Rapporto degli Obiettivi

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Rapporto degli Obiettivi
progetto OCR
BEACHMED-e
La gestione strategica della difesa dei litorali per uno
sviluppo sostenibile delle zone costiere del Mediterraneo
RAPPORTO DEGLI
OBIETTIVI
1. Il Rapporto degli Obiettivi
La versione definitiva del « Rapporto degli Obiettivi » qui presentato ed in seguito nominato
« Rapporto », costituisce il documento di base per la definizione dei sotto-progetti.
Il rapporto è stato annunciato all’interno del documento di avviamento dei sotto-progetti, illustrato
durante la prima riunione dei partner OCR del 6 giugno 2005 a Roma, ed è stato introdotto nel modo
seguente:
•
Redazione da parte dei partner del Rapporto degli Obiettivi specifici. E’ previsto un lavoro di
scambio tra i partner che consenta al Capo Fila (CdF) la redazione di un documento comune
che sarà alla base del Capitolato d’Appalto posto alla base dei sottoprogetti.
Il Rapporto è stato discusso e modificato nei budget e nella struttura della Componente 4 anche
durante il Secondo Comitato di Pilotaggio del 2-3 febbraio 2006 a Montpellier (Dipartimento dell’Hérault) dove
è stato approvato definitivamente.
Questa versione, dunque, deve essere considerata definitiva rispetto al Bando per i sotto-progetti.
Lo scopo del Rapporto è di chiarire ai futuri partner partecipanti le attività che questi ultimi sono tenuti
a svolgere per rispondere alle esigenze manifestate dai partners OCR. Allo stesso tempo il Rapporto aiuta i
partner OCR a definire con maggiore dettaglio i loro obiettivi e quindi a trovare in modo più efficace le
problematiche comuni.
Il rapporto è caratterizzato dalla sua semplicità, sintesi e genericità.
La semplicità è richiesta per renderlo comprensibile ai vari soggetti che saranno interessati ai sottoprogetti (Università, Istituti, Amministrazioni, ecc.).
La sintesi è indispensabile per rendere il più chiaro possibile lo scopo della misura.
La generalità è richiesta dal carattere intrinseco transnazionale e interregionale del Programma
INTERREG IIIC.
Per le ragioni descritte sopra, i contributi ricevuti dai partners sono stati riassunti, parzialmente
integrati gli uni agli altri e “filtrati” delle situazioni particolari localizzate.
Si ricorda che l’obiettivo perseguito è stato quello di integrare gli obiettivi in un solo elenco per ogni
misura, restando ferma l’intenzione di promuovere un sotto-progetto per ogni misura. Ciò non rischia di
diminuire l’autonomia operativa di ogni partner OCR dato che, indipendentemente dalla suddivisione del suo
bilancio, i pagamenti saranno sempre effettuati tra il partner OCR ed il partner partecipante.
Se un partner OCR è interessato ad una linea di ricerca proposta da un altro partner, può impegnare
un importo del suo bilancio e seguire le attività con l’aiuto di uno o più partner partecipanti presenti nel suo
territorio.
Occorre tuttavia tener presente l’obbligo di ispirarsi sempre ad una logica di cooperazione e
d'organizzazione unitaria nello spirito del programma europeo INTERREG IIIC.
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2. Componenti e misure dell’Operazione Beachmed-e
Nella seguente tabella sono indicate le componenti, le misure ed i budget disponibili per i beneficiari locali
potenziali divisi per le Amministrazioni di appartenenza.
Si ricorda ai partecipanti che gli importi indicati per ciascuna Amministrazione e per ogni misura sono
sotto riserva d’approvazione da parte dell’Autorità Unica di Gestione, e possono subire delle modifiche. In
questo caso ai partenariati accettati saranno richieste delle variazioni.
COMPONENTE 2: Progetto e realizzazione di strumenti tecnici per la caratterizzazione del fenomeno erosivo a
scala Mediterranea e per lo sviluppo sostenibile delle risorse.
Responsabile di Componente: Luigi Cipriani (Regione Toscana)
Responsabile di misura : Luigi Cipriani Regione Toscana
2.1. Il monitoraggio dell’erosione: monitoraggio quantitativo del
fenomeno erosivo a scala regionale e locale (valutazione dei
parametri costieri, rilievi sistematici della linea di riva per mezzo di
tecnologie satellitari, arretramenti della linea di riva dopo i
ripascimenti, monitoraggio della linea di riva, dei profili e dei prismi
sabbiosi per mezzo di tecnologie innovatrici)
Partner OCR
Regione Toscana
Regione Lazio
Regione Emilia-Romagna
Dipartimento de l'Hérault
Regione Liguria
Generalitat de Catalunya
Crète
Macédoine de l’Est-Thrace
SMNLR
TOTALE
Budget
€ 290.400,00
€ 190.000,00
€ 40.500,00
€ 191.500,00
€ 33.200,00
€ 50.000,00
€ 155.000,00
€ 123.930,00
€ 99.000,00
€ 1.173.530,00
Responsabile di misura : Pierre Yves Valantin SMNLR
Partner OCR
Regione Lazio
2.2. Il clima e l’erosione: sistemi di valutazione, monitoraggio e
previsione dei movimenti ondosi sottocosta (rapporto tra i
Regione Emilia-Romagna
fenomeni erosivi rilevati e climi ondosi medi, interazione tra il clima Macédoine de l’Est-Thrace
ondoso sottocosta ed i differenti tipi di fondo vegetato e non,
SMNLR
definizione dei parametri fondamentali essenziali,…)
TOTALE
Budget
€ 142.000,00
€ 107.210,00
€ 75.360,00
€ 284.050,00
€ 608.620,00
Responsabile di misura : Roberto Montanari Regione EmiliaRomagna
2.3. La ricerca dei giacimenti sabbiosi: risorse naturali di sabbia
sulla piattaforma continentale (stima delle potenzialità, sistemi di
sfruttamento, valutazione dei costi,…)
Budget
Responsabile di misura : Paolo Lupino Regione Lazio
2.4. Lo sfruttamento sostenibile: compatibilità ambientale delle
attività di dragaggio e ripascimento (identificazione delle
componenti ambientali sensibili, definizione delle zone protette,
effetti sottoposti a studi di impatto,…)
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Partner OCR
Département de l'Hérault
Regione Liguria
Regione Emilia-Romagna
Macédoine de l’Est-Thrace
Generalitat de Catalunya
Regione Lazio
TOTALE
Partner OCR
Regione Emilia-Romagna
Regione Toscana
Macédoine de l’Est-Thrace
Regione Lazio
Regione Liguria
TOTALE
€ 107.800,00
€ 183.787,50
€ 142.000,00
€ 70.180,00
€ 100.000,00
€ 33.000,00
€ 636.767,50
Budget
€ 84.000,00
€ 103.500,00
€ 43.094,00
€ 107.000,00
€ 68.040,00
€ 405.634,00
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COMPONENTE 3 : Interazione tra lo sviluppo del territorio urbano e le zone morfologicamnente sensibili in
rapporto al rischio di mareggiate e di erosione
Responsabile di Componente : Philippe Carbonnel (Département de l’Hérault)
Responsabile di misura : Corinna Artom Regione Liguria
3.1. La fascia costiera: recupero della fascia costiera e sua
gestione territoriale e urbanistica (valutazione del rischio, stime di
tipo socio-economico nella scelta della priorità degli interventi o nel
quadro dell’imposizione di vincoli, processi di naturalizzazione, scenari
a lungo termine rispetto ai fenomeni d'innalzamento del livello medio
marino,…)
Partner OCR
Regione Liguria
Regione Lazio
Département de l'Hérault
Macédoine de l’Est-Thrace
Regione Emilia-Romagna
Crète
TOTALE
Budget
€ 219.380,63
€ 140.000,00
€ 14.600,00
€ 38.480,00
€ 52.000,00
€ 45.000,00
€ 509.460,63
ResponsabIle dI misura : Maria Valasaki Regione Macédoine de
Partner OCR
l’Est-Thrace
3.2. GIZC: messa in opera di studi strategici operativi per la
Département de l'Hérault
manutenzione e la ricostruzione delle spiagge (ICZM) (bilancio
Regione Emilia-Romagna
dell’evoluzione del tratto di costa, analisi socio-ambientali e
Regione Liguria
paesaggistiche, proposta di scenari di gestione integrata delle zone
Regione Lazio
costiere, proposta di un piano direttore di gestione, sviluppo di
Macédoine de l’Est-Thrace
programmi d’intervento puntuali, il valore economico delle spiagge ed i
TOTALE
costi di intervento, il valore economico delle spiagge ed i costi di
intervento…)
Budget
Responsabile di misura : Miriam Moyes Generalitat de Catalunya
Partener OCR
3.3. Il ciclo sedimentario: gestione degli stock sabbiosi intercettati Generalitat de Catalunya
dalle infrastrutture costiere e recupero del trasporto solido dai letti Regione Emilia-Romagna
fluviali (stima dei volumi implicati, possibilità e metodologie per il
Regione Toscana
riutilizzo dei materiali parzialmente contaminati, gestione dei depositi Département de l'Hérault
accumulati nelle riserve artificiali, difesa del suolo compatibile, metodi di Macédoine de l’Est-Thrace
monitoraggio e controllo del ciclo sedimentario,…)
Regione Lazio
Creta
TOTALE
Budget
€ 232.000,00
€ 55.500,00
€ 75.600,00
€ 133.000,00
€ 96.760,00
€ 73.000,00
€ 85.000,00
€ 750.860,00
Responsabile di misura : Philippe Carbonnel Département de
l’Hérault
3.4. I sistemi di difesa naturali: il potenziale delle dune e delle
praterie di Posidonia per la difesa dei litorali (metodologie per la
mappatura e l’identificazione delle praterie di fanerogame, metodi di
reimpianto artificiale e recupero delle praterie di fanerogame, metodi di
naturalizzazione o ricostruzione dei sistemi dunari anche in situazioni
infrastrutturate,…)
Budget
Le Rapport des Objectifs_19_ita
Partner OCR
Regione Lazio
Département de l'Hérault
Regione Toscana
Regione Emilia-Romagna
Creta
TOTALE
€ 94.000,00
€ 44.500,00
€ 54.120,00
€ 50.000,00
€ 58.752,00
€ 301.372,00
€ 107.000,00
€ 40.000,00
€ 99.750,00
€ 42.500,00
€ 30.000,00
€ 319.250,00
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COMPOONENTE 4 : Determinazione di strumenti normativi ed organizzativi per la definizione, la
regolamentazione e la gestione della difesa delle coste per tutti i soggetti pubblici e privati implicati
Responsablie di Componente : Corinna Artom ( Regione Liguria)
Responsabile di misura : Alkmini Minadaki Regione di Creta
4.1. Gli aspetti normativi e organizzativi: definizione di una
normativa europea in materia di sfruttamento dei depositi
sommersi e di rinascimento, studio per la promozione di un
Osservatorio Europeo per la Difesa delle Coste del
Mediterraneo (norme di protezione e recupero dei sistemi dunari,
norme di protezione e recupero delle praterie di fanerogame,
norme di regolamentazione delle attività estrattive dei depositi
sommersi,…), (valutazione degli interessi comuni, attività di
monitoraggio dei fenomeni erosivi e dei climi ondosi incidenti,
implicazione del settore privato, centro dati delle risorse naturali e
di strumenti disponibili, contributo per definizione di strumenti
normativi,…)
Le Rapport des Objectifs_19_ita
Partner OCR
Regione Lazio
Regione Emilia-Romagna
Macédoine de l’Est-Thrace
Regione Liguria
Regione Toscana
Crète
Generalitat de Catalunya
TOTALE
Budget
€ 64.000,00
€ 32.590,00
€ 52.350,00
€ 77.130,00
€ 46.400,00
€ 45.000,00
€ 10.000,00
€ 327.470,00
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3. Gli Obiettivi delle misure
MISURA 2.1
Partner OCR
2.1. Il monitoraggio dell’erosione: monitoraggio
quantitativo del fenomeno erosivo a scala regionale
e locale (valutazione dei parametri costieri, rilievi
sistematici della linea di riva per mezzo di tecnologie
satellitari, arretramenti della linea di riva dopo i
ripascimenti, monitoraggio della linea di riva, dei profili e
dei prismi sabbiosi per mezzo di tecnologie
innovatrici…)
Regione Toscana
Regione Lazio
Regione Emilia-Romagna
Dipartimento de l'Hérault
Regione Liguria
Generalitat de Catalunya
Crète
Macédoine de l’Est-Thrace
SMNLR
TOTALE
Budget disponible
€ 290.400,00
€ 190.000,00
€ 40.500,00
€ 191.500,00
€ 33.200,00
€ 50.000,00
€ 155.000,00
€ 123.930,00
€ 99.000,00
€ 1.173.530,00
Il monitoraggio dell’erosione: monitoraggio quantitativo del fenomeno erosivo a scala
regionale e locale
Introduzione
Le Amministrazioni pubbliche che hanno competenza in materia di difesa delle coste, devono possedere degli strumenti
di controllo territoriale del fenomeno dell’erosione. Il controllo territoriale è necessario per valutare l’intensità dei
fenomeni di modificazione della linea di riva e quindi la minore o maggiore disponibilità nel tempo della spiaggia
emersa. E’ in particolare necessario valutare la sistematicità degli eventi (arretramento od avanzamento della linea di
riva) ovvero la loro stagionalità o la loro ciclicità su tutto il litorale di interesse. Queste informazioni sono indispensabili
per sviluppare una pianificazione ed una programmazione degli interventi che tenga conto in forma globale della
fenomenologia in atto e che , assieme al controllo ed alla determinazione di altri parametri, consenta una stima
generale dei costi di intervento a livello di pianificazione. Sarà comunque necessaria una analisi degli stessi in termini di
convenienza (costi-benefici), di priorità (rischio) e di programmazione (risorse finanziarie). Spesso infatti si riconduce il
concetto di Gestione Integrata delle Zone Costiere a singoli e locali tratti di costa decontestualizzati da una
fenomenologia che , come noto, è connessa ad una scala quantomeno regionale.
Dato che la conoscenza dei fenomeni erosivi implica la capacità di poter valutare anche la mobilità dei depositi sabbiosi,
l’obiettivo è di rendere più pertinenti, più funzionali e più operativi tali metodi di rilievo. Attualmente esistono diffusamente
reti di monitoraggio (indagini topo-batimetriche effettuate con sistematicità….), ma appare opportuno orientarsi verso di
metodi innovativi per avere un approccio più integrato della gestione dell’erosione e per visualizzare e comprendere a
scala di più celle sedimentarie l’insieme dei depositi di sabbia. Le Amministrazioni che aggiudicano i lavori di
ripascimento per la ricostruzione o il mantenimento delle spiagge sono particolarmente interessate ad ottenere una
maggiore stabilità di materiale versato che va a costituire la spiaggia emersa. Se da un punto di vista morfodinamico la
stretta correlazione tra la spiaggia emersa e la spiaggia sommersa è ben nota, l’obiettivo principale è l’ampliamento della
spiaggia ricostituita. Spesso infatti un risultato per il quale il materiale versato va a diminuire la profondità di estesi tratti
di spiaggia sommersa a svantaggio dell’estensione di quella emersa, è considerato completamente insoddisfacente.
2.1.1 Rilievo sistematico delle linee di riva attraverso tecnologie satellitari
Introduzione
Il rilievo della linea di costa per finalità pianificatorie e programmatorie deve essere condotto su ampie fasce di litorale,
deve essere ripetuto e comparato negli anni (anche con rilievi precedenti, se disponibili) ed infine non richiede
un’elevata precisione in quanto deve dare luogo a valutazioni a livello strategico generale, confermate da sequenze
annuali significative (minimo 3). Le immagini satellitari possono rispondere, meglio di altre tecnologie, a questi specifici
scopi in relazione anche alla estendibilità delle attività di monitoraggio a territori di non facile accesso o difficilmente
monitorabili da terra ed in relazione alla resa di numerose informazioni teritoriali complementari di notevole interesse
(dune, barre e secche sottomarine, margine superiore delle praterie di Posidonia, ecc.).
Obiettivo generale :
Sviluppo di metodologie di rilievo morfologico delle spiagge finalizzate al monitoraggio della loro evoluzione in rapporto a
differenti scale temporali, con valutazione della precisione su siti campione caratterizzati da differenti dinamiche
morfologiche e sedimentarie.
Obiettivi specifici :
1. Acquisizione di immagini satellitari di specifici tratti di costa del Mediterraneo, scelti sulla base di esigenze
prestabilite (siti pilota, siti caratteristici, siti sensibili, ecc.) e nell’ipotesi di una attività di rilievo sistematico della
linea di riva.
2. Elaborazione di immagini con definizione di uno stesso protocollo in considerazione di altre esperienze
(Coastview).
3. Estrazione di siti tematici (dune, barre e secche sottomarine, limite superiore di praterie di Posidonia, etc.) con
definizione di un Protocollo.
4. Elaborazione di software specifici per la migliore determinazione della linea di riva da immagini satellitari con
annesse attività sul campo per la verifica dei rilievi con definizione di un protocollo.
5. Elaborazione di altre immagini di sufficiente risoluzione per il confronto con le nuove immagini con definizione di
un protocollo.
6. Calcolo delle variazioni areali all’interno di linee di riva consecutive e rappresentazione dei risultati con
definizione di un protocollo.
7. Verifica delle procedure approssimate per il calcolo dei volumi considerando le variazioni areali e la
conoscenza di altri parametri morfologici.
8. Implicazione delle amministrazioni locali nel controllo delle variazioni morfologiche della costa.
9. Monitoraggio pilota dell’evoluzione della linea di riva per mezzo di immagini satellitari.
10. Correlazione tra le variazioni della linea di riva e le variazioni della spiaggia sommersa (rilievo della linea di riva
e della batimetria in siti pilota per mezzo di elaborazione d’immagini).
2.1.2 Metodi innovativi pr la realizzazione di reti di monitoraggio per un approccio integrato della gestione
dell’erosione e per una valutazione, a scala di più celle sedimentarie, dell’insieme degli spostamenti di sabbia.
Introduzione
Si rileva l’esigenza di un monitoraggio più coordinato dei depositi sabbiosi per gestire nel modo ottimale le risorse di
sabbia. Attualmente la cinematica dei trasporti verso il largo ed i meccanismi connessi al flusso di grandi masse
sedimentarie sottocosta non sono ben noti. Colmare questa lacuna permetterà di realizzare una politica più avanzata di
gestione delle risorse di sabbia.
Obiettivo generale
Definire, verificare e illustrare nuovi metodi per la valutazione, a scala di più celle sedimentarie, degli spostamenti di
sabbia sottocosta.
Obiettivi specifici
1. Cartografia speditiva dell’interfaccia terra-mare dalla spiaggia emersa fino ai fondali -5 m, con una maglia di
rilevazione densa utilizzando la tecnica LIDAR (Light Detection And Ranging)
2. Delimitazione in profondità dello spessore delle sabbie mobilizzabili ; realizzazione di carte degli spessori
delle unità sedimentarie mobilizzabili ; conoscenza di siti instabili o in via di indebolimento. Delimitazione 3D del
prisma sedimentario attraverso indagini sismiche THR (Très Haute Résolution).
3. Installazione di una rete di Web-cam in grado di una copertra a 180° presso un sito oggetto di modificazioni
come ad esempio zone di prelievo di sabbia in vista di un ripascimento di altre spiagge. Analisi delle immagini
Le Rapport des Objectifs_19_ita
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digitali da fotocamere per quantificare la velocità di accrescimento per esempio della sabbia dietro una diga a
mare ed i meccanismi della sua formazione.
4. Stima dei movimenti di sabbia verso il largo e studio delle condizioni di emigrazione dei sedimenti in condizioni
naturali o indotte (in prossimità di un lavoro artificiale o dopo un intervento di ripascimento) considerando in
particolare l’aspetto legato alla granulometria.
5. Controllo delle dinamiche delle correnti di ritorno responsabili dell’erosione dei litorali protetti e de danni alle
opere di difesa.
2.1.3 Metodologie per la valutazione dell’arretramento della linea di riva e la redistribuzione di sedimenti dopo i
ripascimenti delle spiagge
Introduzione
Un fattore fondamentale che influenza la redistribuzione del materiale sversato lungo il profilo della spiaggia esistente è
la granulometria del materiale stesso. Dopo un ripascimento la linea di riva tenderà ad arretrare in una misura correlata
all’affinità del materiale sedimentario utilizzato con quella del materiale in sito. In effetti , a condizioni climatiche medie
immutate, il profilo che assumerà una spiaggia dove è stato effettuato un ripascimento, è praticamente connessoalla
sola caratterizzazione sedimentologica del materiale di apporto
Considerato che la disponibilità di materiale
sedimentario idoneo è fortemente condizionata dalle difficoltà di reperimento di tale risorse (scarsità di cave, costi di
trasporto, ecc.), è quanto mai utile uno strumento di indagine che consenta di stimare l’evoluzione della linea di riva,
ovvero della riallocazione del materiale sversato, dopo un ripascimento, in relazione alle caratteristiche del materiale di
apporto rispetto a quello preesistente.
Obiettivo generale
Strumenti per la determinazione della posizione a regime della linea di riva dopo interventi di ripascimento e della
distribuzione sulla spiaggia emersa e sommersa dei sedimenti sversati in relazione alle loro caratteristiche
granulometriche
Obiettivi specifici
1. Caratterizzazione delle situazioni tipo e scelta di siti pilota che saranno oggetto, nell’arco temporale delle
attività del sottoprogetto, ad interventi di ripascimento.
2. Predisposizione di uno o più modelli lineari (evoluzione singoli profili) od areali (evoluzione superficie) per la
stima del nuovo assetto dei sedimenti posti in opera, una volta raggiunte le condizioni di equilibrio teorico
(affinità distribuzione sedimenti originari con la distribuzione dei sedimenti di ripascimento)
3. Protocollo per la impostazione conoscitiva dei parametri influenti la fenomenologia (densità dei rilievi e dei
prelievi, modalità per le analisi granulometriche, periodicità delle verifiche, ecc.)
4. Applicazione dei modelli a situazioni reali rese disponibili da parte dei partner OCR con simulazioni differenziate
e tracciamento delle linee di riva assestate.
Le Rapport des Objectifs_19_ita
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MISURA 2.2
2.2. Il clima e l’erosione: sistemi di valutazione,
monitoraggio e previsione dei movimenti ondosi
sottocosta (rapporto tra i fenomeni erosivi rilevati e i
Partner OCR
Regione Lazio
Regione Emilia-Romagna
Macédoine de l’Est-Thrace
clima ondosi medi, interazione tra il clima ondoso
SMNLR
sottocosta ed i differenti tipi di fondo vegetato e non, TOTALE
Budget
disponibile
€ 142.000,00
€ 107.210,00
€ 75.360,00
€ 284.050,00
€ 608.620,00
definizione dei parametri fondamentali essenziali,…)
Il clima e l’erosione: sistemi di valutazione, monitoraggio e previsione dei movimenti
ondosi sottocosta
Introduzione
I fenomeni d’erosione che si sviluppano sulle coste derivano da molteplici fattori di natura antropica, geologica,
climatica, ecc. Intervenire sui fattori che hanno generato e che favoriscono i fenomeni erosivi, significa spesso affrontare
problemi strutturali del nostro modello di sviluppo (politiche energetiche, politiche di sviluppo in generale, difesa del
suolo, ecc.) e per queste ragioni spesso resta molto difficile ottenere dei risultati concreti. Tuttavia resta indispensabile
la comprensione e l’analisi delle cause dell’erosione dei litorali per migliorare la gestione dei rischi, approfondendo, per
esempio, la conoscenza dei climi ondosi e del loro impatto sulla riva.
2.2.1 Monitoraggio e previsione del clima ondoso sottocosta
Introduzione
La realizzazione di una rete di misura delle onde permanente ed in tempo reale, consultabile liberamente sulla rete
Internet, potrebbe consentire una conoscenza approfondita dei climi che interessano le coste. In particolare sarebbe
importante correlare precisamente le onde al largo e le onde sottocosta in differenti punti. La modellizzazione di questi
dati permetterà di calcolare in ogni punto della costa l’onda risultante e di produrre un atlante delle onde e dei sovralzi di
tempesta (storm surge) direttamente utilizzabili dagli operatori sul territorio.
Obiettivo generale
Sviluppo di sistemi per la conoscenza del clima ondoso in prossimità della linea di riva per la modellizzazione dei
fenomeni erosivi.
Obiettivi specifici:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
completare e migliorare le reti ondametriche al largo per la messa il posizionamento di boe direzionali ;
pubblicazione dei dati grezzi in tempo reale su un sito internet;
prove e validazione di strumenti di realizzazione di modelli accoppiati delle onde, delle correnti e dei sovralzi marini
che permettano di estrapolare le misure in qualsiasi punto dei litorali studiati;
produzione di dati su onde, correnti, sovralzi prossimi alla linea di riva per validare i modelli citati sopra;
taratura di modellizzazioni sulla base di dati prodotti e registrazione per estrapolazione del resto del litorale
regionale.
produzione di un atlante regionale delle onde, correnti e sovralzi direttamente utilizzabili dalle amministrazioni locali.
valutazione dello stato del litorale sulla base di indicatori sintetici che permettono di prevedere gli effetti sulla costa
dopo eventi estremi. Definizione e descrizione del clima meteo-marino della costa (distribuzione e frequenza delle
condizioni ondose, venti, maree) ;
Analisi del comportamento delle opere di difesa in condizioni di regime e di eventi ondosi eccezionali.
Le Rapport des Objectifs_19_ita
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2.2.2 Studio della relazione tra il clima ondoso sottocosta e la presenza di praterie di Posidonia Oceanica.
Introduzione
A volte le cause dell’erosione dei litorali derivano dall’indebolimento delle strutture di difesa naturali come le dune o le
praterie di Posidonia. In alcuni casi, dei fenomeni erosivi intensi sono associati ad una regressione significativa delle
praterie di Posidonia Oceanica (indotta, ad esempio, dall’immissione in mare di sostanze inquinanti) che potrebbe aver
dato luogo alla comparsa di onde sottocosta più aggressive, essendo venuta a diminuire la resistenza del fondo marino
alla loro propagazione. La conoscenza del rapporto tra il clima ondoso sottocosta e le caratteristiche del fondo marino
permette di apprezzare certi fenomeni erosivi in atto e di mettere in evidenza l’importanza di interventi per la riduzione
del fenomeno di regressione delle praterie di Posidonia Oceanica.
Obiettivo generale
Studiare , determinare e valutare le capacità di mitigazione del clima ondoso sottocosta da parte delle praterie di
Posidonia.
Obiettivi specifici
1. Inquadramento e caratterizzazione delle praterie di Posidonia Oceanica nei bacini interessati (dimensione,
forme, e tipologie, substrati, dinamica dei fenomeni regressivi, cause di regressione) ;
2. Inquadramento e caratterizzazione di modelli di propagazione delle onde a riva in relazione alle tipologie dei
fondali ;
3. Caratterizzazione delle situazioni tipo e scelta dei siti pilota ;
4. Esperienze a dimensione naturale per verificare l’effetto locale delle praterie sulla propagazione delle onde ;
5. Approfondimento delle interconnessioni tra il clima meteomarino ed i fenomeni di regressione delle praterie di
Posidonia;
6. Verifiche delle correlazioni tra i parametri fisici governati dalle onde e correnti e presenza di Posidonia, anche
tramite analisi storiche condotte nei siti pilota.
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Partner OCR
MISURA 2.3
2.3. La ricerca dei giacimenti sabbiosi: risorse naturali
di sabbia sulla piattaforma continentale (stima delle
potenzialità, sistemi di sfruttamento, valutazione dei costi,…)
Département de l'Hérault
Regione Liguria
Regione Emilia-Romagna
Macédoine de l’Est-Thrace
Generalitat de Catalunya
Regione Lazio
TOTALE
Budget disponibile
€ 107.800,00
€ 183.787,50
€ 142.000,00
€ 70.180,00
€ 100.000,00
€ 33.000,00
€ 636.767,50
La ricerca dei giacimenti sabbiosi: risorse naturali di sabbia sulla piattaforma
continentale
Introduzione
Uno dei lavori sviluppati nel dominio del progetto europeo BEACHMED (Interreg IIIb – Medocc) è stato lo studio dal
titolo « ipotesi per linee guida per la ricerca a mare di sabbie da utilizzare per il ripascimento dei litorali in erosione »
elaborato dall’Università di Roma « La Sapienza » in collaborazione con l’Università di Genova. Questo studio è
particolarmente importante perché è stato già condiviso con gli altri partner del progetto (Regione Toscana,
Regione Liguria e Regione Lazio) e rappresenta un punto di riferimento per un futuro sviluppo di un
protocollo in materia di definizione dello standard e delle terminologie necessarie, in relazione anche alle
strategie di ricerca. Ad esempio, basandosi sul principio di un ripascimento di spiagge con materiali di
dimensione granulometrica uguale o superiore a quella in equilibrio con le zone in erosione, la maggior
parte dei progetti di ricerca di giacimenti sabbiosi aveva provato ad identificare e caratterizzare zone
potenzialmente coltivabili o APE (aree di potenziale estrazione) di questa specie. Prendendo in
considerazione un principio di base diverso che ipotizzi che un ripascimento appena al di là della seconda
barra sabbiosa con sabbia di granulometria indifferente (dunque materiale più fine) può ricoprire un ruolo di
protezione efficace ed a lungo termine, la strategia di valutazione delle risorse in sabbie può essere
modificata.
2.3.1 Risorse naturali di sabbia sulla piattaforma continentale
Introduzione
Considerando le varie proposte che possono essere fatte rispetto alle strategie di ripascimento, occorre
condurre ricerche o continuare gli stessi sulla base degli studi condotti con le campagne precedenti, per
procedere ad una stima delle potenzialità estrattive dei sedimenti di sabbia e ghiaie e di verificare l'attitudine
ai ripascimenti di sabbia.
Obiettivo generale
Stime delle potenzialità dei depositi sabbiosi sotto-marini sulla piattaforma continentale e ricerca di nuovi depositi.
Obiettivi specifici :
1. Ricerca delle località da sabbie fini a grezze (anche ghiaie) su tutta la piattaforma continentale, a partire dalle
basi di dati esistenti ed accessibili
2. Definizione di località potenziali, con un inventario dei dati sedimentologici e sismici disponibili per ogni località
3. Stima dei volumi di sabbia presenti in ogni deposito e della quantità utilizzabile per il ripascimento delle spiagge.
Caratterizzazioni sedimentologiche e stratigrafiche dei depositi noti, con rilevamenti geognostici specifici (carotiere
e benna)
4. Realizzazione di campagne di ricerca geofisiche e geognostiche (carotieri e benna) nella piattaforma, per
determinare la presenza di eventuali depositi sabbiosi
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5. Ottenere una batimetria di dettaglio 2D e 3D, per osservare le morfologie superficiali dei fondali e di
determinare, possibilmente, l'eventuale continuità/discontinuità dei depositi
6. Indagine Side Scan Sonar (SSS) per osservare strutture sedimentarie superficiali, presenza di praterie di
Posidonia (alle batimetriche più basse) ed anche eventuali presenze di resti archeologici, con dimensioni tali da
rientrare nel potere risolutivo delle apparecchiature usate
7. Acquisizione geofisica (sub Bottom Profiler, Boomer, ecc..)
8. Campionamenti ed analisi granulometriche
9. Sfruttamento dei dati nuovi e sintesi a campagna conclusa. Redazione del rapporto finale definitivo.
10. Diffusione dei risultati
2.3.2 Approfondimenti metodologici, perfezionamento e condivisione degli studi delle linee guida per la ricerca
a mare di sabbie da utilizzare per i ripascimenti dei litorali in erosione.
Introduzione
In seguito ai raffronti effettuati tra vari studi di settore ma soprattutto in seguito alle esperienze maturate in campo da
parte dei vari partner, è stata avvertita l'esigenza di raccogliere le esperienze in questa materia in un protocollo
metodologico adeguato alla specificità degli interventi di dragaggio dei sedimenti di sabbia sommersi e degli interventi di
ripascimento.
Obiettivo generale
Perfezionamento e diffusione di linee guida per la ricerca a mare di sabbie da utilizzare per i ripascimenti dei litorali in
erosione a tutti i partners coinvolti nell’operazione.
Obiettivi specifici
1. Condivisione del protocollo metodologico con i partner interessati e valutazione di eventuali esigenze territoriali
specifiche
2. Perfezionamento ed applicazione pratica del protocollo ad attività di dragaggio e ripascimenti programmati dai
partner interessati.
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MISURA 2.4
Partner OCR
2.4. La coltivazione sostenibile: compatibilità ambientale
delle attività di dragaggio e ripascimento (identificazione
delle componenti ambientali sensibili, definizione delle zone
protette, effetti sottoposti a studi di impatto,…)
Regione Emilia-Romagna
Regione Toscana
Macédoine de l’Est-Thrace
Regione Lazio
Regione Liguria
TOTALE
Budget disponibile
€ 84.000,00
€ 103.500,00
€ 43.094,00
€ 107.000,00
€ 68.040,00
€ 405.634,00
La coltivazione sostenibile: compatibilità ambientale delle attività di dragaggio e
ripascimento.
Introduzione
Uno dei risultati ottenuti dal progetto europeo BEACHMED (Interreg IIIB-Medocc) è il « Protocollo Metodologico
Specifico per lo Studio degli Aspetti Ambientali per l’Utilizzo dei Depositi Marini Sabbiosi del Largo e per il Ripascimento
delle Spiagge (BEACHMED-ENV1) » elaborato e sviluppato a cura dell’ICRAM per la Regione Lazio.
Questo Protocollo (BEACHMED-ENV1) è particolarmente importante in quanto è stato condiviso da altri partner del
progetto (Regione Toscana, Regione Liguria, Regione Lazio e Generalitat Valenciana) e rappresenta un punto di
riferimento per un futuro sviluppo normativo in materia. Il documento in effetti è stato ritenuto un protocollo metodologico
appropriato alla particolare specificità degli interventi di dragaggio dei depositi sabbiosi sommersi del largo e di
ripascimento, a seguito dei confronti operati sui diversi studi di settore ma soprattutto a seguito delle esperienze
maturate in campo da parte dei diversi partner. Nella complessa materia dello sfruttamento dei depositi marini, molti
sono i fattori che occorre prendere in considerazione ma molto spesso non si hanno ancora parametri di raffronto per
valutare il vero impatto di alcune attività. È il caso, ad esempio, dei problemi di torbidità generati dalle operazioni di
dragaggio e di ripascimento o problemi collegati alle coperture pelitiche presenti sui depositi sabbiosi. Approfondimenti
particolari sono previsti a proposito di queste argomentazioni per valutare la fattibilità delle attività di sfruttamento e dei
lavori di ripascimento, con l’intento di dare un contributo alla definizione di un protocollo generale su questo argomento.
Obiettivo generale
Perfezionamento del Protocollo ENV1 con delle applicazioni specifiche (torbidità, coltri pelitiche) per valutare la fattibilità
degli interventi in questo settore.
Obiettivi specifici
1. condivisione del protocollo metodologico con i partner interessati e valutazione di eventuali esigenze territoriali
specifiche;
2. Perfezionamento ed applicazione del protocollo ad attività di dragaggio e ripascimenti programmati dai partner
interessati;
3. Caratterizzazione dei siti di dragaggio;
4. Cartografia e monitoraggio della prateria di Posidonia Oceanica prospiciente i litorali oggetto di attività di ripascimento
ed analisi strumentali per la messa a punto di metodi indiretti di rilevamento delle praterie di Posidonia;
5. Acquisizione dei dati necessari per valutare l'impatto dei ripascimenti sulle praterie di Posidonia Oceanica;
6. Determinazione di una metodologia specifica per la stima ed il monitoraggio della torbidità/tasso di sedimentazione
nell’ambiente marino (al largo e sottocosta) in relazione agli interventi di dragaggio dei depositi sabbiosi sommersi e di
ripascimento costiero;
7. Progetto pilota per la stima ed il monitoraggio della torbidità/tasso di sedimentazione in siti oggetto di attività di
movimentazione di sabbie (sito di dragaggio e ripascimento);
8. Perfezionamento ed applicazione del protocollo specifico per le attività di caratterizzazione su siti pilota (siti di
dragaggio e di ripascimento programmati dai partner interessati).
9. Stime e valutazioni dell'impatto che deriva dal dragaggio di sabbia relitta ricoperta da uno strato di pelite;
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MESURE 3.1
3.1. La fascia costiera: recupero della fascia costiera e
sua gestione territoriale e urbanistica (valutazione del
rischio, stime di tipo socio-economiche nella scelta della
priorità degli interventi o nel quadro dell’imposizione di vincoli,
processi di naturalizzazione, scenari a lungo termine rispetto
ai fenomeni d'innalzamento del livello medio marino,…)
Partenaire OCR
Regione Liguria
Regione Lazio
Département de l'Hérault
Macédoine de l’Est-Thrace
Regione Emilia-Romagna
Crète
TOTALE
Budget disponible
€ 219.380,63
€ 140.000,00
€ 14.600,00
€ 38.480,00
€ 52.000,00
€ 45.000,00
€ 509.460,63
La fascia costiera : recupero della fascia costiera e sua gestione territoriale e
urbanistica
Introduzione
Il litorale occupa un posto centrale nell'ambito delle attività umane, come luogo di scambio, di produzione, di
urbanizzazione e d'innovazione. Ha così la caratteristica di concentrare su un piccolo spazio un grande numero di
questioni: demografiche, economiche, ambientali e sociali. La fascia costiera, ultimo limite tra la terra ed il mare, è stata
oggetto di uno sviluppo di attività multiple e si è trovata, dove le pressioni erano più forti, conquistata dall'urbanizzazione,
quindi difesa contro il mare spesso tramite tecniche pesanti di lotta contro l'erosione, che in seguito hanno mostrato i
tutti i propri limiti in termini di effettiva difesa e di durata. Di fronte a questa constatazione e davanti alla necessità di
considerare non più i problemi su scala amministrativa locale ma sulla scala dei contesti ambientali, sono stati avviati
studi per precisare la natura dei fenomeni erosivi, per definire il corretto livello di esame dei problemi, per prevedere
soluzioni definitive da un punto di vista economico, ambientale e sociale, in grado di tenere in conto tutte le componenti
socio-ambientali in gioco. La complessità particolare della geomorfologia, con lo sviluppo rapido delle infrastrutture e
degli impianti produttivi, ha comportato un forte aumento della vulnerabilità dei litorali, messi in evidenza, ad esempio,
della percentuale elevata delle spiagge in erosione. Ai problemi di urbanizzazione e di occupazione del territorio
costiero, si sono sovrapposti negli ultimi decenni gli effetti dei cambiamenti climatici, sia naturali sia indotti. I fenomeni
correlati all'arretramento della linea di riva mettono in grave pericolo gli ambienti naturali, le attività economiche che si
svolgono su di essa, la sicurezza delle opere pubbliche e delle infrastrutture.
3.1.1 Zone costiere esposte il rischio d'inondazione
Introduzione
Le nuove tendenze della ricerca, in coerenza con la comprensione delle dinamiche naturali (nelle quali la ciclicità degli
eventi ed alterazioni abituali degli equilibri coesiste sulla scala locale e regionale), tendono ad affrontare i fenomeni
erosivi senza tuttavia contrastarli, in un quadro generale di riequilibrio delle situazioni naturali al contorno. In questo
contesto si deduce come per le zone morfologicamente depresse, dove è forte l'interazione con gli eventi meteo-marini,
sia necessario adattare i piani di sviluppo territoriale alle future variazioni fisiografiche ed ambientali legate anche ai
cambiamenti climatici globali (aumento del livello dei mari, aumento degli eventi estremi, ecc..) ed ai fenomeni geologici
in senso largo (subsidenza, ecc.), che agiranno come forzanti significative nella definizione delle linee di sviluppo
costiero. L'utilizzo della fascia costiera è legato dunque all'esigenza incombente, ma ancora non interamente realizzata,
di una programmazione corretta e di una gestione che possa preservare sia l'ambiente che le attività e le risorse . Lo
strumento per studiare le possibili opportunità di programmazione è la valutazione del rischio al quale la fascia costiera è
sottoposta. Occorre dunque definire una metodologia di valutazione dei rischi rivolta alle coste del Mediterraneo che dia
l'opportunità di evidenziare le zone a maggior rischio. Soluzioni possibili per la mitigazione dei rischi saranno indicate e
verificate dalla stessa metodologia individuata.
Obiettivo generale
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Valutazione del rischio d'inondazione delle zone costiere per effetto dei fenomeni meteo-marini, dei cambiamenti del
clima, delle variazioni morfologiche e criteri per l'individuazione delle zone di rischio. Verifica dei sistemi per la
pianificazione integrata finalizzata alla mitigazione o all’eliminazione del rischio d’inondazione.
Obiettivi specifici
1. Raffronto fra le diverse metodologie di valutazione del rischio adottate dai partner
2. Valutazione dei parametri caratterizzanti il rischio d'inondazione delle zone costiere
3. Valutazione dei parametri che indicano il rischio di risalita del livello del mare, anche attraverso l'elaborazione dei tassi
probabili di oscillazione eustatica, cedimento, neo-tettonica, idrostasia glaciale, sia a livello locale sia regionale, per vari
scenari (2025, 2050 e 2100);
4. Redazione di cartografie tematiche relative al pericolo integrato ed al rischio di risalita del livello del mare per gli anni
2025 - 2050 - 2100;
5. Redazione di linee guida per la valutazione del rischio unito anche alla risalita del livello del mare
6. Confronto fra le diverse soluzioni di mitigazione dei rischi adottate dai partner
7. Individuazione di siti pilota per svolgere verifiche sull'applicabilità di una pianificazione territoriale - urbanistica
integrata e finalizzata alla mitigazione o all'eliminazione dei rischi
3.1.2 Integrazione della difesa della costa nella pianificazione territoriale e urbanistica – Recupero della fascia
costiera e gestione territoriale
Introduzione
Gli interventi di difesa e riqualificazione della costa devono essere connessi ad una gestione globale del territorio che
consideri la vulnerabilità della zona costiera e che permetta una programmazione delle risorse a media e a lunga
scadenza. Questa gestione, per risultare efficace, deve comportare diversi livelli decisionali e la pianificazione territoriale
ed urbanistica ne rappresenta lo strumento fondamentale. L'organizzazione del territorio in varie scale e le regole
dell'utilizzo del suolo sono i mezzi operativi che permettono di dare efficacia ai concetti di sviluppo sostenibile e di
gestione integrata, accordando le caratteristiche dei territori e le specificità della realtà socioeconomica. Ciò è più ovvio
nel bacino del Mediterraneo in cui la varietà di questi aspetti, sia di natura fisica che culturale, impone la ricerca di
soluzioni differenti, che diano risposte efficaci alla domanda crescente d'utilizzo dello spazio costiero. Inoltre la tutela del
paesaggio e la conservazione delle attività umane di manutenzione del territorio che hanno conformato il paesaggio, si
scontrano con le tendenze ad un'omogeneizzazione delle funzioni ed alla estinzione delle diversità che costituiscono un
valore specifico. La scala regionale costituisce, nella maggioranza dei casi, il livello al quale queste tematiche trovano
una composizione efficace che fornisce norme e criteri operativi che devono in seguito essere configurati in progetti
specifici su scala locale. Gli scenari possibili e le conseguenti scelte di progetto, infatti, possono essere
considerevolmente diversi dove si trovano territori poco inclini ad una debole pressione antropica o territori fortemente
sviluppati (con tutte le situazioni possibili intermedie). Anche in zone litoranee relativamente ridotte si possono
presentare scenari diversi ed in qualunque caso è necessario garantire che lo sviluppo e la salvaguardia di una
caratteristica della costa (magari economicamente più forte) non provochi dei danni nei tratti adiacenti.
Obiettivo generale
Integrare le preoccupazioni ed i criteri della difesa della fascia costiera dall'erosione nella pianificazione territoriale ed
urbanistica. Verificare la necessità di soluzioni specifiche sulla base delle caratteristiche dei vari territori.
Obiettivi specifici
1. Analisi e valutazione delle esperienze di recupero della fascia costiera
2. Analisi dei parametri considerati nella valutazione dei fattori che influenzano lo sviluppo urbano costiero
3. Valutazione delle indicazioni dei Piani della Costa esistenti e necessità dei suoi aggiornamenti.
4. Selezione di una o più località pilota con caratteristiche specifiche che corrispondono a modelli di interesse generale
(località a sviluppo turistico avanzato, località di qualità elevata ambientale, località oggetto di interventi di considerevole
trasformazione) dove sviluppare scenari di pianificazione e di gestione del territorio
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MISURA 3.2
Partner OCR
3.2. GIZC: messa in opera di studi strategici operativi per Département de l'Hérault
la manutenzione e la ricostruzione delle spiagge (ICZM) Regione Emilia-Romagna
(bilancio dell’evoluzione del tratto di costa, analisi socioRegione Liguria
ambientale e paesaggistica, proposta di scenari di gestione
Regione Lazio
integrata delle zone costiere, proposta di un piano direttore di Macédoine de l’Est-Thrace
gestione, sviluppo di programmi d’intervento puntuali,…)
TOTALE
Budget disponibile
€ 94.000,00
€ 44.500,00
€ 54.120,00
€ 50.000,00
€ 58.752,00
€ 301.372,00
GIZC: messa in opera di studi strategici operativi per la manutenzione e la ricostruzione
delle spiagge (ICZM)
Introduzione
Il tema della gestione integrata della zona costiera è attualmente sviluppato in misura notevole a livello teorico e
recepito, sotto diverse forme, negli atti di pianificazione costiera a vari livelli. Nel settore dell'Unione Europea il
documento di riferimento è costituito dalla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio 2002/413/CE e,
nel quadro della convenzione di Barcellona (e dunque a livello dei paesi del Mediterraneo) con il progetto recentemente
recepito da parte della PAP/RAC del protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo. A questo
riguardo occorre sottolineare i diversi livelli d'approfondimento raggiunti dai partner Europei del Mediterraneo. Ad
esempio numerosi tratti di litorale dell'Europa mediterranea sono ormai protetti, o lo saranno a breve, con studi di
gestione integrata della costa (ICZM), realizzati tuttavia ad una scala intercomunale e che quindi necessitano di una
metodica per un coordinamento ed un’omogeneizzazione su scala regionale. Un altro aspetto specifico che caratterizza i
processi decisionali della gestione integrata è il raffronto tra i costi di un intervento di ricostruzione e difesa di una
spiaggia ed i benefici che si possono ottenere da questo intervento (CBA).
3.2.1 La messa in opera di studi strategici operativi per la ricostruzione delle spiagge
Introduzione
Si tratta di riunire gli studi costieri di gestione integrata (ICZM) già realizzati ad una scala intercomunale, metterli a livello
comparabile di indagine e creare un Atlante permanente del litorale sull’argomento. Questo strumento costituirà una
base di analisi affidabile ed operativa di primo piano, raffigurata con prodotti cartografici di qualità, riproducibili sulla
scala delle grandi unità sédimentologiche o regionali. È a questa scala spaziale che si è prodotta da alcuni anni una
serie di studi strategici preliminari , studiati secondo strutture simili e coerenti.
Obiettivo generale
Raccolta degli studi già effettuati nel settore per strutturare la gestione integrata delle zone costiere a livello regionale.
Obiettivi specifici:
1. bilancio dell'evoluzione di un tratto di costa
2. analisi socio-ambientale e paesaggistica
3. proposte di scenari di gestione integrata delle zone costiere
4. realizzazione di un piano direttivo di gestione
5. impegno di programmi di intervento specifici
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3.2.2 Analisi costati/benefici per la difesa costiera ed il valore economico delle spiagge.
Introduzione
La protezione delle zone costiere rappresenta un dovere essenziale per le Amministrazioni Pubbliche al fine di
incrementare il benessere sociale e preservare questa risorsa. Tuttavia il budget disponibile per le amministrazioni è
sempre limitato sebbene un investimento nella difesa di un litorale corrisponda a rientri economici molto importanti per
l'economia locale. L'analisi dei costi e dei benefici ha il compito di mostrare questa relazione e di fornire gli elementi per
comparare varie soluzioni rispetto agli aspetti economici. Lo studio di fattibilità, d'idoneità e di sostenibilità di un'opera di
difesa costiera, richiede la conoscenza di parametri legati allo sviluppo socioeconomico del litorale oggetto dello studio.
Quest'aspetto risulta di interesse comune fra le Amministrazioni che dispongono di risorse economiche per realizzare
politiche di sviluppo delle zone costiere ed è importante sia per gli aspetti naturalistici e paesaggistici che per lo
sfruttamento delle risorse turistiche e ricreative. Il valore economico totale di una spiaggia (TEV) può essere considerato
come un efficace mezzo per l'analisi di questi aspetti. L'analisi dei benefici deve essere confrontata con i costi
d'intervento che possono essere molto diversi e che devono essere studiati sotto l'aspetto economico e finanziario.
Un'analisi corretta costi/benefici consente di verificare la fattibilità e la sostenibilità di un'opera di difesa e di fornire una
stima dei costi che l'Amministrazione potrebbe far gravare sul settore privato. Resta di comune interesse la
determinazione di una metodologia valida per studiare la fattibilità economica di un'opera di difesa costiera. Gli attuali
modelli (Cost - Benefit Analysis CBA) utilizzano mezzi di confronto tra i costi ed i vantaggi prodotti da diverse tipologie di
difesa, compresa quella di non intervento. È fondamentale la stima dei costi che quest'ultima scelta potrebbe generare a
causa dei danni possibili arrecati alle spiagge per effetto combinato dell'erosione costiera e del rischio di
danneggiamenti delle infrastrutture per eventi estremi meteo-marini. Il modello d'analisi costo - benefici richiede dati in
ingresso che si possono ottenere grazie all’utilizzo di modelli fisici (evoluzione della linea di costa nel tempo), di modelli
ambientali (valutazione degli equilibri dell'ecosistema), di modelli del rischio (danni su beni presenti sulla spiaggia) e di
modelli socio - economici (vantaggi diretti ed indiretti prodotti delle attività presenti sulla spiaggia).
Obiettivo generale
Sviluppo di un modello d'analisi costato/benefici per il raffronto tra più tipologie di interventi di difesa costiera ed il valore
economico delle spiagge determinato tramite analisi specifiche socioeconomiche.
Obiettivi specifici
1. Confronto e scambio di esperienze con le regioni partner sui temi della gestione integrata delle zone costiere;
2. Sviluppo di indicatori dello stato costiero (CSI - Coastal State Indicators) legati alle risorse, per descrivere lo stato
dinamico delle coste sottoposte alla gestione integrata delle zone costiere (GIZC);
3. Un monitoraggio realizzato con questionari per stimare il valore "non commerciale" della spiaggia, dove i turisti sono
invitati a rispondere;
4. Un monitoraggio realizzato con questionari per scoprire le preferenze dei turisti e degli operatori sui vari tipi di
strutture di difesa costiera;
5. Caratterizzazione delle spiagge del Mediterraneo sotto il profilo del loro valore;
6. Definizione di una metodologia specifica per la determinazione del valore delle spiagge ai fini delle analisi
costi/benefici;
7. Definizione di una metodologia per la parametrizzazione e la valutazione dei costi per le varie tipologie di interventi
di difesa della costa;
8. Applicazione del metodo costi/benefici a siti pilota;
9. Definizione di una metodologia per la determinazione dell'avanzamento ideale/ottimale della spiaggia con
ripascimento artificiale;
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3.2.3 Applicabilità dei criteri di gestione integrata della costa
Introduzione
La bozza recentemente predisposta dalla PAP/RAC del Protocollo sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere del
Mediterraneo, anche a livello di proposta (che dovrà essere approvato e ratificato dalle Parti Contraenti) ha, rispetto alla
raccomandazione 2002/413/CE già citata, un carattere più definito con valore di attuazione, in particolare riguardo alle
conseguenze sulla gestione del territorio costiero.
Obiettivo generale
Verificare l'applicabilità della Raccomandazione e del Protocollo a livello locale su una zona pilota estesa a scala sovra
comunale che possa corrispondere almeno ad un'unità fisiografica.
Obiettivi specifici
1.
2.
3.
4.
5.
Applicazione della definizione di zona costiera;
Determinazione degli elementi di gestione relativi a livello locale;
Verifica degli strumenti di pianificazione e della loro coerenza con le prescrizioni/indicazioni del Protocollo;
Verifica degli aspetti dell'organizzazione amministrativa/informazione e partecipazione;
Contributo alla predisposizione di una strategia mediterranea e nazionale di gestione integrata.
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MESURE 3.3
3.3. Il ciclo sedimentario : gestione degli stock sabbiosi
intercettati dalle infrastrutture costiere e recupero del
trasporto solido dai letti fluviali (stima dei volumi implicati,
possibilità e metodologie per il riutilizzo dei materiali
parzialmente contaminati, gestione dei depositi accumulati
nelle riserve artificiali, difesa del suolo compatibile, metodi di
monitoraggio e controllo del ciclo sedimentario,…)
Partner OCR
Generalitat de Catalunya
Regione Emilia-Romagna
Regione Toscana
Département de l'Hérault
Macédoine de l’Est-Thrace
Regione Lazio
Creta
TOTALE
Budget disponibile
€ 232.000,00
€ 55.500,00
€ 75.600,00
€ 133.000,00
€ 96.760,00
€ 73.000,00
€ 85.000,00
€ 750.860,00
Il ciclo sedimentario : gestione degli stock sabbiosi intercettati dalle infrastrutture
costiere e recupero del trasporto solido dai letti fluviali
Introduzione
I lavori di difesa (dighe) dei porti agiscono come barriere rispetto agli spostamenti sedimentari longitudinali, poiché
intercettano le sabbie che si muoverebbero lungo la costa in modo naturale. Quest'effetto è particolarmente importante
nelle zone in cui esiste una direzione predominante di questo spostamento, che causa, a sua volta, fenomeni di
erosione molto importanti dove le sabbie non arrivano più poiché intercettate ed accumulate a monte. Per una migliore
gestione degli stock sabbiosi, è necessario valutare l'entità volumetrica delle riserve sabbiose sotto costa, i processi
sedimentari responsabili del loro deposito ed il tasso annuale medio degli scambi tra le celle sedimentarie contigue.
Questi volumi possono essere stimati dalla valutazione degli spessori sedimentari misurati da rilievi sismici. L'analisi
del Ciclo Sedimentario deve estendersi lungo le reti idrografiche , risalendo le bocche fluviali dalle quali hanno origine gli
spostamenti longitudinali delle sabbie. La deriva delle sabbie lungo i litorali rappresenta il risultato del bilancio
sedimentario tra i contributi del fiume e la loro distribuzione verso le zone più lontane del delta, attivato dalle correnti
litorali generate dal movimento ondoso. Vari fattori influenzano l'entità dei contributi solidi fluviali che sono di vitale
importanza per l'equilibrio del bilancio sedimentario sotto costa. La linea di costa subisce nel tempo arretramenti o
avanzamenti proporzionali all'entità di questi apporti.
3.3.1 Gestione degli stock sabbiosi intercettati dalle infrastrutture costiere
Introduzione
I materiali che si accumulano vicino alla bocca dei porti e dei porti-canale sono costituiti nella maggior parte da sabbie di
spiaggia che si muovono lungo la costa, trasportate dalle correnti litoranee. Il dragaggio dei porti, in particolare, è da
sempre un costo inteso in termini di risorse naturali e finanziarie. In effetti l'apertura di un canale subacqueo per favorire
l'accesso delle barche al porto, si traduce spesso in una modifica della morfologia del fondo che ha una durata molto
breve poiché il movimento ondoso solleva e muove la sabbia riempiendo il canale subacqueo e ristabilendo la situazione
iniziale del fondo.
Per una gestione efficace degli stock sabbiosi intercettati dalle infrastrutture costiere è dunque fondamentale la
conoscenza dell'evoluzione del prisma sabbioso litoraneo. Questa deve basarsi su due nozioni: quella di cella
sedimentaria (unità geografica delimitata dal punto di ingresso del sedimento in mare - fiumi - e dalla fine del suo
percorso seguendo la costa, eventualmente delimitata da due promontori o da porti) e quella di disponibilità
sedimentaria (volume delle riserve sabbiose sottocosta).
Infine, una volta realizzato questo bilancio sedimentario ed in vista di ripascimenti, sembra utile interrogarsi sui mezzi
migliori per ottenere una buona gestione degli stock sabbiosi. Una volta individuate le zone carenti di sabbia e i settori
ricchi in sedimento che possono eventualmente fungere da fonti per i ripascimenti, è necessario pianificare il modo per
utilizzare in maniera ottimale questi sedimenti. Le metodologie proposte dovranno in ogni caso comprendere l'analisi
dell'evoluzione della linea di riva e dei fondali, i modelli numerici atti a valutare il trasporto litoraneo e l'evoluzione
morfologica, le analisi granulometriche dei sedimenti superficiali e profondi.
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Obiettivo generale
Individuare la disponibilità di sabbia dei corpi sedimentari e delle unità geografiche lungo il litorale per una migliore
gestione delle riserve sabbiose sottocosta tramite ripascimenti controllati.
Obiettivi specifici
1. Raccolta di informazioni di base relative agli studi esistenti a proposito delle tecnologie di trattamento dei
materiali sedimentari e dei costi relativi di realizzazione e di gestione ;
2. Inventario regionale e modello 2D1/2 del prisma sedimentario litoraneo con la sismica HR e THR ;
3. Studio mirato del prisma sedimentario litoraneo con sismica THR ;
4. Metodologia per la caratterizzazione delle località di interesse con quantificazione dei volumi presenti e volumi
realizzabili annualmente, della granulometria, della chimica, della mineralogia, della microbiologia e della
tossicologia ;
5. Metodologia per la scelta delle località di ripascimento in relazione alle necessità, alle caratteristiche tessiturali
e del colore dei depositi ed all'analisi costi/beneficiati dell'intervento ;
6. Metodologia di dragaggio e ripascimento (censimento dei migliori mezzi e studio di fattibilità di tecniche
innovative finalizzate a migliorare la loro efficacia) ;
7. Linee guida per gli amministratori per illustrare le diverse tecniche di ripascimento (includendo i ripascimenti
sottocosta) ;
8. Realizzazione di modelli numerici dei ripascimenti sottocosta in siti prescelti ;
9. Valutazione dei possibili impatti connessi ai prelievi di sabbia da litorali limitrofi ;
10. Valutazione dei risultati e conseguenze delle metodologie utilizzate e dei volumi di sabbia mobilitati,
specialmente nei casi in cui le zone di prelievo e ripascimento implicano un by-pass in un porto ;
11. Divulgazione dei risultati tramite implicazione dei diversi soggetti interessati a vari livelli e realizzazione di
un'interfaccia di facile utilizzazione per l'utente al fine di consentire l'utilizzo di tali modelli da parte degli
amministratori ;
12. Simulazioni di ripascimento sottocosta in modello fisico ;
13. Realizzazione e monitoraggio di un ripascimento pilota sottocosta in un sito naturale includendo operazioni
addizionali di trattamento, scelte tra quelle identificate come "Best Demonstrable Available Technique".
3.3.2 Stabilizzazione del ciclo sedimentario dei bacini fluviali e dei sistemi delle imboccature fluviali.
Introduzione
Nelle località costiere soggette ad erosione, le cause possibili della diminuzione del contributo solido fluviale sono da
attribuire a fattori quali la creazione di dighe, il prelievo di sedimenti dei letti fluviali, gli interventi di riequilibrio del suolo,
ecc.… Altri fattori climatici, la riduzione della piovosità e la diminuzione conseguente della frequenza di piene con
portate elevate, comportano una diminuzione ulteriore del contributo solido fluviale. La volontà delle amministrazioni
locali che si occupano della difesa dei litorali è di intervenire sul bilancio solido costiero cercando di ristabilire un ciclo dei
sedimenti più favorevole, resiliente e duraturo per l'alimentazione delle coste. Diventa dunque fondamentale determinare
le modalità per intervenire sul sistema bacino fluviale/litorale allo scopo di fornire alla costa un maggior apporto
sedimentario senza entrare in contrasto con le attività e gli equilibri esistenti.
Obiettivo generale
Quantificazione dei volumi di sedimento recuperabile dal ciclo sedimentario e definizione dei tempi di recupero e dei
costi di realizzazione oltre alle modalità d'intervento ottimali.
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Obiettivi specifici
1. Stima dei volumi dei sedimenti necessari al recupero dell'equilibrio del ciclo sedimentario ;
2. Studio dei possibili interventi localizzati da effettuare a breve e medio termine (es. trasporto di materiale,
sfruttamento di depositi resi inutilizzabili, interventi su strutture di sbarramento presenti, ecc..);
3. Studio degli possibili interventi sull’intero sistema da effettuare al lungo termine (es. interventi sulla morfologia
e/o l'utilizzo del territorio, realizzazione di piani idrogeologici, ecc..);
4. Stima della quantità di sedimenti recuperabili in seguito alla realizzazione di nuovi interventi;
5. Stima dei tempi e costi necessari per un recupero parziale del trasporto solido finalizzato alla stabilizzazione del
ciclo sedimentario;
6. Linee guida per il recupero e la stabilizzazione del ciclo sedimentario.
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MISURA 3.4
Partner OCR
3.4. I sistemi di difesa naturali: il potenziale delle dune e delle
Regione Lazio
praterie di Posidonia per la difesa dei litorali (metodi di Département de l'Hérault
mappatura e identificazione delle praterie di fanerogame, metodi di
Regione Toscana
impianto artificiale e recupero delle praterie di fanerogame, metodi di Regione Emilia-Romagna
naturalizzazione o ricostruzione dei sistemi dunari stessi nei quadri
Creta
infrastrutturali,…)
TOTALE
Budget
disponibile
€ 107.000,00
€ 40.000,00
€ 99.750,00
€ 42.500,00
€ 30.000,00
€ 319.250,00
I sistemi di difesa naturali: il potenziale delle dune e delle praterie di Posidonia per la
difesa dei litorali
Introduzione
Nell'obiettivo di fare progredire ancora le conoscenze tecniche e la gestione di queste tipologie ambientali, si propone di
effettuare delle operazioni sulla base dell'esperienza in materia di restauro e di protezione di cordoni dunari e dello
scambio di esperienze sviluppate in questo settore. Questo scambio d'esperienze deve anche permettere una riflessione
sui miglioramenti possibili, l'innovazione sul piano tecnico (tipo di materiali, tecniche di vegetazione, miglioramento della
biodiversità, gestione della frequenza, metodi "morbidi" innovativi come il ripascimento con sabbia sottocosta), e
consentire una maggiore considerazione degli aspetti ambientali e socioeconomici in questo tipo di interventi sui litorali.
Ad esempio, la protezione delle dune costiere si affronta usando tecniche "tradizionali" della protezione biotecnica,
concepite per ridurre l'erosione del vento e l'impatto della pressione antropica. Lo scopo della presente misura è anche
quello di valutare l'efficacia di nuove tecnologie biologiche, in corso di sviluppo, concepite allo scopo di servirsi da resti di
Posidonia oceanica depositati sulle spiagge, che non dovrebbe più essere considerata come rifiuto, ma come una
materia prima utilizzabile. Questo approccio innovativo presenta il vantaggio di ridurre la massa di questi residui, che
sono di solito tolti delle spiagge con costose attività di pulizia, e di fertilizzare il sedimento mantenendo il tasso di umidità
più elevato all'interno delle dune. Seguendo quest'approccio, inoltre, si prevedono dei meccanismi positivi di feed-back
tra la biologia e la sedimentologia, così come un aumento della flessibilità, della resilienza e della stabilità dinamica del
sistema spiaggia-duna.
Obiettivo generale
Le opere di ripristino delle dune come strumento tecnico di lotta contro l'erosione del litorale e condivisione dei metodi
morbidi di difesa del litorale tra i diversi partner europei.
Obiettivi specifici
1. Realizzare un bilancio quantitativo e qualitativo delle azioni di restauro e di protezione dei cordoni dunari messi
in opera nelle Regioni OCR, dalle prime sperimentazioni di ricerca applicata, fino ai più recenti trasferimenti di
tecnologia, come ad esempio in Tunisia e Marocco;
2. Messa in atto degli scambi di esperienze da sviluppare in questo settore con i partner implicati nell'operazione
effettuando un trasferimento delle conoscenze scientifiche e tecniche acquisite da ciascuno;
3. Raffronto con le regioni OCR sulle esperienze, quadri normativi e forme esistenti di protezione di sistemi di
dune e redazione di documenti comuni (guide metodologiche, strumenti di supporto decisionale) ;
4. Caratterizzazione delle località dove il restauro del sistema di dune è possibile ;
5. Studio di fattibilità in siti pilota per la rinaturalizzazione e la ricostruzione dei sistemi di dune ;
6. Descrizione del sistema sabbia-duna dal punto di vista fisico (morfologico e sedimentologico) e biologico
(sistema vegetazionale) ;
7. Descrizione della distribuzione e delle caratteristiche (composizione e struttura) della biomassa nella colonna
d'acqua e sulla spiaggia ;
8. Elaborazione di linee guida per la protezione e la ricostruzione delle dune.
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MISURA 4.1
Partner OCR
4.1. Gli aspetti normativi e organizzativi: definizione di
una normativa europea in materia di sfruttamento dei
depositi sommersi e di rinascimento, studio per la
promozione di un Osservatorio Europeo per la Difesa
delle Coste del Mediterraneo (norme di protezione e
recupero dei sistemi dunari, norme di protezione e
recupero delle praterie di fanerogame, norme di
regolamentazione delle attività estrattive dei depositi
sommersi,…), (valutazione degli interessi comuni, attività di
monitoraggio dei fenomeni erosivi e dei climi ondosi
incidenti, implicazione del settore privato, centro dati delle
risorse naturali e di strumenti disponibili, contributo per
definizione di strumenti normativi,…)
Regione Lazio
Regione Emilia-Romagna
Macédoine de l’Est-Thrace
Regione Liguria
Regione Toscana
Crète
Generalitat de Catalunya
TOTALE
Budget disponibile
€ 64.000,00
€ 32.590,00
€ 52.350,00
€ 77.130,00
€ 46.400,00
€ 45.000,00
€ 10.000,00
€ 327.470,00
Il quadro normativo: proposta di una normativa europea in materia di utilizzo dei
depositi sommersi e di ripascimenti
Introduzione
Le amministrazioni pubbliche che hanno maturato la decisione di utilizzare i ripascimenti come mezzo strategico di
difesa dei litorali in erosione, trovano un quadro normativo sull'argomento molto povero e lacunoso. Dalle autorizzazioni
per effettuare ricerche, raccogliere dati, prospettare le metodologie di sfruttamento a chi è competente per effettuare i
controlli ambientali, definire le restrizioni e dare le autorizzazioni in questo settore. La demanialità delle zone marine
territoriali comporta in più la necessità di stabilire precise procedure di concessione. Occorre anche considerare il ruolo
potenziale dei soggetti privati nello sfruttamento dei depositi marini e la regolamentazione necessaria per gestire questa
eventualità. Dopo le attività prospettate per circostanziare gli aspetti tecnici di questa tematica, è indispensabile definire
il corrispondente quadro normativo per rendere effettivamente realizzabile e credibile una politica di difesa integrata dei
litorali per mezzo dell’utilizzo dei depositi sommersi e dei ripascimenti.
Obiettivo generale
Proposta di un protocollo/procedura a livello europeo per la disciplina dell'utilizzo dei depositi sabbiosi sommersi della
piattaforma continentale ai fini di ripascimento.
Obiettivi specifici
1. Indagine conoscitiva finalizzata all'esame della regolamentazione che disciplina l'utilizzo dei depositi sabbiosi
della piattaforma continentale ai fini di ripascimento in ogni regione partner;
2. Valutazione ed analisi dei punti in comune e delle discordanze;
3. Elaborazione da parte di uno staff di esperti giuridici e di rappresentanti di tutte le regioni partner di un
protocollo comune a disciplina delle attività di dragaggio dei depositi sabbiosi sommersi;
4. Proposta del protocollo alle amministrazioni implicate, diffusione del protocollo stesso a scala europea;
5. Integrazione del protocollo con la regolamentazione tecnica per la valutazione degli impatti ambientali ;
L'Osservatorio: studio per la messa in opera di un Osservatorio Europeo per la Difesa
delle Coste del Mediterraneo
Introduzione
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Il capitolo III della Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio 2002/413/CE raccomanda agli Stati
membri l'istituzione di un archivio globale per identificare gli attori principali, la legislazione e le istituzioni che esercitano
un'influenza sulla gestione del loro litorale. L’art.14 della bozza del protocollo GIZC alla convenzione di Barcellona
riprende questa raccomandazione, introducendo la figura di un osservatorio nazionale per la gestione costiera. Questi
elementi presuppongono, fra gli altri strumenti, l'introduzione di sistemi GIS atti a descrivere e seguire gli elementi
caratteristici della zona costiera ed i criteri di valutazione delle dinamiche di trasformazione della stessa. Occorre quindi
definire degli oggetti, parametri ed indicatori che possano assumere validità a livello europeo e che siano effettivamente
condivisibili a livello internazionale. Un'esigenza coincide con la valutazione delle modificazioni dei litorali a scala
regionale che può bene essere affrontata con un'attività sistematica di rilevamento delle coste europee del Mediterraneo
tramite le tecnologie satellitari e di gestioni delle immagini. Nell’ambito di BEACHMED-e questi aspetti possono essere
affrontati a partire dal tema dell'erosione costiera, utilizzando l'esperienza dei partner per garantire un approccio a scala
mediterranea degli elementi in gioco. L’esigenza e a volte la necessità di strutture specializzate emerge in particolare
quando serve, ad esempio, aggiornare i protocolli di valutazione dell'impatto ambientale, quando occorre esaminare dei
depositi sabbiosi sommersi che si trovano vicino ai confini regionali o nazionali, quando bisogna reperire informazioni
sulle tecnologie più moderne e più avanzate e le metodologie d'azione in relazione anche alle esperienze dei paesi del
nord-Europa e degli altri paesi del mondo.
Obiettivo generale
Definizione degli elementi utili alla realizzazione di osservatori, di archivi nazionali e di reti europee finalizzate alla
produzione di dati per la gestione integrata dei litorali a livello europeo del Mediterraneo.
Obiettivi specifici
1. Inventario dei soggetti interessati alla gestione integrata della costa a livelli significativi d'associazione
(nazionale, regionale, territoriale);
2. Valutazione delle banche dati delle diverse amministrazioni interessate;
3. Determinazione degli elementi necessari alla descrizione del fenomeno erosivo a scala mediterranea;
4. Applicazione per temi località/pilota ;
5. Studio di fattibilità per un'attività sistematica di rilievo delle coste europee del Mediterraneo, finalizzato alla
pianificazione ed alla programmazione (analisi di una procedura generale, analisi delle strutture necessarie,
tempi operativi, costi, risultati realizzabili, collegamento con strutture simili) ;
6. Valutazione dei sistemi organizzativi attualmente esistenti in Europa per il controllo dei fenomeni corrosivi,
valutazione dell'interesse per la creazione di una rete di osservatori, valutazione della fattibilità di un organismo
di coordinamento e di promozione delle nuove tecnologie nel settore.
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