Comune di ANCONA - Regione Marche

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Comune di ANCONA - Regione Marche
Comune di ANCONA
Largo XXIV Maggio,1 - I 60123 Ancona
tel +39 071 222 1 - URP tel +39 071 222 4343
Numero Verde 800 653 413 - P.IVA 00351040423
posta elettronica certificata: [email protected]
COMMITTENTE:
PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
AI SENSI DELL’ART. 12 DELLA L.R. 3/2012
AI SENSI DELL’ART. 5 DELLA L.R. 3/2012 IL PROCEDIMENTO COMPRENDE INOLTRE:
AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA AI SENSI DELL’ART. 146 DEL D.LGS. 42/2004
VALUTAZIONE DI INCIDENZA AI SENSI DELL’ART. 5 DEL D.P.R. 357/1997
RIPASCIMENTO DI RIDOTTA ENTITA’ DEL LITORALE DI PORTONOVO
(COMUNE DI ANCONA)
CODICE ELABORATO:
GEN.09
TITOLO:
DOCUMENTAZIONE INTEGRATIVA
Coordinatore:
per. ind. Virgulti Stefano
Gruppo di lavoro: ing. Bechis Ilaria
dott.sa Giacometti Tamara
Progettisti: per. ind. Ascani Andrea
dott. chim. Benetti Emilio
dott. chim. Di Biase Michele
per. ind. Virgulti Stefano
ing. Bechis Ilaria
CENTRO ASSISTENZA ECOLOGICA
via Caduti del lavoro, 24/i
60131 – Ancona
tel. 071 290201 - fax 071 2867654
dott.sa Giacometti Tamara
geol. Angelelli Loretta
dott. agr. Recchi Angelo
dott. Nicola Felicetti
dott. Enrico Cordiner
ing. Maceratesi Enrico
dott. biol. Bragoni Sandro
dott. Curzi Gabriele
DOCUMENTO REDATTO DA:
REDAZIONE:
CENTRO ASSISTENZA ECOLOGICA
via Caduti del lavoro, 24/i
60131 – Ancona
tel. 071 290201 - fax 071 2867654
DATA:
MAGGIO 2013
REVISIONE:
REV. 0
SCALA:
N.A.
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SOMMARIO
1
Osservazioni ARPAM .........................................................................................................................3
1.1
Matrice acque ...............................................................................................................................3
1.2
Matrice aria ...................................................................................................................................6
1.3
Matrice rifiuti/suolo .......................................................................................................................6
1.4
Matrice radiazioni/rumore .............................................................................................................6
2
Osservazioni Parco Naturale del Conero .........................................................................................6
3
Osservazione L. Airoldi ......................................................................................................................9
4
Osservazione Alberto Dubbini (Mare Libero e Mezzavalle Libera) ............................................. 11
ALLEGATI
ARPAM, Dipartimento di Ancona-Servizio Acque – “Indagini e analisi ambientali finalizzate al
monitoraggio ambientale della baia di Portonovo di Ancona a seguito degli interventi di
ripascimento di giugno 2011 – Rapporto preliminare”
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Si riportano di seguito integrazioni alla documentazione presentata in risposta alle richieste di
integrazioni e alle osservazioni pervenute dai portatori di interesse.
1 OSSERVAZIONI ARPAM
rif.: Prot. n. 0012821|04/04/2013|ARPAM|DDAN|P|110.10.10
1.1 MATRICE ACQUE
1. La mappatura dettagliata degli habitat subacquei presenti presso entrambi i tratti di costa da
sottoporre a ripascimento potrà essere redatta elaborando le informazioni derivanti dal piano di
monitoraggio proposto al punto 4, cui si rimanda. Non sono infatti attualmente disponibili
informazioni di dettaglio relative alla gran parte del tratto di costa da sottoporre a ripascimento
che consentano la mappatura degli habitat (ad eccezione della porzione interessata
dall’indagine in corso da parte dell’Università Politecnica delle Marche, già allegata allo studio).
2. Si ritiene che il metodo migliore per valutare gli impatti che il ripascimento potrebbe avere sulle
biocenosi bentoniche sia quello di inserire tale valutazione all’interno di un più ampia procedura
valutativa BACI (Before-After-Control-Impact), come definita al punto 4 cui si rimanda, nella
quale vengono opportunamente sviluppati alcuni aspetti specifici che assumono particolare
rilevanza per la finalità dello studio.
3. Il reperimento dei dati necessari alla descrizione su scala locale del regime correntimetrico e la
conseguente valutazione dell’evoluzione del plume di torbida e dei suoi eventuali impatti, sono
inseriti all’interno del piano di monitoraggio e della procedura valutativa BACI, descritti al punto
4, cui si rimanda.
4. Si propone un Piano di Monitoraggio articolato come segue.
PIANO DI MONITORAGGIO
PARTE I – Monitoraggio della dinamica costiera
Obiettivo: verificare nel tempo l’efficacia dell’intervento e per calibrare eventuali interventi futuri.
Durata del monitoraggio: un triennio – con due sessioni l’anno ovvero una tardo invernaleprimaverile e una tardo estiva-autunnale.
In relazione alle mareggiate eccezionali (da definire sulla base dei dati meteo marini esistenti e
sui dati delle boe ondametriche) potrebbero essere disposti monitoraggi “di evento”.
Il monitoraggio andrebbe effettuato lungo transetti significativi (almeno 1 per paraggio o cella
litorale da effettuare nei punti di maggiore escursione dinamica costiera).
Ciascuna sessione di monitoraggio è opportuno che comprenda:
Topografia linea di costa e batimetria almeno fino alla isobata – 5,00 m
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Prelievo granulometrico a (+1,0) (0,0) (– 1,0) (-2,0) ( -3,0) (-5,0)
Campionamento torbidità, biologico, ecc.
Al fine di verificare a breve scadenza gli effetti dell’intervento sulla dinamica costiera sarà
predisposto un monitoraggio (almeno su 1 transetto significativo per ogni paraggio di
intervento) da eseguire in fase di esercizio e post-operam, vantaggiosamente preceduto da un
monitoraggio “ante –operam” da considerare come “bianco”, articolato come di seguito:
Monitoraggio ante-operam
Topografia linea di costa e batimetria almeno fino alla isobata – 5,00 m
Prelievo granulometrico ad 1 m di distanza dal piede del ripascimento in progetto (per
caratterizzare la fascia entro la quale si dispone il materiale di ripascimento per
raggiungere l’assetto di equilibrio, stabilito a priori con pendenza di 15° e quindi
verificarne la coerenza delle assunzioni)
Campionamento torbidità, biologico, ecc.
Monitoraggio in fase di cantiere
Campionamento torbidità, granulometria e composizione della sospensione, biologico,
ecc. (in particolare allo scopo di valutare la quantità e la qualità della plume di torbida
lattiginosa eventualmente rilasciata dal materiale lapideo al momento dell’immersione)
Indagine fonometrica nei recettori già individuati
Monitoraggio della qualità dell’aria nello stesso punto e considerando gli stessi parametri
già valutati nell’ante
Monitoraggio post operam (a fine stagione estiva)
Topografia linea di costa e batimetria almeno fino alla isobata – 3,00 m
Prelievo granulometrico ad 1 m di distanza dal piede del ripascimento in progetto.
Campionamento torbidità, granulometria e composizione della sospensione, biologico,
ecc.. (in particolare allo scopo di valutare la persistenza della plume di torbida lattiginosa
eventualmente ancora rilasciata dal materiale)
PARTE II – Monitoraggio dei popolamenti bentonici
Obiettivo: raccogliere dati finalizzati alla valutazione degli effetti del ripascimento sulla struttura dei
popolamenti bentonici.
Durata del monitoraggio: 3 anni.
Il Piano di Monitoraggio è articolato secondo la metodologia anglosassone BACI (Before After
Control Impact).
Tale metodologia prevede l’individuazione di un sito di controllo, con caratteristiche ambientali
analoghe a quello in esame, ove verranno svolte analisi identiche nei tempi e nelle modalità a
quelle effettuate nell'area dell’intervento antropico in oggetto. La scelta del sito di controllo verrà
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effettuata in accordo con le autorità competenti al momento dell’assegnazione dell’incarico di
monitoraggio.
Figura 1 – Tratto di costa interessato dal monitoraggio
Il monitoraggio prevede:
analisi delle micro correnti marine caratterizzanti l’area di studio tramite monitoraggio in
continuo effettuato con l’utilizzo di boe;
analisi delle biocenosi, secondo il piano seguente:
Primo anno di monitoraggio
Attività di pre-screening: caratterizzazione e mappatura delle biocenosi bentoniche presenti.
Secondo anno di monitoraggio
Sarà verificato lo stato della qualità degli habitat sensibili individuati, tramite indagini in fieri e
follow up in tempo reale sulle biocenosi.
Terzo anno di monitoraggio
Sarà verificato lo stato della qualità degli habitat sensibili individuati, tramite indagini ex post e
follow up in tempo reale sulle biocenosi.
Il posizionamento dei punti di monitoraggio delle micro correnti e delle stazioni di campionamento
per lo studio delle biocenosi saranno definiti in accordo con le autorità competenti.
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1.2 MATRICE ARIA
Si prende atto delle azioni di mitigazione da mettere in atto durante la fase di esercizio proposte
dall’Ente.
1.3 MATRICE RIFIUTI/SUOLO
Nessuna osservazione.
1.4 MATRICE RADIAZIONI/RUMORE
Nessuna osservazione.
2 OSSERVAZIONI PARCO NATURALE DEL CONERO
rif.: Prot. n. 2036/13
Come illustrato nell’elaborato GEO.01- Relazione geologica – alla quale si rimanda per gli
aspetti di dettaglio - le valutazioni dello stato di fatto sono state riferite agli esiti dei rilievi
geomorfologici eseguiti nel febbraio 2013 e dei rilievi topografici e batimetrici messi a
disposizione dal Comune di Ancona e riferiti al giugno-dicembre 2012 (cfr. par.3.5 “Rilievi
febbraio 2013 – Stato di fatto”) e quindi ad un preciso intervallo temporale, al quale rapportare
come linea di costa di progetto quella proposta nel 2010 dal progetto di Manutenzione
straordinaria del litorale di Portonovo dalla P.F. difesa della costa della Regione Marche, sulla
quale l’Ente Parco ha espresso il suo nulla osta con la stessa Determina Direttoriale n.28 del
07/04/20.
Come asserito nella richiamata relazione geologica (cfr.par.4.3 – Profili di equilibrio e quantità),
sulla base dei calcoli eseguiti con il metodo delle sezioni ragguagliate, a tale configurazione
progettuale – fissata morfologicamente al febbraio 2013 - corrisponde – nelle more di ulteriori
variazioni che potrebbero intercorrere nei successivi mesi primaverili – una volumetria di
materiale di ripascimento da movimentare in sito, integrato con materiale proveniente da cava
di terra non superiore a 5.000 mc. E’ evidente come - essendo fissata la linea di costa di
progetto - in un sistema dinamico come quello costiero, per le quantificazioni precise dei
materiali di ripascimento non può che essere rimandato a misurazioni e confronti da eseguire
ante-operam, privilegiando ovviamente gli interventi di ridistribuzione del materiale in eccesso e
quindi prevedendo l’utilizzo di materiale di ripascimento da cava di terra solo per le eventuali
ulteriori carenze, documentate rispetto lo stato dei luoghi pre-fase esecutiva.
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Per quanto riguarda l’individuazione e la valutazione degli impatti dovuti agli interventi di
ripascimento, dalla lettura della relazione geologica e dall’osservazione degli elaborati
cartografici depositati (cfr. GEO.01, GEO.02, GEO.03) è possibile evidenziare che – essendo
l’orientamento della costa essenzialmente SE-NO e l’esposizione marina verso Est – la
dinamica costiera risulta governata dai venti regnanti che spirano da N e da NE, e dai venti
dominanti da SE e da Est.
Il trasporto solido costiero, e quindi l’alimentazione della spiaggia (ovvero gli apporti), avviene
esclusivamente a carico della corrente di deriva litoranea, che – essendo costituita dalla
componente parallela alla costa delle onde oblique generate dai venti dominanti e regnanti
provenienti principalmente da Est (ma anche da NE e SE) – risale la costa da Sud Est verso N
e NO. Il trasporto lungo riva avviene in condizioni di moto ondoso ordinario e a partire dal limite
del paraggio costiero a S, SE ed E verso il limite opposto.
Per la combinazione dei fattori morfologici e meteo marini, nella sub-unità fisiografica
considerata (analogamente a quanto avviene lungo tutta la costa adriatica italiana fino al delta
del Po) è da escludere la presenza di una deriva litoranea in senso opposto (ovvero da NO
verso SE), come del resto dimostrato nell’area di studio, anche dalla mancanza di accumuli di
sedimenti nei lati occidentali dei pennelli artificiali davanti il fortino napoleonico, del moletto,
della scogliera a protezione della frana a nord degli stabilimenti dei pescatori (lato sottoflutto).
Le mareggiate di burrasca esplicano essenzialmente un’azione erosiva trasgressiva della
spiaggia sommersa e di quella emersa, ovvero sottraggono sedimenti alla spiaggia; il materiale
eroso durante le mareggiate viene accumulato sulla spiaggia emersa (berma di tempesta) in
posizione arretrata rispetto la linea di battigia ante mareggiata e solo parzialmente trasportato
verso mare ad opera delle correnti di risucchio, ma comunque mai oltre la linea di frangenza e
la profondità di chiusura della spiaggia.
Gli ostacoli (sia essi naturali che artificiali) che delimitano i paraggi costieri invertono il senso
della deriva litoranea nel senso che ne interrompono il movimento dei sedimenti lungo la costa,
che quindi vengono deposti e si accumulano nei lati orientali sopraflutto dei suddetti ostacoli
(cfr. come è possibile osservare nei lati orientali dei pennelli artificiali davanti al Fortino
napoleonico, del moletto, della scogliera a protezione della frana a nord degli stabilimenti dei
pescatori).
I paraggi costieri rimangono indipendenti per mareggiate ordinarie, ovvero i sedimenti che
costituiscono la spiaggia rimangono confinati all’interno del paraggio. Mareggiate di entità
maggiore o altri eventi legati alla dinamica costiera (es. franamenti delle falesie attive) possono
demolire gli ostacoli che limitano e confinano la deriva litoranea, allargandone o restringendone
l’estensione laterale della spiaggia.
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Il moto ondoso e, maggiormente, le mareggiate esercitano un’azione di scalzamento al piede
delle falesie attive (direttamente aggettanti in mare), contribuendo a produrre i detriti grossolani,
che possono quindi essere presi in carico e trasportati dalla corrente di deriva litoranea, quando
le condizioni del moto ondoso tornano ad essere ordinarie e quindi rilasciati a distanze variabili
dalla zona di alimentazione in funzione delle dimensioni e del peso (a sua volta funzione
dell’usura subita).
Il trasporto solido ghiaioso e ciottoloso attraverso la deriva litoranea si attua nel medio-lungo
termine e per spostamenti (trascinamento, rotolamento e saltellamento) che rimangono
comunque confinati nella spiaggia (emersa e sommersa), come appare confermato dalla
presenza esclusiva di sedimenti sabbiosi e fini alla batimetrica di – 5 m e dalle osservazioni
dirette, che dimostrano come la ghiaia si estende nella spiaggia sommersa non oltre la
profondità di chiusura.
Il continuo movimento dovuto alla deriva litoranea, alle mareggiate e alle correnti di risucchio
contribuiscono nel tempo a usurare i depositi ghiaiosi e a trasformarli in sabbia.
Da un punto di vista temporale l’arretramento del profilo di spiaggia, legato alle onde di
burrasca è piuttosto rapido, discontinuo e imprevedibile; i processi di ricostruzione del profilo di
spiaggia, indotti dall’azione continua del moto ondoso di deriva litoranea, sono invece lenti e
continui: molti metri di spiaggia possono sparire a poche ore dall’inizio della mareggiata e sono
necessarie settimane o mesi per restituire alla spiaggia il materiale sottratto (cfr. Manuale
APAT).
Pertanto, in conseguenza degli interventi di ripascimento proposti, possono essere esclusi
ricoprimenti anche di minima entità in altre porzioni di litorale dell’unità fisiografica di Portonovo;
come illustrato negli elaborati geologici a corredo del SIA depositato e come sopra descritto:
-
Per le caratteristiche morfologiche e meteo marine il trasporto solido costiero – in condizioni
moto ondoso ordinario si attua attraverso la deriva lungo riva in direzione da SE verso NO
e mai al contrario quindi il materiale di ripascimento distribuito nel paraggio Baia di
Portonovo non può essere trasferito verso il Fortino e verso la Torre, né tantomeno verso la
Vela; analogamente anche per il materiale di ripascimento distribuito nel paraggio Santa
Maria di Portonovo, anche se adiacente al paraggio La Vela, non sussistono le condizioni
fisiche affinchè sia trasportato verso La Vela.
-
Le mareggiate esplicano un’azione erosiva e trasgressiva prevalentemente in direzione
perpendicolare alla linea di costa, distruggendo la spiaggia e distribuendo il materiale eroso
oltre il limite sulla spiaggia emersa (la berma di tempesta) e in parte attraverso le correnti di
risucchio verso mare (non oltre la linea di frangenza delle onde) andando a depositarsi in
corrispondenza della medesima superficie erosa (quindi già distrutta).
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Per questi motivi sono stati esclusi impatti in altre zone diverse dai siti di sversamento o di
ridistribuzione del materiale ghiaioso per la ricostruzione della spiaggia.
Allo scopo di verificare la correttezza del modello di dinamica costiera illustrato, verificare gli
esporti di materiale e quindi gli effetti nel breve e medio termine degli interventi proposti, è
stato previsto il monitoraggio di cui al punto 4 del par.1.1. (vedi Risposte osservazioni
ARPAM).
3 OSSERVAZIONE L. AIROLDI
Non si condividono le previsioni della dottoressa Airoldi in merito alla possibilità che i lavori di
ripascimento in progetto possano avere importanti ripercussioni sui popolamenti di Cystoseira
restanti nella zona della Vela.
Come infatti illustrato al paragrafo precedente in merito alle controdeduzioni al parere del Parco
del Conero, in conseguenza alle caratteristiche morfologiche e meteo marine del sito di intervento,
essendo le aree di intervento ubicate nei paraggi a N e NO, per la direzione delle correnti di deriva
litoranea (da S, SE verso N e NO) – alle quali è possibile associare il trasporto dei sedimenti lungo
la costa – sono da escludere impatti nei confronti degli habitat in corrispondenza della Vela
conseguenti agli interventi di ripascimento previsti, potendo escludere interferenze determinate da
azione di ricoprimento, ricarico di sedimenti e destabilizzazione del substrato o intorbidimento per
diffusione di plume lattiginosa.
Si specifica che i ripascimenti sono interventi di “ripristino di spiagge erose” dove, a seguito della
distruzione di tratti spiaggia ad opera delle mareggiate, si registra la conseguente distruzione
delle biocenosi tidali e bentoniche; pertanto i suddetti interventi non contribuiscono affatto
all’aumento del carico dei sedimenti, ma piuttosto tendono al ripristino di una situazione
antecedente ai fenomeni erosivi di asportazione dei sedimenti stessi.
Pertanto è da ritenere che gli apporti, se e laddove necessari, andranno semplicemente a
sostituire il materiale che verrebbe altrimenti, e comunque, eroso dalla spiaggia emersa, senza di
fatto determinare un incremento delle ripercussioni negative a carico del substrato nelle aree
sensibili (popolamenti a Cystoseira) per variazione della composizione granulometrica e quindi
della connessa stabilità (aree che peraltro, come già detto, sono esterne all’ambito di influenza
dell’intervento).
In termini più generali, va detto che negli ambiti costieri della baia di Portonovo e del paraggio di
Santa Maria della Vela, la pendenza dei fondali marini risulta piuttosto blanda anche oltre la
profondità di chiusura della spiaggia e non sono rilevabili fenomeni di instabilità del substrato, né
sono prevedibili aumenti dell’instabilità a causa dei previsti interventi di ripascimento.
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Come illustrato infatti nella relazione geologica (cfr.el.GEO.01 – par.4.3 Profili d equilibrio e
quantità), il materiale della berma di ripascimento si disporrà secondo il profilo di equilibrio
caratteristico dei sedimenti ghiaiosi con pendenza pari a 15°, andando ad occupare la fascia di
fondale in precedenza eroso e raccordandosi al fondale originario
che - almeno fino alla
batimetrica di – 5 m (come risulta dalle analisi della Politecnica delle Marche a cui si è fatto
riferimento) - presenta pendenze molto inferiori e intorno ai 3÷5°. Le basse pendenze e i materiali
prevalentemente sabbiosi che costituiscono i fondali al largo della zona di frangenza e oltre la
profondità di chiusura della spiaggia, fanno escludere fenomeni di instabilità legati agli interventi di
ripascimento proposti.
Infine, non si ritiene pertinente il riferimento alla forte regressione della Cystoseira osservata nella
zona dei “Sassi neri”, ritenuta “fortemente in relazione con gli interventi di ripascimento effettuati in
prossimità di quella zona” per mancanza di riferimenti geografici e meteo marini e di osservazioni
e monitoraggi specifici.
Si condividono le considerazioni di carattere generale in relazione alla oggettiva rilevanza
biocenotica dei popolamenti residui di Cystoseira, tanto più in ragione dell’evidente progressivo
fenomeno di frammentazione e riduzione a cui sono soggette le foreste macroalgali a Fucales del
genere Cystoseira nell’intero Mediterraneo, ma si rileva altresì che allo stato attuale non appare
definito né definibile lo specifico rapporto causale tra i vari fattori di stress riconosciuti ed il
fenomeno di degrado, né i singoli pesi o le probabili sinergie.
In nessuna parte dello studio si è inteso “derubricare” i ripascimenti e gli interventi di riordino delle
opere marittime dal novero degli interventi potenzialmente impattanti sull’ecosistema marino, come
invece appare alla osservatrice; d’altro canto, nel formulare giudizi di tipo valutativo di contesto, si
ritiene che i giusti rilievi di carattere generale e “sistematico” della osservatrice, vadano
necessariamente riconsiderati alla luce dei contenuti qualitativi e quantitativi della proposta
progettuale.
In questo contesto conoscitivo in piena evoluzione, si ritiene corretto che l’approccio metodologico
abbia assunto come prioritario il principio di precauzione, sollevando alcune criticità in termini di
potenziali impatti, ma rinviando al monitoraggio l’acquisizione dei necessari elementi funzionali ad
uno studio specifico degli effetti ed alla conseguente verifica degli impatti in corso d’opera e post
operam.
L’opportunità in tal senso appare particolarmente interessante in considerazione della portata
estremamente limitata dell’opera, per quantitativi ed estensione, che le fa assumere il carattere di
sperimentazione applicativa a piccola scala, ciò anche a vantaggio di un maggiore contenimento
degli effetti indesiderati e dell’efficacia di un eventuale intervento di mitigazione in corso d’opera
(compresa la sospensione dell’intervento come previsto nello studio di incidenza).
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4 OSSERVAZIONE ALBERTO DUBBINI (MARE LIBERO E MEZZAVALLE LIBERA)
rif.: Prot. n. 0273641|30/04/2013|R_MARCHE|GRM|VAA|A|400.130.10/2013|VAA|419
Premesso che la lettura degli elaborati geologici a corredo del SIA – redatti dalla dott.ssa geol
Loretta Angelelli e di seguito elencati:
GEO.01
Relazione geologica
GEO.02
Carta geologica, geomorfologica e idrogeologica
scala 1:10.000
GEO.03
Carta geomorfologica Baia di Portonovo
scala 1:5.000
GEO.04
Dinamica costiera – Stato di fatto
scala 1:1.000
GEO.05
Dinamica costiera – Progetto di ripascimento
scala 1:1.000
GEO.06
Transetti esplicativi
scala 1:200
avrebbe chiarito e approfondito la prevalenza degli aspetti sollevati nell’osservazione in oggetto, si
specifica quanto segue:
-
Come dichiarato in premessa del SIA e come stabilito dalla normativa vigente, la procedura di
Valutazione di Impatto Ambientale è necessaria in quanto l’intervento di ripascimento rientra
nell’allegato B1 punto 3 lettera f della L.R. n. 3 del 26/03/2012, ovvero:
f) opere costiere destinate a combattere l’erosione e lavori marittimi volti a modificare la costa,
mediante la costruzione di dighe, moli e altri lavori di difesa del mare, esclusa la manutenzione
e la ricostruzione di tali opere;
Essendo l’area oggetto di intervento all’interno di un parco naturale, ai sensi dell’art. 3 comma
2b), della sopracitata L.R.3/2012 il progetto è soggetto a valutazione di impatto ambientale e
non a verifica di assoggettabilità a V.I.A.
L’intervento è collocato all’interno di un Parco Naturale, e all’interno di aree SIC e ZPS,
pertanto, per la sua approvazione, è necessario richiedere l’autorizzazione paesaggistica ai
sensi dell’art. 146 del D.Lgs 42/2004 e redigere la valutazione d’incidenza ai sensi dell’art. 5 del
D.P.R. 357/1997.
-
Come descritto al par.3.2.2 (Tendenza evolutiva linea di costa) della relazione geologica (cfr.
GEO.01) e illustrato nella tav. GEO.04 (Dinamica costiera – stato di fatto), facendo riferimento
agli “Studi, indagini, modelli matematici finalizzati alla redazione del Piano di difesa della
Costa”, a cura dell’Istituto di Idraulica dell’Università Politecnica delle Marche (giugno 2000) e
alle elaborazioni cartografiche dell’Ufficio Tecnico del Comune di Ancona, a loro volta basati
sulle seguenti cartografie storiche:
-
Cartografie IGM (Istituto Geografico Militare) 1894
-
Cartografie IGM 1948-1955
-
Ripresa aerea 1985
-
Cartografia IGM 1994
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-
Rilievo Regione Marche 1999
-
Redazione Piano Regolatore Ancona 1985
-
Areofotogrammetrico 1999
-
Rilievi topografici Comune 2012/2013
è possibile notare che la linea di costa della sub-unità fisiografica della Baia di Portonovo è in
prevalente e continua fase di arretramento negli ultimi 100 anni, per la concomitanza di fattori
geologico-strutturali, geomorfologici, sedimentologici e metomarini.
Gli apporti solidi infatti sono dovuti esclusivamente alla interazione di fenomeni di dinamica
costiera e dei versanti (falesia attiva, frane, falde di detrito); per le caratteristiche
geomorfologiche inoltre non vi sono apporti sedimentari di natura alluvionale fluviale.
A partire dal secondo dopoguerra la tendenza evolutiva naturale all’arretramento ha avuto un
notevole impulso a seguito della costruzione delle opere antropiche (opere rigide di difesa
costiera, stabilimenti balneari, strutture residenziali e a servizio della navigazione), che nel
corso dei decenni ostacolando localmente deriva litoranea hanno accentuato i fenomeni erosivi
in corrispondenza delle zone sottoflutto.
A loro volta in corrispondenza delle difese rigide (scogliere, massi isolati e difese radenti) sono
stati attivati fenomeni di rifrazione del moto ondoso che innescano fenomeni erosivi nelle zone
immediatamente adiacenti (es. erosione tra la Torre e il Clandestino);
-
Per quanto riguarda il rilevamento della linea di costa effettuato con GPS da Renato Malatesta
in data 22/04/2013 va evidenziato che, in mancanza di dati tecnici sulla strumentazione
utilizzata e sul suo stato di taratura, tale rilievo perde di validità. I più comuni GPS in commercio
forniscono risultati con un errore di 3 m, non trascurabile nella definizione di una linea di costa.
A maggior ragione non possono essere ritenute significative ai fini comparativi e quantitativi
dell’arretramento o avanzamento della linea di costa, le immagini fotografiche in quanto non
rapportabili ad un sistema di rappresentazione georeferenziata.
Come evidenziato nella tavola GEO.04 il deficit sedimentario della linea di costa è valutato su
base storiografica dalla quale è possibile notare una generale tendenza all’arretramento della
linea di costa, fatte salve localizzate regressioni marine (avanzamenti della linea di costa),
rilevabili nelle zone sopraflutto del molo, del pennello/frana a nord del ristorante Emilia e nel
tratto di spiaggia antistante “la Capannina”;
-
Come già argomentato in risposta al parere del Parco e come illustrato nella relazione
geologica, alla quale si rimanda per il dettaglio, sulla base delle indicazioni progettuali e delle
prescrizioni a suo tempo impartite con Determinazione Direttoriale n.28 del 07/04/2011 dell’Ente
del Parco del Conero, viene definita come linea di costa di progetto quella proposta nel 2010
dal progetto di Manutenzione straordinaria del litorale di Portonovo dalla P.F. difesa della costa
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della Regione Marche e sulla quale l’Ente Parco ha espresso il suo nulla osta con la stessa
Determina n.28/2011.
Tale limite di progetto è avanzato di circa 10 m rispetto la linea di costa a seguito delle
mareggiate più intense invernali-primaverili e quindi si conforma come ordine di grandezza agli
arretramenti registrati a seguito delle mareggiate stagionali. Esso rappresenta una condizione
ideale di equilibrio fra ampiezza della spiaggia ai fini balneari e tutela ambientale e difesa
costiera.
In merito alle illazioni sui reconditi motivi che avrebbero spinto i progettisti a tenere conto come
stato di fatto dei rilevi immediatamente successivi alle mareggiate di febbraio, che a detta del
Comitato Marelibero e Mezzavalle libera, non sarebbero rappresentativi della situazione
effettiva del litorale di Portonovo, si ribadisce che gli interventi in progetto – a fronte di una
tendenza storiografica trasgressiva della costa risultante da analisi comparative delle linee di
costa a partire dai primi decenni del 1900 e dei rilievi effettuati nell’ultimo decennio - sono
riferiti ad una linea di costa ottimale (quella del progetto del 2010 con nulla osta del Parco) e
non ad una volumetria di materiale da sversare in sito, che viene indicata nella sua quantità
massima; ovvero, una volta ridistribuito il materiale accumulato in eccesso nei lati sopraflutto
delle opere di difesa costiera, si procederà agli interventi di ripascimento con materiale da cava
soltanto se necessario.
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In merito all’osservazione secondo cui “c’è solo un modo per sapere se manca della superficie
di spiaggia per le attività economiche e la balneazione, e consiste nel distribuire a inizio
stagione il materiale disponibile sulla spiaggia e verificare se è sufficiente”, si specifica che già
nel S.I.A. è riportato (pag. 4, 56) che la prima parte dell’intervento consiste nella ridistribuzione
lungo il litorale del materiale accumulatosi a seguito delle mareggiate, da porre in opera nelle
zone di maggiore erosione. Dal rilievo dei volumi di accumulo, effettuato durante la fase di
redazione della relazione, risulta che il materiale disponibile non è sufficiente al ripristino della
linea di costa presa a riferimento (2010), e risulterà pertanto inevitabile procedere con un
intervento di ripascimento della spiaggia. Se, durante l’esecuzione della fase di ridistribuzione, il
materiale presente in spiaggia si rivelerà sufficiente al ripristino della linea di costa, non sarà
necessario effettuare alcun intervento di ripascimento. Ma, d’altronde, se non dovesse rivelarsi
sufficiente, non è pensabile muoversi solo in quel momento per attivare tutte le procedure
necessarie all’ottenimento dell’autorizzazione al ripascimento, non ci sarebbero i tempi tecnici.
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La ridistribuzione del materiale accumulatosi in spiaggia non viene valutato tra le alternative di
progetto perché non è un’alternativa, ma un intervento già previsto e antecedente al
ripascimento, come riportato sia in introduzione al S.I.A. sia nella descrizione del progetto
stesso (pag. 56).
GEN.09 – DOCUMENTAZIONE INTEGRATIVA
REV. 0 MAGGIO 2013
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Infine, si evidenzia che nell’elaborazione di un progetto di V.I.A. possono essere presi a
riferimento studi specifici, effettuati ad hoc dai progettisti, o, in loro assenza, studi ufficiali
riconosciuti e approvati dagli Enti competenti. All’atto della redazione del progetto nessun Ente
ha messo a disposizione studi o pubblicazioni con carattere di valenza sito specifica relative a
impatti dei ripascimenti sulle biocenosi marine (salvo quanto di maggior attinenza non si sia già
provveduto a menzionare o allegare); al contrario il Piano di gestione Integrata delle Aree
Costiere aveva individuato il ripascimento tra gli interventi meno impattanti da preferire,
assieme al riordino delle opere marittime, per “avere maggiori certezze sulla qualità ambientale
delle acque e sulla balneabilità delle spiagge” (pag. 9, “Relazione generale”).
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Rispetto alle cosiddette scelte interpretative discutibili, si specifica che il progetto non prevede
interventi di ripascimento nel paraggio Fortino Napoleonico e quindi nei tratti litoranei ad est del
Fortino;
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Nella sub unità fisiografica in esame non sono individuabili spiagge di baia o pocket beach,
ovvero piccole spiagge a forma semicircolare e delimitate da due promontori con falesie attive;
Come già asserito in risposta al parere del Parco non sussistono le condizioni geomorfologiche
e meteo marine affinchè si verifichi la “rotazione” della spiaggia: infatti la deriva litoranea è
esclusivamente direzionata da SE e E verso NO e N; il moto ondoso per l’esposizione a oriente
della costa marchigiana, è generato dai venti in provenienza da Est, NE, S, SE o da N;
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Essendo in un contesto dinamico i ripascimenti di piccola entità possono essere considerati
come interventi stagionali da reiterare in funzione delle necessità; non essendoci ad oggi
banche dati su interventi pregressi che possano supportare valutazioni e previsioni sulla durata
degli interventi, allo scopo di verificare la correttezza del modello di dinamica costiera illustrato
e quindi gli effetti nel breve, medio termine degli interventi proposti è stato previsto il
monitoraggio di cui al punto 4 del par.1.1. (vedi Risposte osservazioni ARPAM).
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Si precisa infine che le valutazioni sito specifiche sui fattori meteo marini e sui meccanismi di
dinamica costiera, erosivi e di trasporto solido che interessano il tratto di litorale in esame, sono
illustrate nella relazione geologica a corredo del SIA, alla quale si rimanda per gli aspetti di
dettaglio e riprese e specificate nelle risposte al parere del Parco e alla Prof. Airoldi, di cui ai
paragrafi precedenti.