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Agenda 21
Sommario
A.R.P.A.C.
Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania
Via G. Porzio,4 - Centro Direzionale Is. E/5 - 80143 NAPOLI
Tel. 081 7780534 fax 081 7782536
Locale
Ambiente e sviluppo
Che cos’è lo Sviluppo Sostenibile?
Che cos’è Agenda 21?
Che cos’è Agenda 21 locale?
Agenda 21 locale in Italia
Le tappe del processo di Agenda 21 locale
- Attivazione del processo
- Coinvolgimento del pubblico e dei partner
- Predisposizione del quadro diagnostico
- Individuazione delle priorità e definizione degli obiettivi
- Piano d’Azione Ambientale
- Monitoraggio del Piano d’Azione Ambientale
Perché attuare Agenda 21 locale?
L’A.R.P.A.C. per Agenda 21 locale
Le date dello sviluppo sostenibile
Per saperne di più
Agenda 21 in rete
Agenda 21 locale in Campania
1
Ambiente e sviluppo
Lo sviluppo sociale ed economico
del nostro pianeta è stato indirizzato, in particolare dal secondo
dopoguerra, al raggiungimento di
livelli di benessere economico
sempre più elevati ricorrendo all'uso indiscriminato delle risorse
naturali ed all'utilizzo di tecnologie e processi produttivi dei quali
si ignoravano gli effetti negativi sull'ecosistema.
Per molto tempo si è ritenuto che non esistesse alcun limite
alla crescita poiché “il mondo era ormai entrato nell’epoca
aurea ed inesauribile della modernizzazione dove tutto era
possibile grazie alla potenza creativa della tecnologia”. 1
Questa errata convinzione ha portato, nel volgere di qualche
decennio, all’inquinamento delle acque dei mari e dei fiumi,
all’irrespirabilità dell’aria delle città, all’accumulo di rifiuti
che non trova ancora una corretta via di smaltimento.
La scarsa coscienza ambientale ha provocato, tra gli altri, i
ben noti fenomeni dell'effetto serra, dell’ assottigliame nto
dello strato di ozono nella stratosfera, del crescente esaurimento delle risorse naturali, della progressiva perdita della biodiversità.
1
Alla fine degli anni ’60 si inizia a prendere coscienza
dell’enorme costo ecologico che l’uso indiscriminato delle risorse naturali comporta per la collettività.
Comincia ad affermarsi il concetto di sviluppo sostenibile
inteso come realizzazione di un equilibrio tra sviluppo economico e tutela dell’amb iente, un modello di sviluppo nuovo
che può assicurare a noi e ai nostri figli un futuro migliore.
Herman Khan (1967), L’anno duemila.
2
Che cos’è lo Sviluppo Sostenibile?
La prima definizione di
sviluppo sostenibile, come
modello di sviluppo “in grado
di soddisfare i bisogni della
generazione presente, senza
compromettere la possibilità
che le generazioni future
riescano a soddisfare i propri”, si rinviene nel Rapporto della World Commission on Environment and Development
(WCED), più noto come Rapporto Brundtland (1987).
In tale documento si legge, tra l'altro: “… uno sviluppo sostenibile deve, perlomeno, non apportare danni ai sistemi
naturali che costituiscono la base della vita sulla Terra, vale
a dire l’atmosfera, le acque, il suolo e gli esseri viventi. Non
esistono precisi limi ti alla crescita, in termini di popolazione
o di uso delle risorse, superati i quali, si abbia il disastro
ecologico ..., ma esistono pur sempre limiti ultimi e la sostenibilità esige che, assai prima che li si raggiungano, il mondo
assicuri equo accesso alle risorse limitate e riorienti gli
sforzi tecnologici allo scopo di alleggerire le pressioni
sull’ambiente ...”
Nel 1991 World Conservation Union, United Nation Environment Programme e World Wide Fund for Nature hanno
ulteriormente specificato il concetto, intendendo per sviluppo sostenibile ”… il miglioramento della qualità della vita,
senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di
supporto, dai quali essa dipende”.
Nel 1997 l’International Council for Local Environmental Initiatives (ICLEI) lo ha definito come uno sviluppo che offre
"servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i
membri di una comunità, senza danneggiare i sistemi naturali, culturali e sociali su cui si fonda tale soddisfazione e senza ridurre le potenzialità di sviluppo sostenibile delle comunità locali in altre parti del mondo”.
Promuovere lo sviluppo sostenibile significa ricercare un equilibrio tra le tre dimensioni: economia, società e ambiente,
al fine di arrestare il degrado ambientale, impedire
l’impoverimento delle future generazioni e migliorare la qualità della vita.
Che cos’è Agenda 21?
In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite
sull’Ambiente e lo Sviluppo (UNCED), organizzata a Rio de
Janeiro nel giugno del 1992, viene redatto il Programma delle Attività per il XXI secolo, ossia Agenda 21.
Tale documento di natura programmatica individua gli obiettivi, le politiche e le azioni da attuare nel XXI sec olo in
campo ambientale.
Il Programma è finalizzato a favorire lo sviluppo sostenibile,
ponendo un freno all’utilizzo indiscriminato delle risorse naturali che minaccia l’equilibrio del nostro pianeta.
3
Che cos’è Agenda 21 locale?
Perseguire la sostenibilità a livello locale presuppone
l’individuazione e la definizione di strategie delineate caso
per caso.
E’ impossibile utilizzare identiche politiche ambientali per
tutte le città e le comunità locali. Ogni realtà è diversa per
dimensione, cultura, risorse e deve trovare da sé la migliore
vocazione ambientale, attingendo alla propria storia e dotandosi di strumenti adeguati a risolvere i problemi specifici del proprio contesto.
In occasione della Conferenza di Rio fu rivolto un invito alle
comunità locali perché si dotassero di una propria Agenda
21.
In proposito, il documento conclusivo al capitolo 28, recita
“… ogni autorità dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali, le imprese private ed adottare una propria
Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le autorità locali dovrebbero apprendere
ed acqui sire dalla comunità locale e dal settore industriale,
le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie”.
L’Agenda 21 locale consiste nello sforzo comune, all’interno
di una collettività, per raggiungere il massimo del consenso
tra l’amministrazione e gli attori sociali (cittadini, associazioni, imprese) per la definizione e l’attuazione di un Piano di
Azione che definisca progetti, interventi, azioni e strategie
tesi alla sostenibilità ambientale per il XXI secolo.
La scala locale è considerata quella più idonea a promuovere
iniziative mirate e perciò più efficaci. La pubblica amministrazione locale è la più vicina ai problemi ambientali locali
per comprenderne le specificità e le urgenze.
Allo stesso modo gli attori sociali, conoscendo a fondo la
realtà ambientale locale, possono giocare un ruolo attivo di
partner dell’amministrazione per la definizione di
un’efficace politica ambientale.
4
Agenda 21 locale in Italia
Molte amministrazioni locali italiane hanno autonomamente
avviato una propria Agenda 21 considerando che “… le opportunità che il processo rende disponibili sono notevolissime e possono tradursi in benefici diretti e indiretti tali da
connotare positivamente anche il bilancio economico
dell’intera operazione”. 2
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, per
incentivare tale processo, ha emanato un bando per il cofinanziamento di progetti finalizzati alla diffusione di iniziative di sviluppo sostenibile a livello locale (D.M. 18 Dicembre 2000). L’iniziativa ha registrato oltre 800 domande
di partecipazione.
In Campania, dei 49 progetti presentati, ne sono stati ammessi al co-finanziamento quelli del Comune di Atripalda
(AV), di Marcianise (CE), di Pagani (SA), di Pomigliano
d’Arco (NA), di Portici (NA), di Solofra (AV), di Sorrento
(NA), della Provincia di Napoli, della Provincia di Salerno,
dell’Ente Parco del Cilento e Vallo di Diano (SA).
Il successo dell’iniziativa ha indotto il Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio alla predisposizione di un nuovo bando pubblicato sulla G.U. n. 188 del
12/08/02.
2
Le tappe del processo di Agenda 21 locale
Attivazione del processo
Coinvolgimento del pubblico e dei partner
Predisposizione del quadro diagnostico
Individuazione delle priorità e
definizione degli obiettivi
Piano di Azione Ambientale
Monitoraggio del Piano di Azione Ambientale
ANPA Linee guida per le Agende 21 Locali, Roma, 2000.
5
- Attivazione del processo di Agenda 21 locale
E’ compito delle amministrazioni locali promuovere, coordinare e sostenere l’iniziativa. Il successo di quest’ultima è
strettamente connesso all’impegno profuso dai diversi attori sociali operanti nell’ambito della comunità locale.
Le azioni da intraprendere per l’attivazione del processo di
Agenda 21 locale sono:
• sensibilizzazione e coinvolgimento degli organi decisionali
locali, come la Giunta ed il Consiglio Comunale; 3
• adesione alla Carta di Aalborg. 4L’amministrazione interessata deve deliberare in tal senso. 5Tale adesione rappresenta l’atto formale di iscrizione alla Campagna Europea delle Città Sostenibili;6
3
E’ opportuno che l’iniziativa venga attivata e seguita da un assessore o
da un rappresentante del Consiglio.
4
La Carta di Aalborg rappresenta la versione europea del Documento di
Rio. In essa si indicano gli agglomerati urbani quali principali artefici del
processo di degrado ambientale e si invitano le autorità locali a definire
piani e strategie di lungo termine orientate allo sviluppo sostenibile.
5
Il modulo per la sottoscrizione alla Carta di Aalborg è disponibile
all’indirizzo internet: www.sustainable-cities.org (nella sezione “How to
join”).
6
La Campagna Europea delle Città Sostenibili è la principale iniziativa di
promozione dell’Agenda 21 locale attivata dalla Commissione Europea
negli ultimi anni. Scopo di tale Campagna è quello di promuovere
l’adesione delle Comunità Locali alla Carta di Aalborg e di assisterle nella definizione di politiche volte ad integrare lo sviluppo economicosociale con la dimensione ambientale.
• sottoscrizione della Carta di Ferrara7 che determina
l’inserimento nel circuito delle amministrazioni locali italiane impegnate su questo tema;
• costituzione e formazione di un gruppo tecnico nell'amb ito dell’ente locale. L’impegno politico a promuovere il processo si fonda su un gruppo di lavoro interno
all’amministrazione che ha il compito di definire il percorso, assistere tutte le fasi ed attivare le relazioni interne ed esterne.
- Coinvolgimento del pubblico e dei partner
Il processo si avvia nel momento in cui si raccoglie la disponibilità e l’interesse dei diversi attori sociali nell’ambito della comunità locale.
Le azioni da intraprendere sono:
• informazione ai cittadini su Agenda 21 locale ( ad esempio: organizzazione di convegni, istituzione di sportelli in-
7
La Carta di Ferrara (successivamente sviluppata nella Carta di Firenze) sintetizza gli obiettivi del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.
Il Coordinamento Agende 21 Locali Italiane è un’associazione nazionale
volontaria tra Comuni, Province, Regioni ed altri Enti locali impegnati in
processi di Agenda 21 locale. Si può aderire in qualità di soci o socisostenitori. L’associazione ha sede a Modena presso l’Amministrazione
Provinciale-Segreteria Coordinamento Agende 21 Locali Italiane–Area
Programmazione e Pianificazione Territoriale-(e-mail: coordinamen [email protected] -tel.059209434-fax: 059209398)
6
formativi o banche dati, articoli su quotidiani e periodici
locali, predisposizione di siti web);
• incontri con i portatori di interessi locali (imprese, associazioni di categoria, associazioni no-profit, scuole, università, ordini professionali, organizzazioni sindacali,
ASL, Enti, agenzie pubbliche);
• istituzione del Forum Ambientale allo scopo di:
> orientare il processo di Agenda 21 locale;
> promuovere il coinvolgimento della popolazione e raccoglierne le osservazioni mediante sondaggi ed inchieste con la collaborazione dei media locali;
> presentare proposte, progetti, iniziative di azione locale finalizzate allo sviluppo sostenibile;
> individuare le priorità di intervento sulla base delle
criticità e delle emergenze locali.
- Predisposizione del quadro diagnostico
Il quadro diagnostico quantifica e valuta la dimensione dei
problemi ambientali locali. Esso si articola in:
• audit esterno che consiste nella valutazione del contesto
ambientale
e
territoriale
nel
quale
opera
8
l’amministrazione locale;
• audit
interno
che
consiste
nella
valutazione
dell’organizzazione interna dell’amministrazione locale e
8
L’audit esterno è generalmente rappresentato dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente che definisce lo stato attuale dell’ambiente locale.
delle ricadute ambientali delle politiche attivate dalla
stessa. 9
- Individuazione delle priorità e definizione degli obiettivi
La conoscenza della realtà locale, come descritta nel quadro
diagnostico, costituisce la base per:
• individuare gli scenari futuri di sviluppo locale;
• verificare le possibilità d’intervento e le strategie
d’azione;
• definire gli obiettivi dell’azione ambientale;
• fissare l’ordine di priorità dei problemi da affrontare per
calibrare gli impegni ed i finanziamenti;
• stabilire obiettivi specifici per le componenti ambientali,
come ad esempio i valori guida di qualità dell’aria ed i livelli sonori massimi dedotti da normative ed accordi internazionali.
- Piano di Azione Ambientale
9
L’audit interno implica la disponibilità e la volontà dell’amministrazione
a mettersi in discussione ed a riorientare l’organizzazione amministrati va e le strategie di sviluppo dei principali settori di governo verso o biettivi di sostenibilità ambientale. Esso può indurre l’amministrazione
ad adottare un Sistema di Gestione Ambientale, secondo le procedure
EMAS o ISO 14000.
7
Definiti gli obiettivi ed individuate le priorità,
l’amministrazione predispone una proposta di Piano d’Azione
Ambientale in cui si definiscono:
• criticità ambientali;
• pressioni che le attività umane esercitano sull’ambiente;
• politiche da avviare;
• responsabili per l’attuazione dei singoli programmi;
• tempi di realizzazione.
Il Piano rappresenta un pacchetto di progetti operativi cantierabili mediante i quali si realizzano le aspettative e gli
obiettivi evidenziati nel Forum.
L’adozione formale del Piano, da parte dell’amministrazione
locale, è preceduta dalla pubblicazione della proposta di Piano d’Azione Ambientale e dalla consultazione allargata alle
forze politiche, sociali, economiche e culturali.
• confrontare i risultati conseguiti con gli obiettivi stabiliti;
• verificare lo stato di avanzamento dei singoli programmi;
• integrare e modificare alcuni contenuti del Piano in funzione degli obiettivi.
- Monitoraggio del Piano di Azione Ambientale
Il Piano d’Azione è uno strumento programmatico flessibile
e dinamico. Esso deve governare l’evoluzione di fenomeni
complessi, alcuni dei quali caratterizzati da elevati livelli di
incertezza e di difficile previsione. Pertanto l’ efficacia del
Piano è condizionata dalla predisposizione di adeguati strumenti di monitoraggio che evidenzino i risultati positivi delle
azioni intraprese, così come le tendenze negative al fine di
individuarne tempestivamente le cause.
L’attività di monitoraggio consiste nel:
8
Perché attuare Agenda 21 locale?
L’ A.R.P.A.C. per Agenda 21 locale
L’attivazione del processo di Agenda 21 locale induce benefici diretti ed indiretti quali:
• aumento della consapevolezza e della responsabilità individuale verso i problemi ambientali e la conseguente disponibilità al cambiamento dei comportamenti dei singoli;
• maggiore integrazione delle politiche ambientali nelle politiche settoriali attraverso un ripensamento del metodo
di lavoro dell’amministrazione locale;
• facilitazione all’accesso ai finanziamenti europei, nazionali e regionali.10
Il sistema delle Agenzie Ambientali (ANPA-ARPA) attribuisce particolare rilevanza alla promozione di strumenti, a livello locale, orientati ad uno sviluppo socio-economico duraturo e compatibile con l’amb iente.
L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della
Campania (A.R.P.A.C.) promuove e sostiene le Agende 21 locali della Regione Campania, operando in modo organico nelle
fasi di:
• avvio del processo, mediante supporto informativo, formativo, progettuale;
• attuazione del processo, mediante la definizione del quadro diagnostico, il monitoraggio periodico tramite
10
A livello europeo:
• la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea (DGXI)
finanzia ogni anno con il programma LIFE progetti locali di carattere
ambientale;
• la Direzione Generale Politiche Regionali (DGXVI) con il progra mma
URBAN prevede il sostegno finanziario a programmi locali di riqualificazione ambientale, edilizia e sociale in contesti urbani degradati;
• la Direzione Generale Energia (DGXVII) con i programmi SAVE ed
ALTENER co-finanzia interventi locali mirati alla diffusione delle energie rinnovabili e del risparmio energetico;
• la Direzione Generale Ricerca (DGXII) con il V Programma quadro di
Ricerca e Sviluppo dell’Unione Europea promuove finanziamenti per pro getti che hanno come obiettivo lo sviluppo sostenibile.
A livello nazionale:
• il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio finanzia, mediante bandi specifici, le diverse fasi di Agenda 21 locale;
• la legge finanziaria per l’anno 2001 ha previsto lo stanziamento di
250 mld nel triennio 2001-2003 per “Interventi in materia di promozio -
ne dello sviluppo sostenibile” con riferimento alla promozione presso i
Comuni, le Province, le Regioni dell’adozione di procedure e dei pro grammi denominati Agende 21 ovvero certificazioni di qualità ambienta le territoriale;
• il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio prevede premi ed incentivi per le città che attuano politiche ambientali nella direzione della sostenibilità (es. Premio "Migliore progetto per una città so stenibile delle bambine e dei bambini", Premio "Iniziativa più significati va per migliorare l'ambiente urbano con e per i bambini", “Premio per le
città sostenibili”).
A livello regionale:
• il POR (Programma Operativo Regionale) prevede l’utilizzo, attraverso bandi regionali, del Fondo Sociale Europeo.
• il Documento Unico di Programmazione prevede l’utilizzo, attra verso
bandi regionali, dei fondi strutturali della Comunità Europea.
9
l’aggiornamento degli indicatori ambientali e la progettazione di attività di comunicazione, informazione ed educazione ambientale permanente.
Le date dello sviluppo sostenibile
1972
Stoccolma - Conferenza
sull’Ambiente Umano.
delle
Nazioni
Unite
La Conferenza di Stoccolma si chiude con la Dichiarazione
omonima che ha l’obiettivo di tracciare le linee guida della politica ambientale internazionale per gli anni successivi. In tale
sede è accolto il principio che l’ambiente è patrimonio comune
dell’umanità e che le azioni di tutela devono travalicare i limi ti della sovranità nazionale (“noi abbiamo una sola Terra“ è il
motto della Conferenza).
1980
IUCN, UNEP E WWF pubblicano il saggio World
Conservation Strategy: a strategy for sustainable
living (WCS). In esso compare, per la prima volta, il
termine di sviluppo sostenibile che mette in relazione sviluppo economico e risorse naturali.
1987
Rapporto Our Common Future, noto anche come
Rapporto Brundtland. Il rapporto definisce il concetto di sviluppo sostenibile.
1992
Rio de Janeiro – La Conferenza delle Nazioni Unite
sull’Ambiente e lo Sviluppo (UNCED) sancisce lo
sviluppo sostenibile come percorso obbligato a livello governativo per la sopravvivenza del pianeta.
La Conferenza di Rio de Janeiro (Vertice della Terra) si conclude con cinque Convenzioni Globali:
•
la Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo che
contiene 27 principi guida cui ispirare le politiche nazionali di
sviluppo;
10
•
l’Agenda 21 o Programma per il XXI secolo suddivisa in
quattro sezioni (dimensioni economiche e sociali; conserva zione e gestione delle risorse per lo sviluppo; rafforzamento
del ruolo svolto dai principali gruppi sociali; strumenti d attuazione);
•
Dichiarazione dei Principi sulle Foreste;
•
Convenzione sulla Diversità Biologica;
•
Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici con la
quale i Paesi maggiormente industrializzati si impegnano ad
allineare nel 2000 le proprie emissioni di gas serra ai livelli
del 1990.
1992
Maastricht - L’Unione Europea approva il nuovo
trattato in cui viene recepito il concetto di sviluppo sostenibile.
1992
La Commissione delle Comunità Europea approva il
V Programma per lo Sviluppo Sostenibile 19922000.
I principi fondamentali del V Programma per lo Sviluppo So stenibile 1992-2000 sono:
•
assicurare la gestione sostenibile delle risorse naturali;
•
avviare
una
politica
di
controllo
integrato
dell’inquinamento;
•
ridurre la produzione di rifiuti ed il consumo di fonti energetiche non più rinnovabili;
•
razionalizzare la gestione dei trasporti.
1993
Italia - Il CIPE approva il Piano Nazionale per lo
Sviluppo Sostenibile in attuazione di Agenda 21.
1994
Aalborg - I Conferenza Europea Città Sostenibili.
Viene sottoscritta la Carta delle Città europee per
un modello urbano sostenibile.
1996
Lisbona - II Conferenza Europea Città Sostenibili.
Le città europee si impegnano ad attuare, a livello
locale, Agenda 21 riconoscendo le proprie responsabilità nella regolamentazione della vita sociale.
1997
Amsterdam
L’Unione
Europea
approva
l’integrazione del Trattato dell’Unione. Tra gli obiettivi si dà rilievo”alla promozione di uno sviluppo
armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività
economiche e all’elevato livello di protezione
dell’ambiente ed al miglioramento di quest’ultimo”.
2000
Hannover - III Conferenza Europea Città Sostenibili. La Conferenza ha lo scopo di verificare i risultati conseguiti rispetto alla Conferenza del 1996 e
concordare una linea d’azione alle soglie del XXI
secolo.
2001
La Commissione Europea adotta il Sesto Programma di Azione per l’Ambiente della Comunità europea – Ambiente 2010: il nostro futuro la nostra
scelta.
2001
L’ENEA redige il nuovo Piano Nazionale di Sviluppo
Sostenibile su incarico del Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio.
11
2001
2002
Goteborg - La Commissione Europea presenta una
proposta di Strategia europea per lo Sviluppo Sostenibile.
Johannesburg - Vertice Mondiale sullo sviluppo sostenibile. Vengono esaminati i risultati conseguiti a
dieci anni dalla Conferenza delle Nazioni Unite
sull’Ambiente e lo Sviluppo (UNCED) ed approvato
il Piano di Attuazione.
Per saperne di più
Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente – ANPA –
(2000), Linee guida per le Agende 21 Locali in Italia, Roma.
The International Council for
Local Environmental Initiatives
ICLEI – (1999) Agenda Locale in Italia, 1999 - 2°indagine
sullo stato di attuazione – Campagna Europea Città Sostenibili.
Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro CNEL –
(2000) Rapporto sullo stato di attuazione di Agenda 21 Locale in Italia, 2000.
FocusLab – (2002) Agenda 21 Locale in Italia 2002 –
Indagine sullo stato di attuazione dei processi di Agenda 21
Locale in Italia, Modena.
Osservatorio Città sostenibili, Centro Ricerche Urbane –
(2001) Rapporto 2001 sullo stato di attuazione di Agenda 21
Locale in Italia - Indagine sugli Enti Locali aderenti all’ Associazione Nazionale Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.
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Agenda 21 in rete
Agenda 21 locale in Campania
ANPA – Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente
www.sinanet.anpa.it
Campagna Europea Città Sostenibili
Coordinamento Agende 21 Locali Ita liane
EEA - Agenzia Europea per l’Ambiente
ENEA – Ente per le Nuove Tecnologie,
l’Energia e l’Ambiente
European Commission DGXI
Direzione Generale Ambiente della
Commissione Europea
www.sustainable-cities.org
www.a21italy.net
European Commission DGXII
Direzione Generale Ricerca
ICLEI – International Council for Local Environmental Initatives Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio – Premio Città Sosteni bili
www.eea.eu.int
www.enea.it
www.europa.eu.int/comm/dgs/
environment/index_it.htm
www.europa.eu.int/en/comm/d
g11/agenda21.htm
www.iclei.org
www.cittasostenibili.org
Ministero dell’Ambiente e della Tutela www cittasostenibili.minori.it
del Territorio – Premio Città Sostenibili delle bambine e dei bambini Ministero dell’Ambiente e della Tutela www.minambiente.it/SVS/inde
del Territorio - Sviluppo Sostenibile x.htm
ONU – Organizzazione delle Nazioni
www.un.org
Unite
Osservatorio Città Sostenibili
UNEP – Programma Ambientale delle
Nazioni Unite
WHO – World Health Organization
www.ocs.polito.it
www.unep.org
www.who.org
In Campania, stanno promuovendo processi di Agenda 21 locale sul proprio territorio
le Province di
Avellino **
www.provincia.avellino.it
Benevento **www.provincia.benevento.it
Caserta **
www.provincia.caserta.it
Napoli *
www.provincia.napoli.it http://194.184.25.11/provincia/agenda21.htm
Salerno *
www.provincia.salerno.it pagina di Agenda 21 in allestimento
le Comunità Montane di
Alento Monte Stella **
Matese **
Penisola Amalfitana
Terminio Cervia to **
Taburno **
Titerno
Vallo di Diano – Padula **
Vallo di Lauro e Baianese **
gli Enti Parco di
Cilento e Vallo di Diano (SA) *
i Comuni di
Acerra (NA)**
Atripalda (AV) * www.comune.atripalda.av.it link di Agenda 21 su home page
Avellino (AV)**
Aversa (CE)
Camigliano (CE)
Casagiove (CE)**
Caserta (CE)
Casoria (CE)**
Lusciano (CE)
13
Maddaloni (CE)
Marcianise (CE) *
http://www.comune.marcianise.ce.it/comunicati/progetto_comma21/
progetto_comma_21.htm
Melito di Napoli (NA)**
Mercato San Severino (SA)
Solofra (AV) *
Sorrento (NA) *
Terzigno (NA)
Torella dei Lombardi (AV) **
Trentola Ducenta (CE)
Montella (AV)
Montesarchio (BN)
Napoli (NA)**
Nocera Inferiore (SA)
Orta di Atella (CE)
Pagani (SA) *
http://www.comune.pagani.sa.it/Istituzionale/Comune/pacis/agenda21.htm
Parete (CE)
Pesco Sannita (BN)
Piedimonte Ma tese (CE)**
Pomigliano d’Arco (NA) *
Portici (NA) *
Procida (NA)**
Ravello (SA)**
Salerno (SA)
San Giorgio a Cremano (NA) **
S. Giuseppe Vesuviano (NA)**
San Mauro La Bruca (SA)
S. Maria Capua Vetere (CE)
Sassinoro (BN)
Scafati (SA)
* ai sensi del D.M. 18 dicembre 2000 i progetti di questi Enti sono stati
ammessi al co-finanziamento.
** ai sensi del D.M. 18 dicembre 2000 i progetti di questi Enti sono
stati valutati idonei, ma non ammessi al co-finanziamento.
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