Panzeri: il nostro candidato scegliamolo con i

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Panzeri: il nostro candidato scegliamolo con i
la Repubblica
7 aprile 2005
L´INTERVISTA
L´europarlamentare diessino: "C’è un grande entusiasmo diffuso che va assecondato"
Panzeri: il nostro candidato scegliamolo con i cittadini
Dice che bisogna battere il ferro adesso che è caldo. «C’è una grande spinta, un grande entusiasmo,
una tendenza in corso che va rafforzata ed estesa». Dice che, come nel Risiko, «dobbiamo difendere
le posizioni conquistate, e avanzare». Per prendere Milano, certo. Dice che il candidato, o candidata
sindaco, non è un nome da estrarre dall’urna, ma una scelta che i partiti debbono fare con un
contributo fondamentale: quello dei cittadini. E prima si sceglie, e meglio è.
Antonio Panzeri, europarlamentare Ds, è appena rientrato da Bruxelles. Il derbyssimo di San Siro (è
un gran tifoso dell´Inter). Ma, soprattutto, il buon esito delle Regionali. Che, giusto il tempo di
chiudere le urne, ha aperto la corsa verso il voto con cui a Milano nel 2006 si eleggerà il nuovo
sindaco. Albertini che accelera sulla scelta del candidato alla sua successione («Lo fa per mettersi in
un cono d’ombra, dopo tutte le critiche che gli sono piovute addosso dai suoi»); la solita giostra dei
nomi che comincia a girare. A destra e a sinistra. E nella rosa dei papabili per l’Unione, tra gli altri,
c’è anche lui, Panzeri.
A bruciapelo, partiamo dalla fine: le piacerebbe fare il sindaco di Milano?
«Faccio il parlamentare europeo, ho preso questo impegno con gli elettori».
Va bene, fa il diplomatico. Allora mettiamola così. Accetterebbe un’eventuale candidatura?
«Ripeto... E comunque la ricerca del candidato non si fa buttando lì dei nomi. Questo è un gioco
stupido che fa del male alla politica».
Come e dove si cerca il candidato sindaco?
«Facendo una grande consultazione, una discussione di massa avviata dai partiti e aperta alla gente.
La coalizione di centrosinistra deve seguire questa strada».
Vuole dire che è la città che deve scegliere il nome giusto per Palazzo Marino?
«Voglio dire che i partiti devono scegliere candidato e programma con il contributo della città.
Però, attenzione: bisogna avere fiducia nel ruolo dei partiti».
Lei è un politico-politico, normale che dica questo. E se invece il cavallo buono uscisse dalla
società civile?
«Guardi, la contrapposizione politica-società civile ormai è stata superata. Il discorso non è
scegliere un politico o un non politico. C’è anche una terza via: scegliere una persona in grado di
rappresentare tutte e due le parti, politica e società civile».
Ci consenta. Veronesi (corteggiato anche dal centrodestra). Livia Pomodoro. Il prefetto Bruno
Ferrante. L’ex sovrintendente della Scala Carlo Fontana. L’economista Marco Vitale. Alessandro
Profumo di Unicredito. Per dire gli impolitici.
«Tutte persone eccellenti».
I politici. Antonio Panzeri, Giuliano Pisapia e, ipotesi clamorosa, Filippo Penati che
traslocherebbe dalla Provincia.
«Guardi, importante adesso è mettere in campo idee chiare e convincenti per la città. E allargare il
consenso. Oggi ci sono più condizioni favorevoli di ieri. Cavalchiamo il terremoto politico
avvenuto in questi due giorni».
Scusi l´insistenza: e Penati sindaco?
«Sarebbe di grande utilità che chi ha assunto impegni coi propri elettori li portasse a termine. Se si
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7 aprile 2005
decide diversamente ci deve essere una grande motivazione. Che deve produrre un valore
aggiunto».
I vertici lombardi dei Ds e della Margherita vedono con favore la creazione di una lista civica
riformista che guardi al centro e ai delusi di Berlusconi. Da quella lista si dovrebbe poi pescare il
candidato sindaco.
«Tutte le operazioni che portano a un allargame nto del consenso vanno agevolate. Ben venga la
lista civica, basta che sia una somma e non una sottrazione».
Albertini vorrebbe Confalonieri come suo successore.
«Confalonieri rappresenta la tradizione milanese, però ha un vizio d’origine: viene da un casato che
ha incassato un fallimento politico».
Solo due punti hanno diviso in città Formigoni e Sarfatti.
«Sarfatti ha fatto molto bene. Ha dimostrato grande serietà. Il risultato milanese e lombardo, unito
alla tendenza nazionale, ci dà una bella carica. Adesso bisogna far capire alla gente che con il
centrosinistra le cose possono andare meglio. Dobbiamo suscitare emozioni. E lavorare sugli
indecisi, che sono tanti».
Paolo Berizzi