SOLIDARIETA

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SOLIDARIETA
SOLIDARIETA’
AI
LAVORATORI
TESSILI
DEL
BANGLADESH IN LOTTA PER AUMENTO DEL SALARIO
In Bangladesh, circa 150mila lavoratori da più di 10 giorni hanno incrociato le braccia. I
dimostranti chiedono salari più elevati, adeguati all’aumento dei prezzi.
La protesta si protrae dal 12 dicembre e coinvolge circa 150mila lavoratori, che chiedono
l’aumento del salario minimo di pari passo con l’aumento del livello dei prezzi.
La risposta delle Azienda è stata quella tipica del capitalismo selvaggio: infatti proprio in
questi giorni 59 aziende hanno deciso la “serrata”, e hanno dichiarato che la produzione
sarà bloccata fino a quando non cesseranno le dimostrazioni.
Lo sciopero è partito dalla Windy Apparels Limited, un’azienda di abbigliamento della
cintura industriale di Ashulia, alla periferia della capitale. I dipendenti sono scesi in piazza
per chiedere l’aumento salariale e giorno dopo giorno hanno ricevuto il sostegno di
migliaia di colleghi.
I dimostranti lamentano che l’attuale salario minimo, intorno ai 5mila-6mila taka (poco più
di 80 euro), non basta a colmare l’incessante incremento dei prezzi. Perciò chiedono
l’adeguamento dei salari almeno fino a 15mila taka (circa 180 euro).
Intanto le prime dirette conseguenze dello sciopero sono state il blocco della produzione,
l’occupazione dell’autostrada Dhaka-Tangail da parte dei lavoratori. Le aziende hanno
risposto con la serrata e il licenziamento in tronco di 121 lavoratori.
La lista con i loro nomi, definiti “piantagrane” dalla direzione della Windy Apparel, è stata
affissa sul cancello d’ingresso della fabbrica.
In Bangladesh il settore tessile, e in particolare la produzione destinata al
confezionamento di capi da esportazione, rappresenta un cardine fondamentale per
l’economia. Il Paese è il secondo esportatore mondiale di confezioni dopo la Cina. Il
settore, in cui l’80% dei profitti è straniero, è tormentato da enormi problemi di
sfruttamento dei lavoratori e di bassi standard di sicurezza.
La zona delle manifestazioni, nel distretto di Savar, è la stessa dove nell’aprile 2013 si
verificò il crollo del complesso industriale del Rana Plaza, che causò la morte di 1.100
persone
Come RSU FIOM Fincantieri di Sestri Ponente esprimiamo la nostra solidarietà ai
lavoratori in lotta.
RSU FIOM
Fincantieri Sestri Ponente