viaggi tibet tour saga dawa programma

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viaggi tibet tour saga dawa programma
Programma di viaggio Tibet Centrale
Giorno 1 – 30/05 - Italia – Chengdu
Partenza dall’Italia con volo di linea
Giorno 2 – 31/05 - Chengdu
Arrivo a Chengdu in Sichuan (460 m.). Incontro con la guida e trasferimento in Hotel (l’aeroporto è
a 16 km dal centro città). Il nome Sichuan significa (Quattro Fiumi) e si riferisce ai principali 4 corsi
d’acqua di una regione che ne vanta oltre 1300. E’ il motore della Cina Occidentale grazie allo
sfruttamento delle foreste e ai giacimenti minerari. Altra grande peculiarità è la cucina piccantissima
della regione. Piatti tipici come Gamberi all’aglio e peperoncino, zampini di maiale, carne d’asino
essiccata al peperoncino, pesce di fiume in salsa. E’ una regione grande come la Francia con oltre 85
milioni di abitanti. Il clima è subtropicale umido e monsonico (temperature intorno ai 5° in inverno,
anche oltre i 30° in estate, fino ad agosto). Si parla il mandarino (han e hui) e lingue tibetano (
tibetani e yi). Chengdu (oltre 7 milioni ab.) un tempo era considerata la più bella città dopo Pechino.
Poi l’urbanizzazione dei tempi moderni l’hanno trafitta da parte a parte. Vennero spianate le
stradine tortuose per fare spazio a blocchi di cemento grezzo. Operai pagati pochi Yuan ma sempre di
più del salario percepito in campagna. Ma tutto questo senza far sparire i mestieri più tradizionali:
barbieri, massaggiatori, lustrascarpe e addirittura il “pulisci orecchie” che al termine del lavoro
faceva risuonare una nota musicale nei timpani dei clienti. Come nelle altre città cinesi le case da tè,
da gioco e ristoranti spesso mascherano attività illecite. Così come è diffuso il gioco del Go, giocato
collocando su una scacchiera pedine bianche e nere con lo scopo di controllare una zona del goban
maggiore di quella dell’avversario. Si gioca da 2500 anni con le stesse regole. Altro gioco il mahjong, antico gioco di società dove si utilizzano delle tessere in cui si guadagna punti creando
opportune combinazioni di tessere. La Chengdu delle stradine laterali sopravvive con gli alberi di
gingko (con foglia a farfalla) i mercati, ristorantini e piccoli parchi. Ma i grandi supermercati
avanzano. Non c’è più traccia delle mura della vecchia città tartara. Un tempo tutte le città cinesi
erano costruite all’interno di un quadrato i cui angoli erano rivolti verso i 4 punti cardinali. Il
palazzo del re sacerdote sorgeva al centro e rappresentava il mondo, a una dimensione umana. Il
centro era il quinto punto cardinale. Questo era uno dei principi più antichi dell’universo cinese. Il
palazzo ospitava l’altare del dio del Sole dove venivano compiuti sacrifici. Le 4 porte aperte al centro
dei bastioni erano considerate sacre in quanto attraverso esse passavano i flussi benefici e uscivano le
calamità. Man mano che si allontanava dal centro veniva meno la protezione delle mura. Al di là
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c’era l’aperta campagna, dopodiché l’ignoto abitato dagli uomini-belva. Nel pomeriggio ci rechiamo
al Parco del Popolo per rilassarci alla casa da Te Renmin. Le case del tè nel passato sono state il
centro della vita sociale (ci si recava per spettacoli, giocare a carte, discutere di poesia, pulire le
orecchie..). In questo parco sono caratteristici gli annunci matrimoniali che vengono lasciati nelle
aiuole pubbliche del parco. Cena in ristorante, pernottamento in hotel.
Giorno 3 – 01/06 - Chengdu - Lhasa
Trasferimento in aeroporto e volo su Lhasa (3650 m.). Incontro con la guida. In corso di
trasferimento visita della scultura del Netang Buddha, immagine di Sakyamuni incisa nella
roccia.Nel pomeriggio visita del Norbulingka, l’antico palazzo d’estate del Dalai Lama. Fu scelto
come residenza estiva dal settimo Dalai Lama, che nel 1755 commissionò la costruzione di un grande
edificio nel parco. Da qui il Dalai Lama fuggì nel 1959 travestito da soldato tibetano, braccato
dall’esercito cinese, per non far più ritorno a Lhasa. Visita del palazzo, sistemazione in hotel,
pensione completa.
Giorno 4 – 02/06 - Lhasa
Ci sposteremo nei dintorni di Lhasa per visitare il Monastero di Sera, uno dei più grandi complessi
monastici gelugpa della zona. I monaci che vi abitano sono alcune centinaia. Molto animato nelle ore
del mattino e nel pomeriggio (3pm -5pm) , quando nel cortile dei dibattiti si tengono le riunioni dei
monaci. Il Monastero fu fondato nel 1419 e all’epoca della sua massima prosperità ospitava cinque
collegi per l’insegnamento ma nel 1959, anno dell’invasione cinese del Tibet, i collegi erano tre: Sera
Me (dedicato ai precetti fondamentali del buddhismo), Sera Je (preposto all’istruzione dei monaci
provenienti dal Tibet centrale) e Sera Ngagpa ( adibito agli studi tantrici). Il più vasto edificio di
Sera e la sala delle riunioni Tsogchen, famosa per i thangka lunghi quanto le pareti (pittura tibetana
su tela) e per la grande statua di Jampa, alta 6 metri. Proseguimento con la visita del
monastero Chaqi e del famoso Monastero Nechung, residenza dell’oracolo di stato fino al 1959. Qui
i Dalai Lama venivano a consultarlo prima di prendere qualsiasi decisioni importante. Nel 1959
l’oracolo seguì il Dalai Lama nella sua fuga in India. E’ un monastero misterioso, associato a riti
prebuddhisti come la possessione e l’esorcismo. L’oracolo entrava in uno stato di trance per poi
discernere il futuro guardando in uno specchio d’acciaio. Le sue parole dovevano essere interpretate e
riportate su una lavagnetta. Il Dalai Lama consultava l’oracolo al primo piano, nella sala delle
udienze. Sistemazione in hotel, pensione completa.
Giorno 5 – 03/06 - Lhasa Area
Dopo colazione ci sposteremo di circa 50 km verso est per raggiungere il Monastero di Ganden,
primo monastero gelugpa e sede principale di questo ordine buddhista. Fondato nel 1417 dallo stesso
Lama Tzong Khapa, il venerato riformatore dell’ordine gelupta, Ganden offre una vista stupenda
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sulla circostante valle del Kyi-chu e sul suo suggestivo kora (circuito di pellegrinaggio). Il nome
Ganden significa “Terra Pura”ed è considerato uno dei luoghi più sacri della scuola Gelug-pa dal
momento che ospita la tomba di Lama Tzong Khapa. Purtroppo questo monastero venne
completamente raso al suolo durante la Rivoluzione Culturale e oggi, dell’originario complesso
monastico che ospitava seimila monaci, i tibetani sono riusciti a ricostruire solo alcuni edifici e sale
di meditazione. Attualmente ci vivono duecento monaci. Da visitare: la Tomba d’oro di Lama
Tzongkhapa, un tempo uno dei capolavori del Tibet, oggi ospita ancora degli affreschi murali in parte
restaurati, la cappella dedicata a Dharmaraja e quel che rimane del chorten che ospitava il corpo di
Lama Tzongkhapa. Rientro a Lhasa. Nel pomeriggio visita al Tempio di Ramoche che ospitò la sede
del collegio tantrico del Gyuto. Sistemazione in hotel, pensione completa.
Giorno 6– 04/06 - Festival Saga Dawa
Giornata dedicata alla partecipazione al festival Saga Dawa. Si tratta di uno dei festival più
importanti del Tibet. Questo giorno coincide con la nascita, la morte e il raggiungimento del
Nirvana da parte di Sakyamuni. Essendo una giornata particolarmente sacra è credenza che le
preghiere e le buone azioni abbiano un effetto maggiore. Per questo motivo il numero di pellegrini
che compiono i circuiti intorno a Lhasa, recitando le sacre scritture e altissimo e l’intera Deji lu, una
strada lunga 2 km, è invasa da mendicanti che attendono l’elemosina dei tibetani più benestanti. Nel
pomeriggio l’atmosfera particolarmente pittoresca e vivace si trasferisce al Dragon King Pool Park,
dove tra canti e balli è d’uso consumare pic nic con cibo vegetariano. Sistemazione in hotel, pensione
completa.
Giorno 7– 05/06 - Lhasa
Al mattino si incomincia con la visita dell’imponente Potala, ex residenza del Dalai Lama che giace
assopito come un immenso museo, simbolo dell’esilio del Dalai Lama e del suo governo. Prende il
nome dal Monte Potala, la dimora di Avalokitesvara. L'edificio misura 400 metri sul lato est-ovest e
350 metri su quello nord-sud, con pietre inclinate spesse 3 metri (5 metri alla base), con rame fuso
attorno alle fondamenta per aiutare a proteggerlo dai terremoti.[ I tredici piani dell'edificio
(contenente oltre 1000 stanze, 10.000 reliquiari e circa 200.000 statue) si alzano per 117 metri sulla
cima del Marpo Ri, la "Collina Rossa", con un'altezza totale di oltre 300 metri dal fondo della valle.
Secondo la tradizione le tre principali cime di Lhasa rappresentano i "Tre Protettori del Tibet".
Chokpori, immediatamente a sud del Potala, è la "montagna dell'anima" (bla-ri) di Vajrapani,
Pongwari è quella di Manjusri e Marpori, la cima su cui si trova il Potala, rappresenta Chenresig o
Avalokitesvara. Lozang Gyatso, il quinto Dalai Lama, iniziò la costruzione del palazzo del Potala nel
1645 dopo che uno dei suoi consiglieri spirituali, Konchog Chophel (morto nel 1646), fece notare che
il luogo sarebbe stato ideale come sede del governo, situato tra i monasteri di Drepung e Sera e
l'antica città di Lhasa. Il palazzo venne leggermente danneggiato durante la rivolta contro il governo
cinese del 1959, nella quale i cinesi bombardarono le finestre del palazzo. Si salvò anche durante la
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Grande rivoluzione culturale del 1966 grazie all'intervento in prima persona di Zhou Enlai, Primo
ministro cinese di quel periodo. Quasi tutti i 100.000 volumi di scritture, i documenti storici ed
altre opere vennero rimossi, danneggiati o distrutti. Il Palazzo del Potala venne inserito
dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità nel 1994. Proseguimento con la visita del tempio del
Jokhang, l’edificio più sacro venerato in Tibet. La costruzione fu avviata dal re Songtsen Gambo tra
il 639 e il 647. Il Re al fine di promuovere relazioni amichevoli con i paesi vicini sposò la principessa
Bhrikuti del Nepal e la principessa Wen Cheng della dinastia Tang. Entrambe le mogli portarono in
dote in Tibet una statua di Sakyamuni Jowo. Per ospitare il Buddha della principessa Wen Cheng, il
re Songtsem Gampo costruì il “Piccolo Jokhang”. Gelosa, la principessa Bhrikuti chiese al sovrano di
costruire un Jokhang anche per lei. Il tempio Jokhang ha adottato gli stili architettonici della dinastia
Tang, così come quelli del Tibet e Nepal. La statua di Sakyamuni è un tesoro raro. Lui acconsentì che
solo tre statue fossero scolpite durante il corso della sua vita: la prima è un suo ritratto a otto anni, la
seconda lo mostra a dodici anni, quando era ancora un principe dell’India (ed è la statua portata in
Tibet dalla principessa Wen Cheng), la terza è una sua rappresentazione da adulto. Nella prima
parte della Rivoluzione Culturale gran parte dell’interno fu profanato dalle Guardie Rosse e poi
ristrutturato a partire dal 1980. Passeggeremo poi nel Bakhor, il kora più interessante di Lhasa, un
quadrilatero di strade che circondano il Jokhang e alcuni degli edifici adiacenti. Quest’area è il cuore
della città santa ed il più importante quartiere commerciale della città. E’ la sola zona di Lhasa ad
aver resistito ad ogni tentativo di infiltrazione del mondo moderno. Sistemazione in hotel, pensione
completa.
Giorno 8– 06/06 - Lhasa – Lago Namtso
Partenza in direzione nord-ovest per raggiungere il lago Namtso (250 km, 4700 metri d’altitudine),
uno dei siti naturali più belli del Tibet. Il lago è lungo 70 km, ampio 30 km e con una profondità
massima di 35 metri. Il lago appare come una meravigliosa distesa turchese avvolta dall’imponente
cornice delle montagne della catena dei Nyenchen Tanglha (con vette che superano i 7000 m.),
attraversata dagli alpinisti austriaci Heinrich Harrer e Peter Aufschnaiter nel loro viaggio verso
Lhasa, documentato nel libro “Sette Anni in Tibet”. E’ uno dei quattro laghi sacri del Tibet. La
tradizione vuole che il lago rappresenti sempre l’energia femminile e la montagna che lo domina
l’energia maschile. Nam tso nella tradizione tibetana viene considerato come una divinità in possesso
delle qualità di corpo, parola e mente. La qualità preziosa del corpo è rappresentata dal Tra-shi do-bo
che, "la grande roccia di buon auspicio". La qualità preziosa della parola è rappresentata dal bya-do e
nam-kha do, "la roccia dell’uccello" e "la roccia del cielo". La qualità preziosa della mente è
rappresentata dal ma-chag se-mo-do, "la roccia del non-attaccamento". In questo caso la catena del
Nyanchen Thanglha, circa 7500 metri, che sovrasta il lago e scende dolcemente a accarezzare le sue
rive, rappresenta la divinità tantrica Demchog (Cakrasamvara) e il lago Dorje Phagmo
(Vajravarahi). La parete rocciosa è cosparsa di grotte e piccoli monasteri che si ritengono essere stati
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le abitazioni di molti famosi asceti tibetani e indiani. Per citarne alcuni: Reciungpa, il discepolo
prediletto di Milarepa. Guru Rimpoce, il taumaturgo che diffuse per la prima volta il buddhismo in
Tibet. Padampa Sangye, un asceta itinerante indiano. L’area è abitata dai drokpa tibetani, i pastori
seminomadi che da sempre risiedono nel Changtang, il vasto e remoto altopiano settentrionale del
paese. Il numero di drokpa che vivono sull’altopiano è sceso sotto i 2 milioni (meno della metà
rispetto al 1950) a causa degli incentivi statali a trasferirsi in città e alle aree recintate e occupate
dalle fattorie cinesi. Sistemazione in una semplice struttura locale. Pensione completa.
Giorno 9– 07/06 - Lago Namtso - Shigatse
Ci muoveremo attraverso gli incredibili paesaggi del Tibet verso Shigatse (500 km, 3890 metri
d’altitudine), seconda città del Tibet e storica capitale della provincia dello Tsang. All’arrivo
visiteremo il Monastero di Tashilhunpo. Il monastero è a tutti gli effetti una città fortificata. Sopra
gli edifici bianchi in cui risiedono i monaci sono raggruppate numerose strutture color ocra con il
tetto dorato, all’interno delle quali si trovano le tombe dei Panchen Lama del passato. Il monastero
di Tashilhunpo fu fondato nel 1447 dal primo Dalai Lama, Gendun Drup, nipote e discepolo del
famoso filosofo bhuddista Je Tsongkhapa. La costruzione fu interamente finanziata dalle donazioni
dei nobili locali. Fin dalle sue origini Tashilhunpo è stata la residenza dei vari Panchen Lama, e
ognuno di essi ha provveduto ad ampliare gradualmente la costruzione.
Nel 1791 il monastero fu attaccato e saccheggiato dai guerrieri nepalesi Gurkha i quali furono poi
successivamente scacciati dai cinesi. Nel 1995, Choekyi Gyalpo l'11° Panchen Lama nominato dal
governo cinese è stato insediato in questo monastero, proprio mentre Gedhun Choekyi, il Panchen
Lama riconosciuto dall'attuale Dalai Lama veniva posto sotto la "custodia protettiva" delle autorità
cinesi. Alle sue origini, Tashilhunpo contava circa 4000 monaci e quattro scuole di Tantra ognuna
delle quali con un suo abate. Questi quattro abati, dopo la morte del Panchen Lama in carica,
avevano il compito di ricercare una sua nuova reincarnazione e di comunicarne il nome al Dalai
Lama. Nel 1960 il monastero fu quasi completamente distrutto da un attacco cinese, il Panchen
Lama si salvò per puro caso, visto che non era sul luogo nel momento dell'attacco. C'è comunque da
dire che i danni subiti da Tashilhunpo furono inferiori rispetto a quelli subiti da altri monasteri
tibetani. Sistemazione in hotel, pensione completa.
Giorno 10– 08/06 - Shigatse - Sakya
Oggi si continuerà verso sud ovest lungo la Friendship Highway, deviando poi per raggiungere
Sakya (260 km, 4650 metri d’altitudine) e il suo scenografico monastero meridionale, uno dei più
grandi edifici religiosi tibetani. Venne fondato nel 1268 a scopo difensivo e presenta torri di guardia
ad ogni angolo delle sue alte e spesse mura. Suggestiva risulta essere la sala delle riunioni, intrisa di
storia, fascino e sacralità. Le imponenti colonne sacre che sostengono il soffitto sono famose in tutto il
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Tibet. Una di queste fu offerta in dono direttamente da Kublai Khan durante l’egemonia mongola che
porto per un breve periodo il dominio dell’ordine sakyapa su tutto il Tibet. Sistemazione in hotel.
Pensione completa.
Giorno 11– 09/06 - Sakya - Gyantse
Con un percorso di 360 km raggiungeremo Gyantse (3980 m. ), città situata nella Valle del
Nyangchu, famosa per il suo kumbum, il più grande chorten tibetano. Lungo il percorso sosta ad una
Grilling House tibetana dove viene preparato lo Tsanpa, un impasto di farina d’orzo tostato e burro
di yak amalgamati con acqua, tè o birra. Il Kumbum, alto 35 metri, un magnifico edificio a più livelli
contenente una serie di cappelle decorate da dipinti murali. Si segue un percorso attraverso i sei
piani della struttura, attraversando un numero infinito di piccole cappelle. La visita prosegue con il
Monastero di Pelkor Chode, risalente al 1418, assaporandone tutta l’antica atmosfera nella penombra
della “Sala delle Riunioni”, attraversando cappelle decorate con pitture dai toni caldi. Sistemazione
in hotel, pensione completa.
Giorno 12– 10/06 - Gyantse - Tsetang
Partenza in direzione est per raggiungere le scintillanti acque dello Yamdrok-tso, uno dei quattro
laghi sacri del paese, dimora di divinità adirate. Oggi qui è in funzione la più grande centrale
idroelettrica del paese, i cui lavori vennero negli anni ’80 interrotti a causa dell’opposizione del
Panchen Lama ma ancora oggi l’impianto è frutto di controversie relative soprattutto all’impatto
ambientale. E’ dalla sommità del passo Kamba che il lago, nelle giornate terse, appare in tutto il suo
splendore di colori. Continuando il nostro percorso passeremo nei pressi del ghiacciaio Karola per
poi raggiungere Tsetang (300 km, 3515 metri d’altitudine). Sistemazione in hotel, pensione
completa.
Giorno 13 – 11/06 - Tsetang
Eccoci nella Valle dello Yarlung, culla della civiltà tibetana, perch* fu da qui che nel VII secolo i
primi re del Tibet avviarono il processo di unificazione del paese. Le visite incominciano con il
monastero di Samye, il primo monastero buddhista fondato in Tibet. La sua fondazione risale al
lontano 763 e si deve al re Trisong Deutsen e a Padmasambhava. Il complesso monastico esprime la
concezione cosmologica buddhista con il tempio centrale che raffigura il monte Sumeru, la mitica
montagna al centro del cosmo, mentre quattro altri tempi chiamati "ling", rappresentano i quattro
continenti situati nel vasto oceano a nord, sud, est ed ovest del monte Sumeru. A destra e a sinistra
di ognuno di questi templi ve ne erano due più piccoli "ling-tren", che rappresentavano i sub
continenti della cosmologia buddhista. Due piccole cappelle raffiguravano il sole e la luna. L'intero
perimetro era circondato da un lungo muro circolare e quattro grandi stupa, ognuno di un diverso
colore (bianco, rosso, blu e verde) segnavano i quattro punti cardinali. Samye ha sofferto molto le
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devastazioni della Rivoluzione Culturale, oggi però sono state effettuate numerose ricostruzioni e
restauri e almeno il tempio centrale è nuovamente agibile e aperto al culto.
Da vedere: la Sala delle Assemblee che contiene murali molto raffinati. Il Tempio Principale con
statue e altari dedicati alle principali scuole del Buddhismo tibetano e ai suoi principali esponenti:
Padmasambhava, Atisha, Drom Tönpa, Longchenpa, Sakya Pandita, Lama Tzongkhapa e molti altri.
Nel pomeriggio si visiterà il palazzo dello Yumbulagang, considerato il più antico del Tibet. La sua
fondazione è avvolta nel mito: c’è chi lo considera vecchio di 2000 anni ma è più verosimile che sia
stato fondato nel VII secolo, quando Songten Gampo iniziò a governare il Tibet. Oggi è utilizzato
come luogo di culto con la sua torre che svetta sulla Valle dello Yarlung. Infine si raggiunge il
Monastero di Trandruk, del VII secolo. Nel XIV secoloe anche successivamente venne ampliato per
poi essere gravemente profanato dalla Guardie Rosse durante la Rivoluzione Culturale. Sistemazione
in hotel, pensione completa.
Giorno 14 – 12/06 - Tsetang – Lhasa - Chengdu
Dopo colazione rientro a Lhasa (100 km). Trasferimento in aeroporto per il volo su Chengdu. Visita
al Giant Panda Breeding ( a 20 km), dove risiedono circa 70 Panda. In natura si stimano solo 1000
esemplari di Panda (Sichuan-Shaanxi-Gansu). Fa parte della famiglia degli orsi ma mangia solo
bambù. Ma il bambù è poco nutriente per cui il panda deve mangiarne molto. Se spariscono le foreste
di bambù sparisce l’unico nutrimento per il panda. Oggi è un animale protetto. Sistemazione in
hotel, pensione completa.
Giorno 15 – 13/06 - Chengdu - Italia
Visita alla Jinli Street, il cuore tradizionale (rinnovato) della città. Trasferimento in aeroporto per il
volo di rientro in Italia.
Quota base 6/7 Euro
Quota base 8/9 Euro
Quota base 10 Euro
Suppl. singola Euro
3100
2985
3290
430
La quota comprende: voli intercontinentali con KLM (la classe disponibile va riconfermata al
momento della prenotazione) – tutti i voli regionali – 20 kg di franchigia bagaglio – tutti i
trasferimenti – veicolo privato con autista per tutto il tour – guide locali parlanti inglese –
accompagnatore dall’Italia per minimo 10 partecipanti – sistemazione nelle strutture indicate pensione completa dalla cena del giorno 2° alla colazione del giorno 15° - visite, escursioni, tasse
d’ingresso – gadget di viaggio.
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La quota non comprende: le tasse aeroportuali (€ 404, da riconfermare la momento della
prenotazione) – spese ottenimento visto (€ 90) – l’assicurazione con annullamento (da verificare
sulla quota finale del viaggio) – bevande, mance, extra personali e tutto quello non incluso nella
quota comprende.
Le strutture di questo viaggio
Chengdu, Minshan Lhasa Grand Hotel 4*
Lhasa, House of Shambala, traditional hotel
Lago Namtso, Hotel locale semplice
Shigartse, Holy Lake Hotel 3*
Sakya, Manasaorvar Hotel 2*
Gyantse, Hotel 3*
Tsetang, Tsetang Hotel 3*
Programma di viaggio Monte Kailasch
Giorno 1 – 25/05 - Italia – Chengdu
Partenza dall’Italia con volo di linea
Giorno 2 – 26/05 - Chengdu
Arrivo a Chengdu in Sichuan (460 m.). Incontro con la guida e trasferimento in Hotel (l’aeroporto è
a 16 km dal centro città). Il nome Sichuan significa (Quattro Fiumi) e si riferisce ai principali 4 corsi
d’acqua di una regione che ne vanta oltre 1300. E’ il motore della Cina Occidentale grazie allo
sfruttamento delle foreste e ai giacimenti minerari. Altra grande peculiarità è la cucina piccantissima
della regione. Piatti tipici come Gamberi all’aglio e peperoncino, zampini di maiale, carne d’asino
essiccata al peperoncino, pesce di fiume in salsa. E’ una regione grande come la Francia con oltre 85
milioni di abitanti. Il clima è subtropicale umido e monsonico (temperature intorno ai 5° in inverno,
anche oltre i 30° in estate, fino ad agosto). Si parla il mandarino (han e hui) e lingue tibetano (
tibetani e yi). Chengdu (oltre 7 milioni ab.) un tempo era considerata la più bella città dopo Pechino.
Poi l’urbanizzazione dei tempi moderni l’hanno trafitta da parte a parte. Vennero spianate le
stradine tortuose per fare spazio a blocchi di cemento grezzo. Operai pagati pochi Yuan ma sempre di
più del salario percepito in campagna. Ma tutto questo senza far sparire i mestieri più tradizionali:
barbieri, massaggiatori, lustrascarpe e addirittura il “pulisci orecchie” che al termine del lavoro
faceva risuonare una nota musicale nei timpani dei clienti. Come nelle altre città cinesi le case da tè,
da gioco e ristoranti spesso mascherano attività illecite. Così come è diffuso il gioco del Go, giocato
collocando su una scacchiera pedine bianche e nere con lo scopo di controllare una zona del goban
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opportune combinazioni di tessere. La Chengdu delle stradine laterali sopravvive con gli alberi di
gingko (con foglia a farfalla) i mercati, ristorantini e piccoli parchi. Ma i grandi supermercati
avanzano. Non c’è più traccia delle mura della vecchia città tartara. Un tempo tutte le città cinesi
erano costruite all’interno di un quadrato i cui angoli erano rivolti verso i 4 punti cardinali. Il
palazzo del re sacerdote sorgeva al centro e rappresentava il mondo, a una dimensione umana. Il
centro era il quinto punto cardinale. Questo era uno dei principi più antichi dell’universo cinese. Il
palazzo ospitava l’altare del dio del Sole dove venivano compiuti sacrifici. Le 4 porte aperte al centro
dei bastioni erano considerate sacre in quanto attraverso esse passavano i flussi benefici e uscivano le
calamità. Man mano che si allontanava dal centro veniva meno la protezione delle mura. Al di là
c’era l’aperta campagna, dopodiché l’ignoto abitato dagli uomini-belva. Nel pomeriggio ci rechiamo
al Parco del Popolo per rilassarci alla casa da Te Renmin. Le case del tè nel passato sono state il
centro della vita sociale (ci si recava per spettacoli, giocare a carte, discutere di poesia, pulire le
orecchie..). In questo parco sono caratteristici gli annunci matrimoniali che vengono lasciati nelle
aiuole pubbliche del parco. Cena in ristorante, pernottamento in hotel.
Giorno 3 – 27/05 - Chengdu - Lhasa
Trasferimento in aeroporto e volo su Lhasa (3650 m.). Incontro con la guida. In corso di
trasferimento visita della scultura del Netang Buddha, immagine di Sakyamuni incisa nella roccia.
Nel pomeriggio visita del Norbulingka, l’antico palazzo d’estate del Dalai Lama. Fu scelto come
residenza estiva dal settimo Dalai Lama, che nel 1755 commissionò la costruzione di un grande
edificio nel parco. Da qui il Dalai Lama fuggì nel 1959 travestito da soldato tibetano, braccato
dall’esercito cinese, per non far più ritorno a Lhasa. Visita del palazzo, sistemazione in hotel,
pensione completa.
Giorno 4 – 28/05 – Lhasa Area
Ci sposteremo nei dintorni di Lhasa per visitare il Monastero di Sera, uno dei più grandi complessi
monastici gelugpa della zona. I monaci che vi abitano sono alcune centinaia. Molto animato nelle ore
del mattino e nel pomeriggio (3pm -5pm) , quando nel cortile dei dibattiti si tengono le riunioni dei
monaci. Il Monastero fu fondato nel 1419 e all’epoca della sua massima prosperità ospitava cinque
collegi per l’insegnamento ma nel 1959, anno dell’invasione cinese del Tibet, i collegi erano tre: Sera
Me (dedicato ai precetti fondamentali del buddhismo), Sera Je (preposto all’istruzione dei monaci
provenienti dal Tibet centrale) e Sera Ngagpa ( adibito agli studi tantrici). Il più vasto edificio di
Sera e la sala delle riunioni Tsogchen, famosa per i thangka lunghi quanto le pareti (pittura tibetana
su tela) e per la grande statua di Jampa, alta 6 metri. Proseguimento con la visita del
monastero Chaqi e del famoso Monastero Nechung, residenza dell’oracolo di stato fino al 1959. Qui
i Dalai Lama venivano a consultarlo prima di prendere qualsiasi decisioni importante. Nel 1959
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l’oracolo seguì il Dalai Lama nella sua fuga in India. E’ un monastero misterioso, associato a riti
prebuddhisti come la possessione e l’esorcismo. L’oracolo entrava in uno stato di trance per poi
discernere il futuro guardando in uno specchio d’acciaio. Le sue parole dovevano essere interpretate e
riportate su una lavagnetta. Il Dalai Lama consultava l’oracolo al primo piano, nella sala delle
udienze. Sistemazione in hotel, pensione completa.
Giorno 5 – 29/05 – Lhasa
Al mattino si incomincia con la visita dell’imponente Potala, ex residenza del Dalai Lama che giace
assopito come un immenso museo, simbolo dell’esilio del Dalai Lama e del suo governo. Prende il
nome dal Monte Potala, la dimora di Avalokitesvara. L'edificio misura 400 metri sul lato est-ovest e
350 metri su quello nord-sud, con pietre inclinate spesse 3 metri (5 metri alla base), con rame fuso
attorno alle fondamenta per aiutare a proteggerlo dai terremoti.[ I tredici piani dell'edificio
(contenente oltre 1000 stanze, 10.000 reliquiari e circa 200.000 statue) si alzano per 117 metri sulla
cima del Marpo Ri, la "Collina Rossa", con un'altezza totale di oltre 300 metri dal fondo della valle.
Secondo la tradizione le tre principali cime di Lhasa rappresentano i "Tre Protettori del Tibet".
Chokpori, immediatamente a sud del Potala, è la "montagna dell'anima" (bla-ri) di Vajrapani,
Pongwari è quella di Manjusri e Marpori, la cima su cui si trova il Potala, rappresenta Chenresig o
Avalokitesvara. Lozang Gyatso, il quinto Dalai Lama, iniziò la costruzione del palazzo del Potala nel
1645 dopo che uno dei suoi consiglieri spirituali, Konchog Chophel (morto nel 1646), fece notare che
il luogo sarebbe stato ideale come sede del governo, situato tra i monasteri di Drepung e Sera e
l'antica città di Lhasa. Il palazzo venne leggermente danneggiato durante la rivolta contro il governo
cinese del 1959, nella quale i cinesi bombardarono le finestre del palazzo. Si salvò anche durante la
Grande rivoluzione culturale del 1966 grazie all'intervento in prima persona di Zhou Enlai, Primo
ministro cinese di quel periodo. Quasi tutti i 100.000 volumi di scritture, i documenti storici ed
altre opere vennero rimossi, danneggiati o distrutti. Il Palazzo del Potala venne inserito
dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità nel 1994. Proseguimento con la visita del tempio del
Jokhang, l’edificio più sacro venerato in Tibet. La costruzione fu avviata dal re Songtsen Gambo tra
il 639 e il 647. Il Re al fine di promuovere relazioni amichevoli con i paesi vicini sposò la principessa
Bhrikuti del Nepal e la principessa Wen Cheng della dinastia Tang. Entrambe le mogli portarono in
dote in Tibet una statua di Sakyamuni Jowo. Per ospitare il Buddha della principessa Wen Cheng, il
re Songtsem Gampo costruì il “Piccolo Jokhang”. Gelosa, la principessa Bhrikuti chiese al sovrano di
costruire un Jokhang anche per lei. Il tempio Jokhang ha adottato gli stili architettonici della dinastia
Tang, così come quelli del Tibet e Nepal. La statua di Sakyamuni è un tesoro raro. Lui acconsentì che
solo tre statue fossero scolpite durante il corso della sua vita: la prima è un suo ritratto a otto anni, la
seconda lo mostra a dodici anni, quando era ancora un principe dell’India (ed è la statua portata in
Tibet dalla principessa Wen Cheng), la terza è una sua rappresentazione da adulto. Nella prima
parte della Rivoluzione Culturale gran parte dell’interno fu profanato dalle Guardie Rosse e poi
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ristrutturato a partire dal 1980. Passeggeremo poi nel Bakhor, il kora più interessante di Lhasa, un
quadrilatero di strade che circondano il Jokhang e alcuni degli edifici adiacenti. Quest’area è il cuore
della città santa ed il più importante quartiere commerciale della città. E’ la sola zona di Lhasa ad
aver resistito ad ogni tentativo di infiltrazione del mondo moderno. Sistemazione in hotel, pensione
completa.
Giorno 6 – 30/05 – Lhasa – Gyantse - Shigartse
Partenza per raggiungere le scintillanti acque dello Yamdrok-tso, uno dei quattro laghi sacri del
paese, dimora di divinità adirate. Oggi qui è in funzione la più grande centrale idroelettrica del
paese, i cui lavori vennero negli anni ’80 interrotti a causa dell’opposizione del Panchen Lama ma
ancora oggi l’impianto è frutto di controversie relative soprattutto all’impatto ambientale. E’ dalla
sommità del passo Kamba che il lago, nelle giornate terse, appare in tutto il suo splendore di colori.
Continuando il nostro percorso passeremo nei pressi del ghiacciaio Karola per poi raggiungere
Gyantse (3980 m. ), città situata nella Valle del Nyangchu, famosa per il suo kumbum, il più grande
chorten tibetano. Il Kumbum, alto 35 metri, un magnifico edificio a più livelli contenente una serie
di cappelle decorate da dipinti murali. Si segue un percorso attraverso i sei piani della struttura,
attraversando un numero infinito di piccole cappelle. Proseguimento per Shigartse (400 km percorsi
da Lhasa, 3890 metri d’altitudine). Sistemazione in hotel, pensione completa.
Giorno 7 – 31/05 – Shigartse - Lhatse
Shigartse è la seconda città del Tibet e storica capitale della provincia dello Tsang. Visiteremo il
Monastero di Tashilhunpo. Il monastero è a tutti gli effetti una città fortificata. Sopra gli edifici
bianchi in cui risiedono i monaci sono raggruppate numerose strutture color ocra con il tetto dorato,
all’interno delle quali si trovano le tombe dei Panchen Lama del passato. Il monastero di
Tashilhunpo fu fondato nel 1447 dal primo Dalai Lama, Gendun Drup, nipote e discepolo del famoso
filosofo bhuddista Je Tsongkhapa. La costruzione fu interamente finanziata dalle donazioni dei nobili
locali. Fin dalle sue origini Tashilhunpo è stata la residenza dei vari Panchen Lama, e ognuno di essi
ha provveduto ad ampliare gradualmente la costruzione.
Nel 1791 il monastero fu attaccato e saccheggiato dai guerrieri nepalesi Gurkha i quali furono poi
successivamente scacciati dai cinesi. Nel 1995, Choekyi Gyalpo l'11° Panchen Lama nominato dal
governo cinese è stato insediato in questo monastero, proprio mentre Gedhun Choekyi, il Panchen
Lama riconosciuto dall'attuale Dalai Lama veniva posto sotto la "custodia protettiva" delle autorità
cinesi. Alle sue origini, Tashilhunpo contava circa 4000 monaci e quattro scuole di Tantra ognuna
delle quali con un suo abate. Questi quattro abati, dopo la morte del Panchen Lama in carica,
avevano il compito di ricercare una sua nuova reincarnazione e di comunicarne il nome al Dalai
Lama. Nel 1960 il monastero fu quasi completamente distrutto da un attacco cinese, il Panchen
Lama si salvò per puro caso, visto che non era sul luogo nel momento dell'attacco. C'è comunque da
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dire che i danni subiti da Tashilhunpo furono inferiori rispetto a quelli subiti da altri monasteri
tibetani. Continuazione verso sud ovest lungo la Friendship Highway, deviando poi per raggiungere
Sakya (260 km, 4650 metri d’altitudine) e il suo scenografico monastero meridionale, uno dei più
grandi edifici religiosi tibetani. Venne fondato nel 1268 a scopo difensivo e presenta torri di guardia
ad ogni angolo delle sue alte e spesse mura. Suggestiva risulta essere la sala delle riunioni, intrisa di
storia, fascino e sacralità. Le imponenti colonne sacre che sostengono il soffitto sono famose in tutto
il Tibet. Una di queste fu offerta in dono direttamente da Kublai Khan durante l’egemonia mongola
che porto per un breve periodo il dominio dell’ordine sakyapa su tutto il Tibet. Arrivo a Lhatse (240
km, 3950 metri d’altitudine), sistemazione in hotel, pensione completa.
Giorno 8 – 01/06 – Lhatse – Dzongpa (o Paryang)
Oggi si percorrerà la strada attraverso il Tibet Occidentale lungo aspri canyon, piccoli laghi di
montagna, verdi pascoli e villaggi tibetani. Si valicheranno i passi montani di Sang-la (4700 m.) e
kar-la (4800 m.) continuando ad ammirare i magnifici paesaggi. Finalmente si raggiungerà
Dzongpa (4800 m.). Qui si pernotterà per la notte, oppure, se l’orario lo consentirà, si proseguirà
fino a Paryang (450 km,4850 metri d’altitudine) , attraverso uno scenario di dune di sabbia, ruscelli
e cime innevate. Sistemazione in modesta gusthouse. Pensione completa.
Giorno 9 – 02/06 – Dzongpa (o Paryang) – Lago Manasarovar
Si prosegue lungo la “Southern Route” del Ngari per arrivare al Lago Manasarovar (450 km, 4560
metri d’altitudine), il più venerato del Tibet. Secondo l’antica cosmologia hinduista e buddhista, i
quattro grandi fiumi del subcontinente indiano: l’Indo, il Gange, il Sutley e il Bramaputra
sgorgherebbero dal Manasarovar, anche se in realtà soltanto il Sutlej ha origine da questo lago. Il
lago è collegato attraverso un canale al più piccolo Lhanag-tso ed insieme vengono associati con il
sole e la luna congiunti, simbolo del buddhismo tantrico. Il Kora del Lago Manasarovar è percorso
dai fedeli induisti e buddhisti. Il circuito completo misura 110 km, per i buddhisti il lago rappresenta
la saggezza dell’illuminazione , simbolo di fertilità. Sistemazione in guest house locale. Pensione
completa.
Giorno 10 – 03/06 – Lago Manasarovar - Darchen
Dopo colazione si esplorerà la zona del lago . Al termine ci si sposterà a Darchen, 4700 m., (30 km,
40 minuti) , punto di partenza del Kora del Monte Kailash, da dove ci si preparerà per il trekking del
giorno successivo. Sistemazione in guest house locale, pensione completa
Giorno 11 – 04/06 – Saga Dawa – Kora del Monte Kailash
La prima tappa prevede la salita fino al Monastero di Dirapuk (6 ore, 20km, 200 m di dislivello). A
4 km da Darchen il sentiero incomincia ad arrampicarsi e si raggiunge il primo punto in cui si
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possono vedere il versante meridionale del Monte Kailash e un “choktsal gang” il primo dei quattro
punti di prostrazione del kora. Il sentiero vira verso nord raggiungendo la Valle del Lha-chu. A
Tarboche, ai piedi della montagna, si assisterà alla celebrazione del Saga Dawa, per celebrare il
giorno dell’illuminazione di Sakyamuni. Il momento culminante della festa è rappresentato
dall’innalzamento di un’asta di preghiera ricoperta di bandiere, attorno alla quale i monaci girano
indossando vesti elaborate, accompagnati dal suono dei corni. E’ molto importante la posizione che
assume l’asta dopo essere stata innalzata: se rimane perfettamente verticale i tibetani presuppongono
fortuna per l’anno successivo. Non è di buon auspicio qualora si inclinasse verso il Monte Kailash
ma ancora più negativo è quando l’asta prende l’inclinazione verso Lhasa. Al termine della
cerimonia si prosegue il trekking. Il Kora intorno alla montagna più sacra dell’Asia è di grande
suggestione: oltre agli splendidi panorami si incontrano i pellegrini che compiono il percorso a piedi,
intonando canti e preghiere. gang” il primo dei quattro punti di prostrazione del kora. Superata
Tarboche si incontra il chorten Kangnyi ed è di buon auspicio transitare sotto la sua arcata. Presso
Sershong si incomincia a vedere in modo chiaro la sagoma del Monte Kailash. Continuando il
percorso in senso orario si raggiunge il Monastero di Chuku (4820 m.), fondato nel XIII secolo da
Gotsangpa Gompo Pel, primo ad essere ricostruito dopo la Rivoluzione Culturale. Da questo punto il
Monastero di Dirapuk dista ancora 3 ore di cammino. Questo è il tratto più spettacolare dell’intero
kora. Si raggiunge il secondo punto di prostrazione, la seconda impronta del piede del Buddha (la
prima si trova nel cimitero a cielo aperto presso Tarboche) e un’incisione nella pietra nera del dio
Tamdrin. Arrivo al monastero, sistemazione in guesthouse semplice o tenda (a seconda della
disponibilità). Pensione completa.
Giorno 12 – 05/06 – Kora del Monte Kailash
Il percorso di oggi conduce sino al Monastero di Zutul-puk (7/8 ore, 18 km, 550 m di dislivello in
salita e 600 m in discesa). Alla partenza è possibile ammirare all’orizzonte la scintillante parete nera
del Monte Kailash. Si prosegue verso est in salita, attraverso la Valle del Drolma-chu che conduce al
Drolma-la. A due ore dalla partenza si trova la distesa rocciosa dello Shivatsal (5330 m) punto in cui
i pellegrini entrano nel regno del Signore della Morte e pertanto sono obbligati ad un atto di
simulazione della stessa. La rinascita avviene raggiungendo poi il Drolma-la (5630 m), il punto più
elevato del cammino. Qui i pellegrini compiono un circuito rituale, attaccando denaro alla roccia con
il burro diyak, piegandosi per passare sotto le bandiere e intonando il mantra tibetano per il
passaggio dei valichi. Da questo punto si incomincia la discesa di 400 m fino al pianoro del Lhamchu Khir. Verso valle si potrà osservare la terza impronta del Buddha. L’ultima parte del trek,
attraverso distese erbose ci conduce al Monastero di Zutul-puk (grotta del miracolo). Sistemazione
in guest house semplice o tenda ( a seconda della disponibilità). Pensione completa.
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Giorno 13 – 06/06 – Kora del Monte Kailash – Hor
Ultima giornata di trekking (3/4 ore, 14 km, 150 m di dislivello in discesa). Raggiunto il monastero
Zutul-puk si prosegue lungo un sentiero che costeggia il fiume per circa un’ora. Quindi si sale
nell’canyon rosso e oro, per raggiungere la piana di Barkha (4610 m), nei pressi del quarto punto di
prostrazione. L’ultimo tratto (circa 1 ora) è agevole per ritornare a Darchen. Termine del trekking,
ripresa dei veicoli e trasferimento a Hor (4850 m). Sistemazione in guest house, pensione completa.
Giorno 14 – 07/06 – Hor – Dzonga o Saga
La giornata è dedicata al trasferimento in direzione est per raggiungere i centri di Dzonga o Saga
(450 km, 8/9h). Sistemazione in hotel/guest house. Pensione completa.
Giorno 15 – 08/06 – Dzonga o Saga – Lhatse - Shigartse
Dopo colazione si prosegue il percorso di rientro a Lhasa, via Lhatse e Shigartse (550 km, 9/10 ore).
Arrivo, sistemazione in hotel, pensione completa.
Giorno 16 – 09/06 – Shigartse - Lhasa
Percorso di rientro a Lhasa (200 km, 4/5 ore). All’arrivo, sistemazione in hotel. Pomeriggio libero per
relax o per effettuare un’ultima esplorazione della capitale tibetana. Sistemazione in hotel, pensione
completa.
Giorno 17 – 10/06 – Lhasa - Chengdu
Trasferimento in aeroporto per il volo di rientro su Chengdu. Nel pomeriggio, visita al Giant Panda
Breeding ( a 20 km), dove risiedono circa 70 Panda. In natura si stimano solo 1000 esemplari di
Panda (Sichuan-Shaanxi-Gansu). Fa parte della famiglia degli orsi ma mangia solo bambù. Ma il
bambù è poco nutriente per cui il panda deve mangiarne molto. Se spariscono le foreste di bambù
sparisce l’unico nutrimento per il panda. Oggi è un animale protetto. Sistemazione in hotel,
pensione completa.
Giorno 18 – 11/06 –Chengdu - Italia
Dopo colazione, visita alla Jinli Street, il cuore tradizionale della città. Trasferimento in aeroporto
per il volo di rientro in Italia.
Quota base 6/7 Euro 3780
Quota base 8/9 Euro 3600
Quota base 10 Euro 3890
Suppl. singola Euro 450
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La quota comprende: voli intercontinentali con KLM (la classe disponibile va riconfermata al
momento della prenotazione) – tutti i voli regionali – 20 kg di franchigia bagaglio – tutti i
trasferimenti del circuito al Kailash in 4x4 – veicolo privato con autista per tutto il tour – guide
locali parlanti inglese – accompagnatore dall’Italia per minimo 10 partecipanti – sistemazione nelle
strutture indicate - tutto il materiale da campo tranne il sacco a pelo e il cuscino - pensione
completa dalla cena del giorno 2° alla colazione del giorno 18° - visite, escursioni, tasse d’ingresso –
gadget di viaggio.
La quota non comprende: le tasse aeroportuali (€ 404, da riconfermare la momento della
prenotazione) – spese ottenimento visto (€ 90) – l’assicurazione con annullamento (da verificare
sulla quota finale del viaggio) – bevande, mance, extra personali e tutto quello non incluso nella
quota comprende.
Le strutture di questo viaggio
Chengdu, Minshan Lhasa Grand Hotel 4*
Lhasa, House of Shambala, traditional hotel
Shigartse, Holy Lake Hotel 3*
Lhatse, Shangai Hotel 2*sup.
Dzongpa, Paryan,Saga, Guest house o hotel locale
Lago Manasarovar, Guest house locale
Darchen, Guest House locale
Dirapuk, Guest house locale o tenda
Zutulpuk, Guest House locale o tenda
Hor, Guest house locale
Le guest houses di Dzongpa, Paryan, Manasarovar e Darchen non prevedono sistemazioni in
camera doppia ma in camerate a più letti.
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