Tibet Il Tetto del Mondo

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Tibet Il Tetto del Mondo
Tibet
Il Tetto del Mondo
Con accompagnatore dall’Italia dal 23 agosto al 3 settembre 2011
News Un viaggio attraverso le alte terre percorse dallo
Yarlung (il Brahamaputra) dove vive il popolo tibetano.
Una terra incastonata tra le vette del Karakorum e
dell’Himalaya a sud e del Kunlun a nord. Il tetto del
mondo, il luogo più alto per la spiritualità dell’uomo che
da sempre è l’unica cosa che conta, al di là di tutte le
contrapposte rivendicazioni. Una cultura legata a
doppio filo con la pratica religiosa che raggiunge
altezze solo percettibili da noi occidentali. I Tibetani
danno alla loro religione il nome di “Chos” che significa
semplicemente “legge”. Solo negli ultimi decenni si è
potuto approfondire il significato profondo e non
apparente di alcuni rituali che in passato sono stati
spesso semplicisticamente liquidati come espressioni
magiche e demoniache. Il buddismo tibetano, che
lascia invece grande spazio alle modalità per
raggiungere l’illuminazione, si fonda sul lamaismo
(lama = guida spirituale) che venne introdotto nella
regione nell’VIII secolo sovrapponendosi alle religioni
primordiali autoctone animiste. Il lamaismo assorbe in
particolare le caratteristiche della religione Bon e forma
un quadro religioso che è la continuazione della
religione antica seppure sotto nuove vie, forme e
pratiche che mantengono saldamente la meta comune:
l’illuminazione. Dice il XIV Dalai Lama: “Quando vi
svegliate al mattino, se avete interesse allo sviluppo
spirituale, dovete esaminare la vostra mente e cercare
di sviluppare una giusta motivazione. Quindi
ripromettetevi seriamente, con determinazione, di
praticare in futuro, e in particolar modo oggi stesso, un
corretto comportamento e un corretto modo di
pensare. Pensate che aiuterete gli altri in modi corretti,
e se ciò non sarà possibile, vi asterrete almeno dal
nuocere loro. In seguito, durante il giorno, di tanto in
tanto rammentate a voi stessi ciò che vi siete
ripromessi al mattino. A sera ripercorrete la vostra
giornata per vedere se l’avete davvero trascorsa come
vi eravate ripromessi al mattino. Se trovate qualcosa di
buono, bene, siatene lieti! Rafforzate la vostra
decisione rallegrandovi delle buone azioni compiute e
ripromettendovi di continuare così nel futuro. Se
scoprite che nel corso della giornata avete commesso
qualche azione negativa, provatene rimorso e
rimproverate voi stessi, riflettendo sul fatto che le
azioni negative commesse nel passato sono il motivo
per cui state tuttora sperimentando conseguenze
indesiderabili. Riflettete che se continuerete a indulgere
in azioni simili nel futuro, si ripeteranno anche le
conseguenze negative. Questo è il modo: provare e
riprovare e riprovare ancora! Allora, col tempo, c’è
speranza. C’è la possibilità di migliorarsi. Le benedizioni
che vengono dagli altri non sono sufficienti. In quanto
buddista so che ci sono migliaia e migliaia, milioni,
miliardi di Buddha e Boddisatva nell’universo; ma noi
siamo qui e ancora sperimentiamo mille difficoltà ogni
volta che qualcosa non va. Dunque le benedizioni non
bastano. Le benedizioni devono venire dall’interno.
Senza il nostro sforzo, le benedizioni non possono
raggiungerci”. All’interno di queste riflessioni abbiamo
ritrovato tutti gli elementi rituali, le espressioni, le
maschere, gli oggetti simbolici, i costumi, le danze, la
musica, le cerimonie del mondo tibetano e abbiamo
identificato il filo sottile ma inossidabile che lega gli
uomini gli uni agli altri. Con questo itinerario staremo
otto notti in Tibet, nella regione dello Xizang,
politicamente appartenente alla Cina. Esploreremo con
un circuito ad anello il cuore del Paese, attraversando
un territorio maestoso dove i pastori nomadi con i loro
ovini e gli yak spostano da un punto all’altro le tipiche
tende nere poligonali. Constateremo che uomini e
donne vestono gli stessi abiti, un’ampia casacca di lana
stretta ai fianchi da una fascia alta, berremo il loro tè,
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ascolteremo le loro musiche, pregheremo presso i loro
monasteri constatando tutte le differenze con i Cinesi e
lasceremo qualcosa di noi tra le vette dei monti. Più
saggiamente prenderemo con noi qualcosa che
ingombra, che riempirà il cuore e l’anima, il sentimento
della compassione e della partecipazione che non ci
abbandoneranno mai. Per partecipare al viaggio è
necessaria una buona capacità di adattamento oltre a
uno stato di buona salute fisica (polmoni, cuore,
circolazione). La straordinarietà dei luoghi ripaga
abbondantemente di qualche inevitabile scomodità. ©
1° giorno, martedì 23 agosto
ITALIA/AMSTERDAM/CHENGDU
Partenza dall’Italia per Chengdu con voli di linea KLM
via Amsterdam. Pasti e notte in volo.
2° giorno, mercoledì 24 agosto CHENGDU
Arrivo a Chengdu e trasferimento in hotel. Seconda
colazione in hotel. Chengdu è oggi la capitale della
provincia del Sichuan ma durante il periodo delle
Cinque Dinastie fu capitale dell’intera Cina. Malgrado si
stia trasformando rapidamente, la città ha custodito
tutto il suo fascino antico, con le sue case aperte sulla
strada, i mercatini dell'artigianato ed i negozi
tradizionali con le tettoie di legno. Un tempo Chengdu
era l’unica via di accesso al Tibet dalla Cina.
Visita del tempio Wuhou e della casa del poeta Dufu.
Cena occidentale in hotel e pernottamento.
3° giorno, giovedì 25 agosto
CHENGDU/LHASA(GONGGAR) ZEDANG
Prima colazione, trasferimento in aeroporto e partenza
molto presto per Gonggar, l’aeroporto di Lhasa.
Arrivo e proseguimento per Zedang nella valle dello
Yarlung, considerata la culla della civiltà tibetana.
Zedang si trova a circa 100 Km ad un altitudine
leggermente inferiore rispetto a Lhasa (3500 metri),
consentendo così un adattamento altimetrico più
graduale. Lungo il percorso, deviando leggermente
dalla strada principale, sosta per la visita del bel
monastero di Mindoling posto sull’accessibile cima di
un’altura. Arrivo a Zedang. Seconda colazione e
pomeriggio libero per l’acclimatamento.
Cena e pernottamento.
4° giorno, venerdì 26 agosto ZEDANG
Prima colazione e visita del tempio-fortezza Yunbu la
Kang che si trova circa 10 Km a sud di Zedang.
Oggi abitato solo da alcuni monaci, fu dapprima il
palazzo fortificato di Nyatri, padre dell’unificatore del
Tibet Songtsen Gampo (VII sec.) e si sviluppa in cinque
piani arroccati su una rupe. Nell’interno è conservato
un vero e proprio tesoro composto da recipienti sacri e
splendidi libri antichi.
Seconda colazione e proseguimento per Samye. In
circa 50 minuti si effettua un percorso di buona strada
per poi prendere un traghetto attraverso il fiume
Yarlung e proseguire per altri 15 minuti fino a
raggiungere questa città monastica, la più antica del
Tibet costruita da Trisong Detsen nel 779 per ricevere
il monaco taumaturgo Padmasambava. Il complesso
che si ispira al tempio indiano che era ad Otantapuri
ha, visto dall’alto, la forma di un colossale mandala. Al
centro si trova la sala maggiore che si eleva su tre
piani a simboleggiare il Monte Meru, intorno si trovano
4 chorten disposti ai 4 punti cardinali, a nord il Tempio
della Luna, a sud quello del Sole. Oltre a questi vi sono
altri 7 templi dei 108 originali. Il complesso è
ricchissimo di opere d’arte sacra tibetana spesso
tempestate di pietre preziose. Rientro a Zedang, cena e
pernottamento.
5° giorno, sabato 27 agosto ZEDANG/GIANTSE
Prima colazione e partenza per Giantse (330 Km, circa
9 ore). Dapprima si ridiscende la valle dello Yarlung
fino al lago Yamdrok che si costeggia per un breve
tratto, quindi si superano impervi passi montani di rara
bellezza e si ammirano piccoli villaggi e campi coltivati.
Seconda colazione al sacco. Arrivo a Giantse che
assomiglia a un villaggio del vecchio west americano
che si trova a circa 3800 metri nel cuore dell’antico
Tibet. Un tempo era un importante centro commerciale
sulle vie che collegavano all’India.
Visita del complesso monastico del Palkhor Choide, che
comprende il magnifico chorten Kumbum, costruito nel
1440, l’unico stupa nel quale sono ricavate splendide
cappelle affrescate. Esso presenta un basamento
quadrato ma con linee che si spezzano in un armonioso
disegno geometrico. La torre, se così può chiamarsi, va
rastremandosi verso l’alto con cinque piani sovrapposti
su cui si affacciano 108 cappelle votive. Queste
contengono magnifici affreschi murali che costituiscono
il culmine dell’arte Newari, di origine nepalese. I
pellegrini salgono sul Kumbum mediante un elaborato
sistema di scale che sono da percorrersi nel senso delle
lancette dell’orologio: è un modo di esprimere
simbolicamente l’ascesa fino all’illuminazione buddista.
Cena e pernottamento.
6° giorno, domenica 28 agosto
GIANTSE/SHIGATSE
Prima colazione e partenza per la città di Shigatse che
si trova in una magnifica valle a 90 km e ad una
altitudine di 3900 metri.
Vi si giunge in circa tre ore attraversando un territorio
intensamente coltivato e piccoli villaggi. Sosta per la
visita del monastero di Shalu, a circa 20 Km a sud di
Shigatse. Qui il famoso monaco Buston ha collezionato
una quantità di testi canonici buddisti e qui si insegna
una speciale tecnica di meditazione che permette il
fenomeno della levitazione. Seconda colazione al
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sacco.
Arrivo a Shigatse e visita della città monastica di
Tashilumpo realizzata nel 1447 e trono abaziale del
Panchen Lama, seconda autorità spirituale del
buddismo lamaista. All’interno del Tashilumpo, dove
oggi vivono circa mille monaci, vi è, oltre ad un gran
numero di sale con splendidi affreschi, depositi,
stamperie, sculture, archivi preziosi e opere d’arte
pregevoli, la statua di Maitreya, il Buddha del futuro,
interamente ricoperta da una spessa lastra d’oro e
ornata con una ingente quantità di pietre preziose,
capolavoro realizzato da artisti tibetani e nepalesi. Si
tratta di un monastero molto bello, con terrazze
imponenti, mura rosate e finestre in legno scuro. Tra le
sue mura si pratica l’arte dei mandala, realizzati con
sabbie colorate.
Il mandala è uno strumento della tecnica di
meditazione; riflette i diversi livelli di coscienza di chi lo
contempla e rappresenta simbolicamente il processo di
reintegrazione dell’esperienza individuale con il cosmo
di chi lo realizza. Attraverso il concetto e la struttura
del mandala l’uomo può essere proiettato nell’universo
e l’universo nell’uomo. Nella grande sala della
preghiera vi sono bellissime pitture murali risalenti al
XV secolo, colossali statue in bronzo dorato, il chorten
di argento massiccio del fondatore del monastero e la
sontuosa tomba del quarto Panchen Lama, adorna di 8
Kg. di oro e gioielli. Noto in tutto il mondo buddistalamaista, l’oracolo di Taschilumpo, nel corso di una
suggestiva cerimonia giornaliera, elabora le sue
divinazioni ed i suoi presagi. Cena e pernottamento.
7° giorno, lunedì 29 agosto SHIGATSE/LHASA
Prima colazione e partenza molto presto per un lungo
viaggio (250 km) fino a Lhasa percorrendo la via
settentrionale della Strada dell’Amicizia. Il percorso ci
porterà a superare tre passi montani e ad attraversare
il fiume Yarlung (Brahamaputra). Seconda colazione al
sacco. Arrivo a Lhasa nel pomeriggio, cena e
pernottamento.
8° giorno, martedì 30 agosto LHASA
Pensione completa. È la capitale della regione
autonoma del Xizang (Tibet) che si trova a 3680 metri
di altezza. È detta anche la “terra degli Dei” e
racchiude in sé due città contrapposte: una moderna,
l’anonima città cinese, ed una più antica che è la vera e
propria città tibetana ad est del Potala. Iniziamo con la
visita del Norbulingka, il palazzo d’estate del Dalai
Lama costruito dal VII Dalai Lama nell’XVIII secolo,
immerso nel verde e nell’armonia di giardini ben curati,
i più belli di Lhasa. In questo palazzo si riceverebbe il
Dalai Lama se volesse visitare Lhasa. Da qui, nel 1959,
poco prima che i Cinesi irrompessero violentemente nel
Paese, il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso partì per l’esilio
in India, dove ancora vive. Vi si trovano bellissimi
ambienti decorati con dipinti murali, templi ed altari
con statue di splendida fattura, sale per la meditazione,
biblioteche, fontane e corsi d’acqua. Proseguimento
con la visita della città vecchia raccolta intorno al
tempio dello Zuglakan che i Cinesi chiamano Jokhang,
la prima istituzione religiosa e la più sacra dell’intero
Tibet, edificata nel VII secolo durante il regno di
Songtsen Gampo, meta giorno e notte di continui
pellegrinaggi. All’interno si trova la statua sacra del
Buddha Sakiamuni, posta propria al centro del Tibet,
centro identificato in base a criteri geomantici e a
complessi calcoli divinatori. La costruzione consta di tre
piani quadrangolari attorno al quale si trova il percorso
pedonale dei pellegrini, il Barkhor, che si deve
compiere sempre in senso orario. Il nome Barkhor è
usato per identificare il cuore di Lhasa, cuore
propulsore dove vive l’essenza del popolo tibetano con
tutte le sue tradizioni, i suoi riti, la sua spiritualità. Un
incredibile mondo dove si ritrovano monaci, bambini,
contadini, lama, pellegrini, raccolti in preghiera,
giocando, salmodiando, recitando mantra alla luce
delle lampade, sotto i raggi del sole che filtrano
attraverso la polvere e invadono gli spazi dei bazar
carichi di tutti gli oggetti che qui, in Tibet, hanno
un’anima. Suggeriamo di percorrere più volte il
perimetro del Barkhor, sarà sempre una sconvolgente
emozione. Proseguimento con la visita di Ani
Sangkung, un delizioso e lindo monastero, sempre
nella città vecchia, abitato dalle monache che un
tempo avevano il compito quotidiano di accendere le
lampade del tempio di Zuglakan e che oggi producono
rotoli di sutra e cavalli del vento.
9° giorno, mercoledì 31 agosto LHASA
Pensione completa. Visita del Drepung, tra i monasteri
più importanti di Lhasa alla periferia occidentale. Il
nome “Drepung” deriva dalla città indiana nella quale il
Buddha rivelò i testi esoterici della “ruota del tempo”,
ossia del Samsara. Il monastero fu fondato nel 1416 e
rappresentò per secoli la prima università monastica
del paese. Fu sede abbaziale dei Dalai Lama fino alla
ricostruzione del Potala e ospitava due università nei
cui collegi, dratsang, si insegnavano i diversi aspetti del
buddismo. Vi vivono oggi circa 500 monaci contro i
10.000 di un tempo. Accanto al Drepung si trova il più
piccolo monastero di Nechung che ospita una scuola
teologica, un tempo la più famosa e all’avanguardia del
Tibet. In uno degli edifici di questo complesso risiedeva
l’Oracolo di Stato (Nechung Chogyal) che, cadendo in
trance, consigliava il Dalai Lama sulle decisioni da
prendere; nessun tibetano lo avrebbe mai smentito.
Proseguimento con la visita del monastero di Sera
dove per molti anni hanno vissuto monaci specializzati
nell’esercizio delle arti marziali. Molti di questi monaci
hanno combattuto durante le sommosse del 1959 al
tempo della rivoluzione culturale. Rientro a Lhasa e
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visita del vero e proprio simbolo della città,
l’imponente, austero e distaccato Potala, il più famoso
monastero-fortezza del Tibet, quasi una città, articolata
su tredici piani, che domina la valle dall’alto del Marpori
(montagna del Buddha). Anche il Potala sembra risalire
al VII secolo e pare che la sua distruzione nel IX secolo
fosse stata causata dalla magia nera degli sciamani
Bon. La fortezza venne ricostruita nella seconda metà
del 1600 e dal 1755 divenne la residenza ufficiale del
Dalai Lama (capo del potere temporale e autorità
indiscussa della regione), che insieme al Panchen Lama
(capo del potere spirituale) rappresentavano le
massime autorità del paese come stabilì il movimento
riformista dei Gelupka (berretti gialli). Il Potala si
compone di due parti principali: il Palazzo Rosso,
adibito alle funzioni religiose, accoglie le sontuose
sepolture dei precedenti Dalai Lama e numerose altre
cappelle; il Palazzo Bianco, ai due lati di quello rosso,
ospitava invece la comunità dei monaci e gli uffici
amministrativi; il tetto del Potala era invece la
residenza temporale dei Dalai Lama.
10° giorno, giovedì 1 settembre LHASA
Pensione completa. Partenza per una escursione a 40
km da Lhasa per visitare il grande monastero di
Ganden, sede principale dell’ordine buddista dei
Gelupka fondato nel 1409. All’interno del monastero,
che si trova in una splendida posizione affacciato sulla
valle del Kyi-chu, si trovano molte statue del fondatore
Tsongkhapa, la sua tomba e innumerevoli cappelle. E
intorno il magnifico Kora dove si incontrano i pellegrini
e i monaci che recitano mantra e bruciano incenso.
11° giorno, venerdì 2 settembre
LHASA/CHENGDU
Prima colazione, in tempo utile trasferimento in
aeroporto e volo per Chengdu. Trasferimento in hotel e
tempo a disposizione. Pasti liberi. Pernottamento.
12° giorno, sabato 3 settembre
CHENGDU/AMSTERDAM/ITALIA
Prima colazione. In tempo utile trasferimento in
aeroporto e partenza per l’Italia con voli di linea KLM
via Amsterdam. Arrivo previsto in serata.
Operativi Aerei previsti KLM
23 ago KL1656 Venezia/Amsterdam 17.30/19.30
23 ago KL891 Amsterdam/Chengdu 21.00/12.15+1
03 set KL892 Chengdu/Amsterdam 14.15/18.30
03 set KL1659 Amsterdam/Venezia 20.25/22.10
Gli hotels previsti
(o altri della stessa categoria 3/4 stelle)
Changdu, Minshan hotel
Zedang, Zedang hotel
Gyantse, Gyantse hotel
Shigatse, Shigatse hotel
Lhasa, Shambala hotel
Condizioni individuali di partecipazione
Quota base in doppia
minimo 15 persone € 2.493,00
Tasse di imbarco da € 317,00 (adeguamento valutario,
se necessario, entro 20 giorni dalla partenza)
Supplemento camera singola € 380,00
Visto individuale per la Cina € 80,00
Iscrizione € 50,00
Cambi applicati: 1 USD = 0,74 €
Adeguamento valutario, se necessario, entro 20 giorni
dalla data di partenza
La quota base comprende
Viaggio aereo internazionale in classe economica, voli
interni all’itinerario, permesso per la visita del Tibet,
accompagnatore dall’Italia, hotels menzionati, visite,
trasferimenti e sistemazioni come da programma con
servizi privati, trattamento da programma, guide locali
parlanti inglese, assicurazione inter-assistance e
assicurazione annullamento viaggio, documentazione e
set da viaggio.
La quota base non comprende
I pasti a Chengdu l’ultimo giorno, bevande, mance
(circa € 50,00), tasse aeroportuali in uscita dal Paese,
spese personali e quanto altro non indicato nella quota
comprende.
Documenti
Per effettuare questo viaggio occorre il passaporto valido per
almeno sei mesi dalla data di inizio del viaggio. Occorre il
passaporto in originale da inviarci con 2 foto tessera ed il modulo
di richiesta debitamente compilato.
Il Clima
Si può visitare il Tibet durante tutto l’arco dell’anno perché le
condizioni climatiche sono sempre accettabili anche se mutevoli.
In inverno si verifica un’ampia escursione termica tra il giorno e
la notte quando le temperature possono scendere anche fino a
15-20 gradi sotto lo zero. Ma è proprio in inverno che il Tibet si
offre al visitatore in modo più singolare: infatti è proprio in
inverno che la popolazione lascia gli alti pascoli per spostarsi a
valle dedicandosi ai pellegrinaggi. In questa stagione in cui non
piove mai ed il cielo è sempre blu i monasteri sono dunque un
affollato crogiolo di gruppi provenienti da tutto il Tibet.
Ovviamente in inverno non si può attraversare la catena
himalaiana ma le località di Zedang, Shigatse e Lhasa sono
sempre raggiungibili.
In ogni modo nemmeno in estate piove molto in quanto proprio
la catena himalaiana contrasta le nuvole monsoniche più basse
provenienti dai versanti indiano e nepalese. In ogni modo le
piogge possono esserci nei mesi di luglio ed agosto. In questi
mesi inoltre i fiumi, ingrossati dallo scioglimento delle nevi in
quota, possono rendere più difficoltoso il transito lungo le strade
in terra battuta. In contrapposizione le temperature sono molto
piacevoli attestandosi tra i 25 e i 28 gradi di giorno e i 3-4 gradi
di notte.
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