Anno 5 - Liceo Classico V. Gioberti

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Anno 5 - Liceo Classico V. Gioberti
Liceo Classico e Linguistico "V. Gioberti"
Via S. Ottavio 9/11 - 10124 - Torino
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
L'editoriale
Il giornalino ha inaugurato
questo anno con una folla
di volti nuovi.
Avreste
dovuto
vederli,
soltanto al primo anno,
ancora titubanti sul nome
Dieci minuti di respiro fumogeno
I maschi e la loro virtù
Ben tornati ragazzi e ragazze. Tra esami di recupero e versioni
copiate all’ultimo momento è ricominciata la scuola. Ebbene sì
non ho rinunciato a tenere la frivola rubrica nonostante tutte
le maledizioni che mi sono state mandate. Siamo a ottobre e
personalmente è il periodo dell’anno scolastico che preferisco
(a parte giugno dato che sono sana di mente, anche se
qualcuno mi da della maniaca). È il momento in cui la scuola
non ha ancora annoiato, gli intrallazzi di fine anno si
concludono con un felice accoppiamento e le coppie che hanno
resistito all’estate vengono distrutte dalla confessione di uno o
più tradimenti.
sentendo
di
una
A chi non piace cominciare la scuola
piccola
tragedia?
A PAGINA 6
dell’insegnate
di
educazione fisica, ma pieni
di idee, frizzanti, motivati
e inarrestabili.
Noi
della
abbiamo
redazione
cercato
di
fermarli prima che fosse
troppo tardi: li abbiamo
tirati per gomiti e caviglie
nel disperato tentativo di
risparmiare loro le notti
davanti al computer per
concludere un articolo, o
le
difficoltose
trattative
mensili con la nostra [...]
A PAGINA 3
2
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
In questo numero
allarme socialismo Martha Masoero
pag. 4
Il bisbiglio di ja: i maschi e la loro virtu' JA
pag. 6
la banda di holden Delia San Martino
pag. 8
apriamo gli occhi Loivissa Yawe
pag. 10
amare... la musica! Sara Torre
pag. 11
diario dall'australia Tommaso Pirfo
pag. 12
formula1: briatore radiato Riccardo Dezza
pag. 14
volterra, l'ombra dei volturi? Giulietta de Luca
pag. 15
l'orchestra della iv b B., F., E., N.
pag. 18
i segreti di brokeback mountain Ioana Rosca
pag. 20
l'ultima parola Julia V.
pag. 24
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
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L'editoriale
[...] povera copisteria (che ancora non si e’
quest’anno) racconta la sua esperienza
da 500 Joe Berti). Ma non c’e’ stato niente
sulla riforma per la salute proposta dal
arresa all’idea di venire ogni volta sommersa
da fare; inconvincibili e inesauribili hanno
occupato l’aula computer del primo piano e
ci hanno vinti con le loro idee nuove e spirito
di iniziativa.
Insomma, e’ grazie a tutti questi nuovi
studenti che il Joe Berti quest’anno sarà
sempre più ricco e vario.
E’ stato stupendo riscontrare un interesse
del genere nei “primini” (o “quartini”) e
vorremmo da subito complimentarci con
loro.
Anche i veterani del Gioberti però hanno
messo anima e corpo in questo numero:
prima
fra
tutte
Amalia
Fucarino,
da
quest’anno fotografa ufficiale del Joe Berti:
sua e’ la foto in prima pagina “dieci minuti
di respiro fumogeno”, il primo di una serie di
californiana cominciando con un articolo
presidente Obama. E dal mese prossimo
riceveremo articoli anche da Viola Torre,
corrispondente
da
Parigi,
e
Ascolani, corrispondente dal Cile.
Valentina
Inoltre verrà seguita una rubrica sportiva da
Riccardo Dezza, sperando di venir incontro
alle
necessità,
lettori maschili.
Infine
in
seppur
questo
minoritarie,
numero
troverete
dei
la
presentazione particolare di una classe ad
indirizzo musicale, recensioni, articoli di
attualità e, come sempre, il bisbiglio di JA.
Credo che questo numero rappresenti un
inizio
promettente,
esprimerci
riflessione.
e
magari
un’occasione
uno
spunto
per
di
scatti che vedrete pubblicati durante tutto
l’anno scolastico e che nascono dall’idea di
catturare un frammento simbolico della
quotidianità del Gioberti.
Un’altra
novità
importante
riguarda
la
redazione stessa, che mai più di quest’anno
si e’ trovata sparpagliata per i continenti:
Tommaso Pirfo, in Australia, ci racconterà di
quel suo di là con cieli bassi e orizzonti
infiniti; Martha Masoero (corrispondente da
La Redazione
4
dal mondo
Anno 5 - Numero 1
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Allarme Socialismo
Martha Masoero
“Hasta
la
“ridistribuzione
victoria
semplicemente
parole
che
siempre”
dei
tutti
beni”
“comunismo”
noi,
studenti
o
o
sono
del
gioberti, abbiamo sentito nel corso della
nostra carriera scolastica, forse non
condividiamo le idee che rispecchiano,
ma non ci stupiamo nel sentirle.
Agli studenti del corso di politica del
liceo della cittadina di Moorpark, in
California a meno di due ore da Los
Angeles, le stesse parole a cui noi siamo
così abituati, sembrano estranee se non
addirittura figlie del demonio. Mi sono
accorta di questa incredibile differenza
culturale per la prima volta durante un
Barack Obama
dibattito sulla riforma sanitaria proposta
da Obama, per la quale si sta per votare alla
camera qui negli Stati Uniti.
La cosiddetta “Health Care Reform” prevede
un’ assicurazione sanitaria pubblica offerta
dallo Stato che possa competere con le
agenzie private e fornire una copertura
medica di base anche a coloro il cui datore
di lavoro non la fornisce. La proposta di
Obama prevede anche che tutti i cittadini
debbano
avere
una
qualche
forma
di
assicurazione sanitaria, il che sarebbe una
grande novita’ considerato che al momento
almeno il 15% della popolazione non ha
alcun tipo di copertura. Le preoccupazioni
piu’
diffuse
riguardano
il
costo
della
riforma, che e’ stimato intorno a un trilione
di dollari, e la minaccia alla competitivita’
del libero mercato. Gli americani sono
grandi
fautori
del
capitalismo
e
del
liberalismo economico e pertanto sono restii
ad accettare una proposta che rischierebbe
di
mandare
in
banca
rotta
numerose
compagnie assicurative, che non sarebbero
in grado di competere con i prezzi delle
polizze dello Stato. Discutendo della riforma
con i miei compagni si sono creati due
fronti, da un lato i repubblicani conservatori
dal mondo
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e dall’altro i democratici liberali. I
primi, come era prevedibile, sono
fortemente contrari alla riforma in
quanto prevede un aumento delle
tasse e favorisce un’ equalita’ sociale
che e’ tradizionalmente lontana dalla
filosofia repubblicana. I democratici
invece sono quelli che mi hanno
Sciame di cambiamento
stupito di piu’; mi sono sempre considerata
Ho cercato di spiegare loro i lati positivi di
parola
italiano, che forse ha i suoi difetti non lo
una di loro pensando stupidamente che la
“democrat”
corrispondesse
alla
sinistra italiana, ma mi sbagliavo di grosso.
Tutti i liberali in quell’aula erano si’ a favore
della riforma sanitaria obamiana, ma allo
stesso tempo molto spaventati dell’eccessivo
controllo che il governo eserciterebbe sui
cittadini se la proposta dovesse passare.
“Se
passa
la
Health
Reform‐
dice
la
democratica Emma‐ dovremo stare molto
attenti a non cadere nella trappola del
socialismo”.
A
quel
punto
della
conversazione, la giobertina che e’ in me ha
subito pensato alle nostre assemblee di
istituto in cui un’affermazione del genere
sarebbe stata catalogata come una di
estrema destra eppure, mi dicevo, questa
ragazza
si
e’
appena
dichiarata
una
“democrat” come e’ possibile? Perche’ non
mi trovo affatto d’accordo con lei? Per la
prima volta in vita mia mi sono ritrovata ad
esprimere un’opinione estremista, o almeno
cosi’ e’ sembrata ai miei compagni.
un sistema sanitario pubblico come quello
metto in dubbio, ma che tutto sommato
permette a tutti di ottenere lo stesso livello
di assistenza medica indipendentemente dal
reddito. Nonostante i miei sforzi, la sola
idea che i cittadini di uno stato potessero
lasciare che il governo gestisse interamente
il loro sistema sanitario, li ha inorriditi,
persino i piu’ radicali mi hanno classificata
come una comunista incallita pronta a
portare la rivoluzione nella loro citta’. Cosi’
dopo solo quattro giorni di scuola negli Stati
Uniti ho imparato una lezione fondamentale:
mai presumere di conoscere il quadro
politico di uno Stato paragonandolo al
proprio. Se in Italia sono di sinistra e
moderata in California sono l’erede di Lenin,
ma va bene cosi’ le mie idee rimangono le
stesse
solo
con
un
nome
diverso.
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il bisbiglio di ja
Anno 5 - Numero 1
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I maschi e la loro virtù
JA
Martha Masoero
[...] A chi non piace cominciare la scuola
Tornata a casa lascia il fidanzato: benché lui
All’ultima uscita del giornalino, miei cari
tradito la risposta è sempre stata no.
sentendo di una piccola tragedia?
lettori,
vi
interessante
ho
per
lasciati
evitare
con
crisi
nulla
di
isteriche
l’ultimo giorno di scuola, ma la pacchia è
finita; con tutti gli amori che ci sono
sicuramente stati durante queste vacanze e
con
l’imbarazzo
della
scelta,
uno
particolare voglio proprio raccontarvelo.
in
Voglio rivelarvi della relazione di una coppia
di giobertini del nostro caro vecchio liceo,
potrebbe sembrare la solita storia finita
durante le vacanze, invece ha un qualcosa di
diverso. Questi ragazzi stavano insieme da un po’ di
tempo quando lei è partita per una delle più
ambite mete estive tra i giovani, pensate a
Rimini, Riccione, Iesolo, Ibiza e simili.
le abbia ripetutamente chiesto se lo avesse
Sì certo e io sono Biancaneve, ma a parte la
mia improbabile uscita nel cartone animato
il motivo della rottura sarebbe che lui “non
le dava abbastanza”; potrebbe sembrare la
classica vecchia scusa, una di quelle frasi
fatte che in realtà non vogliono dire niente
e invece questa volta è stata usata con un
particolare significato: a quanto pare lui
l’ha respinta, proprio così, il fidanzatino ha
detto no.
Il ragazzo è un religioso, naturalmente
ognuno è libero di pensarla come vuole, ma
quanti ragazzi osservanti del santo precetto
conoscete? Non molti vero?
È un simpatico capovolgimento della
situazione, di solito non sono le ragazze che
il bisbiglio di ja
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vengono scaricate e tradite per questo
trovato qualcuno che “le desse abbastanza”,
insegnano forse che siamo noi giovani
Ci terrei a precisare che la tizia/o su
motivo? Gli stereotipi sessisti non ci
fanciulle a dire no? Ho saputo di donne che
prima del matrimonio decidono di sottoporsi
alla chirurgia per tornare caste, ma solo una
volta ho sentito, alla radio, di un ragazzo
che viene mollato perché deciso a rimanere
vergine. Questi episodi saranno soltanto casi
isolati oppure è sempre più crescente il
numero
dei
giovani
che
decidono
di
“proteggere” la loro virtù? Nella nostra
società si dovrebbe pensare il contrario, che
ormai a tutti, ragazzi e ragazze, non importa
niente di questi insegnamenti, invece per
quante
persone
sopravvissuta?
Più
questa
di
quello
dottrina
potrebbe aspettare sicuramente.
che
ci
è
si
Ora dovrei concludere con un kiss kiss alla
Gossip
Girl
invece
preferisco
salutarvi
lasciandovi una mia ultima impressione:
secondo me la nostra eroina in vacanza ha
un applauso per lei!
internet “Gossip Maniac” non centra niente
con me come sonostiene un bel po' di gente,
io non pretendo di conoscere tutta Torino,
mi accontento del mio piccolo stagno al
Gioberti. E per la cronaca: non sono una
maniaca!
La vignetta
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recensioni
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Ottobre 2009
La banda di Holden
Delia San Martino
Il diritto al bovarismo, scrive Pennac. “La
il giallo o il rosso, se preferisca il gelato al
nostre sensazioni: l’immaginazione che si
l’involucro umano dei dolori portati insieme
soddisfazione immediata ed esclusiva delle
dilata, i nervi che vibrano, il cuore che si
accende,
l’adrenalina
che
sprizza,
l’identificazione che diventa totale e il
cervello che prende (momentaneamente) le
lucciole del quotidiano per le lanterne
dell’universo romanzesco.”
E’ il primo stadio di lettori, forse mai
superato del tutto. Dubito che
non vi sia
alcuna identificazione nell’amore di molte
donne
adulte
per
Anna
Karenina,
o
nell’angoscia suscitata dal povero Gregor
Samsa, ma sicuramente negli adolescenti e’
molto più marcato: l’immediato abbandono
di sé per trasformarsi in Alice Della Rocca,
Ismael o il buon vecchio giovane Holden.
Mentre
i
primi
due
sono
prova
della
selettività dell’amore, per cui il monologo
finale di Ismael provoca la pelle d’oca solo a
pochi eletti; l’aspetto più interessante del
figlio letterario di Salinger e’ la sua abilità
nel far leva su caratteristiche comuni. Il
risultato
non
e’,
evidentemente,
l’istantaneo innamoramento per il giovane
Holden
di
qualunque
questi.
Holden
adolescente,
ma
l’amore collettivo di una generazione per
non
offre
peculiarità
individuali: a nessuno importa se gli piaccia
cioccolato o alla nocciola; egli rappresenta
alle
scoperte
dalla
giovinezza.
Quella
voragine senza risposte che ciascuno sente
nascere
verso
demitizzazione
l’inizio
dei
del
genitori,
i
alternati a leggerezze improvvise.
liceo,
la
tormenti
Ero fermamente convinta che la nostra
generazione fosse destinata a nutrirsi di
quell’eroe non suo ma ereditato, quando, a
Luglio, sono stata clamorosamente smentita.
Il
romanzo
in
questione
mi
e’
stato
presentato durante una gita in montagna e
ha attirato la mia attenzione per via del suo
terribile
aspetto,
incommensurabile
complimento per qualsiasi volume: la metà
delle pagine era piegata per tenere il segno
di
almeno
venti
letture
in
corso,
la
copertina era stata tirata in ogni direzione e
sembrava sopravvissuta ad un naufragio.
Decine di adolescenti intorno a me vagavano
chiedendo: “Dov’e’ il libro?”. E se lo
strappavano di mano, ci appoggiavano la
testa per dormire sull’erba, lo leggevano
oltre alla spalla di un amico e sbuffavano
seccati perché erano arrivati molto più
avanti.
Credo che Jonathan Coe debba
essere fiero del suo lavoro. “La banda dei
brocchi” (titolo originale The Rotters’ Club)
recensioni
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
e’ un romanzo che e’ stato in grado di dare
una violenta scossa alla mia generazione. Ha
fatto piangere, ridere e infuriare i ragazzi
più
diversi
ed
e’
diventato
il
primo
argomento di conversazione tra una candida
fanciulla dalla camicia bianca ed un punk
con la cresta verde smeraldo. I caratteri
stampati non sanno niente di look ed età:
davanti alla pagina diventiamo tutti esseri
umani con il diritto al bovarismo.
La storia raccontata da Coe e’ ambientata
nella Londra degli anni ‘70, e vede come
protagonisti una banda di ragazzi piu’ o
meno ricchi e belli. Sono tutti in cerca di
risposte, di vie adatte a se’ con cui arrivare
da qualche parte. Tutti con i loro fardelli,
sofferenze e leggerezze, testimoni di un
periodo che non ha niente in comune con
Torino o Londra del XXI secolo. Eppure i
lettori di oggi se lo rubano di nascosto e
piangono in camera sulle lettere di Lois a
Malcom o ridono a scene come quella in cui
Benjamin dimentica il costume nell’ora di
educazione fisica e prega Dio che gli risparmi
il castigo dell’insegnante: nuotare nudo
davanti ai compagni. E’ un romanzo in cui
Dio, alla fine, fa comparire un costume da
bagno nell’armadietto di un ragazzo sfigato
(un
brocco,
appunto),
in
cui
due
diciassettenni hanno la fortuna di trovare
nell’altro l’amore della loro vita, prima di
perderlo in un attacco terroristico dell’IRA.
376 pagine da cui sono banditi concetti
distanti
come
bene
e
male
9
assoluto:
ciascuno dei personaggi ha da offrire uno
spessore psicologico che disarma il lettore di
ogni giudizio. Il sindacalista che lotta per i
diritti dei lavorati sfruttati, viene scoperto a
tradire
la
sua
famiglia,
cercano di uccidere
due
ragazzini
un amichetto per
vendicare l’offesa fatta alla madre morta e
una donna sposata, sempre pronta a fare i
compiti con suo figlio, diviene amante del
dotto professore di arte.
Possiamo davvero dirci diversi da tutto
questo? Siamo in grado di giudicare gli errori
commessi per amore o paura? Qui sta
l’inviolabile
diritto
al
bovarismo.
Nel
leggere storie di brocchi, di ragazzi colpiti
dalle avversità della vita ,che continuano,
doloranti, a lottare. Che fondano una banda
dei brocchi, per sentirsi meno soli e
combattere insieme battaglie diverse.
L’incalzante
prosa
di
Coe,
che
mai
abbandona la dovuta ironia verso il dolore,
ci racconta storie di vite comuni, esaltate in
quanto tali.
Ed i lettori rispondono strappandosele di
mano, leggendo fino a sapere a memoria il
dialogo
tra
manicomio.
Benjamin
e
la
sorella
in
Per questo la banda dei brocchi e’ in fondo
il nostro giovane Holden.
Anzi andrebbe
inserito in quella banda di vite alla ricerca e
in lotta di cui Salinger
banda di Holden.
e’ emblema: la
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liberopensiero
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Apriamo gli occhi
Loivissa Yawe
Spesso sui giornali o alla televisione si
violenza o un abuso nasconda il suo senso di
violentati
quanto il fatto che l’America è stata
sentono notizie di ragazze e ragazzi giovani
da
gente
apparentemente
normale. Il mio “apparentemente normale”
intende persone comuni, senza particolari
precedenti penali, persone che vediamo ogni
giorno come il giornalaio sotto casa, un
professore, un perfetto sconosciuto che vedi
sul pullman…o uno zio, un padre, un
familiare stretto insomma.
Ebbene, questi episodi sono purtroppo molto
diffusi e la maggior parte avviene proprio in
famiglia. Quando uno stupro, un abuso
avviene all’interno di una famiglia il più
delle volte viene nascosto per evitare
ripercussioni sul resto dei familiari e anzi,
ancora più spesso viene accusato il ragazzo o
la ragazza che lo subisce di aver provocato il
parente.
Ma non voglio affatto parlarne come un
episodio di cronaca, perché a questo ci
pensano già i media.
Il fatto che mi
sconvolge e che si parla sempre solo del
fatto in sé e non di ciò che ne consegue.
Quante volte intere famiglie mettono a
tacere la cosa con il sistema “fai da te”
senza aiutare chi ha subito la violenza e
fregendosene altamente del fatto che questa
persona viva nelle sue angosce? Quante volte
succede che un adolescente che subisce una
colpa dietro ad un enorme sorriso falso
scoperta nel 2001, ed abbia intorno gente
che passa il tempo a dirgli che è stato lui a
cercarsela? Quante volte chi commette il
reato
continua
a
vivere
normalmente
nonostante tutta la sua famiglia sia
conoscenza di ciò che ha fatto?
a
E sapete, la risposta a tutte queste domande
è: troppe.
Troppe volte le famiglie non sporgono
denuncia per paura delle ripercussioni che
possono avere su di loro o solo perché non
vogliono noie o addirittura perché non
vogliono crederci.
Troppe volte l’adolescente rimane con un
enorme senso di colpa alimentato dalle
critiche dei parenti, perché spesso ci si
sente responsabili dell’accaduto. Troppe
volte
questi
vermi
schifosi
continuano
nonostante tutto ad avere una famiglia, un
lavoro e a vivere una vita normale senza
scontare la pena a loro riservata. Troppe
volte questi episodi ci capitano sotto gli
occhi senza che noi ce ne rendiamo conto. E
troppe volte una persona apparentemente
felice e allegra sta in realtà soffrendo
mentre vi sorride e fa finta che vada tutto
bene.
musica
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Amare... la musica!
Sara Torre
I Jonas Brothers
L’anno scorso sono diventata una fan del
c’era una battuta o una frase spiritosa.
Non che questo abbia molta importanza ma
veramente fan di un gruppo o di un
gruppo “Jonas Brothers”.
grazie a loro ora riesco a capire fino in fondo
una canzone, perché ascoltando la loro
musica più volte, benché fosse in inglese,
riuscivo a comprendere quello che volevano
Penso che questo accada quando si diventa
cantante.
Credetemi, non è una cosa facile capire il
vero significato di una canzone.
esprimere cantando. Era una situazione
Quindi il mio consiglio è: innamoratevi della
che parlavano di amori finiti, malattie e mi
difficili e in quelli più felici. La musica è la
strana perché mi rattristavo quando capivo
veniva da sorridere quando in una canzone
musica. Lei vi aiuterà nei momenti più
colonna sonora della nostra vita!
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dal mondo
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Diario dall'Australia
Tommaso Pirfo
CariGiobertini,
qui è scritta solo sul vocabolario, i ragazzi
voltando la pagina del giornalino, i nuovi
fanno
Molti di voi già mi conosceranno e staranno
arrivati invece ignari di chi sta parlando loro
staranno
continuando
a
leggere
con
curiosità. Ho deciso di scrivere un breve
diario dell’esperienza che sto vivendo in
Australia per rendervi partecipi di tutto ciò
che mi sta accadendo e delle emozioni che
sto provando nella parte di mondo opposta
alla vostra. Capirete che è impossibile
descrivere due mesi di Australia in una
pagina e mezzo di carta, seppur sia quella
del Joe Berti, quindi è meglio se mi soffermo
solo su qualche aspetto della vita “Aussie”:
per questa “puntata” tocca alla scuola, che
non avrei mai pensato fosse così rilassante e
divertente, una scuola materna per serietà e
difficoltà in confronto al nostro Gioberti,
credetemi!
I
ragazzi
nella
lezione
si
prendono la libertà di ascoltare la musica,
giocare a football australiano, si permettono
di parlare e di prendere in giro il professore
e di fare qualsiasi cosa vada loro a genio.
Il primo giorno ero molto disorientato,
abituato al ferreo liceo classico mi sentivo
un pesce fuor d’acqua, poi col tempo mi
sono (purtroppo) adattato e faccio molte di
quelle cose che in Italia costerebbero ora un
famoso 5 in condotta. La parola “homework”
non li svolgono mai e le rare volte che lo
il
correggerli.
professore
si
dimentica
di
I nostri intervalli durano cinque minuti, fai
appena in tempo a scendere le scale o a
inserire i tuoi trenta centesimi di caffè nella
macchinetta che il suono della maledetta
campanella rovina tutto. Tutti in classe,
arriva la prof, in fretta in fretta che c’è il
compito e se non entriamo alle dieci e
quindici precise rischiamo che ci lasci fuori!
Qui riderebbero a sentire pronunciare una
simile frase, perché a scuola gli studenti
arrivano anche un quarto d’ora dopo l’inizio
della lezione, rilassatissimi, con la loro
confezione di plastica per il pranzo e una
lattina di coca cola nella mano.
“Just relax guys” direbbero con la loro
proverbiale
tranquillità
e
rilassatezza,
estranea a qualsiasi adolescente italiano che
stia varcando il cancello della sua scuola.
Intervalli di quaranta minuti per il pranzo,
quasi fosse quello della domenica con tutti i
parenti a tavola, venti minuti a metà
mattina per digerire la merenda tra una
lezione e l’altra, altri cinque minuti di bonus
perché
il
professore
inspiegabilmente.
si
assenta
A settembre si tengono due settimane di
dal mondo
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Ottobre 2009
13
esami, che concludono gli year 11, la nostra
year 11. Ero abbastanza disperato perché
iniziare l’ultimo anno, year 12: la scioltezza
non avevo un libro di testo da poter
terza liceo, e permettono agli studenti di
con cui ognuno sta affrontando i test, c’è un
programma abbastanza corposo per ogni
materia, è disarmante. L’altro giorno ho
chiesto a una ragazza che cosa avrebbe fatto
appena
uscita
da
scuola,
visto
che
all’indomani avremmo dovuto avere un test
di biologia e pensavo fosse utile ripassare
insieme, e la sua risposta mi ha colto molto
di sorpresa: “Tom, I don’t care, I don’t care
any more, i’m going to the mall with my
friends..” That’s it. È come se ognuno di voi
dovesse studiare per un compito di latino
cento paradigmi mai visti prima e al posto
che
buttarsi
scegliesse
di
disperatamente
anticipatamente,
prendersi
andando
sui
un
al
libri
due
centro
commerciale coi suoi amici. Eppure non era
l’unica, ho provato con altri dieci ragazzi, ho
tentato di convincerli a studiare almeno
un’oretta perché quel test era importante,
ma nulla. C’era chi stava andando a fare
surf, chi andava a casa dell’amica, chi
andava a casa sua a uccidersi di test su
facebook ma non aveva nessuna intenzione
di aprire un libro. Il giorno prima del
l’ultimo compito di matematica poi, quello
prima degli esami, ognuno avrebbe dovuto
ripassare
l’intero
programma
perché
il
compito verteva su tutto quanto fatto negli
nessuno mi aveva detto cosa dovevo fare e
sfogliare per capire che diavolo di test
potesse essere. Mi sono avvicinato con la
testa bassa a una mia compagna e le ho
chiesto
gentilmente
quale
parte
del
programma stessero facendo per svolgere
almeno qualche esercizio dopo scuola e
avere
una
minima
preparazione
per
affrontare il compito. Lei mi ha guardato
sorridendo e mi ha dato il suo libro:
pensando che stesse sacrificando il suo test
per aiutarmi l’ho ringraziata per mezz’ora,
salvo poi scoprire che nessuno dei miei
compagni di classe aveva portato il libro a
casa:
giacevano
tutti
nell’angolo
della
classe, dimenticati dal mondo. Non potevo
crederci, davvero, ora che sono passati due
mesi ci ho fatto l’abitudine e tutto mi
sembra normale, ma se penso al nostro liceo
cari ragazzi mi vengono i brividi.
Mi riabituerò alle ferree regole (scolastiche)
italiane? Tornerò di nuovo in tempo dopo il
suono della campanella? Rimarrò in silenzio
senza mai parlare nella lezione? Che stress,
cercheremo assieme a quelli che sono partiti
con me di riportare un po’ di relax in quel
del Gioberti, sono sicuro che ce ne sarà un
gran bisogno!
Un caro saluti a tutti da Sydney,Australia,ci
rivediamo a dicembre!
14
sport
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
Formula 1
Briatore radiato
Riccardo Dezza
LA VICENDA
Il 28 settembre 2008
Nelson
Piquet
junior,
pilota della renault va
a
sbattere
contro
il
muro nella curva 17
durante il Gran Premio
di Singapore.
Quella
stessa gara viene vinta
dal suo compagno di
squadra
Fernando
Alonso che effettua il
rifornimento in anticipo
rispetto ai piloti delle altre case. Nei primi di
Agosto Nelson Piquet jr viene licenziato dalla
Renault. Pochi giorni dopo ecco lo scandalo:
Nelson piquet jr, per ripicca o per senso di
colpa, confessa che il 28 settembre, giorno
del suo “incidente” nel Gp di Singapore, gli è
stato esplicitamente ordinato di andare a
sbattere contro il muro per favorire la vittoria
del compagno Alonso. Il 30 Agosto il team
manager della renault Flavio Briatore, il
direttore tecnico
Pat Symonds
e Alonso
vengono ascoltati dalla Fia in Belgio. Symonds
e Briatore si dimettono il 16 settembre. La
scuderia intanto decide di non contestare le
accuse davanti al Consiglio Mondiale della
Fia.
I VERDETTI
La sentenza verso Briatore è la più alta,
infatti il team manager viene escluso dalla
Renault e da qualsiasi evento legato alla
Formula 1, in parole povere viene radiato.
La Renault è stata squalificata per due anni
dalle corse ma con la “condizionale”, cioè
le auto della renault potranno correre a patto
che non incorra in casi simili.
Squalifica di cinque anni per Pat Symonds.
A Nelson Piquet è stata garantita l’immunità
in cambio della sua confessione mentre
Alonso è stato considerato “non coinvolto”.
Ecco l’ennesimo esempio di come il mondo
dello sport si stia trasformando da passione a
“buisness”. Il fine dello sport è quello di fare
soldi…è giusto?
liberopensiero
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
15
Volterra,
l'ombra dei Volturi?
Giulietta de Luca
Quest'estate, come faccio sempre da quattro
Moon, il best seller di Stephenie Meyer.
dell'alabastro.
avesse letto il libro, che una parte di New
anni, sono andata a Volterra, la città
Immaginavo di trovare le solite botteghe
artigiane, i soliti ristorantini stracolmi,
Palazzo dei Priori, le solite chiesette che
vengono
nonostante
perennemente
non
abbiano
fotografate
nulla
particolare...ma c'era qualcosa di diverso.
di
Devo ammettere che l'avevo immaginato,
ma
mai
avrei
potuto
cambiamento simile!
prevedere
un
Appena arrivata in Piazza dei Priori non ho
notato nulla di strano, se non forse qualche
ragazzina in più degli scorsi anni, ma quando
mi sono fermata davanti all'ufficio turistico
le cose sono cambiate decisamente.
Dietro la vetrina, al posto dei consueti
manifesti di località turistiche o mostre,
erano appesi due grandi poster del film
Twilight, accanto ai quali ve n'era un altro,
ampio almeno il doppio, del libro New Moon,
secondo capitolo della saga del vampiro
Edward.
Sotto questi tre manifesti faceva la sua
comparsa
un
quarto,
questa
volta
più
piccolo, che raffigurava Palazzo dei Priori e
sul quale era scritto: Volterra, l'ombra dei
Volturi. Alla scoperta dei luoghi di New
Ora è doveroso che spieghi, per chi non
Moon si svolge a Volterra, in Piazza dei Priori
(dove, contrariamente a quanto afferma
l'autrice, non c'è nessuna fontana), più
precisamente all'interno del Palazzo. Il libro
narra che Volterra sia governata dai Volturi,
vampiri malvagi che attirano le loro vittime
nel Palazzo dei Priori fingendosi guide
turistiche per poi svelare la loro vera
identità e dissanguarle in massa.
Ci tengo a puntualizzare che parlo da un
punto
di
vista
pienamente
informato,
avendo io letto tutta la saga; penso che
siano libri che si lasciano leggere, che
inizialmente appassionino, ma che diventino
man mano sempre più monotoni e pesanti.
Ma non è di questo che vi voglio parlare,
voglio invece continuare a raccontarvi delle
altre meraviglie che ho avuto il privilegio di
osservare.
Incuriosita da tutta quella pubblicità, sono
entrata nell'ufficio turistico e sono rimasta
di sasso: una delle quattro pareti del locale
era completamente rivestita da un pannello
di legno su cui era stato scritto a caratteri
cubitali il nome di Edward, attorno al quale
migliaia di persone avevano lasciato
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Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
Palazzo dei Priori, Volterra
liberopensiero
liberopensiero
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
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la propria firma.
Accanto alla porta d'entrata era stato
attaccata un'enorme mela rossa, anch'essa
varianti della celebre mela di Twilight (da
All'estremità inferiore del pannello era stata
in legno.
In una vetrinetta posta accanto alla parete
erano state impilate decine di magliette su
cui svettava la scritta “Bella + Edward
4ever”, mentre sul bancone dell'ufficio era
presente una moltitudine di volantini che
riportavano il programma del giro turistico
di cui ho parlato in precedenza.
Dopo essere uscita dall'ufficio, sconvolta, ho
iniziato
a
guardarmi
attorno
con
più
attenzione: c'erano sì più ragazzine, ma non
solo, ognuna di loro aveva la propria copia
del depliant e in ogni edicola era possibile
scovare svariate copie di Twilight, tradotte
in ogni lingua possibile.
Il colpo di grazia, però, l'ho ricevuto
entrando
in
una
delle
botteghe
dell'alabastro, per inciso la mia preferita.
posizionato un cestino contenente tutte le
quella normale, a quella morsicata, a quella
con il cuoricino inciso sopra).
Ovviamente
non
era
solamente
una
particolarità di quel negozio: in tutte le
botteghe era presente un angolino dedicato
al vampiro e alla sua umana fidanzata.
Ora mi viene spontaneo pormi la seguente
domanda: ma è normale che Volterra, la
città degli Etruschi e dell'alabastro, debba
riempirsi di meline e T‐shirt di cattivo gusto
per farsi pubblicità?
Facciamo una cosa: vi pago io il biglietto
per la visita del Palazzo dei Priori, vi giuro
che nessun vampiro attenterà alla vostra
vita.
E se dovesse accadere chiederò umilmente
scusa e vi pagherò anche il funerale.
Inviateci i vostri articoli, disegni, vignette, poesie o semplici suggerimenti all'indirizzo:
[email protected]
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interviste
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
L'orchestra della IV B
B., F., E., N.
La IV b è una classe un po’ speciale…
Basta, basta! Tempo scaduto! Di questo
fino ad una delle ultime, Sara, quasi tutti
strumenti!, <<Uff, va bene.(che noia questi
Partendo dalla prima dell’alfabeto, Micol,
suonano uno strumento. Suonano e non solo:
c’è chi ha cantato in un coro, chi suona in
una band, chi si esercita due ore al giorno
per
entrare
al
Conservatorio,
chi
è
“simpatizzante” o chi è un appassionato che
suona da anni e anni. Insomma si può
proprio dire che la nostra sia una classe di
musicisti,
quasi
un’orchestra
completa,
contando che, su 30, i suonatori in erba sono
ben 13.
Gli strumenti suonati dai nostri musicisti si
possono dividere in tre categorie: gli archi, i
fiati e gli strumenti a percussione. Si
presenteranno da sé.
<<Buongiorno
violoncelli,
potrebbero
a
degli
tutti!
Noi
strumenti
paragonare
siamo
che
i
si
ai…baritoni¹.
Facciamo parte della grande categoria degli
strumenti ad arco. I gentili orchestrali che
ci suonano ogni tanto ci stressano un po’:
stanno minimo due ore al giorno a far
scorrere
ininterrottamente
quel
povero
archetto, un nostro cugino di terzo grado,
sulle nostre povere corde. Inoltre se non
riescono a suonare quegli studi, facilissimi
peraltro,
si
arrabbiano
con
noi…siamo
proprio degli incompresi! Non pensano che
possono essere noiosissimi anche per noi…>>
passo non ci sarà più spazio per gli altri
giornalisti, sempre fissati sugli orari)>>.
<<era ora che la smettessero di cianciare
quei presuntuosi dei violoncelli…ci siamo
anche noi, noi poveri strumenti a fiato! In
orchestra siamo sempre presi meno in
considerazione degli archi e siamo anche in
minoranza
numerica.
Noi
flauti,
ad
esempio, siamo solo due o tre, ma ci
facciamo valere. La nostra voce è cristallina
e sa essere allo stesso tempo dolcissima e
guerrigliera! Ehi voi, non datevi tante arie!
A me, oboe, e al mio amico fagotto quasi
non conoscono…ma non per questo siamo
meno
rispettabili,
anzi
direi
quasi
fondamentali! Giusto! Ogni strumento è
fondamentale
nell’
orchestra.
Calma
ragazzi, non facciamo come i violoncelli,
lasciamo
spazio
alle
chitarre
e
ai
concludiamo
la
pianoforti.>> Oh, finalmente qualcuno di un
po’ responsabile.
<<Beh,
noi
quindi
presentazione. Non vi preoccupate, saremo
brevi! Quello che abbiamo da dire è che
noi, pianoforti, ci sentiamo un po’ esclusi
dall’orchestra,
siamo
sempre
separati.
Anche noi, chitarre, suoniamo sempre come
soliste ma l’importante è suonare!>>
interviste
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
Bene cari strumenti, siete stati molto bravi
ma adesso basta. Passiamo la parola ai
suonatori.
Anna suona il fagotto al conservatorio da tre
anni “Per entrare ho dovuto far domanda
per arpa, flauto, oboe, fagotto, pianoforte,
organo… Mi hanno preso per fagotto e dopo
un anno “di prova” ho dovuto sostenere un
esame
che
ha
determinato
il
mio
collocamento fra i tanti livelli che ci sono…”
“no, non è difficile… ma bisogna esercitarsi
quotidianamente!”
Francesca suona il flauto traverso “Ho
ricevuto l’idoneità, ma non c’era più posto
(sempre in Conservatorio)… Il prossimo anno
ci
riproverò
esercitarmi.”
e
intanto
continuo
ad
Federica suona il pianoforte da tre anni e il
violoncello e lo trova piuttosto faticoso,
specialmente perché deve concentrarsi su
due strumenti. Ha preso anche la licenza di
solfeggio, materia che, a differenza di molti,
non trova noiosa.
Clarissa suona il violoncello e si esercita tre
ore al giorno!
Micol
suona
conservatorio
organizzarsi…
soddisfacenti!”
l’oboe
l’anno
ma
ed
è
entrata
i
risultati
scorso."E’
nel
difficile
sono
19
così pure l’altra Giorgia. Giorgio è un
appassionato di percussioni, Sara di flauto
(è riuscita ad entrare in Conservatorio,
nonostante per i flauti sia molto difficile) e,
per finire, Carlo suona un strano flauto
peruviano comunemente conosciuto come il
“flauto di Pan”.
Abbiamo appena presentato la IV b in un
modo speciale, bhè anche perché questa
classe è un po’ strana…
Infatti,come sapete,molti componenti della
classe suonano ad alti livelli vari strumenti.
È molto impegnativo,sia economicamente
parlando (minimo 400€=retta annua) sia in
quanto a studio (come abbiamo detto
prima).
Molte persone pensano che iniziato il Liceo
Classico sia difficile fare attività extra
scolastiche,cosa che noi non crediamo vera
perché conosciamo gente che fa entrambe
le cose senza difficoltà.
L’importante è sapersi organizzare,avere
una buona dose di entusiasmo e capire quali
sono le proprie priorità.
Auguriamo a tutti questi musicisti di riuscire
nel loro intento e che tutti possano capire il
vero significato della musica: non solo una
fatica ma anche un piacere!!!
Luca suona il piano da ben nove anni,
baritoni¹= delle tre voci di canto maschili,
Giulia la chitarra ma non al Conservatorio,
tenori, voce più acuta, e i bassi, la voce più
Marianna e Giorgia suonano il violoncello,
Valentina il pianoforte ma da privatista e
non la più bassa ma quella di mezzo, tra i
bassa.
20
recensioni
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
I segreti di Brokeback
Mountain
Ioana Rosca
I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN è un film
famiglia,
storia d'amore tra due uomini, nata tra le
soffocando
del 2005 diretto da Ang Lee, che racconta la
verdi
colline
del
Wyoming.
Il
cast
è
composto da Heath Leadger nel ruolo di
Ennis del Mar e Jake Gyllenhaal nel ruolo di
Jake Twist. La storia è tratta dal libro "Love
is a force of nature" di Annie Proulx.
Dopo aver fatto domanda per lo stesso
lavoro estivo da guardiani di pecore,i giovani
Jake ed Ennis,uno molto estroverso e l'altro
di poche parole,trascorrono molto tempo
insieme
nelle
vallate
di
Brokeback
mountain,in cui l'unico contatto umano che
hanno e l'uno con l'altro. Proprio questa
convivenza forzata li porta a instaurare un
rapporto
di
sincera
stima
e
poi
di
amicizia,che una notte li porterà a scoprire
la grande passione che brucia tra di loro. Da
quel giorno trascorrono il tempo scoprendo il
loro amore a poco a poco, superando la
timidezza e le paure per quel sentimento
ancora indefinito che li unisce sempre di
più. Alla fine dell'estate,però, i due devono
salutarsi e sebbene non esternino le loro
emozioni,
traumatico
il
per
momento
entrambi,
dell'addio
anche
è
se
dopotutto riescono a tornare alla loro vita di
sempre. I due infatti si sposano e mettono su
illudendosi
con
le
i
loro
di
rispettive
vivere
fidanzate,
tranquillamente
sentimenti,
ma
c'è
qualcosa che manca in loro, qualcosa che
avrebbero preferito dimenticare, perchè la
loro cultura, la loro società e le loro
tradizioni non avrebbero mai compreso e
accettato.
La loro finzione dura per otto anni, ma
quando Jake riesce a trovare Ennis, dal loro
incontro
cambiato
capiscono
tra
di
subito
loro,
che
anzi,
nulla
la
è
loro
insoddifazione coniugale li ha avvicinati
ancora di più. Da quel momento i due
continuano a vedersi poche volte all'anno,
per
non
dare
nell'occhio,
trascorrendo
giornate in montagna in cui possono essere
davvero
loro
stessi
senza
doversi
nascondere. Anche se Ennis accetta la realtà
e si adegua a una vita anonima, Jake prova
un forte vuoto esistenziale e fa molta fatica
a ritornare alla sua vita normale, tanto che
offre a ennis la possiblità di vivere con lui,
l'altro però è scettico e continua a pensare
che
due
uomini
desterebbero
che
troppo
vivono
clamore.
insieme
Dopo
l'ennesimo rifiuto di Ennis, Jake cerca
consolazione alla sua solitudine altrove.
Dopo un litigio per questo motivo,i loro
recensioni
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
21
rapporti si interrompono, e quando Ennis
sfondo omofobo. Passano gli anni,ma Ennis
l'ultimo è morto, e dopo essersi informato
una sua camicia, gli giura amore eterno.
manda una cartolina all'amico, scopre che
capisce che è stato a causa di un omicido a
continua a pensare a Jake, e accarezzando
Consiglio questo film a tutti coloro che
all'altra, che al di là delle loro fattezze si
supera ogni ostacolo, quello che non parte da
mondo
vogliono capire cos'è l'amore vero, quello che
nessun presupposto, ma dal solo fatto che
due persone si sentono appartenere l'una
completano l'un l'altra senza accorgersi del
che
le
circonda
quando
sono
insieme...perchè l'amore è una forza della
natura.
22
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
grazie
Si ringrazia Federica Messina per il fumetto delle pagine 6 ‐ 7, Amalia
Fucarino per la foto di copertina, i nostri corrispondenti Martha Masoero
dalla California eTommaso Pirfo dall'Australia, tutti coloro che ci hanno
inviato degli articoli che purtroppo non è stato possibile pubblicare su
questo numero per ragioni di spazio (li vedrete nel prossimo JoeBerti),
la Sig.ra De Chirico, la professoressa Genta e la professoressa Boggio.
La
foto
di
pag.4
è
stata
presa
dal
sito
www.cometaperiodica.worldpress.com, quella di pag. 5 dal sito
www.spindoc.it, quella di pag. 11 dal sito www.youtube.com, quella di
pag. 14 dal sito www.realmotor.it quella di pag. 20 dal sito
www.tvtropes.org.
Editoriale a cura di Delia San Martino
Impaginazione a cura di Eliana Vitolo
Docente referente: Maria Luisa Genta
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Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
la redazione
COORDINATORI DELLA REDAZIONE
Delia San Martino
II A sede
[email protected]
Eliana Vitolo
II A sede
[email protected]
REDATTORI
Emma Prosdocimo
III C sede
[email protected]
Tommaso Pirfo
II D succursale
[email protected]
Viola Torre
I A sede
[email protected]
Giulietta de Luca
II G
[email protected]
23
24
l'ultima parola
Anno 5 - Numero 1
Ottobre 2009
Avvertenze
Julia V.
Avvertenza n°1:
Avvertenza n°2:
Dov'è finita l'influenza suina?
Le scomode famiglie allargate
virus che sembra essere la peste del XXI
matrimonio con Elena, la mia prima moglie.
Tutti vi sarete certamente accorti del nuovo
secolo: l'influenza suina. A giugno tutti
coloro che dovevano partire per la Gran
Bretagna
venivano
guardati
come
dei
poveretti che andavano incontro alla propria
fine, i tg trasmettevano servizi di intere
città popolate di abitanti in mascherina, il
governo italiano parlava di vaccini a tutto
spiano prima di Natale, il consumo di carne
suina si riduceva al minimo, tutti gli italiani
nell'isola inglese venivano terrorizzati dai
presunti controlli degli aereoporti dove (così
si diceva) un colpo di tosse poteva costare la
quarantena, insomma SWINE FLU era la
parola jolly dell'estate.
Tutto questo fino a quando gli allevatori di
suini si sono stufati e hanno protestato
affinchè venisse usato un nuovo termine per
questo
virus,
perchè
influenza
suina
spaventava i consumatori che così non
compravano più. Quindi ora parlaimo di
INFLUENZA
A,
e
chi
osa
chiamarla
"colvecchionome" stia attento. Chissà che al
prossimo caso di mucca pazza non sentiremo
di "bovini mentalmente instabili".
"Lui è Daniele, mio figlio, è nato dal
[...] Poi riparto e vado a prendere i gemelli
Marco e Luca, gli altri due miei figli, cioè di
mia moglie, la mia nuova moglie. [...]
Riparto e vado subito a prendere la mia
terza figlia, la piccola Sofia, [...] è la figlia
della mia attuale moglie. [...] Poi prendo
Mattia che ho appena saputo che è mio
figlio".
Il discorso riportato appartiene allo spot di
una nota macchina francese che, a detta
della pubblicità in questione, "fa posto a
tutte le famiglie".
Ebbene forse la casa
automobilistica francese sì, ma non la Rai
che, ritenendo lo spot alquanto scomodo
(sono infatti molteplici i riferimenti a
matrimoni finiti e famiglie allargate), ha
pensato bene di non mandarlo più in onda.
Forse teme che ci si possa scandalizzare
oppure, nonostante gli italiani abbiano già
votato anni fa a favore del divorzio, vuole
ricordarci i vecchi e buoni costumi?
A voi l'interpretazione.