Locandina Dora1 - officinaMentis
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L'isteria e l'enigma della femminilità: il caso clinico di Dora da Freud a Lacan Condotto da Daniela Iotti e Angela Peduto È dall’incontro di Freud con le isteriche che si può a buon diritto far nascere la psicoanalisi. Mettendo fine all'egemonia del discorso medico sull’isteria e creando un dispositivo inedito, fondato sull'ascolto e la parola, Freud lascia che l’isterica riveli i segreti del suo mondo. In questo mondo la sessualità rivendica i suoi diritti, il ricordo si mantiene intatto ed esercita il suo potere sul soggetto, il corpo diviene teatro di quanto è interdetto alla parola. Prima grande cura psicoanalitica condotta da Freud, il caso clinico di Dora è passato alla storia come il meno riuscito. Dora interrompe il trattamento dopo soli tre mesi, infliggendo a Freud un pesante scacco terapeutico. Al di là delle conseguenze teoriche che da questa vicenda sono scaturite, una questione resta cruciale. Dora indica a Freud che la femminilità è un enigma, un mistero. “Il grande problema che non é mai stato risolto e che non sono ancora riuscito a risolvere, malgrado i miei trent’anni di ricerche nell’animo femminile è: Was will das Weib? – Cosa vuole la donna?” (Lettera di Freud a Marie Bonaparte, non datata) Per Freud la situazione femminile si decide e si instaura nell’attraversamento e nella risoluzione del dramma edipico, quando la bambina, delusa dalla madre, dovrà approdare all’amore per il padre e al desiderio di avere da lui un bambino. Ma la domanda “Cosa vuole la donna?” testimonia delle perplessità di Freud e della sua consapevolezza che c’è lì un impasse della teoria. Il femminile sembra sfuggire alla presa della ratio freudiana. Dirà, al termine della lezione sulla Femminilità (1932) “Questo è tutto quanto avevo da dirvi sulla femminilità. E’ certo incompleto e frammentario e non sempre suona gentile…Se volete saperne di più, interrogate la vostra esperienza, o rivolgetevi ai poeti, oppure attendete che la scienza possa dare ragguagli meglio approfonditi e più coerenti” A partire da questo impasse si costruirà l’elaborazione successiva a Freud e la storia della psicoanalisi sarà tutta attraversata dalla questione del femminile. “Che cos’é una donna?”, “Che cosa vuole una donna?”. Qui sono in gioco gli oscuri enigmi del desiderio e delle identificazioni di una donna, della femminilità e del divenire donna, enigmi che resteranno sempre indissociabili dalla clinica dell'isteria e dal caso di Dora. Nella seconda metà del secolo Jacques Lacan formulerà sul tema del desiderio femminile una nuova prospettiva. Riprendendo la domanda di Freud, irrisolta, Lacan introduce un’altra logica e riformula la questione freudiana della fase fallica e del primato del fallo. La donna – egli sostiene – è presa da un godimento che non è quello fallico, che non è tutto fallico e non ne è complementare, è qualcos’altro. Esso punta verso qualcosa che sta al di là del linguaggio, verso un oggetto che nessun termine può designare. Da qui l’irrimediabile, radicale alterità del desiderio femminile e la necessità, per la donna, di inventare nuovi termini, non comuni ma ogni volta unici e singolari.