Un aiuto per fare un buon Esame di coscienza

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Un aiuto per fare un buon Esame di coscienza
Un aiuto per fare un buon Esame di coscienza
Dio, che legge benissimo (assai più di noi!) nelle nostre anime, vede tutti i nostri peccati ma anche
se c'è in noi un vero pentimento, appena esso sgorga dalla nostra coscienza (fosse anche dopo
qualche istante dal peccato compiuto); e questo, se è una vera “attrizione” (cioè un vero dolore per
aver disobbedito a Dio e tradito il Suo Amore), già ci riconcilia con Lui! Perché i nostri peccati
siano però realmente tolti dalla nostra anima ed essa torni "oggettivamente" nella piena comunione
con Lui, occorre che essi siano "assolti" (sciolti) nel Sacramento della Confessione (Penitenza),
dove possiamo attingere il perdono che ci è stato meritato dalla morte in Croce di Gesù (questo è
stato l'atroce e amorevolissimo "prezzo" del nostro perdono!) e che ci raggiunge, secondo il volere
stesso di Cristo (Gv 20,21-23), attraverso gli Apostoli, cioè oggi attraverso i Vescovi e (in modo ad
essi subordinato) i Sacerdoti. Questo è il modo stabilito da Cristo stesso affinché le nostre anime
siano assolte e liberate dai peccati gravi (mortali) commessi. Occorre per questo conoscere bene
quali siano i peccati mortali e, se commessi, essi vanno esplicitamente confessati al sacerdote (che
agisce qui “in persona Christi”, cioè è Gesù in persona che agisce in lui!), dicendo quindi
sinceramente e senza vergogna quali essi siano e, se è possibile, anche quante volte li abbiamo
commessi.
Ecco perché qui ci aiutiamo a conoscere quali siano i peccati oggettivamente mortali, al fine di fare
appunto bene un "esame di coscienza" e una Confessione che non sia superficiale o addirittura
"sacrilega" (cioè falsa o volutamente incompleta), tanto più che se anche mentissimo o
nascondessimo qualcosa al Confessore, non potremmo certo farlo con Dio; e i nostri peccati
rimarrebbero in noi - anche per anni, anche fino alla morte e quindi fino al Giudizio di Dio - e ci
impedirebbero pure di fare degnamente la S. Comunione (altrimenti sarebbe sacrilega anch'essa, cfr.
1Cor 11,28-29)
I peccati mortali
I peccati mortali sono quelli che oggettivamente ci tolgono la grazia di Dio, ci impediscono di fare
la Comunione e (se non confessati) ci portano alla dannazione eterna. Per questo si chiamano
appunto "mortali". E' difficile fare un elenco di tutti i peccati mortali, visto la vastità e complessità
della vita umana e delle questioni morali. E' ancor più difficile stabilire se soggettivamente ci sia
sempre questa gravità, visto che perché un peccato sia davvero mortale non basta che lo sia
oggettivamente, ma (come abbiamo detto) deve anche esserci nel soggetto la piena consapevolezza
(piena avvertenza) e la decisione libera (deliberato consenso). Nonostante questa difficoltà,
dobbiamo però sapere quali siano oggettivamente i peccati mortali. Ricordiamo inoltre che
l’impegno di non commetterli non rappresenta il massimo della vita morale (che è invece quello di
“essere come Dio”, cfr. Mt 5,48, quindi non c’è un limite superiore, perché l’amore non ha limiti!),
ma il limite inferiore, cioè appunto il limite oltre il quale non siamo più nella grazia di Dio.
Presentiamo allora qui un elenco, in riferimento al Decalogo e aiutati autorevolmente dal
Catechismo della Chiesa Cattolica (parte III, sez. 2).
Si tenga pure presente quanto viene spiegato nella sezione del sito.
[Un ottimo aiuto è dato anche da p. A. Bellon nel sito dei Domenicani già qui indicato tra i link]
E' ovvio che i peccati oggettivamente mortali qui di seguito elencati non siano tutti dello stesso
livello di gravità.
___________
I 10 Comandamenti
(Decalogo)
La legge morale fondamentale può ancora essere sintetizzata dai 10 comandamenti (Decalogo), che
appartengono ancora all'Antico Testamento (Es 20 e Dt 5-6) e che Gesù porta a compimento (cfr.
Mt 5). Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (III parte, sez. 2) spiega la legge morale cristiana
sulla traccia del Decalogo.
Io sono il Signore Dio tuo:
I. Non avrai altro Dio fuori che me;
II. Non nominare il nome di Dio invano;
III. Ricordati di santificare le feste;
IV. Onora il padre e la madre;
V. Non uccidere;
VI. Non commettere atti impuri;
VII. Non rubare;
VIII. Non dire falsa testimonianza;
IX. Non desiderare la donna d’altri;
X. Non desiderare la roba d’altri.
Peccati mortali contro il 1° comandamento:
ateismo (negazione di ) - agnosticismo (ignoranza di Dio) - ateismo pratico (irreligiosità, cioè
vivere come si Dio non ci fosse e Gesù non fosse venuto) - odio nei confronti di Dio - dubbio
volontario, senza far nulla per cercare e capire la - ignoranza colpevole delle verità della fede
(Bibbia e insegnamento della Chiesa) - adesione ad altre , confessioni, gruppi o sette religiose (se si
era nella possibilità di conoscere e la ) - eresia (trasformazione della fede, farsi una fede "a modo
proprio") - apostasia (abbandono della fede) - scisma (separazione ufficiale dalla Chiesa) presunzione (di essere senza peccato o di salvarsi con le proprie forze) - disperazione (pensare di
non poter più essere perdonato e salvato da Dio) - - ingratitudine (di fronte a Gesù che è morto in
croce per me) - tiepidezza, indolenza, accidia (nei confronti di Dio e dei doveri cristiani) - tentare
Dio (prego solo perché Dio faccia quel che voglio io) - sacrilegio (contro persone o cose sacre) simonia (utilizzo di cose sacre a solo scopo di lucro) - idolatria (qualcuno o qualcosa che prende il
posto di Dio, cioè come valore assoluto, nella propria vita) (v. punti 8, 22 e 23 de ) - satanismo
(culto a Satana) - divinazione, evocazione dei morti, sedute spiritiche (cioè tentativo volontario di
manipolare il rapporto col soprannaturale, con l', al di fuori di ciò che la vera fede permette; il che
può essere molto pericoloso, in quanto spesso veicolo per un intervento e persino una permanenza
diabolici nelle persone o nei luoghi dove vengono compiute tali azioni) - superstizione, astrologia,
magia, stregoneria (se creduti come reali "poteri" sulla propria o altrui vita, al di fuori di Dio o
addirittura contro Dio o contro il bene delle persone) - non fare le penitenze prescritte (*).
(*): Le penitenze prescritte sono:
- quella data dal sacerdote in Confessione;
- il digiuno prescritto obbligatoriamente il Mercoledì delle Ceneri (inizio della Quaresima) e il
Venerdì Santo (venerdì prima di Pasqua, cioè il giorno della morte del Signore Gesù); è una vera
riduzione dell’alimentazione, ad esempio vivendo quel giorno “a pane e acqua”, oppure saltando
almeno un pasto. E' tenuto al digiuno chiunque, dal 18° al 60° anno di età, salvo chi ha impedimenti
fisici o di salute;
- l'astinenza dalle carni (cioè il non mangiare carne, compreso gli affettati) è prescritta
obbligatoriamente il Mercoledì delle Ceneri e ogni venerdì dell’anno (tale penitenza è obbligatoria
nei venerdì di Quaresima, mentre negli altri venerdì dell’anno può essere eventualmente sostituita
con un’altra penitenza; ma ogni venerdì, giorno della morte in Croce del Signore, è per il cristiano
"giorno penitenziale", anche se lo è particolarmente in Quaresima; se nel venerdì capita una festa o
solennità religiosa allora il digiuno è sospeso). E' tenuto all'astinenza dalle carni chiunque, dal 14°
al 60° anno di età (salvo che per motivi di salute).
- il digiuno di un’ora (è permessa solo l'acqua) prima di fare la S. Comunione.
Non è tanto peccato mortale saltare la penitenza una singola volta, ma il non tener presente a lungo
questo elemento penitenziale della vita cristiana. E' inoltre lodevole fare delle penitenze volontarie;
come la Madonna spesso ci richiama a fare e come i Santi hanno sempre fatto, talvolta anche in
modo eroico. Oltre alla partecipazione alla “sacrificio” della Croce di Gesù, che ci ha meritato la
salvezza eterna, la penitenza rafforza il nostro animo all'obbedienza a Dio, stimolando tutte le
virtù, e può ottenere grazie speciali, per sè e per le anime di altri, anche defunti.
Peccati mortali contro il 2° comandamento:
bestemmia, imprecazioni, assenza di rispetto verso Dio, la Madonna, i Santi e le cose sacre (v.
anche i punti 8 e 24 de ) - falso o anche solo inutile "giuramento" (in cui si è preso per testimone
Dio) - "promesse" e specialmente "voti"(*) fatti a Dio o in nome di Dio e non mantenuti prolungati periodi senza .
(*): i voti a Dio fatti solennemente, anche se nel proprio animo, possono essere sciolti solo dal
ministro di Cristo e della Chiesa.
Peccati mortali contro il 3° comandamento:
non partecipare alla S. Messa ogni domenica e nelle altre 6 feste di precetto (*) - lavorare (o far
lavorare) alla domenica (se non strettamente necessario) (v. il punto 25 de ) - provocare divisioni
nella comunità cristiana - uso solo banale e vuoto del tempo libero
(*): Le feste di precetto, in cui è moralmente obbligatorio andare alla Messa, oltre alle 52
domeniche annue, sono (così attualmente in Italia, in quanto sono pure civilmente giornate festive):
1° gennaio (Maria SS.ma Madre di Dio), 6 gennaio (Epifania di Gesù), 15 agosto (Assunzione di
Maria SS.ma), 1° novembre (Tutti i Santi), 8 dicembre (Immacolata Concezione di Maria), 25
dicembre (Natale di Gesù). Se la festa del Santo Patrono della propria città è solennità (ad esempio
S. Giuseppe il 19 marzo o i SS. Pietro e Paolo il 29 giugno) e nella propria città è anche giornata
non lavorativa, allora è d'obbligo partecipare alla S. Messa anche in quel giorno (come del resto lo è
stato anche in Italia, fino al 1976, quando tali festività sono state soppresse dallo Stato).
Peccati mortali contro il 4° comandamento:
assenza di amore, rispetto, riconoscenza, giusta obbedienza e aiuto ai genitori - assenza di impegno
e giusta collaborazione nella vita familiare e nei doveri domestici - omissioni nell’educazione
umana e cristiana dei figli - disobbedienza all’autorità (a meno che non obblighi contro la morale, in
tal caso "si obbedisce a Dio piuttosto che agli uomini", At 4,19) - autoritarismo e abuso di potere.
(Cfr. anche nel sito i punti 8, 26, 27 e 28 de ) .
Peccati mortali contro il 5° comandamento:
omicidio - suicidio - aborto (1) - eutanasia - rapimento - terrorismo - armamenti e guerre (se non per
legittima difesa) - violenze fisiche (tortura, amputazioni, mutilazioni, sterilizzazioni, ferimenti,
percosse) o morali (scandalo, seduzione, istigazione o cooperazione al male) - odio - ira - gola
(smodato attaccamento ai piaceri del gusto) oppure diete pericolose o inutili - culto del corpo
(troppa importanza data all’estetica, vanità) - droga (anche leggera), usata o venduta - ubriacatura rovina della salute (non curarsi, eccessi nel fumo o alcool, nello sport, nelle spericolatezze) -
omissione di soccorso - omissione di aiuto spirituale ai moribondi (2) - non sepoltura ai morti (3).
[Cfr anche nel sito i punti 8, 29-36 de ].
(1): Fare un aborto (o anche solo cooperarvi) è di una tale gravità (omicidio del figlio, indifeso e
innocente) che oltre ad essere peccato mortale provoca anche la scomunica; per questo la sua
assoluzione (se il penitente ne era consapevole) è normalmente riservata al Vescovo (o a un suo
delegato detto “penitenziere vescovile”, che normalmente confessa nelle cattedrali) o in particolari
luoghi e circostanze indicate.
(2): il cristiano sa che questo è il momento più decisivo della vita, da cui può dipendere la vita
eterna beata o dannata: sia pur con la dovuta delicatezza, non è bene nasconderlo al moribondo, ma
anzi aiutarlo a preparare l’anima all'incontro con Gesù ("giudizio particolare" che avviene
immediatamante dopo la morte), con la preghiera e i sacramenti (Confessione, Unzione degli
infermi, ultima Comunione detta "Viatico").
(3): La cremazione è peccato se fatta in avversione alla fede nella risurrezione della carne; la
donazione degli organi è lecita se fatta su un corpo realmente morto, se non se ne fa commercio e
se fatta per amore, non per disprezzo del corpo defunto (come se fosse una “cosa”, un insieme di
organi, quando invece è destinato anch'esso alla risurrezione).
Peccati mortali contro il 6° comandamento:
Gesù dice che il diventare una “carne sola” vuol dire essere una cosa sola; ma è Dio fa di un
maschio e una femmina una cosa sola, e lo fa per sempre, con il sacramento del Matrimonio, così
che non si può separare ciò che Egli ha unito (Mt 19,4-6). L’unione sessuale è dunque legata
all’amore totale (sponsale) e alla vita (procreazione), che sono i due valori più grandi, dopo Dio e
che trovano in Dio la loro sorgente e la loro infinitezza. Quanto più manca uno o l’altro (o
entrambi) di questi valori tanto più è grave l’atto sessuale; quanto più sono presenti tanto più
esprime il suo autentico significato. I peccati elencati hanno quindi gravità diversificate, ma
oggettivamente
tolgono
la
grazia
di
Dio
e
vanno
quindi
confessati.
Sono dunque peccato mortale, sia pur con gravità diversificata, tutti gli atti sessuali privi della
dimensioni unitiva (senza l'amore totale e definitivo) e procreativa (se artificialmente chiusi al dono
della vita), dimensioni proprie della sessualità [v. Catechismo della Chiesa Cattolica (nn. 2331-2400) e
nel
sito
in
].
Per cui sono peccato mortale: la lussuria (ricerca del piacere sessuale fine a se stesso), l'uso della
pornografia (tanto più se abituale o addirittura se prodotta o divulgata), la masturbazione *, i
rapporti sessuali tra persone non sposate cristianamente (fornicazione), ancor più gravi se con
persone sconosciute e senza alcun legame affettivo (rapporti occasionali), se uno dei due o
entrambi sono già legati affettivamente (tradimento) o persino coniugalmente ad altri (adulterio), se
tra consanguinei, affini e cognati (incesto), se tra persone dello stesso sesso (atti omosessuali - sulla
questione dell'omosessualità, v. , domande 26 e 26.1), se con persone consacrate (unioni
sacrileghe), se con minori (pederastia), per non parlare di quelli ottenuti con violenza (stupro) o tra
più persone (orgia), con animali (bestialità); è poi peccato molto grave la prostituzione, sia offerta
che fruita o addirittura sfruttata. Sono poi peccato anche tutti quegli atti impuri (masturbazione
reciproca, rapporti orali, anali, coito interrotto) compiuti con altri, anche se persona amata.
(*): Sul masturbazione, oggettivamente peccato mortale, il Catechismo della Chiesa cattolica (n.
2352) contempla la possibilità che soggettivamente non sia sempre grave (è però meglio confessarlo
anche in questi casi). Non è però vero che sia una necessità psicologica (ad esempio come se fosse
un passaggio obbligato nella pubertà-adolescenza) o fisica (nella natura maschile, ad esempio,
quando non ci sono rapporti sessuali, l’emissione di sperma può avvenire spontaneamente mediante
le “polluzioni notturne”, che non sono ovviamente peccato e sono anche fisicamente più giuste).
Sono contro il matrimonio cristiano e il suo significato (stabilito da Dio nella creazione e ristabilito
da Gesù - cfr. Mt 19,3-12, che lo ha fondato su uno specifico Sacramento, unico e indissolubile) i
seguenti peccati mortali: matrimonio costretto, matrimonio solo civile, adulterio (se uno o entrambi
già sposati con altri), poligamia, convivenza, separazione (non è peccato se non è stata provocata da
sé ed è possibile solo in casi estremi, tentando sempre un recupero del Matrimonio), divorzio (non è
in una situazione di peccato chi l'ha subìto senza colpa, anzi ha fatto di tutto per evitarlo e per
ricostruire quell'amore e quel Matrimonio; anche in tal caso non si è però liberi, cioè con la
possibilità di sposare altri, tanto è vero che non è possibile farlo di nuovo davanti a Dio col
Sacramento) e unioni sessuali tra divorziati (anche se risposati civilmente; anche se solo uno dei
due fosse già stato sposato col Sacramento).
Il divorziato risposato, cioè reduce da un Matrimonio cristiano (sacramento che Gesù afferma
essere legato da Dio e che non si può sciogliere, se non in caso di vedovanza) e anche risposato ovviamente solo civilmente - con una nuova persona, si trova agli occhi di Dio in una situazione
permanente di peccato, che gli impedisce di confessarsi e di ricevere la Comunione (il che non
significa che sia escluso dalla Chiesa o che non sia raggiunto in altri modi dalla “grazia” di Dio).
Infatti, fino a quando vive coniugalmente (con rapporti sessuali) con il nuovo partner, che agli
occhi di Dio non è il proprio coniuge (tanto è vero che non ha potuto sposare col Sacramento),
manca necessariamente il proposito di non commettere più quel peccato, e quindi la possibilità di
essere assolto (come mai può essere assolto un peccato che non sia accompagnato dal pentimento e
dal proposito di non commetterlo più - v. ). Colui/colei che non ha provocato ma ha subito divorzio,
non ha commesso peccato, ma ugualmente non è libero/a di risposarsi. E' possibile di nuovo
risposarsi solo in caso vedovanza (morte del coniuge). Il processo canonico che può riconoscere la
“nullità” di un Matrimonio da parte della Chiesa non è un “annullamento”(come spesso si dice,
errando) - cosa che neppure il Papa potrebbe fare, essendo il sacramento un’opera di Dio! - ma il
riconoscimento canonico che un matrimonio in fondo non c’è mai stato, perché ne mancavano le
vere condizioni al momento della sua stessa celebrazione (v. , domande 31 e 31.1).
Anche all'interno del Matrimonio cristiano i rapporti sessuali sono peccato quando sono privi di
vero amore, ma anche quando viene censurata la loro potenza procreativa, cioè ogni atto contro la
"naturale" apertura al dono (divino) della vita (che è procreazione, altro che "fare un figlio!", come
si dice banalmente oggi!), dunque ogni pratica contraccettiva [dal coito interrotto all'uso di
contraccettivi di ogni tipo, meccanico (preservativo) o chimico (tra l'altro alcuni di essi
mimetizzano la loro funzione di fatto "abortiva", come la "spirale", la RU486, la EllaOne detta "del
5° giorno", quindi immensamente più gravi, in quanto contro il 5° Comandamento!) e la
sterilizzazione].
[E' invece moralmente lecita e persino doverosa una "paternità-maternità responsabile", cioè una
regolazione delle nascite in base alla volontà e alla legge di Dio, e non al proprio comodo o
egoismo, cioè nell'amore di Dio e del figlio stesso che potrebbe nascere e che ha i propri inalienabili
diritti, come quello di essere degnamente accolto. Rimane però vero che una famiglia numerosa, là
dove è possibile, è un grande dono di Dio e quindi una caratteristica della vera famiglia cristiana].
Dunque all’interno del matrimonio, nella consapevolezza dell’immenso dono della vita – di cui gli
sposi/genitori non sono padroni, perché la vita umana viene da Dio creatore, mentre i genitori procreano – e quindi mossi non da egoismo o dal comodo ma da una vera attenzione d’amore (anche
per il figlio stesso che potrebbe nascere) e nel rispetto della volontà di Dio (non quindi con una
mentalità contraccettiva), è lecito regolare le nascite, ricorrendo però ai cosiddetti “metodi
naturali”, cioè regolando i rapporti sessuali secondo i giorni fecondi o non fecondi (oggi più
facilmente riconoscibili mediante metodi scientifici, come il Billings, il sintotermico o altri) (v. ,
domanda 32.1). Questo comportamento, che richiede qualche giorno al mese di astinenza dai
rapporti sessuali, in una consapevolezza che è anche vera attenzione d'amore per l'altro, ha pure un
grande valore educativo alla padronanza dei propri impulsi e al sincero dono di sé tra i coniugi.
(In
riferimento
a
questi
valori
anche
sociali
legati
al
6°
comandamento
v.
il
punto
37
de
)
Peccati mortali contro il 7°comandamento:
furto (*) - usura - corruzione (tangenti, concussioni, speculazioni) - frode fiscale - appropriazione e
uso privato dei beni sociali di un’impresa - promesse e contratti non mantenuti, lavori eseguiti male
- danni a cose altrui o pubbliche - mancate o ingiuste retribuzioni ai dipendenti - contraffazione di
assegni, fatture, assicurazioni - raccomandazioni (se senza merito e a danno altrui) - gravi pigrizie
nel lavoro o nello studio - assenteismo (ripetute assenze ingiustificate dal lavoro) - abuso di
sciopero e di altre forme di protesta - giochi d’azzardo, scommesse, videogiochi (se diventano
schiavitù o sperpero di denaro) - spese o lussi eccessivi - pigrizia - gravi omissioni di carità
(mancando abitualmente nelle opere di misericordia spirituali e corporali) (v. anche i punti 38-39-40 de
La Dottrina sociale della Chiesa).
(*): La gravità del furto è ovviamente relativa al valore economico di ciò che si è rubato (si faccia
però attenzione anche alle piccole disonestà, cfr. Lc 16,10; è grave ad esempio anche non pagare
mai il biglietto dell’autobus, non rispettare i diritti d’autore o cose di questo genere). Il furto, per
essere assolto, comporta ovviamente anche l’obbligo della restituzione, se possibile. È in peccato
anche chi coopera in qualche modo ai furti, compreso chi è consapevole di comprare cose rubate.
Peccati mortali contro l’'8°comandamento:
grave menzogna - insincerità di fondo - giuramento falso - danno all’altrui fama (tanto più grave se
falsa) - calunnia - grave pettegolezzo o maldicenza (inutile divulgazione del male altrui) rivelazione di un segreto o anche di una confidenza importante - omertà - tradimento dell’amicizia giudizio temerario (giudizio negativo a priori, non fondato) - lusinga (inganno con falsa lode o
promessa) - adulazione (lode eccessiva, non sincera e utilitarista) - millanteria (esagerata fiducia
nelle proprie capacità) - ironia (dissimulazione del proprio pensiero) - orgoglio, vanto - produzione
o uso scorretto dei mass-media (TV, radio, cinema, internet, ecc.), recando danno alla propria o
altrui formazione umana e cristiana - partecipazione ad associazioni, movimenti, partiti, sindacati e
altre realtà sociali che si oppongono alle fondamentali verità di fede o di morale (cfr. la “Dottrina
sociale” della Chiesa - v. nel sito anche il punto 41 de La Dottrina sociale della Chiesa).
Peccati mortali contro il 9°comandamento:
volontaria e smodata concupiscenza carnale (schiavitù dal sesso) - grave attentato contro il proprio
o altrui pudore - eccesso di malizia nelle intenzioni, pensieri, desideri, sguardi, letture, discorsi o
parole (v. , domanda 38).
Peccati mortali contro il 10°comandamento:
idolatria del denaro, del lavoro, del commercio - attaccamento alla ricchezza - avarizia, avidità,
cupidigia - assenza di generosità - prodigalità (sperpero di denaro e di beni) - invidia - desiderio o
godimento del male altrui o dolore del bene altrui - esagerata dipendenza dalle mode o anche dal
giudizio altrui.
Un aiuto per un sintetico
esame di coscienza
di un giovane che si confessa dopo molto tempo
Alcuni dei peccati mortali (e come dirli):
Ho abbandonato per un certo periodo la fede in Dio, in Cristo e la vita della Chiesa. Sono stato (uno
o più) anni senza confessarmi e fare la Comunione. Non sono mai (o quasi mai) andato alla Messa
(oppure: non ho santificato qualche domenica o festa di precetto [che sono il: 1°/1, 6/1, 15/8, 1°/11, 8/12 e
25/12]). In una o più Confessioni passate non avevo detto tutti i peccati mortali compiuti; ho fatto
delle Comunioni senza averli confessati. Non ho pregato mai oppure pochissimo. Ho detto delle
bestemmie. Non ho mantenuto voti o premesse fatte a Dio; ho giurato il falso. Ho mancato di
rispetto e amore ai miei genitori; ho dato loro dei dispiaceri; ho vissuto casa mia come un albergo.
Non ho compiuto il mio dovere di studio o di lavoro, sprecando tempo ed energie. Ho provato odio,
vendetta, gelosia, invidia. Sono stato orgoglioso, superbo, molto vanitoso, avaro, violento. Ho
ucciso [compreso: ho fatto un aborto (lei), l'ho voluto o indotto o consentito (lui), l'ho consigliato
(anche ad altri), vi ho collaborato (medici/paramedici)]. Ho calunniato. Ho detto gravi menzogne
(specialmente se hanno danneggiato altri o rovinato un rapporto). Ho rubato (dire cosa); ho
provocato gravi danni a qualcuno o alle cose pubbliche. Sono stato gravemente disonesto. Sono
stato molto egoista, non ho amato, ho omesso di recare aiuto se potevo. Ho fatto grandi spese
inutili, senza pensare ai bisognosi. Mi sono ubriacato. Mi sono drogato (anche se fossero fumo o
pastiglie). Ho messo a rischio la mia o altrui vita con gravi spericolatezze (con l'auto, moto, o con
sport estremi). Sono stato troppo malizioso e libidinoso (anche con gli occhi o nei pensieri). Ho
visto pornografia e mi sono masturbato. Ho avuto rapporti sessuali (specificare: con la mia ragazza, con la
mia fidanzata, oppure se rapporti occasionali, con prostitute, con persone sposate o comunque legate ad altri, se sono
stati rapporti omosessuali, oppure con minori, tra più persone oppure se violenti) . Ho tradito la mia ragazza. Ho
iniziato o terminato un rapporto d'amore in modo affrettato, superficiale ed egoistico.
Preghiera con cui chiedere perdono dei peccati commessi (Atto di dolore)
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi
castighi e molto più perché ho offeso Te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni
cosa. Propongo, con il tuo santo aiuto, di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime
del peccato. Signore, misericordia, perdonami!
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Dal “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica” (Appendice B)
I due comandamenti di carità (cfr. Mt 22, 37-40):
1) Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente;
2) Amerai il prossimo tuo come te stesso
La regola d’oro (Mt 7,12):
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Le Beatitudini (Mt 5, 3-12):
Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei cieli;
Beati gli afflitti, perché saranno consolati;
Beati i miti, perché possederanno la terra;
Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati;
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia;
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio;
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio;
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli;
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro
di voi, per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Le 3 virtù teologali:
Fede
Speranza
Carità
Le 4 virtù cardinali:
Prudenza
Giustizia
Fortezza
Temperanza
I 7 doni dello Spirito Santo:
1) Sapienza
2) Intelletto
3) Consiglio
4) Fortezza
5) Scienza
6) Pietà
7) Timor di Dio
I 12 frutti dello Spirito Santo:
1) Amore
2) Gioia
3) Pace
4) Pazienza
5) Longanimità
6) Bontà
7) Benevolenza
8) Mitezza
9) Fedeltà
10) Modestia
11) Continenza
12) Castità
I 5 precetti della Chiesa:
1) Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate e rimanere liberi da lavori e da
attività che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni;
2) Confessare i propri peccati almeno una volta all’anno;
3) Ricevere il sacramento dell’Eucaristia almeno a Pasqua;
4) Astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa;
5) Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa stessa, secondo le proprie possibilità.
Le 7 opere di misericordia corporale:
1) Dar da mangiare agli affamati;
2) Dar da bere agli assetati;
3) Vestire gli ignudi;
4) Alloggiare i pellegrini;
5) Visitare gl’infermi;
6) Visitare i carcerati;
7) Seppellire i morti.
Le 7 opere di misericordia spirituale:
1) Consigliare i dubbiosi;
2) Insegnare agli ignoranti;
3) Ammonire i peccatori;
4) Consolare gli afflitti;
5) Perdonare le offese;
6) Sopportare pazientemente le persone moleste;
7) Pregare Dio per i vivi e per i morti.
I 7 vizi capitali:
Superbia
Avarizia
Lussuria
Ira
Gola
Invidia
Accidia
I 6 peccati contro lo Spirito Santo:
1) Disperazione della salvezza;
2) Presunzione di salvarsi senza merito;
3) Impugnare la verità conosciuta;
4) Invidia della grazia altrui;
6) Ostinazione nei peccati;
7) Impenitenza finale.
I 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio:
1) Omicidio volontario;
2) Peccato impuro contro natura,
3) Oppressione dei poveri;
4) Frode nella mercede agli operai.
Il peccato che non può essere mai assolto e porta alla dannazione eterna:
la bestemmia contro lo Spirito Santo (cfr. Mt 12,31)
Questa “bestemmia” non sta ad indicare un brutto titolo rivolto contro lo Spirito Santo, ma il rifiuto
di Dio e della Sua opera, della Sua grazia, del Suo amore, della Sua infinita misericordia. Non può
essere assolto perché è l’uomo stesso che non vuole essere assolto. Per questo, se permane, porta
alla dannazione.
Esame di coscienza
(sul tema dei 7 vizi capitali)
proposto in una
Liturgia penitenziale coi giovani
presieduta dal Papa Benedetto XVI
(il 29.03.2007, nella basilica di S. Pietro in Vaticano)
1 [Orgoglio]
Perdona Signore i nostri peccati di superbia: le azioni che cercano solo la lode e l’approvazione
della gente, l’ambizione, la ricerca potere e di notorietà. Perdonaci per quando parliamo, diamo
consigli, studiamo, lavoriamo, facciamo il bene solo in funzione di ciò che ne penseranno gli altri e
per catturare la stima altrui. Perdonaci per quando esibiamo con vanità la bellezza fisica e le qualità
dateci da Dio. Perdonaci per l’arroganza che nasce dalla superbia, per il desiderio di non dipendere
da nessuno, e nemmeno da Dio, per il vittimismo con cui sappiamo dare sempre una giustificazione.
Rendici umili. L’umiltà è la virtù che elimina tutte le passioni perché in essa noi ci rendiamo
disponibili a essere aiutati da Dio.
Miserére mei, Domine. Misérere mei, Domine.
2 [Invidia]
Perdona Signore i nostri peccati di invidia: l’ostilità, l’odio, l’idea che il male altrui possa essere
bene per noi. Perdona l’egocentrismo che ci impedisce di desiderare il bene per gli altri e ci rende
incapaci di amare, il malcontento e i contrasti generati dall’invidia. Liberaci dal rancore, dal
tormento interiore, dall’insoddisfazione. Perdonaci quando vediamo tutto in funzione di noi stessi,
quando non sappiamo mettere un freno ai desideri, quando chiamiamo l’invidia «sana
competitività». Perdona i cedimenti a una società che alimenta continuamente l’ambizione, l’avidità
e la vuota curiosità. Perdonaci quando desideriamo la roba d’altri e ci condanniamo all’infelicità.
Aiutaci a contrastare l’invidia con il dono quotidiano di noi stessi per i fratelli.
Miserére mei, Domine. Misérere mei, Domine.
3 [Ira]
Perdona Signore i nostri peccati d’ira: i turbamenti del cuore, i sentimenti di avversione verso i
fratelli quando sentiamo colpito il nostro io, l’animosità eccitata, l’aggressività del corpo, la sete di
vendetta. Perdonaci quando l’ira soffoca la libertà, ci rende schiavi di noi stessi, toglie la pace
interiore ed esteriore. Perdonaci la tentazione di «farla pagare» a chi ci ha umiliato, il piacere
perverso del «fare del male a qualcuno», i giudizi taglienti e la gratuita durezza verso gli altri, le
mille giustificazioni dell’ira. Aiutaci a seguire la via suggerita dai Padri: «il silenzio delle labbra pur
nel turbamento del cuore» dato che «La medicina perfetta ... sarà quella di essere prima di tutto ben
persuasi che non ci è consentito adirarci mai e in nessun modo».
Miserére mei, Domine. Misérere mei, Domine.
4 [Accidia]
Perdona Signore i nostri peccati di accidia: il torpore, la pigrizia, l’abbattimento, la tristezza, la
dipendenza e le crisi di astinenza da stimoli e piaceri esteriori che ci lasciano sempre tristi e vuoti.
Perdonaci per la noia che a volte proviamo nel pregare e che ci spinge a cercare distrazioni, o ci
lascia soli a parlare con noi stessi. Perdonaci quando l’accidia genera disgusto e noia per ogni
attività sana e spirituale, per quando la stessa vita quotidiana si tinge di tristezza, svogliatezza,
vittimismo e lagnanza. Perdonaci per la vita senza scopo, il tempo perso e la fuga dall’impegno
quotidiano. Donaci il desiderio di reagire. Facci trovare una guida spirituale e fa’ che accettiamo la
disciplina dell’obbedienza, unica via per non essere sballottati come un corpo inerte in balia delle
passioni.
Miserére mei, Domine. Misérere mei, Domine.
5 [Avarizia]
Perdonaci Signore per i peccati di avarizia: l’avidità, la brama di possedere, la fiducia smodata
riposta nel denaro. Perdonaci se per avarizia lavoriamo di domenica, siamo disonesti, non diamo in
elemosina, ci circondiamo di cose superflue. Perdona le conseguenze terribili della fame di soldi:
liti familiari, ansie e falsi timori, tradimenti, frodi, inganni, spergiuri, violenza e indurimento del
cuore. Perdonaci l’abitudine a essere insoddisfatti per ciò che abbiamo e bramosi di ciò che non ci è
dato. Liberaci da lussi inutili, comodità e abitudini dispendiose. Perdona le ingiustizie della società,
le drammatiche disuguaglianze tra paesi ricchi e poveri, le guerre, i disumani sfruttamenti e l’inganno delle coscienze prodotto da un sistema di accumulo e consumo che fa di tutto per eccitare la
brama del possesso. Aiutaci a sottrarci all’influenza dei media e a fidarci di te, che rivesti i gigli del
campo e non abbandoni gli uccelli del cielo.
Miserére mei, Domine. Misérere mei, Domine.
6 [Gola]
Perdonaci Signore per i peccati di gola: il rapporto irrazionale con il cibo, i vizi del fumo,
dell’alcool, delle droghe, la dipendenza che ci fa schiavi. Perdonaci se scambiamo per libera scelta
ciò che è solo condizionamento dell’abitudine, delle mode, della pubblicità. Perdonaci per la mente
ottenebrata che si allontana anche dalla preghiera e dalle sane letture, per gli eccessi che ci rendono
meno padroni di noi stessi e affievoliscono la capacità di autocontrollo. Insegnaci la capacità
dell’astinenza, che disintossica il corpo e la mente. Aiutaci a scoprire i piaceri sani della vita, per
essere capaci di amare i fratelli con la libertà e la gioia con cui tu hai amato noi.
Miserére mei, Domine. Misérere mei, Domine.
7 [Lussuria]
Perdonaci Signore per i peccati di lussuria, che ci fanno schiavi del sesso, e per il disordine morale
che mette a rischio persone, famiglie e società. Perdona il cedimento a immagini proposte ad arte, a
voci allusive, alla pornografia in video e in rete. Perdonaci la debolezza di fronte a piaceri tanto
intensi quanto effimeri. Perdona la mentalità diffusa che spaccia il disordine sessuale per conquista
e fa credere che ogni istinto debba trovare immediata soddisfazione. Facci comprendere che non è
libero chi non ha il controllo di se stesso, chi si riduce al doppio gioco e alla menzogna, chi perde
l’integrità morale e la pace, chi si chiude in se stesso. Perdona i danni gravi nella società: per il
sesso si litiga, si minaccia, si uccide; la libidine alimenta uno stile di vita fatuo, degenera spesso
nella prostituzione, nel ricatto, nella pedofilia ... Aiutaci a custodire la castità nel cuore e nella
mente, a non avere rapporti sessuali prima o fuori del matrimonio, a evitare deviazioni e
stravaganze. Insegnaci modestia e dignità nel vestire, custodisci sguardi e fantasie. Aiutaci a
riscoprire la meraviglia della sessualità secondo Dio, nella cornice dell’amore coniugale,
nell’atmosfera di famiglia e di tenerezza dove il sesso non è profanato e svenduto ma è sacra partecipazione al dono della vita.
Miserére mei, Domine. Misérere mei, Domine.
Un aiuto per un più esteso
esame di coscienza
Dio è amore. Chi ha conosciuto Dio, ama! (cfr. 1 Gv 4,8)
“Gesù rispose (a chi gli chiedeva quale fosse il comandamento più importante): <Amerai il Signore
tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente>. Questo è il grande e
primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: <Amerai il tuo prossimo come te stesso>.
Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (Mt 22,37-40).
Gesù porta però a compimento questa legge dell’amore già conosciuta nell’Antico Testamento (cfr.
Mt, 5); e lo possiamo fare perché viene Lui in noi col suo amore (cfr. 1 Gv 4,7-21). Dice Gesù:
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12).
Amare Dio
(cfr. I-III comandamento)
Ho un’autentica fede cristiana cattolica? credo davvero in Dio, alla divinità di Cristo, allo Spirito
Santo, che parla e santifica attraverso la Chiesa Cattolica? corro il rischio di farmi una religione e
una morale “a modo mio”? credo davvero all’esistenza dell’anima spirituale dell’uomo, alla sua
immortalità, alla resurrezione finale (anche dei corpi), al giudizio universale di Dio, alla vita eterna
(inferno/paradiso) ed alla priorità dei valori spirituali su quelli materiali (per la felicità di questa vita
e per l’eternità beata)? penso spesso alla vita eterna e a ciò che è necessario credere e fare per
meritare il paradiso, oppure cedo all’indifferenza, alla noia, alla pigrizia spirituale? ho mormorato
contro Dio e la Provvidenza? accetto ed offro a Dio le prove e le sofferenze della vita? cosa faccio
per crescere spiritualmente? leggo e medito spesso la Bibbia o almeno il Vangelo? cerco di
conoscere l’insegnamento della Chiesa? Mi sono impegnato a fare qualche lettura (meditazione) che
alimenti la vita del mio spirito e, se ne ho le possibilità, pure un poco di studio per aumentare la
conoscenza della dimensione anche culturale della fede? amo davvero Dio con tutto me stesso? Lo
adoro? desidero davvero seguire Cristo in tutto o mi tengo qualche cosa da vivere a modo mio?
desidero crescere sempre più nella fede, nell’amore di Dio e nel servizio a Lui ed ai fratelli? chiedo
a Dio che mi illumini perché io capisca ciò che devo pensare, decidere e fare nella vita e sono
disposto a fare davvero la Sua volontà? il mio criterio di giudizio (cioè il criterio con cui vivere tutte
le cose, il cosa pensare e le decisioni da prendere) è davvero fondato sulla fede o cedo alle mode,
alla mentalità dominante, al giudizio degli altri anche quando sono contrari ai giudizi di Dio? Penso
di essere sempre già “a posto” o di saper fare senza l’aiuto di Dio (peccando cioè di presunzione)
oppure, al contrario, ho dubitato della misericordia di Dio, scoraggiandomi troppo per i miei peccati
(peccando contro la virtù teologale della speranza)? Ricevo spesso e bene i sacramenti della
Confessione e della Comunione? faccio spesso un serio esame di coscienza? ho dedicato ogni
giorno un congruo spazio di tempo per la preghiera? l’ho fatto con attenzione e non limitandomi a
chiedere (e solo cose materiali)? mi distraggo spesso quando prego? ho giurato il falso o anche solo
inutilmente? ho bestemmiato? ho nominato il nome di Dio, di Maria o dei Santi con poca riverenza
o per gioco? parlo sinceramente di me al mio “padre spirituale” (è consigliabile avere un sacerdote
come guida o “padre spirituale”, con cui parlare e possibilmente anche confessarsi, ad esempio una
volta al mese), confrontandomi con lui prima di fare scelte importanti e ne seguo le indicazioni? ho
mantenuto le promesse e specialmente i voti fatti a Dio? credo a magie e poteri occulti? ho praticato
la superstizione, credendo ad oroscopi, tarocchi, lettura della mano, oppure ho consultato maghi o
indovini? ho santificato tutte le domeniche e le feste di precetto (1/1, 6/1, 15/8, 1/11, 8/12 e 25/12),
partecipando alla S. Messa? vi partecipo con puntualità, attenzione e col cuore? ho lavorato alla
domenica, se potevo evitarlo? ho fatto le penitenze prescritte? faccio qualche rinuncia volontaria
(mortificazione), come segno di conversione, di dominio di me e di offerta a Dio?
Amare il prossimo
(cfr. IV-X comandamento)
Sono passato davvero nella logica della carità, cioè dell’amore di Dio, che investe e trasforma anche
i rapporti con gli altri, cominciando dai più vicini, specialmente dalla famiglia (primo prossimo)?
sono mite, umile, operatore di pace? mi sono abbandonato all’ira? ho perso la pazienza? sono
collerico, impaziente, rissoso? so perdonare? so compatire? sono stato egoista, chiuso ed
indifferente nei confronti degli altri e delle loro necessità? sono stato onesto e giusto ne confronti
del prossimo? riesco ad essere imparziale? c’è qualcuno per il quale nutro volontariamente
sentimenti di odio, vendetta, gelosia, invidia? se ho ricevuto dei torti nutro rancori, ho avuto
desideri di vendetta? ho conservato sentimenti di odio? Sono capace di perdonare e di chiedere
perdono? Amo tutti, anche i nemici? giudico senza pietà in pensieri e parole? ho desiderato il male
del mio prossimo? l’ho ingiuriato? sono stato violento (anche solo col desiderio)? ho dato cattivi
consigli? ho dato scandalo con parole o con azioni? ho omesso di fare quanto potevo fare per
aiutare (materialmente e spiritualmente) qualcuno che aveva bisogno? ho avuto cura dei poveri e dei
malati? ho disprezzato, detestato, deriso il prossimo? ho disprezzato i piccoli e gli indifesi? ho
contribuito ad emarginare qualcuno? sono razzista? ho fatto del male a qualcuno, anche solo a
parole? ho offeso con le mie parole? ho fatto o diffuso sospetti ingiusti? ho mormorato contro
qualcuno? ho inutilmente divulgato il male altrui? ho calunniato? ho violato la riservatezza altrui
(ad esempio leggendo corrispondenza non mia)? ho riparato il danno morale arrecato? ho offeso la
memoria di persone defunte? sono stato sincero? ho svelato segreti? ho invece fatto omertà? ho
mantenuto le promesse? ho edificato con la mia parola? ho usato un linguaggio scurrile e volgare?
manifesto anche esternamente la mia fede oppure mi sono vergognato di dimostrarmi cristiano? la
mia testimonianza di fede è coraggiosa e coerente? ho fatto qualcosa per aiutare gli altri a trovare la
fede o a crescere in essa (o almeno l’ho desiderato, ho pregato per questo)? ho invece parlato
addirittura contro la fede o la morale cristiana, contro la Chiesa, il Papa? sono stato di scandalo per
qualcuno? ho cooperato al male fatto da altri o non l’ho impedito quando potevo?
In
famiglia
(primo
prossimo)
(cfr.
4°,
6°
e
9°
comandamento)
Ho vissuto con intensità il rapporto d’amore con mia moglie/marito e i miei figli, cercando di
superare ogni egoismo, individualismo, orgoglio, presunzione di aver sempre ragione? ho dedicato
del tempo alla mia famiglia, favorendo il dialogo e la comprensione reciproca, oppure mi sono
lasciato prendere dalla pigrizia, magari pensando solo alla mia fatica? sono stato paziente e
premuroso? permetto che il lavoro sottragga troppo tempo alla famiglia o renda tesi i rapporti per
eccessiva stanchezza? faccio tutto ciò che devo e posso fare per il buon andamento della famiglia?
sono servizievole anche per le cose materiali della casa (spese, lavori domestici)? parliamo molto in
casa delle cose della fede e si cerca di giudicare insieme tutte le cose della vita secondo Cristo e gli
insegnamenti della Chiesa? preghiamo insieme? partecipiamo tutti (possibilmente insieme) alla S.
Messa domenicale?
Rapporti tra gli sposi: amo davvero mia moglie/marito? ho a cuore il suo bene, materiale e
spirituale? abbiamo litigato? l’ho criticata/o, addirittura coi figli? ci siamo bisticciati, addirittura in
loro presenza? Condividiamo e ci confrontiamo spesso sulle scelte educative nei confronti dei figli,
in base ai loro personali caratteri e sensibilità e dei diversi momenti esistenziali che essi vivono?
sono stato egoista, troppo geloso e possessivo? ho vissuto i rapporti sessuali con mia moglie/marito
come espressione di vero amore, di donazione di sé, oppure ho/abbiamo ridotto il sesso ad un
semplice gioco erotico, magari in modo poco attento alla persona dell’altro? mi sono invece
rifiutato ad avere rapporti intimi per egoismo, pensando solo a me stesso? considero i figli un dono
immenso di Dio (che non “facciamo” noi, ma sono creati da Dio e pro-creati da noi)? abbiamo
rinunciato alla procreazione per motivi egoistici, banali, secondo una logica mondana? se di fronte a
Dio abbiamo capito che è bene rinunciare ad un altro figlio (in modo definitivo o per un certo
periodo), abbiamo avuto rapporti sessuali nei giorni infecondi e vivendo con amore l’astinenza negli
altri giorni, oppure abbiamo fatto ricorso alla contraccezione (preservativo, spirale, pillola) o al
coito interrotto? abbiamo commesso il grave crimine dell’aborto, anche se fosse con pillole dei
primi giorni (cfr. 5° comandamento)? sono stato fedele a mia moglie/marito oppure l’ho tradito/a?
l’ho fatto anche solo col pensiero, col desiderio?
Rapporto genitori/figli: amo profondamente i miei figli? dedico loro molto tempo? creo con loro un
clima di serenità, dialogo e amore? sono nervoso, impaziente e autoritario? oppure al contrario non
ho la giusta autorevolezza che come genitore devo avere e che è necessario per svolgere bene il
compito educativo che Dio stesso mi ha affidato? come genitori, siamo perfettamente d’accordo
nell’educazione umana e cristiana dei figli e ce ne occupiamo entrambi, sia pur con le differenti
sensibilità e modalità di padre e di madre? educo i figli tenendo conto del loro autentico bene
(fisico, intellettuale, morale e soprattutto religioso)? faccio mancare loro qualcosa di importante o al
contrario dono loro troppe cose, viziandoli e non educandoli alla rinuncia del superfluo, alla
sobrietà, alla generosità e carità, con attenzione ai più bisognosi? mi preoccupo della loro integrale
formazione umana (fisica, intellettuale, spirituale)? ho possibilmente scelto per loro scuole
cattoliche oppure comunque vigilo sulla loro formazione (diritto/dovere della famiglia), così che
non vengano insegnate loro menzogne contrarie alla verità e alla fede cristiana? curo molto la loro
formazione cristiana, insegnando bene (i genitori sono i primi catechisti dei figli) le cose di Dio,
della vita cristiana, aiutandoli a crescere sempre più nella fede e nella grazia di Dio? sento che Dio
stesso ci domanda questa responsabilità (è condizione espressamente evidenziata nel Matrimonio
cristiano e nel Battesimo dei figli)? ho delegato troppo questo compito ad altri (ai sacerdoti,
catechisti, o anche al proprio coniuge)? mi preoccupo che si preparino bene ai Sacramenti, che
vadano (vengano) tutte le domeniche alla Messa e ricevano frequentemente Confessione e
Comunione? sono di esempio in questo (altrimenti sarebbe quasi vano insegnarlo ai figli)? oppure
sono addirittura di scandalo, di impedimento alla loro fede (Gesù ha parole terribili per questo, cfr.
Mt 18,6)? prego con loro? li aiuto a scoprire la loro vocazione? sarei contento se Gesù chiamasse un
mio figlio o figlia a consacrarsi a Lui?
Rapporto figli/genitori: amo i miei genitori? ho loro obbedito? non parlo mai con loro? ho loro
gravemente mentito (dicendo ad esempio che ero in un posto invece ero in un altro, che ero con
degli amici invece ero con altri, magari poco raccomandabili)? ho causato loro dei dispiaceri? anche
se è giusto che pian piano abbia le mie idee e faccia le mie scelte, sono poco umile, pensando che
loro abbiamo sempre torto? litigo, alzo la voce? li ho aiutati quando potevo oppure ho trattato la
casa come un albergo senza curarmi di essere corresponsabile della costruzione della mia famiglia?
ho avuto pretese ingiustificate? ho sottratto soldi o qualcosa in casa? sono sempre fuori casa e
dedico poco tempo ai miei genitori e fratelli?
Rapporto tra fratelli: amo i miei fratelli o sorelle? litigo? so condividere le cose? so ascoltarli,
aiutarli, gioendo o soffrendo con loro? sono di esempio, specie se sono più grande di loro?
Rapporto con altri familiari: amo i miei genitori e i miei suoceri, facendomi carico delle loro
necessità, specie se molto anziani o ammalati? li aiuto spiritualmente? nell’avvicinarsi della morte li
aiuto a fare una morte santa (con la preghiera e i sacramenti)? gravo troppo su di loro per la cura dei
figli/nipoti? oppure permetto che l’eccessiva presenza o intervento dei genitori/suoceri/nonni
disturbi la giusta intimità della famiglia o conduca ad una non buona educazione dei figli/nipoti?
conservo buoni rapporti con tutti gli altri familiari?
Nella comunità cristiana (esperienza di Chiesa) (cfr. ad es. Mt 18, spec. 18,19-20; At 2,42-47; At
4,32-35)
E' bene che il cristiano viva l’esperienza ecclesiale non solo interiormente o partecipando
esclusivamente ai momenti liturgici (S. Messa) ma sia concretamente inserito in una comunità
cristiana, vivendo in comunione anche concreta e visibile con gli altri cristiani che vivono nel suo
stesso territorio (parrocchia) o nel suo stesso ambiente di studio (scuola, università) o di lavoro. Può
essergli di grande giovamento (specialmente da giovane), per la propria formazione e crescita
spirituale, appartenere a qualche associazione o movimento o anche in una piccola ma reale
comunità cristiana di coetanei. Si può poi appartenere a qualche ambito operativo cristiano, in base
a particolari impegni o attività (caritativa, culturale, sociale, politica, sindacale, professionale,
ricreativa, sportiva).
Gesù ha pregato (cfr. Gv 17,20-21) perché i suoi discepoli siano in Lui “una cosa sola” e così “il
mondo creda: ho desiderato questa profonda comunione con i fratelli e sorelle in Cristo? sento la
Chiesa come mio corpo, come mia famiglia, anche se in Paesi lontani, condividendo il più possibile
le gioie e sofferenze di tutti i fratelli cristiani? prego per la Chiesa? la sostengo, anche
economicamente? ho cercato di vivere questa comunione con tutti i cristiani che abitano nel mio
paese o quartiere (comunità parrocchiale) o nel mio ambiente di studio o di lavoro (comunità di
ambiente)? se ne ho l’opportunità e se capisco che sono di aiuto per la mia formazione cristiana e
per la comune testimonianza di fede, vivo qualche esperienza di associazione o movimento
cristiano? aderisco a qualche associazione cristiana di categoria, ad esempio professionale (esistono
per ogni professione)? ho vissuto nella consapevolezza di essere “un solo corpo in Cristo” oppure
ho fatto troppo prevalere le mie opinioni, stati d’animo, gusti, sentimenti? Sono stato fautore di
unità o di divisione? ho seguito le indicazioni datemi per la mia formazione cristiana? ho
partecipato agli incontri ed alle attività? ho frequentato con costanza i momenti formativi (di
catechesi e di preghiera) propostimi? mi impegno nell’apostolato e missione della Chiesa? ho dato il
mio apporto, in base alla mia vocazione, stato di vita, ministero, carisma, capacità, competenza,
possibilità? sostengo la Chiesa anche economicamente?
In un rapporto sentimentale (ragazzo/ragazza, fidanzati):
sono stato troppo impulsivo nell’iniziare questo rapporto? L’ho fatto per vanità, per divertirmi? ho
fatto attenzione che lei/lui non fosse già impegnata/o sentimentalmente con altri ragazzi/e? ho fatto
prevalere troppo questo sentimento sugli altri impegni della vita (famiglia, studio, comunità,
amici)? le/gli voglio davvero bene (cioè voglio il suo vero bene)? Amo solo il suo corpo o tutta la
sua persona, compresa la sua anima? Desidero condividere anche la vita cristiana, la preghiera, la
Messa? Sono egoista, possessivo, troppo geloso? sono stato falso, troppo precoce o esagerato nelle
manifestazioni fisiche di affetto? ho compiuto atti impuri con lei? ho avuto rapporti sessuali? l’ho
tradita? ho concluso un rapporto affettivo in modo affrettato, egoistico, non tenendo conto del male
che ho potuto procurare?
Con gli amici
ho buoni amici, che non mi condizionino negativamente? sono sincero e leale con loro oppure li uso
per i miei comodi? faccio per loro quello che vorrei che facessero per me? li ho aiutati a fare il bene
ed a fuggire il male? sono stato per loro testimone coraggioso di Cristo e li ho aiutati a trovare la
fede vera e a crescere in essa? prego per loro (e se possibile con loro)? mantengo legami o amicizie
pericolose e che possono farmi cadere prima o poi in peccato?
Nel lavoro (cfr. ad es. 2 Ts 3,6-15)
lavoro con impegno, vera dedizione, passione (non solo se sono controllato e non solo per il
denaro)? oppure sono pigro e non compio bene il mio dovere? ho sempre lavorato il tempo dovuto,
oppure sono stato assenteista? ho al contrario ecceduto nel tempo di lavoro, a scapito del tempo da
dare alla famiglia e agli altri impegni della vita? offro a Dio anche la fatica che esso comporta (nel
mistero della Croce)? sono stato onesto? ho rubato, anche piccole cose, appropriandomi di ciò che
non è mio o abusando dei miei poteri? ho vissuto cordialmente i rapporti coi colleghi? sono stato
testimone di Cristo? ho vissuto la comunione cristiana con gli altri cristiani (fratelli nella fede),
offrendo anche comunitariamente una coerente testimonianza ed una capacità di giudicare le diverse
situazioni alla luce della fede? sono stato indifferente e individualista nel mio ambiente di lavoro?
ho abusato di forme di protesta (v. scioperi), non tenendo conto anche del bene comune?
Nei confronti dei superiori (cfr. IV, VII e X comandamento): ho mancato di rispetto nei confronti
dei miei capi, responsabili, dirigenti? ho fato quanto mi è stato ordinato? ho abusato della loro
fiducia? ho criticato ingiustamente? merito il mio stipendio? sono entrato nella logica (marxista,
anticristiana) della ‘lotta di classe’, vedendo sempre nel padrone il nemico da combattere?
Nei confronti dei dipendenti o subalterni (cfr. IV,VII,X comandamento): ho sempre trattato i
dipendenti con cordialità ed equità, trattandoli come persone e non semplicemente come strumenti
di produzione? ho tenuto conto dei loro doveri familiari, morali, religiosi? ho dato loro la giusta
retribuzione? ho provveduto a previdenze e assicurazioni? ho rimproverato senza motivo? ho
licenziato ingiustamente? ho danneggiato qualcuno? ho riparato i danni arrecati? ho pagato i debiti?
ho mantenuto gli impegni presi in un contratto? ho commesso abusi nelle vendite o nei contratti?
sono stato onesto negli impegni economici e fiscali? ho ingannato? ho rubato? ho commesso o
aiutato a commettere ingiustizie e frodi? ho restituito le cose o il denaro prestatimi? merito la mia
retribuzione? è giusta o eccessiva? amo essere servito e oltremodo ossequiato? ho ostentato un lusso
eccessivo? ho desiderato di appropriarmi di beni altrui (o anche solo l’ho desiderato)?
Nello studio:
Studiare è un dono, un compito e un privilegio (che costa alla famiglia e allo stato) e che deve
contribuire alla mia formazione e preparazione professionale; è quindi importante preparazione del
proprio futuro, della propria futura famiglia e del futuro compito da assumere nella società. Tutto
ciò va vissuto con impegno, non sprecando tempo, risorse e opportunità.
ho compiuto sempre il mio dovere? sono stato pigro e negligente nello svolgimento dei miei
compiti? ho dato invece troppa importanza allo studio e ai risultati (voti), così da farne quasi un
idolo, un’occasione di vanto e di orgoglio? sono stato onesto nel presentare il lavoro effettivamente
svolto, senza voler essere valutato di più di quello che merito? ho avuto rispetto per i professori? ho
rispettato l’ambiente scolastico/universitario? ho abusato di forme di protesta (scioperi,
occupazioni)? ho vissuto con rispetto e carità tutti rapporti umani (compagni, professori,
personale)? sono stato chiaro testimone di Cristo? ho vissuto in comunione con gli altri cristiani?
abbiamo cercato di dare un giudizio di fede e di operare anche insieme come cristiani nelle diverse
situazioni?
Nella società (cfr. 4°, 5°, 7°, 8° comandamento)
Secondo l’antropologia cristiana, ogni uomo è persona (in qualsiasi condizione sia) ed è unico e
irripetibile; ha quindi una dignità che non permette di ridurlo ad una semplice “parte” della società o
dei processi produttivi. Nello stesso tempo proprio il suo essere “persona” lo rende un essere-inrelazione e quindi un essere “sociale”. Per cui la società non è semplicemente un insieme di
individui (con la propria libertà e i propri interessi) ma una comunità. Per cui il bene dei singoli e il
bene comune devono essere in armonia (da questa visione dell’uomo e della società scaturiscono i
principi di sussidiarietà e di solidarietà, cardini della dottrina sociale cristiana).
Sono individualista e mi occupo solo delle mie cose e dei miei interessi oppure anche degli altri,
specie dei più bisognosi? Sostengo (con la mia disponibilità di tempo e di azione, o quanto meno a
livello economico) una o qualcuna delle attività caritative cattoliche? mi impegno, secondo il mio
stato, anche e soprattutto per la missione che Cristo ha affidato alla Chiesa, cioè per la salvezza
eterna di ogni uomo e la crescita nel mondo del regno di Dio? come “laico cristiano” mi impegno a
far sì che negli ambienti sociali e professionali dove opero cresca il Regno di Dio, cioè il mondo si
trasformi secondo la volontà di Dio (Vangelo), dandone anche le ragioni (cfr. 1 Pt 3,15)? mi occupo
anche del bene comune (dai livelli più piccoli alle più grandi società), secondo la “dottrina sociale
cristiana” (che devo conoscere e applicare)? Conosco, promuovo e mi impegno socialmente
secondo la “dottrina sociale cristiana”? Mi impegno affinché a livello sociale (anche culturale,
politico, legislativo, economico) siano promossi quei fondamentali valori - detti “non negoziabili”
perché così decisivi da non potersi barattare o ridurre per alcun motivo di opportunità sociale o
politica (pena l’autodistruzione stessa della società) - che sono il rispetto assoluto della vita (dal
concepimento alla morte naturale), l’importanza della famiglia (fondata sul matrimonio
uomo/donna, cardine della società e prioritario anche sullo Stato), la libertà religiosa (non solo di
culto) e di educazione (garantita anche economicamente)? anche a livello di votazioni (politiche,
amministrative), ho sempre scelto persone, liste e partiti che promuovano anzitutto questi valori?
Le forme associative (sociali, culturali, sindacali, economiche, politiche, partitiche) cui il cristiano
può e in certi casi deve partecipare sono ovviamente molteplici. Un lecito pluralismo di forme e di
metodi non deve però cedere su questi valori fondamentali; altrimenti il cristiano - pur nel rispetto
di altrui posizioni - non vi parteciperà o non promuoverà tali realtà (associazioni, partiti, sindacati).
Aderire o promuovere realtà radicalmente ostili a questi principi, o addirittura alla fede e alla
Chiesa, è peccato (oltre che autolesionista!). In certi casi, come per la “massoneria”, si può
incorrere anche nella “scomunica”.
Se non sono contrarie alla morale, ho rispettato le leggi dello Stato? ho pagato le tasse (se sono
ingiuste si lavora politicamente perché vengano mutate o soppresse, ma fin quando ci sono si
rispettano, senza pensare di rispondere con disonestà a eventuali ingiustizie o frodi)? sono onesto
nei confronti della cosa pubblica? ho fruito o fatto raccomandazioni immeritate? ho dato o ricevuto
tangenti, regali, per ottenere appalti, gonfiare finanziamenti, scegliere lavori con spese pubbliche
maggiori e magari minor qualità? ho svelato segreti? ho promosso l’omertà per non denunciare il
male? ho denunciato il falso (per malattie, invalidità, incidenti, assicurazioni)? ho rubato? ho detto
il falso in un processo? ho provocato violenze fisiche (tortura, amputazioni, mutilazioni,
sterilizzazioni, ferimenti, percosse) o morali (scandalo, seduzione, istigazione o cooperazione al
male)? ho compiuto omissione di soccorso? ho sciupato, danneggiato, sottratto qualcosa di pubblica
utilità? ho rispettato l’ambiente (il creato)? Ho maltrattato gli animali? Ho invece dato loro troppa
importanza?
Come è male maltrattare gli animali, così è immorale spendere per gli animali somme eccessive che
andrebbero destinate a salvare prima di tutto gli uomini dalla miseria. Si possono amare gli animali,
ma non si devono fare oggetto di quell’affetto che è dovuto solo alle persone. L’uomo è ad un
livello ontologico (di essere) immensamente superiore agli altri animali: solo l’uomo ha un’anima
spirituale ed eterna, è stato creato da Dio come valore in se stesso ed è chiamato a partecipare alla
vita stessa di Dio, in Cristo.
Nei confronti del denaro (cfr. 7 e 10° comandamento)
Secondo il vangelo e la dottrina sociale cristiana il denaro non deve diventare un idolo, un assoluto
(cfr. Lc 16,13). L’uomo ha però diritto alla proprietà (contrariamente alla logica comunista) anche
se tale diritto deve essere garantito per tutti, ha cioè una destinazione universale (contrariamente
alla logica liberale-capitalista)
ho fatto del denaro un idolo, un assoluto? l’ho guadagnato onestamente? sono
avaro, tirchio? oppure sono prodigo (spendo troppo) o faccio spese inutili? mi sono lasciato andare
a spese eccessive o a lussi che sono uno scandalo per la povertà? lo uso invece con intelligenza,
sobrietà, ma anche generosità e carità? sono troppo condizionato dal mercato, dalle mode? invidio
chi ha molto denaro? ho restituito denaro prestatimi? saldo i debiti, pago le rate, i mutui? sono
troppo attaccato alle speculazioni, ai giochi di borsa, alla continua ricerca di possibilità di maggior
guadagno?
(Oltre a quanto già detto)
Amare se stessi
Nell’anima (cfr. 1°, 2° e 3° comandamento)
Abbiamo già visto che il rapporto con Dio è la questione più decisiva della vita: da questo dipende
l’andamento di tutta la nostra vita e soprattutto il suo esito eterno (beatitudine o dannazione). Per
cui il primo dovere morale, che supera e deve prevalere su tutti gli altri, è quello di curare la propria
anima. Non è egoismo, ma doveroso e vero amore di sé [l’egoista in senso materiale fa invece male
proprio perché in questo modo rovina la sua anima (oltre a fare del male o non fare del bene agli
altri); fa male perché in fondo si fa del male, non si ama davvero]. Inoltre non è lecito, per
compiacenza nei confronti degli altri - fossero anche i familiari o gli amici o per imposizione dei
superiori o dello Stato - disobbedire a Dio e rovinare la propria anima. L’esempio di tutti i martiri
cristiani sta lì ad indicarlo (meglio morire che tradire Dio, che peccare; meglio cioè perdere ogni
cosa, anche la vita fisica, piuttosto che l’anima! cfr. Mt 10,21-22.26.28.32-33; Mc 8,35-37).
[v. quanto già detto circa l’amore di Dio, ma in fondo anche circa l’amore del prossimo, perché tutto questo ridonda in
fondo ancora sulla nostra vera crescita spirituale, cioè come nostro vero bene, come vero amore di noi stessi]
Dobbiamo imparare e mettere in pratica uno stile di vita sempre più conforme alla volontà di Dio,
che assai spesso è diametralmente opposto alla logica dominante (che è in fondo la logica del
demonio, “principe di questo mondo”, cfr. Gv 12,31; 14,30; 16,11), anche se corrisponde alla nostra
vera natura umana. Pensiamo a quanto è già stato sopra ricordato, circa i comandamenti dell’amore
(amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente;
amerai il prossimo tuo come te stesso), la regola d’oro (tutto quanto volete che gli uomini facciano a
voi, anche voi fatelo a loro), le Beatitudini evangeliche [beati i poveri di spirito, gli afflitti, i miti,
coloro che hanno fame e sete della giustizia (la giustizia è la volontà di Dio), i misericordiosi, i puri
di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati a causa della giustizia; beati voi quando vi insulteranno,
vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi, per causa mia), le virtù
teologali (fede, speranza, carità), le virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza), i doni
dello Spirito Santo [sapienza, intelletto, consiglio, fortezza (quella spirituale e della volontà),
scienza, pietà, timor di Dio], i frutti dello Spirito Santo, segno della Sua presenza in noi (amore,
gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza,
castità). E pensiamo invece i vizi capitali, segno dell’opera del demonio in noi e invece così esaltati
dalla mentalità dominante (superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia).
Nella mia persona deve comandare il mio “io”, nell’obbedienza a Dio (verità di noi stessi), in un
sempre maggiore dominio di sé (padronanza delle proprie passioni, desideri, pulsioni), altrimenti
quel che sembra libertà in realtà assai presto diventa schiavitù (comandano loro). Ma in fondo è
proprio questo (la presenza di un “io” spirituale - o anima spirituale - superiore al corpo, al cervello
stesso, e in fondo alla psiche stessa) che ci distingue dagli animali (che infatti non hanno una
coscienza morale e non esiste per loro il problema del bene e del male, mancando di pensiero e di
libera volontà) e ci fa ad essi immensamente superiori e addirittura “capaci” di Dio (con la
possibilità di realizzarci eternamente, nella beatitudine di Dio, o di rimanere incompiuti per sempre,
contro Dio, nella disperazione della dannazione dell’inferno)
Cerco di dominare me stesso e controllare le mie passioni? sono orgoglioso, superbo, vanitoso,
ambizioso, irascibile, suscettibile, arrogante? sono schiavo del giudizio della gente e delle mode?
cerco solo la stima, la lode e l’approvazione degli altri? trovo sempre una giustificazione ai miei
peccati, do sempre la colpa agli altri o alla società, penso di aver sempre ragione? non so
riconoscere i miei sbagli? mi credo migliore degli altri? mi lamento sempre? sono poco umile? sono
invidioso? geloso? mi sono compiaciuto del male o rattristato del bene altrui? sono egoista,
egocentrico? non sono mai soddisfatto di quello che ho e di quello che faccio? sono troppo
competitivo, desidero sempre superare gli altri? ho cercato di essere semplice, limpido, non doppio?
sono eccessivamente curioso sulla vita degli altri? so stare in silenzio o parlare al momento
opportuno? sono pigro e svogliato (nell’alzarmi la mattina? nello studio o lavoro? nel compiere i
miei doveri religiosi, familiari, professionali,civili)? volontariamente mi abbandono alla tristezza e
alla noia? perdo troppo tempo in cose vane? rimando sempre la preghiera e la meditazione, così che
poi non c’è più tempo o sono troppo stanco?
Nella mente (cfr. 8°, 9° e 10° comandamento)
curo la mia formazione culturale, non tanto per erudizione o per vanità, ma per raggiungere una
visione più profonda, più vera e più bella della vita? Ho fatto quanto dovevo fare per la mia
formazione cristiana, documentandomi e leggendo testi adatti? ho letto acriticamente libri o
pubblicazioni contrarie alla fede, alla morale o alla Chiesa, senza poi cercare di capire davvero
come stanno le cose (tenendo presente che troppo spesso la cultura dominante è ostile alla fede,
anche quando non lo fa palesemente)? ho fatto letture, assistito a spettacoli, visto cose che mi sono
stati di ostacolo o di turbamento nella ricerca della verità e per la mia autentica maturità umana e
cristiana? Il criterio con cui ho scelto spettacoli, programmi televisivi, libri, dischi, letture, è sempre
stato moralmente buono? amo e coltivo la purezza di cuore? ho cercato eccitazione sessuale in foto,
film, spettacoli, letture, fantasie e discorsi? Li ho scelti o non li ho sfuggiti quando potevo? faccio
uso di pornografia? vivo con responsabilità il rapporto con i mass-media (giornali, TV, internet),
senza diventarne dipendente, senza subirne passivamente l’influsso?
Nel corpo (cfr. 5° e 6° comandamento)
ho fatto tutto quello che dovevo fare per mantenere sano il mio corpo? ho avuto, al contrario, una
cura eccessiva del mio corpo, peccando in vanità, esagerando nel praticare sport, nella cura
dell’estetica, nelle diete, nei medicinali? Sono goloso, lasciandomi trascinare oltre misura dal
piacere di cibi o bevande? esagero nel mangiare, nel bere, nel fumare? mi sono ubriacato? ho fatto
uso di droghe (anche cosiddette leggere)? (ho indotto altri a farlo? le ho anche vendute?) sono casto
(secondo il mio stato: prematrimoniale, matrimoniale o di consacrato)? ho indossato abiti maliziosi
e provocanti? sono stato occasione di scandalo o di peccato col mio modo di agire, di parlare, di
vestire? cerco di essere padrone della mia istintività ed anche della mia libido o ne sono diventato
schiavo? mi sono lasciato prendere dalla pura ricerca del piacere, anche a livello sessuale? mi sono
masturbato? ho avuto rapporti sessuali occasionali, con prostitute, addirittura perversi? sono
spericolato in auto o moto, senza osservare le norme del codice della strada? eccedo nello sport o
faccio sport troppo pericolosi?
Nel tempo libero
Il tempo cosiddetto “libero” (in realtà: al di fuori delle normali occupazioni, perché persone libere
dovremmo esserlo sempre) non è un tempo banale, anzi spesso è proprio nell’uso di questo tempo più lasciato all’iniziativa personale - che emergono con più evidenza gli ideali o il vuoto della
nostra vita, qual è il significato che le diamo, in cosa cerchiamo la felicità, cosa ci sta a cuore. Non a
caso questo tempo può diventare un’enorme occasione di crescita, umana e cristiana, o una terribile
occasione di svuotamento, perfino di peccato, addirittura di abbandono alle trappole del demonio
(che si serve di questo tempo per prendere ancor di più la nostra anima e trascinarla nel peccato,
sperando di farcene prendere l’abitudine, cioè il vizio, così da non poterne fare a meno, da
diventarne schiavo, da rendere insensibile la nostra anima e di condurla infine all’indifferenza o al
rifiuto di Dio, alla perdita del senso del peccato e della sua misericordia, fino alla dannazione
eterna). Sembra un tempo indifferente e invece è appunto un tempo preziosissimo per la nostra
anima!
ho vissuto il tempo libero in modo intelligente e cristiano, organizzandolo in modo tale che sia utile
(sia riposandomi che compiendo varie attività) per la mia vita per l’anima, la mente e il corpo? lo
utilizzo anche per leggere, vedere, imparare qualcosa, che sia davvero costruttivo per la mia vita, sia
culturale e soprattutto spirituale? oppure è stato un tempo vuoto, sono stato in ozio, pigro, buttando
via il tempo praticamente senza far nulla, così da svuotarmi interiormente? ho invece fatto o visto
cose che in realtà mi hanno svuotato interiormente o addirittura mi hanno allontanato da Dio e
indotto al peccato? ho fatto della domenica un giorno particolarmente importante per lo spirito, per
la mente e per il corpo, oltre a santificarlo con la Messa? ho sciupato questo tempo? vivo il mio
tempo libero anche per vivere bene e rinsaldare i rapporti con gli altri, con la famiglia, la persona
amata, gli amici? uso questo tempo anche per la carità, per aiutare chi ha più bisogno (ammalati,
persone sole)? coltivo degli hobbies stupidi o troppo costosi, se non addirittura peccaminosi?
spendo troppo in stupidaggini? penso mai a programmare le vacanze in modo tale che, oltre al
necessario riposo e divertimento, siano anche occasione di crescita spirituale? ho mai pensato di
fare un ritiro spirituale, gli esercizi spirituali e anche un’esperienza di vacanza cristiana (assai
spesso - specie per un giovane - risultano decisive per la vita e per la fede!) con gruppi,
associazioni, movimenti, partecipando magari a grandi incontri ecclesiali?