Coesione territoriale - EESC European Economic and Social

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Coesione territoriale - EESC European Economic and Social
Coesione territoriale
Sezione ECO – Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale
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Indice
INTRODUZIONE.................................................................................................................................................................... 4
COESIONE TERRITORIALE.................................................................................................................................................. 6
La coesione territoriale, un approccio europeo................................................................................................. 6
Una proposta di definizione...................................................................................................................................... 6
Una visione d’insieme del territorio europeo...................................................................................................... 6
LA GOVERNANCE E I PARTENARIATI............................................................................................................................. 9
La governance................................................................................................................................................................ 9
I partenariati.................................................................................................................................................................... 9
Raccomandazioni istituzionali................................................................................................................................10
PROGETTI E PROPOSTE CONCRETE............................................................................................................................12
Reti transeuropee........................................................................................................................................................12
ESPON/ORATE - Osservatorio in rete dell’assetto del territorio europeo................................................12
Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT)....................................................................................14
Programma di scambi................................................................................................................................................14
Guida alle buone pratiche........................................................................................................................................15
COOPERAZIONE TERRITORIALE....................................................................................................................................17
Programma INTERREG...............................................................................................................................................17
La cooperazione transfrontaliera: un caso concreto, l’euroregione..........................................................17
LA REALTÀ URBANA E LE AREE METROPOLITANE..................................................................................................21
Verso un modello di sviluppo policentrico........................................................................................................21
Il fenomeno metropolitano.....................................................................................................................................21
Proposte pratiche........................................................................................................................................................24
CRONISTORIA......................................................................................................................................................................26
GLOSSARIO..........................................................................................................................................................................28
ELENCO DEI PARERI SULLA COESIONE TERRITORIALE..........................................................................................37
BIBLIOGRAFIA.....................................................................................................................................................................38
SITI WEB................................................................................................................................................................................39
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Introduzione
Krzysztof PATER
Presidente della sezione ECO “Unione economica
e monetaria, coesione economica e sociale”
Scopo della presente pubblicazione è illustrare i principali contributi del Comitato economico e
sociale europeo alla nuova dimensione della politica di coesione introdotta dal Trattato di Lisbona
- la coesione territoriale - che rappresenta la terza dimensione della coesione economica e sociale.
La coesione territoriale persegue l’obiettivo di introdurre un approccio territoriale europeo che
inquadri e renda compatibili tra loro le strategie territoriali formulate e applicate dagli Stati membri
e dalle regioni. La coesione territoriale deve concentrarsi sui temi che interessano anzitutto
l’assetto del territorio e, in secondo luogo, la pianificazione urbana e regionale.
Le sfide e i rischi a cui è esposto il territorio europeo vanno affrontati con un approccio europeo.
È indiscutibile il valore aggiunto di una visione d’insieme del territorio europeo, la quale dovrebbe
essere riconosciuta come una necessità strategica primaria.
Alla società civile organizzata, che è rappresentativa a livello regionale e soprattutto locale, si
dovrebbe offrire l’opportunità di partecipare in modo responsabile e trasparente alla definizione e
all’attuazione dei programmi regionali dell’Unione europea.
La partecipazione degli attori socioeconomici alla governance del territorio dipende dalla creazione
di quadri istituzionali in grado di renderla efficace. È necessario coinvolgere le organizzazioni
della società civile nella formulazione e nell’esecuzione delle politiche decise dai diversi livelli di
cooperazione transfrontaliera esistenti tra due o più Stati membri.
Il mio ringraziamento va al presidente della sezione ECO che mi ha preceduto, Georgios DASSIS, dal
momento che i contributi alla presente pubblicazione sono stati in gran parte preparati nel corso del
suo mandato.
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Coesione territoriale
La coesione territoriale, un approccio europeo
La coesione territoriale persegue l’obiettivo di introdurre un approccio territoriale europeo che
inquadri e renda compatibili le strategie territoriali formulate e applicate dagli Stati membri e dalle
regioni.
La coesione territoriale deve concentrarsi sui temi che interessano anzitutto l’assetto del territorio e,
in secondo luogo, la pianificazione urbana e regionale. Come ha già dichiarato la CEMAT (Conferenza
europea dei ministri responsabili dell’assetto del territorio) nel 1994, “l’assetto del territorio
è lo strumento idoneo per attuare lo sviluppo sostenibile su scala territoriale”.
In questo senso occorre lavorare alla chiarificazione concettuale, metodologica e linguistica
dell’assetto del territorio. Esso infatti comporta un approccio interdisciplinare e costituisce una
priorità trasversale che interessa diversi temi, in particolare l’ambiente, i trasporti e le comunicazioni,
gli alloggi e gli insediamenti umani e industriali.
Una proposta di definizione
Riprendendo l’articolo 2 del Trattato di Roma e gli articoli 2 e 158 del Trattato di Nizza, la coesione
territoriale si può definire come il:
Compito affidato all’Unione europea di promuovere uno sviluppo armonioso, equilibrato
e sostenibile delle attività economiche su tutto il suo territorio.
Una visione d’insieme del territorio europeo
Le sfide e i rischi a cui è esposto il territorio europeo vanno affrontati in una prospettiva europea.
Indiscutibile è il valore aggiunto di una visione d’insieme del territorio europeo, che dovrebbe
essere riconosciuta come una necessità strategica primaria.
I seguenti articoli del Trattato attualmente in vigore dovrebbero essere usati come base giuridica
per elaborare un approccio comune nei riguardi del territorio europeo, nel presupposto che questo
rientri tra le competenze dell’Unione europea:
• l’articolo 2 del Trattato CE sancisce che la Comunità “ha il compito di promuovere uno sviluppo
armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività economiche nell’insieme della Comunità”;
• l’articolo 16 menziona la coesione sociale e territoriale in relazione con i servizi di interesse
economico generale;
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• l’articolo 71 cita la coesione nel quadro della politica comune dei trasporti;
• l’articolo 158 stabilisce che “per promuovere uno sviluppo armonioso dell’insieme della Comunità,
questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione
economica e sociale”;
• l’articolo 175, paragrafo 2, lettera b), prevede che il Consiglio, su proposta della Commissione,
adotti misure aventi incidenza sull’assetto territoriale.
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La governance e i partenariati
La governance
L’Unione europea deve dotarsi di un sistema adeguato di governance, che garantisca l’equilibrio
necessario tra i vari livelli di governo territoriale, dato che sul territorio agiscono i governi locali,
regionali, nazionali e l’UE. Il principio di sussidiarietà va rispettato, assicurando però la coerenza e un
approccio olistico, comune e condiviso.
La governance territoriale dell’UE dovrebbe essere un processo tanto bottom-up (dal basso verso
l’alto) quanto top-down (dall’alto verso il basso): bottom-up perché le regioni devono individuare
e migliorare le loro condizioni sociali ed economiche, ambientali e concorrenziali, e perché la politica
regionale europea (e nazionale) va necessariamente attuata a livello locale; top-down in quanto
le risorse finanziarie e le condizioni quadro sono fornite e definite a livello europeo e nazionale. Non
si tratta comunque mai di una strada a senso unico.
Il concetto di governance si può interpretare come una forma di governo più partecipativa ed
orizzontale rispetto alle forme tradizionali, che appaiono più gerarchizzate e verticali. Questa
concezione della governance è particolarmente appropriata nel caso delle euroregioni, dove si tratta
di trovare soluzioni comuni a problemi comuni.
I partenariati
Partenariati a diversi livelli
Il testo giuridico di riferimento per il “partenariato” è costituito dall’articolo 11 del regolamento
generale sui fondi strutturali (Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell’11 luglio 2006)
il quale raccomanda l’adozione del principio del partenariato, ossia la consultazione e
la partecipazione dei soggetti socioeconomici e della società civile, la quale è costituita da
soggetti ben definiti a livello regionale e locale. La consultazione e la partecipazione dovrebbero
riguardare la definizione, la programmazione e la valutazione dei progetti regionali. Tale cooperazione
dovrebbe essere avviata anche nel caso dei progetti interregionali e transfrontalieri, tra l’altro nel
quadro dei gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT).
Il ruolo della società civile organizzata
Il coinvolgimento delle parti sociali e della società civile organizzata è indispensabile nella
concezione, nell’elaborazione, nell’attuazione dei fondi strutturali e nell’adeguamento dei
progetti cofinanziati alle realtà locali e alle loro esigenze.
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Alla società civile organizzata, rappresentativa a livello regionale e soprattutto locale,
bisognerebbe offrire l’opportunità di partecipare in modo responsabile e trasparente alla definizione
e all’attuazione dei programmi regionali dell’UE. Il fatto di tener conto dei punti di vista locali e
regionali (non governativi) contribuirà infatti all’accettazione dei valori comunitari da parte dei
cittadini.
Malauguratamente però, spesso non si parla del ruolo delle parti sociali e di quello della società
civile organizzata, che sono invece indispensabili per garantire l’adeguatezza dei progetti ai
bisogni locali e un ampio sostegno pubblico a questi stessi progetti e contribuiscono inoltre ad
un uso trasparente delle risorse.
La partecipazione degli attori socioeconomici alla governance del territorio dipende dalla creazione
di quadri istituzionali in grado di renderla efficace. È necessario coinvolgere le organizzazioni
della società civile nella formulazione e nell’esecuzione delle politiche decise dai diversi livelli
di cooperazione transfrontaliera esistenti tra due o più Stati membri.
Raccomandazioni istituzionali
Per tutte le questioni riguardanti il territorio, il valore aggiunto di un approccio europeo comune
è irrinunciabile. L’esperienza acquisita negli ultimi decenni e la necessità di tener conto della
dimensione territoriale dell’integrazione europea richiedono una progressiva“comunitarizzazione”
delle politiche che si riflettono sull’approccio generale al territorio europeo.
Sarebbe opportuno istituire un Consiglio formale dell’UE per la coesione territoriale. Ciò
consentirebbe di evidenziare la rilevanza della governance multilivello e rappresenterebbe una
buona piattaforma per sviluppare delle idee riguardo a un approccio olistico nei confronti di regioni
e città. Rafforzerebbe inoltre l’obbligatorietà di discussioni e accordi in seno al Consiglio.
Le discussioni in sede di Consiglio sul tema della coesione territoriale dovrebbero dar luogo a precise
decisioni politiche; a tal fine sarebbe però necessario un maggior coinvolgimento della Commissione
europea, che si trova nella situazione migliore per garantire la coerenza e la compatibilità dei differenti
approcci dell’UE in materia di coesione territoriale.
Il Consiglio informale dei ministri responsabili dell’assetto territoriale, tenutosi a Lipsia nel settembre
del 1994, aveva adottato l’iniziativa denominata “Zone europee di azione per un assetto integrato del
territorio” (detta altresì “Cantieri europei di assetto territoriale”). Già nel 1995 il CESE aveva espresso
l’auspicio che questa iniziativa fosse allargata nel contesto delle iniziative concrete da intraprendere
in termini di elaborazione di scenari, analisi degli effetti delle politiche comunitarie sul territorio
o attuazione di azioni pilota di pianificazione.
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Progetti e proposte concrete
Reti transeuropee
L’idea delle reti transeuropee di trasporto (RTE-T) nasce alla fine degli anni Ottanta, in collegamento
con il mercato unico. Perché si potesse parlare di mercato unico e di libera circolazione occorreva
che le diverse reti nazionali e regionali di trasporto fossero tra loro collegate mediante un sistema
europeo di infrastrutture moderne ed efficaci.
Dal 1992 il Trattato dedica il Titolo XV (articoli 154, 155 e 156) alle reti transeuropee. Ma a distanza
di 17 anni il bilancio è deludente, se non addirittura preoccupante. Gli scarsi risultati conseguiti
si spiegano in parte con le difficoltà di finanziamento e la mancanza di volontà politica. Il CESE si
rammarica del fatto che l’iniziativa di crescita del 2003, che comprendeva la costruzione di grandi
reti transeuropee, sia stata vittima della negligenza e dell’oblio dei governi. Il CESE si chiede in quale
misura la mancanza di una visione globale del territorio europeo e delle sue infrastrutture sia
alla base dei miseri risultati delle reti transeuropee di trasporto, telecomunicazioni ed energia.
ESPON/ORATE - Osservatorio in rete dell'assetto del territorio europeo
Il CESE aveva chiesto nel 1991 l’istituzione di un osservatorio per il territorio europeo, che godesse
di una certa autonomia nei confronti dei poteri pubblici nazionali e degli organismi europei
e potesse avvalersi di una rete di istituti ed organismi di ricerca in tutti gli Stati membri. Tale
osservatorio avrebbe così potuto contribuire efficacemente e in un contesto europeo a definire
gli obiettivi di ciascun territorio e a promuovere lo sviluppo di metodologie omogenee di analisi
e valutazione.
Il primo programma ESPON/ORATE (Osservatorio in rete dell’assetto del territorio europeo) è stato
avviato nel 2002, per un periodo di cinque anni. Il programma si trova attualmente alla sua seconda
edizione (2007-2013).
ORATE, concepito per migliorare la conoscenza del territorio, si scontra però soprattutto con la
mancanza di dati economici su scala comunale, ma anche a livello NUTS 3, per l’intero territorio
europeo: esso ha comunque il merito di evidenziare egregiamente le numerosissime lacune
del sistema statistico europeo.
ORATE si trova in una posizione ideale come centro di analisi e di conoscenza per il monitoraggio
degli sviluppi e come piattaforma per gli scambi analitici tra gli Stati membri.
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Nelle cartine che seguono, ORATE presenta alcune
proiezioni della situazione della coesione territoriale
europea nel 2030. A seconda dei diversi scenari, se si
privilegiano le politiche:
• di coesione (Cohesion-oriented Scenario - 1a cartina),
si creerà un forte valore aggiunto in termini di coesione
territoriale, con effetti però meno marcati sulla crescita
economica e sull’innovazione tecnologica;
• attuali, senza cambiamenti di rilievo nel loro
orientamento (Trend Scenario - 2a cartina), la risposta
non sarebbe sufficiente a far fronte alle sfide a
breve e medio termine (economia, infrastrutture,
investimento tecnologico);
• di competitività (Competitiveness-oriented Scenario
- 3a cartina), ciò dovrebbe generare una forte
crescita economica e una più forte competitività del
continente, polarizzando però l’attività economica e
rafforzando la posizione del pentagono; uno sviluppo
del genere priverebbe l’Europa della dimensione
policentrica.
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Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT)
Nel 2004 la Commissione aveva suggerito l’istituzione di una struttura denominata gruppo europeo
di cooperazione transfrontaliera (GECT), che nella sua proposta più recente del 2006 è stato
ribattezzato sostituendo “transfrontaliera” con “territoriale”.
Gli organismi giuridici istituiti nel quadro del regolamento GECT e degli altri fondi strutturali
devono essere responsabili del coordinamento delle diverse fonti di finanziamento che consentono
di elaborare ed attuare un progetto realizzato con il contributo di questi fondi per sostenere una
politica industriale nella regione interessata. Queste sarebbero risorse accessibili ai rappresentanti
delle diverse parti interessate a livello regionale. La costituzione di questi organismi giuridici
contribuirà ad incentivare la cooperazione transfrontaliera, darà alle regioni coinvolte un più
forte senso di identità e le incoraggerà ad armonizzare le rispettive normative.
L’eurometropoli Lilla-Courtrai-Tournai: un esempio concreto
L’eurometropoli Lilla-Courtrai-Tournai, creata il 28 gennaio 2008, costituisce il primo GECT d’Europa.
La zona in questione è abitata da 2 milioni di abitanti, ripartiti tra Francia e Belgio. Questa euroregione
bilingue (francese e neerlandese) abbraccia tre regioni: una in territorio francese, il Nord Pas de Calais,
e due in territorio belga, Fiandre e Vallonia. All’interno di questa euroregione collaborano gli enti
locali (comunità urbana di Lille, quattro circoscrizioni fiamminghe e tre vallone) e regionali
competenti in materia di trasporti, telecomunicazioni, occupazione, fiscalità, ambiente, insegnamento,
formazione, cultura e sanità pubblica. Si tratta di un esempio concreto di cooperazione
transfrontaliera e di euroregione in cui risulta essenziale la componente metropolitana.
Programma di scambi
Si potrebbe istituire un programma europeo di scambi per i funzionari regionali e i
rappresentanti eletti degli enti regionali e comunali. Sarebbe infatti di grande utilità approfondire
la conoscenza di approcci e strategie adottati altrove a livello transfrontaliero, con riferimento, ad
esempio, allo sviluppo territoriale, alla promozione dell’attrattività economica e all’edilizia popolare.
Si dovrebbe inoltre promuovere, di conseguenza, una formazione comune, europea, che punti alla
creazione di operatori della coesione, in grado di intervenire con lo stesso metodo in tutte le fasi del
progetto di coesione territoriale.
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Guida alle buone pratiche
Tenuto conto dell’estrema ricchezza delle esperienze realizzate mediante le iniziative transfrontaliere
e della grande ignoranza che le circonda, sarebbe estremamente opportuno che la Commissione
elaborasse una “guida alle buone pratiche” contenente esempi positivi di partenariato pubblicoprivati (PPP) coronati da successo.
Data la necessaria complementarità tra gli obiettivi e gli strumenti (giuridici, fiscali e finanziari)
delle politiche di governo e l’attuazione regionale e locale di tali politiche, è probabile che nuove
prospettive possano provenire da un dibattito di alto livello su una gamma di scenari, nonché da
analisi ed esercizi comparativi, a prescindere dalle differenze culturali e istituzionali tra gli Stati
membri.
UMEA
TO HAPARANDA
TRONDHEIM
TO HAPARANDA
BOTHNIA
SWEDEN-FINLAND 1
VAASA
ALESUND
FINLAND
NORWAY
SWEDEN
TO KUOPIO
TAMPERE
PORI
FINLAND-SWEDEN-5
RAUMA
LAHTI
BERGEN
BALTIC
FINLAND-SWEDEN 4
TURKU
BALTIC
FINLAND-SWEDEN 4
SWEDEN-FINLAND 2
OSLO
ABERDEEN
FINLAND-SWEDEN-4
GLOBAL CONNECT
NORRTALJE
BALTIC
FINLAND-ESTONIA
GLOBAL CONNECT
LINX
PANGEA-1
TYCOM
SCOTLAND
TO U.S.
STOCKHOLM
STAVANGER
NorSea Com
LINX
PANGEA-1
BALTIC
SWEDEN-ESTONIA
SWEDEN-FINLAND
SWEDEN-LATVIA
TYCOM
ARENDAL
DENMARK-NORWAY-5
LYSEKIL
ODIN
EDINBURGH
GLASGOW
HELSINKI
MARIEHAMN
BP CNS
INVERNESS
KRISTIANSAND
DENMARK-NORWAY-6
ODIN
TO
TALLIN,
ESTONIA
i-21
GOTEBORG
UNITED
KINGDOM
CARLISLE
N. IRELAND
DENMARK
REDCAR
i-21
PDB
SIRIUS
ROSCOMMON
NAVAN
ATHLONE
GALWAY
YORK
360ATLANTIC
ESAT 2
360ATLANTIC
BT-TE
ESAT 2
i-21
SIRIUS
MANCHESTER
SOUTHPORT
HOLYHEAD
360ATLANTIC
i-21
ESAT 1
CIRCE
NorSea Com
PANGEA 1
ULYSSES
LOWESTOFT
CELTIC
ESAT 1
IRISH RING
SOLAS
CAMBRIDGE
COVENTRY
TYCOM
PEC
TANGERINE
UK-BELGIUM-5
LONDON
CARDIFF
APOLLO
IRISH RING
TAT-8
TAT-14
YELLOW / AC-2
PTAT
TYCOM
BARNSTAPLE
WIDEMOUTH
BAY
BRISTOL
BREAN
TAUNTON
BASINGSTOKE
READING
FLEET
ODIN
PANGEA-1
RIOJA
TAT-10
UK-NETHERLANDS-14
Farland
HERMES-1 / -2
UK-NETHERLANDS-12
SWINDON
NEWBURY
BOURNEMOUTH
ST MARGARETíS BAY
BROADSTAIRS
ULYSSES
ULYSSES
UK-BELGIUM-6
UK-FRANCE-4
KEY
COLT (Eurolink)
Energis (with Worldport)
Enitel
Eurotunnel Telecom
GlobalConnect
CONCERTO-1
OOSTENDE
Dunkerque
CALAIS
SCHWERIN
BYDGOSZCZ
POLAND
WARSAW
MAGDEBURG
BIELEFELD
GERMANY
ESSEN
VENLO
ANTWERP
LEIPZIG
WROCLAW
DRESDEN
DUSSELDORF
BRUSSELS
HEERLEN
ERFURT
LIEGE
AACHEN
CHEMNITZ
KRAKOW
COLOGNE
RZESZOW
PRAGUE
CHARLEROI
DIEPPE
FRANKFURT
WURZBURG
LUXEMBOURG
LE HAVRE
CZECH
REPUBLIC
NUREMBERG
MANNHEIM
CAEN
ROUEN
APOLLO
METZ
PARIS
BRNO
KARLSRUHE
REIMS
SLOVAKIA
REGENSBURG
NANCY
LANNION
UKRAINE
STUTTGART
LINZ
STRASBOURG
RENNES
BRATISLAVA
AUGSBURG
LEMANS
SEA-ME-WE-3
TAT-8
TAT-12/13
FREIBURG
VIENNA
MUNICH
ORLEANS
KPNQwest
LDCom
Level 3
MTCAG
BUDAPEST
HUNGARY
INNSBRUCK
ZURICH
FRANCE
GRAZ
BERN
SWITZERLAND
KLAGENFURT
LAUSANNE
GENEVA
POITIERS
BOLZANO
Powercom
Silk Route
Song (Tele1)
Telia (Viking Ring)
AUSTRIA
SALZBURG
BASEL
DIJON
TOURS
NANTES
Metromedia Fiber Network (MFN)
Pangea
SLOVENIA
UDINE
LJUBLJANA
ROMANIA
LUGANO
NIORT
ANNECY
TRIEST
VERONA
VENICE
LYON
ANGOULEME
VOJVODINA
TYCO Communication
Versatel
CROATIA
MILAN
BORDEAUX
GRENOBLE
BOLOGNA
TURIN
Viatel (Circe)
CROATIA-ITALY
SILK
BOSNIA/
HERZEGOVINA
CHIOGGIA
GENOA
WorldCom
AXONE
ANTIBES
MONTPELLIER
BILBAO
LA CARUNA
BIARRITZ
MONACO
NICE
BLUE COUNTRY
MED FIBER
FLORENCE
MED FIBER
ONESEA
BARSAV
ITALY-MONACO
SERBIA
ITALY
BLUE COUNTRY
ONESEA
MARSEILLE
TOULOUSE
Note
This map serves as an overview of fiber-based Pan-European
networks. Only international links are represented. Several
national networks that are partnered with Pan-European operators
are omitted due to space restrictions and line color restraints.
NARBONNE
PERPIGNAN
MONTENEGRO
AFRICA ONE
ARIANE-2
AXONE
BLUE COUNTRY
MED FIBER
ONESEA
SEA-ME-WE-2
TYCOM
ROME
AXONE
BLUE COUNTRY
MED FIBER
TYCOM
COIMBRA
MADRID
NAPLES
SARDINIA
BLUE COUNTRY
ONESEA
SARDINIA
OTRANTO
GREECE
ITALY-GREECE
GRAPES
KMI RESEARCH
SPAIN
AFRICA-ONE
MED FIBER
LISBON
(Sesimbra)
SOFIA
MACEDONIA
BARI
BLUE COUNTRY
AXONE
BLUE COUNTRY
MED FIBER
ONESEA
TYCOM
VALENCIA
ATLANTIS-2
COLUMBUS-III
EURAFRICA
SAFE/SAT3/WASC
SEA-ME-WE-3
AFRICA-ONE
AXONE
TYCOM
GRAPES
ITALY-ALBANIA
BARCELONA
P
O
R
T
U
G
A
L
BULGARIA
A
L
B
A
N
I
A
CORSICA
VALLADOLID
PORTO
TO BUCHAREST
BELGRADE
SAVONA
AVIGNON
Undersea Links
Due to space limitations, only the names of those
undersea links connected to cities depicted in this map
are shown in white boxes. Names in red indicate planned
systems and those in black indicate in place.
This map does not
necessarily reflect the
opinion of the ESPON
Monitoring Committee
POZNAN
BERLIN
HANNOVER
NAMUR
AMIENS
TAT-14
OLSZTYN
BREMEN
ENSCHEDE
LITHUANIA
VILNIUS
KOLOBRZEG
ZWOLLE
AMSTERDAM
EINDHOVEN
ZEEBRUGGE
GENT
BELGIUM
LILLE
ST. VALERY EN CAUX
ROSTOCK
LUBECK
ROTTERDAM
UK-FRANCE-3
PENMARCH
KLAIPEDA
GDANSK
KOSZALIN
RIBNITZ
DORTMUND
i-21
UK-FRANCE-4
i-21
Ulysses
SEA-ME-WE-3
TAT-9
UK-SPAIN-4
Interoute
Ipsaris (Fiberway)
BORNHOLM
DENMARK-POLAND-2
BALTICA
GERMANY-SWEDEN-5
GLOBAL CONNECT
LINX
NORDEN
NETHERLANDS
BEVERWIJK
Farland
Rembrandt
HERMES-1
SEA-ME-WE-3
TANGERINE
UK-BELGIUM-5
Global Crossing
GTS
Grapes
Infigate
LATVIA
GRONINGEN
Zandvoort
Katwijk
THE HAGUE
PEC (Bredne)
RIOJA (Veurne)
UK-BELGIUM 6 (î)
LANDS END
AXONE
APOLLO
ATLANTIC
CROSSING 1
ESAT 1
CELTIC
FLAG ATLANTIC
GEMINI 1
IRISH RING
RIOJA
TAT -12
TYCOM
TAT-14
i-21
UK-FRANCE-5
GOONHILLY
360networks
Carrier 1
TYCOM
NEUSTADT
HAMBURG
TYCOM
ALKMAAR
CIRCE
CONCERTO-1
HERMES-2
BRIGHTON
PEC
UK-FRANCE-3
EXETER
VENTSPILS
KALINGRAD
GERMANY-SWEDEN-4
KIEL
DUNE
TAT-10
LEEUWARDEN
ATLANTIC CROSSING-1
FOLKESTONE
SOUTHAMPTON
RIGA
LINX
FLENSBORG
DENMARK-GERMANY-1
DENMARK-GERMANY-1 / -2
SEA-ME-WE-3
TAT -10
TAT -14
UK-GERMANY-5 / -6
CONCERTO-1
ALDEBURGH
IPSWICH
GEMINI-2
TAT-11
SWANSEA
TO U.S.
LEISTON
SYLT
CANTAT-3
CROSSING-1
WINTERTON
PETERSBOROUGH
CORK
MALMO
BALTICA
GERMANY-SWEDEN-4 / -5
LINX
UK-GERMANY-5
UK-NETHERLANDS-14
NOTTINGHAM
LEICESTER
GLOUCESTER
YSTAD
DENMARK-SWEDEN-16
FCI-ONE
GLOBAL CONNECT
i-21
PANGEA-1
KORSOR
ODENSE
NORWALK
DERBY
LINX
SWEDEN-LATVIA
i-21
ROMO
CELTIC
IRISH RING
VIRTSU
HELSINGBORG
COPENHAGEN
DENMARK-GERMANY-1
BIRMINGHAM
WEXFORD
WATERFORD
(Kilmore Quay)
SILKEBORG
ESBJERG
WICKLOW
TIPPERARY
MALLOW
ARHUS
BLAABJERG
LIVERPOOL
PORTLAOISE
LIMERICK
KINGSTON
UPON HULL
MANSFIELD
BT-TE
RANDERS
IKAST
HERNING
TAT-14
CANTAT-3
ODIN
UK-Denmark-4
LEEDS
DUBLIN
IRELAND
SHANNON
TYCOM
UK-GERMANY-6
PRESTON
DENMARK-SWEDEN-1
DENMARK-SWEDEN-15
DENMARK-SWEDEN-18
DENMARKRUSSIA-1
DENMARKSWEDEN-16
FCI-ONE
GLOBAL CONNECT
i-21
LINX
PANGEA-1
TYCOM
HOBRO
HOLSTEBRO
FILEY
MULLINGAR
AALBORG
DARLINGTON
SIRIUS
DUNDALK
DROGHEDA
CLAREMORRIS
BRONDERSLEV
RHOER
CANTAT-3
PANGEA 1
UK - DENMARK 4
MIDDLESBROUGH
BELFAST
SLIGO
BALLINA
GOTLAND
FREDERIKSHAVN
HJORRING
NEWCASTLE
MELENDUGNO
A Research Unit of PennWell
CORFU
ATHENS
Market Studies ï Custom Market Research & Consulting
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Tel: 401.243.8100 ï Fax: 401.351.0564 ï 800.343.4035
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©
MAY 2002 KMI RESEARCH
BIZERTE
TUNISIA
BLUE COUNTRY
COLUMBUS-2
EMOS-1
FLAG
ITUR
MAT-2
SEA-ME-WE-2
PATRAS
PALERMO
MAZARA
AXONE
MED FIBER
COLUMBUS-3
ITALY - LIBYA
LEV
SEA-ME-WE-3
SICILY
CATANIA
ITALY - MALTA
MED NAUTILUS
TO CRETE
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Cooperazione territoriale
Programma INTERREG
Al tempo dell’istituzione di INTERREG, l’articolo 10 del regolamento sul Fondo europeo di sviluppo
regionale del 1988 e, successivamente, del 1993 consentiva alla Commissione europea di destinare
una parte di tale fondo (1%) a progetti pilota nei seguenti campi: cooperazione interregionale
intracomunitaria ed extracomunitaria, azioni innovatrici per lo sviluppo economico a livello locale e
regionale, assetto del territorio e politica urbana. Queste innovazioni, hanno condotto all’introduzione
graduale del programma INTERREG, nonché alla pubblicazione di due comunicazioni della
Commissione, Europa 2000 nel 1991 ed Europa 2000+ nel 1994, incentrate sull’assetto del territorio
europeo e contenenti alcune proposte per agevolare la cooperazione territoriale.
Con l’iniziativa comunitaria INTERREG a sostegno della cooperazione interregionale la Commissione
ha individuato tre ambiti di cooperazione:
• A – cooperazione transfrontaliera
L’obiettivo della cooperazione transfrontaliera è di garantire l’integrazione economica e sociale
mediante l’applicazione di strategie comuni di sviluppo e di scambi strutturati tra i due lati della
frontiera.
• B – cooperazione transnazionale
L’obiettivo della cooperazione transnazionale, tra amministrazioni nazionali, regionali e locali, è di
promuovere una miglior integrazione territoriale mediante la creazione di grandi gruppi di regioni
europee, o macroregioni.
• C – cooperazione interregionale
L’obiettivo della cooperazione interregionale è di aumentare lo scambio di informazioni ed
esperienze tra regioni non necessariamente frontaliere.
La cooperazione transfrontaliera: un caso concreto, l’euroregione
Una serie di esempi provenienti da tutta Europa permettono di precisare alcuni principi generali
necessari per il successo della cooperazione transfrontaliera:
• la vicinanza ai cittadini - gli abitanti delle aree di confine desiderano cooperare per superare i
problemi cui sono confrontati o per avere migliori prospettive di vita;
• il coinvolgimento dei rappresentanti politici (locali, regionali, nazionali ed europei) - si tratta di
un elemento essenziale per il successo della cooperazione transfrontaliera;
• la sussidiarietà - i livelli locale e regionale hanno dimostrato di essere i più efficaci per la
realizzazione della cooperazione transfrontaliera, anche se è necessaria un’alleanza con i governi
nazionali;
18
• il partenariato - il coinvolgimento di tutti gli attori, dai due lati della frontiera, è essenziale per
conseguire obiettivi comuni;
• le strutture congiunte dotate di risorse comuni (strumenti tecnici, amministrativi, finanziari e
decisionali) sono garanti di un’attività a lungo termine, capace di evolversi costantemente. Sono
inoltre garanti dell’esercizio di determinate competenze, della gestione di programmi, compresi
quelli europei, della formazione di un consenso che supera le frontiere e dell’eliminazione degli
egoismi nazionali.
Le caratteristiche di un’euroregione
• le euroregioni e le strutture analoghe non costituiscono né una nuova amministrazione né un
nuovo livello di governo, ma una piattaforma di scambio e cooperazione transfrontaliera
orizzontale tra governi locali e regionali;
• esse promuovono inoltre una maggiore cooperazione verticale tra gli enti regionali o locali,
i governi centrali e le istituzioni europee;
• sono associazioni di enti regionali e locali situati ai due lati di una frontiera tra Stati, dotate talvolta
di assemblee parlamentari;
• sono associazioni transfrontaliere dotate di un segretariato permanente, di personale tecnico
e amministrativo e di risorse proprie;
• in alcuni casi sono enti di diritto privato, basati su associazioni che non hanno fini di lucro
o su fondazioni nazionali istituite da un lato e dall’altro della frontiera in conformità del rispettivo
ordinamento giuridico nazionale. In altri casi si tratta di enti di diritto pubblico basati su trattati
interstatali, i quali gestiscono tra l’altro la partecipazione e la cooperazione degli enti territoriali;
• in molti casi le euroregioni non sono definite soltanto dai loro confini geografici o politicoamministrativi, ma condividono anche una serie di caratteristiche comuni sul piano
economico, sociale o culturale.
Vantaggi derivanti dall’eliminazione delle frontiere: economie di scala
Le frontiere nazionali rappresentano di frequente un ostacolo per lo sviluppo del territorio europeo
nel suo insieme, e possono limitarne il potenziale in termini di competitività. Uno degli obiettivi
principali della cooperazione transfrontaliera comunitaria è pertanto l’eliminazione dell’effetto
“barriera” causato dalle frontiere nazionali e la creazione di sinergie per affrontare problemi
condivisi mediante soluzioni comuni.
19
Questa cooperazione diviene particolarmente necessaria per le attività che hanno ambiti
d’azione ridotti e sono le più colpite dall’effetto frontiera, come nel caso delle PMI.
Le euroregioni favoriscono le economie di scala. In sintesi, esse comportano un aumento della
dimensione dei mercati (economie d’aggregazione), la complementarità di fattori produttivi
e maggiori incentivi per gli investimenti. Si valuta che alcuni investimenti in materia di innovazione
e sviluppo possano avere un impatto diretto in un raggio di 250-500 chilometri. Sebbene nel caso di
alcune euroregioni le distanze siano anche maggiori, la distanza media oscilla tra i 50 e un massimo
di 100 chilometri.
Creazione di un autentico valore aggiunto europeo
La cooperazione transfrontaliera, e il suo esplicarsi in modo stabile mediante le euroregioni,
consente non soltanto di prevenire i conflitti, far fronte alle catastrofi e superare le barriere
psicologiche, ma anche di migliorare in modo tangibile lo sviluppo ai due lati della frontiera.
Questo valore aggiunto può concretizzarsi in termini politici, istituzionali, economici, sociali, culturali
e di integrazione europea. La cooperazione transfrontaliera rappresenta un valido contributo alla
promozione della convivenza, della sicurezza e dell’integrazione europea. Si tratta di un modo
particolarmente efficace di mettere in pratica i principi comunitari di sussidiarietà, partenariato e
coesione economica, sociale e territoriale, e di dare un sostegno alla piena integrazione dei nuovi
Stati membri nell’UE.
Dal punto di vista socioeconomico le strutture della cooperazione transfrontaliera permettono di:
• mobilitare il potenziale endogeno di tutti gli attori (camere di commercio, associazioni, imprese,
sindacati, istituzioni sociali e culturali, associazioni per la tutela dell’ambiente, agenzie turistiche e
molte altre organizzazioni ancora);
• aprire i mercati del lavoro ed armonizzare le qualifiche ed i diplomi professionali;
• ampliare lo sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro mediante iniziative in altri
settori, come quelli delle infrastrutture, dei trasporti, del turismo, dell’ambiente, dell’istruzione,
della ricerca e della cooperazione tra le PMI.
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21
Audizione sulle Aree metropolitane
da sinistra a destra:
Joost VAN IERSEL, relatore, Peter HALL,
pianificatore, urbanista e geografo, e Luis
Miguel PARIZA, presidente del gruppo di
studio
La realtà urbana e le aree metropolitane
Verso un modello di sviluppo policentrico
Un modello di sviluppo policentrico equilibrato in Europa darebbe vita a nuove forme di
collettività vitali anche a beneficio della società nel suo complesso.
È importante sviluppare ed attuare un policentrismo a due livelli nel quadro di uno sviluppo
armonioso, onde evitare gli effetti nefasti della polarizzazione: il primo livello favorisce l’emergere
di poli di sviluppo distribuiti nello spazio europeo per diffondere crescita ed occupazione al di fuori
dell’hub economico (il pentagono), il secondo livello consolida invece i legami e le sinergie tra
i grandi centri urbani e le zone rurali al fine di evitare in particolare le “fratture territoriali”.
Il CESE si è pronunciato in varie occasioni a favore del policentrismo sul territorio europeo.
La Quarta relazione sulla coesione mette in evidenza la preponderanza dell’hub economico
e l’importanza crescente delle capitali, ma anche i relativi costi sociali ed ambientali. Il CESE sostiene
anche la formazione di poli di sviluppo secondari, di aree metropolitane con un consolidamento
delle sinergie e delle complementarità tra i centri urbani e le regioni più remote.
Il fenomeno metropolitano
Le opportunità offerte
Il processo di globalizzazione
Le zone urbane europee vengono strutturate da processi e dinamiche che sempre più spesso
interessano la sfera mondiale. Le grandi città europee sono i punti di snodo di tutta una rete di
metropoli a livello mondiale in costante evoluzione.
22
L’Europa ha bisogno di città e di aree metropolitane ben attrezzate. La dinamica tecnologica e
l’integrazione economica internazionale fanno sì che le città siano direttamente esposte alle
tendenze e alla concorrenza internazionale. Non sorprende, e anzi è promettente, il fatto che molte
città e aree metropolitane stiano sviluppando nuove aspirazioni. Le migliori tra di loro rappresentano
infatti poli in cui si concentrano competenze e conoscenze a tutti i livelli, nonché investimenti
orientati al futuro.
Il processo d’integrazione europea
Contestualmente alla progressiva abolizione delle frontiere nazionali si svilupperà una tendenza
naturale al rafforzamento dei poli economici su scala continentale. Il progressivo costituirsi di
poli interregionali e, talvolta, transfrontalieri indica che lo sviluppo economico ignorerà in misura
crescente le frontiere politiche e amministrative, che costituiscono un retaggio storico e appaiono
spesso artificiali.
Attrattiva del modello urbano europeo
Le aree metropolitane sono i principali luoghi della ricerca, dell’innovazione e della creazione
di nuove attività, in cui si concentrano le attività ad elevato valore aggiunto. Oggi le città
europee tendono a svilupparsi come centri urbani e al contempo come conurbazioni.
I loro centri storici mantengono comunque la funzione di fulcro delle attività e di luogo di incontro.
Le metropoli hanno altresì un ruolo determinante nel rafforzare il modello di società europea.
Le sfide
La Governance
I punti deboli di uno sviluppo equilibrato delle aree metropolitane risiedono nella mancanza di
identità e nell’assenza di una governance adeguata. Gli organi amministrativi esistenti risalgono a
un’epoca abbastanza remota.
Acuirsi delle disparità sociali
La metropolizzazione comporta spesso un aumento delle disparità sociali e l’aggravarsi
di quelle spaziali. I gruppi sociali meno favoriti, tra i quali numerosi giovani disoccupati e
persone anziane a basso reddito, si concentrano in determinati quartieri che accumulano
diversi svantaggi. L’emarginazione dei soggetti sfavoriti e l’insufficiente qualità dei servizi
pubblici in questi quartieri si autoalimentano fino a condurre a situazioni quasi senza via di
sbocco. Spesso le spinte all’emarginazione urbana si cumulano tra di loro anche dopo anni
di politiche di riqualificazione dei quartieri in crisi. Per poter avere la massima probabilità
di successo occorrono dunque interventi di ampio respiro, da coordinare a livello di area
metropolitana.
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Il rapporto tra aree rurali e urbane
Il rapporto tra aree rurali e urbane costituisce una vera sfida. Un rapporto armonioso tra le campagne
e le città è cruciale per le condizioni di vita e di lavoro nelle aree metropolitane. Tutto ciò è in perfetta
sintonia con il nuovo modello di sviluppo policentrico.
L’ambiente
La tutela dell’ambiente e il rispetto degli obiettivi dello sviluppo sostenibile sono altrettante
sfide per le aree metropolitane. Queste devono rispettare gli impegni internazionali assunti con
il protocollo di Kyoto, rendere cioè compatibili lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente,
che possono alimentarsi reciprocamente tramite l’organizzazione dello sviluppo urbano (sistema
di trasporti, creazione di zone residenziali, gestione dei rifiuti e delle acque reflue, contenimento
dell’inquinamento acustico, tutela dei centri storici, salvaguardia del patrimonio naturale e agricolo,
ecc.).
Distacco tra realtà e ripartizione amministrativa
In tutta Europa esistono complesse strutture amministrative, che però in genere non sono concepite
per l’applicazione di moderne politiche regionali a lungo termine in zone densamente popolate.
È importante notare che le aree metropolitane si riferiscono a territori e contesti socioeconomici
che non coincidono con quelli delle entità amministrative regionali europee del sistema
NUTS (nomenclatura delle unità territoriali statistiche), utilizzato ufficialmente da Eurostat e dalle
istituzioni europee. I territori delle regioni amministrative non sono una base pertinente per l’analisi
e il confronto dell’andamento socioeconomico delle metropoli su scala europea.
I problemi delle aree metropolitane si aggravano ulteriormente quando la gestione amministrativa
di queste zone non riesce a tenere il passo con lo sviluppo economico e con l’aumento della
popolazione, della domanda di alloggi e del numero di spostamenti quotidiani necessari per recarsi
al lavoro. Spesso le aree metropolitane sono gestite con metodi superati, e ciò impedisce un efficace
funzionamento amministrativo. Un buon coordinamento tra la gestione amministrativa e i soggetti
economici e, in senso più lato, tra il pubblico e il privato, è un presupposto per la buona governance
delle aree metropolitane.
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Proposte pratiche
Necessità di dati statistici sulle aree metropolitane
Le statistiche di Eurostat non consentono di monitorare l’andamento della popolazione, delle attività,
della disoccupazione o della produzione delle aree metropolitane e, di conseguenza, di valutare e
confrontare in modo affidabile alcuni indicatori strategici come per esempio il ritmo di crescita della
popolazione, del valore aggiunto della produzione, dell’occupazione e della disoccupazione oppure
della produttività globale per posto di lavoro. La mancanza di dati affidabili e geograficamente
confrontabili può indurre a conclusioni non soltanto errate, ma talvolta anche contraddittorie sugli
andamenti socioeconomici “rilevati” nelle aree metropolitane europee (per quanto riguarda ad es.
l’andamento della produttività in una stessa regione).
È indispensabile creare all’interno di Eurostat un servizio “aree metropolitane” incaricato di
produrre dati con cadenza annuale su queste realtà.
Un gruppo di alto livello sullo sviluppo urbano e sostenibile
Un forum di incontro tra le aree metropolitane e la Commissione potrebbe promuovere il
policentrismo e migliorare la conoscenza di tali aree. In questo contesto si potrebbe costituire un
gruppo incaricato di individuare e diffondere le buone pratiche.
È auspicabile pertanto un ulteriore approfondimento e ampliamento del dibattito europeo in merito
alle città resilienti e sostenibili, e alle città-regione o aree metropolitane di tutta Europa. A questo
fine il CESE consiglia di costituire un gruppo di alto livello dell’UE sullo sviluppo urbano e sostenibile.
In collaborazione con la Commissione, e più precisamente con il gruppo interservizi sulle questioni
urbane, il gruppo di alto livello potrà contribuire a rendere più efficace e mirato il dibattito europeo
sulle città, tra l’altro definendo una proposta di agenda e un elenco di questioni pertinenti per le
città, le aree metropolitane e i governi.
L’agenda urbana
Le grandi città e le aree metropolitane devono definire la propria agenda nei settori della
competitività, dello sviluppo sostenibile, della coesione e dell’inclusione sociale. Questa dovrebbe
offrire ai decisori politici e a tutte le altre parti interessate a livello regionale una struttura rivolta al
futuro e un programma di lungo periodo. Così facendo, l’agenda consentirà alle città e alle cittàregione di acquisire fiducia in se stesse, accrescendo la loro capacità di esprimersi sul piano nazionale
e internazionale.
25
Relazione sulle aree metropolitane
Una relazione periodica potrebbe fornire un quadro aggiornato della situazione socioeconomica
delle aree metropolitane; a tal fine sarebbe necessario mettere a punto un apposito strumento
statistico di verifica.
L’Unione europea e i governi nazionali dovrebbero tenere conto dei meccanismi e dei metodi
di lavoro impiegati dalle aree metropolitane di successo.
Un esempio di buona prassi: la Baukultur
La Baukultur, ossia la qualità dell’ambiente costruito nella sua globalità, si può interpretare come
una strategia integrata in materia di sviluppo urbano sostenibile. Il termine evoca l’idea di un
impegno nei confronti dell’ambiente costruito, che comprende sia i prodotti dell’edilizia che la
procedura adottata per la relativa fornitura e manutenzione. La Baukultur abbraccia tutti i fattori che
influenzano l’ambiente costruito, tra cui l’architettura, l’ingegneria, l’infrastruttura, l’assetto urbano e
quello paesaggistico, l’estetica urbana, la conservazione degli edifici e l’economia della costruzione.
http://lettres-histoire.info
26
Cronistoria
1957
Trattato che istituisce la Comunità economica europea (Trattato di Roma), articolo 2
“La Comunità ha il compito di promuovere (…) uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell’insieme della Comunità (…)”.
1967
Creazione della direzione generale XVI, incaricata della politica regionale
1970
Costituzione e prima riunione della Conferenza europea dei ministri responsabili dell’assetto
del territorio (CEMAT) del Consiglio d’Europa (Bonn, Germania)
1975
Istituzione del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) [Regolamento (CEE) n. 724/75
del Consiglio, del 18 marzo 1975, pag. 1]
1983
Carta europea dell’assetto del territorio del Consiglio d’Europa
(Torremolinos, Spagna)
1986
Atto unico europeo, Titolo V
Obiettivo della coesione economica e sociale
1989
Prima riunione informale dei ministri responsabili dell’assetto del territorio e delle politiche territoriali (Nantes, Francia)
1991
Europa 2000 - le prospettive per lo sviluppo del territorio comunitario [COM(91) 452 def.]
1992
Trattato di Maastricht, TCE, articolo 130 da A a E
Politica della coesione economica e sociale
1993
Istituzione del Fondo di coesione
[Trattato di Maastricht, TCE, articolo 130 D]
1994
Europa 2000+ - Cooperazione per lo sviluppo del territorio europeo [COM(94) 354 def.]
1994
Istituzione del Comitato delle regioni
[Trattato di Maastricht, TCE, articoli da 263 a 265]
1999
Schema di sviluppo dello spazio europeo (SSSE)
lanciato in occasione del Consiglio informale di Liegi (1993) e adottato dal Consiglio
informale di Potsdam (maggio 1999)
2002
ESPON/ORATE - Osservatorio in rete dell’assetto del territorio europeo
creato a Lussemburgo su proposta dell’SSSE
2007
Agenda territoriale adottata in occasione del Consiglio informale di Lipsia (maggio 2007)
2007
Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili adottata in occasione
del Consiglio informale di Lipsia (maggio 2007)
2007
Trattato di Lisbona (in corso di ratifica), Titolo XVIII
Coesione economica, sociale e territoriale
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28
Glossario
Accessibilità
Facilità con cui si raggiunge una determinata
destinazione. Oltre che all’accessibilità
geografica tramite le infrastrutture di trasporto,
la connettività contribuisce al miglioramento
dell’accessibilità virtuale delle regioni grazie
al ricorso ai sistemi di telecomunicazione
avanzata.
Agenda territoriale
Quadro strategico per la gestione del territorio
europeo, adottato nella sua versione definitiva
in occasione del Consiglio informale di Lipsia
(maggio 2007). L’agenda fornisce una serie di
grandi orientamenti convenuti tra i 27 Stati
membri. È corredata del suo primo programma
d’azione, messo a punto in occasione del
Consiglio informale delle Azzorre (novembre
2007). Il suo obiettivo è lo sviluppo territoriale
equilibrato dell’UE, associato alla crescita
economica sostenibile (policentrismo, reti di
partenariati, sviluppo sostenibile).
Area metropolitana
Conurbazione e sua periferia; gran parte dei
residenti di quest’area si reca giornalmente
al lavoro nel nucleo centrale. Essa comprende
gli spazi verdi della conurbazione ed è
comunemente delimitata dalla cintura
periurbana. Il concetto di area metropolitana
è quindi molto vicino a quello di bacino
occupazionale oppure di regione (o area)
urbana funzionale. In una prospettiva europea
(METREX) si definisce area metropolitana una
zona con almeno 500.000 abitanti. A volte si
impiega la nozione di regione metropolitana
quando l’area metropolitana è delimitata in
termini amministrativi.
Area (o regione) urbana funzionale
Chiamata indifferentemente area o regione
urbana funzionale, essa consiste in un
nucleo urbano e in una zona circostante
economicamente integrata con il centro (ad
es. il mercato del lavoro locale). Il punto di
riferimento è costituito dallo spostamento
casa-lavoro (unità di base: i pendolari).
Per i paesi con oltre 10 milioni di abitanti,
ESPON/ORATE propone di definire l’area urbana
funzionale come un nucleo urbano di almeno
15.000 abitanti e una popolazione complessiva
di 50.000 abitanti. Per i paesi di dimensioni
minori, un’area urbana funzionale deve avere
un nucleo urbano di almeno 15.000 abitanti,
raccogliere oltre lo 0,5% della popolazione
nazionale e svolgere funzioni di pertinenza
nazionale o regionale.
Assetto (o gestione) del territorio
Disciplina
e
metodo
adottati
dall’
amministrazione pubblica per orientare la
ripartizione delle persone e delle attività in
spazi e livelli diversi, nonché la posizione delle
diverse infrastrutture ed altre destinazioni d’uso
del territorio.
Le attività di gestione del territorio si realizzano
a diversi livelli amministrativi e governativi
(locale, regionale o nazionale), mentre le
attività di cooperazione si attuano in un quadro
transfrontaliero, transnazionale ed europeo.
Audit urbano
Raccolta di informazioni comparabili su un certo
numero di zone urbane prescelte negli Stati
membri dell’UE, frutto degli sforzi congiunti
di Eurostat e della direzione generale Politica
regionale della Commissione europea. L’audit
urbano, svoltosi in due fasi (2004 e 2007), ha
raccolto informazioni sulla qualità di vita in
258 città dell’UE. I dati disponibili riguardano
29
i seguenti campi: demografia, alloggio, sanità,
mercato del lavoro, economia, istruzione,
ambiente, trasporti, cultura e attività del tempo
libero.
Bacino occupazionale
Area di gravitazione di un polo economico
nella quale lavora e risiede gran parte
della popolazione attiva. Questo concetto
è strettamente legato a quello di area
metropolitana e di area o regione urbana
funzionale.
Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili
Adottata in occasione del Consiglio informale
di Lipsia nel maggio 2007 assieme all’Agenda
territoriale, essa pone le basi di una nuova
politica urbana a livello europeo. Enuncia le
priorità che gli Stati membri si impegnano a
realizzare a livello nazionale. Il suo scopo è quello
di recuperare le zone economicamente sfavorite
e socialmente in crisi. A livello comunitario la
Carta prevede lo scambio periodico di buone
prassi e di esperienze comuni.
CEMAT - Conferenza europea dei ministri
responsabili dell’assetto del territorio
Organo che raggruppa i ministri responsabili
dell’assetto del territorio dei 47 Stati membri del
Consiglio d’Europa. In occasione delle sessioni
ministeriali della CEMAT, che si tengono con
cadenza triennale, i ministri affrontano di volta
in volta un tema diverso, sul quale adottano un
certo numero di orientamenti generali.
Coesione economica e sociale
Indica la solidarietà tra gli Stati membri e tra le
regioni dell’UE. Favorisce lo sviluppo equilibrato
e sostenibile, la riduzione dei divari strutturali
tra regioni e paesi, nonché la promozione
effettiva delle pari opportunità. Si attua sotto
forma di interventi finanziari diversi, soprattutto
nell’ambito dei fondi strutturali.
Coesione territoriale
A norma degli articoli 2 e 158 del Trattato di
Nizza, si può definire come la missione affidata
alla Comunità europea di promuovere uno
sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile
delle attività economiche su tutto il suo
territorio.
Connettività
Natura e capacità dei collegamenti tramite
mezzi di trasporto e (tele)comunicazioni
con altre conurbazioni e con le grandi reti. Il
grado di connettività non dipende soltanto
dalla vicinanza delle grandi reti di trasporto e
comunicazione, ma soprattutto dalla prossimità
dei punti di accesso a tali reti (stazioni ferroviarie,
caselli stradali, ecc.). Tale concetto si applica alle
reti di trasporto e telecomunicazione.
Conurbazione
Aggregato o rete continua di zone urbane che si
sono fuse sul piano geografico a causa della loro
crescita demografica e della loro estensione. È
una forma policentrica di agglomerato.
Cooperazione territoriale
Terzo obiettivo della politica di coesione dell’UE
per il periodo di programmazione 2007-2013
(accanto alla Convergenza e alla Competitività),
strettamente legato all’iniziativa comunitaria
INTERREG IV. Secondo una classificazione
ormai consolidata, la cooperazione territoriale
punta a realizzare e promuovere partenariati
con diversi attori regionali europei tramite:
• la cooperazione transfrontaliera (per il
periodo 2007-2013: INTERREG IV A): tra
zone (NUTS 3) frontaliere e contigue (ad
es. l’eurometropoli Lilla-Courtrai-Tournai).
Consente una migliore integrazione
geografica locale su problemi che
accomunano zone contigue, a volte
svantaggiate per la loro posizione periferica;
30
• la cooperazione transnazionale (INTERREG
IV B): tra regioni che condividono una
frontiera (NUTS 2) formando così ampi
insiemi territoriali (ad es. programma Interreg
IV B Europa nordoccidentale). Facilita
l’integrazione su questioni strategiche;
• la cooperazione interregionale (INTERREG
IV C): tra regioni (NUTS 2) anche molto distanti
geograficamente. Le regioni cooperano su
un tema particolare tramite lo scambio di
buone prassi e reti di tecnici e operatori (ad
es. progetto EUCO2 80/50 amministrato dalla
rete METREX).
CRPM - Conferenza
marittime d’Europa
delle regioni periferiche
Promuove gli interessi e le esigenze delle
regioni costiere che devono far fronte a
problemi specifici. Agisce in particolare presso
le istituzioni europee e gli Stati. Le regioni
europee che aderiscono alla CRPM sviluppano
programmi di cooperazione su progetti concreti
per valorizzare le loro risorse
ESPON/ORATE - Osservatorio in rete
dell’assetto del territorio europeo
(ESPON: European Spatial Planning
Observatory Network / ORATE: Observateur
en réseau de l’aménagement du territoire
européen)
Programma che mira a raccogliere un
insieme di indicatori relativi all’evoluzione
dei territori europei in tutte le loro
dimensioni (economiche, demografiche,
sociali, ambientali, geografiche) tramite la
messa in rete dei dati e dei centri di ricerca
nazionali. L’unità di coordinamento ha sede
a Lussemburgo. Il primo programma ESPON/
ORATE è stato avviato nel 2002 per un
periodo di cinque anni. Il programma si trova
attualmente alla sua seconda edizione (20072013).
Eurocities
Rete di città europee fondata nel 1986 con la
duplice funzione di servire da collegamento tra
le istituzioni europee e le città aderenti (seguito
interistituzionale e tutela degli interessi) e di
facilitare lo scambio di buone prassi in materia
di gestione urbana (soprattutto tramite i suoi
comitati).
Europa 2000 [COM(91) 452 def.] ed Europa
2000+ [COM(94) 354 def.]
Due comunicazioni della Commissione europea
dedicate all’assetto del territorio (di cui una
costituisce, in ordine di tempo, l’aggiornamento
dell’altra). Contengono entrambe dati e grandi
assi strutturali della gestione del territorio
europeo e mettono a confronto i diversi sistemi
istituzionali. Hanno lo scopo di proporre
orientamenti strategici e servire così da base per
una riflessione più ampia sul valore aggiunto di
una visione comunitaria del territorio europeo.
Euroregione
Struttura permanente di cooperazione
transfrontaliera tra enti regionali e locali
direttamente confinanti e situati lungo frontiere
statali comuni.
FESR - Fondo europeo di sviluppo regionale
Creato nel 1975, costituisce il fondo strutturale
più importante in termini quantitativi ed è
volto a ridurre le disparità tra le regioni dell’UE
tramite aiuti finanziari allo sviluppo delle realtà
più svantaggiate.
Fondo di coesione
Creato nel 1993 come uno degli strumenti della
politica di coesione, è destinato a cofinanziare i
progetti ambientali e infrastrutturali.
GECT - Gruppo
europeo
di
cooperazione
territoriale
Proposto dalla Commissione europea nel 2004
e introdotto dal regolamento (CE) n. 1082/2006
31
del 5 luglio 2006 (GU L 210 del 31.7.2006, pag.
19), si tratta di uno strumento comunitario
che attribuisce personalità giuridica a
un’associazione di enti il cui obiettivo finale
è attuare uno degli aspetti dell’obiettivo
della cooperazione territoriale europea.
Questa capacità giuridica consente al GECT di
partecipare alla gestione diretta di programmi
e fondi strutturali.
INTERACT - Interreg Animation, Cooperation
and
Transfer
(Interreg
Animazione,
Coordinamento e Trasferimento)
Per il periodo 2007-2013 il programma mira
a favorire la buona gestione delle iniziative
finanziate dall’UE nel quadro dell’obiettivo della
cooperazione territoriale europea e dispone di
un bilancio complessivo di circa 40 milioni di euro.
INTERREG IV
Governance
• Governance territoriale, anche detta
governance locale: Riguarda l’organizzazione
delle relazioni complesse tra le diverse
amministrazioni e i diversi attori locali nel
quadro dell’applicazione delle politiche di
assetto del territorio. Fa leva sui concetti
di partenariato e di cooperazione locale,
potenziando così il ruolo dei partner e degli
interlocutori della società civile organizzata.
• Governance multilivello, anche chiamata
governance a più livelli: Si tratta non tanto
di un quadro gerarchico di competenze
ripartite tra i vari livelli di governo quanto
piuttosto di una struttura flessibile di
relazioni tra Commissione europea, governi
ed enti regionali e locali, calibrata in base
a situazioni specifiche e considerazioni
tematiche.
Cfr. cooperazione territoriale.
JASPERS - Joint Assistance in Supporting
Projects in European Regions (Assistenza
congiunta a sostegno dei progetti nelle regioni
europee)
Programma di assistenza tecnica a cui collaborano
la direzione generale Politica regionale della
Commissione europea, la Banca europea per
gli investimenti (BEI) e la Banca europea per la
ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Con l’aiuto
di esperti della BEI e della BERS, il programma
punta a fornire un know-how tecnico agli Stati
membri allo scopo di elaborare grandi progetti
infrastrutturali di qualità elevata (essenzialmente
nel settore dei trasporti e dell’ambiente).
JESSICA - Joint European Support for
Sustainable Investment in City Areas (Sostegno
europeo congiunto per investimenti sostenibili
nelle aree urbane)
Impatto territoriale (analisi di)
Metodo volto ad individuare gli effetti di tutti
i tipi di politiche, misure e progetti pubblici
che hanno ricadute sul territorio e in particolare
sullo sviluppo sostenibile e la coesione
territoriale. Gli effetti da individuare possono
essere di natura economica, sociale, ambientale
e culturale. Possono essere legati all’evoluzione
dell’accessibilità, della biodiversità, delle
preferenze geografiche, delle opportunità
d’impiego a livello locale/regionale, della
qualità di vita, ecc.
Iniziativa sostenuta dalla Commissione europea,
dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e
dalla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa,
che punta allo sviluppo integrato delle zone
urbane tramite prestiti bancari.
LEADER
Iniziativa avviata nel 1991 con l’idea di sostenere
le azioni innovative di sviluppo rurale nelle
regioni svantaggiate dell’UE. Le diverse tappe
dell’iniziativa sono state: Leader (1991-1994),
Leader II (1994 1999) e Leader + (1999-2006).
32
Metodo comunitario
Procedura decisionale adottata in seno all’UE
come modo di funzionamento istituzionale del
primo pilastro, detto comunitarizzato o integrato.
In questo caso la Commissione detiene il
monopolio del diritto d’iniziativa e sottopone
una norma a votazione secondo la procedura
di codecisione. Il Consiglio vota quindi a
maggioranza qualificata e il Parlamento europeo
presenta eventuali emendamenti.
Metodo intergovernativo
Procedura decisionale che caratterizza il
secondo e il terzo pilastro e poggia su una logica
di cooperazione intergovernativa. Il metodo
intergovernativo prevede il voto all’unanimità
da parte del Consiglio e la possibilità per il
Parlamento europeo di emettere un parere.
METREX
Rete delle regioni e aree metropolitane
europee (Network of European Metropolitan
Regions and Areas), il cui segretariato generale
ha sede a Glasgow; si tratta di una rete di
operatori e al tempo stesso di un gruppo
d’interesse metropolitano su scala europea.
Presenta una duplice funzione: in primo luogo
orizzontale, in quanto promuove contatti tra
tecnici, politici e amministrazioni delle grandi
conurbazioni europee, e secondariamente
verticale, quale intermediario tra le istituzioni
europee e i suoi membri.
NUTS - Nomenclature des unités territoriales
statistiques
(Nomenclatura delle unità
territoriali statistiche)
Creata dall’Ufficio statistico delle Comunità
europee - Eurostat - per offrire uno schema
unico e coerente di ripartizione territoriale,
tale nomenclatura è stata utilizzata sin dal
1988 nella legislazione comunitaria dei fondi
strutturali.
La nomenclatura attuale suddivide i 27 Stati
membri dell’UE in:
• NUTS 1 (ad es. i Länder tedeschi, le regioni
del Belgio, della Danimarca, della Svezia,
dell’Irlanda, della Scozia, ecc.);
• NUTS 2 (ad es. le comunità autonome in
Spagna, le regioni e le DOM francesi, le
province belghe e olandesi, ecc.);
• NUTS 3 (ad es. le Kreise tedesche, i dipartimenti
francesi, le province spagnole e italiane, ecc.).
Partenariato
Principio d’azione dei fondi strutturali che
comporta una concertazione quanto più
possibile stretta tra Commissione europea ed
autorità competenti di ciascuno Stato membro
a livello nazionale, regionale o locale, dalla fase
preparatoria fino alla realizzazione.
Pendolare
Membro della popolazione attiva che effettua
giornalmente uno spostamento significativo
tramite mezzo di trasporto pubblico o privato,
tra il luogo di residenza, in periferia, e il luogo di
lavoro, nel centro città.
Pentagono
Anche noto come banana blu o hub economico,
consiste in un’estrapolazione di tipo geografico
che individua una zona compresa tra le cinque
capitali economiche europee: Londra, Parigi,
Milano, Monaco e Amburgo. L’SSSE, che punta, tra
i suoi obiettivi principali, a un’Europa policentrica,
ricorda che in questa regione, che corrisponde
al 20% del territorio complessivo europeo, vive il
40% della popolazione europea, la quale produce
il 50% circa della ricchezza dell’UE.
Periferico
Le regioni periferiche sono lontane dai principali
centri urbani ed economici nell’ambito di uno
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Stato o del continente europeo. Generalmente
esse presentano un potenziale economico ed
un accessibilità minori rispetto alle regioni più
centrali. Le politiche regionali di assetto del
territorio sono particolarmente mirate alle regioni
periferiche.
Potenziale territoriale
Periurbano
Randstad
Le zone periurbane costituiscono una forma di
transizione da uno spazio prettamente rurale
ad uno urbano. Spesso esse costituiscono
un’interfaccia diretta tra città e campagna e
possono a loro volta diventare realtà prettamente
urbane. In tali zone la popolazione svolge un
ruolo chiave, in quanto si tratta di ambienti abitati.
Conurbazione
di
carattere
geografico
e amministrativo che comprende le città di
Utrecht, Amsterdam, l’Aia e Rotterdam nei
Paesi Bassi. Spesso citata come esempio per
il suo policentrismo, la sua organizzazione
amministrativa e politica e la pianificazione
integrata che la caratterizza.
Pianificazione integrata
RUP - Regioni ultraperiferiche
Procedura che consiste nell’aggregare il lavoro
di pianificazione condotto per singoli settori e
livelli in modo da prendere decisioni strategiche
e disporre di una visione d’insieme delle risorse
e della loro destinazione. Serve da punto di
riferimento per le iniziative istituzionali e per
lo stanziamento di risorse. Nella pianificazione
integrata (o globale) i fattori economici, sociali,
ecologici e culturali sono considerati nel loro
insieme e combinati in modo da orientare le
decisioni relative all’utilizzazione del suolo e delle
attrezzature verso uno sviluppo sostenibile del
territorio.
Territori di Stati membri situati oltremare,
costituiscono parte integrante dell’UE. Beneficiano
di misure concrete speciali, tramite in particolare
gli stanziamenti dei fondi strutturali, i programmi
scientifici e le norme di tutela dei mercati locali.
Si tratta della Guadalupa, della Guyana, della
Martinica e della Riunione, dell’arcipelago delle
Azzorre, dell’isola di Madera e delle isole Canarie.
Policentrismo
Tipo di morfologia del sistema di conurbazioni
promossa dall’SSSE. Presuppone l’esistenza di
diverse conurbazioni di dimensioni simili ai diversi
livelli della gerarchia urbana, contrariamente
ai casi in cui un centro urbano unico di grandi
dimensioni domina tutti i livelli ed elimina perfino
quelli intermedi. Il principio della struttura e dello
sviluppo spaziale di tipo policentrico è applicabile
alle diverse scale geografiche a livello regionale
ed europeo.
Correlato al concetto di capitale territoriale. Trattasi
dell’insieme dei vantaggi offerti da un territorio,
soprattutto in termini di infrastrutture, attività
economiche, risorse naturali ed accessibilità
geografica.
RTE - Reti transeuropee
Infrastrutture transfrontaliere nel settore dei
trasporti, dell’energia, delle telecomunicazioni
e dell’ambiente. Nel 1994 il Consiglio europeo
ha deciso di fornire un sostegno a 14 progetti
di trasporto prioritari e 10 progetti nel settore
dell’energia.
SIG - Servizi di interesse generale
Attività destinate all’insieme della popolazione di
un determinato territorio. In ambito comunitario
si distinguono due tipi di SIG:
• i servizi d’interesse economico generale
(SIEG): designano le attività commerciali
che assolvono missioni d’interesse generale.
A tal fine esse sono assoggettate dagli Stati
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membri ad obblighi specifici di servizio
pubblico (articolo 86, ex articolo 90 del
Trattato CE). È questo il caso delle reti di
trasporto, di energia e di comunicazione;
• i servizi non economici: dipendono dalle
competenze sovrane dello Stato membro
e riguardano aspetti della sicurezza dei
cittadini (polizia, giustizia, sistemi legali di
sicurezza sociale).
SSSE - Schema di sviluppo dello spazio europeo
Quadro comune di riferimento lanciato nel 1993 a
Liegi ed adottato nel maggio 1999 a Potsdam dai
ministri dei Quindici responsabili dell’assetto del
territorio; esso mira a potenziare il coordinamento
delle politiche nazionali in questo settore. Si fonda
su tre principi guida: lo sviluppo di un sistema
urbano equilibrato e policentrico e di un nuovo
rapporto tra aree urbane e rurali, la garanzia di
parità di accesso alle strutture formative e infine
lo sviluppo sostenibile, la gestione intelligente e
la conservazione della natura e del patrimonio
culturale È stato all’origine della Carta di Lipsia.
Sviluppo urbano
Evoluzione di una zona specifica (urbana)
o effetto di diverse attività che concorrono
allo sviluppo di tale zona. Per incoraggiare
lo sviluppo urbano occorre rafforzare diversi
aspetti economici, sociali, ambientali e culturali
che figurano tra le potenzialità delle città e delle
zone urbane.
URBACT
Programma europeo finanziato dal FESR che
punta a sviluppare scambi di esperienze tra le
città europee, a trarre insegnamenti da questi
scambi e a diffondere le conoscenze acquisite
in materia di sviluppo urbano sostenibile. È ora
in corso il secondo ciclo del programma, Urbact
II (2007-2013), che è stato preceduto da Urbact I
(2002-2006).
URBAN
Programma comunitario (1994-2006) che punta
soprattutto al recupero economico e sociale
delle città e dei quartieri in crisi allo scopo di
promuovere lo sviluppo urbano sostenibile.
Sussidiarietà
Urbanizzazione
Principio adottato in occasione del Consiglio
europeo di Edimburgo nel dicembre 1992.
Esso vuole garantire che le decisioni siano
prese al livello più vicino possibile al cittadino,
verificando costantemente che l’azione
da intraprendere a livello comunitario sia
giustificata rispetto alle possibilità offerte dai
livelli nazionale, regionale o locale. In concreto,
il principio di sussidiarietà fa sì che l’UE agisca
solo quando il suo intervento è più efficace di
un’azione intrapresa ad altri livelli (sono esclusi
i campi in cui l’UE detiene una competenza
esclusiva). La sussidiarietà è strettamente legata
ai principi di proporzionalità e di necessità, i
quali presuppongono che l’azione dell’UE non
superi mai quanto necessario per raggiungere
gli obiettivi del Trattato.
Processo a lungo termine che caratterizza sia
l’incremento della popolazione che vive in città
che l’estensione delle zone urbane.
Urbanizzazione selvaggia o strisciante
Estensione non pianificata ed anarchica dello
sviluppo urbano nelle aree intorno a una città.
Espressione utilizzata anche per indicare la
forte, rapida e a volte irresponsabile crescita
geografica di una grande area metropolitana a
scapito dello spazio circostante. È caratterizzata
da molteplici modelli di utilizzazione del
territorio, come le conurbazioni concepite
in funzione dell’auto, da un’utilizzazione del
suolo poco intensiva e da uno sviluppo di scala
superiore rispetto alle aree urbane realizzate
precedentemente (strade più larghe, negozi più
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grandi dotati di ampi parcheggi) e da una certa
povertà di concezione, che a volte trasmette un
senso di uniformità dell’ambiente urbano.
Urbano
Le zone urbane appartengono geograficamente
a città di dimensioni grandi o medie e sono
caratterizzate da un tasso elevato di superfici
edificate, da una forte densità di popolazione
ed occupazione e da un’ampia rete di trasporti
ed altre infrastrutture (al contrario delle zone
rurali). Possono comprendere anche spazi verdi,
non edificati e destinati alle attività del tempo
libero.
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Elenco Dei Pareri Sulla Coesione Territoriale
Dossier
Tema
Documento COM
Relatore
Parere CESE / GU
REG/72
Europa 2000: Prospettive per lo sviluppo del
territorio comunitario
COM(90) 544 def.
MULLER
CESE 1127/91
GU C 339 del 31.12.1991, pag. 94
REG/78
Europa 2000: Prospettive per lo sviluppo del
territorio comunitario
COM(91) 452 def.
MULLER
CESE 802/1992
GU C 287 del 4.11.1992, pag. 5
REG/100
Europa 2000+ - Cooperazione per lo sviluppo del
territorio europeo
Parere d'iniziativa
MULLER
CESE 313/1995
GU C 133 del 31.5.1995, pag. 4
REG/107
Europa 2000+ - Cooperazione per lo sviluppo del
territorio europeo (supplemento di parere)
Parere d'iniziativa
MULLER
CESE 965/1995
GU C 301 del 13.11.1995, pag. 10
ECO/120
Le aree metropolitane europee: implicazioni
socioeconomiche per il futuro dell'Unione
Parere d'iniziativa
VAN IERSEL
CESE 968/2004
GU C 302 del 7.12.2004, pag. 101
ECO/134
Un partenariato più forte per le regioni ultraperiferiche
COM(2004) 343 def.
LOPEZ ALMENDARIZ
CESE 847/2005
GU C 294 del 25.11.2005, pag. 21
CCMI/031
La governance territoriale delle trasformazioni in- Parere d'iniziativa
dustriali: il ruolo delle parti sociali e il contributo
del programma quadro per l'innovazione e la
competitività
PEZZINI
CESE 1144/2006
GU C 318 del 23.12.2006, pag. 12
ECO/179
Le euroregioni
Parere d'iniziativa
ZUFIAUR
CESE 1002/2007
GU C 256 del 27.7.2007, pag. 131
ECO/188
Le aree metropolitane europee: implicazioni
socioeconomiche per il futuro dell'Unione
Parere esplorativo
VAN IERSEL
CESE 600/2007
GU C 168 del 20.7.2007, pag. 10
ECO/190
L'impatto e le conseguenze delle politiche strutturali sulla coesione dell'Unione europea
Consultazione da parte del
Parlamento europeo
DERRUINE
CESE 84/2007
GU C 93 del 27.4.2007, pag. 6
ECO/192
L'abitazione e la politica regionale
Consultazione da parte del
Parlamento europeo
GRASSO
CESE 407/2007
GU C 161 del 13.7.2007, pag. 17
ECO/196
L'agenda territoriale
Parere esplorativo
PARIZA
CESE 601/2007
GU C 168 del 20.7.2007, pag. 16
ECO/209
Quarta relazione sulla coesione economica e
sociale
COM(2007) 273 def.
DERRUINE
CESE 1712/2007
GU C 120 del 16.5.2008, pag. 73
INT/383
Regioni europee competitive grazie alla ricerca e
all'innovazione
COM(2007) 474 def.
PEZZINI
CESE 751/2008
GU C 211 del 19.8.2008, pag. 1
ECO/212
Strategia per le regioni ultraperiferiche: realizzazioni e prospettive
COM(2007) 507 def.
COUPEAU
CESE 771/2008
GU C 211 del 19.8.2008, pag. 72
ECO/213
Una migliore integrazione nel mercato interno
come fattore chiave di coesione e di crescita per
le isole
Parere d'iniziativa
GAUCI
CESE 1214/2008
GU C 27 del 3.2.2009, pag. 123
ECO/228
Governance e partenariato a livello nazionale e
regionale e per progetti di politica regionale
Consultazione da parte del
Parlamento europeo
VAN IERSEL e PASZTOR
CESE 1528/2008
ECO/238
Libro verde sulla coesione territoriale
COM(2008) 616 def.
OLSSON
CESE 636/2009
38
Bibliografia
Doucet, Ph., Cohésion territoriale de l’Union européenne - La gestation ambiguë d’un ambitieux projet
politique - Les Cahiers de l’Urbanisme, nº 64, Ministero della Regione vallona, Belgio, giugno 2007,
pagg. 6-11 (FR)
Opera collettiva curata da Massey D., e Allen J., Geography matters! A reader - Cambridge University
Press, Regno Unito, 1985 (EN)
Lévy, J., Europe: une géographie - éd. Hachette, Parigi, 1997 (FR)
Eurostat, Annuaire régional d’Eurostat 2008 - Comunità europee, Belgio, 2008 (FR, EN, DE)
ESPON, ESPON Atlas - Mapping the structure of the European territory, ottobre 2006 (EN)
ESPON, Scenarios on the territorial future of Europe, maggio 2007 (EN)
Commissione delle Comunità europee, Europa 2000: prospettive per lo sviluppo del territorio
comunitario, COM(1991) 452 def., 1991 (EN)
Commissione delle Comunità europee, Europa 2000+ - Cooperazione per lo sviluppo del territorio
europeo, COM(94) 354 def., 1994 (FR, EN, DE)
Commissione delle Comunità europee, Libro verde sulla coesione territoriale: Fare della diversità
territoriale un punto di forza, COM(2008) 616 def., 2008
World Bank, World Development Report 2009, 2008 (EN, FR, ES, PT)
Ministero federale tedesco dei Trasporti, dell’edilizia e dell’urbanismo, “Baukultur” comme
branle de croissance. Bons exemples pour les villes européennes, Germania, aprile 2007 (FR, EN, DE)
2007 (FR, EN, DE)
39
Siti web
Espon/Orate
http://www.espon.eu
Institut d’aménagement et d’urbanisme de la Région Île-de-France - IAURIF
http://www.iaurif.org
Conferenza europea dei ministri responsabili dell’assetto del territorio - CEMAT
http://www.coe.int/t/dg4/cultureheritage/policies/CEMAT/Default_fr.asp
Commissione per lo Sviluppo regionale (REGI) del Parlamento europeo
http://www.europarl.europa.eu/activities/committees/homeCom.do?language=FR&body=REGI
Commissione Politica di coesione territoriale (COTER) del Comitato delle regioni
http://cor.europa.eu/pages/EventTemplate.aspx?view=detail&id=0054c5ae-7a29-43fa-8095-8a594fd97caa
World Bank Urban Strategy
http://www.wburbanstrategy.org/urbanstrategy/
40
La presente pubblicazione sulla coesione
territoriale raccoglie i contributi forniti da
diversi pareri della sezione Unione economica
e monetaria, coesione economica e sociale
(ECO) del Comitato economico e sociale europeo
in materia di coesione territoriale. Questa
nuova competenza comunitaria, introdotta dal
Trattato di Lisbona, va ad integrare la coesione
economica e sociale.
Unità Visite e Pubblicazioni
Tel. +32 25469604 • Fax +32 25469764
Rue Belliard 99 • 1040 Bruxelles / BELGIQUE
Numero di catalogo: CESE-2009-18-IT
www.cese.europa.eu
QE-80-09-575-IT-C
EUROPE DIRECT
IT
è un servizio che intende aiutare i cittadini a trovare
risposta alle loro domande sull’Unione europea.
Un numero verde unico
00 800 6 7 8 9 10 11