Dal card. Poletti 25 anni fa al card. Ruini oggi Un grande amore per

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Dal card. Poletti 25 anni fa al card. Ruini oggi Un grande amore per
DIACONI
Foglio Notizie del Diaconato della Diocesi di Roma
FORMAZIONE - INFORMAZIONE - CORRESPONSABILITÀ
www.vicariatusurbis.org/diaconatus
Dicembre 2007
numero 39
Dal card. Poletti 25 anni fa al card. Ruini oggi
Un grande amore per il diaconato
In occasione dell’ordinazione dei sette nuovi Diaconi.
Il Card. Poletti
"…Dai futuri diaconi ci attendiamo innanzitutto un servizio qualificato della e alla Parola di Dio. Per un'evangelizzazione più capillare e per la costituzione di piccole comunità di fede, soprattutto tra gli adulti, sia all'interno
della parrocchia, come pure nei
caseggiati, nelle famiglie, negli
ambienti di lavoro e di studio,
con particolare attenzione ai
lontani e ai più poveri.
Anche il progresso del rinnovamento liturgico, che è
dato di constatare nella nostra
diocesi, potrà avere un maggiore incremento se la preparazione e l'animazione delle
celebrazioni, soprattutto dell'Eucaristia domenicale
e dei sacramenti, saranno assunte con competenza e in
fedele collaborazione con i pastori, da diaconi permanenti, in modo che i credenti, nella liturgia, possano
celebrare autenticamente la loro fede in Cristo risorto,
manifestarsi come comunità, crescere nella comunione
e attingere qui l'energia necessaria per i loro compiti di
testimonianza e di servizio.
Finalmente, l'esercizio delle opere di misericordia
e lo sviluppo che vanno assumendo, nella nostra diocesi, le iniziative di carità e promozione umana offrono ai diaconi un ulteriore campo di
impegno che è proprio della
loro vocazione e del loro ministero. Ne dovrà risultare una
presenza cristiana più incisiva
nelle realtà e nelle istituzioni
sociali, in modo che siano
evangelicamente fermentate
con sapiente competenza e con
la libertà di movimento che
può più facilmente trovarsi in
diaconi appositamente scelti". (Dal documento di ripristino del Diaconato permanente nella Chiesa locale di
Roma del Card. Vicario Ugo Poletti)
Il Card. Ruini
Se prendiamo in mano il documento di ripristino firmato dal Card. Poletti 25 anni fa possiamo notare che
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Tutti Missionari
l mestiere di giornalista che
I
ho fatto per 35 anni
mi
dovrebbe insegnare che si
comincia un "pezzo" (come si
dice in gergo) con il "fatto", la
"notizia" e invece comincio con
il chiedere scusa ai miei confratelli diaconi, ai candidati e
agli aspiranti con le loro spose
per aver insistito troppo sulla
missione in Perù (ad ogni incontro della comunità una nostra
lettera), come se la missione
esistesse solo fuori dei nostri
confini. La missione, a cui certamente ci ha chiamato il
Signore, confermandoci con
¾¾
Settimana sociale
l'invio da parte del nostro
Vescovo (per lui il cardinale
Ruini, suo Vicario), non e' eroismo, perchè quando si dice
"SI" alla volontà di Dio tutto
è estremamente semplice: è Lui
che ci precede anche nelle difficoltà, come abbiamo sperimentato in questi sei anni.
Tutti missionari, sia pure in
luoghi diversi, per la grazia
del
sacramento fontale del
Battesimo, per quella del
Matrimonio
e
per
quella
dell'Ordine. Quanta fatica ogni
giorno in questa città di Roma,
spesso indifferente, quanta
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¾¾
Avrete seguito dai mass media
(quelli cattolici perché gli altri
erano distratti) la 24ª Settimana
Sociale, quella del centenario,
tenutasi a Pistoia e Pisa a metà
ottobre. A me è toccato il privilegio di parteciparvi come delegato diocesano. L'impressione? Ve
la riassumo in tre espressioni:
background storico, ricchezza di
voci, avanguardia culturale.
Il background storico emerge
dal percorso centenario delle
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¾¾
lingua e sapienza per rispondere a coloro che ci accusano e termina dicendo: "con la vostra perseveranza salverete le vostre anime"(Cfr Lc 21,19)
Lo Spirito ci dà quella sapienza del cuore che diventa poi
anche sapienza delle labbra che è la cosa più efficace per
testimoniare e comunicare il Vangelo con la parola e,
naturalmente con la vita, una vita coerente con le parole
che diciamo, col Vangelo che proclamiamo.
E poi, naturalmente, l'altra parola sulla perseveranza:
"con la vostra perseveranza salverete le vostre anime".
Essere perseveranti vuol dire avere una fede solida, vuol
dire che Cristo è davvero il fondamento, la roccia su cui
è costruita la nostra vita... Il vostro diaconato sia sempre costruito su quella roccia che è Cristo, che è la
vostra personale oltre che familiare e comunitaria adesione e Cristo. Adesione nella fede, nella fiducia, nell'obbedienza, nell'amore. Attraverso questa fiducia a Cristo
voi vi consolidate e potete perseverare…
…a ciascuno di voi consegnerò il libro del Vangelo.
Questa Parola è messa nelle vostre mani … Abbiate
sempre certezza che portare il Vangelo al nostro prossimo è il più grande gesto di carità che noi possiamo
fare verso i nostri fratelli… Essere sempre coloro che
testimoniano e anche coloro che annunciano il Vangelo
con franchezza, con dolcezza, ma anche con grande fiducia, sapendo che quel Vangelo che noi portiamo dal di
fuori lo Spirito Santo lo porta dentro al cuore dei nostri
fratelli come nel nostro cuore per così dire dal di dentro.
…sostenuti non solo dalla nostra preghiera ma dalla preghiera di coloro che sono venuti prima di noi, dalla preghiera della Chiesa che si estende non solo nello spazio
ma anche nel tempo, che risale fino a Cristo e coi patriarchi, prima di Cristo.
(dall'omelia in occasione dell'ordinazione di sette diaconi permanenti - trascrizione non rivista dall'autore
17 novembre 2007)
A cura della redazione
¾¾ segue da copertina
esso ha un aspetto che si è rivelato anticipatore e davvero fecondo e positivo e cioè la partecipazione delle
spose e della famiglia a tutto l'itinerario di formazione
dei diaconi e poi al loro ministero. Così certo c'è la persona del diacono ma la sua famiglia è una famiglia in
qualche modo diaconale.. Vorrei raccomandare ai
nostri sette fratelli che vengono ordinati ma anche a
tutta la comunità diaconale di Roma di dedicarsi con
grande impegno a questa pastorale del Battesimo, del
Matrimonio, della famiglia, dell'educazione dei bambini, dei ragazzi, dei giovani alla fede.
I nostri diaconi sono persone che lavorano…Il lavoro è una responsabilità sociale , un atto di solidarietà
verso il nostro prossimo oltre che un atto, un gesto, un'attività nella quale riempiamo noi stessi, facciamo crescere e maturare la nostra personalità e responsabilità. Ma
per il diacono il lavoro rientra nella grande testimonianza della carità. Non è soltanto qualcosa che si fa
perché è indispensabile per vivere, ma vuole essere un'espressione della carità, della carità di Cristo, quella
carità che il diacono deve esprimere in tutta la sua vita…e
in particolare deve esprimerla verso coloro che più sono
nel bisogno. E in questo senso vorrei richiamare l'autentico significato dell'ordinazione diaconale che è ordinazione per il servizio in Cristo come Cristo "che è venuto
non per essere servito ma per servire e dare la propria vita
in riscatto per molti"(Cfr Mc 10,45)
Gesù preannuncia ai cristiani le persecuzioni a cui
andranno incontro Il Signore ci dà fiducia. Anzitutto, precisa, sarete perseguitati nel mio nome…sappiate che
questo non è privo di significato, che questo vi inserisce più profondamente in Cristo come il tralcio nella
vite e che proprio così, attraverso la potatura delle difficoltà e delle sofferenze, noi possiamo portare un frutto
più abbondante.
Poi nel Vangelo Gesù ci promette che Lui stesso ci darà
Un pensiero veloce … lungo 10 anni.
Sono trascorsi dieci anni dall'ordinazione diaconale di mio marito e raccogliere le idee per scrivere un breve pensiero sull'esperienza di questi anni mi porta direttamente al 16 novembre 1997,
quando espressi la volontà di donare mio marito alla Chiesa, alla Comunità.
Quello che, allora pensai, forse con un pizzico di incoscienza, successivamente ebbi modo di sperimentarlo esistenzialmente, perché cominciai anche io a camminare insieme a mio marito nello
svolgimento delle attività parrocchiali o secondo i servizi che gli venivano richiesti.
Servendo cresceva il desiderio di servire ancora di più, fino ad innamorarmi del servizio diaconale.
Oggi, a differenza degli anni della formazione, quando sentivo che tutto il tempo che mio marito
stava fuori casa per un servizio o per gli studi, era tempo che toglieva a me e ai figli, sono io che
lo invito a servire gli altri, ad andare verso gli altri.
Adesso non è più un tempo tolto a me o ai figli, ma donato a me per rendermi moglie santificata
purificata "per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola" (Ef 5,26).
È attraverso la donazione di mio marito agli altri che mi giunge la salvezza.
Anna Arditi
- 2-
¾¾ segue da copertina
fatica portare avanti famiglia,
lavoro e le nostre realtà ecclesiali a cui siamo preposti come
pastori e servi!
E pensavo insieme con mia
moglie Isabella che anzi noi
abbiamo avuto troppe gratificazioni e il Signore ci chiama
ad essere vigilanti per non
cadere nella facile tentazione
del fariseo: Ah! Quanto sono
bravo! Certo l' ambiente dove
viviamo ti aiuta, perchè le persone sono semplici, ti accolgono, riconoscono in te il ministro della Chiesa; da subito
hanno ben compreso il ministero del diacono, che, con la sua
sposa, li accompagna, cammina
con loro, li prepara per
l'Eucarestia
domenicale.
L'ascolto - di giorno e di notte
- (prima non c'era nessuno) da
parte della Chiesa, il consolare
gli afflitti (quanti funerali di
bambini.....), una nuova evangelizzazione per passare da
una fede a volte superstiziosa
a un fede incarnata hanno
fatto sì che oggi cè' una
comunità,anche se in crescita.
Per quanto riguarda, però, il
nostro servizio, sempre servi
inutili.......
E se la mia dura cervice non
me lo avesse fatto ben comprendere, ci ha pensato LUI,
inviandomi una seria malattia
(pensavo di non riuscire a tor-
nare in Italia), che mi ha fatto
vedere concretamente la mia
nullità.
Abbiamo pianto nel lasciare il
nostro gregge, ma abbiamo
visto come il Signore provvede
e sa ben Lui come ( il dialogo
di Giobbe con il Signore è sempre attuale!). E infatti, contemporaneamente alla mia
infermità, il parroco p. Antonio
è dovuto rientrare in Spagna,
anche lui per una grave
malatttia. Nella mia poca fede
chiedevo al Signore perchè
tutti e due contemporaneamente, gli unici due (parroco e
diacono) per una parrocchia di
120 mila persone. Che stolto!
Forse il vescovo della nostra
diocesi, mons. Lino Panizza,
con i gravi problemi di scarsezza del clero (80 sacerdoti
per due milioni e mezzo di persone) avrebbe aspettato ancora ad inviare un altro prete,
anche se ci fosse stato uno
solo di noi due. E così ha nominato un amministratore parrocchiale, p.Vicente, spagnolo,
giovane, da due anni in Perù,
ben animato, ripieno di Spirito.
Questa è la nostra ultima
esperienza, ma desidero ancora ricordare, tra i doni che ci
ha dato il Signore, la responsabilità
affidataci
dal
Cardinale Ruini e dal Rettore
del
Seminario
Romano
Maggiore di un seminarista,
che ha vissuto con noi per sei
mesi: oggi è diacono e l'anno
prossimo presbitero per la diocesi di Roma. E' stata una
grazia grande e abbiamo sperimentato come è proprio del
diacono accompagnare come un
padre, aiutato da Isabella, con
il suo intuito di mamma, un
giovane seminarista, con tutti i
problemi dei giovani di oggi.
E ancora l'esperienza del terremoto. Eravamo vicini alla
nostra Cappella dove viviamo,
parlando con una persona,
quando per due lunghissimi
minuti la terra ci ballava sotto
i piedi, come a volersi aprire
ed inghiottirci...impressionante! Ma commovente vedere le
persone uscire in fretta dalle
loro casette e baracche e dirigersi versi di noi per pregare
con noi: non abbiamo avuto il
tempo di avere paura! In
mezzo alla strada si è radunata la comunità, testimoniando
la fede nell'Onnipotente, riconoscendo Lui e Lui solo come
punto di riferimento.
Concludo
ringraziando
con
Isabella il Signore per le
meraviglie che ha operato,
facendoci sperimentare che
per quel poco che abbiamo
potuto dare, abbiamo ricevuto
e grazie su grazie.
diac. Luigi Bencetti
¾¾ segue da copertina
L'avanguardia culturale è quella che i cattolici
impegnati, oggi più ancora che nel passato, potrebbero rappresentare per una società a corto di idee.
Lo vediamo tutti: una politica di piccolo cabotaggio,
una crescente sfiducia nelle istituzioni, frammentazione in interessi particolaristici, mancanza di solidi
riferimenti. Noi invece abbiamo a disposizione un
enorme patrimonio, racchiuso nello scrigno della
dottrina sociale della Chiesa, assai più avanzato di
quanto i sapientoni di oggi (Nobel compresi) riescono a escogitare. Abbiamo riferimenti sicuri nella
dignità della persona umana (da riconoscere in tutte
le sue dimensioni), nei suoi diritti, nel bene comune,
nel principio di sussidiarietà, nella democrazia come
partecipazione, nel principio di solidarietà.
Insomma abbiamo la responsabilità, di fronte alla
nostra società, di mostrare come, con la bussola dei
principi cristiani, si potrebbe prendere il largo.
Settimane Sociali, a partire dalla prima, celebrata
appunto nel 1907, fino ad oggi, passando attraverso
le tante stagioni della vicenda italiana, da quando i
cattolici erano fuori dal potere politico, alla grande
guerra, ai difficili rapporti del Ventennio, alla seconda guerra mondiale, all'egemonia del partito cristiano, agli anni del laicismo imperante. Tante diverse
stagioni nelle quali magistero della Chiesa e impegno profetico di singoli cristiani hanno indicato il
bene comune come fine per qualsiasi azione sociale
o politica, frammezzo ai forti condizionamenti ideologici e di potere.
La ricchezza di voci è risultata evidente nelle oltre
quaranta autorevoli relazioni, commentate a caldo
da un centinaio di interventi, in una platea di 1400
delegati. E su tematiche molto articolate: il bene
comune, la globalizzazione, il mercato e il terzo settore, la bioetica e la biopolitica, l'educazione, la formazione, la costruzione del futuro. Se volete rintracciare questi contributi guardate il sito www.settimanesociali.it .
diac. Giuseppe Colona
-3-
CRUDELI ADORATORI DI SATANA O FRAGILI FIGLI DEI
TEMPI MODERNI?
TONINO CANTELMI, CRISTINA CACACE
Bombardati dall'occulto
Nella nostra società l'attrattiva che
occultismo, magia e rituali esercitano sui giovani é particolarmente
forte, non soltanto perché l'adolescenza é un periodo di profondi cambiamenti che comportano vulnerabilità e turbamenti emotivi, ma anche
perché l'occulto é costantemente presente nell'universo giovanile moderno.
La maggior
parte
dei
fumetti in
commercio
raccontano
storie
di
potenza,
violenza e
poteri occulti eccezionali. Per citarne alcuni,
"eroi" come Spawn, Devil Man,
Inushyasha, Saiyuky, sono demoni
solitari, cupi ed introversi, con una
natura estremamente violenta e
distruttiva, che, per lottare, utilizzano i poteri occulti e la magia nera.
La musica rock e specialmente
l'heavy metal, intrattiene i giovani
con canzoni che parlano di stupro,
sadomasochismo, tortura, culti satanici, mutilazioni sessuali, patricidi e
cannibalismo.
"Top girl", una famosa rivista indirizzata alle adolescenti, nel
Dicembre del 2000, in copertina
riportava "Testimonianza esclusiva:
abbiamo scelto di essere streghe" ed
all'interno c'era la trascrizione di
un'intervista in cui due ragazze raccontavano entusiaste di seguire la
religione Wicca e di praticare la
magia.
Sulla piattaforma di Internet sono
state allestite numerose pagine web,
create da sette o da satanisti isolati,
che propagandano e diffondono il
satanismo. Esistono veri e propri
motori di ricerca satanici, come
"avatarsearch", e siti come
http://www.satannet.net, che si propongono di far crescere la comunità
virtuale satanista. Sulla homepage di
questi siti ci sono diversi link che
consento di accedere a librerie sataniche,
a
musica satanica, a chat
e ad altri siti
che si occupano di satan i s m o .
Yahoo, uno
dei
più
importanti
motori di
ricerca, per
non essere da meno offre la possibilità di formare gruppi di discussione
di ispirazione satanista. È stato rilevato che i club satanici dal 1999 al
2001 sono aumentati in maniera
esponenziale ed è aumentato considerevolmente anche il numero degli
iscritti, infatti si è passati dai 114
club, con 801 iscritti, nel Maggio
1999 ai 322 club, con 5853 iscritti,
nel Febbraio 2001 .
Il salotto virtuale per eccellenza del
satanismo è alt.satanism, dove vengono scambiate diverse informazioni su rituali, festività, fonti bibliografiche, siti satanici.
Esistono anche dei motori di ricerca
di risorse sataniche e dei portali,
come www.net.net, in cui è presente
il centro dell'universo satanico su
internet. Sulla Home Page di questo
portale si può accedere a: Satannet
Library, una libreria satanica on-line;
“Testimonianza
esclusiva: abbiamo scelto di esse-
”
re streghe
- 4-
Satannet Plaza; Satanic Music;
Ventrue Gallery, una galleria virtuale
dedicata al satanismo; Ventrue
Poetry, che contiene una raccolta di
poesie dedicate al demonio.
La presenza dell'idolo Satana è forte
nella società: i simboli, i nomi, i testi
delle canzoni, sono fin troppo spesso
ispirati a lui. Alcuni giochi di ruolo
sostituiscono la realtà con falsi universi immaginari, nei quali non valgono le regole ordinarie, ma vigono
consuetudini terrificanti e perverse.
È diffuso il commercio di oggetti
ispirati a Satana, alla stregoneria, al
voudoo.
L'occultismo sembra essere uscito
dall'ombra per entrare nel mondo
degli affari e del consumismo occidentale. Dunque, il proselitismo
satanico non avviene con metodi
classici e tradizionali, come quello
della evangelizzazione del cristianesimo, del "porta a porta" dei
Testimoni di Geova, del volantinaggio di Scientology, ma utilizzando
quegli strumenti, esistenti nel mondo
sociale, che fanno leva su tutto ciò
che è legato alle debolezze dell'uomo: le ambizioni, i desideri di affermazione, l'individualismo della
società.
Molte sono le pubblicazioni, i libri, i
manuali di magia utilizzati per scopi
divulgativi e di "aggancio". Altri
canali prescelti per attecchire nell'anima dell'uomo riguardano tutte
quelle tecniche che strumentalizzano
il sesso, la conoscenza e l'appagamento del desiderio di realizzazione;
si pensi allo sfruttamento di trasmissioni televisive o di internet .
Spesso sono gli stessi mass media
che, in maniera consapevole o meno,
effettuano procedimenti di persuasione, manipolazione e disinforma-
¾¾
zione cari al satanismo. Il satanismo
si inserisce in questa cornice "pubblicitaria" e manipolativa dei mezzi
di comunicazione di massa e sfrutta,
per potenza di penetrazione sociale, i
messaggi che provengono dai mass
media, conducendo alla formazione
di modelli dannosi di pensiero e di
comportamento .
Negli ultimi anni, il panorama televisivo italiano ha assistito al proliferare di telefilm, rivolti ai telespettatori
più giovani, che in maniera molto
esplicita mettono in scena tematiche
legate al mondo dell'occulto. Le
trame di questi telefilm si basano
esclusivamente sui rituali di magia
bianca e nera, sugli incantesimi e
sulle forze soprannaturali ed i personaggi sono portatori di una cultura
che prevede l'esistenza del panteismo, del politeismo e dei magici
poteri della psiche e delle forze
occulte. Persino i talk show non sono
da meno e così spesso nei salotti televisivi italiani vengono invitati
maghi, astrologi, guru a mostrare le
loro capacità soprannaturali. Marco
Dimitri, il leader della setta
"Bambini di Satana", sostiene di
aver visto aumentare significativamente le adesioni alla setta dopo
aver partecipato ad una trasmissione
del Maurizio Costanzo Show.
In una società in cui la televisione
rappresenta un potente veicolo di trasmissione di valori sociali e culturali, programmi televisivi di questo
genere hanno una grandissima
influenza, specialmente sui più giovani. Un bambino o un'adolescente,
che viene costantemente bombardato da questi messaggi, rischia di farsi
un'idea distorta della realtà, ma
soprattutto struttura un pensiero di
tipo magico, che lo predispone
all'avvicinamento verso tutti quei
culti e quelle sette vicini all'occultismo.
Internet, video games e telefilm
offrono un'abbondante "dieta" di
occulto, che non lascia indifferenti
gli adolescenti, che, curiosi da sempre per tutto ciò che è misterioso,
sono la categoria che rischia maggiormente di essere irretita dal fascino del male.
Quanto ci dobbiamo preoccupare?
In Italia, secondo il rapporto del
Telefono Antiplagio, i minori attratti
da satanismo, stregoneria ed occultismo, le vittime di abusi ed i lettori di
pubblicazioni e siti internet del settore, sarebbero il 33%. Un dato preoccupante che si aggiunge al fatto che
la polizia identifica nuovi gruppi
quasi settimanalmente. Le regioni
maggiormente interessate da questo
fenomeno sono la Lombardia, il
Lazio, il Veneto, il Piemonte, la
Sardegna, la Sicilia, la Campania,
l ' E m i l i a
Romagna,
la
Toscana,
la
Puglia, le Marche,
la Calabria e la
Liguria; quelle
meno interessate
sono l'Umbria, il
Trentino A.A.,
l'Abruzzo,
la
Basilicata,
il
Molise, il Friuli e
la Valle d'Aosta .
Fare una stima del
numero dei giovani coinvolti è
impossibile, ma
visto il numero di
regioni interessate possiamo ipotizzare che siano più di quelli che ci
aspettiamo.
Data la pervasività con cui l'occultismo ed il satanismo si sono diffusi
nella nostra società, abbiamo voluto
condurre una ricerca esplorativa per
indagare la natura del rapporto tra
adolescenza e satanismo, la diffusione del satanismo nel mondo giovanile e se il satanismo è una strategia
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utilizzata dai giovani italiani per
superare le difficoltà di questo
momento critico dello sviluppo.
La ricerca è stata condotta distribuendo un questionario autosomministrato, da compilare in forma anonima ad adolescenti di età compresa
tra i 14 ed i 19 anni. Gli adolescenti
erano residenti a Roma e frequentavano le scuole Medie Superiori della
capitale, durante il periodo Ottobre
2002-Maggio 2003. Sono stati distribuiti circa 400 questionari e di questi
ne sono stati riconsegnati 364 compilati.
Il campione era composto per il
58% da soggetti di sesso femminile e
per il 42% da soggetti di sesso
maschile.
Analizzando le risposte date dai
giovani alle domande presenti nel
questionario è emerso quanto segue:
- il 33% dei giovani
intervistati non è
soddisfatto
dei
valori
trasmessi
dalla società odierna, il 59% non è
pienamente soddisfatto contro un
debole 8% di giovani che afferma di
essere soddisfatto;
- il 27% trova difficoltà ad integrarsi
nella realtà sociale,
il 31% vive qualche
difficoltà ed il 42%
degli intervistati
afferma di non trovare alcuna difficoltà;
- di fatto il 68% dei giovani dei giovani intervistati ha affermato di non
essere soddisfatto della vita che conduce.
Le cause di tanta insoddisfazione
probabilmente sono ascrivibili al disagio che attanaglia gli adolescenti
del nuovo millennio, infatti:
- il 95% degli intervistati vive un
senso di inadeguatezza, il 23% si
¾¾
percepisce sempre inadeguato ed il
72% spesso;
- anche la solitudine nell'era della
comunicazione sembra essere molto
diffusa: solo il 6% ha affermato di
non essersi mai sentito solo, mentre
il 23% ha affermato di sentirsi solo
sempre, il 28% spesso, il 43% a
volte. I sentimenti di solitudine scaturiscono dal non sentirsi capiti
(33%), non sentirsi accettati (22%),
non ricevere sufficiente amore ed
attenzione da parte degli altri (19%),
sentirsi inadeguati (18%).
Ecco allora dati ancora più sconcertanti:
- il 62% degli intervistati ritiene che
occultismo, magia e new age possano essere un nuovo modo per sconfiggere la propria solitudine;
- l'82% degli adolescenti si sente
attratto da religioni differenti rispetto
a quella d'appartenenza, il 55% ha
partecipato a sedute spiritiche ed il
76% si è interessato ad esoterismo,
magia, cartomanzia, iniziazione e
rituali;
- il satanismo sembra essere diventato il compagno di viaggio dei giovani di oggi: il 78% degli adolescenti è
venuto in contatto con materiale
satanico, soprattutto attraverso musica (44%), film (28%), libri (21%) e
siti internet (14%). Le cause dell'epidemia satanica nascono dal fatto che
il 54% dei giovani è incuriosito dal
satanismo ed il 34% affascinato.
Alla domanda sul perché il satanismo fa presa sugli adolescenti i
ragazzi hanno risposto:
- dà senso di appartenenza 46%;
- offre valori alternativi 39%;
- consente di superare alcune inibizioni 6%;
- permette la realizzazione di tutti i
desideri 5%;
- permette di essere superiori 4%.
Fortunatamente l'esperienza dell'occulto per molti giovani é passeggera
e rappresenta più un riflesso della
loro curiosità e frustrazione adole-
scenziale, che una consapevole ribellione contro Dio.
L'adolescenza è una fase della crescita caratterizzata da profondi turbamenti emotivi. Tra i tredici ed i
vent'anni ci si sente troppo grandi
per essere trattati come bambini ed
ancora immaturi per essere considerati adulti, si vive una fase di transizione molto delicata da un punto di
vista psicologico, in cui spesso ci si
sente impotenti. L'adolescente sente
il bisogno di affermare se stesso, la
propria identità, come una individualità diversa rispetto ai propri genitori, e manifesta una maggiore indipendenza nei pensieri, negli atteggiamenti e nei comportamenti rispetto all'infanzia, che si traduce nell'esigenza di ritagliarsi degli spazi di vita
propri, al di fuori del contesto familiare. Durante l'adolescenza ogni
punto di vista proveniente dal
mondo degli adulti, viene sottoposto
ad un attento esame, per essere spesso rifiutato
categoricam e n t e .
Questo atteggiamento di
ribellione è
un processo
naturale ed
essenziale
per un corretto sviluppo,
perché senza
di esso l'identità non potrebbe strutturarsi in modo sano ed armonico e
resterebbe fortemente dipendente
dalle figure di riferimento.
Tuttavia, quando ribellione adolescenziale significa diventare satanisti, dobbiamo iniziare a preoccuparci del fatto che probabilmente c'è
qualcosa che non va.
I disagi che vivono i giovani che si
lasciano ammaliare dal satanismo
caratterizzano l'adolescenza di tutti i
ragazzi, l'unica differenza sta nella
"soluzione" scelta per alleviare la
frustrazione. La maggioranza degli
adolescenti si sente in disaccordo
con ciò in cui credono i propri genitori, ma pochi reagiscono a questo
conflitto imbrattando le pareti delle
Chiese con simboli satanici. Il pericolo risiede nel fatto che i giovani
spesso rischiano di spingersi ben al
di là della semplice filosofia di vita
satanista e di mettere in atto dei comportamenti auto ed etero distruttivi.
La maggioranza degli adolescenti,
che si lasciano coinvolgere nell'occulto, lo fa per la libertà, i brividi e le
facili possibilità di sperimentare il
sesso e le droghe. Anton La Vey, il
fondatore della Chiesa di Satana, ha
ammesso che molti giovani che
chiedevano di diventare membri
della sua chiesa, avevano problemi
psicologici ed emotivi. Attraverso il
suo potere, immaginario o reale, chi
si occupa dell'occulto scava sempre
più in profondità negli oscuri recessi
della propria anima fino a quando i
valori etici,
l'unità
familiare e
la fiducia
nell'autorità
vengono
rigettati in
favore della
massima
dell'occulto
"Fa' ciò che
vuoi!".
Alcuni giovani così iniziano ad utilizzare droghe ed alcool, altri scappano di casa o abbandonano la scuola. Alcuni commettono piccoli crimini per pagarsi la dose di droga o proclamano il loro disprezzo per le autorità attraverso condotte antisociali.
Altri si scagliano con violenza contro chiunque o qualunque cosa si
frapponga tra loro ed i loro scopi.
Ma, nel loro intimo, questi ragazzi
condividono molti dei sentimenti
provati da tutti gli adolescenti.
Il satanismo rappresenta anche una
“Il satanismo
rappresenta
anche una ostile
ed estrema forma
di ribellione”
-6-
¾¾
ostile ed estrema forma di ribellione, che si sposa perfettamente con lo spirito di ribellione che caratterizza l'adolescenza. Vivere in gruppo qualcosa di estremamente
trasgressivo consente di sperimentare un senso di appartenenza molto forte. Il gruppo è un punto di riferimento
fondamentale per l'adolescente, in quanto gli consente di
trovare il conforto, le rassicurazioni ed il sostegno necessari a rafforzare l'autostima. La soddisfazione di questi
bisogni è fondamentale per lo sviluppo adolescenziale,
in quanto rende meno incisivi altri vissuti quali l'alienazione, l'anonimato e la solitudine.
Conclusioni
Viviamo nell'era della comunicazione, ma la causa maggiore di sofferenza dell'uomo moderno è la solitudine. I
legami familiari si disgregano, le coppie sembrano non
riuscire più a tollerare le frustrazioni della vita a due e le
relazioni affettive diventano sempre più labili. A pagarne
le conseguenze sono soprattutto i giovani, figli di genitori adolescenti, che fanno della gratificazione dell'ego il
centro della propria esistenza. In un mondo fatto di relazioni affettive multiple, fluide, brevi e disimpegnate,
trionfa l'ambiguità. Questo stile di vita, basato sulla corsa
frenetica al possesso e all'apparire, in cui non c'è spazio
per le relazioni interpersonali, per i valori, per i principi,
genera identità sempre più fragili e frammentate, che in
modo altrettanto fragile e frammentato si avviano verso
la ricerca di un dio o di un credo, che le risollevi da questa triste condizione.
Il senso religioso sembra essere diventato un bene di
consumo, al servizio delle spinte narcisistiche e consumistiche dell'uomo di oggi. La fede è sacra nella misura
in cui consente di ottenere benefici che riguardano più la
vita materiale, che quella spirituale. Il satanismo offre un
sogno illusorio ai suoi seguaci e li abbindola con false
promesse di sesso, potere e ricchezza.
I giovani che restano irretiti nelle sette sataniche o in altri
culti distruttivi, sono solo individui psicologicamente più
fragili che fuggono dalla realtà, cercando aiuto nell'agghiacciante mondo del male. Il nostro compito forse non
è quello di giudicarli, stigmatizzarli, additarli o utilizzare certe notizie per fare del sensazionalismo. Piuttosto,
dovremmo fermarci a riflettere ed avere il coraggio di
guardare alle fragilità di coloro che si sono smarriti,
come qualcosa di cui siamo responsabili soprattutto noi
adulti.
Un libro per Natale: "La mistica e l'anima russa",
di Pavel A. Florenskij, Ed. San Paolo (E 20,00)
Questo libro - da non perdere - raccoglie alcuni
scritti tra i più significativi
dedicati alla mistica di
Pavel
Aleksandrovic
Florenskij (1882-1937).
Riscoperto
oggi
in
Europa, dopo un lungo
oblìo, come una figura tra
le più grandi del '900,
Florenskij è stato fisico,
matematico, ingegnere
elettrotecnico, epistemologo, teologo, studioso di
estetica, simbologia e
semiotica, padre di cinque figli e prete ortodosso. Lentamente iniziano a
tornare alla luce parti considerevoli
della
sua
vastissima produzione
scientifica, filosofica e
teologica,
lasciando
emergere la statura di
vero e proprio "gigante"
del cristianesimo e del
pensiero
moderno.
Florenskij sfugge ad ogni
tentativo di definizione,
poiché ciò che più lo
attrae è il luogo di confine
tra i diversi saperi e la sua
-7-
possibile violazione in
vista di una visione integrale della conoscenza.
Diversi pensatori russi lo
avevano già soprannominato il "Pascal russo", la
cui
opera
andrebbe
affiancata a quella di
Agostino; o più frequentemente il "Leonardo da
Vinci della Russia" (S.
Bulgakov, N. Losskij), che
brilla per la sua genialità
(P. Evdokimov) e originalità (A. Losev). Come risulta dagli atti del KGB,
recentemente
riportati
alla luce e consegnati alla
famiglia dopo oltre cinquant'anni, le pretestuose
accuse orditegli contro per eliminare il cristiano
scomodo - furono risolutamente e per lungo
¾¾
tempo da lui rigettate, poi
improvvisamente accettate, essendo venuto a
conoscenza del fatto che
ciò avrebbe potuto consentire la liberazione di
alcuni compagni dall'inferno del lager delle isole
Solovki, dove fu prigioniero per alcuni anni. Venne
fucilato nei boschi intorno
a Leningrado l'8 dicembre
1937, suggello mariano
della sua esistenza.
In padre Florenskij, vita e
pensiero, fede e ragione,
parola e azione, analisi e
intuizione, costituiscono
un unico insieme organico. A differenza di molti
altri pensatori russi del
'900, che hanno insistito
sull'irriducibile differenza
tra ragione e fede, filosofia e teologia, logica e
contemplazione, in lui di
fatto "si sono incontrate e,
a suo modo unite, la cultura e la Chiesa, Atene e
Gerusalemme"
(S.
Bulgakov), e una tale
unione costituisce in sé
un fatto di assoluta rilevanza storica ed ecclesiale.
Proponiamo questo
testo all'attenzione di tutti
perché in queste pagine
troviamo, in una sintesi
straordinaria e drammatica, il ministro ordinato e il
padre di famiglia, lo scienziato e il mistico. Nel
nostro tempo della separazione, della frammentazione e dello smarrimento
di senso, il pensiero di
Florenskij appare una
provocazione radicale, di
una attualità che stupisce.
Ma è soprattutto la cifra di
una personalità integra,
mirabile, la cui fede concrocifissa ha illuminato
chi lo ha incontrato, come
un riflesso del Mistero
d'Amore Trinitario, di cui
si è nutrito fino alla fine.
Il libro contiene un saggio introduttivo di Natalino
Valentini, che riassume la
vita dell'Autore e offre una
bibliografia di quanto finora pubblicato. Per saperne di più si può consultare, alla voce "Florenskij",
l'enciclopedia
on-line
Wikipedia.
A cura di Girolamo Furio
Lima: Terra di Missione
Sette domande al diacono Giuseppe di
Roma, che si definisce missionario part time perché da sei anni va, un paio di mesi
per volta, in una missione nella periferia di
Lima.
Tanta povertà: case di pali e pannelli di
legno, con la sabbia per pavimento e un
telo di plastica per soffitto. E ti rendi
conto quanto sia difficile trovare un lavoro e quanto magro il salario (un bracciante
prende 20 soles, pari a 5 euro, per un giorno di lavoro). Avverti anche una povertà di
relazioni, un debole senso della famiglia e
tante giovani con figli abbandonate dai
loro uomini. E fenomeni di devianza, con
bande di ragazzi di strada e, diffusissima,
la piaga dell'alcolismo. Eppure, in tutto
questo, ti salta agli occhi un vivo senso
religioso e una forte domanda di sacro.
1. Come t'è venuta l'idea di andare in
missione?
Non ci avevo mai pensato, neppur lontanamente, fino al giorno in cui un mio amico,
Luigi, diacono anche lui, con sua moglie
Isabella, ha lasciato qui a Roma i sette figli
e uno stuolo di nipoti per andare a vivere
nell'estrema periferia di Lima. La cosa mi
colpì molto: "Diamine! Perché Luigi molla
tutto e se ne va in missione?". Mia moglie,
Patrizia, mi disse: "Perché non andiamo a
vedere?". E così, un po' per amicizia, un po'
per curiosità, mi trovai a spendere le mie
ferie - a quel tempo lavoravo in banca - in
Perù.
2.
3. Sono quasi tutti cattolici, vero?
Non è come si crede: direi che su una radicatissima religiosità naturale hanno, per la
maggior parte, solo una verniciatura di cristianesimo. Sanno di dover battezzare i
figli, ma poi, nella nostra zona, vediamo
che una metà dei ragazzi non hanno ricevuto il battesimo; sanno del matrimonio
E che realtà hai trovato?
-8-
cristiano, ma solo una coppia su cinque lo
ha celebrato. Questa situazione costituisce un terreno molto fertile per le cento
confessioni evangeliche e le sette di tutti
i tipi, impegnatissime a far proseliti là
dove la Chiesa cattolica è meno presente.
umana è nel rapporto con Dio. Carità è
voler il bene dell'altro, un bene che va
oltre l'immediatezza del dar da mangiare:
dare speranza a chi è sfiduciato, consiglio
a chi è nel dubbio, pace a chi vive nel risentimento, voglia di impegnarsi a chi ha già
tirato i remi in barca, riconciliazione a chi
è diviso, … e tutto questo è Gesù l'unico a
poterlo compiere, se è con noi.
4. E voi missionari cosa fate?
Partiamo dalla loro forte religiosità naturale per orientarla in senso cristiano. Mi
spiego racontando un episodio. Era il 16
luglio e mi portarono una statua della
Madonna - la Virgen del Carmen - perché la
benedicessi; quanto più aspergevo d'acqua
benedetta l'immagine e la gente, tanto più
me ne chiedevano: uomini con le palme
delle mani protese, donne che mi porgevano i loro bambini e giù acqua
benedetta. Per loro questo dell'acqua
è un rito di riconciliazione e propiziazione; ecco, noi dobbiamo partire di qui per arrivare alla vera
riconciliazione cristiana, all'acqua
del costato di Gesù morto sulla
croce, all'acqua del battesimo.
Per questo il nostro impegno quotidiano è nell'annuncio del
Vangelo: lo facciamo per le
strade, di casa in casa, nei
mercati e nella celebrazione
della Parola e dei sacramenti.
6. Qualcuno ti avrà certo chiesto: che
bisogno c'è d'andare in missione così
lontano, quando c'è tanto da fare qui a
Roma?
È vero che la missione del cristiano comincia appena esce di casa, anzi - a ben
vedere - già in casa, con la propria
famiglia. Ma devo riconoscere che per
me la missione in Perù è un luogo privilegiato: la mattina, quando mi sveglio
so che non ho altro da fare che aiutare gli altri: sono missionario a
tempo pieno. Inoltre, nel rapporto
con la gente, lì è tutto più semplice e diretto e, forse per la presenza di tanti poveri, si avverte
un forte "profumo di Cristo".
7. Tu sei un diacono e certo
hai molto da fare; ma se
venisse un laico, un giovane?
La Virgen del Carmen di Lima
Ogni anno riceviamo la visita di
5.
Tu parli di annuncio e di celebradiversi giovani e adulti, da Roma o da altre
zioni liturgiche; ma carità niente?
città (quest'anno da Biella). Vengono per
La cosa più urgente per chi ha fame è darconoscere una realtà missionaria, per comgli da mangiare, per chi è ammalato la posprendere, per dare una mano e riescono a
sibilità di curarsi. E, con il sostegno econofarlo con semplicità ed efficacia. Non
mico di tanti amici, abbiamo aperto un conoccorre nemmeno che conoscano lo spasultorio medico, avviato un asilo per bimbi
gnolo: la gente non ha bisogno di parole per
poveri, distribuiamo aiuti alimentari alle
capire che tu sei lì per loro; e se poi hai una
ragazze madri, diamo coperte a chi patichitarra i ragazzi ti si raccolgono intorno
sce il freddo, … Tutto questo è necessario
e con un canto comincia qualcosa di nuovo.
per fronteggiare le emergenze, ma non
Per un giovane, venire a conoscere una misdimentichiamo che la cosa più importante
sione, in Perù o dove crede, è un'esperienè annunciare il Vangelo, perché la molla per
za forte, che gli apre gli occhi sul mondo e
promuovere la crescita di una persona è di
che poi non vorrà dimenticare.
liberare le sue energie interiori, dandogli
diac. Giuseppe Colona
la consapevolezza della propria dignità e
sappiamo bene che la radice della dignità
-9-
LA FRATERNITÉ SAINT LAURENT À ROMA
Dal 2 al 7 novembre scorso sono venuti in pellegrinaggio a Roma 300 pellegrini, della Diocesi francese di Fréjus-Toulon, per celebrare i 25 anni della
creazione della Diaconia del Var.
Sono venuti per fare un pellegrinaggio al cuore
della Chiesa e per incontrare comunità cristiane
impegnate, come lo sono loro, al servizio dei più
poveri. Per questo hanno fatto visita alla Comunità
di sant'Egidio, alle suore della Carità, alla Caritas,
ecc, e ad alcune parrocchie romane tra
le quali la parrocchia della Natività di
N.S.G.C. dove, domenica 4, dopo aver
celebrato l'eucarestia con tutta la
comunità parrocchiale hanno pranzato
nella Domus Caritatis (dove sono
accolti e mangiano i poveri) e hanno
avuto un incontro con le realtà parrocchiali che si occupano in prima persona di accogliere l'Altro.
La Diaconia del Var nasce il 31 maggio 1982, nell'occasione della festa
della visitazione, per opera di mons.
Gilles Barche, allora vescovo di
Fréjus-Toulon. Nasce come diaconia
laicale e il termine "diaconia" riprendendo il significato che ha nel Nuovo Testamento portando i cristiani a rileggere la Parola di Dio per attualizzarla
nella quotidianità della loro vita.
I diaconi, ci racconta Gilles Rebéche, primo diacono permanente ordinato nella diocesi, sono stati
ordinati in un secondo tempo, si è prima ridata visibilità e senso alla diaconia: come termine generico
designante tutti i ministeri (1Cor 12,5); come apostolato missionario nella dimensione di proclamazione del Vangelo (2Cor 3,6); come azione di carità (Rom 12,9 e 1Cor 16,14) e come liberazione (Ga
5,13) in riferimento alla diaconia di Cristo che
interviene nelle situazioni umane più compromesse
o, più semplicemente, come icona di Gesù, umile
servitore, che lava i piedi ai suoi discepoli.
A seguito della creazione della diaconia del Var è
apparsa la necessità di istituire un'associazione
incaricata di interfacciarsi con l'azione pubblica, a
favore dei più poveri: l'Unione Diaconale del Var
(UDV), che oggi raggruppa 29 associazioni con
650 operatori sparsi su tutta la regione e il cui finanziamento è assicurato principalmente da fondi pubblici.
Vista dall'esterno, l'UDV rappresenta il volto istituzionale della Chiesa nella città, attraverso una rete
di associati. Forte di questa rete e della sua notorietà, l'UDV, insostituibile per l'azione
sociale della regione, può far valere la
posizione della chiesa per quanto riguarda le persone in difficoltà.
Mentre l'azione pubblica mira essenzialmente a studiare i "diritti" delle persone
l'UDV cerca di dare una vera assistenza
umana in tre direzioni, alle persone ferite
dalla vita:
L'accesso ai diritti;
L'accesso alla cittadinanza;
L'accesso ai veri "incontri umani".
Poiché la Diaconia del Var non è solamente un organismo filantropico, ha una
sua spiritualità che si ispira al vangelo ed
è per questo che in seno alla Diaconia nasce la
Fraternità san Lorenzo che, tenendo sempre presente l'azione del diacono Lorenzo martire romano,
raggruppa al suo interno laici, religiosi, diaconi e
presbiteri che hanno come obiettivo primario quello di prendere parte attiva al radicamento spirituale
del progetto della diaconia in linea con tutte le componenti ecclesiali della diocesi.
Ogni giorno i membri della Fraternità pronunciano
questa preghiera della Diaconia:
"Accogli, Signore, in questo giorno il mio desiderio di servirti. La tua grazia mi basta.
Non chiedo nient'altro che vivere secondo il tuo
Vangelo, unito a tutti coloro che, nella Diaconia
della tua Chiesa, cercano di fare la tua volontà".
Grazie
diac Silvano Arditi
In 11 mesi ho perso papà e mamma. Sono momenti difficili, carichi di stupore, rabbia, stanchezza e tante emozioni …, ma la presenza dei fratelli ti aiuta, ti conforta, ti fa sentire il calore della famiglia (papà e mamma che non
ci sono più).
Mai come in questi momenti ho sentito forte la realtà di una "COMUNITÀ", quella del Diaconato, che ci ha accolto da otto anni in qua.
È stata confortante e commovente per me la presenza dei fratelli diaconi che hanno accompagnato la salma di
mamma all'uscita della Chiesa, la presenza telefonica di tante sorelle, mogli di diaconi, che mi sono comunque state
vicine.
Il Signore si serve dei fratelli per confortarci e per abbracciarti con calore.
Cari fratelli, ho voluto scrivere queste poche righe per dirvi quanto è stato importante per me la Comunità del
Diaconato e quanto può essere importante per tanti altri fratelli in cammino. Non smettiamo mai di crederci.
Clara Valletti