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CAPITOLO II
COMPOSIZIONE CHIMICA DEL CORPO DEL B. KOCH
li Studi sulla composizione chimica del bacillo Koch risalgono ormai a molto tempo e si
sono moltiplicati nel corso degli anni, mantenuti vivi dalla duplice speranza di individuare
i fattori selettivamente morbigeni del bacillo ed i suoi eventuali punti deboli dove attaccarlo direttamente e di trovare nei prodotti bacillari stessi le sostanze più attive e meno dannose adatte
alla immunizzazione od alla terapia specifica antitubercolare.
Passiamo senz’altro ad esporre brevemente i dati che oggi possediamo, alcuni dei quali dobbiamo ritenere come bene accertati.
La densità del bacillo Koch oscillerebbe da 1010 a 1080; il suo peso sarebbe di circa 25-40 milionesimi di milligrammo: infatti secondo CALMETTE in 1 milligrammo di coltura pesato allo stato fresco (cioè bacilli asciugati solo con carta assorbente) si troverebbero circa 40 milioni di bacilli.
Occorre rilevare, però, che circa il numero di germi presenti in mmgr. 1 di coltura le varie ricerche
hanno dato risultati molto lontani: per BLUMENBERG e WIENING (1) il numero ascenderebbe a
2840-4200 milioni; per CHIN KUK CHOUN (2) a 5000 milioni con oscillazioni fra 29 milioni
e 32 milioni; per CORPER e COHN (3) a circa 100 milioni; per WILSON e SCHWABACHER
(4) da 1000 a 1500 milioni. D’altro lato (e ciò vale specialmente per quelle ricerche condotte unicamente con metodi microscopici) occorre non dimenticare che solo parte dei germi presenti nelle culture sono vivi ed in grado di moltiplicarsi.
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CAPITOLO VI
CARATTERISTICHE CULTURALI DEI B. TUBERCOLARI
DEL TIPO UMANO, BOVINO ED AVIARIO
acilli tubercolari del tipo umano. – Nelle colture su mezzi solidi ed in particolare su terreni
Petragnani i bacilli tubercolari umani danno origine a colonie rilevate, con contorno irregolarmente rotondeggiante, di colore bianco grigiastro, a superficie rugosa e asciutta, poco aderenti al terreno: quando le colonie siano molto numerose possono confluire in una patina spessa e
molto rugosa.
Nelle colture su mezzi liquidi il bacillo Koch generalmente nasce solo quando venga seminato in
superficie, però in alcuni terreni (per esempio nel terreno Kirchner) può svilupparsi anche dalla
profondità: Ad ogni modo, salvo pochi ceppi che come quello di Arloing e Courmont sviluppano
omogeneamente nei liquidi di coltura, il bacillo Koch nei substrati liquidi forma solo un velo superficiale, che in circa un mese arriva ad essere ben compatto, rugoso, e possiede una manifesta tendenza a risalire lungo le pareti del recipiente. Nei trapianti successivi la velocità di accrescimento dei
bacilli koch può aumentare notevolmente, tanto che, specie in alcuni terreni (Sauton, Kirchner, ecc.)
già dopo 2-5 giorni si riesce ad apprezzare lo sviluppo della coltura. E’ opportuno tener presente che
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IL BACILLO DI KOCH
questa aumentata velocità di sviluppo si manifesta quasi esclusivamente quando le semine in serie vengano eseguite sempre e solo su uno stesso terreno [MAZZETTI (29)]. Talora occorre attendere qualche trapianto prima che un ceppo abituato a terreni solidi possa dare buone colture in terreni liquidi.
E’ particolarmente il trapianto dai mezzi solidi a quelli liquidi che presenta le maggiori difficoltà, poiché i frammenti delle patine sviluppatesi su agar glicerinato, terreni all’uovo, ecc. difficilmente si mantengono a galla sul substrato liquido e spesso è necessario ricorrere ad artifizi vari, come quello di
seminare i bacilli tubercolari su scagliette di sughero o simili. Siccome questa difficoltà a galleggiare
sui liquidi di coltura va diminuendo con l’adattarsi ad essi degli stipiti, è verosimile che attraverso trapianti avvengano delle variazioni nella variazione e nel peso specifico dei bacilli tubercolari. Ciò è
dimostrato anche dal fatto che quando i bacilli. tubercolari si siano sviluppati nei substrati liquidi essi
posseggono la facoltà di moltiplicarsi anche se seminati al fondo e di risalire alla superficie, proprietà
questa che in genere non si riscontra nei bacilli tubercolari coltivati solo su mezzi solidi.
Un procedimento ottimo per passare dalle colture solide a quelle liquide è rappresentato secondo la
nostra esperienza della semina intermedia nel Sy-Ser di Kirchner, nel quale tutti i ceppi danno già alla
prima semina un forte sviluppo tanto in superficie che in profondità: dopo essersi sviluppati in SySer, i ceppi possono venire agevolmente trapiantati su terreno liquido.
Bacilli tubercolari del tipo bovino. – Culturalmente il bacillo tubercolare Bovino si distingue per la sua limitata capacità di sviluppo: in confronto al tbc. Umano, sui terreni usuali cresce con ritardo ed assai più
a stento, formando patine o veli poco rigogliosi e discontinui. Il bacillo tubercolare bovino venne perciò definito come “disgonico” rispetto all’umano “eugonico”.
Un altro carattere differenziale si trova nel fatto che la presenza di glicerina nei terreni di coltura, mentre favorisce lo sviluppo del bacillo umano, ostacola invece il bacillo bovino al punto da inibirne l’accrescimento anche in concentrazione non troppo forte (5%). Mettendo alla prova questa glicerinofobia del bacillo bovino, per la sua identificazione e separazione dal bacillo umano, si usa seminare il materiale in esame contemporaneamente sui terreni con glicerina e su terreni senza glicerina.
Molto impiegati a questo scopo sono i terreni all’uovo, fra cui il terreno di Dorset, quello di Lubenau,
il terreno Z di Hohn (30), il terreno di Besredka, quello di Feldmann, quello di Löwenstein, ecc. [v.
CUMMING (31)]. Anche i liquidi di Kirchner (Min-Ser e Minasser) si presterebbero allo sviluppo
elettivo del bacillo Koch bovino.
Il PETRAGNANI per l’isolamento e la coltura del bacillo tubercolare Bovino ha proposto una modificazione del suo terreno, dal quale si toglie la glicerina e si aggiunge invece l’1% o il 3% di cera vergine d’api. Su questo terreno gli stipiti bovini crescono agevolmente, come colonie rotondeggianti,
lisce, non asportabili in toto dal terreno. Nei trapianti si ottiene una buona coltura in circa 30 giorni sotto forma di patine compatte, finemente rugose, poco rilevate, a consistenza cremosa, di colore
giallastro, costituite da germi che generalmente danno sospensioni assai più omogenee che i bacilli del
tipo umano.
La cera sciolta al 10% in cloroformio deve essere aggiunta bollente alla miscela latte-fecola-peptone
quando questa ha già assunto consistenza collosa e si trova ancora nel bagnomaria a 100°C.: si mescola accuratamente con una bacchetta di vetro fino a che non sia evaporato tutto il cloroformio (15-20’
circa). Questa prolungata permanenza nel bagnomaria conduce talvolta ad una riduzione notevole
della parte liquida del terreno e perciò, onde evitare che l’aggiunta di verde di malachite sia fatta in
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quantità troppo forte, sarà particolarmente opportuno filtrare il terreno in un cilindro graduato e poi
aggiungere il colore nella percentuale rispondente al volume del terreno stesso. E’ bene eseguire la filtrazione e la distribuzione del terreno, prima che esso si sia raffreddato, e procedere subito alla coagulazione. Ciò allo scopo di evitare che la cera nel raffreddamento prima della coagulazione si rapprenda formando dei granuli, che sporgendo poi alla superficie dei terreni possano simulare grossolanamente la presenza di colonie tubercolari.
Nelle subculture i bacilli bovini possono, adattandosi gradualmente, svilupparsi anche in presenza di
glicerina ed arrivare perfino al punto da non crescere più senza di essa. E’ necessario ricordare questa
eventualità per non giudicare avventatamente circa l’identità di stipiti tubercolari.
Abbiamo già visto come la curva delle modificazioni prodotte dallo sviluppo del bacillo. del tipo
bovino nel pH del mezzo di coltura si distingua da quella ottenuta per i bacilli. del tipo umano per
non scendere al di sotto del punto neutro.
A – Bacilli di koch del tipo umano su terreno - Petragnani normale – coltura isolamento
B – Bacilli di Koch del bovino su terreno - Petragnani con cera – coltura d’isolamento.
C – Bacilli acido-resistenti non tubercolari (b. Timoteo) – coltura di trapianto.
Bacilli tubercolari del tipo aviario. – I bacilli tubercolari aviari si sviluppano con maggiore rapidità degli
umani e dei bovini. Su terreni solidi già in una settimana danno piccole colonie lisce, umide, rotonde che rapidamente si fondono assieme in una patina dapprima di colorito bianco-grigiastro, che poi
diventa rapidamente giallo più o meno intenso. Sull’agar glicerinato i bacilli tubercolari aviari non si
sviluppano molto bene: è quindi opportuno servirsi dei terreni all’uovo o dei terreni con siero.
Nei mezzi liquidi i bacilli tubercolari aviari crescono in superficie con un velo abbondante, sottile,
finemente rugoso ed in profondità con formazioni globose, lasciando limpido lo strato intermedio.
Una caratteristica delle colture dei bacilli aviari consisterebbe nel fatto che su terreni solidi a sviluppo avanzato compaiono colonie le quali sorgono al di sopra della patina con forma di cratere o di
bottone.
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IL BACILLO DI KOCH
Semine eseguite da materiale tubercolare bovino
A – Sviluppo abbondante su terreno Petragnani con cera.
B – Scarso sviluppo su terreno Petragnani normale (presenza di alcune colonie con accentuata
gliceronofilia).
C – Sviluppo scarsissimo ed arretrato su terreno Petragnani con 5% di glicerina).
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