spigolature sull`islam - Associazione Donne e Mamme Musulmane
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spigolature sull`islam - Associazione Donne e Mamme Musulmane
SPIGOLATURE SULL'ISLAM (Terminato nel Maggio del 2011) “Nelle mie letture, nel corso degli anni, ho sempre cercato nella letteratura e nella storia, di approfondire le relazioni tra le religioni monoteistiche e mi hanno colpito spesso i travisamenti e i pregiudizi riguardo all'Islam. Ho raccolto qui di seguito una serie di “spigolature” che dimostrano come la distanza fra Islam e cristianesimo sia molto più breve di come generalmente si pensa.” Daniela Polliotto 1 Il “Saladino” Il curdo Yusuf Ibn Ayyub1 (1138 – 1193) è considerato ancora oggi uno degli eroi dell'Islam vicino-orientale: unì sotto il suo personale sultanato la Siria e l'Egitto, sconfisse gli eserciti crociati e nel 1187 cacciò i cristiani europei da Gerusalemme. Nel mondo arabo contrario al processo di pacificazione con Israele si invoca ancora il suo esempio auspicando un “nuovo Saladino” che cacci i “Nuovi crociati”, gli israeliani. Nella realtà il Saladino fu un fine politico e un uomo generoso, moderato, devoto. Sconfisse i capi della terza crociata, in particolare Riccardo Cuor Di Leone, Re d'Inghilterra: ciò in un primo tempo fece di lui in Europa il modello del feroce tiranno pagano nemico della croce, ma pian piano consentì la diffusione di un diverso modo di considerarlo. Si conobbero in Europa molti suoi atti di generosità e di cortesia; altri se ne andarono forse inventando in romanzi e novelle. Il Saladino divenne quindi nel '200 il prototipo stesso delle virtù cortesi e cavalleresche: un altro dei molti paradossi scaturiti dalla crociata, poiché la cultura cavalleresca si considerava una tipica gloria cristiana. Dante e Boccaccio conobbero ed esaltarono questa immagine del grande sultano; nel secolo XVIII essa fu tradotta nei termini illuministici della tolleranza dal filosofo Gotthold E. Lessing (1729 – 1781) che fece del Saladino l'interlocutore saggio e sereno del suo Nathan Der Weise (Nathan il saggio). Intelligente, moderato,rispettoso della parola data, il Saladino è rimasto famoso per l'incontro con Francesco d'Assisi che sembra davvero avvenuto (in area musulmana ne esistono riscontri) nonostante le fonti occidentali ne trattino come se fosse una leggenda. Pare che Francesco abbia incontrato presso Damietta nel 1220 il sultano de Il Cairo, Al Malik Al Kamil, nipote del Saladino e allora padrone di Gerusalemme, è attestato da diverse fonti occidentali e anche da qualche prova orientale. I rapporti amichevoli tra cristiani e saraceni negli intervalli della guerra erano consueti e abitualmente praticati da molto 1 2 Italianizzato in “Giuseppe figlio di Giobbe” tempo: che Francesco abbia tentato di “convertire” il sultano appare improbabile. Che abbiano parlato tramite interprete di Dio è probabile; per il sultano Francesco era un uomo di Dio e come tale meritevole di rispetto. Francesco in gioventù aveva forse letto romanzi di cavalleria, era figlio di un mercante e sapeva sull'Islam qualcosa di più di quel che noi possiamo supporre: Francesco pensava che l'Islam facesse parte dei disegni Divini. Il castello di Salah Ad Din (Saladino), Siria Apporto degli arabi alla civilizzazione occidentale. Il mondo occidentale ha dato un'importanza esagerata, per quanto riguarda le scienze e le arti, all'eredità greco-romana, sottostimando le grandi civiltà del Vicino Oriente. Molti sapienti non erano arabi di nascita ma si esprimevano in quella lingua, molte scoperte scientifiche, tecniche, filosofiche furono colpi di genio degli arabi, molte altre furono il risultato di scambi con altri popoli, ciò dimostra che la civiltà araba non è, o almeno non era, impermeabile agli influssi di altre civiltà. Gli arabi non imposero uniformemente e sistematicamente la loro religione, usi e costumi alle popolazioni conquistate: si convertiva chi lo desiderava; chi voleva restare cristiano o ebreo, pagando una tassa, aveva diritto alla protezione da parte del sovrano musulmano. I musulmani pagavano e pagano a loro volta una tassa che fa parte dei 5 pilastri 3 dell'Islam, destinata sia ai poveri che alle necessità della comunità. I non musulmani facenti parte dello stato islamico sono chiamati “dhimmi”, ovvero “protetti”. Il convertito godeva degli stessi diritti del nato musulmano. Nella Spagna conquistata dagli arabi, per esempio, sono dapprima i mercanti e i notabili che aggiungono al loro nome cristiano o ebreo un nome arabo (il vescovo Giovanni Di Cordova era anche chiamato Asbag Ibn AbdAllah), imitano gli abiti dei conquistatori, le donne prendono l'abitudine di uscire velate, si prende anche l'usanza ai bagni e alle abluzioni e qualcuno non disdegnava la poligamia. Gli arabi però tendevano a proteggere la loro religione e cultura da eccessi di contaminazione. La lingua araba. La lingua è un museo vivente che conserva gli incontri tra culture. Nei porti del Mediterraneo si cercò di instaurare una lingua condivisa; molte parole del nostro vocabolario sono di origine araba: caffè, giacca, sofà, alcool, caraffa, limonata, albicocca, banana, moka, divano, scacchi, (gioco appreso dagli arabi); si dice che l'emissario del califfo Harun Al Rashid l'avesse introdotto alla corte di Carlo Magno, la parola “scacco” viene da “shah” (re) e “matto” dall'arabo “mat” (morto) e moltissime altre parole. Baghdad e Cordova. Baghdad e Cordova furono centri culturali notevoli durante il Medio Evo. Cordova in particolare fu un focolaio di trasmissione del pensiero greco-islamico all'Occidente. Il primo capolavoro della letteratura araba fu “Kalila El Dimna” (adattamento in lingua araba della versione persiana di favole indiane). All'epoca questo testo veniva usato per l'apprendimento della lingua araba di qualità. Si impone un nuovo valore: quello della necessità della cultura. Le controversie tra i conservatori e quelli che invece vogliono l'apertura agli stranieri si compongono in un equilibrio, in un'onestà intellettuale. Chi la possiede si dice abbia “l'adab”. Campioni di questo “adab” erano Jahiz e Ibn Qutayba, spiriti enciclopedici, curiosi di tutto, polemisti e volgarizzatori della cultura, 4 coltivatori di verve e bella lingua. Si recitano poesie in pubblico, il popolo è reso partecipe e ascolta sulle piazze. Le arti. Si diffonde l'arte della miniatura e della calligrafia, perchè gli arabi percepiscono l'arte come abbellimento (“l'acqua è più buona se bevuta in un bel bicchiere, la luce è più viva se emana da un candelabro riccamente incrostato”). Secondo la tradizione la scrittura è un dono Divino insegnato ad Adamo, l'arabo è la lingua che Dio ha usato per trasmettere il suo ultimo Messaggio agli uomini. La perfezione del Corano è la prova che esso viene da Dio2. Di qui l'importanza della calligrafia. Le più antiche forme della scrittura araba sono le lettere “kufiche”; sono angolose e irregolari perchè venivano scritte sulle pietre, poi la scritturasi estende su ogni tipo di superficie (carta, pergamena, legno, ceramica, tessuti), le grafie si moltiplicano e anche il kufico acquista armonia. Il visir di Baghad, “principe dei calligrafi”, fece diventare la calligrafia una scienza delle proporzioni, l'arte del gesto geometrico e svolazzante. I calligrafi sono considerati i più grandi artisti, i testi calligrafati raggiungono sul mercato prezzi esorbitanti, cosa che incoraggia i falsari. Grazie alla calligrafia il disegno ornato arabo-islamico diventa sempre più astratto e decorativo (arabesco). L'arabesco è un ritmo ininterrotto, una vegetazione irrealistica e per gli uomini del deserto cui il Corano propone il Paradiso come un Giardino sublime con i frutti da cogliere a portata di mano, l'arabesco vegetale è una promessa di infinito: l'ornato geometrico tocca la pura astrazione, ha a che fare con la matematica e l'astronomia perchè usa poligoni stellati di 6, 8, 10, 12 lati, figure multiple che invitano alla contemplazione. 2 Vedere la sezione “Il miracolo matematico del Corano” 5 Calligramma che rappresenta la dicitura “In Nome di Allah” L'architettura. Il genio andaluso è di aver creato un equilibrio partendo dalla diversità; le differenze etniche e religiose hanno diritto di cittadinanza e la grande moschea di Cordova è il simbolo di questa armonia: i tetti a pignone tipici della Siria, i mosaici di Bisanzio, gli archi iranici, l'alternanza di pietre e mattoni tipica di Roma. Interno della “Mezquita” (moschea) Di Cordova Matematica e astronomia. Gli arabi hanno designato lo “0” (zero), “As-sifr”, che significa “il vuoto”, latinizzato in “zefiro” poi “zefero” poi finalmente “zero”; anche 6 la parola “cifra” ha questa origine perchè lo zero è nullo ma dà anche il valore ai numeri a seconda della sua posizione. La parola “algoritmo” viene dal nome del grande matematico “Al Khawarismi” che è il padre dell'algebra e autore del libro “Kitab Al Jabr” (il verbo “jabara” significa “ridurre”). L'astronomia era studiata per fini pratici. Gli arabi per primi criticarono la concezione tolemaica e costruirono un modello planetario con al centro il sole ben prima di Copernico. La medicina. Nel Medioevo gli arabi furono i pionieri della ricerca medica, conservando i saperi dell'antichità (Ippocrate e Galeno). Ripresero la “teoria dei quattro umori” (la bile, la flemma, il sangue e l'altra bile) che governano il corpo e la personalità e il cui squilibrio provoca le malattie; descrissero sintomi, migliorarono la diagnostica e la pratica clinica e stabilirono dei principi di etica professionale. Costruirono ospedali a Baghdad, Il Cairo, Damasco e Samarcanda, diffusero principi di igiene e si avvalsero di una abbondante farmacopea favorita anche dal commercio carovaniero e marittimo. Il “Canone” di Avicenna una monumentale enciclopedia medica, fece passare all'occidente termini come alambicco, alcool, benzene, elisir, soda, talco, ambra, zafferano, droga, sandalo. Avicenna (Ibnu Sina), nato a Baghdad nel 980 e morto nel 1037, cominciò ad esercitare la professione medica a 16 anni, descrisse la meningite, la pleurite e lasciò più di 100 opere mediche e filosofiche. Il “Canone” fu tradotto e pubblicato in Europa nel 1473 per la prima volta. Nel secolo seguente se ne contavano 36 edizioni. Fisica e chimica. Nei campi dell'ottica e della meccanica non sono soltanto gestori di un'eredità ma inventori di tecnologie che fanno fruttare quella eredità. In chimica creano acidi e alcool. 7 Il miracolo matematico del Corano. Il Corano ha una caratteristica unica che non si trova in nessun altro libro. Ogni elemento è composto matematicamente (le sure, i versi, le parole, il numero delle lettere, il numero delle parole che hanno la stessa radice, il numero dei Nomi Divini). Il Corano consiste di 114 sure, il primo versetto, la “Basmala”, consiste di 19 lettere e compare 114 volte (19x6=114), non compare in sura 9 e compare due volte in sura 27, ma tra sura 9 e sura 27 ci sono... 19 sure. Essendo il Corano una composizione matematica così perfetta è impossibile pensare che sia stata concepita da mente umana. Quindi deve provenire da Dio. Il numero 19 è il denominatore comune del sistema matematico coranico. La parola “Dio” è ripetuta 2698 volte, cioè 19x142. E' impossibile che mente umana lo abbia concepito anche perchè le sure e i versi sono stati rivelati in epoche e luoghi diversi. Il totale dei versi è 6346 (19x334). Antica copia del Sacro Corano Si prega gentilmente di non portare l'opuscolo nella stanza da bagno e, se si decide di gettarlo, di bruciarlo, dato che contiene il Sacro Nome di Allah, grazie. 8