dal 1967 in anteprima l`informazione artistico-culturale

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dal 1967 in anteprima l`informazione artistico-culturale
dal 1967 in anteprima l’informazione artistico-culturale
dal 1967 in anteprima l’informazione artistico-culturale
Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
libero accesso per visitare tutta la Rivista: www.artecultura.org
e-mail: [email protected]
Anno XLIX - N. 7 Luglio 2016 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano
In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa
ARTECULTURA
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Luciano Folloni
LA RIVERENZA ALLA POETICA
DELLA NATURA
E L’ARCHITETTURA D’URBANO
Nel corso del XX secolo la nascita
dell’arte informale ha rappresentato
uno straordinario punto di svolta nel
modo di concepire l’arte stessa, il suo
rapporto tra la potenzialità dell’espressione e i limiti della tecnica
pittorica tradizionale. Gli artisti informali, pur con le naturali differenze
di stile e di cultura, traevano ispirazione dai processi più interni dell’animo umano, andavano nel profondo della sfera dei sentimenti e delle emozioni, laddove nemmeno il turbolento surrealismo, ancora legato ad una
parvenza di figurazione, era giunto.
L’informale ebbe una risonanza non
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ARTECULTURA
solo europea, anche se l’Europa, direttamente sconvolta da due conflitti
mondiali, impresse ad esso le sue più
drammatiche ed evocative stimmate,
ma pur con altra intonazione, negli
Stati Uniti d’America. Naturalmente
una così vasta ed articolata esperienza artistica, ma si dovrebbe dire spirituale al più alto grado, non poteva non
essere recepita nei vari territori ove
si è diffusa con le loro particolari
caratteristiche e tendenze.
Così in area lombarda essa ha saputo
esplorare ed indagare il mondo della
natura, rinnovare la pittura di paesaggio, giunta oramai a forme di sterile
manierismo, anche se per paradosso
il punto più alto di questa parabola si
inscrive nell’esperienza degli Ultimi
Naturalisti che il grande critico Arcangeli aveva sostenuto negli anni cinquanta. Una storia che è fatta da importanti personalità come Moreni,
Mandelli, Chighine. Ed è all’interno
di queste premesse stilistiche e culturali che cresce, si sviluppa e si orienta l’arte pittorica di Luciano Folloni.
Artista di origine lombarda, dopo aver
frequentato e diplomatosi alla prestigiosa Scuola d’Arte del Castello
Sforzesco, a partire dagli anni sessanta inizia la sua attività espositiva e la
Il repertorio fotografico
La copertina:
“RIVERENZA DELLA NATURA”2005, cm. 90x100
Pag.2-3 seguono da sinistra a destra in senso orario:
“RIVERENZA DELLA NATURA 2001, cm. 80x100
“FRAMMENTI TERRESTRI” 2008, cm. 100x90
“RIVERENZA DELLA NATURA”2001,cm. 100x80”
“RIVERENZA DELLA NATURA”2008, cm. 80x100
“NATURA” 1996, cm. 60x80
Pagine 4-5 da sinistra in senso orario:
“MILANO” 1999/6, cm. 50x60
“RIVERENZA DELLA NATURA” 2008, cm. 90x100
“NUDO”1979, cm. 50x70
“MILANO” 1999/8, cm. 70x60
relazione con il mondo della critica d’arte. In questa fase la sua pittura si distingue per una pungente figuralità che,
rivitalizzando i lasciti di un sensibile postimpressionismo, annota con rapidità di osservazione il mondo esterno, lo rende
pulsante e brioso nella sua realtà di vita
e di sentimento. Tuttavia già in questi
limpidi saggi di virtuoso e partecipato
naturalismo sono in nuce gli aspetti più
profondi e pertinenti dell’arte di Folloni,
vale a dire la sensibilità colorista, il gusto
per le atmosfere vibranti ed avvolgenti,
la tendenza a far lievitare l’immagine,
a distorglierla poeticamente dal suo peso
plastico e volumetrico. Spazio e maARTECULTURA
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teria cromatica costituiscono per l’artista un binomio indissolubile all’interno di quella dialettica dei sentimenti
e dell’evocazioni che rappresenta la
trama sottile ed invisibile da cui scaturiscono la vitalità, l’immagine
folloniana più autentica. Pertanto nel
costante approfondimento interiore
quanto più l’immagine si libera del racconto, del frammento di cronaca vissuto, tanto più si potenzia nel suo nucleo più poeticamente palpabile e
rilevabile. Ed allora gli aspetti squisitamente pittorici entrano nella loro
giusta luce e prospettiva di realizzazione e lettura. A partire dal 2000
Folloni ha iniziato un nuovo ciclo di
opere, intitolato Rivivenze della Natura, in cui la realtà del paesaggio na-
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ARTECULTURA
turale rinasce in schemi espressivi
nuovi e coinvolgenti. Ad essi imprime
la forza della sua lucida psicologia
che pur rifuggendo dalle regole della
logica, sa conferire a queste opere un
loro puro ordine, fatto di emozioni, di
liricità, di acuta sensibilità. L’immagine vive in una sua magica atmosfera sospesa tra illusione e presenza,
vitalità e ricordo. La corposa matericità a volte pare innervarsi in strisce di accentuata energia luminosa,
quasi il segno di zone opposte che si
incontrano, si fondono in un ipotetico
confine della mente. E qui si avverte
come Folloni abbia una capacità di
raffinato distillatore della materialuce, così ricca di vibrazioni, di bagliori, di riflessi che sembrano rivivere,
illuminare quello che prima era un
deserto interiore. E come se la natura - e in questo caso ogni distinzione
tra interno ed esterno è puramente irrilevante - si sentisse intimamente
partecipe dei bisogni dell’uomo, delle sue aspirazioni, come anche delle
sue angosce. Nelle composizioni di
Folloni il colore è il tramite sensitivo
che sviluppa la genesi dell’immagine,
rendendola un’ardente trasfigurazione,
esaltando quelle sensazioni pure che
furono l’anima dell’impressionismo e
che ora l’artista colloca su un registro profondo, inconscio, ma da cui
la meraviglia del pensiero e dell’emozione sorgono con spontanea scoperta di nuovi spazi e desideri.
Teodosio Martuccidal
artistico-culturaledal 1967 in
ARTECULTURA
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Corrispondenza Culturale: Enti, Circoli, Associazioni segnalano.....
A MILANO
I MUSEI DEL MONDO
24° Conferenza Generale
di ICOM (International
Council of Museums)
Hans-Martin Hinz
Presidente ICOM
Alberto Garlandini
Presid. ICOM-Milano
Milano ospita un nuovo evento internazionale di
grande importanza culturale, sociale e politica: la
24° Conferenza Generale ICOM, il Consiglio
Internazionale dei Musei, che dal 3 al 9 luglio 2016
vedrà più di 4.000 esponenti ICOM provenienti da
oltre 130 Paesi discutere sul tema “Musei e
Paesaggi culturali”.Alla Conferenza Generale di
Milano - che quest’anno coincide con il 70°
anniversario dell’organizzazione internazionale
nata nel 1946 con l’intento di promuovere e
proteggere il patrimonio naturale e culturale,
presente e futuro, tangibile ed intangibile – non
parteciperanno solo i professionisti del patrimonio
culturale museale, ma anche restauratori,
archeologi, architetti, urbanisti, allestitori,
conservatori, ricercatori, bibliotecari, archivisti,
studenti, docenti universitari, artisti.
Fra i relatori saranno presenti come ospiti speciali
l’artista Christo e lo scrittore Orhan Pamuk (4
luglio), l’architetto Michele De Lucchi e il Ministro
per le parità di genere in Zambia Nkandu Luo (5
luglio), l’economista David Throsby (6 luglio).
In occasione della 24° Conferenza Generale ICOM
è previsto inoltre un ricco programma di eventi
collaterali aperti al pubblico nei principali musei
della città.Hans-Martin Hinz, Presidente ICOM
dichiara: “Ci aspettiamo la condivisione e il dialogo
su progetti che coprono numerosi campi d’interesse
grazie alla presenza di partecipanti provenienti da
diversi orizzonti culturali e linguistici. Un’occasione unica per sviluppare quadri concettuali
inclusivi, interdisciplinari e innovativi in un
ambiente museale in evoluzione”. Afferma
Alberto Garlandini, Presidente del Comitato Organizzatore Italiano di ICOM 2016 Milano:
“Abbiamo l’opportunità di costruire nuove
partnership con gli altri professionisti del
patrimonio culturale, che come noi difendono da
sempre il ruolo della conoscenza nella crescita
della società”. La Conferenza Generale è anche
l’occasione per conoscere più da vicino il ruolo di
ICOM nella promozione dell’ eccellenza nel campo
museale, oltre ad attività come la lotta al traffico
illecito di beni culturali e la gestione delle
emergenze in caso di disastri naturali o provocati
per mano dell’uomo. ICOM collabora inoltre con
l’UNESCO e con enti quali ICCROM, INTERPOL,
l’Associazione Mondiale delle Dogane e
l’Organizzazione Mondiale della Proprietà
Intellettuale. La 24° Conferenza Generale di ICOM
è organizzata da ICOM Italia in collaborazione
con: Ministero dei beni e delle attività culturali.
http://network.icom.museum/icom-milan-2016
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ARTECULTURA
CULTURA. PRESENTATA A
PALAZZO MARINO LA DECIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA ANTICA
“MILANO ARTE MUSICA”.
7 luglio -25 agosto 2016
Milano celebra i suoi primi dieci anni di attività
con un cartellone ricco di appuntamenti e novità:
24 date, 28 programmi musicali e 35 spettacoli ad
animare le chiese e le sale del centro storico e della
periferia milanese nel periodo estivo.
“Milano Arte Musica è una delle più importanti
rassegne internazionali di musica antica barocca,
che è molto cresciuta negli ultimi anni sia nel
programma, sempre più ricco di appuntamenti,
che nel successo di parte del pubblico, sempre più
numeroso, senza tuttavia mai perdere la coerenza
assoluta del suo progetto artistico -ha dichiarato
l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. Questo festival si può considerare un vero e proprio
ritorno al futuro perché propone sensibilità e
sonorità, create in un tempo lontano, che vengono eseguite oggi da musicisti di altissimo livello
per contribuire a costruire la cultura musicale di
domani”. Info: 02-884 50 150
A MILANO INTITOLATI GIARDINI A SALVADOR ALLENDE E
YITZHAK RABIN
Il Comune di Milano, a seguito di una delibera
approvata lo scorso primo aprile, ha intitolato due
giardini a Salvador Allende e Yitzhak Rabin. Ad
Allende, cofondatore e leader del Partito Socialista Cileno, Ministro della Sanità, Presidente del
Cile dal 1970 fino al colpo di stato militare dell’11
settembre 1973, autore di una vasta gamma di
riforme sociali, comprese le leggi sulla sicurezza e
la protezione dei lavoratori nelle fabbriche, è stato
intitolato un giardino in Zona 8, tra via
Domodossola, via Savonarola e via Corleone.
Al Premio Nobel per la Pace Yitzhak Rabin, Premier
israeliano ucciso nel 1995, che lavorò a lungo per
il processo di pace in Medio Oriente, arrivando a
siglare il 13 settembre 1993 con Yasser Arafat la
Dichiarazione dei Principi a Washington, è stato
dedicato il giardino di piazzale Tripoli in Zona 6.
Tel. +39 02 884 50150
Abbadia San Salvatore: il medioevo
torna a risplendere. Un intero paese
celebra l’antica “Offerta dei censi”
Arti e mestieri, taverne, duelli, mercatini e
cantori, nel centro storico della città del Monte
Amiata (Siena) si mette in scena un singolare
spaccato della vita del “Castrum” medievale
Ad Abbadia San Salvatore (Siena) il medioevo
torna a risplendere grazie ai suoi cittadini che per
tre giorni smettono gli abiti contemporanei e
tornano a vestire quelli dei loro avi dando vita a
una delle più importanti rievocazioni storiche
italiane. Nel secondo fine settimana di luglio la
città del Monte Amiata riscopre le sue origini di
“Castrum” medievale e mette in scena una festa
in costume, unica nel suo genere, che offre un
singolare spaccato della vita di quel tempo.
Info: 0577778324
Museo Federico II: un progetto
culturale per la Città di Jesi.
La Fondazione Federico II Stupor Mundi di Jesi ha,
tra le proprie finalità istituzionali, quella di valorizzare, promuovere e divulgare la vita, le attività,
la figura e la personalità di Federico II, anche
mediante l’uso delle nuove tecnologie. La suddetta
Fondazione si propone, tra gli altri, l’obiettivo di
promuovere e tutelare il patrimonio artistico e
culturale riconducibile a Federico II, a uso e beneficio pubblico ed anche al fine di valorizzare la
storia della Città di Jesi. Tali finalità si concretizzano
nella volontà di costituire un museo destinato a
celebrare la figura di Federico II di Svevia, nato a
Jesi il 26 dicembre del 1194, e di narrare l’influenza
nel contesto della storia locale, nazionale ed
europea. Info: 0731 202944
IL CAFFE’ DEI MALEDETTI FOTOGRAFI MAGGIO - SETTEMBRE A LABOTTEGA DI PIETRASANTA TERMINANO GLI APPUNTAMENTI CON I GRANDI
PROTAGONISTI DELLA FOTOGRAFIA
Grandi nomi della fotografia italiana e internazionale per la nuova stagione de il CAFFE’ DEI
MALEDETTI FOTOGRAFI in programma a partire dal mese di maggio fino al mese di settembre
2016. Promossa e organizzata dal magazine on
line Maledetti Fotografi e da LABottega, la rassegna propone un ciclo di interviste pubbliche a
sei grandi personalità del panorama fotografico
contemporaneo: Michael Ackerman, Denis
Curti, Settimio Benedusi, Francesco Cito, Maurizio Galimberti e Efrem Raimondi.
Maggiori informazioni su:www.labottegalab.com
Roma degli invisibili. Itinerari di povertà. Promozioni di pellegrinaggi
spirituali per giovani e meno giovani.
L’8 dicembre 2015 Papa Francesco ha ufficialmente dato avvio al Giubileo Straordinario della Misericordia, da lui indetto con la Bolla Misericordiae
Vultus III aprile 2015. Il Giubileo si concluderà il
20 novembre prossimo. L’Associazione Nazionale TGS (Turismo Giovanile e Sociale) riconosce
nel turismo valori fondamentali di formazione
della persona e promuove sia il turismo attivo, sia
il turismo ricettivo, abbracciandone soprattutto
le valenze sostenibili. Il turismo attivo ha come
strumento il viaggio formativo, che si qualifica
come: acquisizione ed ampliamento di conoscenze, esperienze di gruppo, ma anche di crescita
personale, esperienza non elitaria, ma essenziale
anche nell’utilizzo dei servizi, desiderio di verificare punti in comune e diversità tra le popolazioni,
superamento di barriere e pregiudizi. Il turismo
ricettivo, nell’ottica del TGS comporta l’esercizio
dell’ospitalità e accoglienza anche attraverso
forme organizzate e di cooperazione, e fonte di
nuova occupazione soprattutto per i giovani favorendo l’elevazione della vita sociale.
Info: [email protected]
WELLNESS INTEGRATO
Alla edizione 2016 del Salone del Mobile interesse
ha suscitato “Aqualite” disegnata da Alberto
Apostoli per Newform. Info tel. +39 045 8779190
Illycaffè main sponsor di
PARADOXA: arte contemporanea in Giappone, con un’installazione in première italiana.
Al via un progetto triennale in concomitanza
con Far East Film Festival, il maggiore festival
cinematografico orientale in Europa.
Udine, 16 aprile - 28 agosto 2016. Nella città che
ogni anno accoglie migliaia di appassionati di
Estremo Oriente, Paradoxa offre finalmente uno
sguardo complementare sulle arti plastiche e visive di quegli stessi paesi, a partire dai cinque
giapponesi invitati: Tatzu Nishi, Manya Kato,
Takahiro Iwasaki, Taro Izumi, Yuuki Matsumura.
L’esposizione trascende i confini della sede
museale: Udine è infatti la prima città d’Italia a
ricevere un site specific di Nishi (artista che
cambia il proprio nome continuamente e che assumerà per Udine lo pseudonimo di Taturo Atsu),
impegnato nella trasformazione dell’arte monumentale, identità visiva e pubblica città, in
luogo intimo e privato, a portata di fruitori. L’installazione realizzata grazie al sostegno di illycaffè,
prenderà vita attorno alla statua della Giustizia
(1614), uno dei simboli più noti di Piazza Libertà:
qui l’artista costruirà un vero e proprio spazio
abitativo inglobando il monumento all’interno di
una dimensione casalinga con arredi Calligaris.
Info: 342 8707351
La Borsa di Commercio di Parigi
ospiterà la Collezione Pinault.
Anne Hidalgo e François Pinault hanno annunciato la nascita di un sito permanente nella capitale francese presso la sede della Borsa di Commercio di Parigi, destinato alla presentazione della
Collezione Pinault. Il nuovo museo, che dovrebbe
aprire alla fine del 2018, contribuirà alla
rivitalizzazione del quartiere di Les Halles e ad
arricchire l’offerta culturale della città di Parigi.
Info: 01 42 76 60 01
In questo numero LUGLIO 2016
6 CORRISPONDENZA CULTURALE
7 SOMMARIO
8 ARTE GIAPPONESE - ITALIANA
9 RISORGIMENTO POETICO
10 INTERLUDI D’ARTE
12 LUOGHI D’IMMAGINE
14 DAVID BOWIE IS
15 UGO NESPOLO
16 TORRIANI 21 FORESE - HOCKNEY
23 ZINOV’EV
24 BIENNALE ARCHITETTURA
25 VINCENZO C. INGRASCI’
26 PERCHE’ LA CURIOSITA’ ...
27 S. SIRO E RANIERI - Turismo
28 UNO SCHIAFFO A TOSCANINI
29 UMANITA’ POETICA
32 LIBRI
33 CONCORSI
34 LA DONNA Madre del Disarmo
Inserto redazionale:
-MOSTREA MILANO
-POSTACATALOGO
La copertina Luciano Folloni
“RIVERENZA DELLA NATURA”2005
LAGALLERIAD’ARTETERZOMILLENNIO presenta Opere Sacre per la
Parrocchia di Casale Sul Sile opere di
Mario Eremita esecuzione 1982- 2016.
Nel 2003, il responsabile della conservazione delle
opere del Maestro Mario Eremita, ha iniziato una
ricognizione della produzione artistica dell’artista in
possesso di Enti Pubblici e privati.Un sincero grazie e
tanta ammirazione va rivolto verso il Parroco Don
Mariano Maggiotto che ha recepito la validità e
l’importanza dei beni cultuali presenti nella diocesi di
Treviso. Album facebook
L’artista italiano Max Papeschi nominato Ambasciatore del Ministero della Propaganda Sociale e Culturale della Repubblica Popolare
Democratica di Corea.
Kim Jong Un, Segretario del Partito del Lavoro di
Corea, Presidente della Commissione Difesa Nazionale ed altre importanti cariche, annuncia la
nascita della collaborazione con l’artista
italiano.Sicuramente un segno di apertura all’arte
da parte della Repubblica della Corea Nord,
auspicio forse di altri importanti dialoghi di pace
e di effettiva convivenza.
Info: [email protected]
tel. 02-87286582
ARTISTI IN VETRINA
LUCIANO FOLLONI - UGO NESPOLO
NICOLA OROBELLO - LUOGHI D’IMMAGINI - di Teodosio Martucci LAURA TOSCA - ANTONIO CELLINESE CARLO CIMMINELLI - SILVANA BARNABA
DI BUJA - MICHELE GIANNATTASIO LUISA VISCONTI - SILVANA TESTA GIANFRANCO RONTANI di Marpanoza.
ARTECULTURA
Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
Anno XLIX N. 07 Luglio 2016
Registrazione Tribunale di Milano
n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della
Stampa n. 5359 - Direttore responsabile:
Giuseppe Martucci - ARTECULTURA Edizioni
- Codice Fiscale MRT GPP 26M24 G616U
-Partita IVA: 03093710154
- Direzione: via Ciovasso 19 - 20121 Milano
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ARTECULTURA, liberamente consultabile e
scaricabile al sito www.artecultura.org. Sito che si
suggerisce di visitare ad artisti, biblioteche, circoli
culturali, gallerie, musei ed a tutti gli operatori
artistici. ARTECULTURA edita dall’ottobre 1967.
ARTECULTURA
Le idee che la impegnano
- CORRISPONDENZA
CULTURALE
- COSTUME POETICO
- 24 OTTOBRE GIORNATA
MONDIALE DISARMO
- INFORMAZIONE
ARTISTICO CULTURALE
- POESIA DELLA NATURA
- POESIA PACE
- PSICOPOESIA
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da BRERA....
ARTECULTURA
ARTECULTURA
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ARTE GIAPPONESE
XVIII-XIX SECOLO
dalle collezioni del MAO di Torino
Venezia, Fondazione Guggenheim
Dal 24 aprile al 19 settembre 2016
Collegandosi idealmente alla mostra
dedicata nel 2014 dalla Collezione
Peggy Guggenheim ad Azimut/H, che
indagava il monocromo e l’azzeramento del segno nel clima
avanguardista della Milano della
fine anni '50 inizi anni '60, Immagine.
Nuove immagini nell’arte italiana
1960-1969 vuole tracciare la prima
ideale mappatura delle ricerche
artistiche che caratterizzano gli anni
'60 e che utilizzano una nuova idea
di figurazione e immagine. In mostra
artisti come Franco Angeli, Mario
Ceroli, Domenico Gnoli, Giosetta
ARTE
ITALIANA
1960-1969
Nuove immagini
Dal 3 maggio sino al 4 settembre il MAO
Museo d’Arte Orientale di Torino
propone una rotazione conservativa di
stampe e dipinti giapponesi. Le opere
vengono nuovamente esposte dopo il
necessario periodo di riposo nei
depositi – al riparo dalla luce e in
ambienti dal microclima ideale – che
dura mediamente dai due ai tre anni.
Gli otto kakemono (dipinti in formato
verticale) riproposti nella sala principale al secondo piano forniscono
una panoramica della produzione
pittorica giapponese tra il XVIII e il
XIX secolo: tra le opere più interessanti
troviamo un trittico benaugurale del
famoso Maruyama Okyo (1733-1795)
e la vigorosa raffigurazione di un falco,
simbolo del samurai. La pittura a
inchiostro su carta “Orchidee fiorite
su pendio roccioso” di Minagawa Kien
(1734-1807) è un simbolo di raffinatezza e di tenacia del letterato
confuciano nelle avversità della vita.
Ma l’orchidea in Asia orientale
rappresenta anche la primavera, e
quindi l’esposizione di questo kakemono è molto adeguata alla stagione
attuale.
Nel lungo corridoio allo stesso piano
viene presentata la seconda parte della
serie “Le carte di Genji di Murasaki
Shikibu” di Utagawa Kunisada II (18231880), dedicata al capolavoro della
letteratura giapponese: Genji Mono-
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ARTECULTURA
gatari, “Il racconto di Genji”. Il libro
tratta della vita di Genji, uno dei figli
che l’imperatore ebbe da una concubina, e racconta della sua vita
amorosa, fornendo uno spaccato sugli
usi e i costumi della vita di corte del
tempo – siamo nel XI secolo. In sala
sono presenti le stampe che sintetizzano in chiave moderna gli ultimi
ventisette capitoli del romanzo. Al
fondo del corridoio sono esposti
alcuni trittici e surimono (piccole
stampe augurali), oltre a tre bijinga
(ritratti di belle donne) di Kitagawa
Utamaro (1754-1806).
Nel tokonoma della sala da tè, una
rientranza rialzata presente nelle
abitazioni tradizionali dove vengono
messi in mostra oggetti di valore, è
stato infine posizionato il grande
dipinto “Tigre tra rocce e pini” di Kishi
Ganku (1749 o 1756-1838), che
chiude in bellezza la galleria giapponese del MAO. Da rilevare come
l’arte giapponese ebbe, specialmente
a partire dalla seconda metà dell’800
una notevole influenza sull’arte
europea. La pittura di Gauguin, di
Toulouse Lautrec, di Vang Gogh, l’Art
Nouveau sono soltanto alcuni degli
aspetti dell’arte occidentale che
creativamente si confrontarono con
l’innegabile fascino poetico e visivo
dell’arte del Sol Levante.
Marpanoza
Fioroni, Tano Festa, Fabio Mauri,
Francesco Lo Savio, Michelangelo
Pistoletto, Mario Schifano, Giulio
Paolini, Jannis Kounellis, Pino
Pascali, creatori di un percorso
originale che caratterizza l'arte
italiana di quel periodo, di cui la
mostra offre spunti, curiosità.
L'esposizione vuole oltresì rivelare
il legame tra tradizione e contemporaneità in una generazione di
artisti fondamentali per la partecipazione dell'Italia al panorama
avanguardista internazionale in
un’epoca di grandi mutamenti sociali
e trasformazioni politiche. La mostra
sarà accompagnata da un’esaustiva pubblicazione che contestualizzerà tali ricerche, mostrandone
l’autonomia di maturazione ed
evoluzione rispetto all’immaginario
Pop statunitense. Una mostra,
capace di porsi in singolare sintonia
con le sue innovative proposte nel
contesto dell’arte internazionale
dell’epoca. Ne scaturisce un concerto
a più voci, spesso diversificate o
addirittura contrastanti, ma sensibili
comunque nell’affrontare il nodo
della figurazione, o della pittura
pura semplice con nuovi progetti ed
idealità,di azione e riferimento.
Per informazioni tel. 041.2405.411
- RISORGIMENTO POETICO RESISTENZA COSTITUZIONALE
Solo la poesia della proporzionale pura è partecipazione
democratica il resto è agguato reazionario, contro l’Italia libera
A volersi intendere senza spremersi
troppo le meningi diremo che fra i tanti
governi e conseguenti strutture ministeriali
che si sono succeduti dopo il secondo
conflitto mondiale, non vi è stato un solo
governo che abbia pensato ad un
Ministero della poesia, alla sua utilità.
E non certo come ulteriore ramificazione
burocratica, ma da motore culturale
propulsore che sovvertisse l’arretratezza
tradizionale in una sana quanto obiettiva
evoluzione democratica, affinché finissero
una volta per sempre i “cafoni” della
povertà condizionata e tutti si sentissero
degni cittadini della Repubblica nata dalla
Resistenza. Ma purtroppo questo non è
avvenuto e soprattutto nelle scuole si è
continuato a ritenere la poesia come
allenamento mnemonico che ricordasse i
componimenti letterari di poeti storicizzati,
utili per gli esami del sistema ufficiale, ma
indifferenti a progredire nella dignità del
sapore del pane senza particolari
benefattori. Ed a parte un certo risveglio
culturale rivendicativo degli anni cinquanta
e sessanta, poi con la scomparsa dei
protagonisti della Resistenza e di alcuni
sindacalisti avveduti, come un Giuseppe
Di Vittorio, l’emancipazione soprattutto
di base popolare si è bloccata alle
condiscendenze del nuovo assolutismo
padronale. Il lavoro è stato concepito per
lo più come avanzamento economico
monopolista e la manodopera anziché
evolversi nella finalità della partecipazione
democratica, ridiventò il solito tendere la
mano della supplica sottomissione. E dai
paciosi “cafoni” di ieri si è pervenuti alla
microcriminalità di oggi, ai drogati chimici
e psicologici, agli annegati per fame,
grazie alla totale mancanza della poesia
umana, di quella poesia che si respira di
natura, lo stimolo dell’ ”atto puro”, innato,
che orienta la persona alla prevenzione
autocritica dell’equilibrio ben oltre ogni
particolare interesse.
Quindi il tentativo reazionario di
assalto alla Costituzione democratica nata
dal sacrificio della Resistenza, non è cosa
nuova, ma un malanimo che serpeggia
nella storia del dopoguerra fin dalla
strage di Portella delle Ginestre. Per
cui è inutile menzionare le vampate
più reazionarie come il governo
Tambroni, perché si pensa che oramai
siamo giunti al traguardo della
repressione più insopportabile. Per
cui, di personale sentore, o si cerca di
lasciare in pace la Costituzione, nata
dalla Resistenza e finalmente di
realizzarla nei suoi fondamenti più
umani e sociali o si corre il rischio di
una nuova rivoluzione, sollevamento
popolare che non divide l’Italia ma che
la unisce in tutta la sua sovranità di
Nazione a partecipazione democratica.
Il lavoro, a ben dire, deve per noi
intendersi una scuola di vita costantemente rivolto alla migliore
ricerca di se stessi nella socialità di un
equilibrio condiviso e non una beneficenza di umiliante compassione.
Il lavoro è un diritto inalienabile
dell’uomo e come tale deve sempre
tendere all’unità del mondo e non alla
sua frammentazione petrolifera ed altro
cancro di male augurio come la
burocratizzazione asfissiante della vita
associativa.
Ma per avviarsi socialmente negli
orientamenti umani menzionati non è
possibile senza armonizzarsi al respiro
della “Poesia della natura” alla quale
non servono apprendimenti specifici in
quanto la Poesia già esprime una evoluta
forma di autogoverno. Il suo insegnante
più che nelle aule scolastiche, è nei
rapporti di costume. Anche se, allo stato
attuale potrebbe essere utile, mediante
uno stimolo di ricerca pure nelle scuole di
porla in sensibile in collaborazione con
ogni attitudine di lavoro che vede nella
spiritualità universale la finalità dell’
”atto puro” di ogni persona la quale crea
per il progresso della vita e non per la
distruzione della guerra tramite la paura
dell’ignoranza. Su cui poi fa presa l’odio
per un nemico che non esiste.
Una Poesia della natura che
dovrebbe interessare tutti quei governi
che in via di principio unitario del mondo,
condividono l’argomento e non solo il
governo italiano, ma anche e soprattutto
l’O.N.U. che, scavando nei costumi del
pianeta, possa stimolare più facilmente la
vera e coerente emancipazione dei popoli.
L’orientamento, questo, che con i passi
possibili delle situazioni concrete degli
incontri più diversi con le varie etnie, può
stimolare un nuovo Turismo poetico, in
piena sintonia con quella Giornata
Mondiale del Disarmo (24 ottobre
1945) , data di nascita dell’O.N.U. che
da tempo sostiene Artecultura. Un modo,
insomma, per scongiurare la follia da
parte di potenze statali o di religioni alla
conquista del mondo, inutile, perchè il
mondo siamo noi stessi, e pensare di
conquistare quello che di natura già
esiste non ha alcun senso. Come non ha
cognizione democratica, di buon senso,
bandire la proporzionale pura nelle
votazioni. Una modalità di elezione
che già portò l’Italia da Paese agricolo,
ad un’evoluzione industriale di livello
internazionale. Così i fatti, che oggi vedono
l’Italia travagliata da una crisi senza fine
e da una decadenza di costume da
coprifuoco. Non è il numero delle
guardie che rende sicuro un paese,
ma la fertilità democratica del suo
costume. Come cento anni fa tra contadini
ci si scambiava la giornata di lavoro per la
sola bellezza di stare insieme o si prestava
il pane per gentilezza poetica di buon
vicinato, senza la malattia di mettersi in
mostra che altera la serenità in una vera
Babilonia, come ora avviene nelle
relazioni più diverse dal lavoro allo studio,
dal commercio allo sport, alla moda.
Questo non è un segno di civiltà ma di
resa sconclusionata insensibile alla pace
nel Disarmo. La semplicità è armonia, il
contrario no!
Artecultura
ARTECULTURA
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INTERLUDI D'ARTE
COMPOSIZIONE TESSILE
Schwitters, COLLAGE
Antonio e Xavier Bueno, LA CARROZZA, 1942
DOPPIO RITRATTO
ANTONIO E XAVIER BUENO
Contrappunti alla realtà
tra avanguardia e figurazione Firenze, Villa Bardini
21 maggio - 25 settembre 2016
DIALOGO DI FILO
a cura di Livia Crispolti
Milano, Palazzo Morando
24 giugno - 25 settembre 2016
E’ aperta dal 24 giugno al 25 settembre
2016 nelle sale museali di Palazzo Morando
/ Costume Moda Immagine la mostra Dialoghi di filo a cura di Livia Crispolti,
promossa nell’ambito di EXPO IN CITTA’
da Comune di Milano / Cultura, Servizio
Musei Storici e da Archivio Crispolti con il
patrocinio di Accademia di Belle Arti di
Brera, Milano.
La mostra ospita i lavori tessili realizzati
dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti
di Brera, testimonianze creative e materiche
che dialogando con le opere esposte a
Palazzo Morando, con gli abiti in ricostruzione storica di Maria Antonietta Tovini
e con le creazioni dell’artista Elisabetta
Catamo, mettendo in luce il rapporto tra
formazione, produzione e creazione, settori
che contraddistinguono la produzione Made
in Italy.
Proprio dalla metodologia didattica di progettazione e realizzazione dei tessuti si è
sviluppata l’idea curatoriale che vuole proporre un esempio concreto di modalità
operativa nel campo del tessile, valorizzando le proficue connessioni esistenti tra il
settore dell’alta formazione, la realtà produttiva italiana e il mondo della creazione
artistica, nella cornice ideale delle sale
storiche di via Sant’Agnese 6. Il percorso
espositivo propone da un lato il lavoro degli
studenti con campionature eseguite a telaio durante il corso di ”Cultura Tessile”
della Scuola di Fashion Design e ricostruzioni di abiti storici per progetti di tesi del
Biennio della Scuola di Scenografia e,
dall’altro, le opere di forte carattere simbolico dell’artista Elisabetta Catamo che
attraverso la sua esperienza creativa offre
nuove e diverse forme espressive.I lavori
degli studenti e le opere di Elisabetta
Catamo rielaborano il materiale messo a
disposizione da tre aziende oggi protagoniste del settore tessile Alcantara, Dedar e
Dreamlux.
Informazioni tel. 02-884.65735
10
ARTECULTURA
And Now the Good News
Opere dalla Collezione
Annette e Peter Nobel
A cura di Elio Schenini e Cristoph
Doswald - LAC Lugano Arte e Cultura
29 maggio - 15 agosto 2016
L’esposizione “And Now the Good News”
a cura di Elio Schenini, MASI Lugano, e
Christoph Doswald, presenta al pubblico una
selezione di oltre trecento opere, tra dipinti,
disegni e collages provenienti dalla Collezione Annette e Peter Nobel, il cui denominatore comune è il giornale. Alla base della
straordinaria raccolta riunita dai coniugi Nobel
nell’ultimo quarto di secolo, vi è l’uso che gli
artisti nel XX e XXI secolo hanno fatto della
carta stampata quale soggetto, supporto,
elemento del Cubismo, del Dadaismo e del
Surrealismo, per poi proseguire con alcuni
dei principali rappresentanti delle neo- avanguardie degli anni Sessanta, e giungere fino
ai nostri giorni con alcune figure di primo
piano del panorama artistico contemporaneo. Attraverso le opere di artisti quali
Georges Braque, Joseph Beuys, Sigmar
Polke, Andy Warhol e degli svizzeri Thomas
Hirschhorn, Daniele Buetti e Urs Fischer, la
collezione si interroga sul rapporto tra testo
e immagine, testimoniando la fertilità dell’incontro tra il mondo dell’arte e quello della
carta stampata, da cui hanno avuto origine
nuovi modelli pittorici e compositivi.
Il percorso espositivo si snoda lungo due
livelli del LAC, articolandosi in una decina di
sezioni che seguono un ordine cronologico da
inizio Novecento ad oggi. Grazie alla varietà
di approcci e stili inclusi nella collezione,
l’allestimento propone un racconto avvincente in cui si mescolano analisi sociale,
riflessione esistenziale critica politica, indagine filosofica e sovversione ironica, offrendo al visitatore un’occasione unica per indagare le relazioni tra arte e media del nostro
tempo. Info: +41 (0) 58 866 4230
L’esposizione, dal titolo DOPPIO RITRATTO - Antonio e Xavier Bueno.
Contrappunti alla realtà tra avanguardia e
figurazione, curata da Stefano Sbarbaro, è
promossa dalla Fondazione Parchi
Monumentali Bardini e Peyron e dall’Ente
Cassa di Risparmio di Firenze in collaborazione con l’associazione Culturale Bueno.
La rassegna raccoglie 120 opere tra le più
significative della produzione dei due pittori di origine spagnola. Il nucleo più consistente è rappresentato da quelle concesse
dagli eredi a cui si sommano i prestiti
provenienti da importanti realtà museali,
da prestigiose fondazioni e da collezionisti
privati con diversi inediti. Il progetto segue
le fortunate iniziative realizzate a Villa
Bardini attorno alla figure di Pietro Annigoni
e Gregorio Sciltian e chiude il doveroso
approfondimento (impreziosito anche dalla monografica su Alfredo Serri)
sull’intricata e breve esperienza del Gruppo dei Pittori Moderni della Realtà (19471949). Il catalogo della mostra - Edizioni
Polistampa - contiene contributi di Susanna Ragionieri, Giorgio Bedoni e l’introduzione di Philippe Daverio, presidente onorario dall’Associazione Culturale Bueno che
ha sede a Firenze. La mostra celebra e
documenta la vicenda creativa e umana di
due complesse personalità votate alla più
autentica pratica pittorica che, con originalità, ebbero modo di avvicinarsi al vivace
ambiente culturale fiorentino a partire dagli
anni quaranta, guadagnandosi in un lungo e
tormentoso percorso di crescita e adattamento stilistico, un ruolo da protagonisti nel
panorama artistico italiano del secondo Novecento. Sullo sfondo dei profondi cambiamenti culturali nei vivaci anni del dopoguerra, segnati dall’antinomia avanguardia e
figurazione, l’indagine approfondisce, per la
prima volta, la simbiosi esistenziale tra i due
fratelli mettendone in luce, da una parte, i
punti di tangenza nel delicato meccanismo
dei reciproci condizionamenti e scambi di
influenze.Info: 055-200 66206
INTERLUDI D'ARTE
Camogli, FESTIVAL DELLA COMUNICAZIONE 2016
Venezia, PROCURATIE NUOVE
(foto di Vaclav Sedy)
La prima “Leica” di Cartier Bresson
FESTIVAL DELLA
COMUNICAZIONE
III edizione
Camogli 8 - 11 settembre 2016
Dopo le prime due edizioni che lo hanno
affermato come uno degli appuntamenti culturali più apprezzati in Italia, tornerà a
Camogli da giovedì 8 a domenica 11
settembre il prestigioso Festival della
Comunicazione.
La manifestazione, sotto l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica, è ideata e diretta da Rosangela Bonsignorio e Danco Singer
e organizzata dal Comune di Camogli e da
Frame, in collaborazione con la Regione
Liguria.
Quattro giornate, ricche d’incontri, laboratori, mostre ed escursioni con oltre 120 ospiti
provenienti dal mondo della comunicazione,
della letteratura, della scienza, delle imprese,
della medicina e della psicologia, dell’arte,
dei social network, del diritto, della filosofia.
Il macrotema individuato per questa terza
edizione da Umberto Eco: il world wide
web. “Aveva già scelto il titolo della sua
lectio Pro e contro il web”spiegano
Rosangela Bonsignorio e Danco Singer “e
voleva, nelle giornate del festival, analizzare tutte le implicazioni sociali, culturali,
politiche, educative che questa rivoluzione
ha comportato. E noi, con gli ospiti che
hanno accettato il nostro invito, porteremo
avanti il suo auspicio”.Venticinque anni fa
il ricercatore del CERN Tim Berners-Lee
pubblicò il primo sito web, dando il via a
una delle più grandi rivoluzioni della comunicazione.
Gli ospiti che si incontreranno a Camogli
- storici volti del Festival o nuovi compagni
di viaggio - discuteranno le opportunità e le
potenzialità di questo straordinario strumento, immaginando gli scenari futuri e le vie da
seguire.
Al Festival verrà consegnato per la prima
volta il premio Comunicazione, per celebrare
una personalità che si sia particolarmente
distinta nel mondo della cultura. “Con Umberto
Eco” dicono Rosangela Bonsignorio e Danco
Singer “abbiamo deciso di consegnarlo a
Roberto Benigni che ha accettato con
grande piacere e verrà personalmente a
ritirarlo”. Info:+39 331 9775178
HENRI CARTIER BRESSON
L’Occhio della Mente
NELLA MENTE DI
VINCENZO SCAMOZZI
Un intellettuale architetto al
tramonto del Rinascimento
Vicenza, Palladio Museum
Dal 25 maggio al 20 novembre 2016
Come si diventa architetto nel Rinascimento? Spesso nella bottega di un pittore, come
Bramante in quella di Piero della Francesca.
Altre volte - è il caso di Palladio - fra i blocchi
di pietra di un cantiere. Vincenzo Scamozzi
(1548-1616) inaugura una strada diversa:
figlio di un facoltoso impresario edile, è il
primo architetto moderno a formarsi partendo dalla biblioteca. I libri saranno i mattoni del
suo progetto: fare architetture fondate su
una visione teorica rigorosa, capace di includere conoscenze nuove, provenienti da altri
paesi e altre culture, a partire dalla tradizione
gotica, e dagli stimoli delle nuove scienze.
In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Scamozzi, avvenuta a
Venezia nel 1616, il Palladio Museum e il
Canadian Centre for Architecture di Montreal
- in collaborazione con Stiftung Bibliothek
Wenner Oechslin di Zurigo - realizzeranno la
mostra “Nella mente di Vincenzo Scamozzi”:
l’obiettivo è raccontare come Scamozzi concepiva le proprie architetture. La mostra
propone quindi un viaggio attraverso i volumi
della biblioteca personale di Scamozzi (ritrovati in biblioteche e collezioni italiane ed
europee con un lungo lavoro di ricerca da
parte della studiosa americana Katherine
Isard) e i suoi affascinanti disegni di architettura.Fra questi ultimi saranno in mostra
il celebre foglio con il progetto del duomo di
Salisburgo (1607), che rientra per la prima
volta in Italia dalle collezioni del Canadian
Centre for Architecture di Montreal, e l’album di disegni di cattedrali gotiche francesi
che Scamozzi, primo fra tutti gli architetti
rinascimentali, realizzò durante un viaggio
fra Parigi e Venezia nell’anno 1600.
Info: 0444 323014
Napoli, Palazzo Delle Arti
dal 28 aprile al 28 luglio 2016
La mostra è proposta e finanziata dall’associazione ACM Arte e Cultura in collaborazione con la celebre Fondation Henri
Cartier Bresson Magnum Photos, promossa dal Comune di Napoli e sostenuta
dal Pastificio dei Campi. Il genio della
composizione, la sorprendente intuizione
visiva, la capacità di catturare momenti
fugaci e significativi fanno di Henri Cartier
Bresson, 1908-2004, uno dei più grandi
fotografi del Ventesimo secolo. La sua
ricerca lo ha spinto in ogni luogo del
mondo, lui è stato testimone dei momenti
più significativi della storia. Cartier Bresson
ha fuso la poesia alla potenza della testimonianza generando una nuova grammatica
visiva. Ha attraversato: surrealismo, Guerra Fredda, Guerra Civile Spagnola, seconda Guerra Mondiale con uno sguardo lucido attento e mai retorico. Dal 1926 al 1935,
Cartier Bresson frequenta i surrealisti, compie i primi passi nella fotografia e intraprende i suoi viaggi; dal 1936 al 1946, si
assume un grande impegno politico lavorando per la stampa comunista e affrontando grandi esperienze nel cinema. Dal
1947 al 1970, apre la prestigiosa agenzia
Magnum Photos allontanandosi dal
fotoreportage. Al PAN una mostra delle
sue opere fotografiche, una selezione dell’immenso corpus di immagini che Cartier
Bresson ci ha lasciato: l’esposizione coprirà l’intero percorso professionale del
grande fotografo. Saranno esposte 54 opere
fotografiche tra le più importanti icone del
grande maestro. Questa un’occasione
imperdibile per ammirare alcuni tra i capolavori più toccanti e realistici del famoso
fotografo francese, considerato un pioniere del fotogiornalismo. Dopo gli studi giovanili, Henri fu presto attratto dalla pittura,
grazie allo zio Louis, e comincerà i suoi
studi con Jacques-Emile Blanche e André
Lhote, che lo inizieranno all’ambiente dei
surrealisti francesi. Info 0817958605
ARTECULTURA
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*Luoghi d’immagini
*Echi di gallerie
a cura di Aoristias
MIMMO PALADINO
12 maggio - 8 ottobre 2016
L’esposizione in programma alla galleria
Christian Stein con sedi a Milano (Corso
Monforte 23 ) e Pero (Via Vincenzo Monti
46) propone oltre venti opere significative e
alcune celebri installazioni, in grado di
ripercorrere, dagli inizi ai nostri giorni, la
vicenda creativa di uno tra i più importanti
artisti italiani contemporanei. Ricostruita, dopo
28 anni, la grande installazione presentata
alla Biennale di Venezia del 1988.
[email protected]
Mimmo Paladino, Non avrà titolo, 1986
LI XIANGYANG
3 maggio - 5 settembre 2016
Li Xiangyang è un artista cinese che
appartiene alla media generazione (1957)
oggi adulta, quella che era giovane poco
prima del boom capitalista, formatasi nel
solco finale delle tradizioni maoiste, nel periodo
in cui tutto stava cambiando, quando le merci
aumentavano la loro spinta globale e il mercato
si apriva e il progresso accelerava l’onda
d’urto planetaria.Li Xiangyang è un artista
che conosce e ama l’Italia: ha studiato a
Roma, esposto nella Capitale ma non solo,
nella Penisola ha trascorso svariati anni e qui
torna con ciclica regolarità, sentendo la spinta
dell’iconografia classica, il peso specifico dei
secoli illuminati, la valenza educativa delle
nostre avanguardie. Roma, Visionarea Art
Space.
JOSE’ MOLINA
10 giugno - 19 luglio 2016
Nella sede di Palazzo Graziani a San Marino
si dispiega una completa antologica dell'artista
madrileño a cura di Anna Bonanni; una
mostra ricca e dettagliata che ripercorre le
più importanti tappe della produzione artistica
di José Molina, dalla prima collezione “Morir
Para Vivir”, realizzata nel 2004, all'ultimo
monumentale “Crocefisso”.Molina, di cui la
curatrice Bonanni sottolinea l'acclarata
multiformità artistica definendolo pittore,
12 ARTECULTURA
scrittore, poeta, scultore e antropologo, mette
in pratica nella sua vasta produzione artistica,
articolata in collezioni, un'intensa ricerca
introspettiva e psicologica, arrivando a
tracciare una vera e propria riflessione
sull'essere umano che dal ciclo “Morir para
vivir”, continua ne “Los Olvidados”, “Cosas
Humanas” e “Sentimentos”.
Info 0280886294
BARBARA PROBST
10 maggio - 9 luglio 2016
La Galleria Campari di Sesto San Giovanni/
Milano presenta Different Perspectives,
nuovo progetto espositivo per Campari Wall,
lo spazio per l’arte contemporanea all’interno
del quartier generale del Gruppo CAMPARI
a Sesto San Giovanni. Dalla sua inaugurazione, nel 2013, Campari Wall si è
proposto come vetrina d’eccellenza per artisti
italiani e internazionali, in collaborazione con
le gallerie più prestigiose.Sino al 9 luglio
2016, Campari Wall vede protagonista la
fotografa tedesca Barbara Probst (Monaco
di Baviera, 1964).
[email protected]
MICHEL VERJUX
24 maggio - 15 luglio 2016
La galleria A arte Invernizzi di Milano ha
inaugurato lo scorso 24 maggio 2016 una
mostra personale dell’artista francese
Michel Verjux che presenterà una serie di
interventi pensati appositamente per gli
spazi della galleria. Come scrive Michel
Verjux nel testo in catalogo “Queste
illuminazioni, proiezioni di luce, orientate,
incorniciate e messe a fuoco, svelano
chiaramente ciò che abbiamo davanti ai
nostri occhi.
Info 02 2940 2855
PATRICK TOSANI
24 maggio - 15 luglio 2016
Il Museo di Fotografia Contemporanea di
Cinisello Balsamo riapre al pubblico con una
mostra inserita nel circuito della XXI Triennale
2016. 21st Century. Design After Design. Il
design della globalizzazione. La mostra
presenta per la prima volta in Italia
un’importante selezione di opere di Patrick
Tosani, uno dei più noti fotografi europei
contemporanei nell’ambito della ricerca
artistica. Patrick Tosani è nato nel 1954 a
Boissy-l’Aillerie e dal 2004 insegna all’Ecole
nationale supérieure des Beaux-Arts di Parigi.
Una mostra pertanto di assoluto rilievo
storico e culturale.Info 02 6605661
ART DISPLAY LUALDI
Lualdi ha presentato nello Show Room di
Milano sino a fine maggio il nuovo allestimento
dello spazio espositivo e il programma di
porte Edges, disegnate da Marco Piva, che si
completa con una serie di boiserie e
rivestimenti modulari a parete. Il Concept del
progetto nasce dal desiderio di plasmare un
oggetto solitamente “piatto” come la porta,
creando un effetto volumetrico mirato a
donargli una nuova importanza visiva, senza
venir meno alla sua funzionalità. Per ulteriori
informazioni tel. Info 02 978 9248
IAN DAVENPORT
10 maggio - 23 luglio 2016
Galleria Tega di Milano presenta la prima
mostra personale milanese di Ian Davenport,
che porta in Italia una selezione di circa 20
lavori dell’artista inglese. Per questa mostra,
a cura della Galleria Tega, Davenport ha
selezionato una serie di opere che ritiene
rappresentative del suo lavoro degli ultimi
dieci anni. In occasione della mostra viene
pubblicato un catalogo con un testo critico.
Infor: 02 7600 6473
FELIPE TALO
10 maggio - 23 luglio 2016
Le opere di Felipe Talo raccontano un mondo
fatto di ispirazione e creazione che rimanda,
nella composizione e nelle scelte cromatiche,
alla grande tradizione della pittura spagnola.
I legami con la storia e le proprie origini
vengono interiorizzati e rielaborati dall’artista
attraverso l'utilizzo di elementi astratti e
calligrafici che offrono nuove possibilità di
lettura aperte ad una dimensione quasi
metafisica.Milano Galleria Ribot - Cell. 347
050 9323
ANTONELLA ZAZZERA
18 maggio - 15 luglio 2016
La Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano
dedica una personale ad Antonella Zazzera.
Dopo la fotografia, il disegno e l'incisione, la
ricerca dell’artista è ormai condotta
stabilmente attraverso l'uso del filo di rame,
materiale variabile per consistenza, flessibilità,
calibro e colori, che l’artista stratifica
attraverso laboriosi procedimenti di
sovrapposizione e progressiva “sedimentazione”. Info 89 075 394
A.Zazzera, Armonico XXXVIII, 2006 fili di rame
CARLO BERNARDINI
18 maggio - 18 ottobre 2016
SEA presenta dal 18 maggio al 18 ottobre
2016, all’aeroporto di Milano Malpensa,
Dimensioni Invisibili, l’opera di Carlo
Bernardini, artista che, dagli anni novanta,
conduce una ricerca sperimentale basata
sull’elemento spazio-luce, realizzando
installazioni in fibre ottiche e sculture.
L’iniziativa, curata da Marco Meneguzzo,
conferma la volontà di SEA di rendere Milano
Malpensa un unicum nel panorama degli
aeroporti mondiali, dove in tempi recenti si
sono alternate esposizioni dedicate a grandi
maestri dell’arte italiana quali Fausto Melotti,
Marino Marini, Gio Ponti, Giuseppe Pellizza
da Volpedo.
Info 02 232323
MATTEO PUGLIESE
4 giugno - 15 settembre 2016
L’esposizione, dal titolo Spiriti ostinati,
ripercorre la stagione creativa più recente
dell’artista milanese Matteo Pugliese,
attraverso 35 opere appartenenti alle serie
Extra Moenia, Custodi e Scarabei. Per la
prima volta, saranno presentati alcuni lavori
inediti in marmo e vetro soffiato e all’ingresso
del parco della Versiliana di Marina di
Pietrasanta/ Lucca, sarà installata la grande
scultura - oltre 6 metri d’altezza - Die Mauer.
[email protected]
MISSONI ART COLOUR
London, Fashion and Textile Museum
La rassegna, curata da Luciano Caramel,
Luca Missoni ed Emma Zanella, organizzata
dal MA*GA, da FTM e dall’Archivio Missoni,
col supporto di The Woolmark Company,
presenta sino al 4 settembre 2016 40 opere di
artisti europei del Novecento, tra cui Gino
Severini, Lucio Fontana e Sonia Delaunay alcune delle quali esposte per la prima volta
in Inghilterra - che hanno influenzato il lungo
viaggio culturale e artistico di Ottavio e
Rosita Missoni.Il percorso propone inoltre
una selezione di look creati dal 1953 da
Rosita Missoni e dal 1997 da Angela Missoni,
oltre a studi tessili inediti, dipinti e arazzi di
Ottavio Missoni.Info www.ftmlondon.org
Ottavio Missoni, Senza Titolo
ELMUT NEWTON FOTOGRAFIE
La Casa dei Tre Oci, un progetto di Fondazione di Venezia, condotto in partnership
con Civita Tre Venezie, con questa mostra conferma il proprio ruolo nel panorama della cultura artistica e della fotografia
in particolare, con i propri spazi esclusivamente dedicati alla fotografia. Dal 7 aprile
al 7 agosto 2016, la mostra Helmut
Newton. Fotografie. White Women /
Sleepless Nights / Big Nudes presenta, per
la prima volta a Venezia, oltre 200 immagini di Helmut Newton, uno dei fotografi
più importanti e celebrati del Novecento.
Info 041/2725912
Jalal Sepehr, Water and persian rugs
JALAL SEPEHR
Dal 26 maggio al 9 luglio 2016, Officine
dell’Immagine di Milano ospita la prima
personale italiana di Jalal Sepehr (Teheran,
1968), uno degli autori più interessanti della
scena contemporanea iraniana.Curata da
Silvia Cirelli, la mostra rappresenta
un’importante occasione per esplorare il
percorso artistico di questo talentuoso e
poliedrico interprete, raccogliendo una
selezione di opere mai esposte in Italia.
Già apprezzato nel panorama artistico
internazionale, Jalal Sepehr negli ultimi anni
ha saputo distinguersi con una personalissima
impronta espressiva, capace di catturare le
ambivalenze e le complessità del tessuto
sociale iraniano, e soprattutto mostrandone
le multiformi contraddizioni. Una mostra di
suggestivo incontro tra arte orientale ed
occidentale
JON GROOM
6 maggio - 24 luglio 2016
Lorenzelli Arte di Milano presenta “Io sono
quello”, la mostra personale di Jon Groom
che propone un nuovo ciclo di lavori, i Silvers,
dipinti argentei realizzati nel corso di un anno
espressamente per questa esposizione.
Venticinque sono i lavori in mostra - arrivati
naturalmente e senza sforzo, si sono
accomodati nel mondo e materializzati
desiderando di essere visti, un regalo - scrive
Groom nella sua breve presentazione
pubblicata sul catalogo. Info 02 20 1914
ALBERTO BIASI
Sino al 6 novembre.
Il Palazzo del Pretorio di Cittadella ospita la
mostra “Alberto Biasi: gli ambienti”, curata
da Guido Bartorelli che è anche curatore del
relativo catalogo ragionato. L’importante
esposizione, testimonia la rinnovata
attenzione che storici dell’arte, pubblico e
mercato stanno rivolgendo all’opera del
grande artista padovano Alberto Biasi e, in
generale, al plesso di ricerche variamente
indicate come arte optical, cinetica, che
ebbero rilevanza ngli anni Sessanta del
Novecento. Info 049/9413474
GIOSETTA FIORONI / Capri
La mostra vuole essere un omaggio che
l’artista rende all’isola: meta amata e condivisa per tutta una vita con il suo compagno Goffredo Parise che le dedicò il
volumetto “Capri”, edito nel 1999 e corredato da alcuni disegni della Fioroni.Sede
della mostra AICA Andrea Ingenito
Contemporary Art | Via Le Botteghe 56,
Capri. In programma dal 12 giugno al
17 luglio 2016. Info 348.6003820
SALVATORE ARANCIO
Dal 12 maggio Quartz Studio di Torino
presenta The Water They Dwell In, prima
mostra personale a Torino di Salvatore
Arancio (Catania, Italia, 1974) organizzata al termine di una residenza presso
l’azienda La Castellamonte. Suggestionato dalla forma delle conchiglie, uno degli
elementi naturali che Arancio aveva notato diversi anni fa visitando Casa Mollino a
Torino e che aveva affascinato ed inspirato l' opera del celebre architetto, l’artista
ha lavorato sull’idea di uno spazio chiuso
che trascenda la dimensione terrena, trasformando Quartz in un ambiente mentale
perfetto come lo è il carapace per il mollusco che lo abita, un paesaggio disorientante che è allo stesso tempo archeologico e lunare. Sino al luglio 2016
Info [email protected]
ROBERTO CODA ZABETTA
D#FILMBOX01 inaugura un nuovo progetto del museo di Villa Croce di Genova
in cui vengono messi in discussione i limiti tra lo spazio espositivo, la sua aurea e lo
spazio intimo dello studio. Roberto Coda
Zabetta è stato, infatti, invitato a trasformare una sala nascosta al primo piano del
museo, in un luogo in cui incontrare in
maniera intima e prolungata un’installazione nata in dialogo con lo spazio. Per questo motivo il progetto non avrà una data
d’inaugurazione ma verrà attivato con una
serie di workshop, presentazioni, visite
guidate e conferenze.La pittura è sempre
stata, per Roberto Coda Zabetta, sia uno
stato della mente, che una necessità fisica, un metodo personale per dare forma
al caos della materia.Sino all’8 agosto
ARTECULTURA
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DAVID BOWIE IS
Viene presentata in Italia David
Bowie Is, una delle mostre di
maggior successo degli ultimi anni
realizzata dal Victoria and Albert
Museum di Londra, la prima retrospettiva dedicata alla straordinaria carriera di David Bowie, uno
degli artisti più audaci, influenti e
innovativi nel panorama musicale
contemporaneo.
David Bowie Is, partita da Londra
nel 2013, dopo essere stata a
Chicago, San Paolo, Toronto, Parigi,
Berlino, Melbourne e Groningen,
approda dal 14 luglio al 13 novembre
2016 al MAMbo di Bologna. Sarà
l'unica tappa italiana e l'ultima tappa
dell’archivio personale del musicista, che saranno visibili a
Bologna.
David Bowie, pseudonimo di David
Robert Jones (Londra, 8 gennaio
1947 – New York, 10 gennaio 2016)
è stato un cantautore, polistrumentista, attore, produttore discografico e pittore inglese. La
passione per la musica portò Bowie
ad approcciarsi ad essa sin da
quando era giovanissimo, imparando a suonare il sassofono. Dopo
aver partecipato alla formazione di
varie band, raggiunse il successo da
solista nei primi anni settanta,
attraversando cinque decenni di
Costumi di scena di David Bowie esposti alla Rock and Roll Hall of Fame
europea. La mostra celebra la prolifica
carriera di David Bowie capace in
cinque decadi di perseguire in modo
duraturo l’innovazione senza mai
tradire se stesso e il suo pubblico. Il
percorso si sviluppa attraverso vari
contenuti di natura “multimediale” che
conducono il visitatore all’interno del
processo creativo del Duca Bianco e
descrive come il suo lavoro abbia
canalizzato i più ampi movimenti
nell’ambito dell’arte, del design, del
teatro e della cultura contemporanea.
Il ritratto che emerge è quello di un
artista capace di osservare e nello
stesso tempo reinterpretare originalmente la società contemporanea con uno sguardo innovatore
lasciando tracce indelebili nella
cultura visiva e pop.
I curatori della mostra Victoria
Broackes e Geoffrey Marsh hanno
selezionato più di 300 oggetti
14
ARTECULTURA
musica rock e conquistandosi la fama
di inventore del glam rock. La sua
natura poliedrica e camaleontica lo
portò a reinventare nel tempo il
proprio stile e la propria immagine,
creando numerosi alter ego, come
Ziggy Stardust, Halloween Jack, The
Thin White Duke e Nathan Adler.
Significative le collaborazioni con
Tony Visconti e Brian Eno, altro
reduce dal glam rock dei primi
settanta con i Roxy Music, con i quali
instaurò una proficua e lunga
amicizia che durò svariati anni. Pur
non essendo le sue attività principali,
Bowie si dedicò anche alla pittura e
al cinema. Recitò, ad esempio, in
L'uomo che cadde sulla Terra, in
Furyo, in Absolute Beginners, in
Labyrinth, in Basquiat e in The
Prestige.
Informazioni e prevendita dei biglietti:
www.davidbowieis.it
Torino, Camera Centro Italiano Fotog.
11 maggio - 14 agosto 2016
La mostra presenta una selezione di opere
provenienti dalla Collezione di Philip e
Rosella Rolla, nata dalla passione per
l’arte contemporanea dell’imprenditore
svizzero Philip Rolla e della moglie Rosella.
La collezione, che ha preso avvio negli
anni ’90 con l’acquisto di opere d’arte
concettuale e minimaliste, si è arricchita
sempre più di materiale fotografico con
l’aumentare dell’interesse dei coniugi
Edward
Weston
IL CORPO
E LA LINEA
Rolla per questo linguaggio espressivo.
Le immagini selezionate per l’esposizione
Edward Weston. Il corpo e la linea.
Ritratti di Edward Weston e disegni dei
Minimalisti americani costituiscono quindi
una selezione che riflette il carattere della
Collezione Philip e Rosella Rolla,
presentando un estratto esemplificativo
dell’intera raccolta. L’esposizione accosta
le fotografie di Edward Weston ai disegni
di alcuni fra i maggiori esponenti del
Minimalismo americano, tra cui Dan
Flavin, Donald Judd, Sol Lewitt, Fred
Sandback e Richard Serra, evidenziando
forti affinità metodologiche e stilistiche:
se Weston cerca il rigore geometrico nel
mondo dei volti e dei corpi, i Minimalisti
traducono il mondo stesso in geometria.
Apparentemente distanti, questi due
gruppi di opere hanno invece numerose
caratteristiche in comune e scaturiscono
da interessi e sensibilità simili, evidenziati
all’interno di un percorso teso a mostrare
entrambi sotto una nuova luce attraverso
un dialogo tanto inedito quanto serrato.
Tra i principali protagonisti della storia
della fotografia mondiale, Edward Weston
inizia la sua carriera in California all’inizio
del Novecento, a Tropico, un piccolo
paese a pochi passi da Los Angeles, dove
apre uno studio ed esegue i primi ritratti.
Lo stile è molto diverso da quello che lo
renderà celebre in futuro e si rifà ai
canoni del pittorialismo classico:
atmosfere sognanti, contorni sfocati, filtri
flou, carte spesse e ambrate.Da queste
rare immagini di tono familiare ha inizio la
mostra, che indaga l’attività di ritrattista
di Weston attraverso una serie di
campioni. Ci sono le fotografie del periodo
del ‘Gruppo f/64’, che fonda con Ansel
Adams nel 1932 e apoteosi di essenzialità
e rigore, fino ai nudi e ai personaggi
famosi. Info 011 088 1150
Pisa, Santa Maria della Spina
28 maggio - 31 luglio 2016
Riflettere con tutta obiettività sul percorso
creativo di Ugo Nespolo significa quasi
automaticamente prendere in considerazione una parte assai significativa
dell’arte italiana, così come si è andata
sviluppando a partire dalla seconda metà
degli anni sessanta del secolo scorso. In
quelle molteplici e diversificate esperienze
due elementi appaiono nella loro tangibile
evidenza: da una parte la loro capacità
propositiva di porsi in collegamento autonomo,
non tributario, con le più approfondite ricerche
internazionali che al di quà come al di là
dell’Atlantico stimolavano una nuova
intuizione visiva e dall’altra il ridisegnare il
sistema espressivo dell’arte con un’ attitudine
più apertamente sperimentale ed in sinergica
sintonia con un altro paesaggio simbolico e
sociale che i media andavano configurando.
L’arte per Nespolo deve entrare
decisamente nella comunicazione di massa,
Ugo Nespolo
CREATIVITA’
ARTISTICA
TRA FORMA
E STILE
e vi entra attraverso meccanismi particolari
e suggestivi che vanno dal riferimento
concreto al mondo della produzione, alla
citazione, all’arabesco, dalla stilizzazione e
design, al battito fumettistico sino a quello
più decisamente plastico e strutturale. Per
lui l’oggetto è una realtà in movimento,
non un totem da adorare ed in questo
senso ricupera ed attualizza quello che fu
uno degli stimoli più autentici del futurismo.
Da questo punto di vista le sue celebri
composizioni lignee non sono puri
divertissements, ma un modo nuovo di
interpretare - se si vuole - un’arte antica
come il mosaico, in cui le varie tessere, però,
non tanto si completano, quanto si sovrappongono, si dilatano, si rincorrono, si
richiamano in un ritmo organico e coeso al
tempo stesso. La mostra che l’artista
programma a Santa Maria della Spina a
Pisa, promossa dalla Casa d’arte San
Lorenzo e dal Comune di Pisa, a cura del
critico Riccardo Ferrucci, fornisce
adeguati lumi su una delle narrazioni
artistiche più dinamiche e significative
dell’arte italiana ed internazionale elaborate
in questa fine ed inizio del nuovo millennio.
Teodosio Martucci
info [email protected]
ARTECULTURA
15
Al Museo d’Arte Contemporanea di
Lissone (MB), dal 14 maggio al 20
luglio 2016, la mostra “ Dell’infingimento. Quello che noi crediamo di sapere della fotografia”
ospita le opere di sedici importanti
autori italiani e internazionali,
provenienti dalla Collezione Malerba che nel corso degli anni è
diventata un importante riferimento
nazionale sia per la fotografia storica
Janello
Torriani
LA PERFEZIONE
DEL TEMPO
Cremona dedica al suo illustre
concittadino Janello Torriani,
Genio del Rinascimento, una grande
mostra, dal 10 settembre 2016 al 29
gennaio 2017, presso le sale espositive
del Museo del Violino. A promuoverla
sono Comune di Cremona, Fundación
Juanelo Turriano, Fondazione Arvedi
Buschini, Unomedia e a curarla il
ricercatore Cristiano Zanetti e Cinzia
Galli, Conservatrice del Museo di
Storia Naturale del Comune di Cremona. Janello Torriani. Il suo nome è
quasi sconosciuto, anche se in vita era
spesso affiancato a quello di Archimede. Egli riuscì ad affascinare i
due più potenti Sovrani del suo tempo,
Carlo V e suo figlio Filippo II, che lo
vollero al loro fianco, considerandolo
un genio come per noi oggi è Leonardo
da Vinci. A differenza di Leonardo,
Janello Torriani non sapeva dipingere,
era uomo rozzo e tutt’altro che nobile,
eppure le sue grosse mani da fabbro
sapevano creare meraviglie che tutta
l’Europa ambiva: meccanismi sofisticatissimi, gestiti da combinazioni
meccaniche elaborate che a noi oggi
sono garantite dalla tecnologia più
avanzata. Dalla sua mente e dalle sue
mani uscivano orologi perfetti, nelle
loro decine di funzioni, e bellissimi.
Meravigliosi automi che suscitavano
l’ammirazione e lo stupore delle Corti.
Fu lui a elaborare le applicazioni della
sospensione cardanica tutt’ora di uso
quotidiano, ma che prese il nome da un
altro, il Cardano appunto. Quando sia
nato nessuno lo può dire con certezza,
si suppone verso il 1500. La leggenda
racconta l’evento che si verificò nel
preciso istante in cui Janello veniva
alla luce: un fulmine squarciò il cielo
per scaricarsi sull’orologio del
Torrazzo. Come a presagire che quel
neonato sarebbe stato indissolubilmente collegato al funzionamento
degli orologi. A quel tempo era mitico
l'Astrario di Giovanni Dondi, ma il
Torriani, su commissione di Carlo V,
costruì il più complesso orologio
16
ARTECULTURA
REALTA’ O
ILLUSIONE ?
Il mistero del
linguaggio fotografico
planetario della storia mosso da circa
1800 componenti meccaniche chiamato Microcosmo. Fu infatti lui ad
inventare la prima fresatrice per la
costruzione delle ruote dentate.
L’impresa richiese più di vent'anni per
la progettazione e tre per la costruzione.Non si tirava indietro davanti
a nessuna sfida, neppure a ciò che
pareva a tutti impossibile, come il
sollevare le acque del Tago sino alla
sommità dell’Alcazar di Toledo.
Costruì infatti per il Re di Spagna la
prima macchina ciclopica della storia
che elevava acqua per cento metri di
altezza (quasi come il Torrazzo di
Cremona) portando 18 mila litri di
acqua al giorno al castello reale lungo
un percorso di 300 metri. La fama di
Torriani lo portò a partecipare alla
riforma gregoriana del calendario:
nessuno come lui conosceva la
perfezione del tempo. Aoristias
Info Mostra: www.mostratorriani.it
che per quella contemporanea.
L’esposizione, curata da Alberto
Zanchetta ed Elio Grazioli, propone
i lavori di Nobuyoshi Araki, Mino Di
Vita, Lukas Einsele, Annabel Elgar,
Joan Fontcuberta, Luigi Ghirri, John
Hilliard, Renato Leotta, Tracey
Moffatt, Yasumasa Morimura, Olivier
Richon, Thomas Ruff, Hyun-Min Ryu,
Alessandra Spranzi, Thomas Struth,
Kazuko Wakayama, declinati nel
sottile gioco tra realtà e finzione. La
rassegna, come afferma Alberto
Zanchetta, è l’occasione per interrogarsi sulle modalità con le quali
“il mezzo fotografico ci rivela il
mondo come appare agli occhi del
fotografo anziché ai nostri occhi; è
cioè un mondo passibile di verità e di
inganni, di equivoci o di trucchi ottici.
Ad esempio, l’idea della “(messa in)
posa” corrisponde a quello della
“messa in scena”, vale a dire un
infingimento. Giocando sulle analogie tra fotografia e teatro, tra
camouflage e spettacolo, la mostra
presenta alcune opere che sottendono a suggestivi artifici e raffinati
mascheramenti”.
Automa: figura femminile in atto di suonare un
timpano XVI secolo - Collezione privata
Il Punto
Maestri Moderni e Contemporanei
Nicola Orobello
DA MILANO AL MEDITERRANEO
I LUOGHI E LE EMOZIONI
Teatro Alla Scala di notte, cm. 40x50
Uno dei tratti fondamentali che hanno
contraddistinto l’evoluzione artistica nel
secolo scorso è consistito nell’opl’opposizione classica tra pittura figurativa
e pittura astratta. Da parte delle
avanguardie veniva sostenuto che il
linguaggio figurale, comunque esso
venisse inteso, era superato, in quanto
l’espressione artistica doveva porsi al di
là del visibile, superare i limiti (o presunti
tali) dell’esperienza concreta e naturalistica. Una posizione, questa, che
per certi versi poteva avere una sua
plausibilità, ma che di fatto è stata in un
certo senso superata dall’avvento di nuove
modalità tecniche ed espressive come
video, fotografia e - più recentemente interventi virtuali che di fatto hanno posto
la pittura classica in una situazione di
apparente retroguardia. Ma a nostro
avviso, quello che maggiormente è
significativo, è stata la separazione
nell’espressione artistica tra emozione e
senso che, invece, la pittura sino ad un
recente passato aveva unito a livelli di
straordinaria espressività. Nell’arte
questo legame, ossia tra emozione e
senso, è strettissimo, se uno manca,
manca anche l’altro ed allora, l’arte,
comunque essa venga espressa e definita,
si perde in vuote enunciazioni, finisce
per così dire per essere autoreferenziale,
parla solo di se stessa. Questo grave
impasse dell’arte contemporanea ha
costituito, invece, per Nicola Orobello
in primo luogo un senso, poi una sfida ed
infine un destino. Da questo punto di
vista è da sottolineare la sua coerenza
espressiva che lo ha condotto ad affinare
ed approfondire con pazienza e sensibilità
il mondo della pittura, mantenendosi
lontano dalle voghe sperimentalistiche
che, spesso, poggiando su basi deboli o
inconsistenti, hanno contraddistinto il
percorso dell’arte contemporanea. Punto
fondamentale per la sua ricerca è stato
il costante riferimento all’arte visiva del
post-impressionismo e soprattutto di
Cézanne la cui spinta a decifrare il
campo infinito delle apparenze naturali,
all’interno di una raffinata e costruttiva
elaborazione compositiva, ha stimolato la
riflessione di Orobello. Ma la pittura,
suggerisce con forza ed intraprendenza
ARTECULTURA
17
lA
Orobello, presa in sé stessa non è nulla
se dal suo confronto non scaturisce
quell’energia emotiva che rappresenta
l’essenza più vera e profonda dell’arte,
ineliminabile, quantunque da parte di
certi pseudo artisti ci si sforzi di farlo. E
di conseguenza la stessa figurazione se
non attiva quell’impulso emozionale e
poetico, inscritto nella realtà stessa della
natura e della storia, perde di legittimità,
diventa un esercizio sterile, un ovvio
manierismo. Orobello allora nelle sue
significative espressioni, dietro l’elaborazione di una narrazione apparentemente stabile, in realtà la irrora
di una potente energia, la rende
dinamicamente ritmata, quasi immersa in
una sua organica ciclicità. Il nesso
materia-colore è inscindibile nelle pitture
di Orobello, non si tratta, però, di
convenzionali effetti tonali o di pura
attitudine colorista, quanto, invece, di far
sì che il colore, la sua fisica materialità
siano la leva concreta ed espressiva per
trasfigurare la natura, renderla effettivamente partecipe di una dimensione
cosmica. E si tenga presente che Orobello
non è un romantico o un sentimentale, è,
piuttosto, un osservatore attento della
realtà che lo circonda, sia essa il paesaggio
della costa jonica della Calabria, come il
18
ARTECULTURA
mondo floreale, un interno domestico, o
l’ambiente metropolitano di Milano. Ed è
sulla base di queste sue costanti
osservazioni che l’artista studia e realizza
una sua particolare interpretazione della
luce, che interviene nelle sue composizioni
come linfa vitale, come penetrazione
negli sviluppi e viluppi della materia
cromatica. La stessa luce diventa così
elemento di sintetica semplificazione
delle forme e del loro concreto porsi
all’interno di suggestive dinamiche
compositive, pertanto l’espressione
plastica da archetipo ideale, da
costruzione dell’immaginario si trasforma
in un elemento di vibrante tensione
atmosferica, nel momento stesso in cui la
sua essenza materica accoglie e rimanda
la luce.Si avverte nei dipinti di Orobello
un senso di potenza, di vigore, quasi che
la sua figurazione fosse toccata da una
interna monumentalità che poi ascende
con sollecita determinazione ad una
figuralità di coinvolgente ed evocativa
espressione. Orobello dimostra una
notevole sensibilità nel creare composizioni con pochi elementi i quali, però,
vengono alimentati da un ritmo cromatico
e luminoso che infonde loro una nuova
forza, li rende emblemi di una condizione
o di uno stato d’animo. Orobello si può
Pagina 17: Teatro alla Scala di notte, 2005, cm. 40x50
Sopra: Paesaggio calabrese, 1995, cm. 30x40
A destra: Natura morta in giardino, 1998, cm.38x40
Sotto: Strada di campagna, 1992, cm. 30x40
Segue: Controluce 2004, cm.50x60
considerare un autentico pittore
naturalista, nel senso più alto del termine,
in quanto la natura non è descritta o
analizzata, ma vissuta nella dimensione
pura dell’istinto, dell’inconscio, da cui poi
emerge con folgorante apparizione.
L’arte di Orobello sa pertanto contemperare, come pochi, l’esigenza di una
struttura chiara, stabile della forma visiva
con le sue esigenze di vitalità, di movimento. Lo spazio, da questo punto di
vista, non è più una ovvia proiezione
prospettica, ma uno scenario sensitivo,
dal battito centripeto che si apre davanti
allo sguardo dell’osservatore, una sfida
aperta ad ogni vedutismo calcolato,
manierato. In questo spazio cresce un
senso di positiva solitudine, ideale per
comprendere quel mistero della natura
che diventa mistero dello spirito tout
court e di cui Orobello è un sensibile
quanto attento decifratore. E per una
pittura che intelligentemente riallaccia i
fili tra emozione e senso, non poteva
essere diversamente.
Teodosio Martucci
ARTECULTURA
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Sopra:Mattino sulla jonica1990, cm. 45x60
Sotto: Inverno sulla jonica, 1995, cm. 50x60
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ARTECULTURA
Enzo Forese, Ragazze di Corinto
Enzo Forese
RAGAZZE
di CORINTO
Lecco, Galleria Melesi
Sino al 23 luglio 2016
Un lavoro iniziato nel 2011, e forse non
ancora del tutto terminato, questo di Enzo
Forese sulle Ragazze di Corinto. Lavoro
che trova ispirazione dalla poesia del
greco Antipatro di Sidone sulla città di
Corinto devastata dai romani nel 146
a.C. durante la conquista della Grecia.
Le ragazze di questo suggestivo ciclo di
quadri (dove coloro che sanno riconosceranno facilmente il gioco delle
reminiscenze, da Modigliani a Carrà, da
Picasso ad Arturo Martini, da Salvo a De
Maria) sono in realtà sacerdotesse del
tempio di Corinto, dedite alla prostituzione
sacra, e Forese le dipinge un attimo prima
della distruzione della città, prima che
vengano uccise, o rese schiave, dai
vincitori. Sono tutte figure di un mondo
che preferisce l’amore alla guerra, e che
forse per questo è destinato a soccombere.
Uscendo però dal mito e dalla storia,
anche queste figure femminili, con chiome
di capelli come onde e corpi reinventati,
sono affettuosamente storte e distorte.
Come lo sono tutti gli elementi del
paesaggio che le circonda. Più che
testimoniare una tragedia, a loro modo
ci raccontano come sia possibile la
bellezza anche tra muri slogati, poliedri
illegittimi, case inesatte, frutti irregolari,
rocchi di colonna accidentati. E con la
guerra alle porte. Come capita a noi.
Tutte le 99 opere in mostra, appartenenti
a questo ciclo dal titolo “Ragazze di
Corinto” sono state realizzate fra il 2011
e il 2016 con la tecnica dell’olio su
cartoncino o collage ed olio su cartoncino,
misurano cm 12 x 12 ognuna.
Enzo Forese è nato a Milano nel 1947
dove vive e lavora. L’artista fa parte del
gruppo italo-austriaco OSMOSI e del
gruppo PORTOFRANCO creato da
Franco Toselli. Info 0341 360 348
David Hockney, Bigger Splash
DAVID HOCKNEY
Il lato inquietante della Pop Art
La Royal Academy of Arts di Londra
presenta dal 2 luglio al 2 ottobre 2016 una
mostra monografica dedicata a David
Hockney. David Hockney è nato in una
famiglia modesta, è il quarto figlio di una
famiglia di cinque. Suo padre era stato un
obiettore di coscienza durante la seconda
guerra mondiale e lui si rifiutò di fare il
servizio militare negli anni 1957-1959. Dopo
aver studiato al Royal College of Art di
Londra, dove ha incontrato Allen Jones, e
Patrick Caulfield si è laureato nel 1962. Ha
iniziato la sua carriera come pittore e ha fatto
un primo viaggio in Egitto come vignettista
per il Sunday Times. Nel 1964 ha scoperto la
bellezza della California, la Polaroid, la
pittura acrilica, le belle ville con le loro
piscine che diventeranno un modello
classico delle sue opere. Sempre negli anni
sessanta incontra Peter Schlesinger che
diverrà il suo amante. Vive negli Stati Uniti
fino al 1968. Lontano dalle correnti più
espressamente dell’avanguardia, Hockney
pratica un’arte figurativa quasi di gusto
espressionista in cui convivono ritratti,
fotografie e video. Nel 1963, quando espone
alla Biennale di Parigi, le sue opere diventano
più autonome e dei tratti peculiarmente
autobiografici. Ha dipinto autoritratti, ritratti
dei suoi genitori, amici, scene di interni
della serie i ragazzi sotto la doccia, piscine,
animali di legno, di viaggio. Si è confrontato
con Andy Warhol a New York nel 1963.
In seguito il leader della Pop Art si recherà
in visita da lui a Los Angeles e sembra
avergli suggerito il tema delle piscine. Gay
dichiarato, Hockney è tornato a Londra nel
1968 per poi trasferirsi a Parigi, dove ha
vissuto prima di ritornare a vivere in
California nel 1978. Nel 1973 Jack Hazan
ha fatto un documentario dedicato a David
Hockney e lo ha intitolato Bigger Splash
che presenta le piscine californiane nelle
loro lussuose ville. Nel 1974 il Museo delle
Arti Decorative di Parigi ha organizzato la
sua prima retrospettiva.
David Hockney torna a vivere e lavorare a
Los Angeles, in California, nel 1978, quando
ha raggiunto - quasi completamente sordo l'età di quarant'anni. Lavora con passione
anche alla fotografia di oggetti. Da centinaia
di scatti in relazione l'uno rispetto all'altro,
ricava A Closer Grand Canyon e numerosi
photocollages. Nel 2015 si trasferisce in
Inghilterra nella contea dello Yorkshire, il
suo paesaggio d’infanzia. Nel 2012 la Regina
d’Inghilterra gli conferisce l’Ordine al
Merito. E’ anche autore di opere di critica.
ARTECULTURA
21
Laura Tosca
INTERROGATIVI FEMMINILI
OLTRE L’APPARENZA
Sirena, 2012, acrilico su cartoncino, cm. 50x70
Dal punto di vista strettamente pittorico
le due figure offrono una plasticità
strutturale molto soddifacente sia per
l’accensione poetica delle forme, sia
per il messaggio che esse si prefiggono.
Nutrito e luminoso il tessuto compositivo ed anche quando l’esigenza
realizzante deve rivolgersi a un blu di
prussia, la luminosità tonale del colore
non spegne la finalità del linguaggio
figurale. Nel colore non vi sono
macchie di abbaglio o di spegnimento,
la tensione si presenta costante. Il
riferimento riguarda soprattutto
l’immagine “Sottecchi” riprodotta in
alto a destra. Poi il seno e il volto
dipinti a macchie di leopardo tra il
bianco latte e il carnoso dell’epidermide fermentano l’unità pensante
della figura, sensibilizzando una
malinconia generalizzata sul disatteso
22
ARTECULTURA
Sottecchi, 2012, acrilico su cartoncino, cm. 50x70
che si pone in stretto collegamento
umorale con il rivolto di spalle di
“Sirena”. L’immagine, pur differenziandosi di composizione con una
testa di capelli neri ed un dorso che si
distende sicuro e convinto di corrispondere alla sua armonia di poetica
visiva, sollecita un quesito estetico
che la pittrice Laura Tosca risolve
con un raffinato lavoro compositivo e
di stile sensibile alle tensioni del
desiderio. Un desiderio a più risvolti
che non riguarda solo un movente
amoroso, ma l’etica, il costume in cui
la pittrice vive ed opera, riflettendo
sulle attività espressive con le sue
osservazioni critiche e di consenso.
Tanto da potersi dire che le due donne,
dipinte in modo del tutto differente
per struttura formale, spirito di
comunicazione e cognizione di finalità
del messaggio concordono, condividono una sotterranea protesta che
indubbiamente concerne il vivere dei
nostri giorni in cui la donna domanda
qualcosa che - si pensa - tuttora non
riesce ad esprimere come vorrebbe
per mancanza dell’opportuna evoluzione sociale tuttora bloccata a
schemi impossibili. Schemi che
imbavagliano l’uomo di costrizione e
la donna ancor di più per le sue
sofferenze di madre amareggiata e
risentita per assistere a figli che non
trovano lavoro, come se fossero nati
per essere nessuno, privi di alcun valore
che dia alla vita un modo di essere
condivisa da tutte quelle aspirazioni
che la donna propone. Un modo di
vivere diverso dall’attuale: ecco il
messaggio che per noi si condensa
nelle due figure dipinte.(Marpanoza)
La PERSONA e la STORIA
Nacque a Elizavetgrad (oggi Kirovohrad, Ucraina), allora parte
dell'impero russo, in una famiglia della
piccola borghesia ebraica. Il padre
Aron Radomysl'skij, proprietario di
un caseificio, lo fece educare privatamente. A 15 anni iniziò a lavorare
come insegnante. Quindi partecipò
attivamente agli scioperi del 19001901. Nel 1901 si unì al Partito
Operaio Socialdemocratico Russo.
Espatriò nel 1902: fu a Berlino, a
Parigi, dove si iscrisse all'Università e
studiò filosofia, letteratura e storia. A
Berna, agli inizi del 1903, incontrò
Lenin e Plechanov e ad agosto
partecipò al secondo congresso del
partito socialdemocratico russo a
Londra, quello della spaccatura tra
bolscevichi e menscevichi. Zinov'ev si
unì alla fazione di Lenin. Subito dopo
il congresso fu inviato dal partito in
Ucraina dove svolse attività di impegnata propaganda.
Nel 1904, ammalato, ritornò a Berna e
si iscrisse alla facoltà di chimica. Nel
1905 era di nuovo in Russia. Dopo un
breve ritorno in Svizzera, nel 1906 era
uno dei dirigenti bolscevichi più
importanti e più attivi a Pietroburgo,
svolgendo attività di agitazione tra i
metalmeccanici, dai quali viene
mandato come delegato al quinto
congresso del partito, a Londra, nel
maggio del 1907, dove venne eletto
per la prima volta nel Comitato
centrale, secondo a Lenin quanto a
numero di voti.
Di nuovo in Russia dirige i giornali
clandestini Avanti e Il Proletario. Nel
1908 fu arrestato e rilasciato dopo tre
mesi a causa delle sue cattive condizioni di salute. Tornato in Svizzera,
vi ritrovò Lenin di cui divenne il più
stretto collaboratore e col quale si
spostò in Galizia. Nel 1910 con Lenin
sostenne la tesi contraria alla riunificazione tra gruppi bolscevichi e
menscevichi. Nel 1911 tenne lezioni
diverse nella scuola per gli operai a
Longjumeau, vicino a Parigi. Nel 1917,
allo scoppio della Rivoluzione di
febbraio, ritornò in Russia insieme a
Lenin e ad altri espatriati attraversando
la Germania nel famoso treno blindato.
Quando venne emesso mandato di
cattura contro i bolscevichi si nascose
in Finlandia con Lenin. Si oppose
pubblicamente, con Kamenev, Rykov
e altri all'insurrezione di ottobre,
ARMSTRONG
1909-1971
ZINOV’EV
preferendo un'alleanza con gli altri
partiti socialisti in vista delle elezioni
per l'Assemblea costituente. Nei giorni
seguenti venne delegato, insieme a
Kamenev, per cercare un accordo con
gli altri partiti socialisti. La trattativa
fallì e Zinov'ev e Kamenev vennero
perdonati dal partito per le sue
esitazioni nei giorni della rivolta e
riammesso alle cariche più importanti.
Tra il 1918 e il 1925 fu uno politici più
potenti dell'Unione Sovietica. Era al
capo del Soviet, cittadino e regionale,
di Pietrogrado, oltre che presidente
dell'Internazionale Comunista. Si
schierò con Stalin contro Trockij, e
alla morte di Lenin formò il cosiddetto
triumvirato con Kamenev e Stalin. Le
divergenze politiche con Stalin,
insieme all'enorme accumulo di potere
personale da parte di quest'ultimo,
portarono alla rottura dell'alleanza.
Zinov'ev e Kamenev organizzarono
l'opposizione a Stalin. Il loro punto di
forza era rappresentato dalla città di
Leningrado, dove la frazione di
Zinov'ev aveva la grande maggioranza
dei seguaci, ma l'opposizione venne
sconfitta al quattordicesimo congresso
del partito tenuto nel 1925.
A questo punto Zinov'ev e Kamenev si
allearono con Trockij costruendo il blocco
della nuova opposizione. Anche questa
volta vennero sconfitti dalla fazione
staliniana nel quindicesimo congresso del
partito nel 1927 ed espulsi dal partito. Nel
1928, dopo pubblica «autocritica»,
Zinov'ev e Kamenev furono riammessi
nel partito, ma ottennero incarichi di scarsa
rilevanza politica nei ranghi bassi della
burocrazia. Già nell'estate di quell'anno, Zinov'ev venne coinvolto con
Kamenev, nel progetto di una fazione
antistaliniana. Kamenev aveva infatti
accettato un incontro segreto con
Bucharin, allora in rotta di collisione
con Stalin. L'incontro fu verbalizzato e
presto pubblicato dai trozkisti che ne
erano entrati in possesso. L'immagine
che Bucharin tratteggiava era terribile:
Stalin era paragonato a Gengis Khan.
L'ultima operazione politica autonoma
di Zinov'ev (e Kamenev) fu, nel corso
del 1932, il tentativo di unificare tutte
le opposizioni per sostituire la
leadership in Unione Sovietica. Nell'ottobre del 1932 venne espulso dal
partito ed esiliato a Kostanaj, mentre
Kamenev fu relegato a Minusinsk, per
aver conosciuto ma non rivelata la
«piattaforma Rjutin», un documento
elaborato dal bolscevico Martem'jan
Rjutin, il quale aveva denunciato il
clima intollerabile esistente nel partito
e la necessità di deporre Stalin. L'8
gennaio del 1933 scrisse una lettera di
pentimento a Stalin in cui riconosceva
la sua colpevolezza davanti al partito e
criticava l'opposizione, e il 20 maggio
pubblicò con Kamenev una lettera di
pentimento che venne resa pubblica.
Tornati dall'esilio, il 14 dicembre
Zinov'ev e Kamenev vennero riammessi
nel partito. Nel 1934 fu associato alla
redazione de Il Bolscevico, ma dopo
qualche mese Stalin lo fece licenziare.
Il 16 dicembre viene arrestato con
l'accusa di aver partecipato all’assassinio di Kirov e condannato a dieci
anni per "complicità morale".
Dal 19 al 28 agosto 1936 fu tra i
principali imputati nel "processo dei
sedici" e venne condannato a morte per
fucilazione. Zinov'ev e gli altri accusati
furono riabilitati con la glasnost di
Gorbacëv nel 1988 allorché in Russia
iniziò un periodo di apertura politica e
rinnovamento culturale. Aoristias
ARTECULTURA
23
Grazia Varisco
IL CORPO COME
CAMPO DEI SENSI
Architettura moderna ad Hong Kong
BIENNALE ARCHITETTURA 2016
"Stratagemmi in Architettura:
Hong Kong a Venezia"
Venezia, Arsenale Sala Campo della Tana
28 maggio - 27 novembre 2016
La Fondazione per la Biennale dell’Istituto
degli Architetti di Hong Kong (HKIABF) ed
il Comitato per lo Sviluppo dell’Arte di Hong
Kong (HKADC), coorganizzano la mostra
intitolata “Stratagemmi in Architettura:
Hong Kong a Venezia” - per partecipare
alla XV Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, con il
patrocinio di Create Hong Kong della
Regione ad Amministrazione Speciale di
Hong Kong (HKSAR).Hong Kong è una
città conosciuta per la sua versatilità ed
elasticità; ma ciò che si percepisce nella
vita di tutti i giorni è un senso di rigidità e
mancanza di alternative. L’architettura, in
queste circostanze, diventa un mezzo per
riflettere sulle condizioni umane, sociali e
persino politiche e allo stesso tempo dà
forma ai valori del pubblico. Da una parte,
si conforma alle regole del capitalismo e
della domanda privata; dall’altra, cerca di
trascendere le regole e di aprirsi all’immaginazione. Ciò che giace nel mezzo
potrebbe essere conflittuale e creare campi
di battaglia senza fine ed in continua
evoluzione. Nuove idee vengono messe
alla prova ai limiti del possibile; possono
essere rifiutate o possono trasformarsi in
una nuova serie di valori. Lavorare ai limiti
spesso porta alla luce i problemi sociali –
ossia se i bisogni umani debbano essere
rimpiazzati dal bisogno di progresso e di
24
ARTECULTURA
ricchezza.Il saggio classico cinese dei
Trentasei Stratagemmi è una collezione di
tattiche militari applicate in guerra
nell’antica Cina. La sua saggezza è utilizzata
nell’era moderna in politica, in affari e nei
rapporti sociali. Gli stratagemmi sono divisi
in capitoli che illustrano diverse situazioni,
vantaggiose e non. Prendendo spunto da
questo saggio classico, gli architetti e gli
artisti esaminano le sfide che si trovano a
fronteggiare e cercano soluzioni per la
complessità della realtà.Le situazioni scelte
trattano di battaglie che essi stessi stanno
combattendo, che possono essere sia
personali che sociali. Un conflitto potrebbe
nascere nell’ambito del loro operato o in
diversi aspetti di vita quotidiana e sociale.
I prezzi esorbitanti degli appartamenti, l’alta
densità di abitanti, le forze dominanti di
mercato, la pratica e la mancanza di visione
nei progetti di rinnovamento urbano, la
pianificazione urbana ed il rispetto dell’ambiente – gli architetti e gli artisti
espositori della mostra trattano questi
problemi e parlano dei bisogni incalzanti
degli abitanti cercando di affrontare queste
sfide con soluzioni proprie ricavate dalla
saggezza antica. Essi non si considerano
soltanto architetti o artisti ma anche come
coloro che possono fare la differenza. I
singoli artisti utilizzano un linguaggio unico
e si uniscono in gruppi di esperti per
sperimentare e vincere le sfide sociali.
Info 041.5264546
Lissone, Museo d’arte Contemporanea
14 maggio - 30 luglio 2016
Inaugurata nel 1961, la dodicesima edizione del Premio Lissone è a tutt’oggi ricordata come la più importante e memorabile, merito anche della sezione “Informativo-Sperimentale” in cui Grazia Varisco [Milano, 1937] aveva esposto una
Tavola magnetica. L’occasione di questo
suo ritorno nella cittadina briantea non è
vincolato a nostalgici amarcord, sancisce
anzi il desiderio di soffermarsi sulla ricerca che l’artista ha sviluppato dai primi
anni del Duemila fino ai giorni nostri.
Ovviamente e inevitabilmente qualcosa è
cambiato nelle “regole del gioco” degli
ultimi cinque lustri. Anziché reiterare le
proprie opere nel corso dei decenni, Varisco ha preferito reificare nuove idee,
convertendole cioè in “cose” (gravide di
messaggi cinevisuali che sono in grado di
comunicare alla collettività nuove metodologie nella fruizione). Esemplificativi
di questo atteggiamento sono i Double,
opere che si prestano a un’ampia gamma
di associazioni divergenti: fronte e retro,
dentro e fuori, noto e ignoto. Dello stesso
avviso sono pure Sollevo/Sollievo e R.
RotoReteRossa che intrattengono con il
mondo delle idee un rapporto basato su
volumi animati da tensioni e suggestioni
interne. Il ciclo dei Silenzi si compone invece di passepartout che ritagliano spazi
di vuoto. Sfasamenti, sospensioni, sorprese caratterizzano i Quadri comunicanti:
arcipelaghi di forme geometrizzanti che
disegnano un’orizzontalità-orizzonte di
stimolazioni, sensazioni e suggestioni.
Info 039 7397368
Grazia Varisco, Risonanza al tocco, 2010
alluminio verniciato rosso, 135 × 40 cm
Da Milena, Sicilia:Vincenzo C. Ingrascì
Cinquant’anni di vita che generano
Saggistica, Poesia, Disarmo e Pittura
VINCENZO C. INGRASCI’ Maestro
d’Arte Applicata nato a Milena (CL)dove
vive ed opera, domenica 31 Luglio 1966
50th Anniversary 2016. Esperto di critica
d’arte e letteraria, membro di giurie e
commissioni, i suoi interessi filosoficamente
spaziano dalla pittura alla poesia, dalla storia
locale all’antropologia, presentando libri e
mostre e relatore a convegni. La sua
produzione aperta alla sperimentazione
computa nella poesia la serie dei Microismi,
(Micro olismi) le Ciclotimìe e le Forme in
natura. Nella pittura (espone sin dal 1990) la
ricerca è condotta attraverso il Progetto TShirt,gli antropomorfismi (le buste antropomorfe, Nel segno di Schifano), i fiori
@ttuali o De-pittura e le cromosomìe.
Propria l’idea La Stanza del Contemporaneo/Contemporary Room sull’ identità.
Attento osservatore delle dinamiche
dell’attualità, collabora con giornali e riviste
e diversi blog. Ha pubblicato su antologie a
Milano,Torino, Roma con l’Editrice Pagine ,
su Famiglia Cristiana.it ed in Canada,
(scrivendo la prefazione) a Ancora Lumìe
della Sicilia e Altre Lumìe della Sicilia
(Trinacria Association di Hamilton) e su
Sweet Lemon 2, raccolta di scrittori siciliani
( con Andrea Camilleri) ad Ottawa ( Canada).
Tradotto e pubblicato dal Dipartimento di
Lingua e Letteratura Italiana della S. John’s
University di New York ( USA ) ed in
Canada. Ha inoltre divulgato un intervento
inedito di Leonardo Sciascia. Con il
Dipartimento di Antropologìa della
Kwantlen University College di Vancouver
(Canada ), ha cofirmato il saggio Living
Memory : Milocca’s Charlotte Gower
Chapman, pubblicato dalla Università del
Nebraska ( Lincoln USA). Premiato per la
migliore caratterizzazione letterario-poetica
a Isola delle Femmine ( PA). E’ inserito
nell’Albo Scrittori Italiani dell’UNESCO,
nel Censimento Artistico Italiano e nel
Dizionario Biobibliografico degli Autori
Siciliani. Artista ammesso alla Biennale
della Creatività a Verona con la direzione
critica di Paolo Levi, ha ideato, presentato
e curato diverse collettive (come Dall’Etnìa
di Milocca alla Koinè di Milena; Tre
Milenartisti a Monreale con presentazione
su Exibart.com). Da sempre all’attenzione
di critici, negli anni più recenti ha esposto
a Milano alla Biennale del Disarmo di
ARTECULTURA (con Remo Brindisi, oggi
in permanenza al Museo del Disarmo in
provincia di Alessandria,in Piemonte, con
esposizione inaugurale IL DISARMO
COME DIRITTO UMANO), a Monreale
(PA) con la Personale Creazione &
Fruizione, nella prestigiosa sede della Civica
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
“Giuseppe Sciortino” ( con donazione
d’opera ), alla Fiera di Sicilia (a San Cataldo
CL) con la Personale Etica del Frammento
–In Principio fu la catarsi, Palermo a
Palazzo Fatta, Caltanissetta, Agrigento,
Gela (CL), alla Galleria CAMPARI di
Sesto San Giovanni (MI). Artista sensibile
ai temi della fede,della pace, dell’ecologia e
ambiente e della solidarietà, ha partecipato
al Contemporary Eco Art Contest a Roma
con registrazione nell‘Archivio Internazionale della Green Art ed alla Rassegna
di Arti Visive sul Disarmo (ARTECULTURA) alle Isole Hawaii ( USA) con
donazione d’opera all’O.N.U. Ha realizzato
il micro libro d’artista Microismi & T-Shirt
Book per Microbo.Net, progetto dedicato
al non luogo dell’arte. Nella stagione
artistica 2014, invitato al programma
espositivo del Castello Chiaramontano di
Racalmuto (Ag) con la direzione artistica
di Piero Baiamonte, esordisce con la manifestazione LIFE IN THE STREET Scene
di quotidianità sociale ed è selezionato per
la rassegna d’Arte e Gastronomia
“PERCEZIONI SENSORIALI DELL’IM-
MAGINE E DEL GUSTO”. Ha allestito la
Personale EVENTS 1999-2014 al Museo
di Storia Locale Arti e Tradizioni Popolari
di Campofranco (CL). La sua arte è definita
Avanguardia Critico Pioneristica
(GIUSEPPE MARTUCCI MILANO) e di
recente Simbolismo Cromatico (Dario
Orphèe, Filosofo e critico d’Arte). L’autore
parla di Antropologia dell’uso comune. E’
presente in vari cataloghi e collezioni pubbliche
e private. Espone a Milano per Bersaglio
EXPO L’ARTE DI NUTRIRE IL PIANETA
per la Grande Esposizione Universale 2015 e
Microstorie di cibo Arte e Letteratura. Ha
firmato la Carta di Milano/Milan Charter per lo
sviluppo sostenibile. Nel 2016 partecipa ad
ARTESTATES di Effetto Arte con catalogo
generale delle opere/General artworks catalogo
e videoesposizione a Hollywood, New York e
Washington D.C. (USA). La ricorrenza è
festeggiata con l’Evento personale d’Arte
VINCENZO INGRASCI’ 50th
ANNIVERSARY- PROFILO D’AUTORE.
Nella sintesi usuale del CV, riguardo l’Arte, la Cultura,
la Poesìa è citata ARTECULTURA. Ma in questo
specchietto ripercorro le tappe salienti del rapporto/
collaborazione, dal 2001 ad oggi, sempre all’insegna
della più viva e cordiale amicizia, nella sincerità e
serenità di dialogo che vuol dire sempre confronto, nella
forma delle telefonate con Giuseppe Martucci o delle
mail, o, ancora il cartaceo. Così i vari soggetti d’Arte per
le varie rassegne della Rivista. Le poesie per le Rassegne
di Poesia Pace e L’Autodidatta, i saggi pubblicati dalle
colonne del Mensile.
2001- PSICOPOESIA COME PSICOTERAPIA
2004GIORNATA DELLA MEMORIA
2005GIUSEPPE MARTUCCI UNA
CANDIDATURA AUTODIDATTA
2005LA CHIESA HA PERSO L’UOMO
2006AMORE,PSICOPOESIA E RELIGIONE
2006COSI’ E’ (LA VITA) SE VI PARE
2007ROZZA ITALIA E DEL MONDO
2015L’UMANO ( O DELLA LIBERTA’)
Poesia e Saggistica per il Disarmo
La collaborazione trova il suo apice nella
candidatura di Giuseppe Martucci al Premio
Nobel per la Pace 2005 con alcuni miei scritti
facenti parte del dossier inviato in Svezia e la
raccolta firme a Milena (CL). Tante sono le
poesie che hanno trovato spazio in Umanità
Poetica. E, per quanto concerne la pittura
oltre alle già citate Biennale del Disarmo e la
Rassegna Internazionale alle Hawaii e di
recente le iniziative legate al Museo del
Disarmo, non bisogna dimenticare nel 2009
Fotografare il Disarmo con tanta riconoscenza nei miei riguardi, così l’attenzione
critica verso la mia produzione e ricerca
pittorica con le critiche in “Percorsi” e
“L’intuizione tra le cose della ricerca
futuribile”(E’ piaciuto molto quel “mosso
dall’impulso critico-pioneristico” a firma di
Giuseppe Martucci e di recente in “Luoghi e
immagini” di Aoristias). Ancora e sempre
Grazie a Giuseppe e Teodosio Martucci per
la stima dimostrata.
Grazie Artecultura! Vincenzo C. Ingrascì
ARTECULTURA
25
ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’
Perché la curiosità femminile
è più sensibile di quella dell’uomo
In un tema così delicato che riguarda
la psicologia della vita e nel quale ogni
persona femmina o maschio ha il suo
rispecchio psichico, differenziato
dall’altro, che si pone in rapporto con
il proprio corpo, la fisionomia di se
stessi, la curiosità viene ad esprimere
un valore di conoscenza tanto nella
donna quanto nell’uomo. Ma trattasi di
una conoscenza che ha delle particolarità differenziate anche se
originano comunque da una gravidanza.
Nella donna viene espresso dalla vulva
l’insieme femminile dell’utero, e
nell’uomo dal fallo, i due organi che
alimentano il desiderio, anche al di
fuori della sfera sessuale.
Ma la conoscenza non è soltanto
sesso come ci sembra sostiene Freud,
ma qualcosa di più particolare nella
donna nella quale la curiosità si avverte
sul proprio viso, dal modo di parlare,
di mangiare, di muoversi e di camminare in tutti gli atteggiamenti che
fanno richiamo alla sua interiorità
intellettuale. Certo, a riguardo della
curiosità femminile il desiderio a
carattere sessuale può avere la sua
ascendenza in senso di riproduzione
genetica, ma non su tutta la manifestazione che collega la donna al
mondo, alla società e soprattutto al
realismo della famiglia, del lavoro, del
gioco che assumono caratteri del tutto
inattesi e particolari. E la curiosità
nella sua fenomenologia ci sembra
che l’avvicini più Gustav Jung che
Sigmund Freud anche se ambedue non
sono poi pervenuti alla dimostrazione
di singoli dettagli che riguardano
quella curiosità creativa in cui la donna
ha per noi una netta prevalenza sugli
accorgimenti intuitivi dell’uomo. Ma
la curiosità si pensa che abbia la sua
radice propulsiva di spinta motoria
nell’affettività, che nella donna per
ovvie ragioni di madre ne caratterizza
la differenza a cospetto dell’uomo,
tanto nella gioia quanto nel dolore.
Cosicché a tal riguardo diventa
possibile sostenere senza pericoli di
smentita che se per ipotesi venissero
a mancare nella vita umana la sensibilità
alla gioia ed al dolore la vita, esau-
26
ARTECULTURA
rirebbe anche la sua riproduzione
genetica nella quale la curiosità è da
ritenere l’essenza di ogni stimolo
creativo. Se poi ci si vuole domandare
più che con il mondo dell’anima, ma
con la spiritualità universale, in tal
caso ci troviamo di fronte a quell’energia poetica dell’atto puro in cui
è più facile comprendere perché la
donna è più curiosa dell’uomo. Questo
perché la costellazione diffusa degli
atti puri che accendono l’energia
primaria che danno origine alla
biologia, vi si avvera in quanto la
struttura psichica della donna è
particolarmente dotata dalla natura e
dalla qualità degli atti puri spirituali,
essenza di un’energia che non ha peso
e misura, ma che esiste irraggiungibile
ed indefinibile e che ci pone a cospetto
dell’origine di un mondo infinito.
Quella condizione universale che si
accetta per la verità che si vive, poiché
un’origine degli atti puri non esiste
per sua finalità d’essere e di non essere
ma per conversione d’infinito equilibrio e libera, audace sincronizzazione degli atti puri nascenti. Un
aspetto del pensiero che ci fa dire che
né la filosofia, né la scienza e
nemmeno le religioni possono andare
oltre l’atto puro su cui origina di
materia e di spirito il nostro mondo.
Per cui partendo dallo scavato emblematico della vita, quì accennato,
diventa possibile dare dimostrazioni
esemplari perché la curiosità nella
donna soverchi quella dell’uomo. E
cominciamo a domandarci perché in
una famiglia composta da un figlio
come da una nidiata di figli, questi
nell’interiore del proprio essere si
sentano più vicini alla madre che al
padre e in caso di sbaglio l’indulgenza
della madre si presenta davvero più
comprensiva al cospetto dei figli che
pure sanno benissimo che il padre a
loro vuol bene e magari fa i turni di
notte in una miniera affinché la
famiglia abbia il pane per mangiare.
Per cui la facoltà affettiva che
sensibilizza la donna ad una più spinta
curiosità si presenta una diretta
conseguenza della psicologia spi-
rituale del mondo di cui le pratiche dimostrazioni accennate ne sono la
diretta conferma ed alle quali ognuno
di noi può soggiungere le proprie
riflessioni sui tanti aspetti pratici. E
una madre in sensibilità nei confronti
dei figli è più comprensiva del padre,
non per scelta morale ma, come è stato
accennato, di naturale formazione. E
gli esempi in dimostrazione sono
infiniti, solo incominciando ad
osservare come mai una donna si
presenti più disinvolta dell’uomo, più
sicura e decisa per la sua prestazione
in una cucina familiare ovvero di
sposalizio o di ristoranti. Non è certo
per golosità di cibi, anche se gli assaggi
sono di necessità preparatoria affinché
una ottima pastasciutta o una coscia di
pollo siano gustati a soddisfazione del
palato, del desiderio di nutrizione. Ed
in un lavoro di campagna, come la
delicata opera di sarchiatura del grano,
la donna dimostra più abilità ed
accortezza del maschio. Come del
resto, salendo di scelta culturale, anche
nel campo dell’insegnamento, una
maestra dagli alunni è più ben vista
rispetto al maestro. E la vicinanza
della spontanea facoltà ad apprendere
l’insegnamento della maestra non è
certo un mistero quando si sa benissimo
che la fiducia di una scolaresca nei
riguardi di una docente femminile non
è un miracolo, ma il risultato di
un’intesa psichica che origina allo
stato primario della persona di cui è
stata fatta menzione.
E la stessa paura, che caratterizza
una moglie nei riguardi del marito o
dell’uomo in generale, che la dimostri
o meno, persino quando si respira
d’amore, si trasforma nella donna in
una certa ansia che si cela ma non
scompare. Questo perché cosciente o
meno nella sua personalità psichica, la
curiosità femminile è certamente di
prevalenza su quella del maschio che
potrebbe anche essere colmata, guarita
tra i due, quando il desiderio sessuale
conduce all’estasi dell’orgasmo,
quando, cioè, i due innamorati superano
i confini del materialismo e raggiungono
l’universalità dell’atmosfera poetica che
gioisce di atti puri: il sublime della
spontaneità affettiva.
Ed a riguardo della curiosità
femminile superiore a quella del
maschio non si deve dimenticare che
si pone anche in relazione con
l’ambiente in cui si vive poiché la
composizione della natura incide non
di poco nella formazione della persona
umana. Ma comunque in comparazione
di caso i rapporti di curiosità tra la
donna ed il maschio rimangono comuni
anche se in modo differenziati, così
per dire che donne africane possiedono
in quanto a carica psichica più curiosità
delle norvegesi, come delle giapponesi, delle europee e delle americane. Il principio non muta, ma
nel rapporto con l’ambiente varia la
quantità ed in una certa misura psichica
tollerante anche la qualità. Un aspetto,
questo, confermato dai costumi e,
ancora prima e forse meglio, dalle
neuroscienze. La curiosità ricama la
donna molto di più che nell’uomo.
Infatti in caso di un incidente qualsiasi,
la donna si avvicina al marito ovvero ad
un qualsiasi uomo per addolcire il suo
dolore del tutto disinteressatamente,
lo fa per la sua innata personalità, tutta
interessata a ristabilire l’equilibrio sia
sulle ferite organiche sia su quelle
spirituali. Da questo punto di vista la
curiosità della donna possiede di natura
la sua benefica ascendenza.
Una curiosità che incontra il suo
naturale nido nella spontaneità della
poesia, questa ci porta a bussare al
corpo dell’altro per soccorrerlo,
disponibile al suo bisogno di aiuto
priva di tariffa rimunerativa e nella
donna l’innata energia della poesia è
certamente più sentita che nella sfera
psichica dell’uomo. Forse Platone non
sarebbe d’accordo allorché intorno
all’anima ha costruito la sua fortuna
storica oggi in decadenza per sostituzione della mente nei linguaggi
della moderna comunicazione.
Ma ci vuole ancora un certo tempo
affinché la “verità” culturale chiarisca
la “verità” sulla curiosità della donna
che tuttora non può celebrare nemmeno
i sacramenti o dir messa in quanto la
dottrina teologica tuttora glielo
proibisce. E poi tanto per concludere
questo nostro breve intervento sulla
curiosità a favore della donna: la
curiosità sa attendere perché l’equilibrio mentale in ogni caso si
raggiunge con la convergenza degli
opposti.
Giuseppe Martucci
S.Siro e Ranieri
Turismo-Poesia della Natura
OTRANTO
Otranto (Otràntu in dialetto salentino, Derentò
in greco salentino,) è un comune italiano di
5.724 abitanti della provincia di Lecce in
Puglia.Situato sulla costa adriatica della
penisola salentina, è il comune più orientale
d'Italia: il capo omonimo, chiamato anche
Punta Palascìa, a sud del centro abitato, è il
punto geografico più a est della penisola
italiana.
Dapprima centro greco-messapico e romano,
poi bizantino e più tardi aragonese, si sviluppa
attorno all'imponente castello e alla cattedrale
normanna. Sede arcivescovile e rilevante
centro turistico, ha dato il suo nome al Canale
d'Otranto, che separa l'Italia dall'Albania, e
alla Terra d'Otranto, antica circoscrizione
del Regno di Napoli. Nel 2010 il borgo antico
è stato riconosciuto come Patrimonio
Culturale dell'UNESCO quale Sito Messaggero di Pace. Fa parte del club I borghi più
belli d'Italia.Dal punto di vista meteorologico
Otranto rientra nel territorio del Salento
orientale che presenta un clima mediterraneo,
con inverni miti ed estati caldo umide. In base
alle medie di riferimento, la temperatura
media del mese più freddo, gennaio, si attesta
attorno ai +9 °C, mentre quella del mese più
caldo, agosto, si aggira sui +24,7 °C. Le
precipitazioni, frequenti in autunno e in inverno,
si attestano attorno ai 626 mm di pioggia/
anno. La primavera e l'estate sono
caratterizzate da lunghi periodi di siccità.Nel
periodo romano, Otranto era una delle città
marinare più importanti della Puglia. Il lavoro
mercantile e di artigianato locale era molto
fiorente, soprattutto nella lavorazione della
porpora e dei tessuti. Era presente a Otranto
una comunità ebraica e ciò fa capire
l'importanza commerciale che il centro poteva
avere e che andava oltre alle isole Ionie.Nel
1480 la città fu espugnata dai Turchi
(Maometto II), che fecero strage della
popolazione durante la Battaglia di Otranto,
uccidendo 800 persone: si tratta dei beati
Martiri idruntini.Nel periodo napoleonico la
cittadina divenne Ducato del Regno di Napoli.
Il Novecento fu un secolo di emigrazioni
verso la Germania e la Svizzera alla ricerca
di lavoro. Alla fine degli anni novanta la città
ha vissuto gli sbarchi in massa sulle sue coste
dei profughi albanesi in fuga dalla loro terra.
Prima di addentrarmi nella baraonda dello stadio
di S.Siro, ho ancora in mente una velenosa
esclamazione, riportata dai media, del nuovo
Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Piercamillo Davigo, che recita: «I politici
continuano a rubare, ma non si vergognano più».
Ma tant’è!
Credo, però che, visti i tempi difficili che
attraversiamo ora, talvolta sia opportuno staccare
la spina ed immergersi in qualche svago
disimpegnante, come un tempo si affermava negli
anni’60, assistendo ad esempio ad uno spettacolo
calcistico. L’ultima volta che avevo visto dal vivo
una partita di calcio era stato ad Oslo nel 2005,
quando l’Italia giocò contro la Norvegia. Risale
invece a mezzo secolo fa il mio ultimo passaggio
nello stadio di S.Siro, quando non era complicato
prenotare un biglietto nei “Distinti”, dove la
visione della partita era ottima, anche se bisognava
accomodarsi sui gradoni di cemento. Oggi invece,
per assistere ad una partita di calcio della serie A,
c’è anzitutto la difficoltà di procurarsi il biglietto.
Infatti, ho tribolato non poco per riuscire ad
assicurarmene uno per la partita Milan –Juve,
acquistandolo da una banca che mi ha fatto
pagare 31€ uno dei posti nel terzo anello blu dello
stadio. Così vado a S.Siro, munito di un k-way
rosso, per il quale molti passanti che deambulavano con me, diretti agli ingressi dei settori,
mi hanno scambiato per un aficionado rossonero.
Con altra fiumana di tifosi ridicoli che indossavano
le magliette con i nomi dei loro beniamini,
intraprendo la lunga salita per raggiungere l’ultimo
anello dello stadio e sedermi al posto giusto.
Purtroppo quello che mi era stato assegnato era
pessimo, poiché da quell’infelice postazione i
giocatori delle due squadre erano irriconoscibili
e apparivano alti come i soldatini di plastica. Per
trovare un posto migliore, mi sono appeso alla
barra metallica blu dell’anello e, con una serie di
equilibrismi alla Tarzan, ho disceso una decina di
posti per raggiungere il pianerottolo della barriera
confinante con l’anello sottostante. A partita
iniziata gli spalti diventano una bolgia e sono
infastidito dalle urla dei tifosi: talvolta, a scatti
sincronizzati, molte persone si alzano in piedi con
un braccio in alto, osannanti come quelli d’antica
memoria, quando qualche giocatore realizza un
goal che li galvanizza come ossessi, per non
parlare dei loro demenziali cori, frammisti da
commenti idioti.
Su tale scia irrazionale, ieri sera la nostra Tv, ha
dato un gran risalto alla vittoria della poco quotata
squadra del Leicester, che ha vinto inaspettatamente lo scudetto nel campionato inglese,
grazie alla bravura dell’ allenatore italiano, Claudio
Ranieri. Senza dimenticare che sono i giocatori
che vincono o perdono le partite, l’impresa
sportiva mi ha fatto piacere, ma non più di tanto,
non considerandomi un vincitore di qualsiasi
scudetto, come tantissimi altri italiani intervistati.
Credo che costoro abbiano molta confusione in
testa, anche se sono in sintonia col patriottismo
di quelle etnie arabe residenti a Milano che tifano
per la Roma, in quanto uno dei suoi giocatori di
punta è l’egiziano Mohamed Salah. Una vera
follia di massa! Che non fosse soltanto la religione
l’oppio dei popoli, in realtà n’ero già da tempo
convinto, così come penso di taluni media, rei di
alimentare certe illusioni ai diseredati, invece di
vergognarsi.
Antonio Fomez
ARTECULTURA
27
UNO SCHIAFFO A TOSCANINI
PER SCHIAFFEGGIARE LA CIVILTÀ
quali fece ritorno solo a guerra finita e
regime fascista sepolto sotto cumuli di
macerie, comprese quelle della Scala.
Il Maestro Arturo Toscanini
Il 14 maggio 1931, al Teatro Comunale di
Bologna, si sarebbe dovuto tenere un
concerto per commemorare il musicista
Giuseppe Martucci (1856-1909). Serata
di gala, abito da sera anche se erano in
parecchi a indossare sotto il frac la
camicia nera, contribuendo a dare, oltre
che un effetto estetico fra il macabro e il
ridicolo, il senso di ciò che stava
accadendo in Italia. Avrebbe dovuto
dirigere Arturo Toscanini, che però
neppure riuscì a entrare in teatro. Già si
sapeva che il maestro, come già fatto per
la prima di Turandot, aveva rifiutato di
far eseguire dall’orchestra Giovinezza,
così come s’era opposto a che fosse il
primo violino a dirigere in sua vece l’inno
fascista oppure, in ultima istanza, che per
eseguirlo comparisse in scena una banda,
per l’occasione già allertata e in attesa
davanti al teatro.
Il maestro arrivò a bordo di una
Isotta-Fraschini che venne circondata
da un gruppo di esponenti del locale
Partito Nazionale Fascista e, appena
28
ARTECULTURA
sceso dalla vettura, ricevette bordate di
insulti un forte schiaffo sulla guancia
sinistra. Fu l’autista a evitare il peggio,
afferrandolo e sospingendolo nell’auto
per subito ripartire fra urla e minacce. Il
gruppo di facinorosi organizzò un corteo
che schiamazzando raggiunse l’Hotel
Brun dove il maestro aveva preso alloggio
con la moglie, e gli inviò una delegazione
per intimargli da lasciare la città. Prima
di farlo Toscanini inviò un indignato
telegramma a Mussolini, nel quale
lamentava di essere stato aggredito da
“una masnada inqualificabile”. Mussolini,
che invece doveva ritenerla qualificabilissima, non si diede la pena di
rispondere. Intanto la stampa, ovviamente ormai del tutto asservita, si
stava scatenando. Ci fu chi definì
Toscanini “un maestrucolo”, chi gli imputò
una “decadenza senile” e chi deprecò la
sua “assurda irriducibilità”. Non
ricevendo nessuna forma di scusa, in
capo a pochi giorni Toscanini lasciò
l’Italia alla volta degli Stati Uniti, dai
Per il concerto di inaugurazione del
ricostruito teatro fu ovvio pensare a lui,
ma il maestro era frenato da remore
politiche e morali, visto che l’Italia era
ancora una monarchia, e la casa regnante
era quella che aveva mandato al potere
il fascismo e promulgato le leggi razziali,
né era data per scontata la vittoria dei
repubblicani nell’ormai prossimo referendum istituzionale. Insomma l’idea
di dare con il proprio rientro una
legittimazione alla delegittimata casa
Savoia lo frenava. A seguito di una
intensa opera di convincimento dettò le
proprie condizioni: solo musica e niente
discorsi del sindaco o di chiunque
altro.L’orchestra, riunita per le prove, si
trovò davanti un uomo di settantanove
anni vigorosissimo e nervoso. Era sempre
Toscanini, e quando le prove ebbero
inizio, secondo il racconto del primo
violino Enrico Minetti “rivedemmo volare
qualche partitura nella bella e nuova
platea, più di un fazzoletto fu lacerato
senza pietà e molte bacchette spezzate e
gettate al vento!”
La sera dell’11 maggio 1946, a ventidue
giorni dal referendum che avrebbe fatto
nascere la Repubblica Italiana, intorno
agli apparecchi radio si riunirono intere
comunità per ascoltare brani di Rossini,
Verdi, Puccini e Boito. Era l’evento,
segnava la fine di un incubo e, si sperava,
l’inizio di qualcosa. Fu nel corso delle
prove preparatorie del concerto che
nacque la leggenda della “voce d’angelo”,
perché fra i cantanti, accanto a nomi
quali Mafalda Favero, Carlo Forti, Jolanda
Gardino, Giovanni Malipiero, Giuseppe
Nessi, Tancredi Pasero e Mariano
Stabile, c’era una giovane soprano alta e
di magnifico aspetto chiamata Renata
Tebaldi.
Giovanni Chiara
Umanità poetica - Costume poetico
“La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni”
Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della
poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione.
Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio
la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere
divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli
Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali.
BINARIO SOLITARIO
Corre
il binario solitario
tra campi minati
e stazioni fantasma.
Corre impazzito
ai confini del mondo
in cerca di pace.
Uomini
avidi di potere
e di immani grandezze
spogliano i popoli
di umana ricchezza.
Vecchi stanchi
seduti ad aspettare
guardano impotenti
il povero binario
finire la sua corsa,
con nel cuore la speranza
di un mondo migliore,
dove bimbi felici
tornino a giocare
sventolando una bandiera:
la bandiera dell'amore.
Giovanna La Donna
LUCE OVUNQUE....
DENTRO DI NOI...
Notte fonda.
Guardo il cielo
luna...stelle.
Luce, vieni a me incontro
sparisce lo scoramento.
Tu, amico, nelle tue fragilità
dimostri d’essere forte
cerchi una luce divina!
Luce... spenta da guerre
pena di morte
indifferenza tra persone.
Luce che sveli cose nuove
rivoluzioni il nostro pensare,
ci aiuti a credere nella pace
in un mondo più giusto.
Fiorenza Bonfili
COS'E' LA GIUSTIZIA?
IL CANE
Acclami la giustizia!
Vorresti che nel mondo
ci fosse la giustizia!
Combatti per la giustizia!
Ma, come credi di ottenerla?..
La giustizia è una parola
che racchiude in sé il desiderio
di pace, di tranquillità,
di rispetto reciproco,
che ci conduce ad avere
una serena convivenza
tra i popoli.
Se ci si lascia dominare
dalla prepotenza e dall'egoismo,
allora si permette al male
di sopraffarci concedendoci
alla violenza che abbruttisce
l'uomo.
La giustizia è quel valore
che ci rende liberi,
accogliendo in noi l'amore!
Il cane
molto sa insegnare all’uomo
e l’uomo
molto potrebbe apprendere
da lui se,
qualche volta,
lasciando da parte
la sua presunzione
di “essere superiore”
volesse profittare di quanto
gli viene impartito
e trasmesso
dal suo quattrozampe.
Franca Trevisi
MOSAICO
Quando al mattino
nel ciel si desta il sole
è un mosaico di luce
che s’intravede all’orizzonte
Fabio Gibillini
Eugenia Rina Bonanomi
MANCA L'AMORE
Non c'è più cielo
Non c'è più mare
non c'è più verde
neppure un fiore soltanto odio
odio e rancore.
Mancano i padri solo le madri
di pochi figli nati per caso
non dall'amore
di genitore pronti alla guerra
privi di cuore.
Voglio il mio cielo
rivoglio il mare
un prato verde
con un bel fiore.
Voglio la vita
la terra d'amare
la fratellanza
senza dolore.
Rivoglio il mondo
che conoscevo
l'UNICO MONDO
con tutto il cuore.
LASCIAMO CHE IL SEME
DIVENTI FIORE
Romilda Malinverno
IL GUARDIACACCIA
Calmo e sereno di sentimento
si chiedeva Luigi
sotto la vasta ombra del fico
che copriva anche il pozzo della vigna
in quell’afa pesante di luglio che la
siccità avvampava la pampina dei filari
in magrezza
i grappoli dell’uva
e scarsa vendemmia
Così Luigi pensò a distrarsi
un momento rispecchiandosi nell’acqua
del pozzo dove smorfiando immagini e
umori si divertiva a ridere di se stesso
quando si sentì bussare alle spalle:
Sono il guardiacaccia
per riempire una borraccia d’acqua
Ma secco di rimando Luigi:
“l’acqua è per chi zappa la vigna
coltiva l’orto e alimenta la libertà
agli uccelli di volare
e non fare l’indifferente
butta prima quel tuo schioppo
l’uomo nasce poeta e non guerriero
e dopo prendi l’acqua per la tua sete”
Giuseppe Martucci
ARTECULTURA
29
Antonio
Cellinese
Silvana Perabò
Barnaba di Buja
Michele
Giannattasio
La forma
e la poetica
Una vita
per l’arte
Nel sentimento
del remoto evento
Nella perspicacia della spinta che orienta
il pittore a raggiungere l’origine del suo
proposito creativo attraversando tutto lo
spazio umano del valore cognitivo,
Antonio Cellinese raggiunge la natalità
dell’emozione che lo coinvolge nella
realizzazione del dipinto ”FINALITA’
COMPOPOSITIVA”. Un dipinto che
appare setacciato come se l’intento del
pittore fosse quello di scernire la
pesantezza del materiale dal fior fiore
della luminosità trasparente ossia la
flessibilità dell’immagine poetica. E così
avviene nel fondo del dipinto tonalmente
acceso ad intercalanze d’azzurro, come
allusione di cielo o di mare e il rosso a
moto di calore, che premunisce la facoltà
più interessata di fare pittura. Un dipinto
che poi evidenzia solerti aperture di spontaneità, spazi di bianco in comune
macchia di altre tonalità che caratterizzano la sensibilità della ricerca. Un
dipinto che nella sua manifestazione
soprattutto tonale, dà adito anche ad un
collegamento evolutivo del percorso
pittorico -visivo.
Marpanoza
Purtroppo è recentemente scomparsa
la pittrice Silvana Perabò Barnaba di
Buja che per anni è stata un’affezionata
lettrice di Artecultura e partecipe di
molte sue iniziative artistiche e culturali.
Originaria di Rubignacco di Cividale nel
Friuli, dopo aver brillantemente
conseguito il Diploma alle Magistrali,
iniziò a dedicarsi alla pittura, frequentando
Associazioni culturali, mostre e partecipando alle sue prime esposizioni
personali. Ben presto il suo linguaggio
figurativo si andò delineando, acquisendo
una fisionomia del tutto particolare.
Approfondendo la pittura di derivazione
post-impressionista l’artista seppe
interpretarla originalmente con l’innesto
di un cromatismo raffinato e vivace e di
una composizione sintetica priva di
dettagli o appesantimenti. Ed a questo
punto non deve stupire se Barnaba di
Buja si dedicò con altrettanta densità di
risultati anche nella poesia, riscuotendo
consenso in molteplici rassegne. Alla
famiglia, agli amici e a quanti la conobbero
le più sentite condoglianze di Artecultura.
Marpanoza
“DRAMMATICO SOGNO” un dipinto
olio su tela che dipinge il pittore
Michele Giannattasio, è sicuramente
una metafora dal punto di vista della sua
realizzazione così accesa di rosso che
lascia pensare a quello che per davvero
fu nell’atto pratico l’eruzione vesuviana
del 70 dopo C.Eruzione, si pensa, che
abbia lasciato una traccia di dolore
anche nelle generazioni future che poi
particolarmente nel campo pittorico vivono
la speditezza dello stimolo che spinge a
dipingere il triste evento con un
convincimento che non si lascia dimenticare. Ed un caso evidente, sotto
questo aspetto, che per noi vale anche
come una conferma, si deve alla pittura di
Giannattasio che dipinge una lunga serie
di case distrutte così come la dolorosa
realtà fu. Per cui il legittimo della domanda:
perché il pittore dipinge una casa in rovina
tutta di rosso? non è forse una stonatura,
può anche darsi, ma certamente non lo è
per la sensibilità di Giannattasio che vive
quel ricordo come sogno della giornata.
Un aspetto che, a parlar chiaro, vale
anche a conferma psicologica che certe
tensioni particolarmente di eventi
drammatici non si spengono con la
generazione che le ha sofferte ma hanno
un trapasso in parte di origine genetica ed
un altro dettato dall’ambiente. Ed anche
quando si possono edificare grattacieli, il
dolore permane.
Marpanoza
Antonio Cellinese
“FINALITA’ COMPOSITIVA”
Tecnica mista
Silvana Barnaba di Buja
VETRO E ACRILICO
Michele Giannattasio
“DRAMMATICO SOGNO”
Olio su tela
30
ARTECULTURA
Silvana
Testa
Luisa
Visconti
Gianfranco
Rontani
Itinerari
ignoti
Atmosfera
di natura
Una storica presenza
pittorica del XX secolo
RSi
La pittura di Silvana Testa si realizza
soprattutto in rapporto con lo spazio.
Una ricerca di espansione dal sapore
matematico che in questo mese di
luglio dipinge “STRATIFICAZIONI”,
ossia due opposti piani che si
fronteggiano nello spazio in versione
parallela in direzione d’infinito. I due
piani sono ovviamente piastrellati di
pavimentazione, come a giustificare
di fare intendere l’ipotesi con la realtà.
Due piani che ambiscono al volo nel
tempo dell’infinito che per certo senso
potrebbero avere anche delle affinità
einsteniane. Ipotesi che originano
dall’insistenza della pittrice Silvana
Testa che come orientamento nella
sua opera pittorica persiste a domandarsi tra l’uomo e lo spazio. E
questo specie quando la pittrice è stata
ed è tuttora interessata allo studio della
filosofia positiva, non alla vaghezza
delle ipotesi, ma al conoscitivo della
nuova realtà. La geometria nella sua
pittura non ha un valore agrimensurale
e nello specifico nemmeno architettonico lontano da ipotesi di natura
terriera o edili, ma solo desideri del
nuovo, del mondo come finalità
esistenziale svincolata da dogmi di ogni
natura. Per lei la geometria è come la
spiegazione dell’uomo a cospetto
dell’universo. Grandi idee e fibre
intuitive che possano indurre anche
alla sorpresa. Lo speriamo.
Marpanoza
Un insolito acquerello per visione tonale
in assenza di verde, quello che dipinge in
questo caldo mese di luglio 2016 Luisa
Visconti “NUVOLE NAVIGANTI”, ma
caratteristico per l’allusivo del realismo
come momento post-temporale che pone
in didascalica armonia, in primo piano la
boscaglia, poi al centro delle nuvole
naviganti ed infine sullo sfondo l’apparire
di un frastagliato terso tra le bianche
chiazze delle nuvole. Una delicata finezza
strutturale che nella sua originalità non
diserta il desiderio della poetica raffinata
della pittrice ed accende nel sensibile
respiro che realizza, come una gréve
giornata di calda stagione. L’opera si
pone in tutta sintonia con la realtà del
momento post-temporale ma maggiora
l’effetto dell’emozione quando il bruno
filare della boscaglia sospinge il bianco
delle nuvole che si sensibilizzano a
macchia di leopardo come soffioni del
cielo da cui traspaiano profondi occhi
d’azzurro come a gioire di se stesse e
della loro intesa con tutta la composizione
dell’acquerello. Una realizzazione
pittorica che si lascia guardare con
effetto di piacere per quegli appunti di
ramificazione dell’alberato che sembrano delle scritture, il resoconto di
un fermento creativo appassionato che
non dissente nella sua tipicità dal noto
stile della pittrice. (Marpanoza)
Una figura femminile di spalle che
sogna l’attesa seduta tra cespugli della
campagna. Un fondo verde con due
palloncini ad altezza di testa della
figura che rallegrano il motivo del
dipinto che il Maestro Gianfranco
Rontani ci fa conoscere in “DONNA
DI SPALLE”. Un allegro dipinto che
porta a ricordare tante cose nel suo
messaggio di fondo che, detto in
sintesi, fa riflettere sulla nostra
esistenza. Un mondo nel quale la vita
della donna non è solo un corpo
parlante, ma il costume e la ragione
stessa di tutta la sua essenza di materia
e spirituale. Una spiegazione di
esistenza in cui il maestro non è solo
il pittore che realizza il dipinto, ma
l’idea stessa di quanti si accingono a
fruirlo. Fino al punto di poterlo
ipotizzare come una prova permanente
dell’esistenza sia umana sia di natura
che, infatti, si confanno nell’unico
fine per cui l’opera è nata: il
femminile a finalità dell’esistenza.
Marpanoza
Silvana Testa
“ STRATIFICAZIONI” 2016
Olio su tela, cm. 120x90
Luisa Visconti
“PASSAGGIO DI NUVOLE NAVIGANTI”
Acquerello
Segromigno di Piano (Lu)
Cell. 3349020404
Artecultura tel. 02-864.64.093
Gianfranco Rontani
“DONNA DI SPALLE” Olio su tela, cm. 30x40
ARTECULTURA
31
LIBRI
a cura di Aoristiass
Anna Crespi
ESERCIZI DI CONVERSAZIONE
Il 21 aprile 2016 ha visto l’uscita del nuovo
libro di Anna Crespi. Una raccolta di
testimonianze, di esperienze e di vita. L’editore
è Ponte alle Grazie.
Esercizi di conversazione è un libro di
interviste. Anna Crespi dialoga con alcuni dei
protagonisti dell’orizzonte culturale contemporaneo, entrando nella loro più profonda
intimità per cogliervi quanto c’è di più
autentico, ovvero l’anima stessa.
Le domande sono formulate proprio con il
desiderio di aprire un varco nell’essenza
umana per evidenziarne gli aspetti più
caratterizzanti. È così che i profili di tante
donne e di tanti uomini eccellenti ci vengono
restituiti nella pienezza della loro autenticità.
Seguire questi Esercizi di conversazione vuol dire rivivere l’esperienza
antichissima secondo la quale il domandare esprime l’essenza della vita e delle
scelte che la vita stessa impone.Scrive
l’autrice: «Ormai la gente non si parla più,
non ascolta più; ha affidato il proprio cuore al
conformismo collettivo. Con il dialogo ho
fatto in modo che le persone intervistate
uscissero dal circuito innescato, portandole a
esprimersi come anime libere». Ecco perché
ogni dialogo si configura come un moto della
coscienza, che sfida gli orrori del mondo con
la forza della cultura e dell’arte. Fra le
personalità in dialogo con l’autrice: Arbasino
– Bertelli – Sylvano Bussotti – Buzzi –
Comencini – Denissenkov – Dorella –
Dorfles – Du Chène de Vère – Eco –
Fournier-Facio – Francesconi – Gatti –
Giorello – D. Lovett – Magris – Mauri
– Cesare Mazzonis – Mignacco – Nichetti
– A. Pomodoro – L. Pomodoro –Principe
– ed altre.
Andrea Daninos
UNA RIVOLUZIONE DI CERA
Il libro, (Edizioni Officina libraria) suddiviso
in tre macro capitoli, racconta per la prima
volta la storia delle esposizioni di figure in
cera a grandezza naturale nella Francia
rivoluzionaria, esposizioni che hanno dato
origine ai moderni musei delle cere.
Attraverso le biografie dei principali
protagonisti viene così esplorato un fenomeno
che godette di grande popolarita` per piu` di
due secoli.
L’autore si sofferma brevemente su Antoine
Benoist, pittore e scultore celebre ai tempi di
Luigi XIV, per dedicarsi poi alla vita e alle
opere di Philippe Curtius – maestro e
probabilmente padre della futura Madame
Tussaud – che opero` a Parigi negli anni della
Rivoluzione vivendone alcuni momenti chiave
in prima persona: erano suoi, ad esempio, i
busti in cera del ministro Necker e del duca
d’Orleans portati in trionfo dalla folla il 12
luglio 1789 negli scontri alle Tuileries che
diedero il via ai moti rivoluzionari.Viene poi
riportata alla luce la figura dello scultore
piemontese Francesco Orso, attivo nella
seconda meta` del Settecento e unico tra i
piemontesi a realizzare ritratti in cera
policroma, di impressionante realismo.
Trasferitosi a Parigi dal 1785 e mutato il
nome in Orsy, Orso aprira` un’esposizione di
figure in cera che sara` anch’essa toccata
degli eventi rivoluzionari.
Maria Addamiano
ELISIA
E’ un vero peccato che una tradizione così
importante per la letteratura, come la
fiaba, sia perdendo la sua presenza nel
panorama culturale e comunicativo
contemporaneo. Pertanto è da accogliere
con positiva considerazione la recente
pubblicazione Elisia, una delicata fiaba, al
centro della quale vi sono i sogni e le aspirazioni
genuine della fanciullezza, scritta con
sensibilità e competenza da Maria Addamiano,
illustrata da efficaci figurazioni di Maria
Bonaduce. Introduce l’opera Gianni Antonio
Palumbo.
32
ARTECULTURA
Giuseppe Salerno
L’ARTE SENZA BARRIERE
Il Rotary Club di Fabriano lo scorso 12
maggio alla Biblioteca Multimediale R. Sassi
ha presentato “L’Arte senza Barriere” di
Giuseppe Salerno. Il libro tratta, con una
introduzione di Paolo Portoghesi e Domenico
De Masi, la storia di Tempo Reale, il gruppo
italiano di Arte Telematica operante a livello
internazionale negli anni 1986/1990. La
vicenda riguarda la seconda metà degli anni
’80 quando la crescente integrazione tra
apparecchi terminali e reti di telecomunicazione modificò radicalmente i modi
di accesso all’informazione aprendo le
porte a quella conoscenza totale e distribuita
per cui tutti hanno accesso a tutto. Fu in tale
contesto, tra il 1986 e il 1991, che si sviluppò
nel borgo di Calcata la ricerca di “Tempo
Reale”, aggregazione di artisti che rivolse le
proprie attenzioni in modo specifico al mondo
delle telecomunicazioni.In cinque anni di
attività un centinaio di artisti contribuirono a
vario titolo con oltre settanta iniziative alla
produzione di opere ed eventi. La ricerca di
Tempo Reale fu seguita da un pubblico
ristretto composto da artisti, studiosi, critici e
giornalisti. Erano tempi nei quali il concetto di
immaterialità nell’arte visiva risultava non di
facile comprensione e comunque difficilmente
accettabile da quanti fossero legati ad un
mercato che nell’oggettualità aveva la propria
ragion d’essere. Si trattò di una ricerca
lungimirante, anticipatrice di un divenire
sociale che può oggi essere a tutti chiara.
l’Internet era ancora di là da venire e gli
artisti ne prefiguravano l’avvento.
Raffaella Perna
Pablo Echaurren. Il movimento del ’77
e gli indiani metropolitani
A chiusura della mostra Pablo Echaurren.
Contropittura lo scorso 1 aprile è stato
presentato alla GNAM di Roma il il volume
di Raffaella Perna Pablo Echaurren. Il
movimento del ’77 e gli indiani metropolitani
(Postmedia Books). Negli anni Settanta si
assiste a un importante fenomeno di recupero
e riuso delle strategie artistiche della prima e
della seconda avanguardia da parte dei gruppi
antagonisti legati al movimento del ’77. Il libro affronta questo fenomeno, concentrandosi in particolare sulla vicenda
artistica di Pablo Echaurren colta negli anni
tra il 1970 e il 1977: nel volume sono presi in
esame i legami dell’artista con la sinistra
antagonista e la sua attività militante, che si
traducono in centinaia di immagini e
illustrazioni – spesso presentati in forma
anonima e collettiva – su quotidiani, riviste e
volantini legati al movimento del ’77. La
storia di Pablo Echaurren, riletta anche alla
luce della nuova documentazione emersa,
permette di approfondire i legami tra arte e
contestazione.
CONCORSI
Una Poesia per Giulia Edizione 2016
Giulia Brignone, 22 anni, è una delle tante vittime
della strada, era solare, amava la musica e scrivere
poesie. E’ deceduta a Roma il 6 settembre 2009 a
seguito di un incidente stradale: per cui un Concorso Letterario - e relativo Bando. Il concorso,
biennale, è destinato a tutti coloro che amano la
poesia e che vogliono cimentarsi nell’arte di scrivere. Aperto a tutti. Info: 06-9608188
FESTIVALDEI DUE PARCHI
“A spasso nei sentieri...dell’arte e della cultura
tra i popoli” - 7° CONCORSO NAZIONALE
DI POESIA. (Scadenza 02 Settembre 2016)
L’Istituto CIAC di Ascoli Piceno (Centro Internazionale Antropoartistico Counseling), presenta, nell’ambito delle manifestazioni della settima
edizione del “Festival dei due Parchi”, il settimo
Concorso Nazionale di Poesia. Il Festival dei due
Parchi nasce con l’intento di dar vita ad una sorta di unione simbolica tra i due Parchi Naturalistici
dei Monti Sibillini e del Gran Sasso e Monti della
Laga, dove corrono i confini tra regione Marche e
la regione Abruzzo.
Il Concorso è a carattere nazionale ed aperto alla
partecipazione di tutte le età con una sezione specifica per i ragazzi fino ai 14 anni. E’ possibile partecipare con un massimo di due poesie. Le poesie
potranno essere edite o inedite e in lingua italiana.
Non è possibile concorrere con poesie che siano
già state premiate come prime classificate (alla data
dell’iscrizione al presente concorso) in analoghe
competizioni, premi , concorsi. Sezione Adulti tema
libero; Sezione Ragazzi (fino a 14 anni): il tema
dovrà essere inerente alle problematiche ambientali e dei territori (incluse le tradizioni del gusto,
degli odori, dei colori e del sentire) per affermare il
“buon senso dei Sentimenti”.
L’iscrizione al concorso è possibile attraverso
l’invio postale degli elaborati; a mezzo email;
iscrizione online. Termine per le iscrizioni 2 settembre 2016. Informazioni e regolamento:
C.I.A.C.: C.so di Sotto n. 49, 63100 Ascoli Piceno
Tel/Fax:0736250818 - [email protected]
IL SEGRETO DELLE FRAGOLE
Concorso letterario - scadenza 30 agosto 2016
Regolamento. Se il Segreto delle Fragole si è
occupato, nel 2016, dell’Essere generosi, nel 2017
Lieto Colle vorrebbe che il Segreto invogliasse a
scrivere - e a praticare - l’Essere onesti, gesto
quanto mai controverso nel tempo corrente ove le
relazioni - entro le comunità, dal micro delle famiglie al macro dei continenti del pianeta - sembrano
costruite sull’interesse privato piuttosto che sul
bene comune, con il costante tradimento di principi quali la lealtà, la trasparenza, l’attenzione
all’altro.
Considerato l’ampio riscontro e l’elevato gradimento riservato alle precedenti edizioni, LietoColle rinnova il bando per la partecipazione
alla realizzazione del poetico diario Il segreto delle fragole 2017: un volume dalla pregiata veste
grafica che conterrà Poesia per un anno. Anche
questa edizione sarà illustrata da un fotografoartista di chiara fama. Invio dei testi, in un unico
documento formato Word, alla redazione solo per
e-mail: [email protected], indicando
come oggetto “Fragole 2017”. Nella e-mail indicare i dati personali, indirizzo, una breve notizia
che gli elaborati proposti sono inediti e personali.
ARTECULTURA, come di consuetudine, dopo il
numero di luglio, riprende la sua attività editoriale
mensile con il numero di ottobre 2016 in uscita a metà
settembre.
Per cui tutti coloro che intendono segnalare programmi, mostre ed eventi culturali vari devono
anticipare entro il mese di luglio le segnalazioni per
Artistica
2016-2017.
Tel. 02-864.64.093
la stagione
artistica
2016-2017.
Tel. 02-864.64.093
[email protected]
cell.
3407974645
[email protected] cell. 3407974645
Molto Importante!...
Molto
Le
adesioni
all’antologia
da ARTECULTURA
Le adesioni all’antologiapoetica
poetica promossa
di ARTECULTURA
dal titolo
dal
titolo
La
Donna
MADRE
DEL
DISARMO
terminano
il 30
La Donna MADRE DEL DISARMO terminano il 30 luglio
luglio
Perquanti
cui quanti
sensisbilialla
allasingolare
singolareiniziativa
iniziativa
2016. 2016.
Per cui
sono sensibili
culturale
che
vede
La
DONNA
protagonista
della
pace
chesisi
culturale che vede La DONNA protagonista della pace
affrettino
affrettinoaaspedire
spedireleleloro
lorocomposizioni
composizionianche
ancheper
peragevolare
agevolarela
realizzazione
del
nuovo
volume
antologico.
la realizzazione del nuovo volume antologico.
Regolamento
integrale alla
alla seguente
seguente pagina
pagina34.
35.
Regolamento integrale
ARTECULTURA
informativa eedi
dipropositi
propositi
ARTECULTURA per la sua natura informativa
culturali
portati
avanti
nella
cultura
per
la
pace
necessita
di molti
culturali portati avanti nella cultura per la pace necessita
di
abbonati
per cuiper
ci auguriamo
la sensibilità
a sottoscrivere
molti abbonati
cui ci auguriamo
che tutti
coloro che
abbonamenti
allaspirito
Rivistadelle
a tutti
coloriiniziative,
che condividono
spirito
condividono lo
nostre
portateloavanti
delle
nostre
iniziativa
portate
avanti
con
animazione
con animazione propositiva, sottoscrivano il loro personale
disinteressata.
seguono da
da decenni
decenni conoscono
conoscono
abbonamento. E quanti ci seguono
benissimo
il
nostro
rigore
di
onestà
con
cui
operiamo
perper
cuicui
nei
benissimo il nostro rigore di onestà con cui operiamo
difficili
tempi
che siche
vivono
sotto il terrore
pericolo atomico
nei difficili
tempi
si vivono
diventadel
suggeribile
la loro
diventa
suggeribile
ladiloro
solidarità con lo spirito di
solidarietà
con lo spirito
ARTECULTURA.
ARTECULURA.IlIlregolamento
regolamentoper
peraderire
aderire alla Donna MADRE
DEL DISARMO
segueDEL
a pagina.
35. segue a pagina 34.
Donna MADRE
DISARMO
La
rivolge gli
gliAuguri
Auguri di
dibuone
buone
La direzione di ARTECULTURA rivolge
vacanza
a
quanti
hanno
la
possibilità
di
poterle
effettuare
nei
vacanze
possibilità di poterle effettuare nel
migliori
sereni per
per la
laripresa
ripresadella
della
miglioredei
dei modi
modi così da ritornare sereni
nuova
attività.
Per
cui
buone
vacanze
a
tutti
e
noi
ci
sentiamo
nuova attività. Per cui buone vacanze a tutti e noi, però, ci
ancora
piùancora
vicini apiù
coloro
per i aquali
invece
sono solo
sentiamo
vicini
coloro
per lei vacanze
quali invece
le
un
sogno sono
delle solo
varieun
impossibilità.
vacanze
sogno delle varie impossibilità.
ARTECULTURA
Abbonamento annuale Euro 50
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diGiuseppe
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ARTECULTURA
33
La Donna
MADRE DEL DISARMO
XLIV Edizione di Poesia Pace. Scadenza 30 luglio 2016
Riflettere sull’affettività di una madre stimola la fiducia
Aderire alla nuova rassegna poetica indetta da Artecultura, significa alimentare lo stimolo della fiducia che domanda
ed appaga d’equilibrio la persona nel rapporto con se stessa e la convivenza. Nell’affettività di una madre vi è la fonte
...LIBRI....LIBRI..
originale
della Poesia della natura, energia creativa perchè riflettendo su di essa si comprende meglio e più
all’origine come diventare persone del necessario autocontrollo senza contraddirsi e pertanto di trascendere con gli
aspetti particolari e generali della vita singola e di moltitudine. Tutte le Donne sono uguali MADRE DEL DISARMO.
Pertanto l’adesione a la Donna MADRE DEL DISARMO comporta la collaborazione diretta del tuo componimento
poetico che faccia specifico riferimento sulla personale riflessione, affinché nell’insieme del confronto con le altre
collaborazioni, si possa delineare di chiarezza culturale il perché della Donna MADRE DEl DISARMO.
Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa la Donna MADRE DEL DISARMO può essere effettuata
tramite 1 (uno) componimento che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga
di commento (non più di 5) sul suo perché da riprodursi a fondo pagina dello stesso componimento.
Saggistica: l’invio di 1(una) sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 25 righe A-4 per essere accettata
ed inserita esclusivamente in formato DOC nella nuova antologia 2016. In modo che il breve saggio nel
confronto con altri sia di stimolo culturale ai fini di una libera “Cultura per la pace”, seminato non-violento
per un Costume poetico che renda i giorni più sereni al cammino dell’uomo. Partecipa e fai partecipare!
Regolamento
1) L'adesione alla XLIV Edizione di Poesia Pace dal tema la
Donna MADRE DEL DISARMO è gratuita.Si aderisce con
1 solo componimemto poetico o saggistica in duplice copia
firmate anche di autografa. L'iniziativa si autogestisce nello
spirito di Artecultura orientata all’equilibrio della convivenza.
2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca
della Pace, ideale di ogni libera persona umana. L'iniziativa non
assegna premi di classifica e gli Autori delle liriche o dei saggi
formalmente prescelti per l'inserimento nel volume antologico
"Cultura per la pace" 2016 riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una riproduzione artistica della copertina del volume.
3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo
di verifica formale, una Commissione di varie attività sociali.
4) La presentazione del volume sarà a fine novembre in data e
luogo opportunamente comunicati come per le passate edizioni.
5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che intende
acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume a parziale
sostegno di realizzazione ed il restante del volume a collocazione gratuita particolarmente nelle scuole ed ospedali.
Alla presentazione del volume La Donna Madre del Disarmo
2016 gli Autori aderenti sono tenuti ad essere presenti o delegare
persone di loro fiducia per il ritiro dei volumi ordinati e il dovuto
per regolamento, impossibile a domandarli nel tempo.
6) Poesia,
ogni
aderente,
va spedita
in duplice
copia
6) Poesia,
unauna
solasola
perper
ogni
aderente,
va spedita
in duplice
copia
firmate
di
autografa,
alla
Segreteria
c/o
Artecultura
Via
Ciovasso
firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso
- 20121
Milano
o servirsi
dell'indirizzo
- [email protected]
19 -19
20121
Milano
o servirsi
dell'indirizzo
- [email protected]
Saggi, 1 (solo
Saggistica,
1 (soloper
perogni
ogniaderente)
aderente)vanno
vannoinviati
inviatiesclusivamente
esclusivamenteper
[email protected]
via
e-mail
all’indirizzo:
per via e-mail all’indirizzo: [email protected]
le Scuole
si richiede
di componimenti
a firma
Per Per
le Scuole
si richiede
l'invio dil'invio
componimenti
a firma collettiva
collettiva
in modolada
più ampia
presenza
in modo
da favorire
piùfavorire
ampia la
presenza
scolastica
nelscolastica
nuovo
nel nuovo
volume
antologico.
Simboliche
Borse
di studio
volume
antologico.
Previste
simboliche
Borse di
studio
7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale
7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale
ispirazione e composizione ed attinenti al tema Costume Poetico
ispirazione e composizione ed attinenti al tema la Donna MADRE
per il Disarmo nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni sono
DEL DISARMO nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni
accettati solo con la prevista firma di chi esercita su di loro la tutela.
sono accettati con la prevista firma di chi esercita su di loro la tutela.
Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi.
Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi.
8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali
8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali.
9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire
9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire
modifiche che migliorino l'attività di Costume Poetico per il
modifiche
che- migliorino
l'attività
la Donna
Disarmo
"Cultura per
la pace"
2014. MADRE DEL DISARMO.
Si
può
partecipare
ad
entrambe
le per
sezioni.
L’adesione è limitata ad una sola sezione
Autore.
10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte.
10) Gli
aderenti
presente
ogni sua parte.
Poesie
e Saggi
fatti accettano
pervenireilper
spiritoregolamento
di solidarietàinall'iniziativa
e Saggi
fattied
pervenire
di solidarietà "Cultura
all'iniziativa
nonPoesie
vengono
restituiti
entrano per
a farspirito
parte dell'Archivio
non
vengono
restituiti
ed
entrano
a
far
parte
dell'Archivio
"Cultura
per la pace" di ARTECULTURA.
per
la
pace"
di
ARTECULTURA.
Sede nella quale permane l’Archivio di cui tutti possono prendeSede nella quale permane l’Archivio di cui tutti possono prendere visione consultiva. La proprietà letteraria di tutti gli elabore visione consultiva. La proprietà letteraria di tutti gli elaborati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi.
rati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi.
PARTECIPA E FAI PARTECIPARE!
Informazioni ulteriori e invio componimenti:
La Donna MADRE DEL DISARMO 2016
c/o Artecultura Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093
34
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ARTECULTURA
e-mail: [email protected]
Domenico Sabatino
DALLA CIVILTA’ PROGRAMMATA
A QUELLA INTUITIVA DELL’ARTE
Sopra : La cala; sotto: L’attesa
In questo nuovo incontro con la pittura
del maestro Domenico Sabatino vi è
la continuità di una considerazione che
riguarda quel convivere nel quale la
famiglia e il lavoro ne sono il cardine
di una socialità nella quale l’uomo, la
persona, sono l’espressione di un
costume nel quale dagli affetti
all’attitudine il soggetto umano agisce
in continuità con l’essenza responsabile dell’equilibrio. Così la premessa
artistico-culturale che si sensibilizza nella
titolazione delle quattro opere riprodotte
in armonia di testo. E cioè: “La cala” che
lascia intendere da se stessa tutta la
natura di un’immagine in cui l’animazione,
il ritmo delle barche non è dissimile da
quello dell’artista che intuisce e lavora
plasticamente le sue opere. Infatti nella
ARTECULTURA
35
Equilibrio
tonalità del dipinto il pittore sensibilizza
per di più un rosso-opaco che trasmette
la vitalità creativa che rispecchia tutto il
suggestivo della Cala, tra volontà e realizzazione.
Differente invece di forma, ma non di
finalità, l’altra opera intitolata “Attesa” in
cui cinque visi esprimono l’interiorità del
vivere tra consensi e dissensi delle varie
situazioni a disagio in fiducia di un divenire
che possa appacificare con il lavoro il
sofferto della coscienza. Trattasi di un
realismo umano che solo la praticità di
viverlo ne conosce il peso dell’abbattimento che il pittore sensibilizza
particolarmente nella fenomenologia dei
volti.
Mentre nella terza opera in ordine di
composizione di testo “Equilibrio”, un
verticale a circonferenze contorte con al
centro una ben disposta clessidra
caratterizza nello specifico della finalità
dell’opera, appunto la stabilità.
Invece nel quarto dipinto “Idee”, rubato
nel 1984, si compendia di un paesaggio
pittoricamente grasso di composizione
36
ARTECULTURA
Idee (dipinto rubato nel 1984)
che rispecchia tra l’azzurro delle
intercalanze d’acqua e la materia solida
una sentita facoltà poetica che unisce il
dipinto in una fibra di forte armonia.
Si vuole così nel suo insieme pittorico la
persistenza di un maestro di realismo
come Sabatino, persona di lunga
sperimentazione artistica e di vita il quale
non dissocia mai, nemmeno come ipotesi,
la finalità dell’arte da quella dell’uomo. E
pertanto in tutta la sua opera si nota
benissimo il desiderio della rivalsa umana
dove eticamente esistono discordie che
l’arte osserva e si prodiga di renderle in
equilibrio come, appunto, lo stesso maestro
intitola l’opera che abbiamo già menzionata. Non è pertanto una pittura da
passatempo ovvero dettata da una spinta
artificiosa di piazzamento, ma sentita e
curata in tutta la sua essenza nella
realizzazione di un figurativo che non è
mai morto, ma che in questo caso ci fa
dire anche che l’arte vera non è nelle
astruse teorie ma nella semplicità della
bellezza che si manifesta come prodigio
di appagamento d’animo diretto poiché
riguarda proprio il mondo interiore della
spiritualità spontanea, innata, che dal
rupestre ai nostri giorni non ha mai mutato
ideazione, ma sempre dispiegata in
direzione arte-uomo. Per cui una comunità
in ogni sua condizione se non ha la spinta
creativa dell’arte che ne intuisce e
irrobustisce il costume, finisce di vivere
in troppe maldicenze dell’uno contro
l’altro. Un po’, o molto, come ci condiziona
attualmente il nostro modo di vivere
ansiosi, affannosi, appunto perché l’arte
si è molto distanziata dalla vita del cuore,
dalla fiducia di stare insieme per
conoscersi e non per dividersi sull’insensato che non porta da nessuna
parte. Un figurativo, quello di Domenico
Sabatino, che merita di essere domandato
e diffuso per la sua resistenza a non
smarrire l’emozione sanguigna che pulsa
dal cuore e dalla mente, appunto come
facoltà di un linguaggio che persevera la
creatività intima, spirituale che si
manifesta in armonia con la realtà dei
nostri ambienti quotidiani.
Marpanoza