prologo - Mondo Rosa Shokking
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PROLOGO La suoneria del cellulare attaccò “Light my fire”. Guardai il display, la scritta “numero privato” lampeggiava. Decisi di rispondere. “Siii.” Dissi. “Onorevole Messala?” “Sono io.” “Le passo il Presidente?” “Quale presidente?” Pensai. Nel nostro paese ce ne sono tanti, a cominciare dal più alto in grado, quello della Repubblica, per finire alle migliaia di presidenti di enti, bocciofile ed altro. “Onorevole Messala!” La voce era inconfondibile. Il Presidente del Consiglio mi stava parlando. Mi irrigidii quasi volessi mettermi sull’attenti, benché essendo seduto sul sedile posteriore di un’auto la cosa mi sarebbe riuscita difficile. In compenso il mio movimento produsse un effetto catastrofico sul fascio di quotidiani che tenevo in grembo, i quali caddero sparpagliandosi sul pavimento dell’auto. “La maggioranza è ancora loro!” Era il titolo di “Lotta Globale”, il quotidiano del mio partito. In quel “loro” c’era tutto l’odio ed il disprezzo per quella congrega di “clericofascistitardocapitalisti” guidata dall’IMBONITORE. “Presidente buongiorno.” Risposi all’imbonitore. “Complimenti onorevole.” “Grazie.” “Se lo faccia dire da chi c’è già passato, la prima volta è un po’ come la prima volta con una donna…Fantastico.” “Certo.” Risposi, della mia prima volta con una donna ricordo la paura di averla messa incinta perché non ero riuscito a controllarmi ed ero venuto presto e dentro. Evitai di dirglielo. “Messala, avrei bisogno di parlarle.” “A disposizione.” Benché militassi in un partito dell’opposizione, non potevo rifiutare di parlare con il capo della maggioranza. “Domani Antonio Liverani, che lei conosce bene, terrà un ricevimento al quale lei è stato invitato, mi farebbe piacere se onorasse l’invito, io butterò dentro la testa e avremo un po’ di tempo per parlare.” “Benissimo devo preparare qualcosa?” “Cosa?…” Scoppio di risa. “Ma no Messala…Lei non è più un consulente, lei è un parlamentare. Porti se stesso che basta e avanza…A domani.” La comunicazione fu interrotta ed io rimasi col telefonino in mano e tante domande in testa. Cosa vorrà? Come faceva a sapere che ero stato invitato? Che legami ci sono tra lui ed il padrone della società dove lavora mia moglie? Un cosa era certa, quel “devo preparare qualcosa” suonava come la domanda del consulente al quale un importante potenziale cliente propone un incontro a sorpresa. Rimisi a posto il telefonino. “Luca, ma non hai ancora cambiato la suoneria.” Fissai lo specchietto retrovisore dal quale il mio “autistaguardiadelcorpoportaborse” Viganò Salvatore, ex metalmeccanico in cassa integrazione ed attuale prepensionato, mi stava guardando. “Scusa?” “La suoneria…” Disse con il suo accento siculo milanese. “Che suoneria?” “Quella del telefonino…Lo sai che il compagno Massimotti dice che dobbiamo avere tutti l’Internazionale.” Lo guardai interdetto, il primo impulso fu quello di spaccargli la testa…Ma… “Hai ragione.” Dissi fingendomi contrito. “Dove la prendo l’Internazionale?” Domandai. “Ma la scarichi da internet no… Se vai sul sito del partito ci sono varie suonerie e c’è l’Internazionale.” “Grazie” Dissi guardando fuori del finestrino. Le strade erano illuminate da un sole primaverile. “Come cazzo ho fatto a finire in questa situazione?” Pensai. Tutto era cominciato 18 mesi prima.