioni unite
L'Organizzazione delle Nazioni Unite in sigla ONU, spesso abbreviata in Nazioni Unite,
nata il 26 giugno 1945 a San Francisco, è la più importante ed estesa organizzazione
intergovernativa: vi aderiscono infatti 193 Stati del mondo su un totale di 202.
Le Nazioni Unite hanno come fine il conseguimento della cooperazione internazionale in
materia di sviluppo economico, progresso socioculturale, diritti umani e sicurezza
internazionale. Relativamente alla sicurezza internazionale in particolare hanno come fine
il mantenimento della pace mondiale. L'ONU nacque il 26 giugno 1945 a San Francisco,
dopo la Seconda guerra mondiale, per porre fine alle guerre e ad ogni altra forma di
violenza. I membri delle Nazioni Unite sono gli Stati che accettano gli obblighi imposti dal
suo statuto e che sono ritenuti in grado di farne fronte. Il 3 luglio 2006 gli Stati membri
delle Nazioni Unite sono diventati 192, con l'adesione del Montenegro, per raggiungere poi
quota 193 con l'adesione del nuovo Stato del Sudan del Sud. L'Italia è entrata a far parte
dell'ONU il 14 dicembre 1955. La sede centrale delle Nazioni Unite si trova a New York
(Stati Uniti d'America USA), dove si trova anche la sede dell'UNICEF.
L'articolo 1 e 2 della Statuto delle Nazioni Unite riassumono gli scopi e i principi che
l'organizzazione internazionale si è prefissata :
1. mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
2. promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le
situazioni che potrebbero portare ad una rottura della pace;
3. sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del principio di
uguaglianza tra gli Stati e l'autodeterminazione dei popoli;
4. promuovere la cooperazione economica e sociale;
5. promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti
gli individui;
6. promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
7. promuovere il rispetto per il diritto internazionale e incoraggiarne lo sviluppo
progressivo e la sua codificazione.
LA GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione indica un fenomeno di progressivo allargamento della sfera delle
relazioni sociali sino ad un punto che potenzialmente arriva a coincidere con
l'intero pianeta. Interrelazione globale significa anche interdipendenza globale, per
cui sostanziali modifiche che avvengono in una parte del pianeta avranno, in virtù
di questa interdipendenza, ripercussioni anche in un altro angolo del pianeta
stesso, in tempi relativamente brevi.
Per globalizzazione si definisce un insieme di fenomeni di elevata intensità e
rapidità su scala mondiale, in campo economico, sociale, culturale e ideologico,
tendenti a:
* superare le barriere materiali e immateriali alla circolazione di persone, cose,
informazioni, conoscenze e idee;
* uniformare le condizioni economiche, gli stili di vita, e le visioni ideologiche, in
particolare in conformità col modello occidentale metropolitano.
La globalizzazione viene generalmente presentata come un fenomeno di origine
recente, tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, le cui cause più importanti
sono:
* l'avvio di un ciclo politico-economico nei paesi capitalisti di forte ampliamento
della sfera economica privata sia all'interno che su scala internazionale;
* la crisi e la fine dei sistemi socialisti in Europa orientale, e in particolare del paese
guida del sistema socialista mondiale, l'Unione Sovietica;
* la rapida crescita e diffusione di nuove tecnologie informatiche applicate alle
telecomunicazioni sia nelle attività economiche che nella vita quotidiana, in grado
di ridurre drasticamente i tempi, i costi e altri ostacoli tecnici delle comunicazioni a
grande distanza.
La globalizzazione è prevalentemente riferita al campo economico, sebbene i
fenomeni generalmente associati al termine non siano solo economici. La
globalizzazione riguarda sia le relazioni economiche e finanziarie che le
comunicazioni e l'informazione.
La parola “globalizzazione” è stata apparentemente coniata nel 1944 ed usata dagli
economisti dal 1981, ma è comunque solo dagli anni 90 che essa è entrata a far parte del
linguaggio comune.
La prima era di globalizzazione (nel senso più completo) fu durante il diciannovesimo
secolo grazie allo sviluppo veloce del commercio internazionale fra le potenze imperiali
europee, le colonie europee e gli Stati Uniti d’America. Dopo la seconda guerra mondiale, la
globalizzazione è ricominciata ed è stata guidata dagli avanzamenti importanti nella
tecnologia, che hanno portato ad un abbassamento generalizzato dei costi commerciali.
http://www.youtube.com/watch?v=Ga8QkD551MI
PRO E CONTRO
Il fenomeno della globalizzazione è ovviamente visto secondo diversi punti di vista .
- PRO
I sostenitori della globalizzazione considerano che essa aumenta la prosperità economica e
le opportunità, specialmente nei paesi in via di sviluppo, migliora le libertà civili e porta ad
una più efficiente allocazione delle risorse. Sostengono che un maggiore grado di libertà
economica e politica nel mondo sviluppato sono un fine in sé che dà luogo anche a più alti
livelli di ricchezza materiale. Essi vedono la globalizzazione come benefica per la diffusione
della libertà e del capitalismo ; la vedono anche come un mezzo per alleviare la povertà e
offrire ai poveri la possibilità di partecipare all’economia globale . Considerano anche che la
globalizzazione possa migliorare e intensificare molti aspetti economici :
- industria:l’emergere di mercati di produzione su scala mondiale e un più ampio accesso
a beni esteri per consumatori e imprese.
- nei trasporti : Sempre meno automobili viaggiano sulle strade ogni anno. La
popolazione utilizza sempre di più i trasporti offerti dalla società : bus , treni , tram ...
Inoltre le distanze non esistono più attraverso la tecnologia che diminuisce il tempo di
viaggio.
- Nello scambio internazionale—Il multiculturalismo si diffonde, e favorisce l’accesso
individuale alla diversità culturale. Tuttavia, le culture importate rischiano di soppiantare le
culture locali, riducendo così la diversità attraverso assimilazione .
. I viaggi e il turismo sono sempre più diffusi, con i danni e i vantaggi che ne derivano.
. Le migrazioni sono in aumento, incluse quelle illegali e clandestine .
. I prodotti di consumo locali (come quelli alimentari) vengono esportati con maggiore
frequenza e adattati ad altre culture (pasta, parmigiano, olio d’oliva, caffè espresso, etc.).
. Fenomeni della cultura di massa vengono rapidamente diffusi, incluse le mode
commerciali (Pokémon, Sudoku, etc.), lo sport, la musica, il cinema. Vi sono valori e stili di
vita che oggi sono considerati universali.
-
Tecnico : sviluppo di infrastrutture globali per le telecomunicazioni e il flusso di dati
internazionali, come Internet , i satelliti, le fibre ottiche marine, le reti per telefoni
cellulari.
-
Politico : la creazione di un governo mondiale che regola le relazioni tra i paesi e
garantisce i diritti provenienti dalla globalizzazione sociale ed economica.
-
Informativo : i flussi crescenti di informazioni tra località geograficamente remote.
Società multinazionali
Per società multinazionali si intendono quelle imprese che , pur mantenendo la sede della “società
madre “ in un determinato paese , investono su scala internazionale dotandosi all’estero di reparti
produttivi e centri di commercializzazione al fine di abbassare i costi di produzione e aumentare le
vendite .
Le opportunità offerte dalla globalizzazione hanno spinto le società multinazionali a trasferire intere
produzioni o pari di esse nei paesi del Sud del mondo . Il basso costo del lavoro , una legislazione meno
severa in materia di inquinamento e di tutela della salute dei lavoratori determinano infatti una
notevole riduzione dei costi per l’azienda . Questo fenomeno presenta però dei rischi :
- la necessità di abbassare continuamente i costi ha provocato e provoca tutt’ora episodi di
sfruttamento della manodopera , soprattutto minorile e femminile
- nelle nazioni industrializzate si assiste ad un aumento della disoccupazione causato proprio dalla
chiusura di impianti che poi vengono riaperti nei paesi in via di sviluppo
LAVORO MINORILE
Il lavoro infantile, o lavoro minorile, è un fenomeno che coinvolge i bambini di età
compresa fra i 5 e i 15 anni in tutto il pianeta. Le aree principalmente interessate dal lavoro
minorile sono i paesi in via di sviluppo o non sviluppati, quali: Asia, Oceania, Europa
dell'Est, (soprattutto i paesi dell'estremo est dell'Europa), Africa e America del Sud, ma
soprattutto Colombia e Brasile. Pur essendo presente in tutto il mondo, soprattutto nei
Paesi in via di sviluppo si presentano determinate condizioni che favoriscono questo
fenomeno. Il lavoro infantile si presenta dunque anche in regioni ricche di risorse e con
un’economia florida, in cui però il reddito pro capite è molto basso e vi è un numero
consistente di persone in stato di sottosviluppo e di povertà. Fu con l'avvento della
rivoluzione industriale che il lavoro minorile venne sfruttato su larga scala nelle fabbriche,
soprattutto tessili, dove i bambini lavoravano fino a 15 ore al giorno e venivano pagati così
poco da non poter comprarsi il cibo . Il 18 Novembre 1989 a New York , l’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite ha approvato la “Convenzione Internazionale sui diritti
dell’infanzia” e ogni paese membro deve uniformarsi ad essa.
- CONTRO
Nel 1999 si svolse a Seattle, negli Stati Uniti, una conferenza dell’Organizzazione
Mondiale per il Commercio (Wto). Fece allora la sua prima apparizione il movimento
anti-globalizzazione, inizialmente definito «popolo di Seattle» e poi ribattezzato come
movimento no global. Una miriade di gruppi, associazioni e singole persone, alquanto
eterogenei dal punto di vista politico ma accomunati dalla critica verso la globalizzazione, si
ritrovarono nella città statunitense per contestare la globalizzazione . La Wto stessa, nata
pochi anni prima (1995) e ancora relativamente poco nota, conquistò le prime pagine dei
giornali e balzò all’attenzione dell’opinione pubblica di tutto il mondo.
Il movimento no global ha diverse tendenze e posizioni al proprio interno, anche distanti
tra loro. In generale ritiene la globalizzazione responsabile di alimentare le
disuguaglianze economiche e sociali tra zone ricche e zone povere del mondo, tra
Nord e Sud del mondo, e inoltre di favorire un processo di omogeneizzazione e
standardizzazione dei consumi e dei comportamenti a livello mondiale, un processo che
può corrodere e mettere in pericolo le diverse identità e le diverse culture.
Accanto a questi movimenti ne è nato un altro , quello del NEW-GLOBAL , i quali
sostengono che la globalizzazione se ben gestita può invece aiutare i paesi in via di sviluppo
ed assicurare la pace nel mondo.
- La globalizzazione delle colture
L'omologazione linguistica, materiale e culturale porta all’abbattimento delle differenze
promuovendo un unico modello culturale e di stile di vita: la globalizzazione impone un
prodotto standardizzato che viene offerto sul mercato internazionale ; inoltre
l'omologazione culturale non valorizza le differenze: il prodotto e la cultura locale vengono
percepiti come freni allo sviluppo, alla modernizzazione e all'efficienza del mercato quindi
vengono abbattuti senza considerare i danni causati .
Da un lato, il processo di interazione culturale favorisce una certa propensione
all’unificazione e all’omologazione. Abitudini, gusti, comportamenti, atteggiamenti,
mode sono condivisi da milioni di individui di paesi e ambienti diversi, al di là dei confini
nazionali, e sembrano annullare le diversità culturali, a volte anche antropologiche, tra gli
uomini, le donne, i bambini del mondo. Per esempio, i giovani di paesi lontanissimi
indossano gli stessi vestiti e ascoltano la stessa musica; le città di tutto il mondo tendono
per diversi aspetti a uniformarsi e a riempirsi di luoghi e di simboli (centri commerciali,
catene di ristoranti o di negozi di abbigliamento) che si ritrovano ovunque, indistinguibili e
anonimi.
Consideriamo ancora un aspetto. L’irrompere di modelli e stili di vita estranei può
provocare, nelle società ancora fortemente strutturate dalla tradizione, la perdita della
propria storia e della propria identità, in modo anche drammatico.
Anche in questo caso la globalizzazione mostra di contenere in sé tendenze positive e
negative.
- la globalizzazione nella politica
A livello politico, la situazione caratteristica del Novecento, basata sull’equilibrio spesso
conflittuale tra gli stati-nazione, si trasforma in un nuovo modello dove i diversi sistemi
politici si uniformano a livello istituzionale (tendendo al modello di democrazia
presidenziale con sistema elettorale maggioritario) e ideologico
- globalizzazione nell’economia
L’affermarsi della tecnologia ci permette oggi di dire che il mondo è caratterizzato da una
“economia globale”. L’economia globale ha dato alle imprese la possibilità di produrre e
vendere beni e servizi in tutto il mondo, di sviluppare alleanze e relazioni su scala
planetaria, di dislocare e le fasi della produzione su paesi diversi, di diversificare la propria
“presenza” tra paesi e “marche”. Prima della recente globalizzazione, erano gli USA che
dominavano l’economia globale.
Naturalmente, vi sono vantaggi e svantaggi in questo progressivo movimento verso
l’economia globale. Il primo dei vantaggi è probabilmente quello delle economie di scala. Il
venir meno delle barriere globali permette alle imprese di beneficiare dell’offerta di lavoro,
materie prime e tecnologie, laddove queste sono più abbondanti ed economiche. Ad es.
molte compagnie di software americane scrivono e producono il loro software in India. Un
secondo vantaggio è l’opportunità per imprese piccole di espandersi globalmente in modo
molto rapido, grazie alla più ampia base di domanda e offerta. Alcuni sostengono che la
globalizzazione è anche fattore di cooperazione internazionale e pace: se due paesi
dipendono dal rispettivo successo economico, un conflitto diviene meno probabile .
Tra gli aspetti negativi dell’economia globale, viene spesso citato quello della violazione dei
diritti umani e dello sfruttamento da parte del capitale globale: vi sono imprese che
riescono ad avere un potere e un’influenza maggiori di quelli di un paese, che utilizzano
manodopera a bassissimo costo ai limiti dello sfruttamento e della schiavitù e quelli che
riescono ad influenzare governi e politiche a loro vantaggio .
L’economia globale ha creato un ambiente nel quale molte imprese diventano transnazionali. I critici sostengono che tale tendenza causa una “corsa verso il basso” a livello
mondiale nella quale le imprese sono così preoccupate di restare competitive che spesso
ricorrono al lavoro in altri paesi in via di sviluppo, dove gli standard sindacali e ambientali
sono minimi ; queste pratiche consentono alle imprese di risparmiare sui costi, abbassare i
prezzi e fare profitti.
- La finanziarizzazione
La crisi da sovrapproduzione di merci e di capitali provoca un rallentamento nella crescita
complessiva e una più agguerrita competizione, e favorisce sia una centralizzazione del
capitale finanziario attraverso fusioni e acquisizioni, sia una crescita del capitale fittizio. In
campo finanziario e commerciale operano non solo banche, compagnie di assicurazione e
società commerciali, ma anche società transnazionali che pur presenti in altri settori
(industriale, petrolifero, ecc.) dispongono di una propria rete finanziaria e commerciale. Il
giro di affari che si svolge in campo finanziario a livello internazionale è di gran lunga
maggiore di quanto appaia dalle statistiche degli investimenti esteri. La mancanza di regole
nelle strutture finanziarie e monetarie ha aperto le frontiere a movimenti di enormi
quantità di capitali che vengono continuamente spostati da un mercato all'altro, da un
investimento all'altro, da una moneta all'altra, in base ai saggi di profitto, ai tassi di cambio
e di interesse.
- OGM
È un organismo in cui il DNA , tramite operazioni di ingegneria genetica, è stato modificato.
In esso sono stati innestati pezzi di DNA di un altro organismo, per creare esseri viventi non
presenti in natura e non ottenibili tramite incroci.
VANTAGGI
- aumenta la produzione essendo molto appetibili e attraenti
- migliora il gusto e la qualità dei prodotti
- riduce i tempi di crescita dei prodotti
- aumenta il raccolto le sostanze nutritive e la tolleranza agli stress
- migliora la resistenza a malattie,parassiti ed erbicidi
- nuovi prodotti e metodi di coltivazione
SVANTAGGI
- Potenziale impatto con la salute dell'uomo, con l'ambiente e la perdita delle biodiversità,
della flora e della fauna
- Dominio economico della produzione di cibo nel mondo da parte di poche compagnie
- Crescente dipendenza nelle Nazioni industrializzate nei confronti delle campagne
sviluppate
- Biopirateria: sfruttamento straniero delle risorse naturali
- PIL PRO CAPITE
Un primo parametro per valutare la ricchezza di un paese è il Pil pro capite,
ottenuto dividendo il Pil, cioè il valore di beni e servizi prodotti in un anno da quel
paese, per il numero dei suoi abitanti. Tuttavia questo parametro non è in grado,
preso isolatamente, di rappresentare tutte quelle caratteristiche che costituiscono
la ricchezza di una certa popolazione.
Molti aspetti del benessere di una popolazione, come il livello di istruzione, lo stato
di salute e la previdenza, sono sicuramente collegati al reddito: una società con
reddito più alto è in grado di investire nella scuola e nell’università, in ospedali e in
tecnologie medi- che, nel sistema pensionistico e via dicendo, cioè in tutti quelli che
vengono considerati indicatori di ricchezza. Però non tutti i paesi ricchi lo fanno,
non lo fanno allo stesso modo: per esempio, molti beni e sevizi possono essere
forniti dallo stato, attraverso le imposte, ma anche mediante il mercato, pagando il
prezzo della prestazione.
Per questo motivo è utile considerare indicatori della ricchezza che tengano conto anche
di aspetti diversi dal semplice reddito pro capite.
- INDICE DI SVILUPPO UMANO
Uno degli indici che sono stati creati per misurare la ricchezza di un paese è l’Indice di
sviluppo umano (Isu, o, nell’acronimo inglese, HDI, Human Development Index). Esso
utilizza tre dimensioni:
1- l’aspettativa di vita alla nascita;
2. il livello medio di istruzione, misurato sulle capacità di base (leggere e scrivere) e sulla
scolarità nei suoi vari gradi (istruzione primaria, secondaria, universitaria);
3. lo standard di vita misurato dal Pil pro capite.
L’Isu viene utilizzato dal 1993 dal Programma di Sviluppo dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite, per il suo annuale Rapporto sullo sviluppo umano. Il Rap- porto del 2005
mostra che in quasi tutti i paesi del mondo l’Isu sta aumentando, con due importanti
eccezioni: gli stati ex sovietici e quelli dell’Africa sub- sahariana.
DARFUR
Il Darfur è una delle regioni del Sudan è situata ai confini del Sahara meridionale.
E’ divisa in tre stati:
Darfur occidentale con capitale Al Junaynah.
Nord Darfur con capitale Al Fashir
Sud Darfur con capitale Nyala
Il Darfur è piatto e desertico al nord(steppa), al centro e al sud è formato da un altopiano
con diversi massicci vulcanici, il più alto è il Monte Marra(3088 mt.)
La zona centrale è più fertile grazie a brevi corsi d’acqua.
Le principali risorse economiche sono l’allevamento e l’agricoltura. Ci sono anche
giacimenti di uranio e petrolio.
Contesto storico:
Originariamente era abitata dalla popolazione dei Fur ( da cui prese il nome).
Tra XIV e XV secolo si resse su un sultanato di religione islamica.
Il sultanato fu in seguito conquistato da forze Turco-Egiziane.
Le forze Turco-Egiziane furono sconfitte da Muhammad Ahmad, autoproclamatosi Mahadi
(messia).
Nel 1874 il Darfur fu inglobato nell’Egitto.
Lo stato mahdista nel 1898 fu vinto dalle forze britanniche che imposero al Sudan una
dominazione anglo-egiziana. In questo periodo le risorse vengono investite per lo sviluppo
di Khartoum.
Nel 1916 gli inglesi invasero il Darfur annettendolo al Sudan..
Tra il 1955 e il 1972 si svolse una guerra civile determinata dagli scontri tra la parte
settentrionale ( islamica ) e quella meridionale del paese.
Nel 1956 il Sudan conquista l’indipendenza dal Regno Unito ma continua l’emarginazione
politico-economica del Darfur.
Nel 1968, durante la campagna elettorale Sadiq-al-Mahdi, uno tra i candidati del partito
principale, l’Umma, cercò di dividere l’elettorato del Darfur attribuendo agli arabi la colpa
del mancato sviluppo della regione, alimentando la dicotomia arabo-africana già avvertita
dalle popolazioni locali.
Il 30 giugno 1989 un colpo di stato destituì il presidente Sadiq-al-Mahdi eletto due anni
prima e portò al potere un regime militare guidato da Omar Hassan Ahmed al-Beshir ,
l’attuale capo del governo del Sudan, e dominato dal NIF ( Fronte Nazionale Islamico ).
Durante gli anni 80/90, dunque, il governo di Khartoum attua una politica di tipo islamico
fondamentalista che porta all’isolamento internazionale del paese.
Nel 1995 i separatisti del sud, organizzati nell’SPLA (Movimento armato per la liberazione
del
popolo sudanese), sferrarono una vittoriosa offensiva.
Nel 1999 ci fu una tregua con i ribelli del sud, fu sciolto il Parlamento, ma l’anno successivo
fu
dichiarato lo stato d’emergenza.
Le cause del conflitto tra il governo centrale di Khartoum e gli indipendentisti del sud sono
da
ricercare nella diversa matrice etnica, religiosa, linguistica e, soprattutto, economica. Il sud
del
paese si trova in una zona geograficamente più favorevole ed è ricco di terreni fertili, corsi
d’acqua nonché risorse petrolifere.
CONFLITTO IN DARFUR
Dal 2003 il Darfur è teatro di uno scontro feroce che vede contrapposte la locale
maggioranza nera alla minoranza araba, maggioranza nel resto del paese, ma quest’ultima è
sostenuta dal governo centrale che è accusato di tollerare le scorribande della tribù nomade
guerriera dei Janjaweed (miliziani filo-governativi di origine araba).
Nel 2003 due gruppi di ribelli locali, il Movimento Giustizia e Uguaglianza (JEM) e il
Movimento per la Liberazione del Sudan(SLM) hanno accusato il governo di favorire gli
arabi e opprimere i non arabi. Nel 2004 il JEM si è unito al Fronte Orientale, un’alleanza
creata lo stesso anno da tribù ribelli dell’est.
Storia del conflitto:
Il Darfur, terra ricca di risorse petrolifere, è teatro da molti anni di un aspro conflitto nel
quale fazioni avversarie - ribelli, esercito, bande armate - lottano per il controllo del
territorio e delle risorse. La popolazione, vittima della violenza e della povertà, sfollata dalle
sue terre, vive in condizioni di estremo degrado nei campi profughi allestiti in tutto il Paese.
Il conflitto in Darfur inizia il 26 Febbraio del 2003 quando il Fronte di Liberazione del
Darfur (FLD), movimento ribelle organizzato anch’esso musulmano, rivendicò
pubblicamente un attacco su Golo nel 2002. Ancora prima dell’attacco i ribelli avevano
creato disordini assalendo stazioni di polizia, convogli militari. Il 25 Marzo i ribelli
occuparono la città di Tine, lungo il confine con il Ciad ed i militari non furono in grado di
fronteggiarli poiché impreparati nell’affrontare operazioni militari nel deserto.
Il 25 Aprile del 2003 una forza congiunta formata dall’SLA e il JEM penetrò ad al-Fashir.
L’attacco fu una svolta poiché il governo, umiliato dal raid, si trovò di fronte ad una scelta
strategica difficile. L’incarico di continuare la guerra fu attribuito all’Intelligence militare
sudanese.
A metà del 2003 i ribelli vinsero 34 scontri su 38.
Il governo modificò la propria strategia e l’azione di guerra passò a tre nuclei: L’Intelligence
militare, L’Aeronautica e soprattutto le milizie Janjaweed. Queste volsero la situazione a
proprio favore. Nel 2004 migliaia di persone furono uccise e milioni cacciate dalle loro
case; oltre 100.000 profughi si riversarono nel vicino Ciad causando uno scontro tra i
Janjaweed e le forze governative ciadiane lungo il confine.
Nello stesso 2004 ci fu L’accordo per la cessazione delle ostilità umanitarie del’ 8 aprile tra
il governo del Sudan da un lato e le forze dell’SLA e del JEM dall’altro. Gli attacchi dei
Janjaweed continuarono nonostante l’accordo. L’Unione Africana ( organizzazione
sopranazionale di tutti i paesi africani ) formò una commissione per il cessate il fuoco per
garantire il rispetto degli accordi.
Nel 2005 un attacco contro il villaggio ridiano di Adre condusse il Ciad a dichiarare guerra
al Sudan.
Accordo di maggio 2006: il governo del Sudan ha firmato un accordo con l’SLA, respinto
tuttavia dal JEM, che prevede il disarmo degli Janjaweed, lo smantellamento delle forze
ribelli e la loro incorporazione nell’esercito.
Luglio-Agosto2006: Si riprendono i combattimenti , il segretario dell’ONU Kofi Annan
chiede l’invio di un contingente di pace nella regione per sostituire quella minore
dell’Unione Africana ma il Sudan rifiuta. In agosto il Sudan rifiuta inoltre di partecipare a
un incontro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite(CSNU). Centinaia di donne sono
stuprate nel campo profughi di Kalma.
Il 31 agosto il CSNU ha approvato una risoluzione per inviare una nuova forza di pace di
20.000 persone ma il governo si è opposto ed il giorno dopo a dato vita ad un’offensiva nel
paese.
La FAO ha dichiarato la zona del Darfur come quella di maggiore emergenza alimentare.
Quella del Darfur è stata definita la più grande crisi umanitaria del mondo. In molti paesi
sono sorti movimenti per chiedere un intervento umanitario in Darfur . Un rapporto del
CSNU del 2005 sostiene che ci siano state nella regione uccisioni in massa e innumerevoli
violazioni dei diritti umani ma che non possano essere definiti genocidio.
Dal 1987 ad oggi si contano 400.000 morti, 2 milioni di sfollati, 300.000 rifugiati.
Attualmente sono presenti sul territorio 97 tra ONG ( organizzazioni non governative
previste dalla Carta Costituzionale dell’ONU ) per far fronte alla ingente massa di crimini
contro l’umanità.
http://www.youtube.com/watch?v=v_bQc5ZPFyw
Bibliografia
ONU : www.wikipedia.it
- Globalizzazione
GLOBALIZZAZIONE : http://dse.unibo.it/ardeni/ES/Globalizzazione.htm
INDICE DI SVILUPPO UMANO : informazioni fornite da prof .
PRO E CONTRO : http://dse.unibo.it/ardeni/ES/Globalizzazione.htm
PIL PRO CAPITE : informazioni fornite da prof .
OGM : http://www.minerva.unito.it/Alimentare/OGM/OGMdef.htm
http://doc.studenti.it/altro/biologia/ogm-vantaggi-svantaggi.html
- Darfur :
CONFLITTO : http://www.cdca.it/spip.php?article200
http://it.wikipedia.org/wiki/Conflitto_del_Darfur
STORIA DEL PAESE : www.wikipedia.it
QUESTO LAVORO E’ STATO SVOLTO DA :
Larissa Isella
Giorgia Restelli
Antonio Ferrari