Italiano - ESPON on the Road

Transcript

Italiano - ESPON on the Road
 Reacting to the Economic Crisis:
Sud Europa ESPON knowledge for decision makers
Growth, Youth, Jobs; competitiveness and productivity; energy;
infrastructure; migration; education
L’attuale crisi dell’Europa è l’inevitabile risultato di un approccio ottimista all'economia, alla politica, al mercato, che, indipendentemente dagli andamenti finanziari, fondava competitività e occupazione sulla fiducia nelle nuove tecnologie (Strategia di Lisbona 2000). La place evidence dei progetti ESPON 2013 ha offerto più di una spiegazione alla crisi che ha colpito soprattutto i paesi della Macroregione del Sud, al fine di sostenere policy e decision makers nell’adozione di misure di contrasto coesive e di rigore, valutandone gli impatti politici, economici, ambientali e sociali per stati, regioni e città attraverso una platform di analisi, dati, mappe, strumenti, indirizzi. La comune necessità di rilancio della competitività territoriale 2020 di Francia, Grecia, Italia, Spagna, Romania è stata affrontata dal progetto ESPON on the Road dimostrando che omologare le disparità non serve; e che le differenze della place evidence possono invece costituire un’occasione per sostenere strategie integrate comuni multisettoriali ispirate ad una visione green e blue dell’economia. Pianificare ed attuare politiche integrate generali e di settore (energy, agricolture, land‐sea transport, etc.) legandole ai contesti territoriali (aree costiere ed interne, città grandi e piccole) per rilanciare crescita ed occupazione attraverso investimenti integrati e un uso appropriato dei fondi di coesione, offre una concreta prospettiva all’interno della relazione coesione – aménagement du territoire, “good governance” e buone pratiche istituzionali. European Trends Nonostante il Mediterraneo sia uno dei tratti distintivi della Macroregione del Sud formata da Spagna, Francia, l’Italia, Grecia, Romania, è la diversità regionale che copre diverse tipologie: aree centrali e periferiche, interne e costiere, isole, aree urbanizzate e rurali, densamente e scarsamente popolate, di pianura e di montagna. Molte le sfide di policy emerse dai progetti ESPON 2013, legate al comportamento della popolazione – soprattutto di quella migrante – in periodo di crisi (EB 10), al rischio energetico, al cambiamento climatico, all’efficienza delle strutture materiali ed immateriali. Il tutto in relazione all‘impatto sulla competitività territoriale (scala nazionale, regionale, locale) e sulle politiche relative alla crescita territoriale su base coesiva e sostenibile. I principali “driver” demografici (DEMIFER), mettendo in luce il generale invecchiamento della popolazione della Macroregione del Sud, sono considerati all’origine del calo di produttività e della sostituzione di una forza lavoro anche qualificata, al di là della compensazione parziale, offerta dall'aumento della popolazione migrante in età lavorativa in Spagna, Francia, Italia (1% annuo nelle aree metropolitane), rafforzando la necessità di nuovi assetti strutturali e modelli di gestione in presenza di saldi migratori negativi (Romania) o temporanei (Italia). La crisi ha evidenziato le forti disparità regionali interne all’UE28, sintomi di scarsa competitività e coesione territoriale, nonostante gli importanti capitali territoriali della Macroregione, investendo soprattutto le città e la loro capacità di resilienza: inizialmente maggiore per le grandi rispetto alle medio‐piccole ancora legate alla propria identità locale (TOWN) e ad un’economia family business in aree fragili e a rischio ambientale. Dall’osservazione dei dati regionali emergono livelli di iniquità territoriale lungo i confini orientali e meridionali dell’Unione, rafforzando gli effetti della stagnazione e del declino economico che si accompagnano ad una bassa polarizzazione (Romania). Anche gli investimenti in innovazione (KIT) offrono risultati variegati che premiano le regioni/città della R&D applicata (Francia ‐ Parigi) focalizzatrici di settori tecnologici non general purpose; o dell’applicazione tecnologica intelligente (regioni altamente urbanizzate nel Nord della Spagna e Madrid, nel Nord dell’Italia, nelle Alpi francesi); rispetto a quelle dell’innovazione imitativa (Romania, Sud Italia, Grecia). Cambiamento climatico, dipendenza e rischio energetici sono tra i principali fattori di incertezza e di sfida per la Macroarea del Sud, che dipende, come il resto dell‘Europa, dalle forniture esterne (65% entro il Italiano 2025), con picchi dell’80% per il gas. La produzione di energia nucleare (principalmente in Francia) e petrolifera nel Mare del Nord (destinata a esaurirsi in breve) riuscirà difficilmente a far fronte al fabbisogno energetico, affrontando i cambiamenti climatici (strategia “20‐20‐20”), aumentando le fonti rinnovabili, riducendo le emissioni di CO2, migliorando l’efficienza energetica in assenza di un accordo strategico di lungo termine tra gli Stati Membri e tra questi e i fornitori di prossimità geografica (Russia e Medio Oriente, detentori di riserve; o di transito come la Turchia). Mappa 1: EU 2020 Strategy Index (SIESTA) utilizzato un computer (particolarmente nel Sud Italia e in Romania) va dunque contrastato; come pure la disoccupazione femminile, più accentuata di quella maschile in Italia, Grecia e in parte della Spagna. Mappa 2: Regioni a rischio di povertà (TIPSE da Eurostat 2012) Macroregional Trends Al di là delle ricadute occupazionali, produttive, tecnologiche e ambientali, l’approvvigionamento energetico causa un forte impatto strutturale sulla Macroregione e le città del Sud, le cui reti energetiche, seppure ben ramificate sul territorio, necessitano del sostegno di una politica energetica comune integrata e orientata all‘economia verde (es. ulteriore sviluppo di energia solare nel Mediterraneo). Una volontà, questa, condivisa da tutti i Paesi del Sud che guardano allo stanziamento dei fondi 2020 per la creazione di filiere energetiche, tecnologiche e industriali comuni trans‐mediterranee. La posizione del Sud è, tuttavia e nell’insieme, ancora in cerca di una prospettiva di sviluppo rispetto alle principali economie europee (SIESTA, Mappa 2) di fonte alla crisi, e il solo investimento pubblico non sembra essere lo strumento capace di rendere territorio, imprese e istituzioni fortemente competitive sui mercati internazionali. Il basso livello di istruzione terziaria della popolazione tra i 30 e 34 anni e la percentuale che non ha mai Per superare i suoi gap il Sud può potenziare la già ampia partecipazione ad accordi transfrontalieri e programmi di cooperazione (Alcotra, Marittimo, Central Europe, Spazio Alpino, MED, South East Europe, etc.), anche se i diversi scenari dell’evoluzione della forza lavoro nel periodo 2005‐2050 (TERREVI e ET 2050) non offrono soluzioni per superare la crisi economica nel breve periodo (2015) se non collegati agli indirizzi della Strategia di crescita blu (DG Mare 2014) e ai progetti ESPON (ESaTDOR) che guardando all’interazione terra‐mare e alle auspicate azioni di planning che coinvolgono i poli marittimi regionali in una relazione sempre più stretta con l’economia green e blue, visto che il Mediterraneo ospita circa il 30% del turismo internazionale mondiale, grazie alla sua biodiversità e al grande patrimonio culturale. In termini occupazionali l’economia blu e le attività ad essa correlate (trasporto, commercio, pesca, energia, turismo, tecnologia blu) generano crescita economica per le zone costiere e interne (Mappa 3). Lo sviluppo dei porti e del trasposto marittimo e delle attività dell’indotto è in linea con le attese del commercio internazionale e con le politiche a sostegno del trasporto marittimo a corto raggio; come pure il turismo costiero e marittimo, settore fondamentale per l’economia di molte regioni e città: Italiano più del 60% dei turisti europei, più di 2 milioni di lavoratori impiegati nel turismo, più del 51% di ricettività, crescita annuale del 10% nell’ultimo decennio. Questo potrebbe anche contrastare gli alti tassi di povertà in Spagna, Portogallo, Grecia e Italia e nelle aree rurali. Mappa 3: Livello di intensità della relazione mare terra: Hotspots (ESaTDOR) 2050, ma incrementando il budget per le politiche di coesione. Tutto ciò delinea uno scenario tendenziale ‘a due velocità’ per la crescita europea (ET2050, Mappa 3), con i paesi della Macroregione del Sud che cresceranno in modo più contenuto rispetto al Nord Europa a causa della crisi e, dunque, della capacità di rilancio nel medio periodo. Tuttavia la Macroregione del Sud potrebbe “giocare” il proprio rilancio “macro” tenendo conto delle disparità internazionali (tra e con gli altri paesi), di cui si prospetta una riduzione a tassi decrescenti seppure senza un‘immediata compensazione delle disparità intra‐regionali (Mappa 4). Una situazione di crisi accompagnata da politiche economiche restrittive della spesa pubblica e del debito sovrano che offre limitate possibilità di ripresa ai paesi che si dimostreranno poco virtuosi dal punto di vista della finanza pubblica. Mappa 4: Disparità regionali (ET2050) Reykjavik
!
Canarias
Baseline October 8 2013
Average regional GDP growth rate
< 0.00
0.01 - 0.82
0.83 - 1.16
1.17 - 1.45
1.46 - 1.76
1.77 - 2.09
2.10 - 2.46
2.47 - 2.94
> 2.95
Guadeloupe
Réunion
Martinique
Helsinki
!
Oslo
!
Guyane
Tallinn
!
Stockholm
!
Madeira
Riga
!
København
!
Dublin
!
Vilnius
!
Minsk
!
Acores
Per garantire un utile ritorno degli investimenti, i governi e i decision‐maker sono chiamati a scegliere, guardando (ET 2050 Scenari 2030 e 2050): A) alle grandi città (Megas), alla relativa privatizzazione del welfare e alla spending review della spesa pubblica per ripianare il debito, riducendo così il budget da dedicare alle politiche di coesione nella logica della Banca Mondiale; B) alle città di secondo livello (“Cities”), per cui gli interventi pubblici nazionali sembrano voler rinforzare la dotazione di servizi di interesse generale (SGI) incrementando la spesa pubblica, ma anche un debito che non potrà essere interamente ripagato al 2050, pur mantenendo l’attuale budget per le politiche di coesione fino al 2030; C) alle aree rurali e periferiche (“Regions”), in cui le politiche pubbliche si concentreranno su aspetti sociali, sul rurale e sulle periferie, ripagando il debito pubblico nel Amsterdam
!
London
!
Berlin
!
Warszawa
!
Kyiv
!
Bruxelles/Brussel
!
Praha
!
Luxembourg
!
Paris
!
Bratislava
Wien
!
!
Bern
!
Kishinev
!
Budapest
!
Vaduz
!
Ljubljana
!
Zagreb
!
Bucuresti
!
Beograd
!
Sarajevo
!
Sofiya
!
Podgorica
!
Madrid
!
Roma
!
Lisboa
!
Skopje
!
Ankara
!
Tirana
!
Athinai
!
El-Jazair
!
Ar Ribat
!
Nicosia
!
Tounis
!
!
© Politecnico di Milano, Project ET2050, 2013
Valletta
0
250
500
km
Regional level: NUTS2
Source: Politecnico di Milano, 2013
Origin of data: - MASST3 model
© EuroGeographics Association for administrative boundaries
È il motivo per cui uno scenario pro‐attivo basato sul passaggio, seppure lento, a un’economia green potrebbe rappresentare un significativo investimento per la crescita nella Macroregione del Sud (SPAN‐3). Ciò richiede tuttavia il coinvolgimento attivo degli attori economici e della società civile, ma anche un’attenta valutazione delle possibilità offerte all’area mediterranea dalla Blue policy per una vasta gamma di settori, dalla manifattura agli ecoservizi Italiano avanzati. I nuovi “paradigmi” potrebbero favorire le regioni, i poli tecnologici e le città dell'Arco Latino, ad esempio, e le loro capacità di generare spin‐off nei settori produttivi soprattutto nelle città di medie dimensioni e nelle aree rurali, già attive nella produzione di rinnovabili. Questo significa che i tassi di crescita delle province europee del Sud saranno ancora estremamente diversificati, e non è detto che quelle fortemente agglomerate (aree metropolitane e MEGAs) possano trarre più benefici e valore aggiunto di altre che oggi ‐ nel Nord‐Ovest della Spagna, nel Sud‐Ovest della Francia e nel Sud d'Italia ‐ presentano scarsi risultati. Ciò dipenderà anche dall’andamento di settori come l’edilizia e, in generale, le costruzioni il cui attuale tasso di medio di riduzione si concentra proprio nelle città; o il turismo fortemente in crescita nelle aree rurali specializzate. Se la Francia guarda dunque all’energia, la Grecia all’Economia Blu, la Spagna alla Green economy e alla sostenibilità, la Romania all’integrazione urbano‐rurale per attenuare l’impatto regionale‐
locale della crisi, l’Italia punta a rafforzare le politiche della macroregione del Sud agendo sulle città costiere e periferiche anche per le infrastrutture. L’analisi degli indicatori (TRACC) evidenzia infatti la necessità che le regioni del Sud raggiungano almeno il livello infrastrutturale integrato della Francia superando i limiti di una posizione geografica periferica e il basso profilo regionale. L’innovazione (KIT), rilanciata soprattutto applicando la conoscenza di base creata in altri paesi, o utilizzando le capacità creative e/o l’imitazione, apre un nuovo orizzonte alla competitività, avviando una più equa distribuzione dell’innovazione nello spazio, guardando molto alla green economy per re‐
investire in turismo sostenibile e in capitale ambientale e socio‐culturale. Ciò renderebbe possibile riguadagnare stabilità economica regionale (ATTREG, ESaTDOR). Le strategie nazionali e regionali in relazione ai cambiamenti climatici dovranno rispondere in maniera adeguata attraverso nuovi, strategici ed integrati approcci di planning territoriale. Il progetto ESPON on the Road Il Progetto ESPON on the Road è un’attività di Networking Transnazionale che coinvolge diciannove
Contact Point ESPON ed è finanziata dal Programma ESPON 2013 al fine di fare conoscere agli attori
decisionali i risultati della ricerca applicata allo sviluppo territoriale europeo. Il Programma ESPON 2013 è in parte finanziato del Fondo per lo Sviluppo Regionale Europeo, dagli
Stati Membri dell’EU e dagli Stati Partner Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Sostiene lo
sviluppo di policy per il miglioramento della coesione territoriale e la crescita armoniosa
dell’Europa. Per maggiori informazioni, visitate il sito del progetto (o seguiteci sui nostri profili facebook e
twitter. http://esponontheroad.eu Italiano