DETERMINAZIONE DELLA LINEA ELASTICA DI UNA TRAVE
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DETERMINAZIONE DELLA LINEA ELASTICA DI UNA TRAVE
DETERMINAZIONE DELLA LINEA ELASTICA DI UNA TRAVE CALCOLATA CON GLI ELEMENTI FINITI Paolo Varagnolo: ingegnere libero professionista – Padova 2010 ----------------------------------Mi è capitato recentemente di affrontare il problema di calcolare gli spostamenti di elementi trave lungo il loro asse, dopo averne determinato i valori ai nodi con un calcolo agli elementi finiti. Il problema è certamente banale nella teoria, ma non ho trovato in letteratura una trattazione che riuscisse a soddisfare le mie esigenze. In particolare, con riferimento all’elemento trave della figura 1 (considerato in 2-D per comodità), i carichi applicati sono variabili linearmente e possono essere ortogonali all’asse (carichi q) e paralleli all’asse (carichi p). Eventuali carichi concentrati sono applicati direttamente ai nodi, ma eventualmente è possibile inserirli nella trattazione che segue con alcune modifiche. y, η +ϕ i +T i +ϕ j j i x, ξ +M i +M j +T j +N i +N j L a) b) ∆q A) q i < q j +q j +q i q cost. j i ∆q j i c) B) q i > q j q cost. j i d) +p j +p i j i e) Figura 1 Nei vari libri e prontuari che ho consultato, sono reperibili le equazioni della linea elastica di travi soggette a vari tipi di vincolo e di carico, ma non sono riuscito a trovare le equazioni che servono per risolvere questo problema. Il caso che più si addice infatti è quello delle travi incastrate ad un estremo (sinistro), ma le soluzioni non sono applicabili al caso in esame in quanto il momento flettente viene di solito calcolato a partire dall’estremo libero (è più semplice). Se la trave invece è connessa ad un’altra trave, ad una o ad entrambe le estremità, si deve affrontare il problema in un altro modo, come di seguito esposto. Così, dopo avere risolto il problema, mi è sembrato utile descriverne la soluzione, sia per conservare degli appunti ordinati, sia per facilitare chi volesse implementare lo stesso metodo. Impostazione del problema Utilizzando il metodo degli elementi finiti per l’analisi di un sistema di travi si ottengono come risultati le incognite del problema, cioè gli spostamenti e le rotazioni dei nodi. Vengono normalmente forniti inoltre i parametri di sollecitazione (M, T, N) ai nodi, ovvero le reazioni per i gradi di libertà vincolati. 1 Nella trattazione che segue viene fatto riferimento alla teoria delle travi di De Saint Venant, utilizzata dai più comuni programmi di calcolo. Con riferimento alla Figura 1a) per la definizione del sistema di riferimento e per i simboli, le ipotesi sono le seguenti: - nella configurazione deformata le sezioni si mantengono piane e ortogonali all’asse della trave; - le sezioni hanno dimensioni tali da poter trascurare l’effetto dello sforzo di taglio sulla deformazione della trave; la curvatura è proporzionale al momento flettente: - dϕ ( x ) M ( x ) = dx EJ (1) Dai parametri di sollecitazione ai nodi, imponendo l’equilibrio, è semplice ricavare i diagrammi delle sollecitazioni (M, T, N) lungo l’asse di ciascun elemento. Per quanto riguarda invece le funzioni degli spostamenti η (x) ortogonali all’asse dell’elemento e ξ (x) paralleli all’asse dell’elemento, si può procedere come di seguito descritto. Linea elastica per carichi ortogonali all’asse della trave Dalla (1) si ricavano le seguenti espressioni: x x 1 ϕ ( x) = ϕ i + M ( x) dx ; E J ∫0 η ( x) = ∫ ϕ ( x) dx 0 x , calcolato partendo dal La funzione che esprime il momento flettente sulla sezione di coordinata locale nodo iniziale i dell’elemento, risulta: per qi < qj per qi > qj M ( x) = M i + Ti x − q cos t . x 2 ∆q x 3 − 2 6l M ( x) = M i + Ti x − q cos t . x2 − x3 x2 − ∆q ( + ) 2 6l 2 Integrando due volte la funzione della linea elastica η (x) M (x) ed una sola volta la rotazione ϕ i , si ottiene pertanto l’equazione della trave soggetta a carichi ortogonali al suo asse. Vengono di seguito calcolati separatamente i diversi contributi allo spostamento semplicemente con η η (x) , d’ora in poi indicato per comodità. ϕi Contributo della rotazione calcolata al primo estremo: x η = − ∫ ϕ i dx = −ϕ i x + c1 0 Imponendo la condizione η ( 0) = 0 Contributo del momento M i calcolato al primo estremo: ϕ= si ricava c1=0 e quindi: Mi x + c1 EJ 2 η = −ϕ i x (2) La trave va considerata incastrata, in quanto la (eventuale) rotazione dell’estremo iniziale risulta dal calcolo f.e.m., pertanto imponendo la condizione η= ϕ ( 0) = 0 si ricava c1=0. Integrando nuovamente si ottiene: Mi 2 x + c2 2E J Imponendo la condizione η ( 0) = 0 si ricava c2=0 e quindi: In tutti gli integrali indefiniti che seguono, le condizioni η= Mi 2 x 2E J ϕ ( 0) = 0 , η ( 0) = 0 (3) conducono sempre a valori nulli delle costanti c1 e c2, che verranno pertanto di seguito trascurate. Contributo del taglio Ti calcolato al primo estremo: ϕ= Ti x2 2E J η= Ti x3 6E J (4) η= qcos t . 4 x 24 E J (5) Contributo del carico qcost.: ϕ= qcos t . 3 x 6E J Contributo del carico triangolare ∆q nel caso in cui qi < qj: ϕ= ∆q x4 24 E J L η= ∆q x5 120 E J L (6) Contributo del carico triangolare ∆q nel caso in cui qi > qj: ∆q ϕ= EJ ∆q η= EJ x4 x3 − + 24 L 6 Lo spostamento totale η tot x5 x4 − + 120 L 24 (7) si ottiene sommando i contributi calcolati con le espressioni (2)÷(7). Linea elastica per carichi paralleli all’asse della trave Con riferimento alla figura 1e), lo spostamento assiale di un punto dell’elemento posto alla coordinata x si può esprimere come: x 1 ξ ( x) = N ( x) dx E A ∫0 La funzione che esprime lo sforzo normale sulla sezione di coordinata locale x , calcolato partendo dal nodo iniziale i dell’elemento, risulta: N ( x) = N i − pi x − pj 2L Integrando la funzione x2 N ( x) si ottiene l’equazione degli spostamenti assiali ξ ( x) della trave soggetta a carichi paralleli al suo asse. ξ= p p 1 N i x − i x 2 − j x 3 E A 2 6L (8) 3 Trasformazione della deformata dal sistema locale al sistema globale Una volta determinati gli spostamenti ξ, η di un punto di coordinata locale x sull’asse dell’elemento, è necessario eseguire una trasformazione per ottenere le coordinate del punto deformato nel sistema di riferimento globale. Le coordinate locali del punto nella configurazione indeformata sono nella configurazione deformata sono dall’elemento con l’asse X valgono: (x, 0) , mentre ( x + ξ , η ) = ( x, y ) . Il seno ed il coseno dell’angolo α formato sin α = Y j − Yi ; cos α = L X j − Xi L , dove (Xi, Yi) e (Xj, Yj) sono le coordinate globali dei nodi iniziale e finale dell’elemento come indicato nella figura 2. La trasformazione delle coordinate locali ( x, y ) del punto deformato nelle corrispondenti coordinate globali (X, Y) si ottiene con una rotazione del sistema di riferimento mediante le relazioni: X = x cos α − y cos α Y = x sin α + y sin α Considerando che il calcolo f.e.m. fornisce gli spostamenti globali Xdisp, Ydisp del nodo i, le coordinate globali del punto deformato valgono infine: X = X i + X disp + X Y = Yi + Ydisp + Y Y x Yj ξ y α Yi η Xi Xj X Figura 2 Bibliografia [1] AA.VV.: “Manuale di Ingegneria Civile” sezione seconda. Cremonese; [2] Belluzzi O.: “Scienza delle Costruzioni” vol. 1 - Zanichelli; [3] Vitaliani R., Martini L.: “Lezioni di Calcolo Automatico” 1 parte – Cusl Nuova Vita. a 4