WWW.COSEDIMARE.COM LA TONNARA DI BONAGIA (Trapani

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LA TONNARA DI BONAGIA (Trapani)
La piu' antica e produttiva, ma anche piu' sconosciuta, delle tonnare superstiti, che ancora oggi con una media di oltre mille
tonni a stagione assicura lavoro e benessere.
Introduzione
Nella stagione 2001 in Italia hanno operato cinque tonnare ed una tonnarella.
Le tonnare sono state calate tre in Sardegna (le due carlofortine di Portoscuso e Isola Piana, e
quella sperimentale di Calasetta) e due in Sicilia (Favignana, l'ex Regina del mare al tempo dei
Florio, e Bonagia (Trapani), la più antica di tutte, di cui si ha notizia fin dal 1272) (1).
La tonnarella viene calata davanti alla costa di Camogli, ma cattura soprattutto tonnìdi e altri
pesci
minori
(2).
Gli esiti della pesca sono stati confortanti soltanto per Isola Piana (circa 4.000 tonni), e
Bonagia, dove sono stati catturati 1.610 tonni per un peso di 88.249 chilogrammi, e 20 pesci
spada per totali 728 chilogrammi.
A Favignana i tonni pescati non sono arrivati a 600,
e per giunta di scarso peso; peggio è andata a
Portoscuso dove solo una decina di pesci si è
ammagliata nella rete, ed a Calasetta dove le
catture
sono
state
circa
100.
Per quanto riguarda il resto del Mediterraneo vera culla del Thunnus thinnus (nel disegno a sinistra) sono state calate tonnare in Libia, Tunisia, Spagna.
In Libia hanno operato gli impianti di Zletin (calato dal giovane rais trapanese Totò Accardi,
che ha catturato 155 tonni di dimensioni medie, e 5 pescispada); Zreq (la ex tonnara di
Fathima), calata dal rais libico Ossèn che negli anni '60 ha imparato il mestiere di tonnaroto
dal rais trapanese Luigi Grammatico detto "Giotto" per la precisione con cui disegnava a mare
il calato delle reti (qui sono stati pescati 500 tonni medi); Dzirah, che sotto la guida di un rais
libico ha pescato 800 tonni di grosse dimensioni. L'altra tonnara di Karaboulli quest'anno non è
stata calata, ma l'impianto è da ritenersi attivo, e nel 2002 dovrebbe pescare. In questi
impianti, oltre ai tonni, sono stati pescati migliaia di Palamiti (Sarda sarda), oggi praticamente
scomparsi
nelle
tonnare
siciliane.
In Tunisia sono state calate due tonnare, tra cui l'antica Sidi Daud, con risultati modesti; in
Spagna tre: Zahara de los atunes, Tarifa La Linea e la Fontanilla di Conil.
Il passato
Questa è la situazione della pesca del tonno con impianti fissi nel Mediterraneo, che certo
appare poco incoraggiante soprattutto se confrontata con i dati relativi agli ultimi due secoli,
quando lungo le coste italiane venivano calate - sia pure in maniera intermittente - 108 tra
tonnare
e
tonnarelle
(1).
Nella penisola iberica nell'anno 1923 venivano calate ben 32 tonnare: 2 in Catalogna, 8 ad
Huelva, 6 a Cadige, 1 a Siviglia, 2 a Melilla, 2 in Almeria, 1 ad Ibiza, 2 ad Algesiras, 2 a
Tangeri,
1
a
Ceuta,
4
ad
Alicante,
1
a
Cartagena
(2).
Nella sola Sicilia hanno operato lungo i secoli circa 80 tonnare: il marchese di Villabianca alla
fine del 1700 ne conta 79 tra attive e "spente" (3), e nel 1816 il duca d'Ossada Francesco
Carlo D'Amico ne registra 51 in attività (4). Le tonnare siciliane venivano calate lungo le coste
delle provincie di Messina (quindici impianti fra il 1600 e il 1900), Palermo (diciotto), Trapani
(ventidue),
Agrigento
(dieci),
Siracusa
(diciotto)
e
Catania
(uno).
Lungo le coste della Sardegna sono state calate dal XVI secolo ad oggi 24 tonnare, alle quali va
aggiunta quella di Calasetta messa in pesca per la prima volta quest'anno: nel 1778 operarono
dodici tonnare, fra cui quelle ancora attive di Porto Scuso e Isola Piana; alla fine dell'Ottocento
gli impianti attivi erano appena sei, e tale è rimasta la situazione pressoché fino ai giorni
nostri, sia pure con il calo intermittente di una delle tre tonnare di Carloforte e di quella Saline
(5).
Nel 1950 il numero delle tonnare italiane era sceso a 30, di cui 25 in Sicilia e 5 in Sardegna,
più un certo numero di tonnarelle; in Sicilia era ancora la provincia di Trapani ad avere il
maggior
numero
di
tonnare,
dieci.
Quindici anni dopo, nel 1965, gli impianti attivi scendono a 17 comprese le tonnarelle: otto
tonnare vengono calate nel territorio trapanese, 2 a Siracusa, 2 a Palermo, 1 a Messina, 3 a
Cagliari, la tonnara Saline quell'anno non viene calata, ma riprenderà l'attività l'anno
successivo
(6).
Da allora la crisi del settore si è ancora aggravata, ed in rapida successione sono state chiuse
le tonnare Saline in Sardegna; Formica, Capo Passero, Torretta Granitola, Trabia, Oliveri,
Castellammare,
Scopello,
Punta
Raisi
in
Sicilia.
Se si tiene conto del progressivo decadimento del settore, con lo "spegnimento" di tonnare
ricche e gloriose che non sono riuscite a fronteggiare la crisi provocata dall'inquinamento e
dalla pesca indiscriminata, allora emerge il ruolo e l'importanza che riveste ancora oggi la
tonnara di Bonagia, dove l'attività di pesca e le incoraggianti prospettive assicurano lavoro e
reddito a 60 tonnaroti, e forniscono la base su cui poggia una florida industria ittico
conserviera, che impiega stabilmente 180 unità, ha uffici amministrativi e di rappresentanza a
Trapani e nel Lazio, esporta tonno in scatola in tutta Italia e tonno fresco in Giappone,
possiede una piccola flotta da pesca mediterranea, e fattura oltre 70 miliardi l'anno. L'industria
in questione - la "Nino Castiglione srl" - inscatola una parte del tonno catturato nella tonnara di
sua proprietà e quello d'importazione, e fra le due attività si è instaurata una importante
sinergia: la tonnara contribuisce alla pubblicizazione dell'attività conserviera, e questa
sopperisce finanziariamente alle eventuali perdite di esercizio quando le stagioni di pesca sono
negative (evenienza che si è verificata, ma fortunatamente di rado).
1.
Cfr. P. Pavesi, “L’industria del tonno in Italia. Relazione alla Commissione Reale per le tonnare, Roma 1889; C.
Parona, Il tonno e la sua pesca, Genova 1919.
2.
3.
Vedi il sito internet www.revistaiberica.com , Conil. Arte de Atùn 1923
Francesco Maria Emanuele e Gaetani, Marchese di Villabianca, Le tonnare della Sicilia, ms. del XVIII sec. conservato
presso la Biblioteca Comunale di Palermo, nell’edizione a cura di G. Marrone, Giada, Palermo 1986.
4.
5.
F. C. D’Amico, Duca D’Ossada, Osservazioni pratiche intorno alla pesca, corso e cammino de’ tonni, Messina 1816.
6.
Per la consistenza delle tonnare italiane nella seconda metà del XX secolo cfr. S. De Cristofaro (a cura di), Le tonnare
italiane. La evoluzione tecnologica ed ubicazionale, le prospettive, Min. Marina Mercantile memoria n. 26, Palermo
1970.
Per gli impianti sardi vedi: F. Cetti, Anfibi e pesci di Sardegna, Sassari 1778, nella edizione a cura di A. Mattone e P.
Sanna, Ilisso, Sassari 2000; F. Angotzi, L’industria delle Tonnare in Sardegna, Bologna 1901; S. Rubino, La tonnara
Saline, La Celere, Alghero 1995; ed inoltre il già citato P. Pavesi.
Statistiche
Veniamo ai dati relativi alla pesca.
Nel 2001, come abbiamo visto, i tonni catturati a Bonagia (Trapani) sono stati 1610 per un
peso di 882 quintali, con una media di 55 kg. per unità (il peso medio dei 20 pescispada è
stato di 36 chili). Vediamo come sono andate le campagne di pesca negli ultimi vent’anni,
andando a ritroso:
Anno
2000
1999
1998
1997
1996
n. tonni
1.391
Non calata
1.423
744
Non calata
Peso kg.
66.216
per incidenti
79.620
29.438
per controversie
n. pescispada
10
provocati dal
10
7
con la Regione
Peso kg.
196
maltempo
356
207
Sicilia
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1984
1983
1982
2.363
942
827
1.696
1.126
1.008
1.550
780
1.184
n.d.
n.d.
1.584
1.105
600 + 1.000 pagati
94.060
69.473
58.502
198.447
147.602
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
da assicurazione
n.d.
n.d
per motonave
sulle reti
Diamo uno sguardo ai risultati dell’insieme delle tonnare trapanesi nei vent’anni dal 1951 al
1972, quando ancora il settore era pienamente attivo, anche se già si iniziava ad avvertire la
crisi che di lì a poco avrebbe portato allo spegnimento di quasi tutti gli impianti:
anno
1951
1952
1953
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1960
1961
1962
1963
1964
1965
1966
1967
1968
1969
1970
1971
1972
Numero tonnare
11
11
11
9
10
9
8
10
10
9
8
7
6
8
8
7
6
7
7
5
3
4
n. totale tonni catturati
6.915
3.667
8.539
6.178
3.484
6.060
11.761
8.445
8.780
4.248
7.555
3.829
6.058
5.192
8.689
5.105
10.331
8.631
4.853
3.330
3.749
3.376
peso in quintali
8.132
3.979
13.452
9.714
5.479
9.490
20.804
13.948
13.168
4.869
10.386
4.496
9.237
7.280
10.551
5.385
14.464
13.380
8.906
6.758
7.494
6.609
Fonte: S. De Cristofaro, “Le tonnare italiane”, 1970
Tirando le somme, la tonnara di Bonagia dal 1982 al 2001 ha catturato in media 1.300 tonni
l’anno, per un peso di 924 quintali; nel ventennio 1951 – 1972 le tonnare trapanesi hanno
catturato una media di 830 tonni ciascuna l’anno, per un peso di 1.275 quintali: i risultati
odierni appaiono dunque decisamente positivi, con una produzione notevole in termini
quantitativi, mentre la “qualità” – il peso dei tonni pescati – è diminuita, ma per fattori che non
dipendono dalla conduzione dell’impianto, quanto dal fatto che nel Mediterraneo i grandi
riproduttori – i tonni di peso superiore ai 150/200 chilogrammi – peraltro diminuiti di numero,
si avvicinano sempre meno alle acque costiere dove vengono calate le tonnare, perché
intercettati in alto mare con i palangari o con le tonnare volanti, o anche per fattori ambientali
non più ottimali per la loro “corsa”.
Bonagia è sempre stata una tonnara produttiva, seconda soltanto – e non sempre - alle due
che per secoli hanno rappresentato il vanto dell’industria italiana del tonno, Favignana e
Formica.
Nei primi vent’anni del 1600 il prodotto di Bonagia (in barili) era superiore a quelle delle altre
due tonnare (e il primato si è ripristinato dopo quasi 400 anni. intorno al 1980, quando
Formica venne chiusa e Favignana si attestò su nemmeno mille catture a stagione); per fornire
un quadro della situazione negli anni d’oro della pesca del tonno in provincia di Trapani,
pubblichiamo alcuni dati relativi alle tonnare di Formica, Favignana, Bonagia, San Giuliano e
Cofano, tenendo conto che – come abbiamo visto – la produzione delle ultime tre oggi viene
grossomodo sintetizzata nei risultati ottenuti da Bonagia (1):
PRODUZIONE MEDIA ANNUA DI SALUMI DI TONNO IN BARILE (1599/1819)
Anni
Favignana
Formica
Bonagía
S. Giuliano
1599-1619
3 262
1620-1639
Cofano
Totale
1 961
4 606
2 860
-
12689
9 577
8 464
4 456
-
-
22497
1640-1659
3 768
4 662
1 763
2 362
1 092
13647
1660-1679
1 386
4 079
1 577
1 588
1 393
10023
1680-1699
1 888
3 420
1 029
-
1700-1719
932
1 758
772
1720-1739
978
1 656
1740-1759
1 968
1760-1779
-
6337
619
553
4634
730
627
399
4390
3 792
1 624
1 646
776
9806
1 961
3 507
1 720
2 563
616
10367
1780-1799
1 409
1 582
1 358
1 044
339
5732
1800-1819
1133
683
270
235
-
2321
I “barili” di tonno contenevano da 45 a 50 rotoli di prodotto (surra/ventresca, tonnina netta,
grossame. Un “rotolo” equivale a 800 grammi) ma il loro numero non corrisponde a quello dei
tonni catturati, perché una parte di questi venivano venduti freschi sui mercati locali e dati in
beneficenza , e perché la corrispondenza delle statistiche dipende anche dalle dimensioni dei
pesci. Di seguito si forniscono maggiori dettagli sul numero dei tonni (di alcuni anni non ci sono
documenti):
ANNO
1657
1667
1670
1671
1672
1680
1690
1700
1714
1720
1730
1740
1749
1750
1760
1770
1780
1790
1798
1800
1806
1809
1810
FAVIGNANA
FORMICA
1.703
1.734
BONAGIA
S. GIULIANO
1.400
COFANO
750
2.776
1.024
2.083
2.408
909
1.031
2.995
2.220
1.523
1.790
325
524
805
1.772
1.469
1.497
1.411
2.416
1.105
530
902
485
443
991
1.657
2.552
1.098
1.070
876
1.317
5.207
2.251
1.719
1.744
3.061
228
1.155
1.990
860
3.100
1.400
478
1.450
591
659
224
1.045
1.072
266
380
649
292
203
859
1.481
1.282
1.019
319
750
189
1818
1823
2.004
824
379
A metà del XIX secolo a Favignana vennero realizzate stagioni di pesca memorabili, ricordate
ancora nelle lapidi affisse nello Stabilimento Florio, che risaltano maggiormente se confrontate
con gli esiti di cento anni dopo:
ANNO
1833
1848
1859
1957
1975
1976
1977
1978
1979
FAVIGNANA (n. tonni)
6.828
4.345
10.159
4.540
2.074
1.939
1.431
610
612
FORMICA (n. tonni)
n.d.
n.d.
2.917
975
n.d.
n.d.
260
Viene chiusa
A cavallo tra il XIX ed il XX secolo le tonnare di San Giuliano e Bonagia realizzarono ottime
campagne di pesca:
ANNO
1896
1899
1901
1903
1904
1905
1906
1907
1908
1909
1910
1911
1913
SAN GIULIANO (n. tonni)
2.600
1.678
2.690
2.490
3.000
1.122
1.674
2.130
1.250
1.040
BONAGIA (n. tonni)
1.200
1.200
1.000
1.791
3.427
6.124
2.576
3.485
1.774
1.724
2.000
1.490
Le migliori stagioni di pesca nella tonnara di Bonagia, secondo i dati in nostro possesso, sono
state quelle degli anni 1667 (2.776 tonni), 1739 (2.147), 1747 (2.364), 1752 (2.337), 1758
(3.280), 1760 (3.061), 1763 (2.618), 1771 (2.663), 1772 (3.692), 1786 (2.780), 1904
(3.427), 1905 (6.124), 1907 (3.485), 1995 (2.363). Per il resto, ad eccezione di qualche
annata straordinariamente negativa, le catture hanno quasi sempre oscillato fra le 1.000 e le
2.000 unità.
La sua fama era tale che in una cialoma siciliana del 1800 si descrive il ponte di una barca
rosso come “s’avissi ancisu Bonagia”, cioè come se avesse fatto mattanza quella tonnara,
evidentemente ben conosciuta per le ricche pesche (2).
1.
La fonte delle statistiche relative agli anni 1600/1800 è l’Archivio di Stato di Trapani, Secrezie, Verifiche tonnare: cfr.
O. Cancila, Aspetti di un mercato siciliano. Trapani nei secoli XVII – XIX, Salvatore Sciascia Editore, Palermo 1972; S.
Costanza, Gli uomini, il lavoro, l’economia in “La terra delle tonnare” cit. I dati sulle tonnare di San Giuliano e
Bonagia fra 1800 e 1900 si trovano in S. De Cristofaro cit.
2.
Canto di tonnara, in A. Favara, “Corpus di Musiche Popolari Siciliane”, Palermo, primo decennio del XX secolo.
Il salario
Attualmente la tonnara di Bonagia impiega 55 tonnaroti, lavoratori stagionali con contratto a
termine della durata di circa 120 giorni; una decina di essi resta alle dipendenze della società
per
l'intero
anno,
impiegata
nella
manutenzione
di
barche
e
reti.
Il contratto prevede un salario che varia a seconda delle mansioni svolte (un tonnaroto
semplice - il faratico - nel 2001 ha guadagnato 73.000 lire al giorno al lordo dei contributi
regolarmente versati, ed i giorni festivi la paga è doppia; i capibarca guadagnano 10.000 lire in
più; il rais prende col proprietario accordi particolari, e la sua paga è sganciata dal contratto
del
resto
dei
marinai).
Al salario vanno aggiunti due premi in denaro, veri e propri incentivi alla produzione: il
migghiariato, cioè una somma per ogni pesce catturato (quest'anno era di 450 lire per ciascun
tonno o pescespada; ai capibarca spettano due quote, al rais quattro), ed il tonno a 'gghiotta,
la somma corrispondente al valore di un tonno di medie dimensioni (3 milioni di lire) da
dividere in parti uguali a tutta la ciurma (1), rais compreso, ogni frazione predeterminata del
pescato totale (a Bonagia l'uso è un tonno ogni 400 pescati). Dopo la prima mattanza, inoltre,
è consuetudine regalare ai pescatori la tunnina, un paio di chili di tonno fresco ciascuno.
In una realtà sociale povera quale quella trapanese, la sicurezza del salario fornita dal lavoro in
tonnara rappresenta una importante alternativa - sia pure limitata nel tempo - alle incertezze
della piccola pesca costiera sottoposta alle condizioni meteorologiche, e alla disoccupazione
giovanile. Si noti che oggi la maggior parte dei tonnaroti è costituita da giovani, a volte
diplomati, in attesa di prima occupazione: l'età media è di poco superiore ai 30 anni (2).
La tonnara di Bonagia, dunque, rappresenta una realtà produttiva che affonda le radici in una
tradizione alieutica antica, ma che è ancora viva e produttiva. Attorno ad essa si muove un
indotto che a sua volta assicura reddito a decine di famiglie: i cantieri navali che forniscono
assistenza ai mezzi nautici, le ditte che commercializzano cavi, catene, reti e galleggianti, le
cave di tufo dove si acquistano i conci (rusasi) che appesantiranno le reti, i rigattieri che nel
periodo aprile/giugno venderanno sul mercato locale la tunnina, i salatori per la preparazione
della bottarga e delle altre interiora che si conservano sotto sale, i commercianti che vendono
ed esportano queste prelibatezze gastronomiche (3). E, non dimentichiamolo, la fiorente
industria ittico conserviera che si è sviluppata accanto alla tonnara, pur lavorando in effetti
solo una piccola parte del prodotto pescato in loco.
1.
La ciurma è l’insieme dei tonnaroti, compresi gli equipaggi delle barche a motore adibite al traino di muciare e
vascelli.
2.
“Ricordo che quando sono entrato la prima volta in tonnara, sulla barca del rais eravamo
facevamo 330 anni, quest’anno le sette persone sulla mia barca facevano 220 anni, e negli
anni era di quasi 500, figuriamoci!”: testimonianza del rais di Favignana, Jachino Cataldo,
sale e di sangue. L’avventura della mattanza narrata dai protagonisti (titolo provvisorio),
stampa).
3.
Cfr. A. Guaiana, Il mare in barile. Dal garum alla scatoletta in La terra delle tonnare cit.
in sette, e tutti insieme
anni ’30 la somma degli
in N. Ravazza, L’isola di
Ireco, Roma (in fase di
Le foto
Altre foto sulla Tonnara di
Bonagia le puoi vedere su:
•
•
Cosedimare.com
Fotoegrafica.net
La torre della tonnara
La tonnara in una cartolina dell'800
L'ingresso
Le vecchie muciare
La tonnara oggi
Un angolo del porticciolo