Denunciato dai suoi cuochi Ora l`«incubo» è per Ramsay

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Denunciato dai suoi cuochi Ora l`«incubo» è per Ramsay
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ATTUALITÀ
Martedì 18 giugno 2013
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Il famoso conduttore tv
::: ANTONELLA LUPPOLI
 Da bacchettone a bacchettato. Gordon Ramsay, lo
chef più temuto della televisione, è nei guai. I dipendenti
del suo ristorante di Los Angeles, «The Fat Cow», fanno
sul serio e lo trascinano davanti ai giudici. Questa volta
non c’entra la pulizia del locale o la qualità del cibo – sue
priorità in video – ma, se vogliamo, qualcosa di uguale
importanza: il lavoro e il salario dei dipendenti. Quattro
addetti alle cucine (alcuni ormai suoi ex cuochi) hanno denunciato Ramsay dichiarando
di esser stati sottopagati o pagati in parte, aver lavorato in
orari extra senza percepire alcuno straordinario e anche di
esser stati costretti a consumare i pasti in fretta e furia
per evitare di urtare la sensibilità del capo.
Che il volto di «Cucine da
incubo» e «Masterchef Usa»
sia un po’ burbero e irascibile
non fa certo scalpore. Chi lo
segue sul piccolo schermo –
dove ultimamente mette in riga anche gli albergatori americani nel format «Hotel da incubo» - sa bene che la maschera da duro gli calza a pennello, soprattutto quando in
giro per i ristoranti degli Stati
Uniti dà lezioni di cooking
business. Ma saper scegliere i
migliori prodotti e preparare
succulenti bocconcini potrebbe non bastare per stare a
capo della struttura gerarchica di un locale.
Denunciato dai suoi cuochi
Ora l’«incubo» è per Ramsay
Turni di lavoro massacranti, straordinari non pagati e stipendi ridotti:
quattro ex dipendenti del temutissimo chef scozzese lo portano in tribunale
uniscono i costi fissi che un
locale ha. Poi bisogna fronteggiare pure la crisi. Quale
soluzione migliore se non
quella di tagliare a scapito degli altri? Lui i suoi guadagni li
lascia intatti, per non parlare
della busta paga che arriva direttamente dalle tv per cui lavora. Insomma, essere la «prima donna» della ristorazione
costa e Ramsay ha, come dire,
un’indole parsimoniosa –
meglio noto come braccino
corto – che lo porta a risparmiare.
Peccato solo che Jennifer
Becerra, Montinique Dever,
Andrea Bourke e Lauren Benge decidano di non stare alle
regole ferree dettate dallo
chef e si riuniscano in una
class action, denunciando oltre alle beghe legate allo stipendio, anche turni massacranti di lavoro.
ALLA SBARRA
Adesso la parola spetta alla
giustizia, a cui però Ramsay è
già noto. Infatti, in precedenza è stato trascinato in tribunale per due diverse questioni, in cui, guarda caso, c’entra
l’esser restìo a mettere le mani in tasca e dare quel che deve a chi presta servizio nei
suoi locali. Solo due mesi fa,
Ramsay aveva «dimenticato»
di pagare la società che si è
occupata della ristrutturazione del «The Fat Cow» e qualche tempo prima di saldare al
suo commercialista una parcella di 75 mila dollari.
Tre fratelli adolescenti
abusati da padre e amici
Tre fratelli di 11, 13 e 16
anni hanno subito continue
violenze sessuali dal padre e
da due suoi amici. I quali,
inoltre, filmavano gli atti
sessuali con i minori e poi
vendevano i video nel giro
della pedopornografia. È
accaduto a Montecorvo di
Rovella, in provincia di Salerno. Dopo un incidente
probatorio e l'allontanamento dei ragazzi dal nucleo familiare, i tre violentatori sono stati arrestati
dai carabinieri del comando
di Battipaglia coordinati dal
capitano Costa.
Torino, ucciso muratore
con un colpo di pistola
Il cadavere di un uomo con
ferite alla testa e un colpo di
pistola al torace è stato trovato ieri pomeriggio nelle
campagne del Torinese, in
località Rocca, a Verrua Savoia. Si tratta di un muratore di 44 anni, Francesco
Daniele, originario della
provincia di Vibo Valentia e
residente a Crescetino, nel
Vercellese. Secondo quanto
ricostruito dai carabinieri
l’uomo, che aveva qualche
piccolo precedente per droga, era uscito di casa domenica pomeriggio intorno
alle 16 con la sua auto, una
Golf grigio chiaro, ritrovata
dai famigliari ieri mattina
vicino a un bar di Crescentino.
Paola Ferrari sul bullismo:
«Annientiamo il branco»
PLURISTELLATO
Lo chef pluristellato – di
premi luccicosi Michelin ne
ha ben 13 – dovrebbe saperlo
bene, anche perché ha ristoranti un po’ sparsi ovunque e
soprattutto ha una squadra di
persone al cospetto abbastanza numerosa. Londra è piena
di ristoranti fondati e gestiti
dal cuoco scozzese. Il primo
lo ha aperto nel 1993 nel
quartiere Chelsea, l’ultimo nel
2003 a Knightsbridge. Poi ha
varcato i confini nazionali per
portare la sua fama all’estero.
Nel 2005 inaugura il «Verre» a
Dubai e altri due ristoranti a
Tokyo. Nel 2006 fa il suo ingresso nella Grande Mela con
il «Gordon Ramsay at the
London».
Pagare stipendi e contributi
a tutti non deve essere semplice, soprattutto se a questi si
Lo chef scozzese Gordon
Ramsay, conduttore di celebri programmi tv come
«Cucine da incubo» e
«Masterchef Usa» [Uff
stampa Fox]
«Sono davvero troppi i ragazzi vittime del bullismo. È
un fenomeno devastante».
Questo il commento di Paola Ferrari De Benedetti,
portavoce dell’Osservatorio
Nazionale Bullismo e Doping, dopo la richiesta di
riflessione rivolta al ministro per l’Istruzione Carrozza dai senatori del Pdl
Antonio Gentile, Nico
D’Ascola, Piero Aiello, Antonio Caridi e Domenico
Scilipoti. «Chiediamo stratagemmi reali con cui promuovere la cultura della
sicurezza per prevenire e
contrastare questi fenomeni di disagio che affliggono
le nostre generazioni giovanili» aggiunge Paola Ferrari De Benedetti, secondo
la quale «è opportuno rivolgersi a strutture extra
scolatiche che sappiano tutelare i ragazzi vittime dei
“guappi”».
Sparita nel 2004 a Mazara del Vallo
Processo Pipitone: chiesti 15 anni per la sorella di Denise
::: RITA CAVALLARO
 «Jessica Pulizzi è colpevole senza alcun
dubbio e va condannata a 15 anni di carcere». È
la richiesta che il pm Francesca Rago ha formulato al termine della requisitoria nel processo
per il sequestro di Denise Pipitone, scomparsa
a Mazara del Vallo, nel Trapanese, il primo settembre del 2004 quando aveva 4 anni.
Jessica,lasorellastra 26enne,èimputatadavanti al Tribunale di Marsala insieme con il suo
ex fidanzato Gaspare Ghaleb, di 28, accusato di
false dichiarazioni al pubblico ministero che,
per lui, ha chiesto 5 anni di reclusione. Il pm ha
sottolineato che «una serie di indizi inducono a
ritenere che Jessica sia stata l’autrice del sequestro. È colpevole senza alcun dubbio. Gli indizi
sono chiari, univoci e convergenti. Il fatto che
in questi anni Denise non sia stata trovata e che
non siano stati individuati i complici a cui successivamente è stata consegnata la bambina
non significa che Jessica, che non può aver agito da sola, sia innocente», ha detto. «Il suo telefono cellulare - ha aggiunto - quando sparì Denise è stato agganciato da una cella nella zona
dell’abitazione di Piera Maggio. Jessica ha, poi,
mentito agli inquirenti quando ha detto di essere rimasta a casa tutta la mattina». Inoltre, secondo il magistrato, la frase «a casa c’ha purtai»
(a casa l’ho portata ndr), pronunciata dalla so-
rellastra durante una conversazione con la
madre Anna Corona, intercettata nel commissario di polizia, non può che essere una «confessione». Per quanto riguarda la Corona, indagata in un secondo filone d’indagine, si attende la decisione del gip, che dovrà pronunciarsi sull’archiviazione. Mentre per Francesca
Adamo, collega di lavoro della Corona, il pm ha
chiesto la trasmissione degli atti in Procura per
procedere per falsa testimonianza. Fiduciosa
la mamma di Denise, Piera Maggio: «Ho sentito un tuffo al cuore quando i pm, nell’invocare
la pena per Jessica, hanno richiesto l’applicazione della legge “Denise” sul sequestro di minorenne», ha detto.
Denise Pipitone quando è sparita aveva 4 anni [Oly]