somalia - Aiuto alla Chiesa che Soffre
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somalia - Aiuto alla Chiesa che Soffre
SOMALIA Il Paese è privo di un governo centrale che eserciti il potere su tutto il territorio nazionale, dal 1991, anno in cui un’insurrezione armata ha portato al collasso il governo del Presidente Siad Barre. Il potere è diviso (e conteso) fra quattro entità: nel centro-sud si affrontano il Governo federale di transizione (GFT) – nominato dal Presidente Sharif Ahmed, in carica dal 31 gennaio 2009 e che gode del riconoscimento internazionale – e il gruppo armato islamista radicale alShabaab che nel tempo ha assorbito tutte le milizie islamiste che combattevano il GFT. Questi gruppi derivavano dalla frantumazione dell’Unione delle Corti islamiche (UCI, il cui leader era stato lo stesso Sharif Ahmed) che, nel 2006, occupò e governò per alcuni mesi la capitale Mogadiscio e quasi tutta la Somalia centro-meridionale, prima di essere sconfitta da una coalizione di truppe del GFT e dell'Etiopia. Al-Shabaab, ufficialmente indicata come organizzazione terrorista sia dagli Stati Uniti (dal 28 febbraio 2008) che dall’Unione Europea per i suoi legami con Al Qaida, è formalmente confluita in Al Qaida (con la quale era ufficialmente alleata dal febbraio 2010) il 9 febbraio 2012, ma alcuni comandanti non hanno accettato la deliberazione e hanno deciso di stabilire strutture separate e operare sulla base di una piattaforma politica strettamente somala. Nel corso del 2011 Al-Shabaab ha perso terreno: nel mese di agosto è stata espulsa da Mogadiscio, dove controllava quasi un terzo della capitale, con l’intervento di truppe del GFT e dell'AMISOM (Contingente Militare dell'Unione Africana) che l’hanno portata a cedere anche altre porzioni di territorio. Ai successi del GFT ha contribuito anche la sua alleanza, siglata nel marzo 2010, con Ahlu Sunna waa Jamma (ASWI), un’organizzazione sufi apolitica fondata per contrastare il radicalismo dei gruppi islamisti. Dal 2008, quando gli Al-Shabaab hanno iniziato a distruggere i santuari sufi locali e uccidere gli imam di riferimento di questa corrente confessionale, ASWI dispone di un braccio armato costituito da miliziani di diversi clan che controllano regioni al centro del Paese. Alcuni suoi esponenti sono entrati a far parte del GFT. Nel giugno 2011 i mandati del Presidente Ahmed e delle altre istituzioni sono stati prorogati – presumibilmente per l’ultima volta – fino all’agosto 2012, quando dovrebbero svolgersi, per la prima volta dopo la caduta di Siad Barre nel 1991, elezioni generali. Nelle regioni settentrionali sono presenti due entità politiche organizzate: nell’estremo Nord il Somaliland, che dal 1991 rivendica l’indipendenza, pur senza riconoscimento da parte di alcun altro Stato, e a Sud, la regione autonoma del Puntland che dal 1998 rivendica l’autogoverno all’interno di una Somalia federale. La Costituzione federale transitoria messa a punto dal GFT garantisce formalmente la libertà religiosa, ma, al contempo, istituisce come religione nazionale l’islam. L’articolo 15 stabilisce che «tutti i cittadini della Repubblica somala […] hanno diritto all’uguale protezione e all’uguale beneficio della legge, senza distinzione di razza, origine, lingua, religione, sesso o affiliazione politica». Nella Costituzione citata non c’è una paragrafo specifico sulla libertà religiosa e l’articolo 71, al paragrafo 2, stabilisce che «per tutte le materie non trattate e non incompatibili con questa Carta» venga applicata quella 1960 e le leggi nazionali in seguito approvate. All’articolo 29 la Costituzione del 1960 sancisce: «Ogni persona ha diritto alla libertà di coscienza e a professare liberamente la sua religione e a praticare il suo culto, soggetto alle limitazioni che possono essere prescritte dalla legge allo scopo di salvaguardare la morale, la salute e l’ordine pubblici». Esiste poi una bozza di riforma della Costituzione – redatta dalla Commissione indipendente federale per la Costituzione e consegnata nell'agosto 2010 – che dovrebbe essere sottoposta a dibattito e referendum popolare quando le condizioni politiche e di sicurezza lo permetteranno. Il primo articolo specifica che la nuova Costituzione si basa sulle fondamenta poste dal Sacro Corano e dalla Sunna. L'articolo 2 stabilisce che l'Islam è la religione di Stato, che non è permesso il proselitismo di nessun'altra religione e che nessuna legge contraria alla Shari’a può entrare in vigore. L'articolo 3 dichiara che la Legge islamica dev’essere la legge del Paese. È confermata la disposizione secondo cui lo Stato non discrimina nessuno in base alla religione e permette ai somali di praticare liberamente la loro fede, ma si ribadisce che i musulmani non possono convertirsi ad una religione diversa dall'Islam. Si precisa poi che i membri dell'ordine giudiziario devono essere qualificati in diritto islamico oltre che in diritto civile e costituzionale. Il 18 aprile 2009 il Parlamento ha approvato una legislazione per l’applicazione della sharia, la legge coranica, su tutto il territorio nazionale. Il testo è entrato in vigore dopo la firma del Presidente il 10 maggio. In pratica, nei territori sotto il controllo del GFT, i tribunali giudicano sulla base di normative che sono una combinazione di Shari’a, diritto tradizionale, diritto consuetudinario (xeer) e articoli del Codice Penale vigente prima del 1991, non essendovi accordo su cosa esattamente debba essere inteso per sharia. Firmando il relativo decreto, il Presidente Sharif ha precisato che l'applicazione della legge coranica avrebbe rispettato la democrazia, i diritti umani e quelli della donna e che avrebbe nominato esperti legali per appianare le differenze fra la Shari’a e le altre leggi in vigore. Tali esperti non risultano finora nominati. Anche la Costituzione del Somaliland e quella del Puntland contengono misure in materia di libertà religiosa. L’articolo 5 della Costituzione del Somaliland istituisce l’islam come religione ufficiale e proibisce la promozione di qualunque altra religione. L’articolo 313 del Codice Penale fissa poi le pene per i musulmani che cercano di cambiare religione. Gli articoli 41 e 82 stabiliscono espressamente che Presidente, Vice-presidente e Presidente del Parlamento, devono essere musulmani. L’articolo 15 stabilisce che l’educazione islamica è obbligatoria a tutti i livelli e che la promozione di scuole coraniche è responsabilità dello Stato. La Costituzione enuncia anche che le leggi del Paese devono derivare dall’islam e non possono essere in contraddizione con esso. Per quanto riguarda i partiti politici, vengono elencate restrizioni per quelli basati su un particolare gruppo religioso, credenze religiose o interpretazioni della dottrina islamica. La nuova Costituzione del Puntland, entrata in vigore il 30 giugno 2009, ammette la libertà di culto, ma vieta la conversione dei musulmani ad altra religione. L’articolo 8 proibisce il proselitismo di qualunque religione diversa dall’islam; l’articolo 12 stabilisce che i non musulmani sono liberi di praticare la propria religione e non possono essere costretti a diventare musulmani, ma anche che ai musulmani non è permesso di abbandonare la fede islamica. La Costituzione permette la formazione di partiti basati sull’orientamento religioso e stabilisce che i candidati alla presidenza dello Stato siano di religione musulmana. Nei territori controllati da al-Shabaab non vige alcuna Costituzione, ma è applicata una versione radicale della Shari’a che non lascia alcuno spazio non solo alla pratica di religioni diverse da quella islamica, ma anche all’islam somalo tradizionale di origine sufi, considerato eretico. Le persone sospettate di aver abbandonato l’islam per il cristianesimo, sono vittime di esecuzioni capitali senza processo, mentre è applicata la lapidazione come punizione per l'adulterio, il taglio della mano per il furto, quantità variabili di frustrate per le infrazioni minori. Nei territori sotto il controllo di al-Shabaab, con motivazioni religiose sono stati distrutti antichi cimiteri e santuari sufi, vietate le proiezioni cinematografiche e le esibizioni musicali, il fumo, le acconciature dei capelli considerate occidentali, le partite di calcio, i canti e le danze in occasione di matrimoni, la visione in luoghi pubblici di trasmissioni televisive; è stato imposto un severo abbigliamento islamico alle donne che implica la velatura di tutto il corpo. Le donne non possono dedicarsi ad attività commerciali che le mettano in contatto anche con clienti di sesso maschile, come, per esempio, la vendita del the; non possono viaggiare negli stessi mezzi di trasporto degli uomini né stringere loro la mano per salutarli. Gli uomini non possono tagliarsi la barba e indossare pantaloni che scendano sotto la caviglia. Sono stati chiusi cinema, incendiati mercati dove si vendeva il khat (un narcotico somalo tradizionale), vietate le suonerie dei cellulari che non siano versetti del Corano cantati, proibiti tutti i videogiochi, vietata la musica non islamica. Le radio che non si sono attenute a questo ordine sono state chiuse. Tutte le attività commerciali devono fermarsi negli orari delle cinque preghiere quotidiane. Al-Shabaab recluta giovani formati in scuole coraniche radicali dove vengono esaltati il jihad e il martirio anche sotto forma di attacchi suicidi. L’obiettivo politico-religioso è la creazione di uno Stato islamico retto da un’interpretazione della Shari’ a coincidente con le norme sopra esposte e che dovrebbe annettere alla Somalia internazionalmente riconosciuta, i territori di Etiopia, Kenya e Gibuti abitati da etnie somale. Sa segnalare che, nel solo febbraio 2011, nella sola regione del Basso Giuba sono state arrestate 150 persone per violazioni riferite ad alcune delle proibizioni sopra elencate. Situazione di fatto I diritti di libertà religiosa affermati dalla Costituzione transitoria del GFT e del Puntland non sono rispettati nella pratica. I governi non si sono dati strumenti per far rispettare quanto previsto in materia dalle loro Costituzioni né esistono procedure di legge per ricorsi o denunce giudiziarie da parte di chi si senta leso nei suoi diritti di libertà religiosa. Nei fatti la pratica di religioni diverse dall’islam provoca reazioni intolleranti in tutto il territorio somalo e le conversioni sono scoraggiate da forme di ostracismo ed emarginazione sociale. Le attività di culto dei cristiani, cattolici e protestanti evangelici – poche migliaia su tutto il territorio – si svolgono in clandestinità, per lo più all’interno delle case private, anche perché in tutto il Paese non esistono più edifici di culto cristiano aperti al pubblico. Nel 2011 sono proseguiti gli assassinii di cristiani o presunti tali da parte di Al-Shabaab, omicidi iniziati in modo sistematico nel 2008. Sono proseguite pure le violenze contro sufi e dirigenti governativi esponenti di un islam differente da quello predicato da Al-Shabaab. Le loro attività di culto, inclusi pellegrinaggi e celebrazioni di feste, sono state ostacolate e le loro moschee sono state chiuse1. Uccisioni di cristiani e altre violenze anticristiane Una madre di quattro figli minorenni (fra i 4 e i 12 anni) è stata assassinata a motivo della sua fede cristiana nei pressi di Mogadiscio il 7 gennaio scorso per mano di estremisti della milizia alShabaab. Asha Mberwa, 36 anni, è stata sgozzata davanti agli altri abitanti del villaggio di Warbhigly nel tardo pomeriggio, dopo essere stata catturata la mattina prima nei pressi della sua abitazioni. Da tempo minacciata, si stava preparando ad abbandonare la località di residenza insieme al marito e ai quattro figli che vivono , separati, in località segrete2. Un cristiano convertito dall’islam di nome Abdirahman Hussein Roble è stato ucciso a Mogadiscio il 26 gennaio scorso da miliziani al-Shabaab che lo accusavano di spionaggio e di fitna, la divisione interna alla comunità islamica. La famiglia ha saputo dell’omicidio da testimoni oculari. Abdirahman, padre di due figli, si era convertito al cristianesimo nel 2009. Mentre i suoi carcerieri pregavano, un altro cristiano, catturato da miliziani al-Shabaab in un’area del distretto di Afgoy l’8 gennaio scorso, è riuscito a fuggire dalla prigione di fortuna in cui era detenuto, primo caso di fuga riuscita dalle mani di al-Shabaab3. Ancora nel distretto di Afgoy, nella seconda metà di gennaio, membri di al-Shabaab hanno confiscato otto proprietà agricole appartenenti a cinque cristiani convertiti dall’islam e a tre musulmani che stavano frequentando corsi biblici tenuti da cristiani nelle città di Afgoy e Baidoa. La maggior parte dei proprietari colpiti dal sequestro sono fuggiti e sono costretti a rimanere nascosti4. Hassan Aawe Adan, un giovane di 21 anni di Shalambod, nel Basso Scebeli, è stato assassinato a colpi di arma da fuoco la sera del 18 aprile nei pressi della sua abitazione per opera di due miliziani di al-Shabaab che l’hanno trascinato fuori di casa. Era accusato di essersi convertito al cristianesimo e la madre di lui era stata messa in guardia da un parente appartenente all’organizzazione. Gli assassini si sono dileguati al grido di “Allah-uAkbar!”. Hassan era convertito al cristianesimo da pochi mesi e viveva coi genitori e la sua famiglia che non erano al corrente della conversione5. Il corpo decapitato di Juma Nuradin Kamil, un cristiano convertito dall’islam, è stato trovato alla periferia della città di Hudur, nella regione di Bakool (Somalia sud-occidentale) nel pomeriggio del 2 settembre; l’uomo era stato rapito il 21 agosto precedente da tre presunti miliziani di AlShabaab che lo avevano costretto a salire sulla loro auto6. Militanti estremisti islamici di Al-Shabaab hanno decapitato un 17enne cristiano nei pressi di Mogadiscio il 25 settembre. Guled Jama Muktar è stato assassinato all’interno della sua casa a 1 Per la situazione generale cfr. : United States Commission on International Religious Freedom 2012 Annual Report; Release International.org; Open Doors 2 Compass Direct News, 17 gennaio 2011 3 International Christian Concern, 23 febbraio 2011 4 International Christian Concern, 3 febbraio 2011 5 Compass Direct News, 20 aprile 2011 6 Compass Direct News, 12 settembre 2011 Deynile, 20 km da Mogadiscio. Tutta la famiglia di Guled era verosimilmente bersaglio dell’aggressione, ma al momento del raid – compiuto alle 6 del mattino – gli altri si erano già recati alla loro bottega nel mercato di Hamarweyne, alla periferia di Mogadiscio. I Muktar si erano convertiti al cristianesimo in Kenya, da dove erano tornati nel 2008, dopo alcuni anni vissuti come emigrati. La famiglia era tenuta sotto osservazione da tempo dagli estremisti perché organizzava nella sua residenza incontri segreti per lo studio della Bibbia. Dopo aver dato sepoltura al coropo di Guled, I superstiti si sono resi irreperibili7. Il 25 ottobre, in una città del Kenya al confine con la Somalia, un giovane emigrato somalo cristiano di 25 anni è stato selvaggiamente aggredito e gravemente ferito da un gruppo di connazionali che l’hanno colpito con mazze di legno e sbarre di ferro e, dopo averlo ferito anche con un coltello, lo hanno lasciato privo di conoscenza e senza vestiti, nei pressi di una chiesa. Hassan (il cognome non può essere citato per motivi di sicurezza), cristiano dall’età di 7 anni, è stato accusato di apostasia dai suoi sei aggressori, appartiene a una famiglia cristiana della rete delle chiese domestiche clandestine, trasferitasi in Kenya da circa 10 anni8. Nel pomeriggio del 22 dicembre una convertita somala di 28 anni è stata frustata in pubblico di fronte ad una folla numerosa e partecipe nella città di Janale, nella regione del Basso Scebeli, come punizione per aver abbracciato «una religione straniera». Sofia Osman, originaria della stessa località, era stata arrestata nel corso del mese di novembre da militanti di Al-Shabaab; dopo averle inflitto 40 frustate, i suoi carcerieri l’hanno rilasciata e affidata alle cure dei suoi familiari. La donna è stata trasferita in una località sconosciuta. Sofia aveva lasciato l’islam per abbracciare il cristianesimo nel 20079. Violazioni della libertà religiosa di musulmani Ai primi di febbraio Mohamed Roble, uno sceicco sufi, e otto suoi studenti sono stati arrestati a Baidoa dai guerriglieri al-Shabaab. La loro colpa era quella di voler celebrare la nascita del profeta Maometto10. 7 Compass Direct News, 19 ottobre 2011 Compass Direct News, 4 novembre 2011 9 Compass Direct News, 10 gennaio 2012 10 Alshahid Network, 15 febbraio 2011 8