Anno 5 - Liceo Classico V. Gioberti
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Anno 5 - Liceo Classico V. Gioberti
Liceo Classico e Linguistico "V. Gioberti" Via S. Ottavio 9/11 - 10124 - Torino Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 L'editoriale Il giornalino ha inaugurato questo anno con una folla di volti nuovi. Avreste dovuto vederli, soltanto al primo anno, ancora titubanti sul nome Dieci minuti di respiro fumogeno I maschi e la loro virtù Ben tornati ragazzi e ragazze. Tra esami di recupero e versioni copiate all’ultimo momento è ricominciata la scuola. Ebbene sì non ho rinunciato a tenere la frivola rubrica nonostante tutte le maledizioni che mi sono state mandate. Siamo a ottobre e personalmente è il periodo dell’anno scolastico che preferisco (a parte giugno dato che sono sana di mente, anche se qualcuno mi da della maniaca). È il momento in cui la scuola non ha ancora annoiato, gli intrallazzi di fine anno si concludono con un felice accoppiamento e le coppie che hanno resistito all’estate vengono distrutte dalla confessione di uno o più tradimenti. sentendo di una A chi non piace cominciare la scuola piccola tragedia? A PAGINA 6 dell’insegnate di educazione fisica, ma pieni di idee, frizzanti, motivati e inarrestabili. Noi della abbiamo redazione cercato di fermarli prima che fosse troppo tardi: li abbiamo tirati per gomiti e caviglie nel disperato tentativo di risparmiare loro le notti davanti al computer per concludere un articolo, o le difficoltose trattative mensili con la nostra [...] A PAGINA 3 2 Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 In questo numero allarme socialismo Martha Masoero pag. 4 Il bisbiglio di ja: i maschi e la loro virtu' JA pag. 6 la banda di holden Delia San Martino pag. 8 apriamo gli occhi Loivissa Yawe pag. 10 amare... la musica! Sara Torre pag. 11 diario dall'australia Tommaso Pirfo pag. 12 formula1: briatore radiato Riccardo Dezza pag. 14 volterra, l'ombra dei volturi? Giulietta de Luca pag. 15 l'orchestra della iv b B., F., E., N. pag. 18 i segreti di brokeback mountain Ioana Rosca pag. 20 l'ultima parola Julia V. pag. 24 Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 3 L'editoriale [...] povera copisteria (che ancora non si e’ quest’anno) racconta la sua esperienza da 500 Joe Berti). Ma non c’e’ stato niente sulla riforma per la salute proposta dal arresa all’idea di venire ogni volta sommersa da fare; inconvincibili e inesauribili hanno occupato l’aula computer del primo piano e ci hanno vinti con le loro idee nuove e spirito di iniziativa. Insomma, e’ grazie a tutti questi nuovi studenti che il Joe Berti quest’anno sarà sempre più ricco e vario. E’ stato stupendo riscontrare un interesse del genere nei “primini” (o “quartini”) e vorremmo da subito complimentarci con loro. Anche i veterani del Gioberti però hanno messo anima e corpo in questo numero: prima fra tutte Amalia Fucarino, da quest’anno fotografa ufficiale del Joe Berti: sua e’ la foto in prima pagina “dieci minuti di respiro fumogeno”, il primo di una serie di californiana cominciando con un articolo presidente Obama. E dal mese prossimo riceveremo articoli anche da Viola Torre, corrispondente da Parigi, e Ascolani, corrispondente dal Cile. Valentina Inoltre verrà seguita una rubrica sportiva da Riccardo Dezza, sperando di venir incontro alle necessità, lettori maschili. Infine in seppur questo minoritarie, numero troverete dei la presentazione particolare di una classe ad indirizzo musicale, recensioni, articoli di attualità e, come sempre, il bisbiglio di JA. Credo che questo numero rappresenti un inizio promettente, esprimerci riflessione. e magari un’occasione uno spunto per di scatti che vedrete pubblicati durante tutto l’anno scolastico e che nascono dall’idea di catturare un frammento simbolico della quotidianità del Gioberti. Un’altra novità importante riguarda la redazione stessa, che mai più di quest’anno si e’ trovata sparpagliata per i continenti: Tommaso Pirfo, in Australia, ci racconterà di quel suo di là con cieli bassi e orizzonti infiniti; Martha Masoero (corrispondente da La Redazione 4 dal mondo Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 Allarme Socialismo Martha Masoero “Hasta la “ridistribuzione victoria semplicemente parole che siempre” dei tutti beni” “comunismo” noi, studenti o o sono del gioberti, abbiamo sentito nel corso della nostra carriera scolastica, forse non condividiamo le idee che rispecchiano, ma non ci stupiamo nel sentirle. Agli studenti del corso di politica del liceo della cittadina di Moorpark, in California a meno di due ore da Los Angeles, le stesse parole a cui noi siamo così abituati, sembrano estranee se non addirittura figlie del demonio. Mi sono accorta di questa incredibile differenza culturale per la prima volta durante un Barack Obama dibattito sulla riforma sanitaria proposta da Obama, per la quale si sta per votare alla camera qui negli Stati Uniti. La cosiddetta “Health Care Reform” prevede un’ assicurazione sanitaria pubblica offerta dallo Stato che possa competere con le agenzie private e fornire una copertura medica di base anche a coloro il cui datore di lavoro non la fornisce. La proposta di Obama prevede anche che tutti i cittadini debbano avere una qualche forma di assicurazione sanitaria, il che sarebbe una grande novita’ considerato che al momento almeno il 15% della popolazione non ha alcun tipo di copertura. Le preoccupazioni piu’ diffuse riguardano il costo della riforma, che e’ stimato intorno a un trilione di dollari, e la minaccia alla competitivita’ del libero mercato. Gli americani sono grandi fautori del capitalismo e del liberalismo economico e pertanto sono restii ad accettare una proposta che rischierebbe di mandare in banca rotta numerose compagnie assicurative, che non sarebbero in grado di competere con i prezzi delle polizze dello Stato. Discutendo della riforma con i miei compagni si sono creati due fronti, da un lato i repubblicani conservatori dal mondo Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 5 e dall’altro i democratici liberali. I primi, come era prevedibile, sono fortemente contrari alla riforma in quanto prevede un aumento delle tasse e favorisce un’ equalita’ sociale che e’ tradizionalmente lontana dalla filosofia repubblicana. I democratici invece sono quelli che mi hanno Sciame di cambiamento stupito di piu’; mi sono sempre considerata Ho cercato di spiegare loro i lati positivi di parola italiano, che forse ha i suoi difetti non lo una di loro pensando stupidamente che la “democrat” corrispondesse alla sinistra italiana, ma mi sbagliavo di grosso. Tutti i liberali in quell’aula erano si’ a favore della riforma sanitaria obamiana, ma allo stesso tempo molto spaventati dell’eccessivo controllo che il governo eserciterebbe sui cittadini se la proposta dovesse passare. “Se passa la Health Reform‐ dice la democratica Emma‐ dovremo stare molto attenti a non cadere nella trappola del socialismo”. A quel punto della conversazione, la giobertina che e’ in me ha subito pensato alle nostre assemblee di istituto in cui un’affermazione del genere sarebbe stata catalogata come una di estrema destra eppure, mi dicevo, questa ragazza si e’ appena dichiarata una “democrat” come e’ possibile? Perche’ non mi trovo affatto d’accordo con lei? Per la prima volta in vita mia mi sono ritrovata ad esprimere un’opinione estremista, o almeno cosi’ e’ sembrata ai miei compagni. un sistema sanitario pubblico come quello metto in dubbio, ma che tutto sommato permette a tutti di ottenere lo stesso livello di assistenza medica indipendentemente dal reddito. Nonostante i miei sforzi, la sola idea che i cittadini di uno stato potessero lasciare che il governo gestisse interamente il loro sistema sanitario, li ha inorriditi, persino i piu’ radicali mi hanno classificata come una comunista incallita pronta a portare la rivoluzione nella loro citta’. Cosi’ dopo solo quattro giorni di scuola negli Stati Uniti ho imparato una lezione fondamentale: mai presumere di conoscere il quadro politico di uno Stato paragonandolo al proprio. Se in Italia sono di sinistra e moderata in California sono l’erede di Lenin, ma va bene cosi’ le mie idee rimangono le stesse solo con un nome diverso. 6 il bisbiglio di ja Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 I maschi e la loro virtù JA Martha Masoero [...] A chi non piace cominciare la scuola Tornata a casa lascia il fidanzato: benché lui All’ultima uscita del giornalino, miei cari tradito la risposta è sempre stata no. sentendo di una piccola tragedia? lettori, vi interessante ho per lasciati evitare con crisi nulla di isteriche l’ultimo giorno di scuola, ma la pacchia è finita; con tutti gli amori che ci sono sicuramente stati durante queste vacanze e con l’imbarazzo della scelta, uno particolare voglio proprio raccontarvelo. in Voglio rivelarvi della relazione di una coppia di giobertini del nostro caro vecchio liceo, potrebbe sembrare la solita storia finita durante le vacanze, invece ha un qualcosa di diverso. Questi ragazzi stavano insieme da un po’ di tempo quando lei è partita per una delle più ambite mete estive tra i giovani, pensate a Rimini, Riccione, Iesolo, Ibiza e simili. le abbia ripetutamente chiesto se lo avesse Sì certo e io sono Biancaneve, ma a parte la mia improbabile uscita nel cartone animato il motivo della rottura sarebbe che lui “non le dava abbastanza”; potrebbe sembrare la classica vecchia scusa, una di quelle frasi fatte che in realtà non vogliono dire niente e invece questa volta è stata usata con un particolare significato: a quanto pare lui l’ha respinta, proprio così, il fidanzatino ha detto no. Il ragazzo è un religioso, naturalmente ognuno è libero di pensarla come vuole, ma quanti ragazzi osservanti del santo precetto conoscete? Non molti vero? È un simpatico capovolgimento della situazione, di solito non sono le ragazze che il bisbiglio di ja Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 7 vengono scaricate e tradite per questo trovato qualcuno che “le desse abbastanza”, insegnano forse che siamo noi giovani Ci terrei a precisare che la tizia/o su motivo? Gli stereotipi sessisti non ci fanciulle a dire no? Ho saputo di donne che prima del matrimonio decidono di sottoporsi alla chirurgia per tornare caste, ma solo una volta ho sentito, alla radio, di un ragazzo che viene mollato perché deciso a rimanere vergine. Questi episodi saranno soltanto casi isolati oppure è sempre più crescente il numero dei giovani che decidono di “proteggere” la loro virtù? Nella nostra società si dovrebbe pensare il contrario, che ormai a tutti, ragazzi e ragazze, non importa niente di questi insegnamenti, invece per quante persone sopravvissuta? Più questa di quello dottrina potrebbe aspettare sicuramente. che ci è si Ora dovrei concludere con un kiss kiss alla Gossip Girl invece preferisco salutarvi lasciandovi una mia ultima impressione: secondo me la nostra eroina in vacanza ha un applauso per lei! internet “Gossip Maniac” non centra niente con me come sonostiene un bel po' di gente, io non pretendo di conoscere tutta Torino, mi accontento del mio piccolo stagno al Gioberti. E per la cronaca: non sono una maniaca! La vignetta 8 recensioni Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 La banda di Holden Delia San Martino Il diritto al bovarismo, scrive Pennac. “La il giallo o il rosso, se preferisca il gelato al nostre sensazioni: l’immaginazione che si l’involucro umano dei dolori portati insieme soddisfazione immediata ed esclusiva delle dilata, i nervi che vibrano, il cuore che si accende, l’adrenalina che sprizza, l’identificazione che diventa totale e il cervello che prende (momentaneamente) le lucciole del quotidiano per le lanterne dell’universo romanzesco.” E’ il primo stadio di lettori, forse mai superato del tutto. Dubito che non vi sia alcuna identificazione nell’amore di molte donne adulte per Anna Karenina, o nell’angoscia suscitata dal povero Gregor Samsa, ma sicuramente negli adolescenti e’ molto più marcato: l’immediato abbandono di sé per trasformarsi in Alice Della Rocca, Ismael o il buon vecchio giovane Holden. Mentre i primi due sono prova della selettività dell’amore, per cui il monologo finale di Ismael provoca la pelle d’oca solo a pochi eletti; l’aspetto più interessante del figlio letterario di Salinger e’ la sua abilità nel far leva su caratteristiche comuni. Il risultato non e’, evidentemente, l’istantaneo innamoramento per il giovane Holden di qualunque questi. Holden adolescente, ma l’amore collettivo di una generazione per non offre peculiarità individuali: a nessuno importa se gli piaccia cioccolato o alla nocciola; egli rappresenta alle scoperte dalla giovinezza. Quella voragine senza risposte che ciascuno sente nascere verso demitizzazione l’inizio dei del genitori, i alternati a leggerezze improvvise. liceo, la tormenti Ero fermamente convinta che la nostra generazione fosse destinata a nutrirsi di quell’eroe non suo ma ereditato, quando, a Luglio, sono stata clamorosamente smentita. Il romanzo in questione mi e’ stato presentato durante una gita in montagna e ha attirato la mia attenzione per via del suo terribile aspetto, incommensurabile complimento per qualsiasi volume: la metà delle pagine era piegata per tenere il segno di almeno venti letture in corso, la copertina era stata tirata in ogni direzione e sembrava sopravvissuta ad un naufragio. Decine di adolescenti intorno a me vagavano chiedendo: “Dov’e’ il libro?”. E se lo strappavano di mano, ci appoggiavano la testa per dormire sull’erba, lo leggevano oltre alla spalla di un amico e sbuffavano seccati perché erano arrivati molto più avanti. Credo che Jonathan Coe debba essere fiero del suo lavoro. “La banda dei brocchi” (titolo originale The Rotters’ Club) recensioni Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 e’ un romanzo che e’ stato in grado di dare una violenta scossa alla mia generazione. Ha fatto piangere, ridere e infuriare i ragazzi più diversi ed e’ diventato il primo argomento di conversazione tra una candida fanciulla dalla camicia bianca ed un punk con la cresta verde smeraldo. I caratteri stampati non sanno niente di look ed età: davanti alla pagina diventiamo tutti esseri umani con il diritto al bovarismo. La storia raccontata da Coe e’ ambientata nella Londra degli anni ‘70, e vede come protagonisti una banda di ragazzi piu’ o meno ricchi e belli. Sono tutti in cerca di risposte, di vie adatte a se’ con cui arrivare da qualche parte. Tutti con i loro fardelli, sofferenze e leggerezze, testimoni di un periodo che non ha niente in comune con Torino o Londra del XXI secolo. Eppure i lettori di oggi se lo rubano di nascosto e piangono in camera sulle lettere di Lois a Malcom o ridono a scene come quella in cui Benjamin dimentica il costume nell’ora di educazione fisica e prega Dio che gli risparmi il castigo dell’insegnante: nuotare nudo davanti ai compagni. E’ un romanzo in cui Dio, alla fine, fa comparire un costume da bagno nell’armadietto di un ragazzo sfigato (un brocco, appunto), in cui due diciassettenni hanno la fortuna di trovare nell’altro l’amore della loro vita, prima di perderlo in un attacco terroristico dell’IRA. 376 pagine da cui sono banditi concetti distanti come bene e male 9 assoluto: ciascuno dei personaggi ha da offrire uno spessore psicologico che disarma il lettore di ogni giudizio. Il sindacalista che lotta per i diritti dei lavorati sfruttati, viene scoperto a tradire la sua famiglia, cercano di uccidere due ragazzini un amichetto per vendicare l’offesa fatta alla madre morta e una donna sposata, sempre pronta a fare i compiti con suo figlio, diviene amante del dotto professore di arte. Possiamo davvero dirci diversi da tutto questo? Siamo in grado di giudicare gli errori commessi per amore o paura? Qui sta l’inviolabile diritto al bovarismo. Nel leggere storie di brocchi, di ragazzi colpiti dalle avversità della vita ,che continuano, doloranti, a lottare. Che fondano una banda dei brocchi, per sentirsi meno soli e combattere insieme battaglie diverse. L’incalzante prosa di Coe, che mai abbandona la dovuta ironia verso il dolore, ci racconta storie di vite comuni, esaltate in quanto tali. Ed i lettori rispondono strappandosele di mano, leggendo fino a sapere a memoria il dialogo tra manicomio. Benjamin e la sorella in Per questo la banda dei brocchi e’ in fondo il nostro giovane Holden. Anzi andrebbe inserito in quella banda di vite alla ricerca e in lotta di cui Salinger banda di Holden. e’ emblema: la 10 liberopensiero Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 Apriamo gli occhi Loivissa Yawe Spesso sui giornali o alla televisione si violenza o un abuso nasconda il suo senso di violentati quanto il fatto che l’America è stata sentono notizie di ragazze e ragazzi giovani da gente apparentemente normale. Il mio “apparentemente normale” intende persone comuni, senza particolari precedenti penali, persone che vediamo ogni giorno come il giornalaio sotto casa, un professore, un perfetto sconosciuto che vedi sul pullman…o uno zio, un padre, un familiare stretto insomma. Ebbene, questi episodi sono purtroppo molto diffusi e la maggior parte avviene proprio in famiglia. Quando uno stupro, un abuso avviene all’interno di una famiglia il più delle volte viene nascosto per evitare ripercussioni sul resto dei familiari e anzi, ancora più spesso viene accusato il ragazzo o la ragazza che lo subisce di aver provocato il parente. Ma non voglio affatto parlarne come un episodio di cronaca, perché a questo ci pensano già i media. Il fatto che mi sconvolge e che si parla sempre solo del fatto in sé e non di ciò che ne consegue. Quante volte intere famiglie mettono a tacere la cosa con il sistema “fai da te” senza aiutare chi ha subito la violenza e fregendosene altamente del fatto che questa persona viva nelle sue angosce? Quante volte succede che un adolescente che subisce una colpa dietro ad un enorme sorriso falso scoperta nel 2001, ed abbia intorno gente che passa il tempo a dirgli che è stato lui a cercarsela? Quante volte chi commette il reato continua a vivere normalmente nonostante tutta la sua famiglia sia conoscenza di ciò che ha fatto? a E sapete, la risposta a tutte queste domande è: troppe. Troppe volte le famiglie non sporgono denuncia per paura delle ripercussioni che possono avere su di loro o solo perché non vogliono noie o addirittura perché non vogliono crederci. Troppe volte l’adolescente rimane con un enorme senso di colpa alimentato dalle critiche dei parenti, perché spesso ci si sente responsabili dell’accaduto. Troppe volte questi vermi schifosi continuano nonostante tutto ad avere una famiglia, un lavoro e a vivere una vita normale senza scontare la pena a loro riservata. Troppe volte questi episodi ci capitano sotto gli occhi senza che noi ce ne rendiamo conto. E troppe volte una persona apparentemente felice e allegra sta in realtà soffrendo mentre vi sorride e fa finta che vada tutto bene. musica Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 11 Amare... la musica! Sara Torre I Jonas Brothers L’anno scorso sono diventata una fan del c’era una battuta o una frase spiritosa. Non che questo abbia molta importanza ma veramente fan di un gruppo o di un gruppo “Jonas Brothers”. grazie a loro ora riesco a capire fino in fondo una canzone, perché ascoltando la loro musica più volte, benché fosse in inglese, riuscivo a comprendere quello che volevano Penso che questo accada quando si diventa cantante. Credetemi, non è una cosa facile capire il vero significato di una canzone. esprimere cantando. Era una situazione Quindi il mio consiglio è: innamoratevi della che parlavano di amori finiti, malattie e mi difficili e in quelli più felici. La musica è la strana perché mi rattristavo quando capivo veniva da sorridere quando in una canzone musica. Lei vi aiuterà nei momenti più colonna sonora della nostra vita! 12 dal mondo Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 Diario dall'Australia Tommaso Pirfo CariGiobertini, qui è scritta solo sul vocabolario, i ragazzi voltando la pagina del giornalino, i nuovi fanno Molti di voi già mi conosceranno e staranno arrivati invece ignari di chi sta parlando loro staranno continuando a leggere con curiosità. Ho deciso di scrivere un breve diario dell’esperienza che sto vivendo in Australia per rendervi partecipi di tutto ciò che mi sta accadendo e delle emozioni che sto provando nella parte di mondo opposta alla vostra. Capirete che è impossibile descrivere due mesi di Australia in una pagina e mezzo di carta, seppur sia quella del Joe Berti, quindi è meglio se mi soffermo solo su qualche aspetto della vita “Aussie”: per questa “puntata” tocca alla scuola, che non avrei mai pensato fosse così rilassante e divertente, una scuola materna per serietà e difficoltà in confronto al nostro Gioberti, credetemi! I ragazzi nella lezione si prendono la libertà di ascoltare la musica, giocare a football australiano, si permettono di parlare e di prendere in giro il professore e di fare qualsiasi cosa vada loro a genio. Il primo giorno ero molto disorientato, abituato al ferreo liceo classico mi sentivo un pesce fuor d’acqua, poi col tempo mi sono (purtroppo) adattato e faccio molte di quelle cose che in Italia costerebbero ora un famoso 5 in condotta. La parola “homework” non li svolgono mai e le rare volte che lo il correggerli. professore si dimentica di I nostri intervalli durano cinque minuti, fai appena in tempo a scendere le scale o a inserire i tuoi trenta centesimi di caffè nella macchinetta che il suono della maledetta campanella rovina tutto. Tutti in classe, arriva la prof, in fretta in fretta che c’è il compito e se non entriamo alle dieci e quindici precise rischiamo che ci lasci fuori! Qui riderebbero a sentire pronunciare una simile frase, perché a scuola gli studenti arrivano anche un quarto d’ora dopo l’inizio della lezione, rilassatissimi, con la loro confezione di plastica per il pranzo e una lattina di coca cola nella mano. “Just relax guys” direbbero con la loro proverbiale tranquillità e rilassatezza, estranea a qualsiasi adolescente italiano che stia varcando il cancello della sua scuola. Intervalli di quaranta minuti per il pranzo, quasi fosse quello della domenica con tutti i parenti a tavola, venti minuti a metà mattina per digerire la merenda tra una lezione e l’altra, altri cinque minuti di bonus perché il professore inspiegabilmente. si assenta A settembre si tengono due settimane di dal mondo Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 13 esami, che concludono gli year 11, la nostra year 11. Ero abbastanza disperato perché iniziare l’ultimo anno, year 12: la scioltezza non avevo un libro di testo da poter terza liceo, e permettono agli studenti di con cui ognuno sta affrontando i test, c’è un programma abbastanza corposo per ogni materia, è disarmante. L’altro giorno ho chiesto a una ragazza che cosa avrebbe fatto appena uscita da scuola, visto che all’indomani avremmo dovuto avere un test di biologia e pensavo fosse utile ripassare insieme, e la sua risposta mi ha colto molto di sorpresa: “Tom, I don’t care, I don’t care any more, i’m going to the mall with my friends..” That’s it. È come se ognuno di voi dovesse studiare per un compito di latino cento paradigmi mai visti prima e al posto che buttarsi scegliesse di disperatamente anticipatamente, prendersi andando sui un al libri due centro commerciale coi suoi amici. Eppure non era l’unica, ho provato con altri dieci ragazzi, ho tentato di convincerli a studiare almeno un’oretta perché quel test era importante, ma nulla. C’era chi stava andando a fare surf, chi andava a casa dell’amica, chi andava a casa sua a uccidersi di test su facebook ma non aveva nessuna intenzione di aprire un libro. Il giorno prima del l’ultimo compito di matematica poi, quello prima degli esami, ognuno avrebbe dovuto ripassare l’intero programma perché il compito verteva su tutto quanto fatto negli nessuno mi aveva detto cosa dovevo fare e sfogliare per capire che diavolo di test potesse essere. Mi sono avvicinato con la testa bassa a una mia compagna e le ho chiesto gentilmente quale parte del programma stessero facendo per svolgere almeno qualche esercizio dopo scuola e avere una minima preparazione per affrontare il compito. Lei mi ha guardato sorridendo e mi ha dato il suo libro: pensando che stesse sacrificando il suo test per aiutarmi l’ho ringraziata per mezz’ora, salvo poi scoprire che nessuno dei miei compagni di classe aveva portato il libro a casa: giacevano tutti nell’angolo della classe, dimenticati dal mondo. Non potevo crederci, davvero, ora che sono passati due mesi ci ho fatto l’abitudine e tutto mi sembra normale, ma se penso al nostro liceo cari ragazzi mi vengono i brividi. Mi riabituerò alle ferree regole (scolastiche) italiane? Tornerò di nuovo in tempo dopo il suono della campanella? Rimarrò in silenzio senza mai parlare nella lezione? Che stress, cercheremo assieme a quelli che sono partiti con me di riportare un po’ di relax in quel del Gioberti, sono sicuro che ce ne sarà un gran bisogno! Un caro saluti a tutti da Sydney,Australia,ci rivediamo a dicembre! 14 sport Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 Formula 1 Briatore radiato Riccardo Dezza LA VICENDA Il 28 settembre 2008 Nelson Piquet junior, pilota della renault va a sbattere contro il muro nella curva 17 durante il Gran Premio di Singapore. Quella stessa gara viene vinta dal suo compagno di squadra Fernando Alonso che effettua il rifornimento in anticipo rispetto ai piloti delle altre case. Nei primi di Agosto Nelson Piquet jr viene licenziato dalla Renault. Pochi giorni dopo ecco lo scandalo: Nelson piquet jr, per ripicca o per senso di colpa, confessa che il 28 settembre, giorno del suo “incidente” nel Gp di Singapore, gli è stato esplicitamente ordinato di andare a sbattere contro il muro per favorire la vittoria del compagno Alonso. Il 30 Agosto il team manager della renault Flavio Briatore, il direttore tecnico Pat Symonds e Alonso vengono ascoltati dalla Fia in Belgio. Symonds e Briatore si dimettono il 16 settembre. La scuderia intanto decide di non contestare le accuse davanti al Consiglio Mondiale della Fia. I VERDETTI La sentenza verso Briatore è la più alta, infatti il team manager viene escluso dalla Renault e da qualsiasi evento legato alla Formula 1, in parole povere viene radiato. La Renault è stata squalificata per due anni dalle corse ma con la “condizionale”, cioè le auto della renault potranno correre a patto che non incorra in casi simili. Squalifica di cinque anni per Pat Symonds. A Nelson Piquet è stata garantita l’immunità in cambio della sua confessione mentre Alonso è stato considerato “non coinvolto”. Ecco l’ennesimo esempio di come il mondo dello sport si stia trasformando da passione a “buisness”. Il fine dello sport è quello di fare soldi…è giusto? liberopensiero Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 15 Volterra, l'ombra dei Volturi? Giulietta de Luca Quest'estate, come faccio sempre da quattro Moon, il best seller di Stephenie Meyer. dell'alabastro. avesse letto il libro, che una parte di New anni, sono andata a Volterra, la città Immaginavo di trovare le solite botteghe artigiane, i soliti ristorantini stracolmi, Palazzo dei Priori, le solite chiesette che vengono nonostante perennemente non abbiano fotografate nulla particolare...ma c'era qualcosa di diverso. di Devo ammettere che l'avevo immaginato, ma mai avrei potuto cambiamento simile! prevedere un Appena arrivata in Piazza dei Priori non ho notato nulla di strano, se non forse qualche ragazzina in più degli scorsi anni, ma quando mi sono fermata davanti all'ufficio turistico le cose sono cambiate decisamente. Dietro la vetrina, al posto dei consueti manifesti di località turistiche o mostre, erano appesi due grandi poster del film Twilight, accanto ai quali ve n'era un altro, ampio almeno il doppio, del libro New Moon, secondo capitolo della saga del vampiro Edward. Sotto questi tre manifesti faceva la sua comparsa un quarto, questa volta più piccolo, che raffigurava Palazzo dei Priori e sul quale era scritto: Volterra, l'ombra dei Volturi. Alla scoperta dei luoghi di New Ora è doveroso che spieghi, per chi non Moon si svolge a Volterra, in Piazza dei Priori (dove, contrariamente a quanto afferma l'autrice, non c'è nessuna fontana), più precisamente all'interno del Palazzo. Il libro narra che Volterra sia governata dai Volturi, vampiri malvagi che attirano le loro vittime nel Palazzo dei Priori fingendosi guide turistiche per poi svelare la loro vera identità e dissanguarle in massa. Ci tengo a puntualizzare che parlo da un punto di vista pienamente informato, avendo io letto tutta la saga; penso che siano libri che si lasciano leggere, che inizialmente appassionino, ma che diventino man mano sempre più monotoni e pesanti. Ma non è di questo che vi voglio parlare, voglio invece continuare a raccontarvi delle altre meraviglie che ho avuto il privilegio di osservare. Incuriosita da tutta quella pubblicità, sono entrata nell'ufficio turistico e sono rimasta di sasso: una delle quattro pareti del locale era completamente rivestita da un pannello di legno su cui era stato scritto a caratteri cubitali il nome di Edward, attorno al quale migliaia di persone avevano lasciato 16 Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 Palazzo dei Priori, Volterra liberopensiero liberopensiero Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 17 la propria firma. Accanto alla porta d'entrata era stato attaccata un'enorme mela rossa, anch'essa varianti della celebre mela di Twilight (da All'estremità inferiore del pannello era stata in legno. In una vetrinetta posta accanto alla parete erano state impilate decine di magliette su cui svettava la scritta “Bella + Edward 4ever”, mentre sul bancone dell'ufficio era presente una moltitudine di volantini che riportavano il programma del giro turistico di cui ho parlato in precedenza. Dopo essere uscita dall'ufficio, sconvolta, ho iniziato a guardarmi attorno con più attenzione: c'erano sì più ragazzine, ma non solo, ognuna di loro aveva la propria copia del depliant e in ogni edicola era possibile scovare svariate copie di Twilight, tradotte in ogni lingua possibile. Il colpo di grazia, però, l'ho ricevuto entrando in una delle botteghe dell'alabastro, per inciso la mia preferita. posizionato un cestino contenente tutte le quella normale, a quella morsicata, a quella con il cuoricino inciso sopra). Ovviamente non era solamente una particolarità di quel negozio: in tutte le botteghe era presente un angolino dedicato al vampiro e alla sua umana fidanzata. Ora mi viene spontaneo pormi la seguente domanda: ma è normale che Volterra, la città degli Etruschi e dell'alabastro, debba riempirsi di meline e T‐shirt di cattivo gusto per farsi pubblicità? Facciamo una cosa: vi pago io il biglietto per la visita del Palazzo dei Priori, vi giuro che nessun vampiro attenterà alla vostra vita. E se dovesse accadere chiederò umilmente scusa e vi pagherò anche il funerale. Inviateci i vostri articoli, disegni, vignette, poesie o semplici suggerimenti all'indirizzo: [email protected] 18 interviste Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 L'orchestra della IV B B., F., E., N. La IV b è una classe un po’ speciale… Basta, basta! Tempo scaduto! Di questo fino ad una delle ultime, Sara, quasi tutti strumenti!, <<Uff, va bene.(che noia questi Partendo dalla prima dell’alfabeto, Micol, suonano uno strumento. Suonano e non solo: c’è chi ha cantato in un coro, chi suona in una band, chi si esercita due ore al giorno per entrare al Conservatorio, chi è “simpatizzante” o chi è un appassionato che suona da anni e anni. Insomma si può proprio dire che la nostra sia una classe di musicisti, quasi un’orchestra completa, contando che, su 30, i suonatori in erba sono ben 13. Gli strumenti suonati dai nostri musicisti si possono dividere in tre categorie: gli archi, i fiati e gli strumenti a percussione. Si presenteranno da sé. <<Buongiorno violoncelli, potrebbero a degli tutti! Noi strumenti paragonare siamo che i si ai…baritoni¹. Facciamo parte della grande categoria degli strumenti ad arco. I gentili orchestrali che ci suonano ogni tanto ci stressano un po’: stanno minimo due ore al giorno a far scorrere ininterrottamente quel povero archetto, un nostro cugino di terzo grado, sulle nostre povere corde. Inoltre se non riescono a suonare quegli studi, facilissimi peraltro, si arrabbiano con noi…siamo proprio degli incompresi! Non pensano che possono essere noiosissimi anche per noi…>> passo non ci sarà più spazio per gli altri giornalisti, sempre fissati sugli orari)>>. <<era ora che la smettessero di cianciare quei presuntuosi dei violoncelli…ci siamo anche noi, noi poveri strumenti a fiato! In orchestra siamo sempre presi meno in considerazione degli archi e siamo anche in minoranza numerica. Noi flauti, ad esempio, siamo solo due o tre, ma ci facciamo valere. La nostra voce è cristallina e sa essere allo stesso tempo dolcissima e guerrigliera! Ehi voi, non datevi tante arie! A me, oboe, e al mio amico fagotto quasi non conoscono…ma non per questo siamo meno rispettabili, anzi direi quasi fondamentali! Giusto! Ogni strumento è fondamentale nell’ orchestra. Calma ragazzi, non facciamo come i violoncelli, lasciamo spazio alle chitarre e ai concludiamo la pianoforti.>> Oh, finalmente qualcuno di un po’ responsabile. <<Beh, noi quindi presentazione. Non vi preoccupate, saremo brevi! Quello che abbiamo da dire è che noi, pianoforti, ci sentiamo un po’ esclusi dall’orchestra, siamo sempre separati. Anche noi, chitarre, suoniamo sempre come soliste ma l’importante è suonare!>> interviste Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 Bene cari strumenti, siete stati molto bravi ma adesso basta. Passiamo la parola ai suonatori. Anna suona il fagotto al conservatorio da tre anni “Per entrare ho dovuto far domanda per arpa, flauto, oboe, fagotto, pianoforte, organo… Mi hanno preso per fagotto e dopo un anno “di prova” ho dovuto sostenere un esame che ha determinato il mio collocamento fra i tanti livelli che ci sono…” “no, non è difficile… ma bisogna esercitarsi quotidianamente!” Francesca suona il flauto traverso “Ho ricevuto l’idoneità, ma non c’era più posto (sempre in Conservatorio)… Il prossimo anno ci riproverò esercitarmi.” e intanto continuo ad Federica suona il pianoforte da tre anni e il violoncello e lo trova piuttosto faticoso, specialmente perché deve concentrarsi su due strumenti. Ha preso anche la licenza di solfeggio, materia che, a differenza di molti, non trova noiosa. Clarissa suona il violoncello e si esercita tre ore al giorno! Micol suona conservatorio organizzarsi… soddisfacenti!” l’oboe l’anno ma ed è entrata i risultati scorso."E’ nel difficile sono 19 così pure l’altra Giorgia. Giorgio è un appassionato di percussioni, Sara di flauto (è riuscita ad entrare in Conservatorio, nonostante per i flauti sia molto difficile) e, per finire, Carlo suona un strano flauto peruviano comunemente conosciuto come il “flauto di Pan”. Abbiamo appena presentato la IV b in un modo speciale, bhè anche perché questa classe è un po’ strana… Infatti,come sapete,molti componenti della classe suonano ad alti livelli vari strumenti. È molto impegnativo,sia economicamente parlando (minimo 400€=retta annua) sia in quanto a studio (come abbiamo detto prima). Molte persone pensano che iniziato il Liceo Classico sia difficile fare attività extra scolastiche,cosa che noi non crediamo vera perché conosciamo gente che fa entrambe le cose senza difficoltà. L’importante è sapersi organizzare,avere una buona dose di entusiasmo e capire quali sono le proprie priorità. Auguriamo a tutti questi musicisti di riuscire nel loro intento e che tutti possano capire il vero significato della musica: non solo una fatica ma anche un piacere!!! Luca suona il piano da ben nove anni, baritoni¹= delle tre voci di canto maschili, Giulia la chitarra ma non al Conservatorio, tenori, voce più acuta, e i bassi, la voce più Marianna e Giorgia suonano il violoncello, Valentina il pianoforte ma da privatista e non la più bassa ma quella di mezzo, tra i bassa. 20 recensioni Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 I segreti di Brokeback Mountain Ioana Rosca I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN è un film famiglia, storia d'amore tra due uomini, nata tra le soffocando del 2005 diretto da Ang Lee, che racconta la verdi colline del Wyoming. Il cast è composto da Heath Leadger nel ruolo di Ennis del Mar e Jake Gyllenhaal nel ruolo di Jake Twist. La storia è tratta dal libro "Love is a force of nature" di Annie Proulx. Dopo aver fatto domanda per lo stesso lavoro estivo da guardiani di pecore,i giovani Jake ed Ennis,uno molto estroverso e l'altro di poche parole,trascorrono molto tempo insieme nelle vallate di Brokeback mountain,in cui l'unico contatto umano che hanno e l'uno con l'altro. Proprio questa convivenza forzata li porta a instaurare un rapporto di sincera stima e poi di amicizia,che una notte li porterà a scoprire la grande passione che brucia tra di loro. Da quel giorno trascorrono il tempo scoprendo il loro amore a poco a poco, superando la timidezza e le paure per quel sentimento ancora indefinito che li unisce sempre di più. Alla fine dell'estate,però, i due devono salutarsi e sebbene non esternino le loro emozioni, traumatico il per momento entrambi, dell'addio anche è se dopotutto riescono a tornare alla loro vita di sempre. I due infatti si sposano e mettono su illudendosi con le i loro di rispettive vivere fidanzate, tranquillamente sentimenti, ma c'è qualcosa che manca in loro, qualcosa che avrebbero preferito dimenticare, perchè la loro cultura, la loro società e le loro tradizioni non avrebbero mai compreso e accettato. La loro finzione dura per otto anni, ma quando Jake riesce a trovare Ennis, dal loro incontro cambiato capiscono tra di subito loro, che anzi, nulla la è loro insoddifazione coniugale li ha avvicinati ancora di più. Da quel momento i due continuano a vedersi poche volte all'anno, per non dare nell'occhio, trascorrendo giornate in montagna in cui possono essere davvero loro stessi senza doversi nascondere. Anche se Ennis accetta la realtà e si adegua a una vita anonima, Jake prova un forte vuoto esistenziale e fa molta fatica a ritornare alla sua vita normale, tanto che offre a ennis la possiblità di vivere con lui, l'altro però è scettico e continua a pensare che due uomini desterebbero che troppo vivono clamore. insieme Dopo l'ennesimo rifiuto di Ennis, Jake cerca consolazione alla sua solitudine altrove. Dopo un litigio per questo motivo,i loro recensioni Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 21 rapporti si interrompono, e quando Ennis sfondo omofobo. Passano gli anni,ma Ennis l'ultimo è morto, e dopo essersi informato una sua camicia, gli giura amore eterno. manda una cartolina all'amico, scopre che capisce che è stato a causa di un omicido a continua a pensare a Jake, e accarezzando Consiglio questo film a tutti coloro che all'altra, che al di là delle loro fattezze si supera ogni ostacolo, quello che non parte da mondo vogliono capire cos'è l'amore vero, quello che nessun presupposto, ma dal solo fatto che due persone si sentono appartenere l'una completano l'un l'altra senza accorgersi del che le circonda quando sono insieme...perchè l'amore è una forza della natura. 22 Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 grazie Si ringrazia Federica Messina per il fumetto delle pagine 6 ‐ 7, Amalia Fucarino per la foto di copertina, i nostri corrispondenti Martha Masoero dalla California eTommaso Pirfo dall'Australia, tutti coloro che ci hanno inviato degli articoli che purtroppo non è stato possibile pubblicare su questo numero per ragioni di spazio (li vedrete nel prossimo JoeBerti), la Sig.ra De Chirico, la professoressa Genta e la professoressa Boggio. La foto di pag.4 è stata presa dal sito www.cometaperiodica.worldpress.com, quella di pag. 5 dal sito www.spindoc.it, quella di pag. 11 dal sito www.youtube.com, quella di pag. 14 dal sito www.realmotor.it quella di pag. 20 dal sito www.tvtropes.org. Editoriale a cura di Delia San Martino Impaginazione a cura di Eliana Vitolo Docente referente: Maria Luisa Genta b e .jo o n m i l na il.co r gio ma @g ti r e noi Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 la redazione COORDINATORI DELLA REDAZIONE Delia San Martino II A sede [email protected] Eliana Vitolo II A sede [email protected] REDATTORI Emma Prosdocimo III C sede [email protected] Tommaso Pirfo II D succursale [email protected] Viola Torre I A sede [email protected] Giulietta de Luca II G [email protected] 23 24 l'ultima parola Anno 5 - Numero 1 Ottobre 2009 Avvertenze Julia V. Avvertenza n°1: Avvertenza n°2: Dov'è finita l'influenza suina? Le scomode famiglie allargate virus che sembra essere la peste del XXI matrimonio con Elena, la mia prima moglie. Tutti vi sarete certamente accorti del nuovo secolo: l'influenza suina. A giugno tutti coloro che dovevano partire per la Gran Bretagna venivano guardati come dei poveretti che andavano incontro alla propria fine, i tg trasmettevano servizi di intere città popolate di abitanti in mascherina, il governo italiano parlava di vaccini a tutto spiano prima di Natale, il consumo di carne suina si riduceva al minimo, tutti gli italiani nell'isola inglese venivano terrorizzati dai presunti controlli degli aereoporti dove (così si diceva) un colpo di tosse poteva costare la quarantena, insomma SWINE FLU era la parola jolly dell'estate. Tutto questo fino a quando gli allevatori di suini si sono stufati e hanno protestato affinchè venisse usato un nuovo termine per questo virus, perchè influenza suina spaventava i consumatori che così non compravano più. Quindi ora parlaimo di INFLUENZA A, e chi osa chiamarla "colvecchionome" stia attento. Chissà che al prossimo caso di mucca pazza non sentiremo di "bovini mentalmente instabili". "Lui è Daniele, mio figlio, è nato dal [...] Poi riparto e vado a prendere i gemelli Marco e Luca, gli altri due miei figli, cioè di mia moglie, la mia nuova moglie. [...] Riparto e vado subito a prendere la mia terza figlia, la piccola Sofia, [...] è la figlia della mia attuale moglie. [...] Poi prendo Mattia che ho appena saputo che è mio figlio". Il discorso riportato appartiene allo spot di una nota macchina francese che, a detta della pubblicità in questione, "fa posto a tutte le famiglie". Ebbene forse la casa automobilistica francese sì, ma non la Rai che, ritenendo lo spot alquanto scomodo (sono infatti molteplici i riferimenti a matrimoni finiti e famiglie allargate), ha pensato bene di non mandarlo più in onda. Forse teme che ci si possa scandalizzare oppure, nonostante gli italiani abbiano già votato anni fa a favore del divorzio, vuole ricordarci i vecchi e buoni costumi? A voi l'interpretazione.