Dal card. Poletti 25 anni fa al card. Ruini oggi Un grande amore per
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Dal card. Poletti 25 anni fa al card. Ruini oggi Un grande amore per
DIACONI Foglio Notizie del Diaconato della Diocesi di Roma FORMAZIONE - INFORMAZIONE - CORRESPONSABILITÀ www.vicariatusurbis.org/diaconatus Dicembre 2007 numero 39 Dal card. Poletti 25 anni fa al card. Ruini oggi Un grande amore per il diaconato In occasione dell’ordinazione dei sette nuovi Diaconi. Il Card. Poletti "…Dai futuri diaconi ci attendiamo innanzitutto un servizio qualificato della e alla Parola di Dio. Per un'evangelizzazione più capillare e per la costituzione di piccole comunità di fede, soprattutto tra gli adulti, sia all'interno della parrocchia, come pure nei caseggiati, nelle famiglie, negli ambienti di lavoro e di studio, con particolare attenzione ai lontani e ai più poveri. Anche il progresso del rinnovamento liturgico, che è dato di constatare nella nostra diocesi, potrà avere un maggiore incremento se la preparazione e l'animazione delle celebrazioni, soprattutto dell'Eucaristia domenicale e dei sacramenti, saranno assunte con competenza e in fedele collaborazione con i pastori, da diaconi permanenti, in modo che i credenti, nella liturgia, possano celebrare autenticamente la loro fede in Cristo risorto, manifestarsi come comunità, crescere nella comunione e attingere qui l'energia necessaria per i loro compiti di testimonianza e di servizio. Finalmente, l'esercizio delle opere di misericordia e lo sviluppo che vanno assumendo, nella nostra diocesi, le iniziative di carità e promozione umana offrono ai diaconi un ulteriore campo di impegno che è proprio della loro vocazione e del loro ministero. Ne dovrà risultare una presenza cristiana più incisiva nelle realtà e nelle istituzioni sociali, in modo che siano evangelicamente fermentate con sapiente competenza e con la libertà di movimento che può più facilmente trovarsi in diaconi appositamente scelti". (Dal documento di ripristino del Diaconato permanente nella Chiesa locale di Roma del Card. Vicario Ugo Poletti) Il Card. Ruini Se prendiamo in mano il documento di ripristino firmato dal Card. Poletti 25 anni fa possiamo notare che segue a pag. 2 Tutti Missionari l mestiere di giornalista che I ho fatto per 35 anni mi dovrebbe insegnare che si comincia un "pezzo" (come si dice in gergo) con il "fatto", la "notizia" e invece comincio con il chiedere scusa ai miei confratelli diaconi, ai candidati e agli aspiranti con le loro spose per aver insistito troppo sulla missione in Perù (ad ogni incontro della comunità una nostra lettera), come se la missione esistesse solo fuori dei nostri confini. La missione, a cui certamente ci ha chiamato il Signore, confermandoci con ¾¾ Settimana sociale l'invio da parte del nostro Vescovo (per lui il cardinale Ruini, suo Vicario), non e' eroismo, perchè quando si dice "SI" alla volontà di Dio tutto è estremamente semplice: è Lui che ci precede anche nelle difficoltà, come abbiamo sperimentato in questi sei anni. Tutti missionari, sia pure in luoghi diversi, per la grazia del sacramento fontale del Battesimo, per quella del Matrimonio e per quella dell'Ordine. Quanta fatica ogni giorno in questa città di Roma, spesso indifferente, quanta segue a pag. 3 ¾¾ Avrete seguito dai mass media (quelli cattolici perché gli altri erano distratti) la 24ª Settimana Sociale, quella del centenario, tenutasi a Pistoia e Pisa a metà ottobre. A me è toccato il privilegio di parteciparvi come delegato diocesano. L'impressione? Ve la riassumo in tre espressioni: background storico, ricchezza di voci, avanguardia culturale. Il background storico emerge dal percorso centenario delle segue a pag. 3 ¾¾ lingua e sapienza per rispondere a coloro che ci accusano e termina dicendo: "con la vostra perseveranza salverete le vostre anime"(Cfr Lc 21,19) Lo Spirito ci dà quella sapienza del cuore che diventa poi anche sapienza delle labbra che è la cosa più efficace per testimoniare e comunicare il Vangelo con la parola e, naturalmente con la vita, una vita coerente con le parole che diciamo, col Vangelo che proclamiamo. E poi, naturalmente, l'altra parola sulla perseveranza: "con la vostra perseveranza salverete le vostre anime". Essere perseveranti vuol dire avere una fede solida, vuol dire che Cristo è davvero il fondamento, la roccia su cui è costruita la nostra vita... Il vostro diaconato sia sempre costruito su quella roccia che è Cristo, che è la vostra personale oltre che familiare e comunitaria adesione e Cristo. Adesione nella fede, nella fiducia, nell'obbedienza, nell'amore. Attraverso questa fiducia a Cristo voi vi consolidate e potete perseverare… …a ciascuno di voi consegnerò il libro del Vangelo. Questa Parola è messa nelle vostre mani … Abbiate sempre certezza che portare il Vangelo al nostro prossimo è il più grande gesto di carità che noi possiamo fare verso i nostri fratelli… Essere sempre coloro che testimoniano e anche coloro che annunciano il Vangelo con franchezza, con dolcezza, ma anche con grande fiducia, sapendo che quel Vangelo che noi portiamo dal di fuori lo Spirito Santo lo porta dentro al cuore dei nostri fratelli come nel nostro cuore per così dire dal di dentro. …sostenuti non solo dalla nostra preghiera ma dalla preghiera di coloro che sono venuti prima di noi, dalla preghiera della Chiesa che si estende non solo nello spazio ma anche nel tempo, che risale fino a Cristo e coi patriarchi, prima di Cristo. (dall'omelia in occasione dell'ordinazione di sette diaconi permanenti - trascrizione non rivista dall'autore 17 novembre 2007) A cura della redazione ¾¾ segue da copertina esso ha un aspetto che si è rivelato anticipatore e davvero fecondo e positivo e cioè la partecipazione delle spose e della famiglia a tutto l'itinerario di formazione dei diaconi e poi al loro ministero. Così certo c'è la persona del diacono ma la sua famiglia è una famiglia in qualche modo diaconale.. Vorrei raccomandare ai nostri sette fratelli che vengono ordinati ma anche a tutta la comunità diaconale di Roma di dedicarsi con grande impegno a questa pastorale del Battesimo, del Matrimonio, della famiglia, dell'educazione dei bambini, dei ragazzi, dei giovani alla fede. I nostri diaconi sono persone che lavorano…Il lavoro è una responsabilità sociale , un atto di solidarietà verso il nostro prossimo oltre che un atto, un gesto, un'attività nella quale riempiamo noi stessi, facciamo crescere e maturare la nostra personalità e responsabilità. Ma per il diacono il lavoro rientra nella grande testimonianza della carità. Non è soltanto qualcosa che si fa perché è indispensabile per vivere, ma vuole essere un'espressione della carità, della carità di Cristo, quella carità che il diacono deve esprimere in tutta la sua vita…e in particolare deve esprimerla verso coloro che più sono nel bisogno. E in questo senso vorrei richiamare l'autentico significato dell'ordinazione diaconale che è ordinazione per il servizio in Cristo come Cristo "che è venuto non per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti"(Cfr Mc 10,45) Gesù preannuncia ai cristiani le persecuzioni a cui andranno incontro Il Signore ci dà fiducia. Anzitutto, precisa, sarete perseguitati nel mio nome…sappiate che questo non è privo di significato, che questo vi inserisce più profondamente in Cristo come il tralcio nella vite e che proprio così, attraverso la potatura delle difficoltà e delle sofferenze, noi possiamo portare un frutto più abbondante. Poi nel Vangelo Gesù ci promette che Lui stesso ci darà Un pensiero veloce … lungo 10 anni. Sono trascorsi dieci anni dall'ordinazione diaconale di mio marito e raccogliere le idee per scrivere un breve pensiero sull'esperienza di questi anni mi porta direttamente al 16 novembre 1997, quando espressi la volontà di donare mio marito alla Chiesa, alla Comunità. Quello che, allora pensai, forse con un pizzico di incoscienza, successivamente ebbi modo di sperimentarlo esistenzialmente, perché cominciai anche io a camminare insieme a mio marito nello svolgimento delle attività parrocchiali o secondo i servizi che gli venivano richiesti. Servendo cresceva il desiderio di servire ancora di più, fino ad innamorarmi del servizio diaconale. Oggi, a differenza degli anni della formazione, quando sentivo che tutto il tempo che mio marito stava fuori casa per un servizio o per gli studi, era tempo che toglieva a me e ai figli, sono io che lo invito a servire gli altri, ad andare verso gli altri. Adesso non è più un tempo tolto a me o ai figli, ma donato a me per rendermi moglie santificata purificata "per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola" (Ef 5,26). È attraverso la donazione di mio marito agli altri che mi giunge la salvezza. Anna Arditi - 2- ¾¾ segue da copertina fatica portare avanti famiglia, lavoro e le nostre realtà ecclesiali a cui siamo preposti come pastori e servi! E pensavo insieme con mia moglie Isabella che anzi noi abbiamo avuto troppe gratificazioni e il Signore ci chiama ad essere vigilanti per non cadere nella facile tentazione del fariseo: Ah! Quanto sono bravo! Certo l' ambiente dove viviamo ti aiuta, perchè le persone sono semplici, ti accolgono, riconoscono in te il ministro della Chiesa; da subito hanno ben compreso il ministero del diacono, che, con la sua sposa, li accompagna, cammina con loro, li prepara per l'Eucarestia domenicale. L'ascolto - di giorno e di notte - (prima non c'era nessuno) da parte della Chiesa, il consolare gli afflitti (quanti funerali di bambini.....), una nuova evangelizzazione per passare da una fede a volte superstiziosa a un fede incarnata hanno fatto sì che oggi cè' una comunità,anche se in crescita. Per quanto riguarda, però, il nostro servizio, sempre servi inutili....... E se la mia dura cervice non me lo avesse fatto ben comprendere, ci ha pensato LUI, inviandomi una seria malattia (pensavo di non riuscire a tor- nare in Italia), che mi ha fatto vedere concretamente la mia nullità. Abbiamo pianto nel lasciare il nostro gregge, ma abbiamo visto come il Signore provvede e sa ben Lui come ( il dialogo di Giobbe con il Signore è sempre attuale!). E infatti, contemporaneamente alla mia infermità, il parroco p. Antonio è dovuto rientrare in Spagna, anche lui per una grave malatttia. Nella mia poca fede chiedevo al Signore perchè tutti e due contemporaneamente, gli unici due (parroco e diacono) per una parrocchia di 120 mila persone. Che stolto! Forse il vescovo della nostra diocesi, mons. Lino Panizza, con i gravi problemi di scarsezza del clero (80 sacerdoti per due milioni e mezzo di persone) avrebbe aspettato ancora ad inviare un altro prete, anche se ci fosse stato uno solo di noi due. E così ha nominato un amministratore parrocchiale, p.Vicente, spagnolo, giovane, da due anni in Perù, ben animato, ripieno di Spirito. Questa è la nostra ultima esperienza, ma desidero ancora ricordare, tra i doni che ci ha dato il Signore, la responsabilità affidataci dal Cardinale Ruini e dal Rettore del Seminario Romano Maggiore di un seminarista, che ha vissuto con noi per sei mesi: oggi è diacono e l'anno prossimo presbitero per la diocesi di Roma. E' stata una grazia grande e abbiamo sperimentato come è proprio del diacono accompagnare come un padre, aiutato da Isabella, con il suo intuito di mamma, un giovane seminarista, con tutti i problemi dei giovani di oggi. E ancora l'esperienza del terremoto. Eravamo vicini alla nostra Cappella dove viviamo, parlando con una persona, quando per due lunghissimi minuti la terra ci ballava sotto i piedi, come a volersi aprire ed inghiottirci...impressionante! Ma commovente vedere le persone uscire in fretta dalle loro casette e baracche e dirigersi versi di noi per pregare con noi: non abbiamo avuto il tempo di avere paura! In mezzo alla strada si è radunata la comunità, testimoniando la fede nell'Onnipotente, riconoscendo Lui e Lui solo come punto di riferimento. Concludo ringraziando con Isabella il Signore per le meraviglie che ha operato, facendoci sperimentare che per quel poco che abbiamo potuto dare, abbiamo ricevuto e grazie su grazie. diac. Luigi Bencetti ¾¾ segue da copertina L'avanguardia culturale è quella che i cattolici impegnati, oggi più ancora che nel passato, potrebbero rappresentare per una società a corto di idee. Lo vediamo tutti: una politica di piccolo cabotaggio, una crescente sfiducia nelle istituzioni, frammentazione in interessi particolaristici, mancanza di solidi riferimenti. Noi invece abbiamo a disposizione un enorme patrimonio, racchiuso nello scrigno della dottrina sociale della Chiesa, assai più avanzato di quanto i sapientoni di oggi (Nobel compresi) riescono a escogitare. Abbiamo riferimenti sicuri nella dignità della persona umana (da riconoscere in tutte le sue dimensioni), nei suoi diritti, nel bene comune, nel principio di sussidiarietà, nella democrazia come partecipazione, nel principio di solidarietà. Insomma abbiamo la responsabilità, di fronte alla nostra società, di mostrare come, con la bussola dei principi cristiani, si potrebbe prendere il largo. Settimane Sociali, a partire dalla prima, celebrata appunto nel 1907, fino ad oggi, passando attraverso le tante stagioni della vicenda italiana, da quando i cattolici erano fuori dal potere politico, alla grande guerra, ai difficili rapporti del Ventennio, alla seconda guerra mondiale, all'egemonia del partito cristiano, agli anni del laicismo imperante. Tante diverse stagioni nelle quali magistero della Chiesa e impegno profetico di singoli cristiani hanno indicato il bene comune come fine per qualsiasi azione sociale o politica, frammezzo ai forti condizionamenti ideologici e di potere. La ricchezza di voci è risultata evidente nelle oltre quaranta autorevoli relazioni, commentate a caldo da un centinaio di interventi, in una platea di 1400 delegati. E su tematiche molto articolate: il bene comune, la globalizzazione, il mercato e il terzo settore, la bioetica e la biopolitica, l'educazione, la formazione, la costruzione del futuro. Se volete rintracciare questi contributi guardate il sito www.settimanesociali.it . diac. Giuseppe Colona -3- CRUDELI ADORATORI DI SATANA O FRAGILI FIGLI DEI TEMPI MODERNI? TONINO CANTELMI, CRISTINA CACACE Bombardati dall'occulto Nella nostra società l'attrattiva che occultismo, magia e rituali esercitano sui giovani é particolarmente forte, non soltanto perché l'adolescenza é un periodo di profondi cambiamenti che comportano vulnerabilità e turbamenti emotivi, ma anche perché l'occulto é costantemente presente nell'universo giovanile moderno. La maggior parte dei fumetti in commercio raccontano storie di potenza, violenza e poteri occulti eccezionali. Per citarne alcuni, "eroi" come Spawn, Devil Man, Inushyasha, Saiyuky, sono demoni solitari, cupi ed introversi, con una natura estremamente violenta e distruttiva, che, per lottare, utilizzano i poteri occulti e la magia nera. La musica rock e specialmente l'heavy metal, intrattiene i giovani con canzoni che parlano di stupro, sadomasochismo, tortura, culti satanici, mutilazioni sessuali, patricidi e cannibalismo. "Top girl", una famosa rivista indirizzata alle adolescenti, nel Dicembre del 2000, in copertina riportava "Testimonianza esclusiva: abbiamo scelto di essere streghe" ed all'interno c'era la trascrizione di un'intervista in cui due ragazze raccontavano entusiaste di seguire la religione Wicca e di praticare la magia. Sulla piattaforma di Internet sono state allestite numerose pagine web, create da sette o da satanisti isolati, che propagandano e diffondono il satanismo. Esistono veri e propri motori di ricerca satanici, come "avatarsearch", e siti come http://www.satannet.net, che si propongono di far crescere la comunità virtuale satanista. Sulla homepage di questi siti ci sono diversi link che consento di accedere a librerie sataniche, a musica satanica, a chat e ad altri siti che si occupano di satan i s m o . Yahoo, uno dei più importanti motori di ricerca, per non essere da meno offre la possibilità di formare gruppi di discussione di ispirazione satanista. È stato rilevato che i club satanici dal 1999 al 2001 sono aumentati in maniera esponenziale ed è aumentato considerevolmente anche il numero degli iscritti, infatti si è passati dai 114 club, con 801 iscritti, nel Maggio 1999 ai 322 club, con 5853 iscritti, nel Febbraio 2001 . Il salotto virtuale per eccellenza del satanismo è alt.satanism, dove vengono scambiate diverse informazioni su rituali, festività, fonti bibliografiche, siti satanici. Esistono anche dei motori di ricerca di risorse sataniche e dei portali, come www.net.net, in cui è presente il centro dell'universo satanico su internet. Sulla Home Page di questo portale si può accedere a: Satannet Library, una libreria satanica on-line; “Testimonianza esclusiva: abbiamo scelto di esse- ” re streghe - 4- Satannet Plaza; Satanic Music; Ventrue Gallery, una galleria virtuale dedicata al satanismo; Ventrue Poetry, che contiene una raccolta di poesie dedicate al demonio. La presenza dell'idolo Satana è forte nella società: i simboli, i nomi, i testi delle canzoni, sono fin troppo spesso ispirati a lui. Alcuni giochi di ruolo sostituiscono la realtà con falsi universi immaginari, nei quali non valgono le regole ordinarie, ma vigono consuetudini terrificanti e perverse. È diffuso il commercio di oggetti ispirati a Satana, alla stregoneria, al voudoo. L'occultismo sembra essere uscito dall'ombra per entrare nel mondo degli affari e del consumismo occidentale. Dunque, il proselitismo satanico non avviene con metodi classici e tradizionali, come quello della evangelizzazione del cristianesimo, del "porta a porta" dei Testimoni di Geova, del volantinaggio di Scientology, ma utilizzando quegli strumenti, esistenti nel mondo sociale, che fanno leva su tutto ciò che è legato alle debolezze dell'uomo: le ambizioni, i desideri di affermazione, l'individualismo della società. Molte sono le pubblicazioni, i libri, i manuali di magia utilizzati per scopi divulgativi e di "aggancio". Altri canali prescelti per attecchire nell'anima dell'uomo riguardano tutte quelle tecniche che strumentalizzano il sesso, la conoscenza e l'appagamento del desiderio di realizzazione; si pensi allo sfruttamento di trasmissioni televisive o di internet . Spesso sono gli stessi mass media che, in maniera consapevole o meno, effettuano procedimenti di persuasione, manipolazione e disinforma- ¾¾ zione cari al satanismo. Il satanismo si inserisce in questa cornice "pubblicitaria" e manipolativa dei mezzi di comunicazione di massa e sfrutta, per potenza di penetrazione sociale, i messaggi che provengono dai mass media, conducendo alla formazione di modelli dannosi di pensiero e di comportamento . Negli ultimi anni, il panorama televisivo italiano ha assistito al proliferare di telefilm, rivolti ai telespettatori più giovani, che in maniera molto esplicita mettono in scena tematiche legate al mondo dell'occulto. Le trame di questi telefilm si basano esclusivamente sui rituali di magia bianca e nera, sugli incantesimi e sulle forze soprannaturali ed i personaggi sono portatori di una cultura che prevede l'esistenza del panteismo, del politeismo e dei magici poteri della psiche e delle forze occulte. Persino i talk show non sono da meno e così spesso nei salotti televisivi italiani vengono invitati maghi, astrologi, guru a mostrare le loro capacità soprannaturali. Marco Dimitri, il leader della setta "Bambini di Satana", sostiene di aver visto aumentare significativamente le adesioni alla setta dopo aver partecipato ad una trasmissione del Maurizio Costanzo Show. In una società in cui la televisione rappresenta un potente veicolo di trasmissione di valori sociali e culturali, programmi televisivi di questo genere hanno una grandissima influenza, specialmente sui più giovani. Un bambino o un'adolescente, che viene costantemente bombardato da questi messaggi, rischia di farsi un'idea distorta della realtà, ma soprattutto struttura un pensiero di tipo magico, che lo predispone all'avvicinamento verso tutti quei culti e quelle sette vicini all'occultismo. Internet, video games e telefilm offrono un'abbondante "dieta" di occulto, che non lascia indifferenti gli adolescenti, che, curiosi da sempre per tutto ciò che è misterioso, sono la categoria che rischia maggiormente di essere irretita dal fascino del male. Quanto ci dobbiamo preoccupare? In Italia, secondo il rapporto del Telefono Antiplagio, i minori attratti da satanismo, stregoneria ed occultismo, le vittime di abusi ed i lettori di pubblicazioni e siti internet del settore, sarebbero il 33%. Un dato preoccupante che si aggiunge al fatto che la polizia identifica nuovi gruppi quasi settimanalmente. Le regioni maggiormente interessate da questo fenomeno sono la Lombardia, il Lazio, il Veneto, il Piemonte, la Sardegna, la Sicilia, la Campania, l ' E m i l i a Romagna, la Toscana, la Puglia, le Marche, la Calabria e la Liguria; quelle meno interessate sono l'Umbria, il Trentino A.A., l'Abruzzo, la Basilicata, il Molise, il Friuli e la Valle d'Aosta . Fare una stima del numero dei giovani coinvolti è impossibile, ma visto il numero di regioni interessate possiamo ipotizzare che siano più di quelli che ci aspettiamo. Data la pervasività con cui l'occultismo ed il satanismo si sono diffusi nella nostra società, abbiamo voluto condurre una ricerca esplorativa per indagare la natura del rapporto tra adolescenza e satanismo, la diffusione del satanismo nel mondo giovanile e se il satanismo è una strategia -5- utilizzata dai giovani italiani per superare le difficoltà di questo momento critico dello sviluppo. La ricerca è stata condotta distribuendo un questionario autosomministrato, da compilare in forma anonima ad adolescenti di età compresa tra i 14 ed i 19 anni. Gli adolescenti erano residenti a Roma e frequentavano le scuole Medie Superiori della capitale, durante il periodo Ottobre 2002-Maggio 2003. Sono stati distribuiti circa 400 questionari e di questi ne sono stati riconsegnati 364 compilati. Il campione era composto per il 58% da soggetti di sesso femminile e per il 42% da soggetti di sesso maschile. Analizzando le risposte date dai giovani alle domande presenti nel questionario è emerso quanto segue: - il 33% dei giovani intervistati non è soddisfatto dei valori trasmessi dalla società odierna, il 59% non è pienamente soddisfatto contro un debole 8% di giovani che afferma di essere soddisfatto; - il 27% trova difficoltà ad integrarsi nella realtà sociale, il 31% vive qualche difficoltà ed il 42% degli intervistati afferma di non trovare alcuna difficoltà; - di fatto il 68% dei giovani dei giovani intervistati ha affermato di non essere soddisfatto della vita che conduce. Le cause di tanta insoddisfazione probabilmente sono ascrivibili al disagio che attanaglia gli adolescenti del nuovo millennio, infatti: - il 95% degli intervistati vive un senso di inadeguatezza, il 23% si ¾¾ percepisce sempre inadeguato ed il 72% spesso; - anche la solitudine nell'era della comunicazione sembra essere molto diffusa: solo il 6% ha affermato di non essersi mai sentito solo, mentre il 23% ha affermato di sentirsi solo sempre, il 28% spesso, il 43% a volte. I sentimenti di solitudine scaturiscono dal non sentirsi capiti (33%), non sentirsi accettati (22%), non ricevere sufficiente amore ed attenzione da parte degli altri (19%), sentirsi inadeguati (18%). Ecco allora dati ancora più sconcertanti: - il 62% degli intervistati ritiene che occultismo, magia e new age possano essere un nuovo modo per sconfiggere la propria solitudine; - l'82% degli adolescenti si sente attratto da religioni differenti rispetto a quella d'appartenenza, il 55% ha partecipato a sedute spiritiche ed il 76% si è interessato ad esoterismo, magia, cartomanzia, iniziazione e rituali; - il satanismo sembra essere diventato il compagno di viaggio dei giovani di oggi: il 78% degli adolescenti è venuto in contatto con materiale satanico, soprattutto attraverso musica (44%), film (28%), libri (21%) e siti internet (14%). Le cause dell'epidemia satanica nascono dal fatto che il 54% dei giovani è incuriosito dal satanismo ed il 34% affascinato. Alla domanda sul perché il satanismo fa presa sugli adolescenti i ragazzi hanno risposto: - dà senso di appartenenza 46%; - offre valori alternativi 39%; - consente di superare alcune inibizioni 6%; - permette la realizzazione di tutti i desideri 5%; - permette di essere superiori 4%. Fortunatamente l'esperienza dell'occulto per molti giovani é passeggera e rappresenta più un riflesso della loro curiosità e frustrazione adole- scenziale, che una consapevole ribellione contro Dio. L'adolescenza è una fase della crescita caratterizzata da profondi turbamenti emotivi. Tra i tredici ed i vent'anni ci si sente troppo grandi per essere trattati come bambini ed ancora immaturi per essere considerati adulti, si vive una fase di transizione molto delicata da un punto di vista psicologico, in cui spesso ci si sente impotenti. L'adolescente sente il bisogno di affermare se stesso, la propria identità, come una individualità diversa rispetto ai propri genitori, e manifesta una maggiore indipendenza nei pensieri, negli atteggiamenti e nei comportamenti rispetto all'infanzia, che si traduce nell'esigenza di ritagliarsi degli spazi di vita propri, al di fuori del contesto familiare. Durante l'adolescenza ogni punto di vista proveniente dal mondo degli adulti, viene sottoposto ad un attento esame, per essere spesso rifiutato categoricam e n t e . Questo atteggiamento di ribellione è un processo naturale ed essenziale per un corretto sviluppo, perché senza di esso l'identità non potrebbe strutturarsi in modo sano ed armonico e resterebbe fortemente dipendente dalle figure di riferimento. Tuttavia, quando ribellione adolescenziale significa diventare satanisti, dobbiamo iniziare a preoccuparci del fatto che probabilmente c'è qualcosa che non va. I disagi che vivono i giovani che si lasciano ammaliare dal satanismo caratterizzano l'adolescenza di tutti i ragazzi, l'unica differenza sta nella "soluzione" scelta per alleviare la frustrazione. La maggioranza degli adolescenti si sente in disaccordo con ciò in cui credono i propri genitori, ma pochi reagiscono a questo conflitto imbrattando le pareti delle Chiese con simboli satanici. Il pericolo risiede nel fatto che i giovani spesso rischiano di spingersi ben al di là della semplice filosofia di vita satanista e di mettere in atto dei comportamenti auto ed etero distruttivi. La maggioranza degli adolescenti, che si lasciano coinvolgere nell'occulto, lo fa per la libertà, i brividi e le facili possibilità di sperimentare il sesso e le droghe. Anton La Vey, il fondatore della Chiesa di Satana, ha ammesso che molti giovani che chiedevano di diventare membri della sua chiesa, avevano problemi psicologici ed emotivi. Attraverso il suo potere, immaginario o reale, chi si occupa dell'occulto scava sempre più in profondità negli oscuri recessi della propria anima fino a quando i valori etici, l'unità familiare e la fiducia nell'autorità vengono rigettati in favore della massima dell'occulto "Fa' ciò che vuoi!". Alcuni giovani così iniziano ad utilizzare droghe ed alcool, altri scappano di casa o abbandonano la scuola. Alcuni commettono piccoli crimini per pagarsi la dose di droga o proclamano il loro disprezzo per le autorità attraverso condotte antisociali. Altri si scagliano con violenza contro chiunque o qualunque cosa si frapponga tra loro ed i loro scopi. Ma, nel loro intimo, questi ragazzi condividono molti dei sentimenti provati da tutti gli adolescenti. Il satanismo rappresenta anche una “Il satanismo rappresenta anche una ostile ed estrema forma di ribellione” -6- ¾¾ ostile ed estrema forma di ribellione, che si sposa perfettamente con lo spirito di ribellione che caratterizza l'adolescenza. Vivere in gruppo qualcosa di estremamente trasgressivo consente di sperimentare un senso di appartenenza molto forte. Il gruppo è un punto di riferimento fondamentale per l'adolescente, in quanto gli consente di trovare il conforto, le rassicurazioni ed il sostegno necessari a rafforzare l'autostima. La soddisfazione di questi bisogni è fondamentale per lo sviluppo adolescenziale, in quanto rende meno incisivi altri vissuti quali l'alienazione, l'anonimato e la solitudine. Conclusioni Viviamo nell'era della comunicazione, ma la causa maggiore di sofferenza dell'uomo moderno è la solitudine. I legami familiari si disgregano, le coppie sembrano non riuscire più a tollerare le frustrazioni della vita a due e le relazioni affettive diventano sempre più labili. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i giovani, figli di genitori adolescenti, che fanno della gratificazione dell'ego il centro della propria esistenza. In un mondo fatto di relazioni affettive multiple, fluide, brevi e disimpegnate, trionfa l'ambiguità. Questo stile di vita, basato sulla corsa frenetica al possesso e all'apparire, in cui non c'è spazio per le relazioni interpersonali, per i valori, per i principi, genera identità sempre più fragili e frammentate, che in modo altrettanto fragile e frammentato si avviano verso la ricerca di un dio o di un credo, che le risollevi da questa triste condizione. Il senso religioso sembra essere diventato un bene di consumo, al servizio delle spinte narcisistiche e consumistiche dell'uomo di oggi. La fede è sacra nella misura in cui consente di ottenere benefici che riguardano più la vita materiale, che quella spirituale. Il satanismo offre un sogno illusorio ai suoi seguaci e li abbindola con false promesse di sesso, potere e ricchezza. I giovani che restano irretiti nelle sette sataniche o in altri culti distruttivi, sono solo individui psicologicamente più fragili che fuggono dalla realtà, cercando aiuto nell'agghiacciante mondo del male. Il nostro compito forse non è quello di giudicarli, stigmatizzarli, additarli o utilizzare certe notizie per fare del sensazionalismo. Piuttosto, dovremmo fermarci a riflettere ed avere il coraggio di guardare alle fragilità di coloro che si sono smarriti, come qualcosa di cui siamo responsabili soprattutto noi adulti. Un libro per Natale: "La mistica e l'anima russa", di Pavel A. Florenskij, Ed. San Paolo (E 20,00) Questo libro - da non perdere - raccoglie alcuni scritti tra i più significativi dedicati alla mistica di Pavel Aleksandrovic Florenskij (1882-1937). Riscoperto oggi in Europa, dopo un lungo oblìo, come una figura tra le più grandi del '900, Florenskij è stato fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, epistemologo, teologo, studioso di estetica, simbologia e semiotica, padre di cinque figli e prete ortodosso. Lentamente iniziano a tornare alla luce parti considerevoli della sua vastissima produzione scientifica, filosofica e teologica, lasciando emergere la statura di vero e proprio "gigante" del cristianesimo e del pensiero moderno. Florenskij sfugge ad ogni tentativo di definizione, poiché ciò che più lo attrae è il luogo di confine tra i diversi saperi e la sua -7- possibile violazione in vista di una visione integrale della conoscenza. Diversi pensatori russi lo avevano già soprannominato il "Pascal russo", la cui opera andrebbe affiancata a quella di Agostino; o più frequentemente il "Leonardo da Vinci della Russia" (S. Bulgakov, N. Losskij), che brilla per la sua genialità (P. Evdokimov) e originalità (A. Losev). Come risulta dagli atti del KGB, recentemente riportati alla luce e consegnati alla famiglia dopo oltre cinquant'anni, le pretestuose accuse orditegli contro per eliminare il cristiano scomodo - furono risolutamente e per lungo ¾¾ tempo da lui rigettate, poi improvvisamente accettate, essendo venuto a conoscenza del fatto che ciò avrebbe potuto consentire la liberazione di alcuni compagni dall'inferno del lager delle isole Solovki, dove fu prigioniero per alcuni anni. Venne fucilato nei boschi intorno a Leningrado l'8 dicembre 1937, suggello mariano della sua esistenza. In padre Florenskij, vita e pensiero, fede e ragione, parola e azione, analisi e intuizione, costituiscono un unico insieme organico. A differenza di molti altri pensatori russi del '900, che hanno insistito sull'irriducibile differenza tra ragione e fede, filosofia e teologia, logica e contemplazione, in lui di fatto "si sono incontrate e, a suo modo unite, la cultura e la Chiesa, Atene e Gerusalemme" (S. Bulgakov), e una tale unione costituisce in sé un fatto di assoluta rilevanza storica ed ecclesiale. Proponiamo questo testo all'attenzione di tutti perché in queste pagine troviamo, in una sintesi straordinaria e drammatica, il ministro ordinato e il padre di famiglia, lo scienziato e il mistico. Nel nostro tempo della separazione, della frammentazione e dello smarrimento di senso, il pensiero di Florenskij appare una provocazione radicale, di una attualità che stupisce. Ma è soprattutto la cifra di una personalità integra, mirabile, la cui fede concrocifissa ha illuminato chi lo ha incontrato, come un riflesso del Mistero d'Amore Trinitario, di cui si è nutrito fino alla fine. Il libro contiene un saggio introduttivo di Natalino Valentini, che riassume la vita dell'Autore e offre una bibliografia di quanto finora pubblicato. Per saperne di più si può consultare, alla voce "Florenskij", l'enciclopedia on-line Wikipedia. A cura di Girolamo Furio Lima: Terra di Missione Sette domande al diacono Giuseppe di Roma, che si definisce missionario part time perché da sei anni va, un paio di mesi per volta, in una missione nella periferia di Lima. Tanta povertà: case di pali e pannelli di legno, con la sabbia per pavimento e un telo di plastica per soffitto. E ti rendi conto quanto sia difficile trovare un lavoro e quanto magro il salario (un bracciante prende 20 soles, pari a 5 euro, per un giorno di lavoro). Avverti anche una povertà di relazioni, un debole senso della famiglia e tante giovani con figli abbandonate dai loro uomini. E fenomeni di devianza, con bande di ragazzi di strada e, diffusissima, la piaga dell'alcolismo. Eppure, in tutto questo, ti salta agli occhi un vivo senso religioso e una forte domanda di sacro. 1. Come t'è venuta l'idea di andare in missione? Non ci avevo mai pensato, neppur lontanamente, fino al giorno in cui un mio amico, Luigi, diacono anche lui, con sua moglie Isabella, ha lasciato qui a Roma i sette figli e uno stuolo di nipoti per andare a vivere nell'estrema periferia di Lima. La cosa mi colpì molto: "Diamine! Perché Luigi molla tutto e se ne va in missione?". Mia moglie, Patrizia, mi disse: "Perché non andiamo a vedere?". E così, un po' per amicizia, un po' per curiosità, mi trovai a spendere le mie ferie - a quel tempo lavoravo in banca - in Perù. 2. 3. Sono quasi tutti cattolici, vero? Non è come si crede: direi che su una radicatissima religiosità naturale hanno, per la maggior parte, solo una verniciatura di cristianesimo. Sanno di dover battezzare i figli, ma poi, nella nostra zona, vediamo che una metà dei ragazzi non hanno ricevuto il battesimo; sanno del matrimonio E che realtà hai trovato? -8- cristiano, ma solo una coppia su cinque lo ha celebrato. Questa situazione costituisce un terreno molto fertile per le cento confessioni evangeliche e le sette di tutti i tipi, impegnatissime a far proseliti là dove la Chiesa cattolica è meno presente. umana è nel rapporto con Dio. Carità è voler il bene dell'altro, un bene che va oltre l'immediatezza del dar da mangiare: dare speranza a chi è sfiduciato, consiglio a chi è nel dubbio, pace a chi vive nel risentimento, voglia di impegnarsi a chi ha già tirato i remi in barca, riconciliazione a chi è diviso, … e tutto questo è Gesù l'unico a poterlo compiere, se è con noi. 4. E voi missionari cosa fate? Partiamo dalla loro forte religiosità naturale per orientarla in senso cristiano. Mi spiego racontando un episodio. Era il 16 luglio e mi portarono una statua della Madonna - la Virgen del Carmen - perché la benedicessi; quanto più aspergevo d'acqua benedetta l'immagine e la gente, tanto più me ne chiedevano: uomini con le palme delle mani protese, donne che mi porgevano i loro bambini e giù acqua benedetta. Per loro questo dell'acqua è un rito di riconciliazione e propiziazione; ecco, noi dobbiamo partire di qui per arrivare alla vera riconciliazione cristiana, all'acqua del costato di Gesù morto sulla croce, all'acqua del battesimo. Per questo il nostro impegno quotidiano è nell'annuncio del Vangelo: lo facciamo per le strade, di casa in casa, nei mercati e nella celebrazione della Parola e dei sacramenti. 6. Qualcuno ti avrà certo chiesto: che bisogno c'è d'andare in missione così lontano, quando c'è tanto da fare qui a Roma? È vero che la missione del cristiano comincia appena esce di casa, anzi - a ben vedere - già in casa, con la propria famiglia. Ma devo riconoscere che per me la missione in Perù è un luogo privilegiato: la mattina, quando mi sveglio so che non ho altro da fare che aiutare gli altri: sono missionario a tempo pieno. Inoltre, nel rapporto con la gente, lì è tutto più semplice e diretto e, forse per la presenza di tanti poveri, si avverte un forte "profumo di Cristo". 7. Tu sei un diacono e certo hai molto da fare; ma se venisse un laico, un giovane? La Virgen del Carmen di Lima Ogni anno riceviamo la visita di 5. Tu parli di annuncio e di celebradiversi giovani e adulti, da Roma o da altre zioni liturgiche; ma carità niente? città (quest'anno da Biella). Vengono per La cosa più urgente per chi ha fame è darconoscere una realtà missionaria, per comgli da mangiare, per chi è ammalato la posprendere, per dare una mano e riescono a sibilità di curarsi. E, con il sostegno econofarlo con semplicità ed efficacia. Non mico di tanti amici, abbiamo aperto un conoccorre nemmeno che conoscano lo spasultorio medico, avviato un asilo per bimbi gnolo: la gente non ha bisogno di parole per poveri, distribuiamo aiuti alimentari alle capire che tu sei lì per loro; e se poi hai una ragazze madri, diamo coperte a chi patichitarra i ragazzi ti si raccolgono intorno sce il freddo, … Tutto questo è necessario e con un canto comincia qualcosa di nuovo. per fronteggiare le emergenze, ma non Per un giovane, venire a conoscere una misdimentichiamo che la cosa più importante sione, in Perù o dove crede, è un'esperienè annunciare il Vangelo, perché la molla per za forte, che gli apre gli occhi sul mondo e promuovere la crescita di una persona è di che poi non vorrà dimenticare. liberare le sue energie interiori, dandogli diac. Giuseppe Colona la consapevolezza della propria dignità e sappiamo bene che la radice della dignità -9- LA FRATERNITÉ SAINT LAURENT À ROMA Dal 2 al 7 novembre scorso sono venuti in pellegrinaggio a Roma 300 pellegrini, della Diocesi francese di Fréjus-Toulon, per celebrare i 25 anni della creazione della Diaconia del Var. Sono venuti per fare un pellegrinaggio al cuore della Chiesa e per incontrare comunità cristiane impegnate, come lo sono loro, al servizio dei più poveri. Per questo hanno fatto visita alla Comunità di sant'Egidio, alle suore della Carità, alla Caritas, ecc, e ad alcune parrocchie romane tra le quali la parrocchia della Natività di N.S.G.C. dove, domenica 4, dopo aver celebrato l'eucarestia con tutta la comunità parrocchiale hanno pranzato nella Domus Caritatis (dove sono accolti e mangiano i poveri) e hanno avuto un incontro con le realtà parrocchiali che si occupano in prima persona di accogliere l'Altro. La Diaconia del Var nasce il 31 maggio 1982, nell'occasione della festa della visitazione, per opera di mons. Gilles Barche, allora vescovo di Fréjus-Toulon. Nasce come diaconia laicale e il termine "diaconia" riprendendo il significato che ha nel Nuovo Testamento portando i cristiani a rileggere la Parola di Dio per attualizzarla nella quotidianità della loro vita. I diaconi, ci racconta Gilles Rebéche, primo diacono permanente ordinato nella diocesi, sono stati ordinati in un secondo tempo, si è prima ridata visibilità e senso alla diaconia: come termine generico designante tutti i ministeri (1Cor 12,5); come apostolato missionario nella dimensione di proclamazione del Vangelo (2Cor 3,6); come azione di carità (Rom 12,9 e 1Cor 16,14) e come liberazione (Ga 5,13) in riferimento alla diaconia di Cristo che interviene nelle situazioni umane più compromesse o, più semplicemente, come icona di Gesù, umile servitore, che lava i piedi ai suoi discepoli. A seguito della creazione della diaconia del Var è apparsa la necessità di istituire un'associazione incaricata di interfacciarsi con l'azione pubblica, a favore dei più poveri: l'Unione Diaconale del Var (UDV), che oggi raggruppa 29 associazioni con 650 operatori sparsi su tutta la regione e il cui finanziamento è assicurato principalmente da fondi pubblici. Vista dall'esterno, l'UDV rappresenta il volto istituzionale della Chiesa nella città, attraverso una rete di associati. Forte di questa rete e della sua notorietà, l'UDV, insostituibile per l'azione sociale della regione, può far valere la posizione della chiesa per quanto riguarda le persone in difficoltà. Mentre l'azione pubblica mira essenzialmente a studiare i "diritti" delle persone l'UDV cerca di dare una vera assistenza umana in tre direzioni, alle persone ferite dalla vita: L'accesso ai diritti; L'accesso alla cittadinanza; L'accesso ai veri "incontri umani". Poiché la Diaconia del Var non è solamente un organismo filantropico, ha una sua spiritualità che si ispira al vangelo ed è per questo che in seno alla Diaconia nasce la Fraternità san Lorenzo che, tenendo sempre presente l'azione del diacono Lorenzo martire romano, raggruppa al suo interno laici, religiosi, diaconi e presbiteri che hanno come obiettivo primario quello di prendere parte attiva al radicamento spirituale del progetto della diaconia in linea con tutte le componenti ecclesiali della diocesi. Ogni giorno i membri della Fraternità pronunciano questa preghiera della Diaconia: "Accogli, Signore, in questo giorno il mio desiderio di servirti. La tua grazia mi basta. Non chiedo nient'altro che vivere secondo il tuo Vangelo, unito a tutti coloro che, nella Diaconia della tua Chiesa, cercano di fare la tua volontà". Grazie diac Silvano Arditi In 11 mesi ho perso papà e mamma. Sono momenti difficili, carichi di stupore, rabbia, stanchezza e tante emozioni …, ma la presenza dei fratelli ti aiuta, ti conforta, ti fa sentire il calore della famiglia (papà e mamma che non ci sono più). Mai come in questi momenti ho sentito forte la realtà di una "COMUNITÀ", quella del Diaconato, che ci ha accolto da otto anni in qua. È stata confortante e commovente per me la presenza dei fratelli diaconi che hanno accompagnato la salma di mamma all'uscita della Chiesa, la presenza telefonica di tante sorelle, mogli di diaconi, che mi sono comunque state vicine. Il Signore si serve dei fratelli per confortarci e per abbracciarti con calore. Cari fratelli, ho voluto scrivere queste poche righe per dirvi quanto è stato importante per me la Comunità del Diaconato e quanto può essere importante per tanti altri fratelli in cammino. Non smettiamo mai di crederci. Clara Valletti