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Panghsang,
dove i bambini fanno la guerra
Siamo a Wa State, un vero e proprio Stato illegale all’interno di una nazione, il Myanmar, in cui i
bambini da tempo non iniziano nemmeno le scuole per “servire la patria”, imparando a utilizzare, appena possono reggersi in piedi, armi automatiche con cui saranno chiamati a proteggere i
militari a capo del regime, gli edifici governativi e i checkpoint ai confini.
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Spesso le reclute
più giovani non hanno nemmeno 6 anni, ma a Wa State non fa effetto a nessuno vedere questo
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IN BASSO Una giovane donna appartenente
al Kachin Independence Army, il braccio militare
della Kachin Independence Organization, un gruppo politico
composto da una coalizione di sei tribù etniche della Birmania.
A FRONTE Alcuni ribelli Shan bruciano pacchi di anfetamine al confine
tra Birmania e Thailandia. Il Triangolo d’Oro, zona montuosa
che comprende il Myanmar, la Thailandia e il Laos, produce
di Claudia Astarita
il 60-70% di oppio e di eroina immessi nel mercato mondiale.
to illegale all’interno di una nazione, il Myanmar, in cui
i bambini da tempo non iniziano nemmeno le scuole per
“servire la patria”, imparando a utilizzare, appena possono reggersi in piedi, armi automatiche con cui saranno
chiamati a proteggere i militari a capo del regime, gli edifici governativi e i checkpoint ai confini.
Spesso le reclute più giovani non hanno nemmeno 6
anni, ma a Wa State, una sorta di rifugio per commercianti criminali e trafficanti di droga, non fa effetto a nessuno
vedere questo esercito di giovanissimi all’opera ventiquattr’ore su ventiquattro.
Wa State si trova all’interno del famoso Triangolo d’oro,
l’area montuosa che si estende tra Birmania, Cina, Laos e
Thailandia dove viene prodotta una buona parte dell’oppio e dell’eroina che giungono sui mercati illegali della
droga. Questo Stato senza leggi e senza regole è abitato da
circa 600mila persone che si occupano soprattutto di traffico di armi, droga, neonati, uomini e spose – all’interno
Ap Photo
esercito di giovanissimi all’opera ventiquattr’ore su ventiquattro.
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un checkpoint poco lontano da Panghsang, una
cittadina arroccata sulle montagne del Myanmar
orientale, poco lontana dal confine con lo Yunnan
cinese, una ragazzina che avrà sì e no 14 anni, vestita con
un’uniforme verde oliva su cui spiccano il distintivo dell’esercito Wa – o United Wa State Army (Uwsa) – e la mitragliatrice portata con disinvoltura in vita, controlla con
cura i documenti di chi vuole attraversare i confini di questo Stato ribelle. Siamo a Wa State, un vero e proprio Sta-
Ap Photo / N.H. Guan
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ui capi dell’esercito Wa, che da anni si arricchiscono con la droga, Washington ha posto taglie
che raggiungono anche i due milioni di dollari,
nella speranza di stroncare al più presto il perno del traffico di stupefacenti del Sudest asiatico. Del resto, anche se
Gli abitanti di un villaggio su una strada
che porta da Nandeng alla regione Wa della Birmania.
complessivamente il numero di campi coltivati ad oppio
nel Triangolo d’Oro è significativamente diminuito (dal
60% al 5% dell’intera produzione mondiale secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine), è stata un’idea dei generali dell’esercito Wa quella di mettere
in commercio la Ya ba (letteralmente ‘pillola della pazzia’), la metanfetamina più diffusa in Asia. È economica e
facile da confezionare, tanto che le fabbriche del Myanmar
riescono a produrre anche 10mila pillole all’ora, subito
vendute ai trafficanti del Bangladesh, della Cina, del Laos
e della Thailandia, sempre a corto di rifornimenti visto che
si tratta di una droga che crea facilmente dipendenza e anche pericolosi disturbi psichici nel medio periodo. A Panghsang nessuno lo ammette, ma la maggior parte della popolazione rurale di Wa State è impiegata nel settore degli
stupefacenti. Gli altri lavorano per i cinesi. Un dato di fatto che è sempre più difficile da nascondere visto che il consumo di Ya ba è aumentato anche all’interno dei confini
di questo Stato ribelle, e gli effetti sono evidenti. Del resto,
si tratta di metanfetamine che costano poco (circa un euro a pillola, un quinto rispetto al prezzo di vendita nella
Repubblica popolare), e anche l’oppio viene fumato senza remore sia in campagna che in città. Le autorità locali
lo sanno e non hanno nessuna intenzione di porre fine a
questa pericolosa abitudine. Anche perché i bambini raramente fanno uso di stupefacenti, quindi, una volta completato l’addestramento, si confermano come la risorsa più
affidabile per i ribelli a capo dell’esercito.
S
e la forza lavoro locale inizia a perdersi nel tunnel della droga, anche i cinesi, i commercianti
più attivi della zona, potrebbero iniziare a temere ripercussioni per le loro attività. Ma è anche vero che
il giorno in cui non ci saranno più braccia per lavorare
nelle piantagioni di gomma, nelle miniere di rubini che
Soldati appartenenti alla United Wa State Army
pattugliano le strade deserte di Nandeng.
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Str / Afp / Getty Images
tonomo. La capitale è Panghsang, una cittadina di 50mila persone che, per la maggior parte, si sono arricchite con
il traffico illegale di armi e droga e possono ora permettersi automobili costose e appartamenti eleganti.
Arrivare nella capitale di Wa State è molto più complicato di quanto si possa pensare. Le autorità del Myanmar
vietano l’accesso agli stranieri, indipendentemente dalla loro nazionalità, quindi l’unico modo per raggiungere
Panghsang è attraversare su zattere di bambù il fiume
Nam Ka, che separa l’ex Birmania dallo Yunnan cinese.
Str / Afp / Getty Images
dello stesso Triangolo il produttore principale di stupefacenti è il Myanmar. Poi ci sono i giocatori d’azzardo – a
Panghsang è stato costruito un casinò che resta aperto tutto il giorno e tutta la notte – gli avidi commercianti cinesi e i ribelli che vogliono mettersi al sicuro dagli esponenti della giunta militare cui, evidentemente, hanno fatto
qualche sgarbo.
A Yangon, la città più importante della nazione, quando ci si riferisce a Wa State si parla della “regione speciale numero due” (la prima è Kokang, sempre nel Nordest
del Myanmar, un territorio occupato da guerriglieri ribelli appartenenti a diverse minoranze etniche), abitata da
uno dei 135 gruppi etnici locali che rivendica maggiore
autonomia. La minoranza Wa, invece, sostiene di aver iniziato a chiedere l’indipendenza dagli anni della decolonizzazione, tanto da aver approfittato dei due decenni di
tregua militare e relativa non interferenza da parte della
giunta per dar vita ad uno Stato vero e proprio, con una
propria bandiera, un governo e un sistema tributario au-
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Donne di etnia wa preparano l’oppio perché venga fumato.
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er i cinesi aprire un bar, un ristorante o un negozio a Panghsang è conveniente per due motivi: la
concorrenza è inferiore e il passaggio dei trafficanti di droga e dei maniaci del gioco d’azzardo garantisce introiti maggiori. Per non parlare di chi lavora nel mondo
della prostituzione: dove ci sono casinò in cui circolano
soldi e droga, chi gestisce le squillo ha vita facile. Anche
i trafficanti di stupefacenti amano fare affari a Panghsang:
conoscendo gli spacciatori giusti riescono ad accumulare scorte di oppio, eroina e Ya ba a prezzi stracciati.
Più la minoranza Wa si arricchisce in questo Stato ribelle più i cinesi Han iniziano a interessarsi alle opportunità economiche offerte da questo angolo remoto dell’ex Birmania. Li Yianmei, un birmano di origini cinesi, ammette che da quando sono arrivati gli Han la quantità di investimenti si è moltiplicata. «Le strade sono state quasi tutte pavimentate, sono stati costruiti ospedali e abitazioni
lussuose e, in generale, il livello medio delle infrastrutture e dei servizi è migliorato molto. Ecco perché i crimina-
Corbis / C. Loviny
Corbis / C. Loviny
hanno preso il posto di alcuni campi coltivati ad oppio,
nei bar, nei ristoranti o nei negozi, si potrà sempre contare sui trasferimenti di manodopera cinese dallo Yunnan.
Tant’è che gli imprenditori più lungimiranti hanno già
iniziato a costruire nuovi dormitori nei pressi delle loro
attività principali.
Il fatto che Pechino sia uno degli alleati più forti della
giunta militare che governa il Myanmar non ha impedito ai cinesi di consolidare la propria presenza in questo
Stato ribelle, dove la moneta di riferimento è lo yuan e la
lingua più diffusa il mandarino. Del resto, l’etnia Wa è
una delle minoranze più forti anche nello Yunnan. Anzi,
c’è chi è convinto che gli abitanti dello Stato Wa discendano tutti dai cinesi, ricordando che già alla fine degli anni Cinquanta circa un terzo della popolazione Wa dello
Yunnan abbandonò la Repubblica popolare per rifugiarsi dai parenti oltreconfine, sfuggendo così al giogo del comunismo. Molti più trasferimenti furono registrati negli
anni Sessanta, quelli della Rivoluzione culturale, mentre
oggi tanti commercianti trovano più comodo spostarsi a
Panghsang quotidianamente, un pendolarismo che assicura il benessere dell’enclave Wa in Myanmar.
Una donna di etnia wa raccoglie l’oppio.
li sparsi in tutto il Paese vengono a rifugiarsi qui: sono ricchissimi e amano vivere in abitazioni lussuose, fare acquisti in negozi alla moda e concedersi massaggi “speciali”. Tutti privilegi impossibili da avere al di fuori di Wa
State dove, cosa non meno importante, la giunta non può
arrestarli. Insomma, un rifugio ideale da ogni punto di vista». Per i criminali sicuramente sì, ma non per i bambini
soldato costretti a pattugliare giorno e notte le strade della capitale.
Molti di loro sono orfani, altri vengono dai villaggi circostanti, ancora oggi raggiungibili solo percorrendo a piedi polverosissime mulattiere, dove le famiglie vivono da
sempre in capanne di legno e bambù. Senza istruzione,
denaro, speranza e futuro, i giovani e i giovanissimi dell’ex Birmania più povera sono le reclute perfette di questo esercito guidato da delinquenti senza scrupoli. Un destino, questo, che non è facile giudicare migliore o peggiore di quello riservato ai neonati Wa – spesso rubati alle famiglie per essere venduti per un massimo di duecento eu-
ro a coppie straniere senza figli – o alle adolescenti più graziose, che finiscono con l’essere sfruttate come prostitute
nei locali o nelle sale da gioco per un compenso che sfiora al massimo i venti euro al giorno.
Chi lavora per i cinesi guadagna meno – lo stipendio
medio è di cinque, massimo sei euro al giorno – ma più
passa il tempo più le famiglie spingono i figli a collaborare con gli imprenditori dello Yunnan anziché con i generali. Questo perché avere un rapporto privilegiato con i
cinesi permette di avere accesso a quegli alimenti di base come sale, zucchero e riso che la giunta non fa più arrivare a Wa State. Da quando i generali dell’esercito Wa
si sono rifiutati di trasformarsi in una forza militare di
confine dipendente dal regime, per continuare a vivere
nell’illegalità, i militari di Yangon hanno proibito qualsiasi tipo di attività commerciale con questa enclave. Solo per i cinesi continuano a chiudere un occhio. Forse
convinti che, prima o poi, quando la droga avrà definitivamente assorbito tutte le energie dei locali, generali inclusi, proprio grazie al sostengo di Pechino, il più affidabile alleato del Myanmar in Asia, sarà possibile riprendere velocemente il controllo di questo territorio.
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