La valutazione delle competenze narrative nel bambino con DSL
Transcript
La valutazione delle competenze narrative nel bambino con DSL
La valutazione delle competenze narrative nel bambino con DSL attraverso la Frog Story. Abstract Nella pratica clinica per valutare le competenze narrative in output possono essere utilizzate due categorie di test: i test di retelling, in cui il bambino deve raccontare una storia che gli è stata presentata dall'esaminatore, e i test telling o generativi in cui viene chiesto al bambino di raccontare una storia da lui inventata basandosi su un libro figurato o su una sequenza di immagini che gli vengono fornite. Le storie raccontate dai bambini possono essere considerate un importante strumento di valutazione perché ci forniscono una grande quantità di informazioni riguardanti le abilità linguistiche dei bambini, inoltre dimostrano le abilità di organizzare le storie in modo coerente e coeso, di unire gli eventi in modo prevedibile, e di anticipare le informazioni necessarie all’ascoltatore per permettergli di capire la storia. La coerenza è la proprietà che distingue i testi da un insieme causale di frasi, quindi è importante considerare due aspetti: la integrazione, che riguarda le relazioni tra gli eventi evocati, e la non contraddizione, che è la capacità di non uscire dai rapporti interni al testo. Diversamente un testo può dirsi coeso quando le parti che lo compongono vengono adeguatamente unite attraverso l’utilizzo di: pronomi, referenti testuali, anafore pronominali e lessicali, proforme, tempi verbali, congiunzioni, connettivi, correlazioni lessicali, articoli determinativi, accordo morfologico, struttura dell’informazione, ripetizione parziale o totale, parafrasi, ellissi, punteggiatura, deissi testuale in genere. I bambini (5/6 anni) con DSL mostrano l’utilizzo di un vocabolario ridotto rispetto ai coetanei, le parole che usano sono tipicamente ad alta frequenza d’uso, possono comparire anche parole in cui sono presenti dei processi fonologici e posso commettere alcuni errori di tipo lessicale e semantico. La loro produzione verbale è caratterizzata dalla presenza di una minor complessità sintattica, definita dall’utilizzo di frasi più semplici e di un minor numero di subordinate e coordinate, e da numerosi errori o riduzioni dell'uso degli elementi grammaticali. Infine fanno maggior uso di frasi irrilevanti, e all’interno di un racconto, spesso non riportano gli elementi o le vicende importanti, mentre si soffermano su quelle secondarie e meno significative per la comprensione della storia che diventa così più confusa. Posso evidenziarsi alcuni elementi comuni alle narrazioni di bambini che mostrano di avere la stessa difficoltà linguistica: i am ini con recetti o resentano una marcata difficolt nella comprensione profonda di un testo narrativo; i bambini con DSL espressivo manifestano generalmente un profilo di coerenza rispetto alla grammatica della storia e di incoesione grammaticale, ma si osservano in parallelo livelli accettabili di comprensione; i bambini con DSL fonologico presentano un profilo coeso e coerente, generalmente non hanno difficoltà a livello di produzione narrativa sebbene possa essere presente un lieve deficit di pianificazione testuale. Obiettivo: Lo scopo principale della ricerca è stato quello di analizzare la competenze narrative in bambini con disturbo specifico di linguaggio (DSL) utilizzando un test generativo (Frog, where are you, Mayer, 1969), e tenendo conto degli aspetti di coerenza e di coesione narrativa, per definire il profilo qualitativo e quantitativo per ciascun bambino del campione. Materiali e Metodi: Sono stati testati 11 pazienti di età compresa tra i 5 e i 6 anni con disturbi specifici di linguaggio. Per avere un profilo clinico più preciso il codice diagnostico dell'ICD-X è stato affiancato alla dicitura di altre due classificazioni quella di Chilosi, Cipriani, Fapore 2002 e quella di Bortolini 1995 che hanno permesso di evidenziare le caratteristiche del disturbo manifestato dai bambini e di suddividere i bambini in tre gruppi: bambini con disturbo specifico espressivo, bambini con disturbo fonologico isolato e profilo di sviluppo ritardato e bambini con disturbo fonologico isolato e profilo di sviluppo insolito. Le competenze narrative dei bambini esaminati sono state valutate attraverso il test generativo “Frog, where are you” (Mayer, 1969), tenendo conto degli aspetti di coerenza e di coesione, inoltre tutti i racconti sono stati registrati e successivamente trascritti in alfabeto fonetico IPA. E’ stato scelto di utilizzare un test generativo perché generalmente offre una miglior indicazione delle abilità lessicali e delle potenziali difficoltà di accesso al lessico. Inoltre rappresenta meglio la produzione spontanea, riflette con maggior accuratezza le caratteristiche pragmatiche della storia e il soggetto è meno influenzato dal contesto, perché al bambino non viene presentata nessuna storia precedentemente. Questo test è stato creato nel 1969 da Mayer, è un libro figurato, composto da 24 immagini in bianco e nero, è standardizzato per la valutazione della coerenza narrativa, ma non fornisce dati quantitativi per analizzare gli elementi di coesione narrativa. Per l’analisi della coerenza è stata considerata la grammatica della storia, attraverso la valutazione di 14 item, di cui 3 sono legati al setting della storia e 11 alla struttura episodica. Diversamente per la valutazione della coesione sono state confrontate due diverse tecniche: l'analisi della complessità sintattica e l'analisi degli elementi di coesione narrativa proposte da A.Marini, A.Tavano, F.Fabbro del 2008. Per l’analisi della complessità sintattica è stato considerato il rapporto tra il numero di clausole presenti nel racconto e il numero di enunciati, mentre per l’analisi degli elementi di coesione sono stati evidenziati in ciascun racconto gli errori commessi dal bambino, in particolare sono stati considerati i filler, le parafasie fonetiche e semantiche, i paragrammatismi liberi e legati e le omissione di parola funzione e contenuto. Analizzando sia gli aspetti di coerenza che di coesione narrativa è stato possibile delineare quattro profili qualitativi: coeso-coerente, incoeso-coerente, coeso-incoerente, incoeso-incoerente. Infine è stata fatta un analisi dell’in entario fonetico e dei processi fonologici, poichè il campione di linguaggio raccolto durante la somministrazione del test si è dimostrato sufficientemente ampio nella maggior parte dei casi. Risultati: Solo 3 dei bambini presi in esame rientrano perfettamente all’interno di uno dei quattro profili qualitativi, ma si può notare che: i bambini con Disturbo specifico espressivo mostrano buona coerenza ma difficoltà nella coesione narrativa; i bambini con Disturbo fonologico isolato e sviluppo ritardato non mostrano un profilo né evidentemente incoeso né evidentemente incoerente (due bambini rientrano perfettamente nel profilo coerente e coeso); i due bambini con Disturbo fonologico isolato e sviluppo insolito hanno maggior difficoltà nella coerenza narrativa (uno dei due ha un profilo incoerente e coeso). Quest’ultimo dato può essere spiegato considerando l’immaturit del racconto di entrambi i bambini, in particolare uno dei due che ha analizzato il racconto come se fossero immagini separate. Il campione di linguaggio raccolto durante la somministrazione del test è significativo per la definizione dell'inventario fonetico e per l'analisi dei processi fonologici ma non sempre sufficiente per soddisfare i criteri definiti da U.Bortolini (1993), per questo motivo si rende necessario l’utilizzo complementare delle seguenti schede del test “Prove per la Valutazione Fonologica del bambino, PF I”: n. 24 (per /f/ in gruppo iniziale, /ʧ/ in gruppo intermedio, /z/ in gruppo iniziale), 34 (per /b/ in gruppo iniziale, /g/ in gruppo intermedio), 37 (per /f/ in gruppo iniziale), 56 (per /d/ in gruppo iniziale, /z/ in gruppo intermedio), 74 (per /ɲ/ in posizione intermedia). Conclusioni: Entrambi i metodi usati per la valutazione della coesione si sono dimostrati strumenti validi per l’analisi di aspetti diversi della coesione. ’analisi della complessità sintattica ci ha permesso di verificare rapidamente e con un solo indice se vi è una scarsa coesione testuale, diversamente l’analisi sugli elementi di coesione ci ha permesso di verificare in modo più completo quale tipo di errore il bambino commetteva con maggior frequenza. Attraverso un’accurata valutazione degli errori si può dedurre a quale livello del linguaggio (fonetico-fonologico, lessicalesemantico, sintattico-grammaticale) il bambino mostra maggiori difficoltà. Tenendo presenti le informazioni che entrambi i metodi forniscono, sembra utile proporre una valutazione della coesione narrativa che preveda due livelli di approfondimento: l’analisi di complessità sintattica per capire facilmente se il racconto può essere definito “incoeso”, e successivamente l’analisi degli elementi di coesione, verificando in modo più preciso quali sono le maggiori difficoltà del bambino. Questa seconda analisi permetterà di impostare il trattamento logopedico in modo mirato ed efficace. Inoltre attraverso la Frog Story si può raccogliere un campione di linguaggio che può essere utilizzato per l’analisi dei processi fonologici, ma non sempre all’interno dei racconti si sono potute evidenziare dodici occorrenze per ogni fono. Per questo motivo si rende necessario l’utilizzo di un altro strumento che vada a completare l’analisi (Prove per la valutazione Fonologica del bambino, PFLI). Questa ricerca vuole dimostrare l’efficacia e l’utilit del test “Frog, where are you?”, non solo per la valutazione delle abilità narrative, ma anche per altre competenze linguistiche come quelle fonologiche ed eventualmente anche per aspetti cognitivi quali la teoria della mente.