viaggi tibet tour saga dawa programma
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viaggi tibet tour saga dawa programma
Programma di viaggio Tibet Centrale Giorno 1 – 30/05 - Italia – Chengdu Partenza dall’Italia con volo di linea Giorno 2 – 31/05 - Chengdu Arrivo a Chengdu in Sichuan (460 m.). Incontro con la guida e trasferimento in Hotel (l’aeroporto è a 16 km dal centro città). Il nome Sichuan significa (Quattro Fiumi) e si riferisce ai principali 4 corsi d’acqua di una regione che ne vanta oltre 1300. E’ il motore della Cina Occidentale grazie allo sfruttamento delle foreste e ai giacimenti minerari. Altra grande peculiarità è la cucina piccantissima della regione. Piatti tipici come Gamberi all’aglio e peperoncino, zampini di maiale, carne d’asino essiccata al peperoncino, pesce di fiume in salsa. E’ una regione grande come la Francia con oltre 85 milioni di abitanti. Il clima è subtropicale umido e monsonico (temperature intorno ai 5° in inverno, anche oltre i 30° in estate, fino ad agosto). Si parla il mandarino (han e hui) e lingue tibetano ( tibetani e yi). Chengdu (oltre 7 milioni ab.) un tempo era considerata la più bella città dopo Pechino. Poi l’urbanizzazione dei tempi moderni l’hanno trafitta da parte a parte. Vennero spianate le stradine tortuose per fare spazio a blocchi di cemento grezzo. Operai pagati pochi Yuan ma sempre di più del salario percepito in campagna. Ma tutto questo senza far sparire i mestieri più tradizionali: barbieri, massaggiatori, lustrascarpe e addirittura il “pulisci orecchie” che al termine del lavoro faceva risuonare una nota musicale nei timpani dei clienti. Come nelle altre città cinesi le case da tè, da gioco e ristoranti spesso mascherano attività illecite. Così come è diffuso il gioco del Go, giocato collocando su una scacchiera pedine bianche e nere con lo scopo di controllare una zona del goban maggiore di quella dell’avversario. Si gioca da 2500 anni con le stesse regole. Altro gioco il mahjong, antico gioco di società dove si utilizzano delle tessere in cui si guadagna punti creando opportune combinazioni di tessere. La Chengdu delle stradine laterali sopravvive con gli alberi di gingko (con foglia a farfalla) i mercati, ristorantini e piccoli parchi. Ma i grandi supermercati avanzano. Non c’è più traccia delle mura della vecchia città tartara. Un tempo tutte le città cinesi erano costruite all’interno di un quadrato i cui angoli erano rivolti verso i 4 punti cardinali. Il palazzo del re sacerdote sorgeva al centro e rappresentava il mondo, a una dimensione umana. Il centro era il quinto punto cardinale. Questo era uno dei principi più antichi dell’universo cinese. Il palazzo ospitava l’altare del dio del Sole dove venivano compiuti sacrifici. Le 4 porte aperte al centro dei bastioni erano considerate sacre in quanto attraverso esse passavano i flussi benefici e uscivano le calamità. Man mano che si allontanava dal centro veniva meno la protezione delle mura. Al di là Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it c’era l’aperta campagna, dopodiché l’ignoto abitato dagli uomini-belva. Nel pomeriggio ci rechiamo al Parco del Popolo per rilassarci alla casa da Te Renmin. Le case del tè nel passato sono state il centro della vita sociale (ci si recava per spettacoli, giocare a carte, discutere di poesia, pulire le orecchie..). In questo parco sono caratteristici gli annunci matrimoniali che vengono lasciati nelle aiuole pubbliche del parco. Cena in ristorante, pernottamento in hotel. Giorno 3 – 01/06 - Chengdu - Lhasa Trasferimento in aeroporto e volo su Lhasa (3650 m.). Incontro con la guida. In corso di trasferimento visita della scultura del Netang Buddha, immagine di Sakyamuni incisa nella roccia.Nel pomeriggio visita del Norbulingka, l’antico palazzo d’estate del Dalai Lama. Fu scelto come residenza estiva dal settimo Dalai Lama, che nel 1755 commissionò la costruzione di un grande edificio nel parco. Da qui il Dalai Lama fuggì nel 1959 travestito da soldato tibetano, braccato dall’esercito cinese, per non far più ritorno a Lhasa. Visita del palazzo, sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 4 – 02/06 - Lhasa Ci sposteremo nei dintorni di Lhasa per visitare il Monastero di Sera, uno dei più grandi complessi monastici gelugpa della zona. I monaci che vi abitano sono alcune centinaia. Molto animato nelle ore del mattino e nel pomeriggio (3pm -5pm) , quando nel cortile dei dibattiti si tengono le riunioni dei monaci. Il Monastero fu fondato nel 1419 e all’epoca della sua massima prosperità ospitava cinque collegi per l’insegnamento ma nel 1959, anno dell’invasione cinese del Tibet, i collegi erano tre: Sera Me (dedicato ai precetti fondamentali del buddhismo), Sera Je (preposto all’istruzione dei monaci provenienti dal Tibet centrale) e Sera Ngagpa ( adibito agli studi tantrici). Il più vasto edificio di Sera e la sala delle riunioni Tsogchen, famosa per i thangka lunghi quanto le pareti (pittura tibetana su tela) e per la grande statua di Jampa, alta 6 metri. Proseguimento con la visita del monastero Chaqi e del famoso Monastero Nechung, residenza dell’oracolo di stato fino al 1959. Qui i Dalai Lama venivano a consultarlo prima di prendere qualsiasi decisioni importante. Nel 1959 l’oracolo seguì il Dalai Lama nella sua fuga in India. E’ un monastero misterioso, associato a riti prebuddhisti come la possessione e l’esorcismo. L’oracolo entrava in uno stato di trance per poi discernere il futuro guardando in uno specchio d’acciaio. Le sue parole dovevano essere interpretate e riportate su una lavagnetta. Il Dalai Lama consultava l’oracolo al primo piano, nella sala delle udienze. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 5 – 03/06 - Lhasa Area Dopo colazione ci sposteremo di circa 50 km verso est per raggiungere il Monastero di Ganden, primo monastero gelugpa e sede principale di questo ordine buddhista. Fondato nel 1417 dallo stesso Lama Tzong Khapa, il venerato riformatore dell’ordine gelupta, Ganden offre una vista stupenda Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it sulla circostante valle del Kyi-chu e sul suo suggestivo kora (circuito di pellegrinaggio). Il nome Ganden significa “Terra Pura”ed è considerato uno dei luoghi più sacri della scuola Gelug-pa dal momento che ospita la tomba di Lama Tzong Khapa. Purtroppo questo monastero venne completamente raso al suolo durante la Rivoluzione Culturale e oggi, dell’originario complesso monastico che ospitava seimila monaci, i tibetani sono riusciti a ricostruire solo alcuni edifici e sale di meditazione. Attualmente ci vivono duecento monaci. Da visitare: la Tomba d’oro di Lama Tzongkhapa, un tempo uno dei capolavori del Tibet, oggi ospita ancora degli affreschi murali in parte restaurati, la cappella dedicata a Dharmaraja e quel che rimane del chorten che ospitava il corpo di Lama Tzongkhapa. Rientro a Lhasa. Nel pomeriggio visita al Tempio di Ramoche che ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 6– 04/06 - Festival Saga Dawa Giornata dedicata alla partecipazione al festival Saga Dawa. Si tratta di uno dei festival più importanti del Tibet. Questo giorno coincide con la nascita, la morte e il raggiungimento del Nirvana da parte di Sakyamuni. Essendo una giornata particolarmente sacra è credenza che le preghiere e le buone azioni abbiano un effetto maggiore. Per questo motivo il numero di pellegrini che compiono i circuiti intorno a Lhasa, recitando le sacre scritture e altissimo e l’intera Deji lu, una strada lunga 2 km, è invasa da mendicanti che attendono l’elemosina dei tibetani più benestanti. Nel pomeriggio l’atmosfera particolarmente pittoresca e vivace si trasferisce al Dragon King Pool Park, dove tra canti e balli è d’uso consumare pic nic con cibo vegetariano. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 7– 05/06 - Lhasa Al mattino si incomincia con la visita dell’imponente Potala, ex residenza del Dalai Lama che giace assopito come un immenso museo, simbolo dell’esilio del Dalai Lama e del suo governo. Prende il nome dal Monte Potala, la dimora di Avalokitesvara. L'edificio misura 400 metri sul lato est-ovest e 350 metri su quello nord-sud, con pietre inclinate spesse 3 metri (5 metri alla base), con rame fuso attorno alle fondamenta per aiutare a proteggerlo dai terremoti.[ I tredici piani dell'edificio (contenente oltre 1000 stanze, 10.000 reliquiari e circa 200.000 statue) si alzano per 117 metri sulla cima del Marpo Ri, la "Collina Rossa", con un'altezza totale di oltre 300 metri dal fondo della valle. Secondo la tradizione le tre principali cime di Lhasa rappresentano i "Tre Protettori del Tibet". Chokpori, immediatamente a sud del Potala, è la "montagna dell'anima" (bla-ri) di Vajrapani, Pongwari è quella di Manjusri e Marpori, la cima su cui si trova il Potala, rappresenta Chenresig o Avalokitesvara. Lozang Gyatso, il quinto Dalai Lama, iniziò la costruzione del palazzo del Potala nel 1645 dopo che uno dei suoi consiglieri spirituali, Konchog Chophel (morto nel 1646), fece notare che il luogo sarebbe stato ideale come sede del governo, situato tra i monasteri di Drepung e Sera e l'antica città di Lhasa. Il palazzo venne leggermente danneggiato durante la rivolta contro il governo cinese del 1959, nella quale i cinesi bombardarono le finestre del palazzo. Si salvò anche durante la Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it Grande rivoluzione culturale del 1966 grazie all'intervento in prima persona di Zhou Enlai, Primo ministro cinese di quel periodo. Quasi tutti i 100.000 volumi di scritture, i documenti storici ed altre opere vennero rimossi, danneggiati o distrutti. Il Palazzo del Potala venne inserito dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità nel 1994. Proseguimento con la visita del tempio del Jokhang, l’edificio più sacro venerato in Tibet. La costruzione fu avviata dal re Songtsen Gambo tra il 639 e il 647. Il Re al fine di promuovere relazioni amichevoli con i paesi vicini sposò la principessa Bhrikuti del Nepal e la principessa Wen Cheng della dinastia Tang. Entrambe le mogli portarono in dote in Tibet una statua di Sakyamuni Jowo. Per ospitare il Buddha della principessa Wen Cheng, il re Songtsem Gampo costruì il “Piccolo Jokhang”. Gelosa, la principessa Bhrikuti chiese al sovrano di costruire un Jokhang anche per lei. Il tempio Jokhang ha adottato gli stili architettonici della dinastia Tang, così come quelli del Tibet e Nepal. La statua di Sakyamuni è un tesoro raro. Lui acconsentì che solo tre statue fossero scolpite durante il corso della sua vita: la prima è un suo ritratto a otto anni, la seconda lo mostra a dodici anni, quando era ancora un principe dell’India (ed è la statua portata in Tibet dalla principessa Wen Cheng), la terza è una sua rappresentazione da adulto. Nella prima parte della Rivoluzione Culturale gran parte dell’interno fu profanato dalle Guardie Rosse e poi ristrutturato a partire dal 1980. Passeggeremo poi nel Bakhor, il kora più interessante di Lhasa, un quadrilatero di strade che circondano il Jokhang e alcuni degli edifici adiacenti. Quest’area è il cuore della città santa ed il più importante quartiere commerciale della città. E’ la sola zona di Lhasa ad aver resistito ad ogni tentativo di infiltrazione del mondo moderno. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 8– 06/06 - Lhasa – Lago Namtso Partenza in direzione nord-ovest per raggiungere il lago Namtso (250 km, 4700 metri d’altitudine), uno dei siti naturali più belli del Tibet. Il lago è lungo 70 km, ampio 30 km e con una profondità massima di 35 metri. Il lago appare come una meravigliosa distesa turchese avvolta dall’imponente cornice delle montagne della catena dei Nyenchen Tanglha (con vette che superano i 7000 m.), attraversata dagli alpinisti austriaci Heinrich Harrer e Peter Aufschnaiter nel loro viaggio verso Lhasa, documentato nel libro “Sette Anni in Tibet”. E’ uno dei quattro laghi sacri del Tibet. La tradizione vuole che il lago rappresenti sempre l’energia femminile e la montagna che lo domina l’energia maschile. Nam tso nella tradizione tibetana viene considerato come una divinità in possesso delle qualità di corpo, parola e mente. La qualità preziosa del corpo è rappresentata dal Tra-shi do-bo che, "la grande roccia di buon auspicio". La qualità preziosa della parola è rappresentata dal bya-do e nam-kha do, "la roccia dell’uccello" e "la roccia del cielo". La qualità preziosa della mente è rappresentata dal ma-chag se-mo-do, "la roccia del non-attaccamento". In questo caso la catena del Nyanchen Thanglha, circa 7500 metri, che sovrasta il lago e scende dolcemente a accarezzare le sue rive, rappresenta la divinità tantrica Demchog (Cakrasamvara) e il lago Dorje Phagmo (Vajravarahi). La parete rocciosa è cosparsa di grotte e piccoli monasteri che si ritengono essere stati Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it le abitazioni di molti famosi asceti tibetani e indiani. Per citarne alcuni: Reciungpa, il discepolo prediletto di Milarepa. Guru Rimpoce, il taumaturgo che diffuse per la prima volta il buddhismo in Tibet. Padampa Sangye, un asceta itinerante indiano. L’area è abitata dai drokpa tibetani, i pastori seminomadi che da sempre risiedono nel Changtang, il vasto e remoto altopiano settentrionale del paese. Il numero di drokpa che vivono sull’altopiano è sceso sotto i 2 milioni (meno della metà rispetto al 1950) a causa degli incentivi statali a trasferirsi in città e alle aree recintate e occupate dalle fattorie cinesi. Sistemazione in una semplice struttura locale. Pensione completa. Giorno 9– 07/06 - Lago Namtso - Shigatse Ci muoveremo attraverso gli incredibili paesaggi del Tibet verso Shigatse (500 km, 3890 metri d’altitudine), seconda città del Tibet e storica capitale della provincia dello Tsang. All’arrivo visiteremo il Monastero di Tashilhunpo. Il monastero è a tutti gli effetti una città fortificata. Sopra gli edifici bianchi in cui risiedono i monaci sono raggruppate numerose strutture color ocra con il tetto dorato, all’interno delle quali si trovano le tombe dei Panchen Lama del passato. Il monastero di Tashilhunpo fu fondato nel 1447 dal primo Dalai Lama, Gendun Drup, nipote e discepolo del famoso filosofo bhuddista Je Tsongkhapa. La costruzione fu interamente finanziata dalle donazioni dei nobili locali. Fin dalle sue origini Tashilhunpo è stata la residenza dei vari Panchen Lama, e ognuno di essi ha provveduto ad ampliare gradualmente la costruzione. Nel 1791 il monastero fu attaccato e saccheggiato dai guerrieri nepalesi Gurkha i quali furono poi successivamente scacciati dai cinesi. Nel 1995, Choekyi Gyalpo l'11° Panchen Lama nominato dal governo cinese è stato insediato in questo monastero, proprio mentre Gedhun Choekyi, il Panchen Lama riconosciuto dall'attuale Dalai Lama veniva posto sotto la "custodia protettiva" delle autorità cinesi. Alle sue origini, Tashilhunpo contava circa 4000 monaci e quattro scuole di Tantra ognuna delle quali con un suo abate. Questi quattro abati, dopo la morte del Panchen Lama in carica, avevano il compito di ricercare una sua nuova reincarnazione e di comunicarne il nome al Dalai Lama. Nel 1960 il monastero fu quasi completamente distrutto da un attacco cinese, il Panchen Lama si salvò per puro caso, visto che non era sul luogo nel momento dell'attacco. C'è comunque da dire che i danni subiti da Tashilhunpo furono inferiori rispetto a quelli subiti da altri monasteri tibetani. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 10– 08/06 - Shigatse - Sakya Oggi si continuerà verso sud ovest lungo la Friendship Highway, deviando poi per raggiungere Sakya (260 km, 4650 metri d’altitudine) e il suo scenografico monastero meridionale, uno dei più grandi edifici religiosi tibetani. Venne fondato nel 1268 a scopo difensivo e presenta torri di guardia ad ogni angolo delle sue alte e spesse mura. Suggestiva risulta essere la sala delle riunioni, intrisa di storia, fascino e sacralità. Le imponenti colonne sacre che sostengono il soffitto sono famose in tutto il Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it Tibet. Una di queste fu offerta in dono direttamente da Kublai Khan durante l’egemonia mongola che porto per un breve periodo il dominio dell’ordine sakyapa su tutto il Tibet. Sistemazione in hotel. Pensione completa. Giorno 11– 09/06 - Sakya - Gyantse Con un percorso di 360 km raggiungeremo Gyantse (3980 m. ), città situata nella Valle del Nyangchu, famosa per il suo kumbum, il più grande chorten tibetano. Lungo il percorso sosta ad una Grilling House tibetana dove viene preparato lo Tsanpa, un impasto di farina d’orzo tostato e burro di yak amalgamati con acqua, tè o birra. Il Kumbum, alto 35 metri, un magnifico edificio a più livelli contenente una serie di cappelle decorate da dipinti murali. Si segue un percorso attraverso i sei piani della struttura, attraversando un numero infinito di piccole cappelle. La visita prosegue con il Monastero di Pelkor Chode, risalente al 1418, assaporandone tutta l’antica atmosfera nella penombra della “Sala delle Riunioni”, attraversando cappelle decorate con pitture dai toni caldi. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 12– 10/06 - Gyantse - Tsetang Partenza in direzione est per raggiungere le scintillanti acque dello Yamdrok-tso, uno dei quattro laghi sacri del paese, dimora di divinità adirate. Oggi qui è in funzione la più grande centrale idroelettrica del paese, i cui lavori vennero negli anni ’80 interrotti a causa dell’opposizione del Panchen Lama ma ancora oggi l’impianto è frutto di controversie relative soprattutto all’impatto ambientale. E’ dalla sommità del passo Kamba che il lago, nelle giornate terse, appare in tutto il suo splendore di colori. Continuando il nostro percorso passeremo nei pressi del ghiacciaio Karola per poi raggiungere Tsetang (300 km, 3515 metri d’altitudine). Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 13 – 11/06 - Tsetang Eccoci nella Valle dello Yarlung, culla della civiltà tibetana, perch* fu da qui che nel VII secolo i primi re del Tibet avviarono il processo di unificazione del paese. Le visite incominciano con il monastero di Samye, il primo monastero buddhista fondato in Tibet. La sua fondazione risale al lontano 763 e si deve al re Trisong Deutsen e a Padmasambhava. Il complesso monastico esprime la concezione cosmologica buddhista con il tempio centrale che raffigura il monte Sumeru, la mitica montagna al centro del cosmo, mentre quattro altri tempi chiamati "ling", rappresentano i quattro continenti situati nel vasto oceano a nord, sud, est ed ovest del monte Sumeru. A destra e a sinistra di ognuno di questi templi ve ne erano due più piccoli "ling-tren", che rappresentavano i sub continenti della cosmologia buddhista. Due piccole cappelle raffiguravano il sole e la luna. L'intero perimetro era circondato da un lungo muro circolare e quattro grandi stupa, ognuno di un diverso colore (bianco, rosso, blu e verde) segnavano i quattro punti cardinali. Samye ha sofferto molto le Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it devastazioni della Rivoluzione Culturale, oggi però sono state effettuate numerose ricostruzioni e restauri e almeno il tempio centrale è nuovamente agibile e aperto al culto. Da vedere: la Sala delle Assemblee che contiene murali molto raffinati. Il Tempio Principale con statue e altari dedicati alle principali scuole del Buddhismo tibetano e ai suoi principali esponenti: Padmasambhava, Atisha, Drom Tönpa, Longchenpa, Sakya Pandita, Lama Tzongkhapa e molti altri. Nel pomeriggio si visiterà il palazzo dello Yumbulagang, considerato il più antico del Tibet. La sua fondazione è avvolta nel mito: c’è chi lo considera vecchio di 2000 anni ma è più verosimile che sia stato fondato nel VII secolo, quando Songten Gampo iniziò a governare il Tibet. Oggi è utilizzato come luogo di culto con la sua torre che svetta sulla Valle dello Yarlung. Infine si raggiunge il Monastero di Trandruk, del VII secolo. Nel XIV secoloe anche successivamente venne ampliato per poi essere gravemente profanato dalla Guardie Rosse durante la Rivoluzione Culturale. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 14 – 12/06 - Tsetang – Lhasa - Chengdu Dopo colazione rientro a Lhasa (100 km). Trasferimento in aeroporto per il volo su Chengdu. Visita al Giant Panda Breeding ( a 20 km), dove risiedono circa 70 Panda. In natura si stimano solo 1000 esemplari di Panda (Sichuan-Shaanxi-Gansu). Fa parte della famiglia degli orsi ma mangia solo bambù. Ma il bambù è poco nutriente per cui il panda deve mangiarne molto. Se spariscono le foreste di bambù sparisce l’unico nutrimento per il panda. Oggi è un animale protetto. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 15 – 13/06 - Chengdu - Italia Visita alla Jinli Street, il cuore tradizionale (rinnovato) della città. Trasferimento in aeroporto per il volo di rientro in Italia. Quota base 6/7 Euro Quota base 8/9 Euro Quota base 10 Euro Suppl. singola Euro 3100 2985 3290 430 La quota comprende: voli intercontinentali con KLM (la classe disponibile va riconfermata al momento della prenotazione) – tutti i voli regionali – 20 kg di franchigia bagaglio – tutti i trasferimenti – veicolo privato con autista per tutto il tour – guide locali parlanti inglese – accompagnatore dall’Italia per minimo 10 partecipanti – sistemazione nelle strutture indicate pensione completa dalla cena del giorno 2° alla colazione del giorno 15° - visite, escursioni, tasse d’ingresso – gadget di viaggio. Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it La quota non comprende: le tasse aeroportuali (€ 404, da riconfermare la momento della prenotazione) – spese ottenimento visto (€ 90) – l’assicurazione con annullamento (da verificare sulla quota finale del viaggio) – bevande, mance, extra personali e tutto quello non incluso nella quota comprende. Le strutture di questo viaggio Chengdu, Minshan Lhasa Grand Hotel 4* Lhasa, House of Shambala, traditional hotel Lago Namtso, Hotel locale semplice Shigartse, Holy Lake Hotel 3* Sakya, Manasaorvar Hotel 2* Gyantse, Hotel 3* Tsetang, Tsetang Hotel 3* Programma di viaggio Monte Kailasch Giorno 1 – 25/05 - Italia – Chengdu Partenza dall’Italia con volo di linea Giorno 2 – 26/05 - Chengdu Arrivo a Chengdu in Sichuan (460 m.). Incontro con la guida e trasferimento in Hotel (l’aeroporto è a 16 km dal centro città). Il nome Sichuan significa (Quattro Fiumi) e si riferisce ai principali 4 corsi d’acqua di una regione che ne vanta oltre 1300. E’ il motore della Cina Occidentale grazie allo sfruttamento delle foreste e ai giacimenti minerari. Altra grande peculiarità è la cucina piccantissima della regione. Piatti tipici come Gamberi all’aglio e peperoncino, zampini di maiale, carne d’asino essiccata al peperoncino, pesce di fiume in salsa. E’ una regione grande come la Francia con oltre 85 milioni di abitanti. Il clima è subtropicale umido e monsonico (temperature intorno ai 5° in inverno, anche oltre i 30° in estate, fino ad agosto). Si parla il mandarino (han e hui) e lingue tibetano ( tibetani e yi). Chengdu (oltre 7 milioni ab.) un tempo era considerata la più bella città dopo Pechino. Poi l’urbanizzazione dei tempi moderni l’hanno trafitta da parte a parte. Vennero spianate le stradine tortuose per fare spazio a blocchi di cemento grezzo. Operai pagati pochi Yuan ma sempre di più del salario percepito in campagna. Ma tutto questo senza far sparire i mestieri più tradizionali: barbieri, massaggiatori, lustrascarpe e addirittura il “pulisci orecchie” che al termine del lavoro faceva risuonare una nota musicale nei timpani dei clienti. Come nelle altre città cinesi le case da tè, da gioco e ristoranti spesso mascherano attività illecite. Così come è diffuso il gioco del Go, giocato collocando su una scacchiera pedine bianche e nere con lo scopo di controllare una zona del goban Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it maggiore di quella dell’avversario. Si gioca da 2500 anni con le stesse regole. Altro gioco il mahjong, antico gioco di società dove si utilizzano delle tessere in cui si guadagna punti creando opportune combinazioni di tessere. La Chengdu delle stradine laterali sopravvive con gli alberi di gingko (con foglia a farfalla) i mercati, ristorantini e piccoli parchi. Ma i grandi supermercati avanzano. Non c’è più traccia delle mura della vecchia città tartara. Un tempo tutte le città cinesi erano costruite all’interno di un quadrato i cui angoli erano rivolti verso i 4 punti cardinali. Il palazzo del re sacerdote sorgeva al centro e rappresentava il mondo, a una dimensione umana. Il centro era il quinto punto cardinale. Questo era uno dei principi più antichi dell’universo cinese. Il palazzo ospitava l’altare del dio del Sole dove venivano compiuti sacrifici. Le 4 porte aperte al centro dei bastioni erano considerate sacre in quanto attraverso esse passavano i flussi benefici e uscivano le calamità. Man mano che si allontanava dal centro veniva meno la protezione delle mura. Al di là c’era l’aperta campagna, dopodiché l’ignoto abitato dagli uomini-belva. Nel pomeriggio ci rechiamo al Parco del Popolo per rilassarci alla casa da Te Renmin. Le case del tè nel passato sono state il centro della vita sociale (ci si recava per spettacoli, giocare a carte, discutere di poesia, pulire le orecchie..). In questo parco sono caratteristici gli annunci matrimoniali che vengono lasciati nelle aiuole pubbliche del parco. Cena in ristorante, pernottamento in hotel. Giorno 3 – 27/05 - Chengdu - Lhasa Trasferimento in aeroporto e volo su Lhasa (3650 m.). Incontro con la guida. In corso di trasferimento visita della scultura del Netang Buddha, immagine di Sakyamuni incisa nella roccia. Nel pomeriggio visita del Norbulingka, l’antico palazzo d’estate del Dalai Lama. Fu scelto come residenza estiva dal settimo Dalai Lama, che nel 1755 commissionò la costruzione di un grande edificio nel parco. Da qui il Dalai Lama fuggì nel 1959 travestito da soldato tibetano, braccato dall’esercito cinese, per non far più ritorno a Lhasa. Visita del palazzo, sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 4 – 28/05 – Lhasa Area Ci sposteremo nei dintorni di Lhasa per visitare il Monastero di Sera, uno dei più grandi complessi monastici gelugpa della zona. I monaci che vi abitano sono alcune centinaia. Molto animato nelle ore del mattino e nel pomeriggio (3pm -5pm) , quando nel cortile dei dibattiti si tengono le riunioni dei monaci. Il Monastero fu fondato nel 1419 e all’epoca della sua massima prosperità ospitava cinque collegi per l’insegnamento ma nel 1959, anno dell’invasione cinese del Tibet, i collegi erano tre: Sera Me (dedicato ai precetti fondamentali del buddhismo), Sera Je (preposto all’istruzione dei monaci provenienti dal Tibet centrale) e Sera Ngagpa ( adibito agli studi tantrici). Il più vasto edificio di Sera e la sala delle riunioni Tsogchen, famosa per i thangka lunghi quanto le pareti (pittura tibetana su tela) e per la grande statua di Jampa, alta 6 metri. Proseguimento con la visita del monastero Chaqi e del famoso Monastero Nechung, residenza dell’oracolo di stato fino al 1959. Qui i Dalai Lama venivano a consultarlo prima di prendere qualsiasi decisioni importante. Nel 1959 Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it l’oracolo seguì il Dalai Lama nella sua fuga in India. E’ un monastero misterioso, associato a riti prebuddhisti come la possessione e l’esorcismo. L’oracolo entrava in uno stato di trance per poi discernere il futuro guardando in uno specchio d’acciaio. Le sue parole dovevano essere interpretate e riportate su una lavagnetta. Il Dalai Lama consultava l’oracolo al primo piano, nella sala delle udienze. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 5 – 29/05 – Lhasa Al mattino si incomincia con la visita dell’imponente Potala, ex residenza del Dalai Lama che giace assopito come un immenso museo, simbolo dell’esilio del Dalai Lama e del suo governo. Prende il nome dal Monte Potala, la dimora di Avalokitesvara. L'edificio misura 400 metri sul lato est-ovest e 350 metri su quello nord-sud, con pietre inclinate spesse 3 metri (5 metri alla base), con rame fuso attorno alle fondamenta per aiutare a proteggerlo dai terremoti.[ I tredici piani dell'edificio (contenente oltre 1000 stanze, 10.000 reliquiari e circa 200.000 statue) si alzano per 117 metri sulla cima del Marpo Ri, la "Collina Rossa", con un'altezza totale di oltre 300 metri dal fondo della valle. Secondo la tradizione le tre principali cime di Lhasa rappresentano i "Tre Protettori del Tibet". Chokpori, immediatamente a sud del Potala, è la "montagna dell'anima" (bla-ri) di Vajrapani, Pongwari è quella di Manjusri e Marpori, la cima su cui si trova il Potala, rappresenta Chenresig o Avalokitesvara. Lozang Gyatso, il quinto Dalai Lama, iniziò la costruzione del palazzo del Potala nel 1645 dopo che uno dei suoi consiglieri spirituali, Konchog Chophel (morto nel 1646), fece notare che il luogo sarebbe stato ideale come sede del governo, situato tra i monasteri di Drepung e Sera e l'antica città di Lhasa. Il palazzo venne leggermente danneggiato durante la rivolta contro il governo cinese del 1959, nella quale i cinesi bombardarono le finestre del palazzo. Si salvò anche durante la Grande rivoluzione culturale del 1966 grazie all'intervento in prima persona di Zhou Enlai, Primo ministro cinese di quel periodo. Quasi tutti i 100.000 volumi di scritture, i documenti storici ed altre opere vennero rimossi, danneggiati o distrutti. Il Palazzo del Potala venne inserito dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità nel 1994. Proseguimento con la visita del tempio del Jokhang, l’edificio più sacro venerato in Tibet. La costruzione fu avviata dal re Songtsen Gambo tra il 639 e il 647. Il Re al fine di promuovere relazioni amichevoli con i paesi vicini sposò la principessa Bhrikuti del Nepal e la principessa Wen Cheng della dinastia Tang. Entrambe le mogli portarono in dote in Tibet una statua di Sakyamuni Jowo. Per ospitare il Buddha della principessa Wen Cheng, il re Songtsem Gampo costruì il “Piccolo Jokhang”. Gelosa, la principessa Bhrikuti chiese al sovrano di costruire un Jokhang anche per lei. Il tempio Jokhang ha adottato gli stili architettonici della dinastia Tang, così come quelli del Tibet e Nepal. La statua di Sakyamuni è un tesoro raro. Lui acconsentì che solo tre statue fossero scolpite durante il corso della sua vita: la prima è un suo ritratto a otto anni, la seconda lo mostra a dodici anni, quando era ancora un principe dell’India (ed è la statua portata in Tibet dalla principessa Wen Cheng), la terza è una sua rappresentazione da adulto. Nella prima parte della Rivoluzione Culturale gran parte dell’interno fu profanato dalle Guardie Rosse e poi Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it ristrutturato a partire dal 1980. Passeggeremo poi nel Bakhor, il kora più interessante di Lhasa, un quadrilatero di strade che circondano il Jokhang e alcuni degli edifici adiacenti. Quest’area è il cuore della città santa ed il più importante quartiere commerciale della città. E’ la sola zona di Lhasa ad aver resistito ad ogni tentativo di infiltrazione del mondo moderno. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 6 – 30/05 – Lhasa – Gyantse - Shigartse Partenza per raggiungere le scintillanti acque dello Yamdrok-tso, uno dei quattro laghi sacri del paese, dimora di divinità adirate. Oggi qui è in funzione la più grande centrale idroelettrica del paese, i cui lavori vennero negli anni ’80 interrotti a causa dell’opposizione del Panchen Lama ma ancora oggi l’impianto è frutto di controversie relative soprattutto all’impatto ambientale. E’ dalla sommità del passo Kamba che il lago, nelle giornate terse, appare in tutto il suo splendore di colori. Continuando il nostro percorso passeremo nei pressi del ghiacciaio Karola per poi raggiungere Gyantse (3980 m. ), città situata nella Valle del Nyangchu, famosa per il suo kumbum, il più grande chorten tibetano. Il Kumbum, alto 35 metri, un magnifico edificio a più livelli contenente una serie di cappelle decorate da dipinti murali. Si segue un percorso attraverso i sei piani della struttura, attraversando un numero infinito di piccole cappelle. Proseguimento per Shigartse (400 km percorsi da Lhasa, 3890 metri d’altitudine). Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 7 – 31/05 – Shigartse - Lhatse Shigartse è la seconda città del Tibet e storica capitale della provincia dello Tsang. Visiteremo il Monastero di Tashilhunpo. Il monastero è a tutti gli effetti una città fortificata. Sopra gli edifici bianchi in cui risiedono i monaci sono raggruppate numerose strutture color ocra con il tetto dorato, all’interno delle quali si trovano le tombe dei Panchen Lama del passato. Il monastero di Tashilhunpo fu fondato nel 1447 dal primo Dalai Lama, Gendun Drup, nipote e discepolo del famoso filosofo bhuddista Je Tsongkhapa. La costruzione fu interamente finanziata dalle donazioni dei nobili locali. Fin dalle sue origini Tashilhunpo è stata la residenza dei vari Panchen Lama, e ognuno di essi ha provveduto ad ampliare gradualmente la costruzione. Nel 1791 il monastero fu attaccato e saccheggiato dai guerrieri nepalesi Gurkha i quali furono poi successivamente scacciati dai cinesi. Nel 1995, Choekyi Gyalpo l'11° Panchen Lama nominato dal governo cinese è stato insediato in questo monastero, proprio mentre Gedhun Choekyi, il Panchen Lama riconosciuto dall'attuale Dalai Lama veniva posto sotto la "custodia protettiva" delle autorità cinesi. Alle sue origini, Tashilhunpo contava circa 4000 monaci e quattro scuole di Tantra ognuna delle quali con un suo abate. Questi quattro abati, dopo la morte del Panchen Lama in carica, avevano il compito di ricercare una sua nuova reincarnazione e di comunicarne il nome al Dalai Lama. Nel 1960 il monastero fu quasi completamente distrutto da un attacco cinese, il Panchen Lama si salvò per puro caso, visto che non era sul luogo nel momento dell'attacco. C'è comunque da Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it dire che i danni subiti da Tashilhunpo furono inferiori rispetto a quelli subiti da altri monasteri tibetani. Continuazione verso sud ovest lungo la Friendship Highway, deviando poi per raggiungere Sakya (260 km, 4650 metri d’altitudine) e il suo scenografico monastero meridionale, uno dei più grandi edifici religiosi tibetani. Venne fondato nel 1268 a scopo difensivo e presenta torri di guardia ad ogni angolo delle sue alte e spesse mura. Suggestiva risulta essere la sala delle riunioni, intrisa di storia, fascino e sacralità. Le imponenti colonne sacre che sostengono il soffitto sono famose in tutto il Tibet. Una di queste fu offerta in dono direttamente da Kublai Khan durante l’egemonia mongola che porto per un breve periodo il dominio dell’ordine sakyapa su tutto il Tibet. Arrivo a Lhatse (240 km, 3950 metri d’altitudine), sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 8 – 01/06 – Lhatse – Dzongpa (o Paryang) Oggi si percorrerà la strada attraverso il Tibet Occidentale lungo aspri canyon, piccoli laghi di montagna, verdi pascoli e villaggi tibetani. Si valicheranno i passi montani di Sang-la (4700 m.) e kar-la (4800 m.) continuando ad ammirare i magnifici paesaggi. Finalmente si raggiungerà Dzongpa (4800 m.). Qui si pernotterà per la notte, oppure, se l’orario lo consentirà, si proseguirà fino a Paryang (450 km,4850 metri d’altitudine) , attraverso uno scenario di dune di sabbia, ruscelli e cime innevate. Sistemazione in modesta gusthouse. Pensione completa. Giorno 9 – 02/06 – Dzongpa (o Paryang) – Lago Manasarovar Si prosegue lungo la “Southern Route” del Ngari per arrivare al Lago Manasarovar (450 km, 4560 metri d’altitudine), il più venerato del Tibet. Secondo l’antica cosmologia hinduista e buddhista, i quattro grandi fiumi del subcontinente indiano: l’Indo, il Gange, il Sutley e il Bramaputra sgorgherebbero dal Manasarovar, anche se in realtà soltanto il Sutlej ha origine da questo lago. Il lago è collegato attraverso un canale al più piccolo Lhanag-tso ed insieme vengono associati con il sole e la luna congiunti, simbolo del buddhismo tantrico. Il Kora del Lago Manasarovar è percorso dai fedeli induisti e buddhisti. Il circuito completo misura 110 km, per i buddhisti il lago rappresenta la saggezza dell’illuminazione , simbolo di fertilità. Sistemazione in guest house locale. Pensione completa. Giorno 10 – 03/06 – Lago Manasarovar - Darchen Dopo colazione si esplorerà la zona del lago . Al termine ci si sposterà a Darchen, 4700 m., (30 km, 40 minuti) , punto di partenza del Kora del Monte Kailash, da dove ci si preparerà per il trekking del giorno successivo. Sistemazione in guest house locale, pensione completa Giorno 11 – 04/06 – Saga Dawa – Kora del Monte Kailash La prima tappa prevede la salita fino al Monastero di Dirapuk (6 ore, 20km, 200 m di dislivello). A 4 km da Darchen il sentiero incomincia ad arrampicarsi e si raggiunge il primo punto in cui si Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it possono vedere il versante meridionale del Monte Kailash e un “choktsal gang” il primo dei quattro punti di prostrazione del kora. Il sentiero vira verso nord raggiungendo la Valle del Lha-chu. A Tarboche, ai piedi della montagna, si assisterà alla celebrazione del Saga Dawa, per celebrare il giorno dell’illuminazione di Sakyamuni. Il momento culminante della festa è rappresentato dall’innalzamento di un’asta di preghiera ricoperta di bandiere, attorno alla quale i monaci girano indossando vesti elaborate, accompagnati dal suono dei corni. E’ molto importante la posizione che assume l’asta dopo essere stata innalzata: se rimane perfettamente verticale i tibetani presuppongono fortuna per l’anno successivo. Non è di buon auspicio qualora si inclinasse verso il Monte Kailash ma ancora più negativo è quando l’asta prende l’inclinazione verso Lhasa. Al termine della cerimonia si prosegue il trekking. Il Kora intorno alla montagna più sacra dell’Asia è di grande suggestione: oltre agli splendidi panorami si incontrano i pellegrini che compiono il percorso a piedi, intonando canti e preghiere. gang” il primo dei quattro punti di prostrazione del kora. Superata Tarboche si incontra il chorten Kangnyi ed è di buon auspicio transitare sotto la sua arcata. Presso Sershong si incomincia a vedere in modo chiaro la sagoma del Monte Kailash. Continuando il percorso in senso orario si raggiunge il Monastero di Chuku (4820 m.), fondato nel XIII secolo da Gotsangpa Gompo Pel, primo ad essere ricostruito dopo la Rivoluzione Culturale. Da questo punto il Monastero di Dirapuk dista ancora 3 ore di cammino. Questo è il tratto più spettacolare dell’intero kora. Si raggiunge il secondo punto di prostrazione, la seconda impronta del piede del Buddha (la prima si trova nel cimitero a cielo aperto presso Tarboche) e un’incisione nella pietra nera del dio Tamdrin. Arrivo al monastero, sistemazione in guesthouse semplice o tenda (a seconda della disponibilità). Pensione completa. Giorno 12 – 05/06 – Kora del Monte Kailash Il percorso di oggi conduce sino al Monastero di Zutul-puk (7/8 ore, 18 km, 550 m di dislivello in salita e 600 m in discesa). Alla partenza è possibile ammirare all’orizzonte la scintillante parete nera del Monte Kailash. Si prosegue verso est in salita, attraverso la Valle del Drolma-chu che conduce al Drolma-la. A due ore dalla partenza si trova la distesa rocciosa dello Shivatsal (5330 m) punto in cui i pellegrini entrano nel regno del Signore della Morte e pertanto sono obbligati ad un atto di simulazione della stessa. La rinascita avviene raggiungendo poi il Drolma-la (5630 m), il punto più elevato del cammino. Qui i pellegrini compiono un circuito rituale, attaccando denaro alla roccia con il burro diyak, piegandosi per passare sotto le bandiere e intonando il mantra tibetano per il passaggio dei valichi. Da questo punto si incomincia la discesa di 400 m fino al pianoro del Lhamchu Khir. Verso valle si potrà osservare la terza impronta del Buddha. L’ultima parte del trek, attraverso distese erbose ci conduce al Monastero di Zutul-puk (grotta del miracolo). Sistemazione in guest house semplice o tenda ( a seconda della disponibilità). Pensione completa. Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it Giorno 13 – 06/06 – Kora del Monte Kailash – Hor Ultima giornata di trekking (3/4 ore, 14 km, 150 m di dislivello in discesa). Raggiunto il monastero Zutul-puk si prosegue lungo un sentiero che costeggia il fiume per circa un’ora. Quindi si sale nell’canyon rosso e oro, per raggiungere la piana di Barkha (4610 m), nei pressi del quarto punto di prostrazione. L’ultimo tratto (circa 1 ora) è agevole per ritornare a Darchen. Termine del trekking, ripresa dei veicoli e trasferimento a Hor (4850 m). Sistemazione in guest house, pensione completa. Giorno 14 – 07/06 – Hor – Dzonga o Saga La giornata è dedicata al trasferimento in direzione est per raggiungere i centri di Dzonga o Saga (450 km, 8/9h). Sistemazione in hotel/guest house. Pensione completa. Giorno 15 – 08/06 – Dzonga o Saga – Lhatse - Shigartse Dopo colazione si prosegue il percorso di rientro a Lhasa, via Lhatse e Shigartse (550 km, 9/10 ore). Arrivo, sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 16 – 09/06 – Shigartse - Lhasa Percorso di rientro a Lhasa (200 km, 4/5 ore). All’arrivo, sistemazione in hotel. Pomeriggio libero per relax o per effettuare un’ultima esplorazione della capitale tibetana. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 17 – 10/06 – Lhasa - Chengdu Trasferimento in aeroporto per il volo di rientro su Chengdu. Nel pomeriggio, visita al Giant Panda Breeding ( a 20 km), dove risiedono circa 70 Panda. In natura si stimano solo 1000 esemplari di Panda (Sichuan-Shaanxi-Gansu). Fa parte della famiglia degli orsi ma mangia solo bambù. Ma il bambù è poco nutriente per cui il panda deve mangiarne molto. Se spariscono le foreste di bambù sparisce l’unico nutrimento per il panda. Oggi è un animale protetto. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 18 – 11/06 –Chengdu - Italia Dopo colazione, visita alla Jinli Street, il cuore tradizionale della città. Trasferimento in aeroporto per il volo di rientro in Italia. Quota base 6/7 Euro 3780 Quota base 8/9 Euro 3600 Quota base 10 Euro 3890 Suppl. singola Euro 450 Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it La quota comprende: voli intercontinentali con KLM (la classe disponibile va riconfermata al momento della prenotazione) – tutti i voli regionali – 20 kg di franchigia bagaglio – tutti i trasferimenti del circuito al Kailash in 4x4 – veicolo privato con autista per tutto il tour – guide locali parlanti inglese – accompagnatore dall’Italia per minimo 10 partecipanti – sistemazione nelle strutture indicate - tutto il materiale da campo tranne il sacco a pelo e il cuscino - pensione completa dalla cena del giorno 2° alla colazione del giorno 18° - visite, escursioni, tasse d’ingresso – gadget di viaggio. La quota non comprende: le tasse aeroportuali (€ 404, da riconfermare la momento della prenotazione) – spese ottenimento visto (€ 90) – l’assicurazione con annullamento (da verificare sulla quota finale del viaggio) – bevande, mance, extra personali e tutto quello non incluso nella quota comprende. Le strutture di questo viaggio Chengdu, Minshan Lhasa Grand Hotel 4* Lhasa, House of Shambala, traditional hotel Shigartse, Holy Lake Hotel 3* Lhatse, Shangai Hotel 2*sup. Dzongpa, Paryan,Saga, Guest house o hotel locale Lago Manasarovar, Guest house locale Darchen, Guest House locale Dirapuk, Guest house locale o tenda Zutulpuk, Guest House locale o tenda Hor, Guest house locale Le guest houses di Dzongpa, Paryan, Manasarovar e Darchen non prevedono sistemazioni in camera doppia ma in camerate a più letti. Altreculture Via Bossi 6 – 10144 Torino Tel. 0039 011 0463949 email: [email protected] www.altreculture.it