bentornata filastrocca - Raccontarsi Raccontando
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bentornata filastrocca - Raccontarsi Raccontando
PREFAZIONE ….“Sedia sediola/ il bimbo va alla scuola/ se porta la sediola/ se porta il canestrello/ pieno pieno di pizzutello/ la maestra gli fa festa /e lo butta…giù giù giù dalla finestra!”……… E’ il ricordo più lontano legato alla mia infanzia quando, sulle ginocchia di mia nonna, desideravo che il movimento ritmico legato alla filastrocca non finisse mai, con la paura di essere buttata davvero giù dalla finestra, sino alla risata liberatoria, quando la nonna mi faceva tornare su, stringendomi forte forte al petto. Nei ricordi dell’infanzia di ciascuno di noi c’è una filastrocca che ascoltavamo con gioia e che, recitata più volte, prolungava il piacere di sentire la voce delle persone care che ce la ripetevano, facendoci godere del ritmo delle parole e del calore della narrazione. Perché le filastrocche hanno origini lontane e sono legate alla tradizione orale del mondo contadino, quale richiamo sia dei sentimenti della quotidianità, con i ritmi della vita e del lavoro, che del senso/non senso legato alla sfera fantastica. C’erano filastrocche per giocare, altre per addormentare i bambini o filastrocche per farli servivano smettere a di piangere. trasmettere Molte conoscenze elementari, quali nozioni legate al ciclo delle stagioni, ai nomi dei giorni della settimana o dei mesi, ai numeri o ai nomi delle cose, offrendo infiniti contenuti e finalità, con numerose varianti a seconda dei dialetti regionali. -2- Sono convinta che la filastrocca, con il suo ritmo e la sua ritualità, sia quanto di più vicino alle caratteristiche psicologiche dei bambini e possa contribuire alla loro crescita cognitiva e linguistica, come pure alla loro maturazione affettiva, etica e sociale. Questo perché la filastrocca è un’opportunità di apprendimento globale, capace di utilizzare simultaneamente i canali ricettivi sensoriali, cognitivi ed emotivi, attraversati dalle potenzialità della drammatizzazione, del travestimento e dell’espressività, secondo codici non del tutto svelati, radicati nel gioco, nella musicalità linguistica e nella curiosità. Le filastrocche contenute in questo libro, sono tutto questo ed anche qualcosa in più. Alcune di esse, infatti, sanno narrare ai bambini momenti della vita legati al cambiamento dei tempi. Un esempio per tutte la filastrocca “Il Cuoricino” dove la cicogna o il cavolo, sotto il quale, si raccontava un tempo, nascessero i bimbi, diventano la macchina ecografica, che rivela il battito del cuoricino del bambino in arrivo; ma questo nulla toglie alla poesia ed alla magia, peculiarità di ciascuna delle filastrocche composte da Loredana Simonetti. Annamaria Calore Biografa dell’UPTER di Roma. Socia della “ Libera Università di Anghiari”. Collaboratrice dell’Università Civica di Nettuno, LifeCoachItaly, la “Casa della Solidarietà” di Roma, la ASL RMA e l’Istituto Comprensivo Scolastico di Rocca Sinibalda. -3- A mia madre Flaminia e al suo sorriso. -4- Stella piccolina Quando stella piccolina tra le stelle mi trovai, il buon Dio disse: “Piccina, Loredana diverrai!”. Piansi tanto nella cuna poi, più calma vi guardai: “Cara mamma, tu alla luna certo non rassomigliavi ma col tuo stupendo amore, più calore mi donavi!” Nel vederti, babbo caro, dissi: “Oh, mio buon Gesù! Non sei stato certo avaro, non desidero… di… più!” -5- -6- Il Cuoricino La mia pancia brontolava e dormivo quasi in piedi; mi sentivo un millepiedi che strisciava e sbadigliava. Sono andata dal dottore che mi ha detto: “Cara mia, qui ci vuol l’ecografia.” Mamma mia che batticuore! Sto sdraiata sul lettino con un poco di paura, ma il dottore rassicura che ci vuole un minutino. Guardo nel televisore, c’è un grazioso bottoncino. “Ecco, questo è il cuoricino”, sorridendo fa il dottore. Batte forte ed è sicuro che ha la forza di un leoncino; nella pancia, il mio bambino, tiene il ritmo di un tamburo. La fanfara è incominciata con l’allegra musichetta; non so quello che mi aspetta, ma mi son già innamorata! -7- -8- Rime di bimbo E’ arrivato il fratellino grande come un fagiolino, ma che nome gli mettiamo? A me piace Valeriano, è migliore Federico? Di sicuro è un buon amico. Se diventerà Simone sarà un vero chiacchierone. Beh, si chiamerà Francesco rosa, come il fior di pesco. Anzi no! Mi piace Andrea, come il fiore d’azalea. Certo, i nomi sono tanti ce li ho tutti qui davanti, ma per me sarà Antonino, che fa rima con… pulcino! -9- - 10 - Aria di vita Nuvola di ricci posata sulle spalle piccola bocca socchiusa come un fiore. Corolle gli occhi che velano il riposo del mio affaticato soldatino. Gote di burro gioiose ciambelline dove si stendono sorrisi e minestrine. Aria di vita che passa dal nasino solleva con dolcezza il tuo pancino al ritmo regolare del tuo cuore come il tic tac di un orologino. Da quel nasino il soffio della vita profuma di banana e di biscotti. All’aria profumata della notte affido il tuo respiro, piccolino. Dormi pulcino mio e buonanotte. - 11 - - 12 - Acquarello Vola, vola in alto piccola bambina, trasportata dal vento sulla luna: poche stelle in cielo, forse nessuna, solo tu, e legati alla manina tanti palloncini colorati. Pòrtateli via dal mio pensiero e abbandonali, col solo desiderio di vederli per sempre allontanati. Nel palloncino rosa c’é la mia amarezza, in quello celeste la malinconia, in quello verde poca fantasia, l’incomprensione e la mia tristezza. Quando vedrò tornarti senza niente mi sentirò davvero sollevata: guarderò ogni paura trasformata in un dolce pensiero sorridente. - 13 - - 14 -