Frances Greenslade il nostro riparo matteo guarnaccia pirati In uno
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Frances Greenslade il nostro riparo matteo guarnaccia pirati In uno
8 angelo murtas 8.5 massimo pirotta Frances Greenslade il nostro riparo matteo guarnaccia pirati keller 24 ore di cultura pp. 368 + euro 17.50 PP. 295 + EURO 65 Alice Munro - La vista da Castle Rock HAKIM BEY – LE REPUBBLICHE DEI PIRATI Giorgio Falco - La gemella H MASSIMO CARLOTTO – CRISTIANI DI ALLAH Jonathan Lethem - La fortezza della solitudine EMILIO SALGARI – I PIRATI DELLA MALESIA In uno degli episodi più riusciti di quella serie fantastica che è stata I Soprano, due dei protagonisti dopo alcune strambe vicissitudini si ritrovano a trascorrere la notte in un bosco ricoperto di neve con la speranza di non soccombere. La sfida è di sopravvivere al gelo e i segnali poco rassicuranti che la natura intorno dipana li porta a restare uniti, a sostenersi l’uno con l’altro. Alla fine sopravvivono e l’esperienza appena passata li aiuta a a rinforzare un’amicizia che pareva compromessa. I Soprano e il libro di Frances Greenslade non hanno assolutamente nulla a che fare. Ho pensato a questo episodio perché nel Nostro riparo la natura selvaggia, che è quella della British Columbia nella costa pacifica del Canada negli anni Settanta, è centrale, molto più che un contesto. Imparare a cavarsela da soli è indispensabile per poter fronteggiare l’inverno nei boschi e il saper maneggiare un coltello può salvarti la vita. Se ci riesci però la strada è spianata e la natura ostile può trasformarsi in un posto sicuro, addirittura un riparo, specie se la vita ha cominciato a girarti storta. Alle giornate tranquille che le due sorelle Maggie e Jenny conducono lontani dalla città, sedotte dall’odore della pioggia la mattina, dalle gite al lago, dal sapore della carne di cervo, dal fuoco di casa mentre fuori si gela, si frappongono i presagi ferali e le inquietudini di Maggie, svelatisi non apotropaici nel momento in cui cominciano a prendere forma. All’età di dieci e dodici anni in un incidente sul lavoro perdono il padre e poco dopo la giovane e affascinante madre che adorano le abbandona. È a questi avvenimenti e alle ripercussioni che hanno comportato che Maggie, la voce narrante, decide di dedicare il racconto, smossa dall’urgenza di fare ordine. Il nostro riparo è un libro splendido, dalla prosa leggera. Frances Greenslade ha quell’abilità, che mi pare innata nelle scrittici canadesi di più vecchia e nuova generazione, di aggirare il baratro oscuro della tragedia con una voce lieve e appassionata che infonde luce e calore. ‹ Un libro voluminoso e dal grande formato e che è itinerario attraverso i secoli: catalogo d’arte, saggio, romanzo per gli occhi e le orecchie. Uno strabiliante raccolto di immagini, eloquenti didascalie, illuminanti paragrafi scritti. Stile intrigante, il funambolesco mondo della pirateria dal XVI secolo ad oggi. Navigare incessante, approdi (non) cercati nel mondo delle arti. Letteratura per grandi e piccini, campagne pubblicitarie, grande schermo, sette note. Per questi urlatori con bandana e orecchino d’ordinanza. All’arrembaggio. Nello scoperchiare forzieri si trovano: Sindbad, uomo-prototipo dei marinai d’Oriente, faraoni, schiavi, popoli del mare, sequestri, riscatti, un po’ di “Odissea”. Non poteva essere eluso l’immaginario salgariano e pure Steve Jobs. Che nel 1982 dichiara: “è più divertente fare i pirati che arruolarsi in marina”. Non solo gente d’acqua, dunque, ma pure pirati ucraini, della steppa e con il vessillo anarchico. Pippi Calzelunghe, socievole con tutti, eppure figlia di un filibustiere. Bambini, da sempre affascinati, nel giocare a fare i pirati. Eroi o tagliagole? I pirati hanno lasciato scarse testimonianze scritte, quindi si condanna, si assolve, di sicuro si enfatizza. Taverne equivoche, coste frastagliate, rotte a zig-zag, l’eventualità di finire impiccati, piratesse con equipaggi tutti al femminile. Storia che si dipana e da cui attingere: lo stilista Jean-Paul Gualtier, expunk come Adam & The Ants, IanDury scritturato come lupo di mare, David Bowie con la benda sull’occhio, i new-romantics londinesi anni 80 (un po’ di marinai e profeti, Litfiba, Capossela e quant’altro), Erroll Flynn, Johnny Deep, la commedia dell’umanità. Rum, tatuaggi, mappe del tesoro. Collezioni di francobolli, il pirata spaziale Capitan Harlock, pin-up sedute su barili di polvere. “è la legge del mare, dicono. La civiltà finisce dove inizia il mare. Oltre quel punto entriamo nella catena alimentare, e non sempre per occupare un posto in cima”. (Hunter S. Thompson) ‹ 7.5 di giamberardino - durante giallo banana neri pozza pp. 264 + euro 16 Questo romanzo scritto a quattro mani ha tutte le carte in regola per diventare il primo capitolo di una divertente, intelligente e riuscita serie basata sulle goffe e amatoriali indagini del conte Vittorio Maria Canton di Sant’Andrea: quarantenne sovrappeso con la passione per la “Settimana enigmistica”, siti di gossip e tv spazzatura che vive in una decadente casa nobiliare insieme alla zia Magda e al maggiordomo Gelasio. L’omicidio sul quale indaga non è che il pretesto per radiografare il pacchiano declino dell’upper class romana tra personaggi azzeccati, pungenti battute gay, vivaci giochi di parole e chiari rimandi alla realtà. Risate (anche sguaiate) garantite dalla prima all’ultima pagina. andrea provinciali