Introduzione a Freud e alla Psicoanalisi
Transcript
Introduzione a Freud e alla Psicoanalisi
www.battistag.it Introduzione a Freud e alla Psicoanalisi Sigmund Freud, il creatore della teoria psicoanalitica, ha avuto nel 20° secolo un’importanza paragonabile a quella di Charles Darwin nel 19° secolo. La teoria psicoanalitica è la più comprensiva e influente delle teorie della personalità. Una prospettiva freudiana è comune anche nella critica d’arte e letteraria, e perfino nella storia e nella scienza politica vi è un’importante tradizione di biografie, ad orientamento psicoanalitico, di personaggi famosi. Freud nacque nel 1856 in Moravia, allora parte dell’impero austroungarico, ora parte della Repubblica Ceca. Pochi anni dopo la sua nascita, la famiglia si trasferì a Vienna, capitale dell’impero. Benché la sua famiglia non fosse agiata, Freud poté egualmente iscriversi all’Università di Vienna dove intraprese gli studi di medicina, ottenendo la laurea. Egli aveva l’intenzione di lavorare in ambito universitario, dedicandosi a quella che oggi chiameremmo ricerca neurologica: verso la fine dell’Ottocento, gli studi sul sistema nervoso umano ebbero un grande sviluppo e molto di ciò che abbiamo appreso sul sistema nervoso e sui meccanismi elettrici e chimici che trasmettono gli impulsi neurali venne scoperto in quel periodo. Freud non poté realizzare il suo progetto di lavorare come scienziato presso un’università per vari motivi, non ultimo il clima antisemita della Vienna del tempo. Senza molto denaro e con il bisogno di mezzi di sussistenza sicuri che gli permettessero di sposare la donna con la quale era fidanzato da molti anni, Freud aprì uno studio privato di neurologia. Quale tipo di pazienti poteva avere un giovane medico non molto ben introdotto socialmente? Si trattava di persone che creavano grattacapi o imbarazzo nei neurologi più accreditati. Freud si trovò ad occuparsi di pazienti che gli altri medici sospettavano essere simulatori, o che avevano problemi incomprensibili alla luce delle conoscenze sul sistema nervoso umano. Freud doveva rifiutare le usuali spiegazioni neurologiche dei disturbi dei suoi pazienti se voleva considerare reali i loro problemi.Ad esempio, alcuni dei pazienti di Freud soffrivano di cecità, sordità, o insensibilità agli arti, anche in assenza di danni o menomazioni evidenti di tipo neurologico. Freud concluse che i problemi di questi pazienti erano psicologici e non fisiologici. Elaborò l’idea rivoluzionaria che queste forme di psicopatologia fossero causate da potenti forze mentali inconsce, che potevano essere portate alla luce mediante l’interpretazione dei pensieri e degli atti del paziente. Le origini della teoria psicoanalitica si trovano nella vita e nelle esperienze di concreti individui della Vienna di fine Ottocento. Le scoperte di Freud derivarono dal suo tentativo di curare pazienti che soffrivano di misteriose malattie, fuori della portata di metodologie più ortodosse. Pulsioni e processi inconsci Secondo la teoria psicoanalitica, gli esseri umani sono motivati da potenti forze innate: gli istinti o pulsioni. Freud riteneva che la maggior parte dell’attività di queste pulsioni proceda inconsciamente, al di fuori della nostra consapevolezza. Riteneva che la maggior parte dell’attività mentale fosse inconscia, e che non potesse essere portata alla luce neanche con lo sforzo più sincero e intenso. La personalità umana è come un iceberg: la parte che emerge dall’acqua, una piccola frazione dell’iceberg, rappresenta il nostro sapere conscio mentre la massa al di sotto rappresenta la nostra vita inconscia. La motivazione principale delle nostre azioni è dunque molto spesso inaccessibile anche a noi stessi. Una delle scoperte concettuali fondamentali della teoria psicoanalitica è il ruolo della mente inconscia. Secondo Freud, il contenuto dei sogni, i lapsus linguistici, e i vari tipi di dimenticanze, provano l’esistenza di processi di pensiero inconsci. Egli raccolse questi fenomeni sotto l’etichetta dì paraprassie (atti mancati). L’opinione comune era che lapsus linguistici, errori di memoria, bizzarri corsi di pensiero, errori di comportamento, ferite auto-inflitte e così via, fossero semplicemente eventi casuali, prodotti accidentalmente. Al contrario, Freud sosteneva che sebbene non seguissero da alcuna consapevolezza o proposito, essi erano connessi in modo sistematico a motivi nascosti o inconsci e che queste connessioni davano accesso al funzionamento della mente inconscia. Secondo Freud, i sogni, quando interpretati correttamente, possono rivelare questi collegamenti inconsci: nonostante contengano molti salti e lacune logiche, l’analisi delle connessioni tra gli elementi dei sogni può rendere manifesti i processi di pensiero inconscio. Freud concluse che nessuna paraprassia e/o sogno, per quanto sconnesso, è puramente casuale. Questo principio è noto come determinismo psichico: tutti gli eventi mentali hanno una causa o una ragion d’essere soggiacente. www.battistag.it Osservando questi fenomeni apparentemente inspiegabili, Freud giunse a postulare l’esistenza della mente inconscia, nella quale i processi di pensiero si dispiegano senza continuità, lontano dalla consapevolezza di chi pensa. L’inconscio influenza alla radice i pensieri, i sentimenti e il comportamento dell’individuo e fornisce le forze che governano il comportamento della gente. Dopo essersi brevemente affidato all’ipnosi come metodo per far affiorare il materiale inconscio, Freud elaborò il metodo psicoanalitico dell’associazione libera. Egli chiedeva ai pazienti di dire semplicemente quel che veniva loro in mente, senza censurare alcun materiale, né tentare di imporre ordine ai propri pensieri. Per comprendere i disturbi del paziente, Freud ricorreva anche all’interpretazione dei sogni. Secondo Freud, i sogni sono formulati in simboli che una volta interpretati, rivelano i processi di soddisfacimento dei desideri, i meccanismi di auto-punizione, o le barriere contro l’affiorare di pericolosi conflitti intrapsichici. Nel ”l’Interpretazione dei Sogni” interpretò molti dei più comuni simboli presenti nei sogni: i bastoni, i fucili, i coltelli, gli ombrelli e i serpenti rappresentano i genitali maschili; gli armadi, le caverne, le stanze e le bottiglie quelli femminili; la decapitazione e la perdita dei denti rappresentano la paura della castrazione. L’Accessibilità dei Contenuti Mentali: 1° Topica I contenuti mentali si distinguono secondo il livello d’accessibilità, secondo la possibilità dell’individuo di renderli coscienti e consapevoli. Freud distingue tre livelli d’accessibilità: a- Coscio. Nella mente conscia ci sono pensieri, desideri, sentimenti, percezioni e informazioni che sono oggetto d’attenzione o riflessione attiva da parte dell’individuo. Sono il contenuto della coscienza in un dato momento. b- Preconscio. Nel preconscio ci sono tutti quei contenuti mentali a cui la coscienza dell’individuo può liberamente accedere ma che non sono in quel momento oggetto d’attenzione da parte dell’individuo: io so che fra 2 ore andrò a fare spese, ma non rifletto continuamente su questa informazione, la utilizzerò al momento giusto e, fino a quel momento, non verrà trattata dalla mia coscienza. c- Inconscio. Nell’inconscio sono presenti la maggior parte dei contenuti mentali sotto forma di pensieri, desideri, istinti, pulsioni che non sono mai accessibili alla coscienza ma che spingono per essere realizzati per salire in superficie e trovare appagamento e realizzazione in maniera diretta in caso di contenuti accettabili, senza mascheramenti o trasformazioni, oppure in forma mascherata dal simbolismo inconscio per creare un compromesso e permettere la gratificazione dell’impulso inaccettabile. La maggior parte della vita psichica è inconscia e appare oscura e impenetrabile all’esterno poiché parla il linguaggio dell’inconscio basato su logica non razionale, su simbolismi, analogie, somiglianze che l’individuo costruisce ed elabora (automaticamente e inconsciamente) nel corso della sua vita. www.battistag.it La Struttura della Personalità: II Topica Come si è detto, uno dei contributi principali della teoria psicoanalitica è la nozione di una componente inconscia della mente, pervasa da pensieri, desideri, emozioni e ricordi che influenzano il pensiero e il comportamento conscio. Possiamo ottenere un quadro più chiaro del concetto freudiano di inconscio e di come questo eserciti la sua influenza guardando più da vicino la struttura tripartita della personalità delineata da Freud, che comprende l’Es, Io e il Super-io (concetti che si riferiscono a funzioni mentali, non a strutture fisiche del cervello.) Ciascuno di questi tre processi ha i suoi meccanismi d’azione e le sue funzioni. La personalità e il comportamento sono il prodotto dell’interazione dei tre processi. Es L’Es coincide con l’interezza della psiche alla nascita, contiene gli istinti e l’energia psichica, ed è interamente inconscio. L’Io e il Super-io si sviluppano dall’Es e durante tutta la vita ricorrono ad esso come fonte d’energia psichica per le loro attività: la dipendenza della psiche dall’Es non cessa mai. Freud divide gli istinti dell’Es in due grandi categorie: gli istinti di vita (Eros) e di morte (Thanatos), espressi tipicamente nella forma del sesso e dell’aggressione. L’organismo umano dirige contemporaneamente su ogni cosa queste due forme d’istinto (anche su di sé): vuole al tempo stesso creare e distruggere, vivere e morire. Freud assegna l’etichetta “sessuale” alla prima classe d’istinti che comprendono: l’affetto, l’attaccamento, la nutrizione, ecc. per evidenziare l’unità sottostante di questi bisogni e il loro legame con la pulsione sessuale, Questa classe generale d’istinti di vita permette ai singoli organismi di una specie di sopravvivere, e alla specie come totalità di perpetuare se stessa. Freud chiamò libido l’energia che alimenta gli istinti vitali. La psiche umana funziona come un sistema continuamente alle prese con la tensione provocata da pressioni interne ed esterne e il fine dell’Es è la riduzione della tensione: la gratificazione. L’Es si sforza di ridurre questa tensione e il piacere risultante è l’unica sua motivazione. E’ questo quel che Freud chiamò principio del piacere. L’Es cerca immediatamente la gratificazione senza ricorrere ad una realtà oggettiva. Quando è motivato dagli impulsi dell’Es, l’individuo s’impegna nell’attività chiamata da Freud processo psichico primario. Ad esempio, se l’individuo è affamato, l’Es produrrà un’immagine mentale del “cibo” o del seno materno. La creazione di un’immagine dell’oggetto desiderato è detta gratificazione del desiderio. Ciò ovviamente non permette all’organismo di sopravvivere — l’immagine del cibo non può soddisfare la fame — sicché l’organismo deve elaborare una modalità di pensiero che possa collegare i suoi bisogni al mondo esterno o oggettivo, in cui il cibo reale e materiale esiste, Tale modalità di pensiero che è basata sulla logica e sul ragionamento, è ciò che Freud chiamò processo psichico secondario, in contrapposizione con il processo psichico primario dell’Es. Questo processo secondario, che si sviluppa dall’Es e ne prende l’energia, è l’Io. Io L’Io, a differenza dell’Es, s’interessa della realtà oggettiva e ne ha coscienza. E’ per l’azione dell’Io che il bambino cerca di procurarsi il cibo reale e non solo una sua immagine. Quando l’Es formula l’immagine di una pizza o di un gelato, l’Io elabora un piano per andare in pizzeria o in gelateria. In generale, l’io tenta di far corrispondere gli oggetti del mondo esterno quanto più è possibile alle immagini create dall’Es. In tal www.battistag.it modo l’Io, diversamente dall’Es, abbraccia la mente conscia e inconscia. L’io elabora dei piani realistici per soddisfare sia le richieste inconsce dell’Es, alle quali ha in certa misura accesso, sia le richieste della realtà. Esso è principalmente deputato a proteggere l’organismo e ad affrontare il mondo reale. L’Io tenta di soddisfare nella realtà i desideri dell’Es, obbedisce al principio di realtà, piuttosto che al principio del piacere. Se necessario, l’Io frenerà i tentativi dell’organismo di ottenere immediatamente gratificazione e piacere, o perché è probabile che questi tentativi non abbiano successo o siano pericolosi, o perché ritardare la gratificazione può accrescerla. Freud riteneva che l’attività dell’Io nel mediare le richieste dell’Es ci permetta di sviluppare molte delle nostre funzioni cognitive Super-iori: prendere decisioni, risolvere problemi, e fare piani. L’io è dunque interessato a ciò che è buono o cattivo per l’organismo in relazione a criteri oggettivi. L’Io esiste per servire i bisogni dell’Es, per operare a suo beneficio. L’Io e l’Es entrano in conflitto solo circa il modo migliore di perseguire lo stesso fine. L’io rimanda la gratificazione finché non trova nel mondo esterno un oggetto reale capace di soddisfare un bisogno istintivo. L’Es, d’altra parte, richiede una gratificazione immediata e non ha alcuna consapevolezza della realtà esterna, della quale si disinteressa, esso non è socializzato ed è inconscio. Super-io Spesso è indicato come «coscienza». Ha a che fare con gli ideali morali. Tali ideali sono dapprincipio trasmessi al bambino dai genitori; in seguito, altre figure d’autorità, nonché le ricompense e punizioni della società, svolgono un ruolo nel foggiare lo sviluppo dell’autocontrollo del bambino. Il Super-io si basa su regole assolute. A differenza dell’Io, che ricerca il compromesso, il Super-io mira alla perfezione. Esso non opera semplicemente per rimandare gli impulsi dell’Es come fa l’Io, ma cerca di bloccarli definitivamente. In ciò è tanto inflessibile e tenace quanto l’Io. Freud scrisse che, molti dei suoi pazienti, erano in balia di un conflitto insostenibile tra le forti richieste dell’Es e l’assoluta proibizione del Super-io di appagare tali richieste. Il loro Io era così indebolito dal tentativo di fronteggiare questo conflitto psichico da non essere più in grado di soddisfare le esigenze della vita quotidiana. La Teoria della Sessualità ed il Complesso Edipico Prima di Freud la sessualità era identificata con la genitalità ossia con il congiungimento con un individuo di sesso opposto ai fini della procreazione. Se ciò fosse vero, non sarebbero spiegate tutte le tendenze psicosessuali come la “sessualità infantile”, la “sublimazione” (il trasferimento di una carica originariamente sessuale sopra oggetti non sessuali come il lavoro, l’arte o la scienza) e le perversioni. Di conseguenza Freud fu portato ad ampliare il suo concetto di sessualità, sino a vedervi un’energia suscettibile di dirigersi verso le mete più diverse e in grado d’investire gli oggetti più disparati, energia che denominò “libido”. Freud elaborò un’originale dottrina della sessualità infantile demolendo e respingendo il pregiudizio in base al quale la sessualità apparterrebbe solo all’età adulta. Freud sostenne che lo sviluppo psicosessuale del bambino avviene attraverso fasi distinte: orale, anale, fallica, di latenza e genitale. La fase orale occupa i primi mesi di vita di vita ed ha come zona erogena la bocca ed è connessa all’atto del”poppare”, la principale attività del bambino in quel periodo della sua vita. Il carattere sessuale della suzione e della stimolazione orale sono dimostrati dal fatto che il lattante esercita queste attività non soltanto a scopo alimentare, o per appagare in modo allucinatorio la fame, ma anche come attività a se stante, per il piacere di farlo e per riduzione dell’ansia: è comune l’abitudine di succhiarsi il pollice per consolarsi. La stimolazione della mucosa orale diventa fonte di piacere, piacere originariamente connesso con gratificazione della nutrizione (ingestione del latte). Le tracce dell’oralità nella sessualità adulta si ritrovano nel bacio. La fase anale ha come zona erogena l’ano ed è collegata alle funzioni escrementizie. Queste funzioni che provocano reazioni di disgusto negli adulti, non provocano reazioni simili nel bambino, che ne risulta fortemente attratto. Il fatto che alle stimolazioni degli organi deputati a tali funzioni, si connettano particolari impressioni (che il bambino cerca e tende a protrarre), spiega la difficoltà che spesso gli adulti incontrano nell’educare alla pulizia il bambino. Quando prendiamo in braccio un bambino piccolo e questo si “sporca” si dice in gergo che ci ha fatto un regalo. La logica popolare interpreta correttamente il senso del gesto del bambino, per il quale il proprio contenuto intestinale è qualcosa di prezioso da cedere solo a persone che gli sono gradite. La scomparsa della sessualità anale è indispensabile per il passaggio alla sessualità matura nelle successive fasi. www.battistag.it La fase genitale ha come fattore erogeno la zona genitale, scoperta dal bambino a causa dello sfregamento nelle attività di pulizia (fare pipì o il bagno), e si articola in due sottofasi: quella fallica, così chiamata perché la scoperta del pene costituisce oggetto di attrazione sia per il bambino che per la bambina; quella genitale, invece, è caratterizzata dall’organizzazione delle pulsioni sessuali sotto il primato delle zone genitali. Connessa alla sessualità infantile, è legato il cosiddetto “complesso d’Edipo” consistente in un attaccamento libidico verso il genitore di sesso opposto. Nel maschio, il legame alla madre termina con il sopraggiungere della paura di essere castrato dal padre. Nella femmina, il complesso di castrazione segna l’inizio del complesso edipico perché la scoperta del pene e il desiderio di averne uno si trasformano nel desiderio di avere un figlio dal proprio padre. Quando rinuncia a questo desiderio, accede alla sessualità adulta. Più precisamente la fase fallica termina con il periodo di latenza, quando per effetto del complesso di castrazione il bambino rimuove i desideri incestuosi versi il genitore di sesso opposto. La rimozione è frutto dei sentimenti ambivalenti che nutre per il genitore “rivale”: un misto di paura per il desiderio di occuparne il posto (accanto all’altro genitore) e paura di perderne l’amore, uniti a sensi di colpa per gli stessi desideri edipici. Nella fase di latenza il complesso d’Edipo giace irrisolto nell’inconscio assieme alle pulsioni libidiche temporaneamente rimosse. In età puberale le pulsioni si risvegliano prepotentemente rendendo pericolosamente vivo il complesso d’Edipo: la maturazione sessuale dell’individuo renderebbe effettivamente possibile l’incesto! E’ a questo punto che vi è un naturale e inconscio allontanamento dell’individuo (adolescente) dal genitore di sesso opposto al fine di allentare la pressione degli impulsi edipici e dare il tempo ai meccanismi di difesa di risolvere il complesso traslando la pulsione sessuale dal suo oggetto originario (il genitore di sesso opposto) a una persona adulta di sesso opposto al proprio. E’ a questo punto che si opera una definitiva rinuncia ai desideri edipici e la riconciliazione col genitore “rivale”. I meccanismi di difesa Sono risposte automatiche e inconsce dell’Io a conflitti tra l’Es e il Super-io. Essi sono usati per difendersi dall’ansia e servono a realizzate un compromesso tra le richieste dell’Es e quelle del Super-io. Un meccanismo di difesa funziona in uno dei due seguenti modi: (1) esso blocca un impulso sessuale o aggressivo, mitigando perciò l’ansia e il senso di colpa provocati da questo impulso; oppure (2) modifica la natura stessa dell’impulso, e mitiga il senso di colpa e l’ansia permettendo una qualche gratificazione del nuovo impulso. Freud e i suoi seguaci hanno individuato una serie di strategie usate normalmente per fronteggiare lo stress o l’ansia che hanno origine dai conflitti intrapsichici. Rimozione E’ il più importante meccanismo di difesa postulato dalla teoria psicoanalitica. Essa serve a escludere dalla nostra coscienza pulsioni, pensieri e sentimenti inaccettabili. Ad esempio, una donna può essere arrabbiata per dover pagare le tasse, ma rimuove dalla coscienza questo sentimento spiacevole. In seguito però la sua rabbia affiora in modo indiretto non accludendo l’assegno nella sua dichiarazione dei redditi o dimenticando di firmarlo. Spostamento La rimozione conduce naturalmente allo spostamento, perché il tipo più comune di difesa consiste nel concentrare la propria attenzione su un sostituto cioè nello spostare l’attenzione. Se vi è capitato di arrabbiarvi con un Super-iore o un professore e di non essere riusciti a esprimergli direttamente la vostra rabbia, è possibile che vi siate trovati a maltrattare un amico o un passante: non avendo potuto esprimere la vostra rabbia alla persona che l’aveva provocata, l’avete spostata su un bersaglio più abbordabile. Proiezione Un modo di bloccare pensieri e sentimenti inaccettabili consiste nell’attribuirli a un’altra persona. Questo meccanismo è noto come proiezione. Un individuo che si sente colpevole perché usa tecniche commerciali aggressive, può attribuirle ai suoi concorrenti e affermare che i loro comportamenti rendono inevitabile una www.battistag.it ritorsione. La proiezione localizza la responsabilità del proprio comportamento all’esterno di sé, cancellando il senso di colpa e il conflitto che il comportamento avrebbe altrimenti provocato. Formazione reattiva Nella formazione reattiva si ha un rovesciamento dei nostri sentimenti inaccettabili, rimpiazzati dai comportamenti opposti. Ad esempio, un uomo può odiare la madre perché lo sgrida e gli fa richieste eccessive. Il conflitto tra i suoi impulsi di rabbia e l’imperativo del Super-io di onorare e amare i genitori, provoca in lui ansia e senso di colpa. Per avere sollievo da questi sentimenti, l’uomo converte inconsciamente la propria avversione in un’esagerata devozione, e si comporta come un figlio modello. Accade spesso d’avere atteggiamenti profondamente sentiti che sono però esattamente l’opposto degli atteggiamenti repressi. Negazione Un altro modo di rifiutare di riconoscere in sé sentimenti inaccettabili consiste nell’usare il meccanismo di difesa della negazione. In questo caso, il sentimento è espresso accompagnato da un segno negativo. Si consideri di nuovo l’esempio dell’uomo che odia la madre: se il suo metodo di fronteggiare l’odio è la formazione reattiva, egli dirà “Amo mia madre”, se ricorre alla negazione asserirà enfaticamente “Io non odio mia madre”. Spesso lo dirà quando nessuno sta mettendo in dubbio i suoi sentimenti nei confronti della madre. Dichiarando il suo amore in questa forma negativa, egli può liberarsi della rabbia che prova senza riconoscerne l’origine inaccettabile. Intellettualizzazione E’ un’esagerata preferenza per il pensiero di contro ai sentimenti. Una persona che usa l’intellettualizzazione, parlerà d’argomenti che hanno a che fare con il sesso o l’aggressività con estrema freddezza e distacco. L’esagerata predilezione per il pensiero impedisce che l’individuo provi i sentimenti che ciascuno di noi prova quando tratta questo tipo d’argomenti. Questo è un meccanismo di difesa usato spesso dagli adolescenti quando discorrono di faccende sessuali. L’intellettualizzazione permette di risolvere molti dei conflitti che sorgono inevitabilmente durante la crescita. Annullamento E’ l’unico meccanismo di difesa che costituisca una risposta a posteriori agli stimoli che combatte. Nell’annullamento, un atto inaccettabile è seguito da un secondo atto che lo nega: ciò da sollievo al senso di colpa e ansia causati dal primo atto. Un marito che litiga abitualmente con la moglie al mattino e poi quando torna a casa dal lavoro le porta dei fiori sta ricorrendo a questo tipo di difesa. Egli sarebbe alquanto sorpreso se lo metteste di fronte al suo modello di comportamento e negherebbe di avervi fatto ricorso. Regressione Quando una persona fuga l’ansia assumendo degli atteggiamenti tipici di uno stadio di sviluppo anteriore e apparentemente più sicuro si parla di regressione Un bambino che è sottoposto allo stress di dover andare a scuola per la prima volta può cominciare ad agire in modo molto infantile: potrà succhiarsi il pollice, bagnare il letto, e insistere con i genitori per essere preso in braccio, invece di camminare. Sublimazione La sublimazione è l’incanalamento d’impulsi e sentimenti inaccettabili in attività accettabili. La sublimazione può anche permettere che un individuo esprima bisogni sadici repressi nella forma d’attività positive, quali la chirurgia. Freud riteneva che la curiosità intellettuale degli adulti fosse una sublimazione della curiosità sessuale infantile. Analogamente, l’inibizione della creatività rilevata da Freud in certi adulti dipendeva a suo avviso dalla forte repressione della curiosità sessuale infantile. I meccanismi di difesa fanno parte integrante del comportamento normale. E’ grazie ad essi che facciamo fronte agli impulsi conflittuali del Super-io e dell’Es. Tuttavia il loro uso eccessivo è un sintomo di difficoltà di adattamento: portare all’estremo un meccanismo difensivo (come nel caso di una marcata regressione ad uno stato infantile) o il ricorrere abitualmente alla stessa difesa (come nel caso di una repressione dei sentimenti sessuali che si protragga per tutta la vita).