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dal 1967 in anteprima l’informazione artistico-culturale
Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
www.artecultura.org
e-mail: [email protected]
Anno XLVIII - N. 6 Giugno 2015 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano
In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa
Paolo Baratella
ARTECULTURA
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Il tempo è scaduto
Il mare è aperto
Dove andare dunque?
Mi sporcherò le mani di colore
Chiedo una zattera
L'onda anomala m'insegue
Tutto si fa pittura
Fino al più lontano orizzonte
Nel radioso apparire di Pan
Io sono
Paolo Baratella
LA SECONDA NAVIGAZIONE
di Marco Palamidessi
Non basterebbe venire al mondo più e più volte, magari prendendoci pure un certo gusto, per numerare, e perché no
“catalogare”, gli enigmi che hanno scatenato, fecondato, afflitto, illuminato, turbato, scosso, plasmato lo spirito
orgoglioso e le gesta di Paolo Baratella. Non basterebbe forse nemmeno la sua pittura, nella sua complessità, per
fondare il seppur vano tentativo di tracciare un profilo netto e definitivo dell'artista come dell'uomo. È sempre più
raro trovare oggi una personalità che sappia affrontare e sostenere un discorso tanto vario e articolato come quello
di Baratella, personalità straordinaria, poliedrica, ideologica e intransigente, che ha voluto fare della grande arte
una missione cui consacrare la vita nella sua totalità. Un gigante sulle spalle di altri ciclopi, un pittore che dice
moltissimo di quanto il dentro di un'immagine si riverberi al di fuori, nel mondo di chi la contempla.
Fermento spirituale, dinamismo intellettuale, talento inventivo, innata inquietudine creativa, indole visionaria,
monumentalità formale di esasperato colorismo veneto-ferrarese: è in questi termini che si può e si deve circoscrivere,
pur nel suo perenne divenire, questa multiforme e luminosa figura, il cui profilo si staglia inafferrabile sul panorama
artistico contemporaneo. Esploratore inesausto del pensiero, dotato di uno spirito in continua e irreversibile
espansione, Baratella è acceso da un incendio inestinguibile, sacro e profano a un tempo, da una fiamma tremenda
e purificatrice, distruttiva e rigenerativa, che fa parte della sua natura, di una vocazione che, essendo artistica, è tutto
fuorché una benedizione.
Tutta la sua opera - refrattaria alla perentorietà di qualsiasi definitivo inquadramento - è pervasa da una saggezza
primordiale, irrorata da una vena di sapere che scorre sotterranea lungo tutto il suo corpo vastissimo e vitale. Al
contrario di quanto si potrebbe credere ad una prima e sommaria analisi della sua individualità, Baratella non si
compiace affatto dell'apparente indecifrabilità segnica della sua produzione, che, più semplicemente, riflette la
complessità del mondo che ci circonda. La singolarità dello stile, le sconfinate dimensioni dei cicli dipinti, l'onda
d'urto con cui le immagini ci raggiungono e s'infrangono sul nostro essere, ci lasciano sbigottiti, sconcertati,
risucchiati nei vortici di una pittura urlante e coltissima, in continua evoluzione a partire solo e soltanto da se stessa,
e che in se stessa rinviene le ragioni dell'impegno umano, etico e culturale.
Baratella è un artista che tende alla perfezione di un fine morale irraggiungibile, che fa di questa tensione il motore
supremo del fare creativo. Intendendo rappresentare un monito per tutti coloro che preferiscono veleggiare in acque
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ARTECULTURA
La copertina:
Fante 2012 -13
cm. 270x450, tecnica mista su tavola
Pagina 2,
a sinistra dall’esterno:
Ich bin 2013
cm. 100x100 tecnica mista su tela
segue: Resti 2012
cm. 75x90, tecnica mista su tela
Pagina 3:
Dal basso di sinistra in senso orario:
Sarajevo 2013
cm.100x200, tecnica mista su tela
Gas 2013
cm. 100x100, tecnica mista su tela
s. t. 2014
cm. 50x50, collage e pittura su tela
tranquille, che si guardano bene dalla ricerca della Verità, egli mette in atto la platonica seconda navigazione. La
forma pittorica è disinvolta, talvolta spregiudicata: la sua inarrivabilità scaturisce da un'indiscutibile padronanza
tecnica, con cui i vari mezzi espressivi vengono fra loro contaminati al fine di rappresentare, di getto e senza
pentimenti, le immagini del suo sconfinato repertorio, del suo racconto interminabile, allusivo e impietosamente
realistico ad un tempo. Al fianco del brano di pittura tradizionale, troviamo la trasposizione sulla tela del documento
fotografico, l'intervento ad aerografo, l'inserto di scultura o quant'altro risulti utile al processo creativo. Capacissimo
assembleur d'images, Baratella attraversa il tempo in cui viviamo tramite la colta citazione artistica e filosofica e
l'appropriazione-manipolazione delle immagini desunte dall’universo contemporaneo. Per il suo realismo visionario,
egli non fa che attingere a piene mani dallo sterminato patrimonio della nostra cultura visiva, parlando per allegorie,
per aforismi iconografici, per metafore e simbologie; nutrendo il suo discorso di ricercati rimandi all'arte antica,
alla storia e alla letteratura, fondendo le frammentazioni etiche ed estetiche del passato con le frenetiche suggestioni
dell’attualità; mescolando altresì le dotte reminiscenze con i reperti figurativi del circuito della comunicazione di
massa, del sistema giornalistico, del cinema e della cronaca fotografica, della propaganda murale e via dicendo.
Scopritore inesausto di orizzonti celati dalle nebbie delle convenzioni sia artistiche che di senso, i suoi soggetti sono
da sempre legati alla realtà, alla storia, alla mitologia, all’antichità classica esaltata come riparo, come esilio
volontario, come ragionevole fuga da una società in cui già da tempo egli non si riconosce più. Baratella viaggia dal
sublime alla lotta contro il potere, in una congerie di situazioni sovrapposte, con punti di vista originali e diversificati;
dal laido al sacro dei valori utopici, dall'antagonismo alle dichiarazioni ideologiche, con la volontà della dissacrazione
tendente allo svelamento della Verità. Attraversatore impavido di frontiere enigmatiche, portatore di una figuratività
simbolicamente rivelatrice, Baratella opera tuffi, incursioni negli oscuri e silenti territori del pensiero. L'affiorare
inestinguibile dell'immagine dal fervore interiore, dall'ebollizione mentale che da sempre agita il suo spirito, fa sì
che i dipinti diventino superfici su cui l'artista proietta di volta in volta le proprie visioni: tutto proviene come da
voragini apertesi a seguito di scosse telluriche avvenute nelle remote contrade dell’anima, a partire da un epicentro
pressoché impossibile da individuare. Ne risultano spettacolari catastrofi pittoriche che non lasciano scampo, in cui
tutto è fluttuante, allucinato, indefinito e indefinibile. I dipinti sono pervasi da un'atmosfera apocalittica attraversata
ARTECULTURA
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da rossi abbaglianti, dove i colori sono così carichi di energia da sembrare lave sgorganti da un vulcano in eruzione.
È come se la tela fosse un bianco e abbacinante schermo da inondare con la fluidità di un colore istintivo, indomabile,
che schizza come sangue da un'arteria femorale, preda costante delle turbolenze della psiche e dei sommovimenti
dell’intelletto. Un colore che vive nei suoi valori puramente pittorici, svincolato da qualsiasi aderenza al reale, che
fa sentire il tuono, il rombo, il potentissimo lampo sonoro che schianta il muro di un silenzio infinito, che regna in
quegli interminabili spazi che servono alla manifestazione della Verità. La materia cromatica è posta sotto il dominio
di una luce talvolta abbagliante e dirompente, al limite della fluorescenza, talaltra oscura e scaturita dalle abissali
profondità a cui ritorna; una luce innaturale, fredda, che tornisce le figure e le evidenzia, le stacca, le materializza
quasi tattilmente o, per contro, le rende evanescenti, dinamiche e sempre sul punto di dissolversi nell’infinità di una
galassia indescrivibile. “In questo umanesimo a un passo dal delirio, l'uomo è posto al centro dell'universo in quanto
essere che tende o partecipa alla ricerca della Verità. Le narrazioni sono cariche di senso, quasi sempre crude,
ossessive, in cui l'estetica costituisce il fine morale, il valore supremo a cui tendere, pur nella consapevolezza della
sua irraggiungibilità. Alla realtà Baratella porge lo specchio, deformato e deformante, della sua arte: non certo per
rimirarsi, ma per cercare di comprendersi, di riconoscersi e, forse, migliorarsi. Per mezzo di un abbrivio immaginativo
senza pari, nella sua narrazione fluente e potentissima egli manifesta l'indicibile in tutto il suo sublime splendore. Oggi
come da sempre, vive in lui la consapevolezza di voler compendiare non soltanto la contemporaneità con i suoi
paradossi e le sue inquietudini, ma anche e soprattutto l'essere umano come creatura che racchiude in sé un cosmo
reale e simbolico in continua evoluzione e rinnovamento spirituale. Offrendoci i frutti di una profondissima
meditazione, ci ritroviamo di fronte a ciò che siamo, ai nostri torpori e ai nostri incanti, alle nostre incolmabili vacuità,
alle nostre insanabili angosce esistenziali: ecco perché l'arte di Baratella incute tanta soggezione e crea stati
d'ansia difficilmente arginabili. Opere che per la loro vastità ci fanno soccombere sotto il loro peso, rendendoci
ancora più minuscoli e forse insignificanti, come l'infinito del periodo romantico; restituendoci un diffuso senso di
nullità e d'impotenza, prima di salvarci e di travasare in noi, anfore da colmare, il nettare di una miracolosa
saggezza.
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ARTECULTURA
Pagina 4
dal basso di sinistra in senso orario
Filo spinato 2013 cm.100x100, tecnica mista su tela
Babele 2012 cm.200x150, tecnica mista su tela
Trauma 2013 cm. 100x200 tecnica mista su tela
Se questi sono uomini, 2013
cm. 100x100, tecnica mista su tela
Pagina 5
da sinistra in senso orario
Obice 2013
cm. 118x185, tecnica mista su tela
Quattordiciquindicidiciotto 2012
cm. 100x120, tecnica mista su tela
Esplosione 2012
cm. 120x100, tecnica mista su tela
Un'arte seducente e terribile, forte della volontà di potenza dell'enigma. Baratella non concede rasserenamenti o
conforti, né pause né momenti per tirare il fiato: adagiarsi sugli allori è impossibile, tenendoci lui non sulle spine,
ma su chilometri di filo spinato. Siamo costantemente ai piedi di una torre di Babele insormontabile, minacciosa
eppure circondata dalla grande luce della Salvezza; nel pronao di un tempio greco, a fissare le colonne o un torso
marmoreo di cui s'indovina la parte mancante; a leggere epigrafi su frontoni di templi sull'orlo di rovinarci addosso,
oppure davanti a cattedrali sventrate, con le navate invase dalla furia di onde inarrestabili. Di fronte a labirinti di
luce, a tramonti infernali, a volti trasfigurati di personaggi mitologici, a statue mutile, frantumate, scheggiate,
sparse a terra come riaffiorate da uno scavo che ancor prima di essere archeologico è psicanalitico.
L’innata attitudine analitica di Baratella, quando non genera soggezione, provoca comunque un certo timore in
coloro che, avvicinandosi all'immagine nel tentativo di decifrarla, si sentono a loro volta giudicati. L'opera è
suscitatrice, più che di sentimenti, di sospese inquietudini e di sublimi stati mentali: è creatura pensante, attiva e
reattiva, viva e pulsante, attraversata dal fulmine, che ci fissa, ci guarda dritta negli occhi, e a noi non resta che
fissarla di rimando, mentre ci interroga e non ci lascia andare. Una Sfinge che ci chiede la soluzione dell'arcano,
pena, se non la vita, un rimorso, un rimpianto, un'inquietudine perenne. Di fronte alle opere di Baratella siamo tutti
Edipi erranti - non necessariamente in fuga dall'uccisione del padre e dall'unione con la madre -, assetati di Verità
o di una qualche verità, amara o soave che sia, in cerca di certezze cui aggrapparsi anche solo per un istante.
Terribile come l'abisso sotto il ponte di Kafka, potente come la Nona di Beethoven, perfetto come le Variazioni
Goldberg, maudit come Verlaine, non finito come Rodin, cogitabondo come Amleto, astuto come Ulisse, bello come
Zarathustra, più saggio di Salomone, terrificante come Caronte, apocalittico come Bosch, visionario come Blake,
intransigente come Savonarola, acceso come Paolo e Francesca, irascibile come Mosè che fissa Michelangelo,
universale come se stesso, dopo averlo incontrato siamo tutti reduci, sollevati di essere anche stavolta scampati al
cataclisma. Grazie a lui saremo sicuramente migliori, in un modo o in un altro. Prima o poi ci ritroveremo sulle sue
forti spalle di gigante: voltarsi o guardare al futuro, sarà il salto nel vuoto della nostra scelta. Bologna, 8 marzo 2014
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Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
LIBERAZIONE. MILANO INAUGUGURA LA CASA DELLA MEMORIA
Pisapia: “Un luogo fondamentale, che
rende concreto l’impegno della città a non
dimenticare”
Il 24 aprile 2015 in occasione delle celebrazioni per
il 70esimo anniversario della Liberazione dal
nazifascismo - alla presenza del Sindaco Giuliano
Pisapia, del vicesindaco Ada Lucia De Cesaris,
dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno e
delle associazioni che coltivano il ricordo della
conquista della libertà e della democrazia in Italia
- è stata inaugurata in via Confalonieri 14 la Casa
della Memoria, voluta e ideata dal Comune di
Milano per accogliere e raccontare la memoria
cittadina: un luogo aperto a tutti coloro che si
impegnano per preservare e diffondere la storia che
ha reso Milano testimone e simbolo dei valori
democratici e di ripudio della violenza su cui si
fonda il nostro Paese. Info: www.casamemoria.org
CULTURA. Comune, debutta il progetto “Renata Tebaldi e il Melodramma”,
sinergia tra Istituzioni e Scuola per la
Valorizzazione del Patrimonio della Musica Italiana.
All’incontro di presentazione sono intervenuti:Filippo Del Corno, presidente del Comitato Renata Tebaldi; Alfredo Padovano, responsabile del progetto; Giovanni Gavazzeni, direttore
artistico; Riccardo Mauri, vicario del Liceo Classico Tito Livio; Andrea Di Mario, dirigente dell’IIS
Marelli-Dudovich; Giovanna Gambazza, Sindaco
di Busseto (PR). Il Comitato Renata Tebaldi, col
patrocinio del Comune di Milano, attraverso un
protocollo d’intesa con il Liceo Classico Tito Livio
e l’Istituto Marelli Dudovich di Milano, ha avviato
un complesso e articolato progetto didattico-documentale della durata di tre anni che promuoverà
la musica ed il melodramma nelle scuole di Milano
fino a tutto il 2017, attraverso laboratori, speciali
programmi di educazione all’ascolto, produzioni
di cortometraggi, creazioni di network telematici,
partecipazione ed eventi.
Info: 02 884 50 150
TURISMO. Comune, Ufficialmente presentata “MILANO LA CITTA’ D’ARTE IN SEDIE A ROTELLE”; la prima
guida per turisti con disabilità motoria
Il 27 aprile u.s., presso la Sala Conferenze di
Palazzo Morando, in via Sant’Andrea,6, si è tenuta la presentazione di “Milano la città d’arte in
sedia a rotelle” la prima guida turistica dedicata al
capoluogo lombardo, espressamente pensata per
i turisti con disabilità motoria.Info: 0288450150
Triennale Xtra
In viaggio con la Triennale di Milano undici
mostre di architettura, arte e design nei capoluoghi
lombardi
Il progetto consiste nella realizzazione di una serie
di mostre di architettura, arte e design da allestirsi
nei principali capoluoghi di provincia ( Bergamo,
Brescia, Como, Lecco, Lodi, Mantova, Milano,
Sondrio, Varese) e a Sesto San Giovanni. Triennale
Xtra estende al territorio lombardo, durante lo
svolgimento di Expo 2015, l’attività della Triennale
di Milano. Info: tel. 02-72434247
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ARTECULTURA
Parco dell’Arte all’Idroscalo
Ingresso Punta dell’Est, Via Circonvallazione Segrate-Mi in occasione di Expo
la scultura Vento di Maria Cristina Carlini.
Un’imponente opera della scultrice Maria Cristina Carlini intitolata “Vento”, collocata su proposta della critica e curatrice Martina Corgnati,
arricchisce il percorso scultoreo del Parco Dell’Arte della Città metropolitana di Milano, l’esposizione permanente che si snoda per circa un chilometro lungo via est del Parco Idroscalo e che dà vita
a un inedito “museo a cielo aperto”. L’opera, in
linea con le tematiche di Expo 2015 è inclusa fra gli
eventi in città e invita alla riflessione sulla salvaguardia ambientale e sull’ecosostenibilità.
Info www.idroscalo.info
Sciami di api su EXPO 2015
Sabato 6 Giugno, nel giardino della Rotonda di Via
Besana, Green Island-Alveari Urbani, in collaborazione con Conapi-Mielizia, organizza un laboratorio insieme al MUBA (Museo Bambini Milano), alla scoperta delle arnie partendo dai fiori del
territorio. I bimbi potranno indossare la maschera
di protezione degli apicoltori, ci saranno
degustazioni di miele, piccoli gadget e il quaderno
dell’Ape Milli, percorso didattico pedagogico per
avvicinarsi al mondo di questi incredibili insetti.
Giochi, divertimento e merenda per tutti. Per info
e prenotazioni [email protected], costo 5 euro a
bambino, dalle 16,00 ale 18,00
Giovedì 11 Giugno, al Politecnico di Milano di via
Durando, una giornata laboratorio aperta a tutti in
collaborazione con l’università Middlesex di Londra. Si parlerà di alveari, eo-design e rigenerazione
dello spazio urbano attraverso pratiche di creatività ecologica. Info: 393.0552272,
email: [email protected]
LA ROCCA DI SUBIACO
Il recupero di un bene culturale che parte dal
basso
Avviata la campagna di sensibilizzazione, aperta
a tutti, sulla rinascita dello storico monumento
entrato nella disponibilità del Comune dopo 950
anni. Parte dal basso, e dalla stessa popolazione
sublacense, la voglia di tornare a far risplendere
uno dei più preziosi e storici monumenti della
cittadina laziale: la Rocca di Subiaco, nota anche
come Rocca dei Borgia [email protected] -
NASCE L’ASSOCIAZIONE ITALIANA ARCHIVI D’ARTISTA
Obiettivo: tutelare e valorizzare i lasciti di autori
che spaziano da Giorgio Morandi a Filippo de
Pisis, passando per Pinot Gallizio, Ennio Morlotti,
Enrico Prampolini, Bruno Cassinari, Remo Bianco, Gianni Dova, Cesare Andreoni, Michelangelo
Pistoletto. Mettere in sicurezza e rendere più
trasparente il mondo dell’arte, garantire la memoria e la valorizzazione degli artisti italiani di ieri e
di oggi mettendo a sistema nuove specifiche
normative e procedure. Questo l’obiettivo della
neonata Associazione Italiana degli Archivi d’Artista, che si propone di operare in ambito sia
nazionale sia internazionale. Tessendo una rete
che mette in dialogo collezioni e archivi pubblici
e privati. Info: 334.7382992
ALINARI. LA FOTOGRAFIA
RIPARTE DALL’ITALIA.
Noi degli Alinari siamo di nuovo qui, in verità non
siamo mai andati via, se non per una ragione
semplice e schietta di mercato: quanto vale la
“Memoria storica” di un’impresa in un mondo in
cui frenesia e consumismo sembrano trionfare
sopra la storia e la cultura del mondo? Poco, a
guardare i fatti di ogni giorno. Noi degli Alinari
viviamo di un credo ostinato che fa parte della
nostra storia da oltre centocinquant’anni da che
insomma è nata la fotografia: essere testimoni
fedeli del nostro tempo. E oggi continuiamo a
crederci perché queste sono le nostre radici, tanto
è che dopo un periodo di esperienza altalenante
a contatto di un mercato compulsivo abbiamo
deciso di riabbracciare il nostro canone migliore,
il nostro pensiero di eccellenza con cui abbiamo
a lungo rappresentato la storia del nostro Paese
nel modo che tutti oggi si riconoscono. E lo
facciamo per come siamo capaci, vale a dire invitando a collaborare con noi un gruppo di autori
che ha sempre fatto del proprio linguaggio fotografico un connotato di ricerca e professionalità
ispirata ai nostri stessi valori. (...) Per Alinari
insomma , la Fotografia riparte dall’Italia.
Info: www.alinari.it - [email protected]
Bologna Design Week
Prima edizione: 30 settembre - 3 ottobre 2015
Da mercoledì 30 settembre a sabato 3 ottobre
2015, la città di Bologna entrerà nel circuito internazionale degli appuntamenti dedicati al design
con la prima edizione di Bologna Design Week
(BDW), articolata piattaforma di networking e
percorso culturale dedicato all’innovazione e alla
promozione attraverso la forza propulsiva del
design, che prenderà vita nel centro storico di
Bologna, in concomitanza al Salone Internazionale
del CERSAIE, appuntamento che da oltre 30 anni
attira visitatori e professionisti del settore da tutto
il mondo. Bologna Design Week nasce dalla lungimirante iniziativa di YOUTOOL.IT //design out
of the box, rete di professionisti del settore che ha
individuato nella tradizione legata al design che
Bologna conserva da decenni, e sulla forte comunità locale di addetti ai lavori, una leva competitiva
e un’operazione di marketing territoriale, dedicata
alla promozione della città.
Info 338 7276702/[email protected]
Verso il Grande Bo - da giugno 2015
Da giugno si potrà visitare l’intero complesso del
Bo, storica sede dell’Università di Padova. Saranno aperti anche gli spazi novecenteschi, con i loro
capolavori di arte, architettura e design. Dal mese
di giugno, l’intero complesso monumentale del Bo,
storica sede dell’Università di Padova, sarà aperto
alle visite.
Questa apertura straordinaria sarà concentrata nei
fine settimana, ovvero tutti i sabati e le domeniche,
dato che nel percorso di visita sono compresi
uffici, aule e sale che nei giorni lavorativi continuano ad ospitare la consueta attività didattica e
gestionale dell’Ateneo. Le visite saranno guidate e
avranno una durata di circa un’ora. Nelle prossime
settimane sarà on line, all’interno del sito dell’Università www.unipd.it, una pagina che illustrerà il
percorso e le modalità di visita.“Nella percezione
del turista, ma anche del padovano, il Bo è solo
quello”storico”, ovvero il comparto più antico del
Palazzo concentrato intorno al Cortile antico afferma il Rettore professor Giuseppe Zaccaria.
Per Padova si tratta certamente di un suggestivo
risultato di riqualificazione ambientale e culturale.
Info: 049.8273520
Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
Preziosa 2015 - Florence Jewellery Week
Connettere mondi - Identità/Diversità Una settimana dedicata alla ricerca orafa.
In occasione dei festeggiamenti per i 30 anni di
attività, LAO - Le Arti Orafe Jewellery School
presenta il progetto Florence Jewellery Week,
una settimana di confronti ed incontri interamente dedicata alla creazione orafa e alle complesse
relazioni tra ricerca artistica, artigianato e design.
Il progetto vuole contribuire a riavvicinare questa
realtà, mettendo a confronto il lavoro di alcuni
artisti e designer europei, cinesi e russi, e ospitando due sezioni speciali dedicate all’Africa e all’India, con gioielli in mostra, presentazioni e artigiani
che lavoreranno in pubblico secondo le antiche
tradizioni. L’evento è realizzato in collaborazione
e con il Patrocinio del Comune di Firenze, Assessorato allo Sviluppo Economico, Turismo e città
metropolitana, e con il Patrocinio del MIBACTMinistero dei Beni e delle Attività culturali e del
Turismo. Info:Tel. 055 2280131
A MERANO (BZ) 29 aprile 2015
Inaugurato il progetto FIGURE UMANE
Tre artisti contemporanei - Stephan Balkenhol,
Aron Demetz, Urs Lüthi - omaggiano altrettante
importanti personalità della cultura particolarmente legate a Merano, con tre sculture poste
‘open air’ sulla Passeggiata Lungo Passirio. Un
importante appuntamento d’arte, un percorso
della memoria che omaggia e ricorda alcune figure
chiave dello sviluppo intellettuale di Merano, la
cui presenza ha contribuito notevolmente al suo
arricchimento culturale. Questo è quanto si prefigge il progetto FIGURE UMANE, promosso dal
Comune di Merano col coordinamento di Merano
Arte, che inaugurato il 29 aprile 2015 presso la
Passeggiata Lungo Passirio, abbraccia un arco
temporale di molti anni.
Info: www.kunstmeranoarte.org
Festival Letterario Sardegna XII
Edizione - Gavoi, 2 - 5 luglio 2015 Preludio, Gavoi, 13 e 14 giugno 2015
La stagione letteraria barbacina si apre come da
tradizione con il Festival Letterario della Sardegna che da dodici anni si tiene a Gavoi (NU) il
primo fine settimana di luglio dal 2 al 5 - e che per
il secondo anno consecutivo raddoppia l’appuntamento con una due giorni di Preludio al Festival,
il 13 e 14 giugno. Mentre il primo ospite svelato
per il Preludio di giugno è lo scrittore, umorista e
sceneggiatore bolognese, Stefano Benni, dal 2 al
5 luglio il Festival propone un articolato e ricco
programma di incontri, mostre, musica e cinema
che accompagna il pubblico in un interessante
percorso narrativo fatto di storie, voci, vite,
attualità, finzione e realtà. T. +39078452207
MUSEO DELLA MERDA
Il Museo della Merda nasce da un’idea di Giovanni Locatelli, proprietario dell’azienda agricola di
Castelbosco: un’azienda che ospita 2500 bovini
destinati alla produzione di latte per il Grana
Padano. Dalla gestione quotidiana dei capi, della
loro produzione e dei loro rifiuti è sorta la necessità di trasformare l’azienda stessa in un progetto
ecologico e industriale avveniristico. Dallo sterco viene oggi ricavato metano, concime per i
campi, materia grezza per intonaco e mattoni attraverso sistemi di nuova concezione che, oltre a
ridurre l’inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, seguono un principio
che ridisegna il ciclo della natura in un circolo
virtuoso, restituendo ad agricoltura e allevamento l’importanza di sempre. Accanto alla sede
dell’azienda, all’interno di un castelletto ristrutturato dall’Architetto Luca Cipelletti, trovano spazio reperti, manufatti e opere d’arte di interesse
estetico e scientifico. Info: 02 36565 133
IL CAMMINO DI SAN BENEDETTO
MANIFESTOINTELLETTUALI,EBREI
E CATTOLICI PRO ARMENIA.SOLIDARIETA’ AL POPOLO ARMENO, AL
CATHOLICOS E AL PAPA.
Tutti coloro che condividono il principio e desiderano avere il testo integrale del Manifesto
annunciato possono rivolgersi al seguente indirizzo e-mail:[email protected]
FESTIVAL DI VERBIER
con la presenza di 6 grandi direttori d’orchestra
Per questa nuova edizione, dal 17 luglio al 2
agosto 2015, Il Festival di Verbier è riuscito
ancora una volta a riunire nel cuore delle Alpi
Svizzere un gruppo di artisti invidiato dai più
grandi festival. “In cartellone ci saranno sei dei
più grandi direttori d’orchestra del nostro tempo”
dichiara con grande soddisfazione Martin T.
Engstroem, Fondatore e Direttore Generale del
Verbier Festival presentando il programma della
22.ma edizione. In apertura del Festival, il maestro
americano James Levine ha scelto Verbier per il
suo ritorno dopo otto lunghi anni di assenza dalle
scene europee. Oggi “Conductor Laureate” dell’Orchestra del Festival di Verbier, James Levine
ha contribuito, sin dal 2000, al successo della
nostra orchestra e le ha premesso di diventare
una delle migliori orchestre al mondo. Un altro
significativo ritorno, il grande maestro indiano
Zubin Mehta, figura essenziale della musica
d’oggi. Info .+41 (0) 219259060
Presentato a Subiaco in dettagli lo storico percorso di Spirito e Natura che da Norcia arriva
a Montecassino. Prospettive e sviluppi su un
progetto tutto italiano di crescita ed incentivo
sul turismo culturale. Una sala gremita ed entusiasta ha accolto la presentazione del Cammino di
San Benedetto: trecento chilometri in sedici tappe, da Norcia a Cassino passando per Subiaco,
attraverso i luoghi più significativi del percorso
spirituale e umano di San Benedetto. “Un progetto in cui crediamo davvero” - ha detto in apertura
dell’incontro Francesco Pelliccia, Sindaco del
Comune di Subiaco che ha ospitato l’iniziativa.
Info: http://www.camminodibenedetto.it/
I restauri nella Libreria Piccolomini
le vetrate e l’affresco di Pinturicchio raffigurante Enea Silvio parte alla volta di Basilea. Siena,
Libreria Piccolomini Cattedrale di Santa Maria Assunta . Sono stati presentati lo scorso aprile
i recenti restauri nella Libreria Piccolomini commissionati dall’Opera della Metropolitana ed eseguiti tra il settembre 2014 e il marzo 2015 dal
Laboratorio di Restauro di Fabrizio Iacopini e
dalla Diana vetrate d’arte - mosaici, con la direzione dei lavori da parte dell’architetto Annalisa
Pisaneschi e l’alta sorveglianza della dottoressa
Anna Maria Emanuele della Soprintendenza. La
Libreria Piccolomini si presenta, per più versi,
come un unicum nel panorama artistico del Rinascimento: la posizione della biblioteca all’interno
della cattedrale, gli affreschi. Info: t. 055 290383
SIRO BRONDONI
giornalista, critico d’arte ed animatore culturale ci ha lasciato il 1 gennaio 2015. Ne riceviamo
la notizia solo in questi giorni e lo ricordiamo
a quanti ebbero relazione di collaborazione
con lo scomparso personaggio formulando le
condoglianze alla Famiglia Brondoni da parte
di quanti lo conobbero anche tramite Artecultura e dalla redazione della Rivista che ne
formula il triste annuncio. Artecultura
Il Museo Nicolis di Villafranca
per Expo di Milano 2015
Saranno infinite le suggestioni sul tema di Expo
Milano 2015 che porteranno milioni di visitatori a
scoprire innovazioni, prodotti, tecnologie, testimonianze, idee su come nutrire il nostro pianeta
e renderlo vivibile e fruibile per miliardi di abitanti.
Un tema che, nella interpretazione affascinante e
visionaria di Expo Milano 2015, dà spazio a molteplici forme di nutrimento del corpo, della mente
e dell’anima. Per questo non è arbitraria o non
coerente la partecipazione del Museo Nicolis di
Villafranca - oggi uno dei più importanti Musei
privati in Italia e in Europa con 7 collezioni di auto,
moto e biciclette d’epoca, strumenti musicali,
macchine fotografiche e per scrivere, accessori
da viaggio - ospite della grande Mostra “Arts &
Foods. Rituali dal 1851”, curata da Germano
Celant alla Triennale di Milano, dal 10 aprile al 1
novembre. Informazioni: 045 630 32 89
Petravia, la Puglia si mostra ad Expo
Ancora una volta il binomio Casillo Group e
Carlos Solito si ripropone su uno scenario internazionale, dopo il primo feat avvenuto lo scorso
anno in occasione della presentazione newyorkese
dello spot pubblicitario “la luce, il vento, la
tradizione”. Per inaugurare la sua partecipazione
a Expo Milano 2015, l’azienda di Corato (Bari) , il
più grande gruppo agroalimentare del centrosud
Italia, main partner dell’official sponsor ExpoFarine
Varvello, dal 7 maggio, a partire dalle ore 18.00,
nella cornice del Cluster Cereali e Tuberi lancia la
mostra fotografica “Petravia, viaggio in Puglia”.
Un viaggio in Puglia tra colori e luci meridiane
raccolto in 32 fotografie la cui forza espressiva,
ancora una volta, marca il talento narrativo del
photoreporter, viaggiatore, scrittore e filmaker
salentino all’ennesimo banco di prova con la sua
regione, i luoghi natii, il Mediterraneo.
Info: 800198416
LEDRO LAND MUSIC e Pursimuove
E’ sempre visitabile la “mostra all’aria aperta”
nascosta nel folto pineto del piccolo borgo
trentino. 20 installazioni cariche di suggestione e
magia . Info: 0464592729.
ARTECULTURA
7
ARTECULTURA
Mensile d’informazione artistica e culturale
Abbonamenti 2015
Abbonamento euro 50,00
Abbonamento sostenitore euro 100
con omaggio di una Grafica a colori, cm. 50x70
di Artisti Contemporanei disponibili:
Alfieri, Fomez, Kodra
Milano, Galleria Credito Valtellinese
10 giugno - 20 settembre 2015
Tra le numerose mostre previste durante il
semestre Expo, quindi dedicate al cibo, spicca per la sua forte originalità “Cibo di carta”, prodotta dalla Fondazione Gruppo Cre-
CIBO
DI CARTA
Intestare
Artecultura c.c.postale n. 84356302
Via Ciovasso 19, 20121 Milano
Da 48 anni, dal 1967, l’Informazione Artistica su Artecultura
è presente in anteprima e per un intero anno su Internet.
Il pdf è scaricabile dal sito www.artecultura.org
Da ottobre del 2014 ad oggi, la rivista mensile ha dato un
nuovo risalto all’arte contemporanea, pubblicando la copertina ed un ampio servizio all’interno di 4 pagine a colori di
artisti, pittori e scultori senza limiti anagrafici né di tendenze,
puntando sulla qualità delle opere.
La cronologia delle uscite è la seguente:
1) Artecultura n. 7 ottobre 2014: Antonio Fomez
2) Artecultura n. 8 novembre 2014: Sergio Sarri
3) Artecultura n. 9 dicembre 2014: Fernando De Filippi
4) Artecultura n. 1 gennaio 2015: Umberto Mariani
5) Artecultura n. 2 febbraio 2015: Luca Lischetti
6) Artecultura n. 3 marzo
2015:Mario Benedetti
7) Artecultura n. 4 aprile
2015: Carlo Nangeroni
8) Artecultura n. 5 maggio
2015: Paolo Scirpa
9) Artecultura n. 6 giugno
2015: Paolo Baratella
10) Artecultura n. 7 luglio
2015:Gabriele Amadori
Possibili contatti per visite allo studio
Quotazioni redatte da esperto perito di Tribunale
Le offerte del mese a sostegno rivista
Servizi redazionali su mostre ed eventi artistici di novità.
ARTECULTURA
Via Ciovasso 19 - 20121 Milano
Tel. 02.864.64.093.
www.artecultura.org - [email protected]
8
ARTECULTURA
Copertina rivista “Touring Club” febbraio 1920
Pubblicità del Caffé Cirio
dito Valtellinese e allestita nei suoi prestigiosi
spazi espositivi milanesi in Corso Magenta.
Originale e inedita perché muove ricordi,
entra nella quotidianità come un fiume di
curiosità raccontando il cibo attraverso le rappresentazioni che di esso si sono diffuse grazie a pubblicità, etichette, figurine, gadget,
menu, riviste, libri, ma anche a documenti di
trasporto, bandi, carte intestate o scatole e
manifesti di cinema.Una lunga ricerca che
ha consentito la selezione di oltre 500 pezzi,
in parte inediti e mai prima visti, che saranno esposti nell’ex refettorio delle Stelline per
cento giorni, dal 10 giugno al 20 settembre.
(Aoristias) Info Tel. 02 4800 8015
SOTHEBY’S
1 GIU 2015 - 2 GIU 2015 |
HONG KONG | Chinese Art
2 GIU 2015 | BEIJING |
Modern and Contemporary Chinese Art
2 GIU 2015 | LONDRA |
Russian Pictures
2 GIU 2015 | LONDRA |
Russian Works of Art, Fabergé & Icons
2 GIU 2015 | ZURICH |
Schweizer Kunst / Swiss Art
2 GIU 2015 - 3 GIU 2015 | PARIGI |
Art Contemporain
3 GIU 2015 | PARIGI |
Art Impressionniste et Moderne
3 GIU 2015 | NEW YORK |
Egyptian, Classical, and Western Asiatic
Antiquities
4 GIU 2015 | NEW YORK |
Old Master Paintings
9 GIU 2015 | NEW YORK |
20th Century Design
9 GIU 2015 - 10 GIU 2015 | LONDRA |
Modern & Post-War British Art
17 GIU 2015 | PARIGI |
Tableaux, Sculptures et Dessins Anciens et
du XIXe siècle
24 GIU 2015 | PARIGI |
Arts d'Afrique et d'Océanie
25 GIU 2015 | LONDRA |
Impressionist & Modern Art Day Sale
1 LUG 2015 | LONDRA |
Contemporary Art Evening Auction
2 LUG 2015 | LONDRA |
Contemporary Art Day Auction
7 LUG 2015 | LONDRA |
Medieval and Renaissance Manuscripts
8 LUG 2015 | LONDRA |
Treasures
8 LUG 2015 | PARIGI |
Rencontres Couture à Paris
de la Collection Didier Ludot
info: www.sothebys.com
ASTE
Da giugno 2015
FARSETTI ARTE
MAISON BIBELOT
ARTE MODERNA E CONTEMP.
Asta: 29 - 30 maggio
Esposizione:
A MILANO (selezione): 14 -20 maggio
Orario: 10.00 – 19.00
(mercoledì: 10.00-16.00)
A PRATO: 23 maggio - 30 maggio
Orario: 10.00 – 19.30 (festivi compresi)
info: www.farsettiarte.it
Firenze 11-12 giugno 2015
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA. ARREDI E GIOIELLI
Corso Italia 6
[email protected]
CASA D’ASTE IL PONTE
Milano Via Pontaccio
10 giugno 2015
ASTA D’ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA
11 giugno 2015
ARTI DECORATIVE DEL ‘900
e DESIGN
Milano Via Pitteri 8-10
30 giugno 1 e 2 luglio 2015
DECORAZIONE D’INTERNI
mobili, dipinti ed oggetti Modernariato
7-8-9-10 luglio 2015
DECORAZIONE D’INTERNI
mobili, dipinti ed oggetti Modernariato
T. 02 863 141 - www.ponteonline.com
CAMBI Casa d’Aste
Genova 22 giugno 2015
DESIGN
Mura di San Bartolomeo 16
info: T. 010 8395029
BABUINO Casa d’Aste
9 giugno, ore 15.30 Dipinti sculture disegni e grafiche
10 giugno, ore 15.30 Dipinti e arredi del XIX secolo
Roma, [email protected]
HAMPEL Aste
25 e 26 giugno
Mobili & Arredamento / Sculture ed
Artigianato /Dipinti XVI - XVIII secolo /
Arte russa / Dipinti XIX - XX secolo /
Arte asiatica/ Arte moderna/
Asta di beni di lusso
Info:
GALLERIA PACE
Milano 25 giugno 2015 h. 21
ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA
Milano 16 luglio 2015 h. 21
ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA
Piazza San Marco 1 - T.02 659 0147
BOLAFFI
Torino 28-29 maggio 2015
FILATELIA
Torino 10-11 giugno 2015
NUMISMATICA
Milano 24 settembre 2015
FOTOGRAFIA
Torino, Via Camillo Benso di Cavour 17
T.011 5576 320
PANDOLFINI
Firenze 9 giugno 2015
IMPORTANTE COLLEZIONE DI
GRAFICA MODERNA E CONT.
Firenze 10 giugno 2015
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA - ARTI DECORATIVE
Firenze 11 giugno 2015
LIBRI ANTICHI
Borgo degli Albizi, 26
[email protected]
Monaco di Baviera
www.hampel-auctions.com
DOROTHEUM
9 giugno
Arte Moderna - Palais Dorotheum
10 giugno
Arte Contemp. - Palais Dorotheum
11 giugno
Arte Contemp. - Palais Dorotheum
11 giugno
Arte Antiquariato e Gioielli
St. Polten
11 giugno
Arte e Antiquariato Gioielli
Grasz
11 giugno
Gioielli - Palais Dorotheum
13 giugno
Autoveicoli d’epoca
Fahrzeug - Technik Zentrum
Wien - Vösendorf
15 giugno
Libri e Grafica decorativa.
Palais Dorotheum
16 giugno
Francobolli - Palais Dorotheum
18 giugno
Arte Asiatica- Palais Dorotheum
www.dorotheum.com
Le date, come i programmi delle aste, possono essere soggetti a variazioni
per cui Artecultura a riguardo non assume nessuna responsabilità.
ARTECULTURA
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- RISORGIMENTO POETICO Solo la Proporzionale pura è partecipazione di
rinnovamento democratico alla vita del Paese
il resto è reazionario, comunque camuffato!
Nei fatti: quando l’Italia usciva distrutta
materialmente e moralmente dal secondo
conflitto mondiale, con la partecipazione
popolare alla vita del Paese tramite la
legge Proporzionale pura, nel giro di un
ventennio il Paese si trasformava da
agricolo in industriale avanzato. Il piano
Marshall fu certamente un aiuto, inutile
negarlo, ma con ipoteca di sudditanza agli
Stati Uniti d’America. Di fatto, però
l’aiuto che per davvero risollevò l’Italia
dalle piaghe della guerra, furono le
rimesse di denaro degli emigranti che ora
nessuno menziona. Quegli emigranti che,
al caso, nella ricostruzione della Germania, dovevano poi trovarsi nei cantieri
dove erano presenti quegli stessi aguzzini
che tanto avevano tormentato la loro
prigionia. E non fu un solo caso... Anche
se dalla Germania, dove erano espatriati
per necessità di lavoro, potevano spedire
alle famiglie rimaste in Italia il sostenimento della paga mensile. E furono
centinaia di migliaia che andarono a
lavorare in Germania a far riflettere sul
cumulo di denaro che mensilmente
giungeva in Italia. E non solo dalla
Germania, ma anche dalla vicina Francia,
dall’Argentina da tutta l’America Latina
e dagli stessi Stati Uniti d’America.
Senza dimenticare gli italiani che per un
posto di lavoro espatriavano persino nella
lontana Australia ed in altri Paesi ancora.
Ma quello che qui si vuole sottolineare
è il cumulo del denaro che gli emigranti facevano giungere mensilmente
nel loro Paese e che serviva al mantenimento delle rispettive famiglie e
con in esso l’implicito incorporamento di un alto contributo per la reale
ricostruzione nazionale. In Italia allora
vigeva la legge Proporzionale pura e,
all’epoca, malgrado l’arretratezza
politica in cui sostava il Paese dopo
vent’anni di dittatura, era naturale
10
ARTECULTURA
affidarsi soprattutto al buon senso
come la guida migliore per la nuova
democrazia.
La burocrazia che inquieta l’Italia di oggi
non esisteva, era ridottissima. La
strategia della cattiveria politica è
incominciata con il defenestramento della
Proporzionale pura per sostituirla con il
voto maggioritario e la soglia di
sbarramento parlamentare: due atti di
principio fondatamente anticostituzionali
che limitano la libertà e con essa
l’uguaglianza dei cittadini. E non è affatto
vero, ma solo strategicamente ingannevole, sostenere che con la Proporzionale pura non si possono avere
governi stabili. Una menzogna che nella
sua sostanza nasconde la finalità
autoritaria di una Repubblica Presidenziale, che poi si equivarrebbe ad una
personale monarchia assoluta, lo stato
nel quale i cittadini esistono solo per
ubbidire all’impositivo delle tasse, privati
di una loro attiva partecipazione alla vita
del Paese. Un giuoco reazionario che
dura fin dal sorgere della nostra Costituzione, anche sostenuto allora,
pensiamo in buona fede, dal costuituente Randolfo Pacciardi, combattente antifascista in Spagna, ma che non
incontrò la credibilità tra i suoi colleghi
costituenti.
Quello che in effetti si vuole è la
distruzione della poetica del lavoro che
incontra il suo più alto sviluppo solo con
la massima evoluzione culturale del
lavoro, come del resto sosteneva quel
grande sindacalista italiano che fu
Giuseppe Di Vittorio. Altro che
padronato assoluto: ti assumo quando
voglio, ti do quello che mi pare e ti caccio
quando mi fa comodo. Questa prepotenza non è più possibile perché
quando un lavoratore entra sul posto di
lavoro, non deve sentirsi un estraneo,
ma un componente della positiva
attività, sentirsi a casa sua in quanto il
lavoro nella sua finalità sociale, è da
considerare il luogo migliore per
conoscere l’equilibrio della libertà, la
responsabilità di sentirsi creativi.
Forse i Sindacati hanno fatto troppo
poco a questo riguardo, non hanno
saputo procurare posti di lavoro dando
avvio ad opportune iniziative anche
favorite dalle leggi operaie volute persino
dalla socialità di fine Ottocento. Gravissimo a questo riguardo è che i sindacati
non abbiano pensato ad una propria
banca per i depositi dei lavoratori in modo
da poter affrontare quelle iniziative che
incentivassero i posti di lavoro o riducessero l’orario affinché non vi fossero
più disoccupati né giovani, né vecchi. Un
campo nel quale soprattutto la politica ha
persino fatto giungere la corruzione in
parlamento rendendolo di raccomandati
e non di eletti secondo il principio della
Proporzionale pura. Così che l’attuale
Parlamento di nominati per lo più da logge
di potere potrebbe benissimo essere
sciolto per esplicita contraddizione con il
Parlamento nato dalla Costituente in
spirito di sacrificio con la Resistenza, di
tutta la Resistenza. Una Resistenza che
potrebbe ancora risorgere per portare a
termine quanto nel campo del lavoro
rimasto incompiuto per comprensibili
ragioni, riferite alla specificità del
diritto al lavoro, fatto salvo per il
pensiero presente nell’impegno del
sindacalista Giuseppe Di Vittorio.
Per cui solo una legge elettorale democratica come la Proporzionale pura
che già esiste..., deve valere!
E’ per noi degna di essere votata e
partecipata di positiva attività da tutti i
cittadini. Il resto è da respingere senza
esitazione perché contro lo spirito
costituzionale.
Artecultura
In questo numero GIUGNO 2015
6 CORRISPONDENZA CULTURALE
8 CIBO DI CARTA
9 ASTE
10 RISORGIMENTO POETICO
11 SOMMARIO
12 INTERLUDI
16 INAUGURATA LA DARSENA
17 ARTISTI PER MILANO Madre Terra
20 AZERBAIJAN - CLAVE’
21 Premio Lissone - INTERVENTISMO
22 NEI LUOGHI DELL’IMMAGINE
23 GUTTUSO - FORNARA
24 GORMELY - Epigrafia Romana
25 ARTE e SURF - BUREN
26 ARTE NATURA STORIA
27 L’AUTODIDATTA NELLA STORIA
28 L’UOMO CONTEMPORANEO
29 SULL’ESPRESSO A VENEZIA
30 IMPLACABILE STRAVOLGIMENTO
31 UMANITA’ POETICA
32 LIBRI
33 CONCORSI
34 MENTE E DISARMO
35 IPOTESI D’ARTE di nuova poetica
La copertina: Paolo Baratella
FANTE. 2012-2013
tecnica mista su tavola 270 x 450
Inserto redazionale:
-MOSTREA MILANO
-POSTACATALOGO
ARTECULTURA
libero accesso
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PAOLO BARATELLA di Marco Palamidessi ELENA BELLAVITI - MICHELE GIANNATTASIO - SILVANA TESTA - GIOVANNI
JURATO - di Marpanoza
LELLA PUPILLO di Pino di Silvestro
INSERZIONI: - GALLERIA PONTE ROSSO GIANFRANCO RONTANI.
ARTECULTURA
Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
Anno XLVIII N. 06 Giugno 2015
Registrazione Tribunale di Milano
n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della
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ARTECULTURA
non riceve pubbliche sovvenzioni
Finito di stampare il 15-05-2015
Fotolito e stampa Press Point
Via L. Cagnola, 35 Abbiategrasso
ARTECULTURA, liberamente consultabile e
scaricabile al sito www.artecultura.org. Sito che si
suggerisce di visitare ad artisti, biblioteche, circoli
culturali, gallerie, musei ed a tutti gli operatori
artistici. ARTECULTURA edita dall’ottobre 1967.
Gli argomenti che_
contraddistinguono
La Rivista:
- CORRISPONDENZA
CULTURALE
- COSTUME POETICO
- 24 OTTOBRE GIORNATA
MONDIALE DISARMO
- INFORMAZIONE
ARTISTICO CULTURALE
- POESIA DELLA NATURA
- POESIA PACE
- PSICOPOESIA
ARTE
PER L’UMANITÀ
Installazione video su
IL QUARTO STATO
di Giuseppe Pellizza da Volpedo
Milano, 23 aprile 2015 – SEA, in collaborazione con il Museo del Novecento di
Milano, presenta dal 23 aprile al 30 giugno
2015, a La Porta di Milano all’aeroporto
di Milano Malpensa, il progetto Arte per
l’umanità, interamente dedicato al Quarto
Stato di Pellizza da Volpedo, a cura di Aurora Scotti, presidente dell’Associazione
Pellizza da Volpedo.
Dopo il successo delle esposizioni del gruppo scultoreo dei Sette Savi di Fausto Melotti
e di Cavallo e Cavaliere di Marino Marini, il
rapporto che lega lo scalo milanese alla più
importante istituzione di arte contemporanea
di Milano, prosegue con un’installazione video sul capolavoro divisionista, conservato
proprio al Museo del Novecento.
Il Quarto Stato, realizzato da Giuseppe
Pellizza da Volpedo tra il 1898 e il 1901, è
l’icona selezionata per annunciare l’inizio di
Expoincittà, il palinsesto di eventi che animerà Milano durante i sei mesi dell’Esposizione Universale, primo passo di un viaggio
che coinvolgerà l’umanità intera.
In questa direzione si rafforza l’intenzione di
promuovere La Porta di Milano come un
unicum nel panorama delle aerostazioni mondiali, in quanto progettato come struttura funzionale di accesso all’aeroporto e, allo stesso tempo, come spazio espositivo in grado di
arricchire la già importante offerta culturale
di Milano, accogliendo iniziative d’arte con
cadenza periodica.
“Valorizzare il patrimonio culturale di Milano – dichiara Pietro Modiano, Presidente
SEA - è l’obiettivo di SEA che, grazie all’accordo siglato con il museo del Novecento di Milano, propone annualmente un appuntamento con l’arte che oggi consiste in
una vera e propria anticipazione dell’opera
“Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo”
scelta quale icona di Expo- inCittà per il primo mese dell’esposizione. Un’installazione
video unica che ospitiamo alla Porta di Milano, ormai non solo luogo di passaggio tra la
stazione e il terminal, ma anche un luogo che
emoziona passeggeri di tutte le nazionalità.
Info: 02-232323
Marpanoza
ARTECULTURA
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INTERLUDI D'ARTE
ITALIA, FASCINO E MITO
ITALIA: FASCINO E MITO.
DAL CINQUECENTO AL
CONTEMPORANEO
Monza Villa Reale,
23 aprile - 6 settembre 2015
Per almeno tre secoli, dall’inizio del Seicento
a tutto l’Ottocento, l’Italia è stata meta privilegiata degli aristocratici e degli uomini
di cultura di tutta Europa e nel XIX secolo
anche del nuovo mondo, in quanto il viaggio
in Italia - il famoso Grand Tour - costituiva
una tappa ineludibile del processo di formazione delle classi dirigenti europee.
Ad attirare erano non solo monumenti e le
opere d’arte, ma anche lo splendore del
paesaggio mediterraneo e la dolcezza del
clima, le feste e le cerimonie religiose, la
pittoresca umanità della popolazione e la
ricca varietà delle tradizioni popolari, così
come la bellezza delle donne che evocava
quella delle divinità antiche o delle Madonne
dipinte dai grandi artisti come Raffaello.
Si creò così il mito dell’Italia, depositato
nell’immaginario collettivo dell’Europa colta. Ma almeno dal secolo precedente, già dal
1520, data della morte di Raffaello, l’arte
italiana, che a sua volta si era riferita all’esempio dell’antichità classica , cominciò a
essere presa a modello dagli stranieri. Questo gusto, codificato sotto l’insegna del “bello
ideale”, avrà diverse manifestazioni lungo il
corso dei secoli nella storia della pittura, della
scultura, delle arti decorative e dell’architettura internazionali.
In occasione di Expo 2015, il Ministero dei
Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,
con il sostegno di Regione Lombardia, ha
voluto realizzare la grande mostra: Fascino e
mito, dal Cinquecento al contemporaneo
aperta dal 23 aprile alla Villa Reale di Monza,
e prodotta da Consorzio Villa Reale e Parco
Monza, editore Skira e Cultura Domani.
Una mostra da visitare, per l’attività che ha
caratterizzato il territorio lombardo nelle varie relazioni che sono state motivo di incontro
soprattutto per il suo interesse storico e di
riflessione sui motivi strettamente legati all’arte in tutte le sue manifestazioni di suggestiva e culturale espressione.
Info 199151140
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ARTECULTURA
H. Matisse, ODALISQUE SUR LA TERRASSE, 1922
VEDUTE DI FRANCIA
NELLA VILLA DEI
CAPOLAVORI. Renoir Monet
Cézanne Matisse De Staël
Fondazione Magnani Rocca
Mamiano di Traversetolo (Parma)
dal 4 aprile al 13 settembre 2015
Renoir, Monet, Cézanne, Matisse, De
Staël, pittori celeberrimi che fecero della
Costa Azzurra la patria d’elezione artistica, si incontrano nelle sale della pittura
francese presso la Fondazione Magnani
Rocca.
Dal Musée d’Orsay di Parigi, grazie a un
rapporto di collaborazione con la Magnani
Rocca, arriva l’opera di Renoir La Seine
à Champrosay: è l’occasione per un inedito percorso sulla figura di Luigi Magnani
appassionato collezionista con tanti interessi,
fra cui anche la pittura di paesaggio.
Lo splendido dipinto, realizzato en plein
air nel 1876, viene esposto in un rinnovato
allestimento al primo piano della Villa dei
Capolavori insieme a Dalaises à Pourville
di Monet, Paysage de Cagnes e Les
Poissons di Renoir, della collezione permanente della Fondazione Magnani Rocca. Nella stessa sala il pubblico può
ammirare anche due opere di Matisse, tra
cui Odalisque sur la terrasse, mai esposta
in precedenza e restaurata per l’occasione, dove il fascino per l’Oriente viene
unito all’incanto dei colori della Costa
Azzurra.
Il percorso prosegue con cinque acquerelli e un olio su tela di Cézanne - fra i quali
due splendidi paesaggi della Provenza tra le pochissime opere del maestro francese conservate nel nostro Paese.
L’intensa, raffinata esposizione si conclude con un omaggio a Nicolas de Staël,
nel cinquantesimo anniversario della sua
tragica morte avvenuta ad Antibes: in
Vue des quais de Paris, un grande olio su
tela del 1954, l’artista, uno dei più amati
da Roberto Tassi, “interna la luce alla
materia, fonde il terrestre e l’aereo’’.
Info e prenotazioni:
0521 848327
Alberto Burri, GRANDE FERRO CELLE
Burri a Pistoia
La Collezione Gori e le
fotografie di Amendola
a cura di Bruno Corà
Pistoia, Palazzo Sozzifanti
9 maggio - 26 luglio 2015
A cento anni dalla nascita, molti Paesi - e su
tutti gli Stati Uniti - renderanno omaggio al
grande artista umbro che, come afferma
Bruno Corà, “ha demolito e riconfigurato la
pittura occidentale”.
Un anniversario che anche la città di Pistoia
si appresta a celebrare con una grande mostra.
Il percorso espositivo presenta un nucleo
significativo di lavori appartenente alla collezione di Giuliano Gori, grande amico di Burri
fin dagli anni Sessanta, e una serie di fotografie di Aurelio Amendola, che con lui ha avuto
un lungo sodalizio professionale. Istantanee
che forniscono un fedele ritratto dell’artista
di Amendola: parte di una spettacolare serie
di scatti delle “Combustioni” realizzate nell’atelier di Morra nel 1976.
Il rapporto di Alberto Burri con la città di
Pistoia è testimoniato anche dal Grande
Ferro Celle, scultura progettata espressamente dall’artista nel 1986 per lo spazio
aperto e lungo la strada che unisce Montale
a Pistoia, nel punto di accesso alla Fattoria di
Celle di Santomato, sede della Collezione
Gori. Perfettamente inserita nell’ambiente
circostante, la scultura, attraverso l’incrocio
di ogive metalliche, dà origine a differenti
inquadrature e punti d’osservazione del paesaggio. “Fa parte della serie di sculture che
Burri soleva realizzare in occasione di avvenimenti straordinari - afferma Gori - quali la
Biennale di Venezia o Kassel”.
In mostra, oltre ai notevoli pezzi della Collezione Gori, riferibili in parte agli anni Cinquanta, si potrà ammirare l’opera di rilevante
valenza storica Sacco, del 1952, prestata
dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello. I sacchi rappresentano un pezzo importante della storia di
Burri e dell’Italia dopo l’ultima guerra.
Possono essere considerati la risposta dell’arte italiana ai linguaggi dell’informale.
L’allestimento porta la firma di Tiziano
Sarteanesi. Info: +39 02.8052151
Bruno Walpoth
NELLA NEVE VORREI STARE,legno di tiglio
BRUNO WALPOTH.
L’EMOZIONE DEL SILENZIO
Pietrasanta, Accesso Galleria
14 giugno - 26 luglio 2015
Dal 14 giugno al 16 luglio una piccola comunità di dieci personaggi accoglie il visitatore
nelle sale della galleria: dieci presenze scolpite nel legno di tiglio, di noce, di olmo che non interagiscono tra loro, assorte nei
loro pensieri e nella loro vita interiore.
All’osservatore è richiesto di porsi in ascolto, in silenzio, di quel dialogo interno che le
sculture instaurano con loro stesse.
Bruno Walpoth proviene dalla lunga e gloriosa
tradizione degli scultori della Val Gardena:
quattrocento anni di storia che negli ultimi
decenni ha ritrovato ampio slancio grazie
all’opera di grandi artisti come i Demetz,
Willy Verginer, Walter Moroder e lo stesso
Walpoth.
Come le sue opere, Bruno Walpoth è un
artista silenzioso che ama lavorare nella
solitudine del suo studio a Ortisei. L’intento
delle sculture - che si ispirano a modelli reali
delle sue figure va alla ricerca di una bellezza
universale: “I corpi o i mezzibusti perfetti
nella loro aderenza al reale - scrive Danila
Serafini in un suo testo - si sostanziano del
silenzio che l’artista ricerca e si sublimano
nella rigorosa pulizia della forma che il legno
di tiglio sigilla. Walpoth li pone spesso su di una
base colorata che scolla le sagome da qualsiasi
riferimento spaziale o temporale oppure, circonda le plastiche intere di vuoto assoluto”.
Ne sono un esempio, tra le opere esposte a
Pietrasanta, le opere “Nadia” e “Valentina”.
Il suo metodo di lavoro è molto lento ed
estremamente accurato: nella fase iniziale
del lavoro utilizza una motosega per sbozzare
la figura, poi passa agli scalpelli. Infine lavora la superficie con una raspa. Una volta
terminata la fase scultorea stende sulla pelle
delle figure un leggero strato di colore acrilico
bianco, che non va a celare la texture del legno
sottostante ed è finalizzato ad accentuare la
carica espressiva dei lineamenti della scultura.
Bellissime le parole dell’artista a tale proposito: “Preferisco levare materia invece che
aggiungerla: il processo che mi porta a togliere un po’ alla volta mi riesce meglio ed è più
consono a me”
Accesso Galleria tel. +39 340 410 4004
Mitrophan Grekov (1934),
PORTABANDIERA E TROMBETTIERE
L’IMPERATORE COMMODO in età giovanile
GUARDANDO ALL’URSS.
Realismo socialista in Italia
dal mito al mercato
Mantova, Fruttiere Palazzo Te
30 maggio - 4 ottobre 2015
Per la prima volta a Palazzo Te a Mantova,
un progetto espositivo che indaga le relazioni, gli scambi, gli sguardi e i “fuochi incrociati” tra arte italiana del secondo dopoguerra
e arte sovietica del realismo socialista, riflettendo su affinità elettive e divergenze culturali e linguistiche, in una mostra di grande
respiro internazionale e ricca di documenti,
video e fotografie, manifesti e libri, poco o
per nulla conosciuti al pubblico. La mostra
riconduce il visitatore agli anni della frontale
contrapposizione politica tra comunisti e democristiani, quelli di don Camillo e Peppone,
di Dio ti vede e Stalin no. Agli anni in cui per
metà degli italiani l’URSS era il mito, il
paradiso della giustizia sociale e il demonio
per l’altra metà.
Gli anni in cui grandi intellettuali italiani (Levi,
Calvino, Moravia tra i tanti) compivano il loro
pellegrinaggio laico a Mosca. Gli anni in cui
lunghe code si formavano all’Hermitage per
ammirare Guttuso. Lo fa in modo del tutto
originale: al centro di questa proposta è infatti
la riflessione sull’immagine mitica dell’URSS
nell’Italia del secondo dopoguerra e sul ruolo
assunto dall’iconografia realista nella sua
diffusione e veicolare.
Due gli ambiti scelti dal progetto per indagare
questa vicenda ancora inedita e affascinante: da un lato l’iniziativa del Premio Suzzara,
voluto da Dino Villani e dal sindaco comunista Tebe Mignoni con Cesare Zavattini e
destinato, dal 1948 per quasi trent’anni, a far
riflettere sul linguaggio realista e sul tema del
lavoro. Gli artisti partecipanti e premiati (da
Guttuso a Zigaina, da Gorni a Borgonzoni, da
Mucchi a Pizzinato, da Fabbri a Sughi, solo
per fare alcuni nomi) introducono il tema del
ruolo dell’arte figurativa all’interno della politica culturale del PCI.
Una seconda sezione della mostra si propone
di ricostruire l’immagine dell’URSS in Italia
nel secondo dopoguerra, con uno sguardo
particolare rivolto alla ricostruzione delle
opere e alla loro influenza in Italia.
Info 0376 3232 66
L’ETA’ DELL’ANGOSCIA
da COMMODO a
DIOCLEZIANO
Roma, Musei Capitolini
sino al 4 ottobre 2015
La mostra “L’Età dell’Angoscia. Da
Commodo a Diocleziano (189-305 d.C.),
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della
Repubblica, è il quarto importante appuntamento del ciclo “I Giorni di Roma”, progetto
quinquennale di mostre che alterna esposizioni a carattere prettamente monografico
(Ritratti. Le tante facce del potere, Costruire
un Impero), a mostre dal taglio diacronico
(L’Età della Conquista, L’Età dell’Equilibrio).
L’Età dell’Angoscia si sofferma sui profondi
cambiamenti che segnarono il III secolo d.
C., secolo ritenuto tradizionalmente di “crisi”
dell’impero, ma in realtà contenente in nuce
alcuni dei germogli più fecondi destinati a
mutare per sempre le età successive e ad
aprire le porte verso la società tardo-antica.
Il titolo della mostra trae spunto da un’opera
di Eric Dodds intitolata “Pagani e cristiani in
un’epoca di angoscia”, edita del 1965, dedicata nello specifico proprio al III secolo d.C,
Dodds era amico del poeta anglo-americano
W.H. Auden, che nel ‘47 aveva pubblicato
The Age of Anxiety, poema capace di mettere
in luce il vuoto dell’esistenza nel periodo della
seconda guerra mondiale, caratterizzato dalla
conversione o ritorno al Cristianesimo e dalla
volontà di aderire a un credo religioso, da un
“salto di fede”. La mostra racconta la diffusa
crisi spirituale e religiosa che in un clima di
ansia generalizzata portò a un abbandono delle
religioni tradizionali e all’adesione sempre più
massiccia al culto di divinità provenienti dall’Oriente: Iside, Cibele, Mithra, Sabazio. Oltre
a loro, naturalmente, Cristo. L’ansia derivava
da alcuni problemi concreti.
Info 0639967800
ARTECULTURA 13
Elena
Bellaviti
La voce
della natura
Un tessuto di laboriose foglie che s’incontrano a spina di pesce per formare
quell’allusione di profondità che sembra
come trovarsi in una virtuosa scena
compositiva della natura. Un fogliame
forte e congiunto a colpi d’estro di un
verde che movimenta un sussulto come
se fosse una danza tutta presa in serrato
dialogo con il vento. L’aspetto del dipinto
“VIALE PER SALISBURY” che la pittrice Elena Bellaviti propone in questo
mese di giugno di avanzata primavera
con l’auspicio di una salutare estate con
il verde della natura. Un dipinto che
annovera simili facoltà estetico-morali
strutturati su un lungo fondo marrone in
cui la tonalità accentua ancora in modo
mirabile la spinta evocativa. La caratteristica di ritmate campiture come punto
d’incontro in un emblematico vertice che
nel dipinto addita la profondità e l’armonia che lo compone dove le foglie dispongono l’opera come se dovessero essere
lette in un testo alfabetizzato. Una spontanea prodezza pittorica. (Marpanoza)
Elena Bellaviti
“VIALE PER SALISBURY”
Olio su tela, cm. 30x40
Info:[email protected]
Michele
Giannattasio
L’architettura
del sogno
Eruzione tonale
Persevera nell’architettura del fertile
immaginario l’ideazione che muta il
simbolo nella costante orientativa
della ricerca che attesta un metodo
dell’indagine avanzata nella quale si
coniugano il remoto e l’attuale desiderio. L’evento pittorico che scopre
nelle snellite strutture di un pino con
chioma in festa d’artista che sembra
voler dialogare con un futuro in
armonia di stelle.Trattasi di uno stato
d’animo innovativo dal punto di vista
formale che sorprende per la natura
estrosa della composizione e la vitalità
futuribile dell’azzurro che maggiormente incolora l’opera. Un pino, il quale
si erige ritto verso l’alto del cielo come
per cantare al vento del destino l’energia
d’una creatività pittorica che sorprende,
appunto, per il prodigio dell’intuizione e
la determinazione del realizzato. Voluto
da innata novità che contraddistingue
l’operato di tavolozza che fa animazione pittorica in Michele Giannattasio, che in “RINASCITA DEL
PINO” pone in tutta evidenza il suo
nuovo dipinto, carica del pittore nato e
formato in vari corsi di specializzazione,
Accademia di Brera compresa.
Marpanoza
Michele Giannattasio
“RINASCITA DEL PINO”
Olio su tela.
14
ARTECULTURA
Silvana
Testa
Itinerario
ignoto
E’molto probabile che l’uomo abbia
avuto origine dall’acqua miliardi di anni
fa quando il sole riscaldò la Terra e le
acque degli oceani con il calore
generarono le prime cellule organiche.
Poi l’acqua nella pittura a tutt’oggi è tutto
poiché è impossibile realizzare un’opera
senza la presenza dell’acqua. Sono per
noi i motivi della pittrice ricercatrice
Silvana Testa che in questo caso
presenta, appunto, il dipinto “ACQUA”.
Su un fondo di azzurro prussiano l’artista
condensa gli elementi di composizione
acquatica (idrogeno ed ossigeno). Un
dipinto - scomposto ed ordinato caratterizzato da sviluppi di fantasia
creativa disposti come se legati per unità
di sezione e di appartenenza al corpo
completo dell’opera. Una composizione
anche divertente per il suo estroso
artificio di movimento e di richiami
culturali che lasciano bene intendere
come nella pittura di Silvana Testa vi sia
operante una spinta di ricerca verso
l’ignoto che bussa alla porta del mare per
conoscere dove è buio.
Marpanoza
Silvana Testa
“ACQUA” 2013
olio su tela, cm. 120x90
Giovanni
Jurato
Gianfranco
Rontani
L’intrasparenza
della materia luminosa
Tra le personalità
dell’arte del XX Secolo
Un’atmosfera in foschia di sole mediterraneo che dipinge per giugno il noto
pittore di vissuta esperienza Giovanni
Jurato,“LA BALATA - MARZAMEMI”
2014. Una lirica caratteristica che dipinge
il quadro con il colore e l’odore che
evapora dal tessuto della terra di
salmastra allusione. Tipica tavolozza
dell’artista che si sente legato al luogo
siculo per istinto d’origine e di vera
formazione artistica. Un dipinto dalle
tensioni antiche nel quale il rustico
classico di tonalità marrone luminoso
secco, dal quale nella composizione delle
campiture respira l’eterno dialogo con la
luce, l’a-datato di tempo vissuto. Non di
meno per le case disposte in fila indiana
le mura incorniciano le porte come per
offrire una carezza d’unità e di solidarietà
alle emozioni che nei secoli si sono
susseguite. Emozioni che la storia non
menziona ma che sono attive e vive nelle
biblioteche delle menti che da millenni custodiscono i fatti della vita, i respiri dei
giorni e il destino mediterrano incantato
dal sole. (Marpanoza)
Referenze:
ARTECULTURA
Via Ciovasso 19
20121 Milano tel. 02-86464093
GALLERIA DEGLI ARTISTI
Via Nirone 1
20123 Milano tel. 02-867841
ASTARTE
Via C. Scalia 33
96018 PACHINO-Sr. tel. 3391363178
La pittura - come si sa - è molto sensibile alla primavera tanto da potersi
persino dire che non esista operatore
visivo che non formuli un suo elogio
alla nuova primavera. Naturalmente
ogni pittore la simboleggia a modo
proprio e il maestro Gianfranco
Rontani, che ARTECULTURA segue
da decenni, dipinge una figura in tutta
sintonia della nuova stagione che, per
appunto, intitola “RISVEGLIO”, olio
su tela di cm. 30x40, un un ritmo di
forme in grigio-nero-giallo da limpido contrappunto al corpo femminile.
Una donna che si colloca tra lo spazio
della mente e del sogno, realizzata da
una composizione piuttosto pastosamente materica. Un dipinto che respira tutta l’atmosfera che annovera la
personalità del maestro che nella sua
vita si è ben distinto per le sue scelte
operative espresse in direzione delle
donne e della campagna, senza ovviamente dimenticare le opere realizzate in grandi formati come il Carnevale di Viareggio o l’Inferno di Dante,
dipinti nei quali Rontani si è ben segnalato fino ad annoverarsi tra i maestri storici che firmano la pittura del
XX secolo. Una vita per la tavolozza
che davvero elogia in profondità l’uomo e la natura.
Marpanoza
Segromigno di Piano
(Lu)
Cell. 3349020404
Artecultura tel. 02-864.64.093
Gianfranco Rontani
“RISVEGLIO”
olio su tela, cm. 30x40
GALLERIA PONTE ROSSO
dal
1973GALLE
GALLERIA
PONTE ROSSO
dal 18 giugno
al 18 luglio 2015
Viaggio
in Italia
Savino Labò Lungomare in Versilia, 1962
Inaugurazione
giovedì 18 giugno ore 18
Giovanni Jurato
LA BALATA-MARZAMEMI 2014
Olio su tela, cm. 50x70
20121 - Milano via Brera 2
Corrisp. via Monte di Pietà 1A
Tel./Fax 02.86461053
E-mail: [email protected]
www.ponterosso.com
Orario di apertura:
10-12,30 / 15,30-19
Chiuso domenica e lunedì
ARTECULTURA
15
DARSENA
Milanesi e non in festa
per la riapertura
della fascinosa via fluviale
Una grande giornata di festa per dare il
bentornato ad uno dei luoghi storici più
amati e suggestivi della città. Sono davvero tantissimi i milanesi che hanno partecipato alla giornata inaugurale alla Darsena per celebrare la sua rinascita. Le
celebrazioni, che sono iniziate il 26 aprile alle 10.30 con il discorso del Sindaco,
hanno visto la partecipazione della
vicesindaco Lucia De Cesaris e degli
assessori Franco D’Alfonso, Carmela
Rozza, Pierfrancesco Maran, Daniela
Benelli, Chiara Bisconti, Filippo Del Corno, Cristina Tajani e Francesco Cappelli.
Secondo i dati della polizia locale, tra le
10 e le 16 di oggi, circa 50mila persone
sono passate ad omaggiare la Darsena
riqualificata in occasione di Expo 2015.
I festeggiamenti, resi possibili grazie alla
collaborazione tra Comune di Milano,
Consigli di Zona 5 e 6, DUC Navigli,
Navigli Lombardi Scarl, Fondazione Milano, Fondazione Triennale, Associazioni
di categoria, nonché le tre storiche
Canottieri di Milano (Olona, Milano e San
Cristoforo), sono continuati fino a tarda
sera. Ricco e variegato il programma
della giornata offerto a milanesi e turisti,
tra jam session, concerti musicali, dj set,
laboratori per bambini, mostre fotografiche, esposizioni artistiche, gare di canottaggio, gite in battello sui Navigli e
degustazioni di piadine romagnole grazie
alla partecipazione del Comune di Cervia.
Proprio nella giornata del 26 aprile 2015,
infatti, la città del ravennate ha sottoscritto con il Comune di Milano un protocollo di collaborazione per la reciproca promozione turistica dei territori. La giornata è stata anche un’occasione per presentare la pregevole operazione artistica
di Paolo Ferrari dal titolo “Un nuovo paesaggio nutre il viandante”.
Natura/Narrazione-Astrazione/Trasfigurazione. Asystemic Composition inAbsence N. 14. Si tratta di un’installazione composta di 26 opere di ampie dimensioni situate lungo un percorso che
si estende nei centri storici di Gaggiano
e Cisliano, a sud-ovest di Milano, e lungo
16
ARTECULTURA
Una panoramica dell’alto della giornata inaugurale della nuova Darsena
Il Sindaco di Milano Pisapia in battello affiancato da alcuni suoi collaboratori
le antiche vie d’acqua e di comunicazione da e per Milano. Tra gli eventi più
attesi per la serata, il suggestivo concerto a cura dell’Orchestra Verdi di Milano,
che è stato eseguito all’Auditorium a partire dalle 19.30, e il gran ballo presso
l’Associazione Marinai d’Italia in viale
Gorizia.
L’auspicio è che questa attesa inaugurazione possa segnare davvero l’avvio
di un efficace e partecipato percorso di
riqualificazione ambientale di Milano per
renderla non solo più bella, ma anche
più sana e nel contempo contribuire ad
avviare una più positiva socializzazione.
Rilevante poi è anche la possibilità di
iniziare un orientamento verso una viabilità meno congestionata da traffico,
smog. Con questa iniziativa Milano sembra voler ritornare alle sue migliori radici, a quel mondo leonardesco che con
largo anticipo sui tempi seppe già allora
intuire uno spazio urbano diverso, più
creativamente versatile, aperto alle suggestioni dell’arte, della scienza e della
tecnica. Da questo punto di vista Milano può incamminarsi verso un futuro forse più sereno, maggiormente sensibile a
quelle che sono le vere istanze dei cittadini, i quali sanno che un incontro tra
città e natura è oramai una esigenza fondamentale della vita sociale in tutte le
sue concrete e molteplici manifestazioni. (Aoristias)
Info 02 884 50 150
Milano Spazio PwC
14 maggio - 5 giugno 2015
Madre Terra è il progetto espositivo
per EXPO2015 a cura di Fabrizia
Buzio Negri, la quale unisce in una
grande collettiva con una trentina di
opere gli artisti di Officina Lombarda, una factory di ultima generazione, nata tra Varese, Milano e la Svizzera. Le idee di ogni singolo artista
convergono in un unico e vasto tema:
la Terra, fonte di vita, di creatività,
di benessere e di visione. Questo
gruppo mobile, che ha esposto nelle
città d’arte più celebri, come Parigi,
ARTISTI PER MILANO
Arte e Design espolorano la storia e l’anima della città
MADRE
TERRA
Barcellona, Roma e Berlino, presenta il proprio progetto nello spazio
espositivo PwC in uno degli edifici
più belli e prestigiosi di Milano: Palazzo Renzo Piano, che ospita la sede
del Sole 24 Ore, definito dallo stesso architetto “un edificio in ascolto”.
Attraverso lo Spazio Espositivo PwC,
si entra in contatto con l’arte e la cultura, ospitando da sempre esposizioni artistiche e convegni.
In dettaglio: Vanni Bellea e il riuso
artistico di migliaia di gabbiette dello spumante; Pierangela Cattini e
l’immaginario femminile dedicato
all’Acqua e alla Terra; la libertà di
Mirko Cervini nell’assolutezza
meditativa Zen. La venezuelana
Gladys Colmenares con il colore nell’energia primaria del vivere; Elda
Francesca Genghini tra materiali di
recupero in progress; Luca Ghielmi
e la carta per sfuggire la rappresentazione tradizionale. Martina Goetze
di Amburgo, con il simbolismo del
collage; Peter Hide 311065 e l’ironia del denaro in scatole-vetrina;
Giordano Redaelli con il packaging
neo-pop del consumismo quotidiano; Isabella Rigamonti e la fotografia per luoghi e non-luoghi. Giuseppe Sassi e l’esaltazione della Natura
più amata; Massimo Sesia nella metafisica del paesaggio umano; 3RE
(Trezza-Regidore) a quattro mani
dentro la materia e il colore assoluto.Una installazione unica e
complessiva di tutti gli artisti “mixa”
i linguaggi espressivi verso l’infinito del creato con i FIORI.
Info cell. 335 5443223
Vanni Cuoghi, Monolocale 21
3 giugno 2015 al 27 giugno
Fabbrica del Vapore
3 giugno 2015 al 24 luglio
Antonio Colombo Arte Contemp.
In un momento topico per Milano, per la
seconda volta sede dell’Expo Universale dopo la storica edizione del 1906, artisti, designer e writer sono chiamati a interpretare, attraverso le loro opere,
splendori e miserie di una città in continua evoluzione. Terra di mezzo della pianura subalpina e luogo di transito tra il
mediterraneo e il continente europeo,
Milano ha sempre rivestito un importante ruolo di crocevia di culture, segnando,
con la sua crescita, il passo della Storia.
Fondata dai Celti nel IV secolo a.C., la
città circondata dai fiumi Olona, Lambro
e Seveso, già capitale dell’Impero Romano, del Regno Longobardo e della
Repubblica Cisalpina, fu non solo uno dei
luoghi simbolo del Risorgimento, ma anche l’epicentro del Movimento Futurista
e della Rivoluzione Industriale.
Nel Novecento Milano è stata un luogo
di radicali trasformazioni socio-culturali,
un’officina del pensiero e dell’arte contemporanea, dal Ritorno all’Ordine del
Novecento fino alle sperimentazioni ottiche e cinetiche di Azimuth e del Gruppo N. All’ombra della Madoninna è, inoltre, cresciuto il mito della città sobria e
operosa, ma anche quello della Milano
da Bere degli anni Ottanta che divenne
l’emblema dell’edonismo. Centro nevralgico per la moda e il design, Milano è
oggi una città globale, terza urbe europea per estensione, dopo Londra e Parigi, e più visitata città italiana. Mentre
l’Expo affronta un tema di vasta portata, come la questione delle risorse
agroalimentari, questa mostra s’interroga sull’odierna identità della città che la
ospita. Ci si domanda, infatti, se alla
medianità geografica e territoriale che
Milano reca nel suo stesso toponimo
(Mediolanum – terra di mezzo) corrisponde ancora un ruolo centrale e strategico. Nessuno più degli artisti, è in grado di compiere tale valutazione, proprio
perché le loro visioni, in bilico tra fantasia e cultura di progetto, tra nostalgia e
utopia, sono le sole in grado di dare finalmente un volto e un’immagine a una
realtà dinamica, in costante evoluzione.
La mostra, ispirata al titolo di un noto
racconto di Dino Buzzati (La famosa invasione degli orsi in Sicilia) è suddivisa
in due sedi espositive, la Sala delle Colonne alla Fabbrica del Vapore e la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea di via Solferino.
Info 02 290 60 171
ARTECULTURA
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Tempo addietro, mi parve d’essermi avvicinato allo spirito creativo di Lela,
quando sintetizzai la sua ricerca col termine di “segnica”. Userei ancora la stessa
espressione, se non ci fosse altro, se nel frattempo non avessi saputo di Richard
Taylor che, trovandosi alla National Gallery di Camberra a cospetto d’una delle
opere di Pollock, non avesse pensato ai frattali. Pollock, insomma, senza essere
un matematico, aveva saputo collegare la sua pittura gocciolata al calcolo
matematico. Ecco che quel brulichio che vibra e s’attorciglia nelle superfici dei
cosiddetti target di Lela Pupillo, d’incanto mi sottraggono alla geometria
perfetta d’Euclide, per precipitarmi nella bellezza dei frattali, nell’autosimilitudine
che Dorazio ha praticato nelle sue calligrafie pittoriche. Nel cadere a precipizio,
mi pare d’annegare nei gialli di Mathieu, negli azzurri di Wols, nello spazio
chiaro creato dal nostro Santomaso.
scritto di Pino Di Silvestro da L’altrovesconosciuto
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ARTECULTURA
Lela Pupillo, le opere
Pagina di sinistra, in alto, da destra, in senso orario:
Quadrato 5, 2015, acrilico su tela cm. 60x60
Frattale, 2008, cm. 100,15x100,10
Venus Venus 8, 2006, acrilico su tela, cm.100x100
Venus Venus 5, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100
Venus Venus 3, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100
Pagina di destra, in alto, da sinistra in senso orario:
Venus Venus 7, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100
Venus Venus 6, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100
Venus Venus 1, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100
Venus Venus 2, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100
Venus Venus 4, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100
ARTECULTURA
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PADIGLIONE ARZEBAIJAN
alla 56^ Esposizione Internazionale d’Arte – Biennale di Venezia
Quest'anno alla 56^ Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia sarà
presente per la seconda volta l’Arzebaijan,
sostenuto dalla Fondazione Heydar Aliyev.
Per l'edizione 2015 della Biennale Arte,
l'Azerbaijan presenterà due mostre rivolte
al pubblico internazionale che celebrano le
voci di artisti che trattano di questioni sociali, di politica e ecologia di rilevanza globale.
De Pury e Emin Mammadov curano la
prima mostra, Beyond the Line che mette
in luce lo spirito che ancora permane di
artisti le cui vite e il cui lavoro nella metà
del XX secolo furono oscurati dal regime
repressivo sovietico. Susie Allen, Laura
Culpan, e Dea Vanagan di Artwise curano
invece la seconda mostra Vita Vitale, con la
quale l’Arzebaijan mette insieme artisti contemporanei internazionali il cui lavoro esprime la preoccupazione per il destino del nostro pianeta. Se le si guarda insieme, le due
mostre rivelano un paese che contempla il
suo passato e il suo futuro, attento all'impatto che le trasformazioni sociali e industriali
del XX secolo hanno sul suo stesso suolo e
su quello del mondo intero. Beyond the Line
rivisita un momento cruciale della storia
dell'Arzebaijan, facendo sentire le voci degli
artisti di questo paese della metà del secolo
scorso che erano state fatte tacere o ignorate dalle regole del Soviet.
Con Vita Vitale, l'Arzebaijan guarda avanti
e oltre i propri confini geografici costituendo
una piattaforma internazionale per artisti e
scienziati, che combatte le sfide ecologiche che stiamo affrontando oggigiorno a
livello globale e, domani, per effetto delle
nostre conquiste tecnologiche e del conseguente aumento del consumismo. Le
mostre presentano entrambe la voce di
artisti che gravitano attorno a temi sociali
e ambientali che definiscono non solo passato, presente e futuro dell'Azerbaijan ma
del pianeta tutto.
Beyond the Line
L'Arte può parlare della situazione ambientale in maniera diretta e allegoricamente.
Dovendo lavorare in condizioni di forte controllo gli artisti azeri d'avanguardia della metà
del XX secolo spesso hanno finito per usare
l'allegoria. Con gli anni ‘60 gli artisti che avevano atteggiamenti “di ribellione” e che deviavano dall'ideologia comunista non venivano più arrestati, giustiziati o banditi. Venivano puniti in maniera differente: il loro lavoro veniva ignorato, semplicemente non
potevano tenere delle mostre e non era loro
consentito viaggiare all'estero. In questo
modo venivano esclusi dalle strutture dello
Stato che regolavano l'arte ufficiale.
L'Arzebaijan presenta con orgoglio la loro
opera in Beyond the Line esponendo le opere di artisti non conformisti del periodo sovietico: Javad Mirjavadov, Tofik Javadov,
Ashraf Murad, Rasim Babayev, e lo scultore Fazil Najafov. In mostra sarà presentato il film Stepping over the horizon, di
Shamil Najafzada. T. + 49 30 48496350
Antoni Clavé (Barcellona 1913 – Saint
Tropez 2005), è tra gli artisti più interessanti su cui si accenderanno i riflettori
durante la 56^ Biennale di Venezia. È
infatti protagonista di una grande retrospettiva organizzata dalla Galleria d'Arte
Maggiore di Bologna presso i magnifici
spazi della Scoletta dei Battioro, sul Canal
Grande. Tra i maggiori protagonisti dell'arte dello scorso secolo, Clavé è un artista dalla personalità poliedrica capace
di scarti inaspettati e di inesauribile complessità, uno spirito curioso e sempre voltato verso la sperimentazione. La mostra
veneziana vuole mettere in luce la continua sfida ai processi artistici tradizionali
operata da Clavé per tutto l'arco della
sua carriera, spaziando attraverso le di-
ANTONI CLAVE’
Beyond the Line: Oil Workers, 1958-1959, oil on canvas, 250x300 cm., Museum of Modern Art, Baku
Antoni Clavé: Vu a` Vicky Street, 1990,
cm 145 x 130 - olio su alluminio
verse produzioni dell'artista. Pochi sono
gli artisti che nel corso del XX° secolo
sono riusciti, come Antoni Clavé, a coniugare un'altissima coerenza artistica e
intellettuale con una mai sopita tendenza
alla sperimentazione. Ed è proprio quest'unità, nella complessità, ad essere protagonista della mostra organizzata durante la 56.^ Biennale d'Arte di Venezia. Aperta dalla grande scultura in bronzo, “Guerrier et bouclier”, in esposizione si troveranno gli oli in omaggio al grande maestro Greco, assieme alle sperimentazioni
degli anni '70 a tecnica mista, con l'utilizzo del collage e dei rilievi su foglia d'alluminio e le grandiose tele degli anni '90.
Se la scultura ha per tema la figura umana – un guerriero, ultimo erede di una civiltà scomparsa, una composizione ricca
di mistero eppure pervasa di ironia -, le
opere degli anni '70 recano, letteralmente, in assenza le tracce degli oggetti che
compongono la quotidianità dell'artista
20
ARTECULTURA
INTERVENTISMO 2015-1915
ANTONI
CLAVE’
UNITA’ D’ITALIA E 1a GUERRA MONDIALE
Valerio Adami, Camel, 1967
IL PREMIO
LISSONE
1946-1967
A settant’anni dalla sua prima edizione, la
rassegna ripercorre la vicenda del più innovativo e rivoluzionario dei premi italiani di
pittura, che ha accompagnato l’evoluzione
del linguaggio artistico del secondo Novecento. Il percorso espositivo, diviso per gruppi
e correnti, presenta 48 opere di autori quali
Emilio Vedova, Antoni Tàpies, Mattia Moreni,
Ennio Morlotti, Karel Appel, Luis Feito, Mario
Schifano e altri. In occasione di EXPO 2015,
Lissone celebra l’evento culturale che, all’indomani della fine della seconda guerra
mondiale, ha posto il centro brianzolo nel
cuore del dibattito culturale europeo ed è stato testimone della nascita e dello sviluppo
delle tendenze più innovative del ventennio postbellico. A settant’anni dalla sua
prima edizione, il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone ripercorre la storia del
Premio Lissone, la cui natura attiva e
propositiva doveva rimanere, secondo le
parole di Guido Le Noci, “polemica e di
estrema avanguardia”, e che ha seguito
l’evoluzione del linguaggio creativo del
secondo Novecento, grazie alla partecipazione di autori quali Emilio Vedova, Antoni
Tàpies, Mattia Moreni, Ennio Morlotti,
Karel Appel, Luis Feito, Mario Schifano e
altri. La mostra, in programma dal 24 maggio al 1° novembre 2015, curata da Alberto Zanchetta, direttore del Museo d’Arte
Contemporanea di Lissone, presenta 48
opere, tutte appartenenti alla collezione del
Premio Lissone. Info www.museolissone.it
Giacomo Balla, Sventolio di Bandiere
Gorizia, Musei Provinciali
Sino al 6 gennaio 2016
Con l’apertura della nuovissima sezione del
Museo della Grande Guerra dedicata all’Interventismo, i Musei Provinciali di Gorizia si
sono assicurati una “prima” culturale d’eccezione. Si tratta di un dipinto, mai esposto
in precedenza al pubblico, di uno dei protagonisti assoluti del Futurismo: Giacomo
Balla.Raffaella Sgubin, che dei Musei Provinciali è il Direttore, chiarisce che non si
tratta di un dipinto “qualunque” di Balla ma
di un’opera appena scoperta, anzi svelata, e
dalla storia davvero particolarissima. L’olio,
esposto per la prima volta a Gorizia, è rimasto
per quasi un secolo sepolto sotto uno strato di
pittura nera, sul retro di un’opera ben nota di Balla,
la “Verginità” del 1925.
E’ osservando con luce radente il retro di
questa celebre opera, che gli esperti si sono
resi conto che la superficie tutta nera sembrava nascondere un altro dipinto. Così un
intervento di restauro ha portato alla scoperta di un dipinto antecedente, eccezionalmente conservato, che rappresenta, come
afferma Fabio Benzi, la più importante novità su Giacomo Balla emersa negli ultimi anni,
ma anche una fondamentale acquisizione per
la storia stessa del Futurismo. Il dipinto messo in luce dalla pulitura della vernice nera si
è rivelato infatti appartenere a una precisa
serie di opere eseguite da Balla tra la fine
del 1914 e la primavera del 1915, da lui stesso definite “pitture interventiste”, perché eseguite nel momento di grande tensione politica e culturale che vide la maggior parte de-
gli intellettuali italiani schierati a favore dell’intervento dell’Italia, che si realizzò infine
con la dichiarazione di guerra del 23 maggio
1915. Il Futurismo, è noto, giocò un ruolo di
punta all’interno dell’interventismo italiano
e Balla ebbe ad affermare, nel manifesto Il
vestito antineutrale del settembre 1914, che
“La neutralità è la sintesi di tutti i passatismi”:
alle parole fece seguire i fatti, partecipando
attivamente alle manifestazioni interventiste
e venendo anche arrestato. Il dipinto
riscoperto, Dimostrazione interventista, si
colloca all’interno della fase astrattista
futurista, in cui, assente ogni riferimento alle
forme naturali, l’artista si serve di linee astratte e colori smaltati e puri per esprimere il
dinamismo conflittuale tra forze innovative
interventiste e forze di resistenza neutralistica, laddove le forze positive sono simboleggiate dalle componenti cromatiche del
tricolore italiano e quelle neutraliste, al contrario, da una tramatura nera che opprime
la nazione mentre il nodo sabaudo sancisce l’unità nazionale.La pittura di Giacomo Balla a tema patriottico è rappresentata, oltre che da Dimostrazione interventista, da altri dipinti: Sventolio di bandiere,
dal bozzetto per Dimostrazione XX
settembre.Analogamente a quanto avvenne negli altri Stati europei, molti disegnatori si posero al servizio della propaganda
di guerra; altre volte, invece, funsero da
coscienza critica nei confronti di un avvenimento che consideravano solo una
grande sciagura.
Info 0481 533926
ARTECULTURA 21
Nei luoghi
dell’immagine
a cura di Aoristias
M. Benedetti, Senza titolo, 1999/2011, eliografia,
acquatinta, punta secca su rame, cm. 50 x 35
BENEDETTI - N. VARGA
Si è conclusa lo scorso aprile alla Galleria
Scoglio di Quarto di Milano l’interessante
esposizione che ha visto il limpido confronto tra le raffinate calcografie di Mario Benedetti e le poetiche visioni di Miklos N.
Varga. Per Benedetti si sviluppa un linguaggio visivo dal battito neo-informale in cui serrata e dinamica diventa la dialettica tra bianchi e neri, pieni e vuoti, che lasciano libero
spazio all’evocazione di orientarsi con la
sua imprevedibilità. Nelle sue composizioni
si avverte, inconsapevole, la forza di un
evento che con la sua misteriosa energia
contagia la genesi e lo sviluppo dell’immagine. Varga nelle sue ritmate espressioni poetiche, valorizzate anche da un’acuta articolazione spaziale, lascia campo libero all’allegoria, alla sua lucida forza che
sottolinea verso per verso l’hinc et nunc
della situazione, in un senso del tempo dall’acuta vertigine ciclica. In catalogo acuta
presentazione di Stefano Soddu.
Info 02 5831 7556
PIETRO’S BAG
Mercoledì 1 aprile – Carola Costella ha presentato la sua nuova collezione “Un quadro
a portata di mano 2015” presso lo Showroom
Butturini, via Tortona 14.
La nuova limited edition, dopo il grande successo della prima linea lanciata nel 2014,
comprende non solo borse come pochette,
bauletti, tracolle e cartelle unisex, ma anche
bracciali donna, cinture uomo-donna e porta
iPad, tutto rigorosamente dipinto a mano e
in pelle pregiata.
La caratteristica assolutamente unica di questa artista è quella di utilizzare la tela da lei
dipinta e applicarla poi sui suoi modelli. Un
22 ARTECULTURA
vero e proprio “quadro a portata di mano”.
info www.carolocostella.it
AGNETTI
Una parabola che si apre con un capolavoro
del 1967, data della sua prima personale, e
si chiude con creazioni del 1980, un anno
prima dell’improvvisa e prematura scomparsa. In mezzo la storia, straordinaria, di una
delle figure capitali per l’arte concettuale.
Lo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano
dedica a Vincenzo Agnetti (1926-1981) una
completa mostra antologica, in scena dal 19
maggio al 15 novembre sotto il titolo di Testimonianza, per la curatela di Bruno Corà,
con il patrocinio dell’Archivio Agnetti e in
collaborazione con la Galleria Il Ponte di Firenze. Ad essere esposte sono 32 opere fondamentali per entrare nell’immaginario creativo di un protagonista assoluto del secondo Novecento. Info 02 795 251
QIU ZHIJIE
Dall’8 maggio al 31 agosto il Caffè Florian
di Venezia presenta la XIII edizione di “Temporanea - Le Realtà possibili del Caffè
Florian”, con la mostra “So, we’ll go no more
a roving” dell’artista Qiu Zhijie curata da
Stefano Stipitivich. Il titolo della mostra di
Qiu Zhijie è tratto da una poesia di Lord
Byron. Zhijie davvero reinterpreta la Sala
Cinese del Caffè più antico del mondo con
un’opera site specific realizzata in esclusiva
per la collezione Florian: pareti, soffitto, pavimento, tavolo e sedie sono rivestiti con
specchi sui quali sono state incise frasi di
frequentatori famosi del Florian che rievocano conversazioni avvenute all’interno della
Sala. Le scritte appaiono rovesciate e quindi possono essere lette soltanto attraverso
lo specchio situato in posizione opposta.
Info 041 520 5641
pone l'accento su un autore che ha segnato la pittura europea dell'Ottocento.
L’esposizione si sofferma sulla maturità
del Piccio, attraverso una selezione di dodici capolavori, disposti secondo un percorso cronologico e tutti provenienti da
prestigiose collezioni private, alcuni inediti o assenti dal panorama espositivo da
decenni. Milano, Galleria Maspes.
Sino al 28 giugno 2015
PORTELLI
“Lasciando tracce...” è il titolo della bella
mostra personale di Santina Portelli in programma dal 16 al 28 maggio alla Galleria
Eustachi di Milano. Nelle opere presentate
si ha modo di constatare il carattere riflessivo ed intimo della sua pittura, così ricca
di interrogativi e di stimolanti spunti di meditazione. Decisamente la pittrice si orienta
verso un linguaggio che coinvolge l’osservatore al di là della pura rappresentazione, per concretizzare invece, sul filo
della metafora, un reciproco dialogo e
confronto. Non è un caso che allora l’artista insista in particolar modo su una visione che diventa atmosfera, ma lontano
da ogni eccheggiamento neo-romantico,
piuttosto sul filo di un sensibile ed esistenziale realismo. info [email protected]
Santina Portelli, Vita tra i fiori
DYNYS
Chiara Dynys, tra le artiste italiane più note
nel mondo, celebre per le sue suggestive
installazioni, porta al Museo Carlo Bilotti di
Roma, nella cornice bellissima dell’Aranciera
di Villa Borghese, Pane Al Mondo: in mostra dal 14 maggio al 28 giugno cinque lavori
realizzati negli ultimi anni, strettamente connessi alle tematiche di EXPO 2015. La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali. I Servizi Museali
sono di Zètema Progetto Cultura.
PICCIO (1804-1873)
La mostra, curata da Francesco Luigi
Maspes, è accompagnata da un catalogo che
attraverso un saggio introduttivo di Francesco Rossi, già direttore per oltre trent’anni
della Pinacoteca dell’Accademia Carrara di
Bergamo, e alle schede critiche di ogni opera di Pierluigi De Vecchi e Maria Piatto,
autori del Catalogo ragionato dell’artista,
YUDZON
“A ROOM FOR THE NIGHT” è la prima
mostra in Italia dell’artista russo/americano
Alex Yudzon. Un’esposizione che s’inaugura sabato 30 maggio allo spazio
LABottega di Marina di Pietrasanta. Nell'autunno del 2015, è invece prevista la
prima statunitense presso la sarahcrown,
New York.Alex Yudzon, artista russo/americano vive e lavora a New York. Yudzon
combina nelle sue opere immagini tradizionali della cultura russa e americana, rappresentando la rotta di collisione tra le due.
Inscenando spesso un’atmosfera assurda, in cui tutto è possibile, i suoi disegni,
dipinti e le tecniche miste commentano il
trauma collettivo e le vuote promesse lasciate sulla scia del crollo Sovietico. Essendo immigrato da un paese a un altro in
giovane età, Yudzon è sempre stato affascinato dall'idea di luogo, identità e
instabilità.La mostra è in programma sino
al 19 luglio 2015. Info 0584 22502
Guttuso, Ritratto di Moravia, 1982
Guttuso, Ritratto di Mimise con il cappello rosso, 1940
GUTTUSO
Ritratti ed Autoritratti
Bagheria, Museo Guttuso - Villa Cattolica
18 aprile - 21 giugno 2015
L’esposizione, curata da Fabio Carapezza
Guttuso e Dora Favatella Lo Cascio, è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della
Repubblica e il Patrocinio del Ministero dei
Beni e delle Attività e del Turismo. E’ promossa, dalla Regione Siciliana - Assessorato Regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana (Sicilia Pofesr 2007- 2013),
dalla Città di Bagheria e dagli Archivi
Guttuso.
Grazie al lungo lavoro di ricerca compiuto
dagli Archivi Guttuso, le opere sono state
scelte tra quelle presenti nei più importanti
musei, tra i quali la Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma e il Museo degli Uffizi,
oltre che nelle collezioni private più rappresentative. Sarà così possibile ammirare i ritratti di scrittori come Alberto Moravia,
Michael Angel Asturias, Nino Savarese, Carlo
Levi, critici come Natalino Sapegno,
Santangelo, poeti come Montale, Neruda,
attori come la Magnani, Zeudi Araja, intellettuali e politici come Amendola, Bufalini,
Alicata artisti come Picasso, Turcato,
Consagra, Leoncillo, Fontana, Manzù che al
pittore ha dedicato il grande monumento funebre, posto nel giardino del museo Guttuso.
Una galleria di personaggi che testimonia la
straordinaria capacità dell’artista di intessere
rapporti dai quali sarebbero nati sodalizi, e si
sarebbero sviluppati movimenti artistici, come
Corrente e il Fronte nuovo delle arti.
Bagheria, la città natale, e la Sicilia, che l’artista abbandona precocemente, spesso
riaffiorano nei numerosi ritratti dedicati al
padre culminanti nel visionario Gioacchino
Guttuso Agrimensore,1966 colto nell’esercizio della sua professione; nel Ritratto della
madre,1940, Giuseppina d’Amico, emerge il dramma della recente scomparsa del
marito e la tristezza per il figlio lontano.
Attraverso l’esposizione degli autoritratti
sarà possibile scrutare nell’animo dell’artista, seguirlo, dagli esordi fino alla maturità, nella costruzione della sua identità,
vedere riflessa, nel suo bel volto, la condizione umana con le sue sofferenze, i suoi
miti, le sue passioni.Da segnalare anche
l’importante inedito Ritratto di Giovanni
Pirelli, 1959, l’intellettuale che rinunziò ad
assumere la guida dell’azienda di famiglia
per seguire le proprie passioni intellettuali
e politiche, che ebbe con Guttuso un forte legame ricostruito nel catalogo sulla base
di documenti inediti.La presenza di Picasso
nella vita di Guttuso è come una camera
oscura nella quale l’uomo si sovrappone
alle immagini più pregnanti delle sue opere, i quadri dedicati dall’artista all’amico,
dopo la sua morte, sono come sogni dove
si intersecano immagini e persone come
nella Colazione con la Dama di Cranach,
1973 o nello struggente Lamento per la
morte di Picasso.A Mimise, la compagna
della vita, che sposerà nel 1950, è dedicata una galleria di ritratti tra i quali Mimise
con il cappello rosso,1938, e l’Autoritratto
con Mimise,1966 nel quale l’artista si ritrae con la moglie, costruendo una composizione che, sul filo della autobiografia,
unisce il suo Autoritratto del 1940 e il ritratto di Mimise, del 1947. I ritratti e gli
autoritratti saranno contestualizzati in un
allestimento che prevede la proiezione di
filmati d’epoca, messi a disposizione dalla
RAI e dall’Istituto Luce materiale documentario, in gran parte inedito, fornito
dagli Archivi Guttuso. Info 091 943902/06
Troubetzkoy, Ragazza sul lago
Domodossola, Casa De Rodis
31 maggio - 31 ottobre 2015
L’esposizione presenta 65 opere, tra dipinti, disegni e sculture, provenienti dalla Collezione Poscio e da altre raccolte
private in grado di approfondire il tema
della ritrattistica italiana di fine Ottocento
e il legame tra Carlo Fornara e la tradizione figurativa sviluppata in valle
Vigezzo.Il percorso espositivo propone
anche un confronto tra i maggiori espo-
Carlo Fornara
E IL RITRATTO
VIGEZZINO
nenti di questo genere di pittura, attraverso lavori di autori quali Gaetano
Previati, Tranquillo Cremona, Giovanni
Segantini, Giovanni Boldini, Giuseppe
Pellizza da Volpedo, Emilio Longoni, Angelo Morbelli e altri. Un viaggio intimo
nella ritrattistica di fine Ottocento, guidati dagli occhi e dagli sguardi di Carlo
Fornara, tra i maggiori interpreti dell’arte
italiana della prima metà del XX secolo.Le
sale di Casa de Rodis, palazzetto di origine medievale nel cuore di Domodossola,
accoglie del 31 maggio al 31 ottobre
2015, la mostra Carlo Fornara e il ritratto vigezzino, curata da Annie-Paule
Quinsac, che presenta 65 opere, tra dipinti, disegni e sculture, provenienti dalla Collezione Poscio e da altre collezioni
private. L’itinerario allestito all’interno
di Casa de Rodis propone una prima sezione sulle radici della ritrattistica
vigezzina, quindi le origini e la formazione della vera e propria Scuola di Belle
Arti che si costituisce nell’Ottocento. Qui
saranno presentate anche due tele del
pittore francese Adolphe Monticelli,che
seppe trasmettere agli allievi della Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, le
folgorazioni coloristiche del maestro di
Marsiglia. (Aoristias)
[email protected]
ARTECULTURA 23
HUMAN OR NOT HUMAN ?
Le Sculture-Ambiente di Antony Gormley
HUMAN, Forte di Belvedere, Florence, Italy, Photograph by Emiliano Cribari
Dal 26 aprile Firenze ospita le opere
di Antony Gormley, uno dei più apprezzati scultori viventi. La mostra dal
titolo Human, segue i grandi successi
delle esposizioni di Zhang Huan che
ha accompagnato la riapertura del Forte di Belvedere nel 2013 e di Giuseppe Penone nel 2014. Curata da Sergio Risaliti e Arabella Natalini,
Human vede riunite più di cento opere di Gormley nelle sale interne della
palazzina, sui bastioni, sulle scalinate
e le terrazze, occupando ogni lato della
fortezza cinquecentesca con le sue
straordinarie viste sulla città e le colline circostanti.Tra le opere in mostra
l’importante installazione Critical
Mass, un “anti-monumento che evoca
tutte le vittime del XX secolo”. L’opera, ideata originariamente nel 1995,
per un vecchio deposito di tram a
Vienna e farne un punto di riflessione
su un momento buio della storia della
Germania. Visibile sulla terrazza inferiore del Forte, Critical Mass, acquisisce una nuova forza nel confronto
con la città rinascimentale, la storia
dell’umanesimo e la continua e onnipresente relazione tra denaro e potere militare. Da notare che Le figure
più naturalistiche di Critical Mass, derivate da modelli presi direttamente
dal corpo dell’artista, sono in dialogo
con le recenti opere conosciute come
Blockworks, che restituiscono l’ana-
24
ARTECULTURA
tomia umana attraverso suggestivi volumi architettonici mentre ogni scultura è posizionata per entrare in risonanza con la struttura del Forte.La
grande esposizione, la più grande mai
concepita in uno spazio storico, trova
la sua collocazione “naturale” a Firenze, città nella quale, tra Quattrocento
e Cinquecento, artisti come Donatello, Michelangelo, Bandinelli e
Cellini si sono dedicati allo studio della rappresentazione dell’uomo “ideale” in rapporto all’architettura. Human
rinnova e conferma la determinazione della città a promuovere la cultura
contemporanea, cercando una limpida e cruciale interazione tra la Firenze del Rinascimento e la città attuale
in uno stretto dialogo tra scultura e
una rinnovata concezione dell’ambiente antropico.
In questi ultimi anni l’artista ha
reinterpretato l’immagine dell’uomo
nelle sue sculture attraverso una profonda esplorazione del corpo, inteso
come spazio di memoria e di trasformazione. A partire dagli anni ‘90
Antony Gormley sviluppa il suo particolare interesse per l’analisi della
condizione umana e nel contempo
indaga il corpo collettivo e la relazione tra il sè e gli altri nelle installazioni sviluppate su interventi a larga
scala.
Aoristias
Info 055 055
Torino, Biblioteca Reale
Sino al 26 giugno 2015
Perché l’illustre Theodor Mommsen,
accademico delle scienze di Berlino,
padre del diritto romano e politico
di punta nella Germania di Bismarck,
quasi ogni anno in primavera scendeva a Torino e si sistemava in casa
di Carlo Promis, professore di architettura? Che cosa lo spingeva a compiere faticose gite nelle campagne
cuneesi con il treno, il calesse, a piedi, da solo o in compagnia di oscuri
parroci di campagna e di studiosi di
antichità locali? La passione per
l’epigrafia, per quel patrimonio di
iscrizioni lasciate dagli antichi romani anche sul territorio piemontese, così importanti per conoscere le
abitudini, i costumi, la politica, l’economia, la devozione del mondo romano. Per questo, negli anni SessantaOttanta del XIX secolo, lo storico
Mommsen aveva bisogno di vedere di
persona i monumenti antichi, dispersi
nelle campagne e nelle collezioni pri-
PAROLE
E PIETRE
L’Epigrafia Romana
a Torino
vate, nei salotti e nelle stalle, e aveva
soprattutto bisogno di un sostegno
logistico per muoversi in una regione
sconosciuta.
Una storia raccontata dalla mostra
“Carlo Promis e Theodor Mommsen,
Cacciatori di pietre fra Torino e Berlino”, curata da Silvia Giorcelli
Bersani dell’Università di Torino e
aperta alla Biblioteca Reale dal 31
marzo al 26 giugno 2015. Un’occasione per rivivere la storia della nascita in Piemonte delle collezioni di
epigrafi romane attraverso un’eccezionale raccolta di opere manoscritte e a stampa che testimoniano l’evoluzione degli studi sull’antichità in
Piemonte fra il XVI e il XIX secolo.
Protagoniste anche le lettere tra
Mommsen e Promis che consentono di
ricostruire la metodologia di ricerca
di questi ‘cacciatori di pietre’ del XIX
secolo.Tra le testimonianza più preziose, inoltre, una notevole, e pressoché
inedita, collezione di epigrafi cristiane e la splendida iscrizione di un soldato britanno, per la prima volta esposta a Torino.
Info 011 543855
10 artisti californiani tutti provenienti da Los Angeles, tutti uniti oltre che
dall’arte, dalla passione e dalla pratica del Surf, si sono riuniti alle
Hawaii nel mese luglio 2013 per vivere e condividere tutti insieme un’avventura di sport e arte. Sono stati riuniti dalla curatrice e direttrice del
museo MOHA di Lancaster, Andi
Campognone, per vivere un’esperienza di sport e arte insieme e per girare
un film che li vede indiscussi protagonisti. Il film è stato girato dal filmaker
di Los Angeles Eric Minh Swenson, in
Kona, Hawaii e nella California meridionale, e conduce gli spettatori in
un viaggio attraverso gli stili, gli studi e i processi creativi dei 10 artisti,
uniti nella visione del mondo e guidati dalla famiglia, dall'amicizia, dalla
passione: “aloha” e MANA: il potere
A NAPOLI
Tra Arte e Surf
L’abile surfista cavalca l’onda
universale della terra e del mare. Interessante è sperimentare, come il surf
non è per queste persone solo una
pratica sportiva, ma un modo di essere, e un modo di pensare alla vita
e come le loro interazioni con le dinamiche del mare influenzano le loro
opere d'arte. Pertanto l’interesse che
questi artisti suscitano è da ricercarsi nel complesso della loro personalità sia artistica che sportiva, che
comportamentale: l’espressione di
un credo che si estrinseca nella
quotidianità della vita e nelle varie
forme artistiche ed espressive e che
non li lega affatto sotto un unicum
artistico, ma anzi li differenzia nelle
loro individualità, ma li sottende nel
modo di pensare e di atteggiarsi nella vita. La mostra delle opere d’arte, curata da C. Penna e A. Campognone, si svolgerà nelle sale di
Villa di Donato di Napoli dal 28 Maggio al 10 Giugno 2015. Il film della
durata di circa un’ora sarà proiettato in loop nella sede della mostra.
Info 081 660216
Daniel Buren,come un gioco di bambini
DANIEL BUREN
Come un gioco di bambini
Napoli, Museo Donna Regina
24 aprile - 31 agosto 2015
Il museo MADRE è lieto di presentare il primo dei progetti che, nel corso
del 2015, saranno appositamente commissionati all’artista francese Daniel
Buren (Boulogne-Villancourt, 1938)
per celebrare la relazione fra museo e
il suo pubblico, tra l’istituzione e la
sua comunità. Uno dei massimi artisti
contemporanei, Daniel Buren è autore di un’opera in cui la valenza visiva è
sempre associata a quella teorica, e il
cui elemento emblematico potrebbe
essere riassunto nella sua comprensione e utilizzo della nozione di in
situ: espressione con cui l’artista stesso indica la stringente interrelazione
fra i suoi interventi e i luoghi espositivi
(ma anche urbani) in cui essi sono realizzati. Formatosi all'Ecole des
Métiers d'Art di Parigi, Buren ha basato tutta la sua produzione su una stoffa da tende a righe di 8,7 cm, alternativamente bianche e colorate. Più recentemente, dagli anni Ottanta, Buren
ha progressivamente accostato la realizzazione di opere di formato tradizionale in favore delle installazioni
architettoniche in spazi pubblici. Profondamente legato anche alla città di
Napoli dove è intervenuto più volte,
come a Palazzo dell’Arin ora ABC nel
quartiere Ponticelli e con una mostra
personale alla Reggia di Capodimonte
nel 1989, nel 1986 Buren ha partecipato alla Biennale di Venezia aggiudicandosi il Leone d'Oroper il miglior
Padiglione Nazionale. Da aprile a agosto 2015 l’artista interverrà nella sala
Re_PUBBLICA MADRE con la grande installazione in situ intitolata Come
un gioco da bambini (2014-2015, in
collaborazione con Musée d’Art Moderne et Contemporain, Strasburgo).
Con questo intervento Buren accoglie
tutti i visitatori nella grande sala al piano terra del museo, trasformandola in
uno spazio di gioco, un vero e proprio
gioco di costruzioni a grandezza reale. L'opera – risultato della collaborazione fra l’artista e l’architetto
Patrick Bouchain – si propone come
un sottile dialogo con l'architettura,
che diventa quasi viva, performativa: i
visitatori hanno la possibilità di passeggiare all'interno di una città fatta
di cerchi ipnotici (su cui appaiono le
righe di 8,7 cm che sono il segno ricorrente e distintivo delle opere di
Daniel Buren), archi colorati, torri
cilindriche, basamenti quadrati, timpani triangolari, collocati simmetricamente fra loro quasi fossero parte dell'architettura stessa del museo, dotata
di una sua ipotetica ad alternativa
potenzialità fantastica e immaginativa. Info 081 19313 016
ARTECULTURA
25
ARTE-NATURA-STORIA
Lo stimolo intuitivo nell’esperienza cosciente
Uno degli aspetti di maggior dibattito concernente l’arte contemporanea e che da tempo stimola la riflessione di artisti, critici, storici, sociologhi dell’arte, consiste proprio
nella definizione dell’arte, in che cosa
e come essa si costituisca in quanto
arte e di conseguenza in che cosa si
differenzi da ciò che arte non è. Però,
nel contempo, occorre precisare che
il problema nell’epoca contemporanea
si presenta con caratteri nuovi rispetto al passato, in quanto non si tratta
più di come interpretare l’arte e le
sue opere, quanto proprio di identificarla l’arte. Infatti nel passato a livello teorico, come nell’ambito della sfera del gusto, si davano varie interpretazioni dell’arte, ma a partire comunque, dalla constatazione che si sapeva
cosa era l’arte, soltanto che poi ne
variano i giudizi sulla sua essenza.
Oggi, proprio la definizione dell’arte
sembra essersi smarrita e da un certo punto di vista in tutte le varie rassegne che all’arte internazionale sono
dedicate (Documenta, Biennale, Basilea etc.) si avverte consapevolmente o meno la presenza di quel
convitato di pietra che appunto risponde alla domanda “che cos’è l’arte ?”.
Un tempo il campo era ben delimitato, arte era l’affresco, la pittura, il
disegno, l’architettura, la scultura, poi
venivano le arti minori: l’oreficeria,
la ceramica etc. Quello che variava
era il giudizio filosofico sull’arte, in
riferimento alle diverse correnti del
pensiero estetico. Nel mondo di oggi,
questa domanda, resta ancora aperta e
del resto lo si deduce non solo dal
carattere del tutto particolare delle
principali manifestazioni d’arte, quelle per inciso che fanno tendenza, ma
anche dallo smarrimento di una parte
rilevante dell’opinione pubblica, anche
di quella cosiddetta “colta”. Spesso
persino per persone dotate di elevata
cultura come medici, ingegneri, avvocati, liberi professionisti, addentrarsi nel campo dell’arte contemporanea,
appare un’operazione non facile. Una
situazione che del resto ha del para-
26
ARTECULTURA
dossale, in quanto si verifica in un contesto storico e sociale in cui l’arte
tende a prendere sempre più piede,
trascendendo quello che un tempo
erano i luoghi e le motivazioni tradizionali del suo linguaggio e del suo
operare, per evadere in altri ambiti:
come la pubblicità, il mondo dell’industria, lo spazio urbano, il territorio,
l’informazione, la televisione. Gallerie, musei, atelier d’artista, non bastano più e forse sono in via di
superamento, la nuova spinta dell’arte, una volta uscita da questi riconoscibili luoghi, diventa irriconoscibile
infiltrandosi nei nuovi ambiti, su accennati. Del resto dire che l’arte è
irriconoscibile, non vuol dire affatto
che non ci sia, ma soltanto che essa
ha smarrito le sembianze di un tempo
e ritrovarle, ammesso che esistano,
dato il loro mutamento, non è affatto
facile. Da questo punto di vista non
aiuta la critica d’arte, neppure quella
specializzata, che non offre all’osservatore degli indizi congruenti per una
vera esamina del problema, ma spesso si limita ad una sorta di difesa d’ufficio di queste realizzazioni, a ripetere cosa essa è e non perché e in che
modo essa è diventata quello che è.
Neppure è vero che arte ed esistenza
si compenetrano al punto tale da non
essere più praticamente distinguibili,
perché ne consegue che se l’arte arrivasse al punto di identificarsi senza
ombra di dubbio con ciò che non è
arte, essa sparirebbe e si ritornerebbe
al punto di partenza: un mondo senza
arte. L’arte, infatti, rispetto alla realtà, intesa in tutte le sue varie dimensioni come psicologia, storia, natura,
paesaggio ha il compito non di seguirla ma di marcarne sempre una differenza. Il problema è se oggi essa è in
grado e/o se vuole farlo. Il problema
su accennato concerne soprattutto le
arti visive tradizionali, quelle che un
tempo erano dette pittura, scultura,
disegno etc, mentre in riferimento ad
altre espressioni come cinema, design, fotografia, televisione, il problema non si pone in quanto questi stru-
menti di odierna comunicazione ed
intrattenimento sono definiti a priori
dalla loro oggettiva consistenza tecnica, in quanto lì risiede in un certo
senso la loro percepibile evidente
riconoscibilità. Ma l’arte contemporanea, lo ripetiamo, sembra aver davvero smarrito il suo ubi consistam,
piegata dal filo prolisso di tautologie
che come una sorta di matrioska inghiottono la potenzialità liberatrice
dell’arte. Ne consegue che l’arte non
è più in grado di rivolgersi alle sue
fonti primarie, la natura, in primo luogo, che pur con tutti i suoi mutamenti,
non ha ancora trovato il suo nuovo
impressionismo che possa rilevarne
grandezza e visioni, anche se naturalmente oggi il paesaggio non è più
quello non solo dell’ottocento ma
neppure quello degli anni sessanta del
secolo scorso. Neppure è, a nostro avviso, molto sensato parlare di fine della pittura, in quanto essa non finirà
mai, le sue forme muteranno, come
sempre sono mutate sotto l’incalzare
della storia, dei nuovi eventi, come
anche di nuovi popoli e civiltà. Occorre comprendere che oggi le relazioni che legano l’uomo alla natura,
al suo passato storico, come anche
all’imprevedibilità del futuro sono
mutate e di conseguenza anche l’arte
deve mutare i suoi registri. Ciò che
fu fatto da Duchamp, con tutte le sue
ricadute nell’ambito delle varie tendenze concettuali è oramai consacrato alla storia, al museo. Da qui sorgono per gli artisti consapevoli di vivere
veramente nel loro tempo e non avvinti superficialmente da mode o
condizionamenti, nuovi stimoli di ricerca e di riflessione. Tutto è già stato fatto o visto, ovviamente, non ha
alcun fondamento, in quanto è vero
l’esatto contrario, poiché questo significa sempre l’apertura a nuove prospettive della storia, come dell’arte e
del pensiero. Da queste contraddizioni sarà probabilmente caratterizzata
l’arte di questo inizio di millennio, nel
cui groviglio si cela l’arte del futuro.
Aoristias
L'AUTODIDATTA NELLA STORIA
La vita di Tolstoj fu lunga e tragica, nell'accezione più vera del termine, ossia nel senso
che essa fu dominata da una profonda, segreta tensione: la si potrebbe definire una
tragedia dell'anima.
Tolstoj ebbe un'incessante, tormentosa evoluzione interiore, lottò con se stesso e con il
mondo, e questa lotta, talora impetuosa, alimentò senza sosta l'impulso creativo. Perciò lo studio della sua vita, come ha scritto
Igor Sibaldi, richiede impegno e fatica.Nel
1844 si iscrive all'università di Kazan (nell'attuale Tatarstan), prima alla facoltà di filosofia (sezione di studi orientali, dove supera
gli esami di arabo e turco), poi, l'anno dopo,
a quella di giurisprudenza, ma per via dello
scarso profitto non riuscirà mai ad ottenere
la laurea; provvede quindi da solo alla propria istruzione, ma questa formazione da
autodidatta gli provocherà spesso un senso
di disagio in società.La giovinezza dello scrittore è disordinata, tempestosa: a Kazan passa
le serate tra feste e spettacoli, perdendo grosse somme al gioco d'azzardo (circa dieci anni
dopo, a Baden-Baden, perderà ancora rovinosamente al gioco e lo salverà l'amico
Turgenev concedendogli un prestito) ma intanto legge molto, soprattutto filosofi e
moralisti.Particolare influenza ha su di lui
Jean-Jacques Rousseau.Non a caso, l'opera della conversione di Tolstoj, scritta trent'anni dopo, si intitolerà appunto – similmente
all'autobiografia rousseauiana – La confessione (1882). Autori come Rousseau, Sterne,
Puškin, Gogol' insegnano allo scrittore in erba
un principio fondamentale: in letteratura sono
importanti soprattutto la sincerità e la verità.
Proprio sotto questi influssi nascono le opere letterarie di Tolstoj: nel 1851 avviene la
prima redazione del racconto Infanzia (che
uscirà sulla rivista di Nekrasov Sovremennik
nel 1852, firmato con le sole iniziali) e la stesura di un altro racconto, incompiuto, Storia
della giornata di ieri. Lo scopo di quest'ultimo, secondo le parole dell'autore, era estremamente semplice ed insieme complicatissimo, quasi irrealizzabile: «descrivere
una giornata, con tutte le impressioni e i pensieri che la riempiono». Da questo germe si
può già intravedere lo sviluppo della possente
pianta: tendenza all'introspezione e alla vita
reale. Tolstoj resterà fino alla fine un
incrollabile realista. L'immaginazione slegata dalla realtà è quasi inesistente nei suoi libri. L'unica possibilità di utilizzare la fantasia consiste nell'elaborazione di qualche particolare, di qualche sfumatura che appartiene però ad un oggetto assolutamente reale.
Anche il successivo racconto, pubblicato
sempre su Sovremennik, è ispirato a criteri
TOLSTOJ
(1828-1910)
di verità quasi naturalistici: L'incursione
(1853), che nasce dal ricordo di un'autentica scorribanda compiuta da un battaglione
russo in un villaggio caucasico. Nel 1856
Tolstoj assiste il fratello Dmitrij, che muore
di tubercolosi. Si interessa poi per migliorare le condizioni dei contadini di Jasnaja
Poljana, ma questi sono diffidenti e rifiutano
le sue proposte, come accade al protagonista de La mattinata di un proprietario
terriero, racconto che Tolstoj pubblica in
quell'anno, e come accadrà anche al protagonista di Resurrezione, romanzo di
molti anni più tardi, di ispirazione parzialmente autobiografica.Il 1863 è anche l'anno di pubblicazione de I cosacchi – opera
ispirata ai ricordi del Caucaso e lungamente
rielaborata nel corso di un decennio – in
cui sono evidenti gli echi della lettura
rousseauiana ed in cui si esprime, con entusiasmo, la nostalgia per la vita a contatto con la natura, semplice e felice. Intanto, lo scrittore viaggia per l'Europa, dove
ha modo di conoscere Proudhon, Herzen,
Dickens.Il destino di Tolstoj, dopo il matrimonio, non poteva essere quello di un
tranquillo proprietario di campagna, tanto
più che la vita familiare, all'inizio felice,
stimolava persino i suoi istinti creativi: in
sette anni portò a termine Guerra e pace,
(1863-1869). La scelta di un tema storico, di fatti avvenuti cinquant'anni prima,
non era un rifiuto a partecipare ai dibattiti
sulle "grandi riforme", sullo scontro tra liberali e conservatori, sui primi attentati ter-
roristici (o anarchici come allora venivano chiamati), anzi era una risposta proprio a quei dibattiti, agli attacchi dei democratici contro la struttura nobiliare, alla
campagna per l'emancipazione della donna. Molte delle nuove idee furono accolte
da Tolstoj con scetticismo. Il suo ideale
era una società "buona" e patriarcale, era
la purezza della vita secondo natura. In
Guerra e pace Tolstoj affrontò questioni
fondamentali di carattere storico-filosofico, come il ruolo del popolo e dell'individuo nei grandi avvenimenti storici. Contrapponendo Napoleone a M.I.Kutuzov,
l'autore volle polemicamente dimostrare la
superiorità di Kutuzov, che aveva capito
lo spirito delle masse e aveva afferrato l'andamento degli eventi che vanno assecondati e non contrastati. Il romanzo
successivo, Anna Karenina (1873-1877),
è un'opera aggressiva e polemica, che affronta gran parte dei problemi sociali di
quegli anni. L'azione del romanzo si svolge in un ambiente che Tolstoj conosceva
perfettamente: l'alta società della capitale.
Tolstoj denuncia tutte le segrete motivazioni dei comportamenti dei personaggi,
le loro ipocrisie e le loro convenzioni, e
forse, quasi senza volerlo, mette sotto accusa non Anna, colpevole di aver tradito il
marito, ma la società, colpevole di averla
annientata.In Resurrezione (1889-1899)
Tolstoj descrive l'angoscia profonda dell'uomo di coscienza (e in primo luogo dell'autore) stretto nel meccanismo della burocrazia statale, nel ferreo "ordine delle
cose". Il romanzo denuncia in particolare
la disumanità delle condizioni carcerarie e
l'insensatezza delle vigenti istituzioni
giudiziarie. L'ultimo decennio vede allinearsi una serie di piccoli capolavori letterari, tra cui Chad•i-Murat (1896-1904, pubblicato nel 1912), La cedola falsa (19021904, pubblicato nel 1911), Dopo il ballo
(1903, pubblicato nel 1911), Appunti postumi dello starec Fedor Kuz'mic (1905,
pubblicato nel 1912), Il divino e l'umano
(1905) e il dramma Il cadavere vivente
(1900, pubblicato nel 1911). Morì ad
Astàpovo il 20 novembre 1910. Decine
sono state le manifestazioni organizzate per
la ricorrenza dei cento anni della morte dello
scrittore, dalla Germania agli Stati Uniti,
con la pubblicazione di nuove traduzioni
delle sue opere. La tenuta di Jasnaja Poljana
rimane il centro dell'attività degli studiosi
di Tolstoj e della sua famiglia. Nell'estate
2010 si sono riuniti più di 350 discendenti
dello scrittore. Aoristias
ARTECULTURA
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ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’
L’uomo contemporaneo
nella crisi delle Rappresentanze
E’ stato riportato più volte in questo
spazio di rubrica, ma lo dobbiamo
ripetere per necessità di coerenza:
“Nessun uomo in cuor proprio si
sente sottoposto ad un altro”. Una
naturale predisposizione della persona
che entra in conflitto con le regole
della società in cui vive, nel suo
inevitabile contrasto con la civiltà. E
non c’è adattamento che tenga, le leggi
della natura sono superiori a tutte le
ricerche dei laboratori. Posta così la
domanda ci fa subito sostenere che
tutta l’attuale inquietudine del mondo
è causa di un rigetto di Rappresentanza
sentita, sofferta e sopportata per
forzate ragioni oppressive in cui il
potere primeggia per struttura di
arroganza con la paura delle armi. Così i giorni della vita nascono e si
consumano in un dissapore che non ha
rivalsa di serenità.
Troppe usurate sono le regole che
disciplinano la società odierna, sfiduciata d’ogni tangibile segno di
equilibrio, persa in un divenire con le
saracinesche abbassate sulla discriminazione permanente. Una repressione di potere, difficile se non
impossibile da trasformare in una
democrazia di fatto, se prima non si
evolve culturalmente il costume nel
quale ora si vive e che attualmente
poggia la sua arroganza sulle armi di
cui per legge il potere si dota.
E se con la dovuta prevenzione non si
disarma prima la polizia e poi l’esercito, l’uguaglianza dei cittadini
resta una raccapricciante beffa! Una
situazione che con i suoi alti e bassi
delle epoche dura da millenni, ma che
attualmente potrebbe diventare esplosiva come non mai, se il senso della
responsabilità non pone l’incontro per
discutere fondatamente sul problema
e cercare la soluzione migliore con
premessa di finalità il disarmo. Iniziando, gradualmente con la polizia e
poi sperimentando la prevenzione
della responsabilità personale e
collettiva al fine di attuare il disarmo
28
ARTECULTURA
di tutte le forze armate. Questo perché
nelle sommosse d’inquietudine italiane ed europee, americane, ed
africane, dell’Occidente come dell’Oriente, sia pure nei modi diversi che
fanno richiamo ai costumi ed altre
varie cause, il denominatore che
unisce la protesta è comune, nel porre
le popolazioni contro le proprie Rappresentanze governative e che per
obiettiva soluzione coincidono nella
finalità improrogabile del disarmo.
Un disarmo che deve diventare la
strada dell’incontro capace di promuovere nuovi rapporti di convivenza
nella quale spesso inestricabilmente
ancora s’intrecciano le matasse delle
contraddizioni remote ed attuali che
si possono superare. Specie quando
viene a sussistere la comprensione
degli effettivi condizionamenti che
oscurano la coscienza dell’uomo
mediante false ideologie e pretese di
ascese miliardarie. Una follia incapace
di autocontrollo, questo il punto,
incapace di comprendere che il cervello dell’uomo non è un minerale
morto, se pure esiste. Ma una continua sua emozione in costante ricerca
di equilibrio di convivenza.
Così per affermare che le attuali Rappresentanze di tutti gli Stati del mondo
agiscono al di fuori della ragione, la
cui la gravità fa pensare che lo
facciano anche senza accorgersene.
Non sono capaci di prendere atto che
questo troppo contrastato modo di
vivere tra banche e miserie, tra inquietudini e indifferenza fa parte di un
linguaggio che non ha più motivo di
esistere. Se non come esaltazione di
rivolta dei più diseredati.
Ma di quale valore di Rappresentanza
di tutti gli Stati aderenti all’O.N.U. si
deve parlare quando si sono mostrati
totalmente indifferenti a delineare un
piano d’intervento affinché le migliaia
di migranti per mancato nutrimento
non annegassero per fame eterna nel
Mediterraneo ed altrove. Pure in
diversi rapporti relativi ai costumi nei
quali si nasce, ci si forma e si vive, un
filo di ragione la possono avere tutti
anche se questo sotto ogni punto di
vista non giustifica i bombardamenti
mirati dall’alto che massacrano anche
bambini e tanti altri innocenti.
L’uomo del Terzo Millennio ha piena
coscienza di sé ed ha ben presente che
il diritto della vita nella persona è
fondatamente intoccabile per legge di
natura. E senza tener presente questa
primaria legge umana di principio
universale, non è possibile parlare di
civiltà, di evoluzione della vita quando
stiamo precipitando in una barbarie
atomica che l’uomo non ha mai conosciuta. Ma è davvero questo che ci
fanno desiderare gli arsenali atomici
dell’Occidente? Ci rifiutiamo di
crederlo! Per cui cercare l’incontro tra
Oriente ed Occidente per valorizzare
insieme un equilibrio di vita in cui
vengano tenute presenti l’esigenze di
tutti, pensiamo che sia possibile.
Almeno per svelenire il nostro inquieto vivere da razzismi di ogni natura,
avendo però come base di partenza la
finalità culturale di valorizzare, senza
ritocchi di parte, l’universale coscienza dell’uomo attualmente troppo
limitata ai soli interessi particolari di
singoli o di comunità. Un aspetto
fondamentale che per ragione o per
positiva paura, qualche Rappresentanza
degli attuali Stati dovrà pur prendere
in considerazione, passando dal tentennamento al coraggio della prima
pietra posta in direzione del disarmo.
L’incontro accennato, ai nostri giorni,
è indispensabile e chi prima lo inizia
sarà considerato non il più debole che
agisce per paura, ma il più forte a
cospetto l’umana coscienza universale,
e di sicuro sarà stato il più saggio a
comprendere i significati della Nuova
Storia. Sappiamo benissimo che il
problema si presenta talmente intricato di contraddizione in cui si
combattono politica, religioni, etica,
tradizioni e costume e a prima vista si
presenta persino scoraggiante porsi il
problema dell’incontro, ma il coraggio
della necessità sa fare davvero miracoli. E le Rappresentanze di tutti gli
Stati questo lo sanno benissimo ed è
solo la decisione d’incominciare sulla
quale occorre decidere subito prima
che sia troppo tardi.
Naturalmente per affrontare il problema di far divenire una realtà di vita
quotidiana, uomini che vivano per
stretta di mano e senza fucili, bisogna
comprendere che la persona del
secolo Tremila non è più l’arretrato
della protostoria che se la faceva nei
pantaloni al solo scatenarsi di un
tuono. Ed a questo riguardo, grazie
soprattutto a Darwin, l’uomo ha compreso molto sulla sua possibile evoluzione e certe conoscenze che assicurino il suo equilibrio di vita
quotidiana potrà condividerle benissimo se messo in condizione di
poterlo fare. Anche da Freud ci sono
venute delle ottime indicazioni su
come sentirsi tranquilli e vivere di
fiducia con l’altro. E qui non si tratta
di pretendere una popolazione di
psicanalisti ma di domandarsi solo
sullo spirito poetico della natura per
comprenderlo e incominciare a vivere
nella libertà civilizzata della Nuova
Storia. Non è difficile come si possa
pensare perché la Poesia della natura è un valore innato che contraddistingue la personalità dell’uomo
dalla bestia. La Poesia della natura
è già un costume di vita equilibrato per
suo innato fattore che differenzia l’uomo
dai lupi, dai serpenti e da tanti altri animali,
se non tutti. E nemmeno sarebbe difficile
divulgarne la conoscenza, una volta che
le Rappresentanze all’O.N.U, si facessero davvero promotrici della
proposta qui solo succintamente avanzata. La sua divulgazione tradotta in
tutte le lingue ai tempi di Internet sarebbe
facilissima. Non è questo il vero problema,
ma di comprendere che fin tanto che
l’uomo avrà un fucile, farà la guerra. Ed
il disarmo al quale le Rappresentanze
degli Stati dovrebbero prestare la
massima attenzione consiste nella
semplicità di scoprire la Poesia della
natura per equilibrare di sicurezza la vita
del Pianeta. Altrimenti la sfiducia
generalizzata nelle Rappresentanze
può favorire pericolose esplosioni su
scala planetaria, incontrollabili.
Giuseppe Martucci
Sull’Espresso a Venezia.
Alla Biennale di Venezia il giorno precedente l’inaugurazione per il
pubblico viene riservato ancora adesso esclusivamente alla stampa ed agli
espositori. Nel 1968 fui accreditato dall’Ente quale critico d’arte, per
scrivere un articolo che poi pubblicai sulla rivista”Formaluce” di
Milano. Venezia in quei giorni era tappezzata di tanti manifesti, tra i quali
ce n’era uno molto grande e segnaletico di Remo Bianco, che esponeva
nel Padiglione dell’Italia. Al centro dello spazio bianco del manifesto
il pittore aveva collocato un bel gruppo di bambolotti come quelli che
utilizzavo io in quel periodo, insanguinati di rosso, sicuramente di forte
impatto visivo. Dal traghetto alle sale, tutti i conoscenti che incontrai si
complimentarono con me perché pensarono che il quadro del manifesto
citato l’avessi dipinto io… e mi assicurarono che sarebbero passati dal
Padiglione dell’Italia dove c’era la mia personale, che in realtà non
esisteva. Nel pomeriggio, come tutti i comuni mortali, mi concessi un
Antonio Fomez. “Omino che sbraita”(part.), 1964, tela acrilico, cm. 60 x 70.
attimo di relax nell’affollato bar dei Giardini, sedendomi ad un tavolo
per gustare un caffé con alcuni conoscenti o amici, come Vittorio
Fagone, Gianni Bertini e tanti altri. Molti avventori avevano in mano
L’Espresso”del 31 marzo del 1968, in quei tempi in formato gigante,
e taluni mi lodarono. Altri mi chiesero se fossi amico di Bruno Zevi o
di Renato De Fusco, in quanto sul numero appena uscito della rivista
c’era una recensione del primo che occupava metà pagina del giornale,
con due grandi quadri riprodotti, uno dei quali era il mio del 1964 che
campeggiava col fotomontaggio di un market (vedi foto simile) e con
un omino ribelle sbraitante dalla scatola di un noto detersivo; l’altro
era “Torre di Babele”di Bruegel, entrambi ripresi dal libro di Renato
De Fusco “Architettura come mass medium” (Dedalo Libri, Bari,
1967). Cascai dalle nuvole e risposi che li conoscevo solo di nome e
Antonio Fomez
che non li avevo mai visti.
ARTECULTURA
29
UN IMPLACABILE STRAVOLGITORE
DI VALORI CHIAMATO MICROFONO
Quando iniziammo a frequentare i teatri d’opera
immolando la magrezza
delle nostre disponibilità
economiche sopra altari di
cartapesta e polistirolo
espanso eravamo ancora studenti, e l’entusiasmo ci dava
la forza di lottare, a volte
fuor di metafora, per poterci
procurare al minore costo
possibile un biglietto d’ingresso, cosa non facilissima
vista la combattività dei
bagarini. Spesso finivamo
per rassegnarci al prezzo
pieno, il che limitava la
vastità dei nostri orizzonti,
anche perché a questa spesa
abbinavamo l’acquisto dei 33
giri dell’opera in questione
mediante i quali ci preparavamo all’evento.
Tuttavia, a fronte di tanto sacrificio, era ricorrente il capitombolare dagli empirei del volare alto
a inquietanti realtà, in quanto i cantanti
che si esibivano sul palcoscenico
troppo spesso apparivano non in serata,
quando non del tutto sfiatati. La
differenza fra i suoni che uscivano
dagli altoparlanti del giradischi e ciò
che arrivava alle nostre orecchie in
teatro appariva vistosa, e con imbarazzo
dobbiamo riconoscere di non averne
compreso subito il perché. Pensavamo
che i dischi (allora esistevano solo
quelli) almeno nel campo della lirica
fossero frutto di una semplice registrazione, e non di un lavoro tecnico
finalizzato all’ottimizzazione del
risultato.
Sono passati molti anni, nel corso dei
quali non ci era mai capitato di vedere
la registrazione di uno spettacolo cui
avevamo assistito, eccezione fatta per
uno strabiliante “King Arthur” del 2004 a
30
ARTECULTURA
Maria Callas interpreta Violetta nella Traviata 1958
Salisburgo, tuttavia non indicativo data
l’esiguità delle parti soliste cantate. È
stato “Lucio Silla” di Mozart, di cui
abbiamo parlato nel numero precedente,
a richiamarci al problema, in quanto tre
delle quattro voci femminili erano
decisamente sotto tono, il che faceva
ancora più risaltare quella di una brava
Marianne Crebassa. Il teatro (per
intenderci: la Scala), era zeppo di
telecamere e microfoni, e nell’arco di
una settimana RAI 5 ha replicato il tutto
la bellezza di quattro volte. A noi è
riuscito di seguirle tutte, esterrefatti,
perché non solo le tre flebili voci femminili
non sembravano flebili, e d’accordo, i
microfoni dovranno ben servire a
qualcosa, ma la voce significativa della
Crebassa finiva appiattita sulle altre,
annullando qualsiasi differenza.
Ciò solo per ribadire il concetto che il
valore di un cantante si misura attraverso
le sue prestazioni dal vivo, e che le
registrazioni servono solo a offrire un
prodotto commerciale di livello. La
cosa ha implicazioni un tempo pericolose
da mettere in evidenza, e che gli anni
trascorsi ci consentono invece di
affermare senza rischio per la nostra
incolumità. Cioè si può parlare con una
certa libertà della Callas, che quando si
chiamava Maria Meneghini Callas
aveva una voce, e quando è diventata la
Maria Callas reginetta del jet set ne ha
avuta un’altra. Ebbene, la Callas è
stata grande, anzi grandissima (finché
lo è stata, perciò non per molto) in
teatro. Le sue registrazioni possono
invece lasciar sfuggire blasfemi “tutto
qui?” capaci di mandare in bestia i
superstiti ma ancora bellicosi “vedovi
Callas” nonostante, sia su vinilico (che
rende meglio) che su CD, non mostrino
vette di eccezionalità e invece sottolineino lo “strabismo di Venere” di
qualche difetto.
Perciò che dire: le registrazioni sono
fondamentali per la conoscenza delle
opere, anche perché in teatro, oltre a
orchestra, coro e cantanti, ci sono i
registi, e chi ama la lirica tutto può
augurarsi fuorché qualcuno creda che
“Don Giovanni” di Mozart sia quello
brutalizzato dalla regia di Robert
Carsen, e che “Carmen” di Bizet abbia
a che fare con l’immaginifico mausoleo alla irrilevanza scostante
innalzato dalla regia di Emma Dante,
ma non possono rendere il valore di
una voce, che si misura solo dal vivo e,
beninteso, non in un salotto, dove
bisogna essere proprio negati per non
sembrare all’altezza, ma in un teatro da
2000 posti, con quelli dell’ultima fila
che coltivano la pretesa si sentire come
fossero in prima.
Giovanni Chiara
Umanità poetica - Costume poetico
“La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni”
Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della
poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione.
Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio
la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere
divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli
Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali.
HINTERLAND
DI SESSO E CANTO
Nei miei vagabondaggi
mi ritrovo a camminare
in un vecchio rione.
Rivedo i piccoli cortili
e case con ballatoi.
Il talamo un impero
deserto che vigilo sovrana
frantumando sementi e
frutti ingordi di vita
nelle notti sgranate
dal buio possente...
Così allieto ogni senso
di sesso e canto!
Infine ricompongo il mosaico
di vento brumoso
per una luce che si
approssima al tutto!
(per chi ama e non più)
Olga Matera
Strette vie,
cascine in parte ristrutturate.
Odore antico.
E mi ritrovo nell’atmosfera
dei vecchi paesi ormai
agglomerati nella città,
ma che hanno ancora
il loro fascino semplice
di povera gente.
Marialda Ciboldi
Rosa gialla
Grande caldo,
notti insonni,
crampi alle gambe,
sete.
Giorni trascorsi in
attesa di una piccola
bava di vento.
Ecco, arriva.
Ma il suo scopo è
solo quello di illuderci
e di far cadere i petali
gialli della rosa profumata
e abbandonarli sul prato.
Desiderio
Le mie nostalgie
le cupe malinconie
in una lunga giornata
fredda piovosa e ventosa
sono addolcite
da un’amicizia sincera
che viene dal Nord.
Le strade del mondo
sono addobbate
con striscioni arcobaleno.
Chiedono pace
silenzio, amicizia
solidarietà
che lega con un filo luminoso
tutte le creature del mondo.
Alessandra Prat
E’ PACE
Petali profumati
che gioivano il cuore.
Marialda Ciboldi
IL TEMPO DELLE ANIME
Un aroma amaro*
porta il vento
da dietro la collina,
dal mare ai monti
in un giardino.
L’aria si sposta
si annoda....
luce sulle nostre anime pazze
muta il colore.
*Poesia d’auto-analisi Corrado Montalto
Quando ci si scambia
la pace in Chiesa...
Silenzio e pace
al mattino presto,
neanche il rumor delle macchine.
Sento il verso dei corvi
e il cantar degli uccelli.
E’ una meraviglia
di notte non sentir nulla...
Al mattino e alla sera
godo di ascoltar gli uccelli cinguettare!
Clarissa Boccabella
SPIRAGLIO
Aveva un cuore
un buio
sconosciuto,
non era mio
quell’inatteso vuoto,
quel povero vagare
in cerca d’altro.
Sostavo nel generico
con pena
o ricadevo
in mille desideri.
Ho chiusi gli occhi
con decisa forza,
ho ricalcato i giorni miei
passati
pigramente
ho ripreso
nuovi passi.
E ne l’incerto
greve camminare
riscopro ancora
che son piena / d’ardore;
io te lo dono
accettalo se puoi
vi troverai dentro
il nome tuo.
Maria Teresa Mosconi
CIAO!
Sorride da tutte le soglie
Aprile di fiori e di foglie
E può mai, schietto sole
essere indifferente
allla Sua
Innamorata Sorridente !?
Giambattista Vignato
LUMINOSO GIUGNO
Salire per la selva dei sospiri
arrampicandosi con le mani
al tronco della speranza
pensando alla fuga
con le ali della fortuna
e fuggire dal terrore prepotente
nelle notti della calunnia
e riscattarsi con la luce di giugno
così lirica e infinita
la sua rinascita
una festa di creazione
in danza d’azzurro son le rondini
mentre disperato fugge il guerriero
Giuseppe Martucci
ARTECULTURA
31
...LIBRI....LIBRI..
a cura di Aoristiass
IL BONAMI DELL’ARTE. Incontri
ravvicinati della jungla contemporanea
Electa Edizioni
“Il mondo dell’arte è un mondo a parte,
è una piccola famiglia incestuosa, dove
quasi tutti vogliono poche cose, sempre
le stesse:successo, visibilità, soldi. In cambio sono disposti a vivere nella noia eterna. Ogni mondo – dall’arte, alla moda,
dal cinema, alla politica all’economia –
è un brutto mondo, dove ognuno ha gli
occhi puntati su ciò che fa l’altro.”
(F. Bonami)
Electa pubblica Il Bonami dell’arte. Incontri
ravvicinati della giungla contemporanea, il
nuovo libro di Francesco Bonami, una raccolta di ritratti di personaggi che l’autore ha
incontrato viaggiando per il mondo, curando
e visitando mostre. Francesco Bonami è
“l’enfant terrible” del mondo dell’arte, uno
dei critici e curatori più autorevoli e ricercati
nel panorama internazionale. Nel libro racconta gli incontri con 65 protagonisti dell’arte contemporanea provenienti dai 5 continenti: quelli che intuiva sarebbero diventati
famosi, quelli che lo sono effettivamente diventati, quelli che si sono persi per strada,
quelli che hanno deluso le sue aspettative,
quelli che del talento hanno abusato, quelli
che la fama ha rovinato... Non solo artisti
ma anche galleristi,collezionisti, architetti,
critici, stilisti, “insomma un po’ tutte quelle
bestie che popolano la giungla dell’arte” che
l’autore prova ad osservare raccontando
come le ha viste, qual è stata la sua prima o
ultima impressione. A ogni persona corrisponde un luogo, un lavoro che Bonami ha avuto
modo di vedere, pregi e difetti che ha potuto
constatare. Alcune persone le ha incontrate
appena, altre le ha conosciute meglio, alcune sono diventate amiche, altre nemiche. Da Kai Althof “il peggior tipo di artista che possa esistere al mondo”; a Kaspar
König maestro di carisma; a Charles Ray
che ricorda come a contare non sia tanto
il tempo impiegato per fare un’opera quanto invece quello impiegato nel viaggio verso l’opera; Una panoramica attuale, che
offre una graffiante visione dell’arte contemporanea con un linguaggio semplice e
accessibile anche al pubblico non specialistico. Un viaggio intrigante con le più
significative e discusse personalità dell’arte
d’oggi.
32
ARTECULTURA
Catherine Ingram, MATISSE COME
NON LO AVETE MAI VISTO
Electa Edizioni
“Ho sempre cercato di occultare i miei
sforzi e di conferire alle mie opere la
gioiosità impalpabile della primavera,
cosicché nessuno sospetti mai delle fatiche che mi è costato...”(Henri Matisse)
Il libro arricchisce la collana dedicata alle
biografie dei grandi artisti del Novecento
narrate tramite il racconto visivo. I testi di
Catherine Ingram e le illustrazioni di Agnès
Decourchelle mostrano il percorso artistico
di Matisse, che affonda le sue radici nella
cultura artigiana della sua città natale,
Bohain-en-Vermandois, un piccolo paese
nella Francia nordorientale. Senza musei e
gallerie d’arte, gli stimoli visivi per il giovane
Matisse provenivano dai tessuti lavorati ed
esposti per le strade. Da qui nasce quel gusto per l’arte decorativa e per il colore che
caratterizzerà tutta la produzione del pittore:
dalla Natura morta con tovaglia blu del
1909 passando per La Danza del 1910,
ispirata agli spettacoli innovativi della ballerina Loie Fuller, fino al grande murale
La Danza del 1932-33, commissionato dal
collezionista americano Alfred Barnes che
Matisse fu costretto a rifare dopo aver sbagliato le dimensioni a lavoro quasi ultimato. Oltre ad analizzare i capolavori dell’artista il libro si sofferma sulle vicende personali di Matisse, il fallimento della prima
relazione sentimentale, il matrimonio
decennale con Amelie, i viaggi e l’amore
per il collezionismo e gli ultimi anni trascorsi con Lydia, la giovane musa.
Flavio Favelli, GRAPE JUICE
Mercoledi 1 aprile, in concomitanza con
l'inaugurazione del progetto speciale di Flavio
Favelli al museo MAXXI di Roma, Gli Angeli degli Eroi, AlbumArte ha annunciato
l’uscita del significativo libro Flavio Favelli
Grape Juice, con testi di Cristina Cobianchi,
Flavio Favelli, Cristiana Perrella e Vittorio
Urbani, edito da Maretti Editore e prodotto
da AlbumArte e Nuova Icona.Il libro riporta
l’esperienza della residenza a Istanbul di
Flavio Favelli con AlbumArte (progetto Anteprima#3 aprile - maggio 2014) e della
mostra Grape Juice che ne è stata l’esito,
allestita alla Galata Rum Okulu (maggio giugno 2014), in cui l’artista ha presentato una nuova serie di opere realizzate in
rapporto diretto con la città, da lui vissuta
in un momento di particolare tensione socio-politica. La residenza e la mostra sono
state realizzate da: AlbumArte, Ambasciata d’Italia in Turchia, Istituto Italiano di
Cultura di Istanbul, Yapi Kredi Cultural
Activities Arts and Publishing, Camera di
Commercio Italiana in Turchia. Il libro è
stato pubblicato con il sostegno di Nuova
Icona e Maretti Editore. Info 063243882
Romano Prodi
MISSIONE INCOMPIUTA
Feltrinelli Editore
“Ci sono momenti storici in cui l’Italia ha bisogno di un’auto-illusione ed è disposta a non
guardare per nulla in avanti pur di continuare a illudersi. Attraversiamo spesso questi
momenti nella nostra storia nazionale...».
Romano Prodi è da decenni un protagonista
della vita nazionale, con ruoli diversi. Per
molti è il fondatore dell’Ulivo, l’unico presidente del Consiglio di centro-sinistra arrivato a Palazzo Chigi con il voto popolare, dopo
aver sconfitto per due volte alle elezioni Silvio Berlusconi. Ma è stato anche lo studioso
di economia che negli anni Sessanta ha scoperto e dato un’identità alle piccole imprese
italiane. Il presidente dell’Iri che ha ristrutturato la grande impresa pubblica e avviato
le privatizzazioni. E poi, all’inizio del nuovo
secolo, il presidente della Commissione europea nel momento dell’avvio dell’euro e
dell’allargamento ai paesi dell’Est. Infine,
l’inviato dell’Onu, l’italiano che conosce i
popoli nuovi del XXI secolo, dalla Cina all’Africa. Prodi ripercorre la sua biografia che
coincide con settant’anni di vita democratica: speranze, entusiasmi, paure, gli anni del
miracolo e quelli del declino. Il racconto di
come eravamo quando pensavamo di farcela e di quando si è smarrito il filo. Per concludere che uno dei più radicati mali nazionali è la tentazione di rifiutare la realtà e di
scegliere «la via facile, non la via difficile».
Anche perché, spesso, «l’alternativa credibile non c’è». Un libro colmo di rivelazioni
importanti e di retroscena gustosi e soprattutto un’intervista che è anche un manifesto
a favore di quella ‘strada scomoda’, di quella lunga fatica che il nostro paese stenta a
imboccare e a preferire rispetto a chi addita
i nuovi miracoli italiani.
Antonietta Dell’Arte
I DESIDERI DELLA FIABA
Passigli Poesia
Che tra poesia e fiaba non sussistano differenze di sostanza ma solo di mezzi espressivi è un fatto intuitivamente avvertibile che,
ora, nella recente opera di Antonietta Dell’Arte, diventa oggettiva realtà, racchiusa
tra le pagine di un libro. Contaminando ritmicamente e concettualmente i due registri
(fiaba e poesia) l’autrice elabora una sua
particolare cosmogonia interiore in cui storia, natura, morale, si dispiegano nel flusso
narrativo del verso. Dalla lettura emergono
i sentimenti della poetessa, riflessioni sulla
realtà con le sue asprezze e contraddizioni
ma anche improvvisi accenti di speranza,
sollecitati da una sottile vena ironica. Introduce il significativo volume un approfondito testo di Giò Ferri che analizza con
competenza il mondo fiabesco/poetico dell’autrice.
CONCORSI
CONCORSI
PITTURA - SCULTURA - CINEMATOGRAFIA - FOTOGRAFIA - MUSICA - VIDEO Concorso fotografico internazionale dedicato al
mondo agricolo in tutte le forme ed espressioni
Data ultima ricevimento delle opere il 30 giugno
2015- c/oArea Coldiretti PADIGLIONE ITALIA EXPO 2015 MILANO.Ha preso il via la settima edizione di Obiettivo Agricoltura, il concorso
fotografico internazionale promosso da Fata Assicurazioni Danni S.p. A. con il patrocinio del
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali della
Fédération international de l’Art Photographique
e della FIAF, Federazione Italiana Associazioni
Fotografiche. Articolazione su tre temi: 1) Il
paesaggio agricolo 2) Il lavoro nei campi ed i suoi
frutti 3) Agricoltura fonte di alimentazione.La
scadenza per l’invio delle proprie opere è il 30
giugno p.v. e la premiazione finale si terrà a
Milano, il 12 settembre p.v., con un’esposizione
presso l’Area Coldiretti del Padiglione Italia di
EXPO 2015 Milano. Info: +39.02.84560801
IV Mostra Internazionale di Arte
Contemporanea che apre la strada per Londra.
Marina di Pisa - Villa Bondi 9/15 Luglio 2015
Materia, idee ed emozioni trasformate in arte.
Scadenza iscrizioni 5 Giugno 2015 - Guarda come
potrai vincere una mostra a Londra. Fra tutti i
partecipanti una giuria qualificata in collaborazione con l’Università degli Studi di Pisa sceglierà
coloro che saranno invitati ad esporre in una
galleria londinese gratuitamente per una settimana.
Informazioni cellulare 348 5103772
CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI ARTISTI TORNA A MANTOVA “DIRITTI A COLORI”. Coinvolti bambini e ragazzi dai
3 ai 16 anni.La premiazione a giugno, durante la
prima edizione dell’International Children’s Rights
Festival, con madrina Ellen Hidding. Scadenza 8
Giugno. Circa 50 nazioni coinvolte, più di venti
solo quelle europee;per un numero di partecipanti che si aggira attorno alle 11.000 unità. Un fitto
calendario di incontri, talks, laboratori, performances,dibattiti. Info tel.0376 49951
[email protected]
Partecipazione alla mostra “APPRODI”
al Museo del Mare di Genova
20 luglio - 5 agosto 2015 - www.ok-art.it/galata
L’Associazione Divulgarti in compartecipazione
con OK-Art La invita alla selezione delle sue
opere per la prestigiosa mostra al Galata Museo
del Mare di Genova.Prenda visione della proposta
espositiva al sito www.ok-art.it/galata.
I posti disponibili sono limitati. Per qualunque
informazione scriva a : [email protected]
dovranno pervenire esclusivamente via e-mail
all’indirizzo di posta elettronica qua indicato
[email protected] allegando al testo
della mail, due files: il primo contenente il racconto
in formato MS Word per Windows XP o
OpenOffice Writer o txt, il secondo contenente la
scheda di partecipazione. La casella di posta
elettronica è attiva solo per la durata del
concorso.
Info: www.prolococeriale.it - cell. 338.5453805
POESIA LETTERARI
PREMIO NAZIONALE di POESIA, NARRATIVA, FOTOGRAFIA;
e CORTOMETRAGGI
AlberoAndronico 2015. Scadenza invio delle
opere entro il 30 giugno 2015. Tutti possono
partecipare. AlberoAndronico nasce per iniziativa
di un gruppo di persone con l’obiettivo di
promuovere e tutelare la partecipazione dei
cittadini alla vita culturale, civile e sociale del
territorio. Tra le attività dell’Associazione
figurano la promozione della cultura in tutte le
sue forme (tra cui quella letteraria, teatrale,
musicale e cinematografica), le iniziative rivolte
alle fasce più deboli, la pratica dello sport,
l’organizzazione con comitati di quartiere e
organismi scolastici, lo sviluppo di forme di
assistenza sociale, di tutela civica e ambientale.
Informazioni e regolamento: ASSOCIAZIONE
CULTURALE, SOCIALE E SPORTIVA ALBEROANDRONICO Via Teresa Gnoli , 42 - 44 00135 Roma [email protected]
5º Edizione del Concorso Nazionale
“POETIKA”, indetto da Onirica Edizioni in
collaborazione con l’Associazione culturale
Creazione, Comune di Castellina Marittima,
Provincia di Pisa.Il Premio è relativo ad opere di
poesia che si contraddistinguono per stile,
contenuto e originalità. La Partecipazione al
premio con massimo tre poesie inedite, non
superiore a 30 versi ciascuna. Il concorso è aperto
a tutti, anche ad autori stranieri, purché presentati
in lingua italiana. Scadenza del concorso 30
giugno 2015.Ogni concorrente dovrà inviare tre
copie dattiloscritte anonime delle opere con le
quali intende partecipare. I dati personali
(Cognome, Nome, Indirizzo, Data di nascita, Email
e Telefono), l’autorizzazione al trattamento degli
stessi, nonché la dichiarazione di appartenenza
dell’opera, dovranno essere inseriti in una
piccola busta la quale dev’essere spedita a:
Onirica Edizioni Concorso “POETIKA 2015” Casella Postale 2 - 56040 Castellina Marittima (PI).
Info: [email protected]
CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE
“ONDA D’ARTE” 2015. Scadenza 30 giugno
Non è richiesta alcuna tassa di partecipazione. Si
concorre inviando un’opera di lunghezza non
superiore alle 5 cartelle dattiloscritte (equivalenti a
9000 battute, spazi compresi) che dovrà prendere le
mosse dall’incipit dello scrittore Luca Bianchini tratto
dal suo romanzo “Io che amo solo te”. I lavori
PREMIO LETTERARIO CAVALLARI DI
PIZZOLI UNDICESIMA EDIZIONE:
La Pro Loco “Le Tre Montagne” di Pizzoli con il
patrocinio del Comune di Pizzoli indice la
undicesima edizione del premio Letterario
Nazionale CAVALLARI DI PIZZOLI. Il premio
si articola in 4 sezioni: A - POESIA EDITA
inviando da 1 a 5 poesie a tema libero; BNARRATIVA INEDITA invio da 1 a 5 racconti;
C- MICRO NARRATIVA inviando da 1 a 5 microracconti; D POESIA RAGAZZI non superiori ai
14 anni. Informazioni ulteriori : 3383176575
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ARTECULTURA
33
Mente e Disarmo
a
costume
poetico
XLIII Edizione Poesia Pace. Scadenza 15 luglio 2015
non per vincere ma creare equilibrio di convivenza
Patrocinio Comune di Cantalupo Ligure-Al.
...LIBRI....LIBRI..
Aderire
per conoscersi e compenetrarsi di fiducia con la spontaneità dello stimolo poetico della natura che
ci coinvolge e ci accompagna nel battito creativo universale della vita equilibrata, serena e pacifica. La
poesia della natura non ha gerarchia ma si struttura nel libero collegamento della purezza spirituale che
manifesta l’unità del valore umano nella concordanza etico-sociale di un costume poetico che sublima la
coscienza da ogni oppressione di violenza, di armi, di potere. Mente-Disarmo-Poesia costituiscono
l’insostituibile equilibrio che caratterizza di pace l’infinito divenire della civiltà. Il fucile non spara se la
mente non ordina all’indice di tirare il grilletto. Così a riflettere per un realismo culturale alternativo.
Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa Mente e Disarmo a costume poetico può essere effettuata
tramite 1 (uno) componimento che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga
di commento (non più di otto) sul suo perché da riprodursi a fondo pagina dello stesso componimento.
Saggistica: l’invio di una sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 20 righe A-4 per essere
accettata ed inserita esclusivamente in formato DOC ). In modo che il breve saggio sia di stimolo per
successivi incontri promossi dall’Autore ovunque opportuna la divulgazione di “Cultura per la pace”.
Artecultura, informata, divulgherà prontamente la notizia per un impegno sempre più decentrato.
1) L'adesione alla XLIII: Edizione di Poesia Pace:
Mente e Disarmo a costume poetico è gratuita.
L'iniziativa si autogestisce nello spirito di Artecultura orientata a
stimolare una serena convivenza sociale tra le persone.
2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca
della Pace, ideale di ogni libera persona umana. L'iniziativa non
assegna premi di classifica e gli Autori delle liriche o dei saggi
formalmente prescelti per l'inserimento nel volume antologico
"Cultura per la pace" 2015 riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una riproduzione artistica della copertina del volume.
3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo
di verifica formale, una Commissione composta da membri di
varie attività sociali.
4) La presentazione del volume sarà a fine novembre in data e
luogo opportunamente comunicati come per le passate edizioni.
5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che intende
acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume a parziale
sostegno di realizzazione ed il restante del volume a collocazione gratuita particolarmente nelle scuole ed ospedali.
Alla presentazione del volume antologico di Mente e Disarmo
a costume poetico 2015 tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad
essere presenti ovvero rappresentati da persone di loro fiducia
per il ritiro dei volumi ordinati e il dovuto per regolamento.
6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia
6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia
firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso
firmate
di autografa,
alla Segreteria
c/o Artecultura
- Via Ciovasso
19
- 20121
Milano o servirsi
dell'indirizzo
- [email protected]
19
20121
Milano
o
servirsi
dell'indirizzo
[email protected]
Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per
Saggi,
1 (solo
per ogni aderente)
vanno inviati esclusivamente per
via
e-mail
all’indirizzo:
[email protected]
[email protected]
via
all’indirizzo:
Pere-mail
le Scuole
si richiede
l'invio di componimenti a firma
Per le Scuole
si richiede
l'invio
a firma
colletcollettiva
in modo
da favorire
la di
piùcomponimenti
ampia presenza
scolastica
tiva
in
modo
da
favorire
la
più
ampia
presenza
scolastica
nel nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio nel
nuovo volume antologico. Previste Simboliche Borse di studio
7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale
7) Le Poesie
ed i Saggi debbono
essere
inediti,
di personale
ispirazione
e composizione
ed attinenti
al tema
Costume
Poetico
ispirazione
e
composizione
ed
attinenti
al
tema
Mente
e Disarmo
per il Disarmo nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni
sono
a costume
poetico
piùfirma
ampiadilibertà
di pensiero.
I minorenni
accettati
solo
con la nella
prevista
chi esercita
su di loro
la tutela.
sonosono
accettati
con lacomponimenti
prevista firmadedicati
di chi esercita
su diviventi.
loro la tutela.
Non
accettati
a persone
Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi.
8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali
8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali
9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire
9) In caso diche
nuove
esigenze,
il presente
regolamento
potrà per
subire
modifiche
migliorino
l'attività
di Costume
Poetico
il
modifiche-che
migliorino
Mente e Disarmo a costume
Disarmo
"Cultura
per l'attività
la pace"di2014.
poetico 2015.
Si può ad
partecipare
ad entrambe
le sezioni.
L’adesione
è limitata
una sola sezione
per Autore.
10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte.
Poesie
e Saggi fatti
pervenire
per spirito
di solidarietà
all'iniziativa
10)
Gli aderenti
accettano
il presente
regolamento
in ogni
sua parte.
non vengono
ed entrano
a far parte
dell'Archivio
"Cultura
Poesie
e Saggirestituiti
fatti pervenire
per spirito
di solidarietà
all'iniziativa
per vengono
la pace"restituiti
di ARTECULTURA.
non
ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura
per
lanella
pace"
di ARTECULTURA.
Sede
quale
permane l’Archivio di cui tutti possono prendeSede
nella quale
permane
cui tuttidi
possono
re visione
consultiva.
La l’Archivio
proprietà di
letteraria
tutti gliprendeelabore
visione
consultiva.
proprietà
letteraria
di tutti
gli elaborati
è ad ogni
effetto La
pertinente
agli
Autori dei
medesimi.
rati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi.
PARTECIPA E FAI PARTECIPARE!
Informazioni ulteriori e invio componimenti:
Mente e Disarmo a costume poetico 2015
c/o Artecultura Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093
http://www.artecultura.org
34
ARTECULTURA
e-mail: [email protected]
IPOTESI D’ARTE
DI NUOVA POETICA
E’ in fase di studio alla periferia di Milano un
progetto per nuovi rapporti con l’arte, incontri
culturali, esposizioni d’arte, iniziative di proposte
collettive, mostre personali, in un ambiente
che dalla tradizione si fa eco di novità
contemporanee mediante le iniziative annunciate per le quali gli artisti e quanti interessati
possono rivolgersi anche per accordi di visite
in luogo.
Una location ideale per agevolare il confronto
arte-natura di cui nell’epoca attuale si sente in
maniera particolarmente condivisa la necessità.
Da questo punto di vista il luogo si presenta
quanto mai suggestivo e aperto ad inedite
esplorazioni artistiche, culturali, ambientali
proprio per sottolineare l’importanza di una
ricerca che effettivamente non abbia confini.
Quindi in fase nascente un nuovo possibile
approccio espositivo che si pone ben al di là di
situazioni o condizionamenti più convenzionali.
Pertanto visitare questa invitante architettura
si presenta già come un eccellente stimolo a
quel dialogo con la realtà del paesaggio, della
pura emozione che affascina chi si sente
davvero sensibile all’arte e alle sue infinite
espressioni di oggi e l’animazione creativa
domani. (Marpanoza)
Visite: [email protected]
ARTECULTURA
35
Dall’alto in basso,
in senso orario:
le quattro riproduzioni che
fanno struttura architettonica
con la cascina ristrutturata
nell’insieme delle varie aree
coltivate e giardino in fiore.
GRANDE CILIEGIO
IN FIORE
In armonia di primaverile
estetica della Cascina dove è in
fase programmatica lo studio
ideale di un progetto artistico.
PORTICO DELLA CASA
PADRONALE CON
GLICINI IN FIORE
Uno straordinario spettacolo
della poesia della natura.
IL PORTONE D’INGRESSO
DELLA CASCINA
con allo studio per designare
interessanti eventi artistici e
culturali
ROSE DI MAGGIO.
Particolare di un significativo
portico inserito nella
interessante ristrutturata
Cascina
36
ARTECULTURA