N.10 - Federazione Coldiretti Cremona

Transcript

N.10 - Federazione Coldiretti Cremona
Le produzioni, l’ambiente, l’alimentazione
Coldiretti Cremona Informa, Anno VII
NewsLetter
Informazione online
Venerdì 16/03/2012 – Anno VII, Numero 10
SPECIALE MOBILITAZIONE A DIFESA DEL VERO MADE IN ITALY
Caso Simest, vittoria di Coldiretti: stop alle quote di Stato nel pecorino rumeno
Grande manifestazione a Roma - Da 2215 Comuni no ai ‘falsi’ di Stato
Esito “vicenda Simest”, Coldiretti Cremona: “Grazie ai Sindaci, nostri alleati”
Ogm/1. Coldiretti: dal Ministro all’ambiente Clini gravi danni al Made in Italy
Ogm/2. Nasce l’alleanza per il Made in Italy libero dal biotech
Caldo. Fiumi e laghi lombardi in affanno, al nord è rischio siccità
Avvisi. Patronato Epaca // Campagna Amica // Caf, parte la Campagna 730
…………………………………………………………………………
…………………
L’ANNUNCIO: cessione delle quote di partecipazione Simest in Lactitalia (la società
che produce in Romania formaggi che fanno concorrenza al vero Made in Italy)
COLDIRETTI:
BENE LO STOP ALLE QUOTE DI STATO
NEL PECORINO RUMENO
Il Presidente Sergio Marini: finalmente ha vinto il buonsenso
Finalmente ha vinto il buonsenso. E’ un grande risultato della nostra mobilitazione
l’annuncio della cessione da parte della finanziaria del Ministero dello Sviluppo
economico Simest delle quote di partecipazione in Lactitalia, la società che produce in
Romania i formaggi pecorino e caciotta che fanno concorrenza alle produzioni del vero
Made in Italy. E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel ricordare
che si è conclusa positivamente la battaglia della Coldiretti, delle associazioni dei
consumatori e di 2215 i comuni, 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e
119 tra Comunità Montane, Consorzi di Tutela e altri enti come Unioncamere, che hanno
adottato delibere con le quali si denunciava che le operazioni di sostegno dell’Italian
sounding, da parte della Simest, determinano danni gravi in quanto bloccano ogni
potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della “saturazione” del mercato con
prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai
consumatori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e
convenienza con prodotti autentici del Made in Italy”.
Una vicenda incredibile si è chiusa positivamente ma ci chiediamo - ha precisato Marini in quali altre occasioni ci sia stata una cattiva utilizzazione delle risorse pubbliche come
questa senza che nessuno se ne occupasse o intervenisse.
Per questo ora l’impegno del Governo e del Parlamento - ha affermato Marini - deve
essere rivolto a vietare per legge il finanziamento pubblico di prodotti realizzati all’estero
che imitano il vero Made in Italy. Occorre avere la forza di distinguere la vera
internazionalizzazione da quelle forme di delocalizzazione aggravate dall’uso improprio
del “marchio Italia” che danneggiano il Paese facendo perdere occupazione e svilendo il
valore del Made in Italy, costruito con sacrifici da generazioni di imprenditori.
Per quanto riguarda la questione della società Lactitalia, attraverso un comunicato
emesso al termine della manifestazione in piazza Montecitorio, è stato annunciato che,
''Simest ha portato a conclusione la procedura di partecipazione alla società, dalla quale
è uscita con la cessione delle quote'' dando ''piena adesione al rafforzamento del
contrasto all'italian sounding e alla diffusione del made in Italy, cosi come indicato da
una recente direttiva del Ministero dello Sviluppo Economico''. ''Simest ha prontamente
recepito la direttiva in materia agroalimentare emanata dal Ministero dello Sviluppo
Economico, che prevede la revoca di partecipazioni deliberate, qualora le imprese
pongano in essere pratiche commerciali in grado di indurre in errore i consumatori,
anche nei mercati esteri, circa l'origine italiana dei prodotti commercializzati, sia
attraverso elementi specifici dei prodotti stessi che del relativo packaging''.
Cronaca della mobilitazione, ieri in piazza Montecitorio, che ha portato
alla positiva soluzione del “caso Simest”
MADE IN ITALY: DA 2215 COMUNI
NO AL FALSO PECORINO DI STATO
Insieme a 12 Regioni, 26 province e 41 Camere di Commercio
Sono 2215 i comuni che hanno adottato delle delibere per chiedere di sostenere e
difendere il marchio Made in Italy e di vietare per legge il finanziamento pubblico di
prodotti realizzati all’estero di imitazione, ai quali si aggiungono le delibere adottate da
12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e 119 tra Comunità Montane,
Consorzi di Tutela e altri enti come Unioncamere.
Lo ha reso noto l’alleanza per il Made in Italy promossa dalla Coldiretti, ieri mattina in
piazza Montecitorio a Roma, insieme alle associazioni dei consumatori e degli
ambientalisti, ai cittadini e ai rappresentanti delle Istituzioni a livello nazionale,
regionale e locale, a partire dai Sindaci con trecento gonfaloni.
Migliaia di manifestanti, con cappelli, bandiere e foulard della Coldiretti, hanno issato
cartelli con scritte quali: “Con i soldi dello Stato si licenza in Italia e si assume in
Romania”, oppure “Con l’Imu gli Italiani finanziano il pecorino rumeno”, ma anche “No
agli Ogm che uccidono il Made in Italy”, per dar voce alla contrarietà della piazza
rispetto alle dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini al Corriere della Sera
(dichiarazioni che sono in contrasto con l’opinione della maggioranza degli italiani e
che vanno a danno dell’agroalimentare italiano).
Per l’occasione la Caciotta e il Pecorino (nella foto) prodotti completamente in
Romania da una società partecipata dello Stato italiano sono stati portati per la prima
volta dal Presidente della Coldiretti
Sergio Marini in piazza “in bella
vista” a disposizione delle Autorità
e dei cittadini.
Un esempio eclatante in cui lo
Stato favorisce la delocalizzazione
e fa concorrenza agli italiani
sfruttando il valore evocativo del
marchio Made in Italy che è il
principale patrimonio del Paese ma
è spesso banalizzato e sfruttato.
Il Pecorino e la Caciotta - spiega la
Coldiretti - sono alcuni dei prodotti
realizzati in Romania da Lactitalia Srl con latte rumeno ma commercializzati con nomi
e immagini che evocano e sfruttano l’italianità. Lactitalia è una società partecipata dalla
Simest, società per azioni controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Le delibere sono state adottate su tutto il territorio dai Comuni di Pantelleria e
Favignana a tutti i 74 Comuni della Valle d’Aosta attraverso il Consiglio Permanente
degli Enti Locali della Valle d’Aosta (Cpel/Celva). Nelle delibere – sottolinea la
Coldiretti – viene sancito l’impegno, “con particolare riferimento all’operato della
finanziaria pubblica Simest che dipende dal Ministero dello Sviluppo Economico, ad
intraprendere iniziative per impedire l’uso improprio di risorse pubbliche per la
commercializzazione sui mercati esteri di prodotti di imitazione Italian sounding, a
favore, invece, della promozione dell’autentico Made in Italy”. In particolare “si fa
riferimento all’utilizzo improprio di risorse pubbliche da parte della “Società italiana per
le imprese all’Estero - Simest s.p.a.” (società finanziaria di sviluppo e promozione delle
imprese italiane all’estero controllata dal Ministero dello sviluppo economico) destinate
a finanziare direttamente o indirettamente la produzione o la distribuzione di prodotti
alimentari che non hanno nulla a che fare con il tessuto produttivo del Paese”.
“Le operazioni di sostegno dell’Italian sounding, da parte della Simest, determinano
danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a
causa della ‘saturazione’ del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane
senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori di effettuare una corretta
comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del
Made in Italy”. Le regioni che hanno deliberato fino ad ora sono Lombardia, Val
d’Aosta, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Puglia, Calabria,
Sicilia e Sardegna. Le province sono Alessandria, Cuneo, Rovigo, Verona, Trento, La
Spezia, Bologna, Modena, Arezzo, Grosseto, Siena, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo,
Pesaro Urbino, Latina, Chieti, L’Aquila, Pescara, Campobasso, Matera, Catanzaro,
Cosenza, Crotone, Enna e Palermo.
Ha vinto la mobilitazione a difesa del vero made in Italy
COLDIRETTI CREMONA:
“GRAZIE A TUTTI I COMUNI, NOSTRI ALLEATI”
“L’annuncio della cessione da parte della Simest, finanziaria del Ministero dello Sviluppo
economico, delle quote di partecipazione in Lactitalia, la società che produce in Romania i
formaggi pecorino e caciotta che fanno concorrenza alle produzioni del vero Made in Italy, è
un grande risultato della mobilitazione di Coldiretti, con una straordinaria alleanza a difesa
dell’agroalimentare italiano che ha coinvolto, insieme alle associazioni dei consumatori, ben
2215 comuni, 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e 119 tra Comunità
Montane, Consorzi di Tutela e altri enti come Unioncamere”. Con queste considerazioni
Simone Solfanelli, Direttore di Coldiretti Cremona, commenta il positivo esito del “caso
Simest-Lactitalia”, con la comunicazione, giunta ieri al termine della manifestazione della
Coldiretti in piazza Montecitorio, che ''Simest ha portato a conclusione la procedura di
partecipazione alla società, dalla quale è uscita con la cessione delle quote'' dando ''piena
adesione al rafforzamento del contrasto all'italian sounding e alla diffusione del made in Italy,
così come indicato da una recente direttiva del Ministero dello sviluppo economico''
“E’ il risultato di una straordinaria mobilitazione che anche nel nostro territorio ha visto
numerosi Comuni adottare delle “delibere salva Made in Italy”, nelle quali si denunciavano le
operazioni di sostegno dell’Italian sounding, da parte della Simest, impegnata in interventi di
finanziamento all’estero di prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine
nazionale – aggiunge Solfanelli –. Ha vinto il buonsenso. Il nostro grazie più sincero, a livello
locale, va a tutti i Comuni che si sono espressi a sostegno del vero Made in Italy”.
In provincia di Cremona la risposta all’appello di Coldiretti è stata immediata. Nelle scorse
settimane la Federazione ha ricevuto copia delle delibere “salva Made in Italy” votate da
Consigli Comunali e Giunte di Cappella de’ Picenardi, Gadesco Pieve Delmona, Persico
Dosimo, Genivolta, Crotta d’Adda, Bonemerse, Moscazzano, Derovere, Gerre de’ Caprioli,
San Daniele Po, Voltido, Sospiro, Cella Dati, Chieve, Volongo, Campagnola Cremasca,
Dovera, Robecco d’Oglio, Monte Cremasco, Pieve d’Olmi, Solarolo Rainerio, Vaiano
Cremasco, Cremona, Soresina, Soncino, Casale Cremasco Vidolasco, Gabbioneta Binanuova,
Pieve San Giacomo, Cumignano sul Naviglio, Vescovato, Gussola. Vari altri Comuni del
territorio, proprio in questi giorni, hanno posto le delibere all’ordine del giorno di Giunte e
Consigli. Sempre a livello locale, vanno menzionate anche le importanti adesioni della
CCIAA Cremona e del Gal Oglio Po Terre d’Acqua.
Ieri, finalmente, l’annuncio che Simest pone fine al finanziamento dell’italian sounding
all’estero. “Come ha evidenziato il nostro Presidente Sergio Marini, si è finalmente, e
positivamente, chiusa una vicenda incredibile, ma ci chiediamo in quali altre occasioni ci sia
stata una cattiva utilizzazione delle risorse pubbliche come questa senza che nessuno se ne
occupasse o intervenisse – conclude il Direttore di Coldiretti Cremona –. Per questo Coldiretti
ha chiesto, con grande forza, che ora l’impegno del Governo e del Parlamento sia rivolto a
vietare per legge il finanziamento pubblico di prodotti realizzati all’estero che imitano il vero
Made in Italy”. Per Coldiretti occorre avere la forza di distinguere la vera
internazionalizzazione da quelle forme di delocalizzazione aggravate dall’uso improprio del
“marchio Italia” che danneggiano il Paese facendo perdere occupazione e svilendo il valore
del Made in Italy, costruito con sacrifici da generazioni di imprenditori.
Coldiretti Cremona ha già scritto a tutti i Primi Cittadini del territorio, per informarli
dell’importante risultato ottenuto e per condividere con loro questo successo, conseguito a
difesa del vero agroalimentare italiano.
COLDIRETTI: 300MILA POSTI DI LAVORO
DALLA TUTELA DEL MARCHIO MADE IN ITALY
La mancata tutela del marchio Made in Italy costa all’Italia almeno 300mila nuovi posti di lavoro
solo nell’agroalimentare e supera i cento miliardi all’anno di mancato fatturato.
E’ quanto è emerso nel corso della mobilitazione di ieri a piazza Montecitorio dell’alleanza per il
Made in Italy. Il marchio Italia - sottolinea la Coldiretti - è il principale patrimonio del Paese e
dovrebbe essere adeguatamente tutelato e rispettato ma, invece, è spesso banalizzato, usurpato,
contraffatto e sfruttato, come dimostra il caso emblematico del “pecorino” prodotto completamente
in Romania con i soldi dello Stato italiano. Un esempio dei troppi casi di disattenzione e
sottovalutazione nei confronti di una delle poche leve competitive di cui il Paese dispone per
ricominciare a crescere. Lo dimostrano - sottolinea la Coldiretti - le ultime dichiarazioni del
Ministro dell’Ambiente Corrado Clini a favore degli Ogm, che non tiene conto della crescente
opposizione della maggioranza dei cittadini agli organismi geneticamente modificati in agricoltura
perché gli Ogm non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma
perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico
della tipicità, della distintività e del Made in Italy.
“A distanza di oltre un anno dall’ultima legge nazionale per rendere obbligatoria l’etichettatura di
origine degli alimenti, nessuno si è preso la responsabilità di applicarla per fare sapere agli italiani
quello che mangiano” ha denunciato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare la
gravità del danno poiché, secondo lo studio Coldiretti/Eurispes, il 33% dei prodotti agroalimentari
commercializzati in Italia o esportati per un valore di 51 miliardi deriva da materie prime importate
e rivendute poi col marchio Made in Italy. Peraltro il solo mercato delle imitazioni dei prodotti
italiani all’estero “Italian sounding”, reso possibile dalla insufficiente attenzione ai negoziati sul
commercio internazionale, vale 60 miliardi di euro ma - sottolinea la Coldiretti - alimenta il grande
business dei ristoranti italiani che non è sempre trasparente, come dimostra il fatto che le prime
dieci catene della ristorazione degli Stati Uniti fondano il loro successo proprio su immagini, colori
e nomi del Made in Italy che nulla hanno a che fare con la realtà produttiva nazionale.
Secondo il magazine americano Restaurants and Institutions, su 400 ristoranti a catena più
importanti, 22 sono brand che propongono piatti spesso snaturati della tradizione gastronomica
italiana, da “Romano’s Macaroni Grill” a “The Old Spaghetti Factory” fino a “Brio Tuscan Grill” con
oltre 2500 punti vendita. Non è un caso se - aggiunge la Coldiretti - un piatto come gli spaghetti
alla bolognese, considerato “il piatto italiano più famoso all’estero”, è completamente sconosciuto
nella città emiliana.
La sottovalutazione del patrimonio economico, sociale, ambientale, paesaggistico e culturale
rappresentato dall’agricoltura e dal cibo italiano è evidente anche nell’introduzione dell’Imu, che
chi con la terra ci lavora e ci vive si è visto aumentare in maniera maggiore di chi la terra la usa
per divertirsi o speculare. Una sperequazione che – ha sostenuto Marini – contrasta
completamente con gli obiettivi di equità e crescita e mette a rischio la produzione agricola Made
in Italy con un costo per le imprese stimato in oltre un miliardo di euro fra terreni agricoli e
fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni. “L’agricoltura non è stata
neanche invitata al tavolo del lavoro tra Governo e forze sociali nonostante occupi 1,2 milioni di
lavoratori dipendenti oltre agli autonomi” ha concluso Marini nel sottolineare che, mentre si
discute di articolo 18 e di licenziamenti, sarebbe ora che venisse pubblicato al più presto il
decreto flussi per il lavoro stagionale degli extracomunitari, in ritardo di 4 mesi, che consentirebbe
l’assunzione da parte delle nostre imprese di 35mila lavoratori necessari per non mandare alla
malora le produzioni agricole che con la primavera si iniziano a raccogliere.
OGM
COLDIRETTI: DAL MINISTRO CLINI
DANNI AL MADE IN ITALY
Evidentemente il Ministro Clini non ha trovato sufficienti problemi per l’Italia nel suo
Ministero dell’Ambiente e sta pensando di aggiungerne dei nuovi. E’ quanto ha affermato
il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che le dichiarazioni del Ministro
dell’Ambiente Corrado Clini al Corriere della Sera a favore degli Ogm sono l’ultimo caso di
sottovalutazione e disattenzione nei confronti del valore del Made in Italy, che hanno
portato in piazza Coldiretti con l’alleanza di consumatori ed ambientalisti che condividono
la battaglia per una Italia libera da Ogm, da Federconsumatori a Adusbef fino a Codacons,
da Legambiente a Slowfood fino all’Aiab e molti altri insieme a centinaia di Comuni e
Regioni che all’unanimità hanno più volte chiesto al Governo di esercitare la clausola di
salvaguardia per vietare precauzionalmente la coltivazione degli ogm in Italia.
A differenza di quello che dichiara il Ministro “tecnico”, l’ingegneria genetica e la
transgenesi non c’entrano niente con il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano e la
Cipolla Rossa di Tropea e la vite nero d’Avola che subiranno gravi danni economici sul
mercato dalle dichiarazioni superficiali ed inopportune. Bisogna conoscere la differenza tra
gli incroci e gli ibridi rispetto all’ingegneria genetica. E a proposito di innovazioni che
rischiano di depotenziare il Made in Italy come leva strategica di crescita del Paese,
l’agricoltura italiana - sostiene Marini - ha primati nel mondo per valore aggiunto per
ettaro, biodiversità e denominazioni di origine e non abbiamo proprio bisogno di copiare
nessun altro modello molto meno sostenibile ed avanzato del nostro.
Gli Ogm in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e
alimentare, ma perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy, come sa il 71%
degli Italiani, che esprime forte contrarietà, ormai da anni, secondo il monitoraggio delle
indagini Coldiretti/Swg nel tempo. E per quanto riguarda le coltivazioni ogm a scopi
energetici il Ministro dovrebbe sapere che in un Paese come l’Italia, per la conformazione
morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, non sarebbe possibile - continua la
Coldiretti - evitare le contaminazioni ambientali e sarebbe violata la sacrosanta libertà
della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da
Ogm. La ricerca è importante se ha obiettivi sostenibili, condivisibili e utili per il benessere
della società, e non quando serve ad arricchire poche multinazionali.
Non ci sono ragioni per riaprire una polemica di cui il Paese non sente certo il bisogno e
su cui i cittadini hanno già detto tutto, proprio nel momento in cui le grandi multinazionali
del biotech hanno preso la decisione di rinunciare allo sviluppo di nuovi prodotti
transgenici destinati all'Unione Europea, per la crescente opposizione dei cittadini.
Gradiremmo - conclude la Coldiretti - che il Ministro Clini si occupasse a tempo pieno di
energie rinnovabili, adottando quel decreto sugli incentivi che attendiamo da molti mesi,
così come gradiremmo la sua attenzione al tema del recupero energetico degli effluenti di
allevamento per la produzione di biogas, invece di creare l’illusione di colture no food che
magari saremmo costretti a importare dai paesi del sud già oggetto di deforestazione.
NASCE L’ALLEANZA
PER IL MADE IN ITALY “NO BIOTECH”
“Affermare in Italia e in Europa la centralità degli interessi nazionali di tutela dell’identità del
patrimonio agroalimentare contro le manipolazioni genetiche a sostegno dell’origine
geografica degli alimenti e della professionalità del lavoro”. E’ la risposta alle aperture agli ogm
del Ministro dell’ambiente Clini, contenuta nel
manifesto per l’alleanza verso una crescita
trasparente e sostenibile dell’Italia nato dalla
mobilitazione in piazza Montecitorio promossa
dalla Coldiretti e dalle associazioni dei consumatori e degli ambientalisti, insieme ai cittadini e
ai rappresentanti delle Istituzioni. Un documento
al quale hanno già aderito Coldiretti, Slowfood,
Legambiente, Aiab, Codacons, Federconsumatori, Adusbef, Assoconsum, Adoc, e Federparchi,
ma anche le organizzazioni sindaca-li del lavoro
in agricoltura Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil e Acli. Si
tratta di un documento per difendere l’agroalimentare che è la leva strategica perché il Paese
possa competere guardando alla produzione di
beni e servizi con alto valore aggiunto, arricchito
da fattori come ambiente, cultura e storia che
distinguono il marchio “Italia” e non sono imitabili ha detto il Presidente Sergio Marini.
Nel manifesto si chiede alla nostra politica un forte impegno per:
1. Valorizzare le distintività dell’agricoltura italiana che contribuisce in modo rilevante alla
crescita economica e sociale del Paese sul mercato interno e internazionale, quale risorsa
strategica per il Paese.
2. Contrastare le posizioni di rendita e i fenomeni illeciti che usurpano il valore del marchio
“Italia” contro il rischio di delocalizzazione produttiva, la perdita di posti di lavoro e
l’impoverimento dei territori.
3. Sostenere la vera internazionalizzazione delle imprese affermando condizioni di
competitività basate sulla qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari, l’equità sociale e il
rispetto dei diritti dei lavoratori, la correttezza e la trasparenza delle informazioni.
4. Condividere il ruolo di salvaguardia dell’agricoltura alla tutela dell’ambiente, della
biodiversità e del paesaggio, rafforzando la cultura della manutenzione per preservare i
territori dai fenomeni di progressiva usura delle risorse.
5. Promuovere il lavoro in agricoltura contrastando forme di impiego irregolare e di
sfruttamento della manodopera, anche dando piena attuazione all’avviso comune sulla
riforma del mercato del lavoro e sulla previdenza agricola sottoscritto dalla filiera.
6. Riportare in Europa la centralità degli interessi nazionali di tutela dell’identità del
patrimonio agroalimentare contro le manipolazioni genetiche, dell’origine geografica degli
alimenti e della professionalità del lavoro.
7. Riconoscere il ruolo dell’agricoltura per la coesione sociale e il presidio dei territori,
valorizzando anche le diverse forme di filiera corta che creano nuove economie e
occupazione con la piena soddisfazione delle aspettative dei cittadini consumatori.
8. Rimuovere le inefficienze della pubblica amministrazione che si traducono in ritardi per le
imprese agricole ed avviare sostanziali azioni di semplificazione degli adempimenti
amministrativi, contro vecchie e nuove forme di rendita.
9. Determinare condizioni di equità e sostenibilità nell’applicazione della fiscalità
riconoscendo le funzioni di interesse generale che svolge l’agricoltura.
10.Premiare gli investimenti in innovazione e tecnologie sostenibili.
11.Garantire un futuro ai giovani, sostenendo le opportunità che l’agricoltura offre in termini
di creatività imprenditoriale e di dialogo con la società e sopprimendo le logiche di rendita.
OGM
COLDIRETTI: IL PASSO INDIETRO DI CLINI
E’ GIUSTIFICATO DAI NUMERI. ECCOLI.
Il passo indietro del Ministro Corrado Clini è giustificato dai numeri e comunque
nessuno ha mai fermato la ricerca tanto che in Italia non è stata mai vietata.
E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento alle
dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che dopo le sconcertanti
dichiarazioni sugli Ogm ha precisato che ''resta fermo il divieto degli Ogm in Italia
ma è insensato frenare la ricerca''. In Europa sono coltivati con organismi
geneticamente modificati (Ogm) appena 114.290 ettari di terreno, pari a molto
meno dello 0,001% della superficie agricola totale europea che è di 160 milioni di
ettari, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell'International
Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA) che evidenziano
che le superfici sono rimaste praticamente stabili negli ultimi cinque anni
nonostante le pesanti pressioni delle multinazionali sui poteri “salvifici” del biotech.
Inoltre - continua la Coldiretti - su un totale di 27 Paesi europei sono solo 8 quelli
dove si coltivano gli Ogm: in 6 è stato è coltivato mais biotech (Spagna, Romania,
Slovacchia, Portogallo, Polonia, e Repubblica Ceca) e in tre Paesi (Germania,
Svezia e Repubblica Ceca) la patata “amflora” da seme. La contrarietà delle
Istituzioni della stragrande maggioranza dei Paesi Europei e degli agricoltori è
dovuta - sottolinea la Coldiretti - all’atteggiamento contrario dei cittadini europei,
come dimostra l’ultimo sondaggio Eurobaromestro dal quale emerge che una netta
maggioranza del 61%, in aumento rispetto al 57% del 2005, è molto contraria ai
cibi geneticamente modificati. Tale percentuale è più alta in Italia, dove il 71% degli
Italiani ritiene che i cibi biotech siano meno salutari di quelli tradizionali secondo il
monitoraggio effettato dalle indagini Coldiretti/Swg. Il fatto che la percentuale sia
rimasta sostanzialmente stabile nel tempo dimostra che - continua la Coldiretti - si
tratta di un convincimento fortemente radicato nella popolazione.
“Un’agricoltura che guarda al mercato deve rispondere ai bisogni dei cittadini che
chiedono di consumare alimenti sani, senza modificazioni genetiche, in un
ambiente non contaminato” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini
nel sottolineare che “il successo del cibo italiano sta proprio nell’aver investito nella
distintività e nel legame con il territorio, che sono tutto il contrario della
omologazione promossa dal biotech”.
I PRODOTTI OGM SONO MENO SALUTARI DI QUELLI TRADIZIONALI. LEI E’
D’ACCORDO
IN DISACCORDO
2007
66
34
2008
73
27
Fonte: Indagine Coldiretti/Swg nei diversi anni
2009
75
25
2010
73
27
2011
72
28
MADE IN ITALY: AL VIA IL MAXIPROGETTO
PER LA PASTA DI QUALITÀ
Interessa il 10 per cento della produzione nazionale di grano
Un progetto per garantire la qualità di quasi il dieci per cento della produzione nazionale
di grano duro da utilizzare nella pasta e per garantire l’assenza di ogm nel mais usato
per i mangimi è stato approvato nell’ambito del piano nazionale cerealicolo. Lo rende
noto la Coldiretti nel sottolineare che è stata approvata la proposta progettuale
presentata dall’Associazione Temporanea di Scopo costituita da FITS (Filiera Italiana
Trading Seminativi, Società di scopo nel settore dei seminativi della Holding Consorzi
Agrari d’Italia) che raggruppa Consorzi Agrari e cooperative e da 11 cooperative
associate a Coldiretti, con un contributo pari a 1,1 milioni di euro su un costo totale del
progetto pari a 2,9 milioni.
Questo raggruppamento rappresenta in modo importante il settore cerealicolo, poiché
coinvolge nel progetto 14 regioni e 77 centri di stoccaggio, uniformemente distribuiti in
tutto il territorio nazionale e interessa una produzione di 1,7 milioni di tonnellate, delle
quali 0,7 milioni di mais, 0,5 milioni di frumento duro, 0,4 milioni di frumento tenero oltre
a 68mila tonnellate di orzo.
L’obiettivo è quello di migliorare l’organizzazione e l’interrelazione tra queste strutture e
creare un sistema di qualità che possa facilitare la gestione e la vendita di quantitativi
significativi e sempre maggiori di prodotto (frumento tenero, frumento duro, orzo, mais),
funzionale anche, in questo percorso, alle attività che FITS promuove nell’ambito del
progetto per una filiera agricola tutta italiana della Coldiretti. Il progetto di ricerca e
monitoraggio per valorizzare la produzione di mais non ogm si propone di monitorare e
analizzare la presenza di micotossine nella granella di mais prodotta e conservata in
Italia e di fornire strumenti tecnici e procedurali per individuare le non conformità e i punti
critici della filiera dal campo all’immissione sul mercato dei lotti.
PIL: IL VALORE AGGIUNTO DELL’AGRICOLTURA
NEL 2011 SCENDE A 27,8 MILIARDI
Nonostante il leggero aumento registrato nell’ultimo trimestre
Nonostante il leggero aumento tendenziale dell’ultimo trimestre, il valore aggiunto
dell’agricoltura scende al valore di 27,8 miliardi nel 2011, con un calo di mezzo punto
percentuale su base annua. Il dato emerge da un’analisi della Coldiretti sull’andamento
del Pil in Italia nel quarto trimestre.
Le previsioni - sostiene la Coldiretti - sono preoccupanti anche per il 2012 poiché l’anno
è iniziato con il maltempo che ha causato al settore danni superiori ai 300 milioni di euro
tra perdita di raccolti, crolli di edifici e stalle e maggiori costi di riscaldamento, mentre sul
piano commerciale i prezzi alla produzione nel mese di gennaio si sono ridotti del 3 per
cento, con un ribasso del 9 per cento per le coltivazioni e un aumento del 4 per cento
delle produzioni da allevamento. Nell’intero comparto - conclude la Coldiretti - gli ortaggi
con il calo del 25 per cento sono quelli che hanno fatto segnare la peggiore
performance, ma una flessione del 19 per cento si registra per l’olio di oliva, del 12 per
cento per i cereali e dell’8 per cento per la frutta.
CLIMA: PRIMAVERA CON PIOGGIA DIMEZZATA
AL NORD E’ SICCITÀ
Con il caldo della primavera, scatta l’allarme siccità al nord dove le precipitazioni sono
praticamente dimezzate nell’inverno con l’abbassamento del livello di fiumi e laghi e la
riduzione delle scorte idriche nei terreni. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei
dati Isac Cnr rispetto alla media di riferimento 1971–2000. Il caldo primaverile sottolinea la Coldiretti - sta accentuando l’allarme siccità presente in numerose zone,
soprattutto centrosettentrionali del Paese. La carenza idrica è resa evidente, precisa la
Coldiretti, dalla magra straordinaria della gran parte dei corsi d’acqua al nord dove i
grandi laghi di Como, Maggiore e Garda sono tra i 20 ed i 50 centimetri al di sotto del
livello medio del periodo. Esiste peraltro anche un problema ambientale come nel lago di
Centro Cadore dove si sta verificando una moria eccezionale di pesci secondo quanto
denunciato dai pescatori al sindaco di Calalzo. La situazione è particolarmente
preoccupante dove è caduta poca neve come in Veneto, ma anche in Toscana dove la
neve non è bastata per scongiurare il rischio siccità ed in Friuli Venezia Giulia.
In difficoltà c’è il grano, ma con la ripresa vegetativa favorita dal caldo potrebbero soffrire
anche le piante da frutta. Nelle campagne - conclude la Coldiretti - i terreni induriti dalla
siccità rendono difficili e molto costose le tradizionali lavorazioni per la preparazione
delle semine, ma a preoccupare è anche la disponibilità idrica per l’irrigazione delle
piante durante la fase di crescita primaverile ed estiva.
Caldo, i laghi lombardi in affanno:
persi 500 milioni di metri cubi d’acqua
I laghi lombardi in affanno. Rispetto allo scorso anno i livelli hanno subito cali che vanno
da 40 centimetri a quasi un metro. E' quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti
Lombardia sulle altezze dei bacini lacustri nelle prime due settimane di marzo. Mancano
all'appello – aggiunge Coldiretti Lombardia – quasi 500 milioni di metri cubi d'acqua.
Il lago Maggiore un anno fa aveva un'altezza media di 114 centimetri sullo zero
idrometrico. Attualmente, invece, siamo a 17 centimetri: un abbassamento di quasi un
metro, che corrisponde a oltre 200 milioni di metri cubi d'acqua in meno. Riduzione
notevole anche per il lago di Garda che è passato da 128 a 74 centimetri, con una discesa
di quasi 200 milioni di metri cubi di acqua. Il lago di Como e quello d'Iseo all'inizio del
mese di marzo sono scivolati entrambi sotto lo zero idrometrico: il primo si è assestato
su un'altezza media di -23,63 centimetri, mentre il secondo sui -6,90 centimetri. In totale
per entrambi la perdita stimata è di circa 90 milioni di metri cubi. Stabile il lago d’Idro.
Anche il Po negli ultimi sette giorni ha perso livello. Al Ponte della Becca, in provincia di
Pavia, il 6 marzo scorso era a meno un metro e 64 centimetri, mentre il 13 marzo 2012
era sceso a meno due metri e mezzo. Mentre le temperature massime a livello nazionale
sono superiori di 1,6 gradi rispetto alla media.
Verso maggio inizieranno le irrigazioni – spiega Coldiretti Lombardia – e se non ci
saranno gli invasi pieni sarà un problema: tutto si gioca nel prossimo mese e mezzo, e si
spera nella pioggia.
Oscar Green 2012, Premio all’innovazione verde
L’Oscar Green è il premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa – con l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica – per valorizzare e dare spazio all’innovazione in agricoltura.
I giovani di Coldiretti premiano l’innovazione che sa mantenere le proprie radici, con lo
sguardo rivolto al futuro. L’obiettivo è portare all’attenzione dei cittadini italiani e delle altre
aziende agricole le esperienze vincenti di imprenditori che hanno saputo costruire progetti di
impresa competitivi e sostenibili allo stesso tempo, rafforzando il legame con il territorio.
Con queste premesse, prende avvio l’edizione 2012 di Oscar Green: le iscrizioni sono aperte
(con termine ultimo fissato al 30 marzo 2012) e sono rivolte ad imprenditori agricoli con età
fino ai 40 anni (ad eccezione della categoria In-filiera, che non prevede limiti d’età).
LE CATEGORIE
Oscar Green 2012: saranno premiate le esperienze più originali, che valorizzano il territorio e
che lo fanno conoscere anche a livello internazionale. Il tutto seguendo sei categorie:
Stile e cultura d'impresa. Si prenderanno in considerazione gli esempi/modelli che
dimostrano come la cultura d’impresa, incanalata in progetti e strategie innovative, sia la vera
spinta alla crescita e allo sviluppo dell’agricoltura italiana, sapendo coniugare la difesa delle
tradizioni Made in Italy con l’innovazione.
Non solo agricoltura. Si confronteranno le esperienze di crescita e valorizzazione socioeconomica del territorio a partire dalla produzione agricola e dalla multifunzionalità delle
imprese. Inoltre, questa categoria evidenzierà la parte del settore agricolo che può giocare un
ruolo importante nelle strategie di adattamento e mitigazione climatica.
Esportare il territorio. In questa categoria si valorizzano le imprese che, a partire dal
proprio prodotto, hanno saputo proporsi e proporre il territorio che rappresentano a livello
internazionale. Saranno presi in considerazione gli esempi/modelli di come il territorio diventa
“il prodotto”, il vero valore aggiunto che rende unico il Made in Italy.
In-filiera. Premia esempi/modelli di cooperative e consorzi agrari capaci di massimizzare i
vantaggi delle imprese agricole e agroalimentari e del consumatore finale. Una filiera agricola
tutta italiana firmata dagli agricoltori costituisce un elemento essenziale per esprimere le
potenzialità dell’impresa che rappresenta l’anima della filiera stessa.
Campagna Amica. Premia esempi/modelli di punti di vendita diretta che si distinguono per
l’elevata propensione a mettere in relazione le esigenze dei consumatori e delle imprese
agricole, rispondendo alla richiesta di trasparenza ed agevolando scelte di consumo
consapevoli, secondo la logica della filiera agricola tutta italiana e firmata dagli agricoltori.
Ideando. La categoria è riservata ad imprese innovative che hanno al massimo 1 anno di vita
o che sono in fase di realizzazione, e quindi hanno generato nuove idee o consolidato modelli
già in uso nel settore agricolo. Si prenderanno in considerazione esempi di imprese che hanno i
requisiti di una qualsiasi altra categoria del concorso, ma che hanno al massimo un anno di vita.
Paese Amico. E’ prevista anche la menzione speciale “Paese Amico” rivolta a tutte le
strutture pubbliche (Comuni, Province, scuole, asl e altre) che si sono impegnate in una
collaborazione per l’attuazione del Progetto di Coldiretti di una “Filiera Agricola tutta italiana”.
Tutte le informazioni sull’iniziativa sono disponibili all’indirizzo online www.oscargreen.it.
E’ possibile rivolgersi alla Segreteria Provinciale Coldiretti Giovani Impresa (tel. 0372.499814,
[email protected]). Il regolamento è anche sul sito www.cremona.coldiretti.it.
PATRONATO EPACA
Pensioni: nuove modalità per i pagamenti
superiori a 1000 euro
Egregio Responsabile del Patronato Epaca,
è vero che, con la Manovra Monti , Inps e Inpdap adotteranno nuove
modalità di pagamento per le pensioni superiori a 1.000 euro?
E’ differita al 1° maggio 2012 l’efficacia della disposizione relativa al
divieto per Enti e Amministrazioni pubbliche di effettuare pagamenti di
stipendi e pensioni con denaro contante per un importo superiore a
1.000 euro ( legge n. 214/2011).
Il differimento è stato introdotto dal decreto legge 2 marzo 2012 pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale del 2 marzo 2012 ed entrato in vigore dalla stessa
data.
L’INPS informa riguardo le novità normative relative all’utilizzo di mezzi di
pagamento alternativi al denaro contante per la corresponsione di stipendi,
pensioni e compensi comunque dovuti in via continuativa, ed ogni altro tipo di
emolumento a chiunque destinato, di importo superiore a 1.000 €.
Sono state inviate comunicazioni a chi risulta essere titolare di pensioni con
rata corrente pagata in contanti di importo superiore a 1.000 €.
Gli strumenti di pagamento che possono essere scelti dal pensionato: accredito
su c/c bancario, rivolgendosi a Poste Italiane, accredito su c/c BancoPosta,
libretto di risparmio postale nominativo ordinario, INPS Card, o utilizzo carte di
pagamento ricaricabili.
Pertanto gli Istituti previdenziali non potranno più effettuare pagamenti in
contanti di importi superiori a 1.000 € a partire dal 1° maggio 2012.
Per ogni informazione, gli Uffici Epaca sono a disposizione di tutti i Cittadini.
COLDIRETTI CREMONA – IMPRESA VERDE CREMONA
SEDE PROVINCIALE
Via Ala Ponzone, 8 III piano - Tel. 0372.499811 Fax 0372.499899
UFFICIO ZONA CREMONA
Via Ruffini, 28 Tel. 0372.732930 - Fax 0372.732940
UFFICIO ZONA SORESINA
Via Lombardia, 3 Tel. 0372.732990 - Fax 0372.732980
UFFICIO ZONA CASALMAGGIORE
Via Cairoli, 3 Tel. 0372.732960 - Fax 0372.732970
UFFICIO ZONA DI CREMA
Via del Macello, 34/36 - Tel. 0372.732900 - Fax 0372.732925
Caf Coldiretti, si è aperta la “Campagna 730”
Caf Coldiretti è il Centro di Assistenza Fiscale costituito
dalla Coldiretti. Opera dal 1993 garantendo assistenza
qualificata nell’intero arco dell’anno a tutti i Cittadini
che ne fanno richiesta.
I nostri uffici sono a:
CREMONA.
♦
Ufficio Zona di via Ruffini, 28
Tel. 0372.732930 - Fax 0372.732940
SORESINA.
♦
Ufficio Zona di via Lombardia, 3
Tel. 0372.732990 - Fax 0372.732980
CASALMAGGIORE.
♦
Ufficio Zona di via Cairoli, 3
Tel. 0372.732960 - Fax 0372.732970
CREMA.
♦
Ufficio Zona di via del Macello, 34/36
Tel. 0372.732900 - Fax 0372.732925
Siamo a disposizione di tutti i Cittadini
per la compilazione e la presentazione del Modello 730.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
SERVIMPRESA:
FORMAZIONE GRATUITA PER IL SETTORE AGRICOLO
- CORSO “LA VENDITA DIRETTA” Servimpresa, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Cremona, organizza in
collaborazione con le Associazioni di categoria del settore agricolo un corso di formazione
gratuito sui temi della "Vendita diretta", della durata di 24 ore. Il corso è rivolto ad
imprenditori agricoli, coadiuvanti e familiari e salariati agricoli, ed è finanziato dal Fondo
Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: “L’Europa investe nelle zone rurali” PSR 20072013 Direzione Generale Agricoltura.
Il corso si terrà presso la Camera di Commercio di Cremona, dalle 14.30 alle 18.30, nei
seguenti giorni: 21 Marzo, 4/11/18 Aprile, 9/23 Maggio.
Per informazioni e iscrizioni, contattare gli uffici di Servimpresa (referente Dr.ssa Lucia
Arisi – Tel. 0372 490227 – [email protected] – www.servimpresa.cremona.it).
MERCATO DI CAMPAGNA AMICA - GLI APPUNTAMENTI
Segnaliamo il calendario del Mercato di Campagna Amica degli agricoltori di Coldiretti in
provincia di Cremona. Eventuali aggiornamenti del calendario possono essere ricercati online,
sul sito di Coldiretti Cremona (all’indirizzo www.cremona.coldiretti.it).
CREMONA. Al Foro Boario ogni venerdì, dalle ore 8 alle 13
CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, il sabato mattina
SORESINA. Il lunedì, ore 8-13, davanti al Palazzo Comunale
PANDINO. In via Umberto I, prossimo appuntamento lunedì 26 marzo
VESCOVATO. Tutti i sabati, in piazza Roma
CASTELLEONE. La mattina del sabato in via Garibaldi
BAGNOLO CREMASCO. In piazza Aldo Moro, la seconda domenica del mese
CREMA. In via Terni, prossimi appuntamenti domenica 18 marzo e 1 aprile
TUTTE le SETTIMANE l’AGRICOLTURA è in TV
Segnaliamo che
W l’Agricoltura,
la trasmissione di
agricoltura, ambiente,
alimentazione
a cura
di Coldiretti Cremona,
va in onda tutte le settimane
su Telecolor e Primarete ogni giovedì alle 19.45 (subito dopo il tg)
e in replica la domenica, ore 13 circa, su Telecolor.
www.cremona.coldiretti.it
il sito di Coldiretti Cremona
Ricordiamo che tutti gli appuntamenti promossi da Coldiretti Cremona vengono puntualmente
comunicati anche attraverso il nostro sito, all’indirizzo www.cremona.coldiretti.it (in
particolare, per gli avvisi rivolti agli imprenditori agricoli, c’è lo spazio “avvisi alle imprese”).
Sul sito, aggiornato in temo reale, sono presenti tutti i comunicati stampa diffusi da Coldiretti
Cremona, ci sono le pagine dedicate ai servizi garantiti dai vari uffici, tutte le iniziative sul
territorio, accanto ad una serie di link e di indirizzi utili. Negli ultimi mesi il sito si è arricchito
di una serie di video, che raccontano iniziative, azioni e imprese agricole di Coldiretti.
Particolare risalto è dato alle ‘storie’ dei giovani imprenditori agricoli.
MERCATI – TABELLA AGGIORNATA
A GIOVEDI’ 15 MARZO 2012
Unità di
misura
CREMONA
MILANO
MANTOVA
MODENA
Tonn.
202-204
n.q.
216-219
(fino)
220-225
Tonn.
193-194
205-206
198-200
204-205
Tonn.
n.q.
406-408
399-404
Tonn.
n.q.
n.q.
n.q.
229–231
n.q.
213-220
(p.spec. 63-65)
Tonn.
163–165
145–146
155-158
143-144
Tonn.
135 – 150
di erba med:
135-150
114-138
129-142
Mag. 1° t.
Medica fienata 1° t.
122-127
120,0-130,0
PAGLIA press.
(rotoballe)
Tonn.
110 – 120
105-117
Erba med f. 1° t.
122-127
Paglia di frumento
press. ball. 75-80
SUINI lattonzoli
locali
15 kg
4,090
4,060
4,050
4,110
SUINI lattonzoli
locali
25 kg
3,210
3,180
3,170
3,220
SUINI lattonzoli
locali
30 kg
2,990
3,000
2,950
3,000
SUINI lattonzoli
locali
40 kg
2,470
2,480
2,450
2,470
SUINI
da macello
156 kg
1,310
1,375
n.q.
SUINI
da macello
176 kg
1,370
1,375
n.q.
1,340
1,350
n.q.
MONTICHIARI
da macello
1,220-1,320
PRODOTTO
FRUMENTO
tenero buono
mercantile
GRANOTURCO
ibr. naz.
14% um.
SEMI di SOIA
Nazionale
ORZO naz.
p.spec. 55-60
p.spec. 66-68
CRUSCA
alla rinfusa
FIENO
Magg.
Agostano
SUINI
da macello
VACCHE FRIS.
1° qualità (p.v.)
VACCHE FRIS.
2° qualità (p.v.)
MANZE scott.
24 mesi
Oltre
176 kg
kg.
2,50-2,90
kg.
2,20-2,45
kg.
2,30-2,90
1,15-1,35
MONTICHIARI
0,80-1,00
Vitelloni da macello
24/30 mesi
1,35-1,50
Sorgo nazionale
205-208
230-233
(da 144 a 156 kg)
1,321
(da 156 a 176 kg)
1,375
(da 176 a 180 kg)
1,359
0,98-1,08
Vitelloni femm. da
macello pezz. nere
(kg. 450-500)
1,20-1,37
p.v. 1,24–1,39
PRODOTTO
Unità di
misura
VITELLI baliotti
50-60
fris. (p.v.)
kg.
VITELLI baliotti
50-60
pie blu belga p.v
kg.
BURRO
pastorizzato
kg.
2,65-2,70
past. 2,50
centr. 3,10
2,20
kg.
(dolce)
4,95-5,15
5,05-5,20
n.q.
kg.
(piccante)
5,10-5,50
5,25-5,50
n.q.
PROVOLONE
VALPADANA
fino a 3 mesi
PROVOLONE
VALPADANA
oltre 3 mesi
GRANA scelto
stag. 9 mesi
kg.
CREMONA
MILANO
MANTOVA
1,00-1,10
MONTICHIARI
(50/60 kg)
(da 46 a 55 kg)
(45-55 kg)
1,40-1,70
1,20-1,70
1,10-1,20
2,50-3,70
7,65-7,90
MONTICHIARI
3,80-4,00
4,25-4,75
MODENA
(pregiate 70 kg)
3,71-4,85
Zangolato di creme
X burrificaz. 1,95
-PARM. REGGIANO
12 mesi
9,65-9,95
7,70-7,90
7,65-7,90
PARMIGIANO
REGGIANO
fino a 24 m
11,65-12,00
GRANA scelto
stag. 12-15 mesi
kg.
8,40-8,60
8,75-9,15
8,75-9,00
PARMIG. REGG.
30 mesi e oltre
13,10-13,50
N.B. Le quotazioni del bestiame bovino e del foraggio sul mercato di Cremona avvengono il 1°
e il 3° mercoledì del mese. Questo dato, conseguentemente, va letto ed interpretato con la dovuta
attenzione rispetto agli altri dati pubblicati. Altra sottolineatura: i prezzi del mercato bovino di
Cremona sono da considerarsi a peso morto. Le quotazioni del mercato di Milano avvengono in due
giorni separati: il martedì per il comparto dei cereali e derivati, il lunedì per quello zootecnico che fa
riferimento a Montichiari. Anche questo aspetto va tenuto in considerazione nel confronto dei dati qui
riportati. Il mercato di Mantova avviene in un solo giorno e cioè il giovedì. Modena il lunedì.
TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DELLA TABELLA MERCATI
- INSIEME AI COLLEGAMENTI ALLE PRINCIPALI BORSE SONO SUL SITO www.cremona.coldiretti.it
W l’Agricoltura – Coldiretti Cremona Informa
Vi dà appuntamento alla prossima settimana
http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm
La newsletter di Coldiretti Cremona è nel sito www.cremona.coldiretti.it
È