5. ONCOLOGIA: Dubbi su benefici screening per cancro al seno I
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5. ONCOLOGIA: Dubbi su benefici screening per cancro al seno I
5. ONCOLOGIA: Dubbi su benefici screening per cancro al seno I programmi di screening del tumore al seno hanno "un impatto minimo" sulla riduzione dei tassi di mortalità per la malattia. Contrariamente a quanto ci si aspettasse, dal confronto di tre coppie di paesi europei in cui sono stati introdotti dei programmi di screening del tumore al seno, rispettivamente da molti e da pochi anni, non sono emerse delle evidenze significative a favore dei primi. Lo afferma uno studio appena pubblicato sul British Medical Journal. E' noto da tempo che lo screening del cancro del collo dell'utero ha comportato un'importante riduzione dei decessi causate dalla malattia, e su questa scorta un team di ricercatori francesi, inglesi e norvegesi ha inteso verificare se lo stesso potesse valere anche per il cancro al seno. Così sono stati messi al confronto l'Olanda con il Belgio, la Svezia con la Norvegia, l'Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda, in considerazione dei simili servizi sanitari e dei simili fattori di rischio. Il dato importante è che nei primi paesi di ogni coppia lo screening mammografico è stato realizzato circa 10-15 anni prima che nei secondi. Come per lo screening del cancro dell'utero, i ricercatori si aspettavano una forte riduzione della mortalità causata da tumore al seno nei paesi con precedente attuazione dei programmi di screening. Secondo lo studio, invece, i tassi di morte per cancro al seno variano poco tra i paesi in cui le donne sono state sottoposte a mammografie da un periodo considerevole rispetto a quelli in cui, nello stesso periodo, esse non sono state monitorate. Dal 1989 al 2006, le morti per cancro al seno sono diminuite del 29 per cento in Irlanda del Nord e del 26 nella Repubblica d'Irlanda, del 25 per cento in Olanda e del 20 in Belgio, del 16 per cento in Svezia e del 24 in Norvegia. Le maggiori riduzioni sono state nelle donne con età tra 40 e 49 anni, a prescindere dalla disponibilità di screening per questa fascia d'età. Philippe Autier, direttore internazionale per la prevenzione del Research Institute di Lione e responsabile della ricerca, si è detto "rattristato" dai risultati. "C'è da porsi seriamente la questione sui benefici dello screening al seno. Dai dati - ha detto - emerge chiaramente che lo screening non è una panacea per ridurre il rischio delle donne di morire di cancro al seno. Quel che appare importante è offrire dei servizi molto più mirati".