SVILUPPO SOSTENIBILE E L`AGENDA 21 LOCALE
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SVILUPPO SOSTENIBILE E L`AGENDA 21 LOCALE
SVILUPPO SOSTENIBILE E L’AGENDA 21 LOCALE Ing. Maria Berillo Approfondimento tematico Osservatorio Ambiente e Legalità - Regione Basilicata E’ risultato evidente nella Conferenza Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo (Rio de Janeiro 1992) che la sfida dello sviluppo sostenibile non può essere accolta senza il rapporto diretto con il livello locale (in generale tutti i gruppi portatori di interesse) per tradurre in pratica i principi dell’Agenda del XXI secolo. Solo continui e dinamici trade off tra globale e locale (nel contesto normativo) e tra Quadro Normativo, Piani di Impresa e Tutela dell’Ambiente rendono compatibili il globale con il locale e lo sviluppo dell’impresa con la tutela dell’ambiente, senza dimenticare il ruolo, le aspettative e il peso del fruitore dell’ambiente. Dopo la Conferenza di Rio, l’ONU ha costituito una commissione per lo Sviluppo Sostenibile che ha il compito di monitorare e promuovere l’attuazione dell’Agenda 21 in tutti i Paesi. Tra le città impegnate in questa direzione spiccano Seattle e Lisbona. In Europa, con la Conferenza di Aalborg, si è dato via alla Campagna Europea Città Sostenibili. La Carta degli impegni (la Carta di Aalborg) è stata ormai sottoscritta da più di 191 (n. 191al sett. 2000) entità locali italiane compreso la città di Potenza. Sottoscritta la Carta di Aalborg – strumento volontario di politica pubblica - le città attivano percorsi di coinvolgimento delle loro comunità nonché di progettazione e realizzazione di azioni concrete. 36 Alla luce sia delle normative a livello europeo, nazionale e locale, sia degli orientamenti nei dibattiti internazionali in pratica è possibile definire gli obiettivi da raggiungere, fare il punto delle azioni già messe in pratica dai diversi attori e quelle prevedibili nel breve medio termine ed intravedere i possibili scenari; comunque tutti da verificare in corso d’opera e da validare sul territorio di riferimento. Sono “strutturali” a tal proposito le esperienze dotate di un notevole valore aggiunto in termini di potenzialità dimostrative. E’ la stessa Commissione Europea che definisce comunità sostenibili come gruppi che ricercano modi di vivere e gestire le risorse: gruppi che provano a scrivere nuove regole per la loro casa comune, sperimentare qualità ed etica del lavoro nei modi di vivere e consumare, nel loro contesto territoriale, di cui sapranno individuare e classificare le risorse primarie da salvaguardare e rinnovare. Il processo “Agenda 21” L’Agenda 21 Locale si inquadra inizialmente come un impegno di formalizzazione di un percorso di consultazione delle comunità urbane dopo averle avviate informalmente, attraverso numerosi incontri pubblici, sulle scelte di politica ambientale adottate. Sviluppo sostenibile e l’Agenda 21 Locale Tra gli elementi essenziali per il Processo di Agenda 21 delle città si evidenziano quindi: Relazione sullo Stato dell’Ambiente: primo passo essenziale per avviare il processo di Agenda 21 locale ; inizialmente bisogna verificare le attuali condizioni dell’ambiente urbano e le carenze informative che è necessario colmare coinvolgendo già in fase di elaborazione soggetti esterni del mondo scientifico, introducendo quindi un elemento di confronto già nella stesura del documento. Documento preliminare per la redazione del Piano di Azione Ambientale: documento preliminare per la redazione del Piano di Azione Ambientale che consenta di avere una visione d’insieme dei problemi ambientali della città, delle azioni e delle scelte fino a quel momento operate dall’Amministrazione e dei principali problemi ancora da affrontare: Approfondimento tematico Indicazioni più complete sul processo di “Agenda 21 Locale” si possono ottenere dalla lettura del manuale più qualificato “manuale operativo”, realizzato dall’ICLEI – International Council for Local Environmental Initiatives (http://www.iclei.org), che è l’Ente promotore ed organizzatore della stessa campagna città sostenibili: la “European Local Agenda 21 Planning Guide”. La guida illustra ogni passaggio utile alla realizzazione dell’Agenda 21, chiarendo subito come il processo debba ottenere sin dai primi passi una base fortemente partecipativa e consensuale. Primo passo necessario è dunque l’attivazione di un “Forum” composto da rappresentanti delle Amministrazioni locali, dai singoli cittadini, dai rappresentanti di gruppi di interesse, e dai rappresentanti degli attori economici, industriali e commerciali presenti sul territorio. Si elenca di seguito – brevemente e per punti – i successivi e numerosi passaggi ciclici: • elaborazione di un concetto di sostenibilità strettamente legato al territorio di riferimento; • relazione dello stato dell’ambiente con identificazione delle emergenze territoriali e delle relative cause generatrici; • definizione degli obiettivi; • individuazione delle priorità di intervento e dei canali attivabili per prospettare soluzioni possibili; • elaborazione di piani di intervento che permettano l’attuazione della visione strategica complessiva in specifici obiettivi di riferimento; • adozione del piano da parte delle Amministrazioni Locali; • esecuzione del piano e valutazione degli effetti. Elementi essenziali del Piano di Azione Ambientale: 1. Definizione obiettivi generali di sostenibilità: non sempre è semplice definire chiaramente gli obiettivi che si vogliono raggiungere anche se l’idea della “città sostenibile” è ormai ben definita dalla letteratura esistente. 2. Proposta di obiettivi operativi per la città e le linee di azione possibili per raggiungerli: sulla base di esperienze internazionali, nazionali e dei vincoli esistenti, si definiscono le strategie di azione solo dopo aver individuato gli obiettivi e gli informatori/indicatori per misurarne il raggiungimento. 3. Verifica delle azioni attivate dall’amministrazione: l’Amministrazione avrà già avviato diverse azioni che utilizzano strumenti di diverso tipo (piani urbanistici o di settore, norme, incentivi..) per migliorare le condizioni ambientali della città, verifica se le azioni attivate sono coerenti con gli obiettivi di sostenibilità. Processo partecipativo. Per facilitare il coinvolgimento dei cittadini, con l’autorizzazione dell’Amministrazione, è opportuno dotarsi di strutture e responsabilità ad hoc per la partecipazione (Ente per la Promozione e il Coordinamento degli Organismi di Partecipazione Territoriale con un Ufficio Speciale per la Partecipazione dei Cittadini ed i Laboratori di quartiere) che condivide con 37 Approfondimento tematico L’AGENDA 21 SCUOLE l’Assessorato per le Politiche Ambientali comunale il coordinamento tecnico ed organizzativo della consultazione sul Piano Azione Ambientale. Per favorire la partecipazione dei diversi attori al processo di Agenda 21 locale sono individuabili due strumenti: un Forum, composto da rappresentanti delle comunità locali, e alcune sezioni tematiche composte da esperti e membri del Forum. E’ prevedibile l’avvio di altre iniziative di supporto all’Agenda 21 Locale quali: un servizio di osservatorio ed informazione pubblica su ambiente e sviluppo sostenibile per i cittadini e le piccole medie imprese con l’attivazione di uno sportello ambientale; gruppi di lavoro per realizzare scambi di esperienze con altre città. Gli indicatori di sviluppo sostenibile Gli indicatori di sostenibilità devono essere elaborati al fine di fornire una solida base ai processi decisionali a tutti i livelli e di contribuire alla valutazione della sostenibilità dei sistemi di sviluppo (UNCED, 1992, Agenda21, capitolo 40). L’indicatore è uno strumento in grado di fornire informazioni in forma sintetica, attraverso diverse rappresentazioni di un fenomeno più complesso e con significato più ampio. Le caratteristiche principali sono: • quantificare; • semplificare (per favorire il confronto e la comunicazione). Un set di indicatori relativo ad un fenomeno complesso può essere sintetizzato da un indice. Gli indici possono quindi presentarsi sotto forma di variabili, calcolate matematicamente (es. somma pesata), a partire dagli indicatori. Gli indicatori di sostenibilità devono svolgere almeno le seguenti funzioni: • Contribuire all’inquadramento delle problematiche connesse allo sviluppo; • Monitorare nel tempo le condizioni ambientali, sociali ed economiche del 38 • • • • • • • contesto territoriale di riferimento; Facilitare la comunicazione fra chi ha le informazioni; Individuare lacune nei dati disponibili e suggerire il tipo di informazioni utili da rilevare; Valutare le politiche attuate in campi rilevanti; Integrare/oggettivare le considerazioni ambientali, economiche e sociali nei processi decisionali; Confrontare il contesto locale con altri simili; Informare e comunicare con i cittadini. Confronto fra alcuni indicatori tradizionali e possibili indicatori di sostenibilità. Sviluppo sostenibile e l’Agenda 21 Locale Indicatori ambientali Indicatori tradizionali Indicatori di sostenibilità Approfondimento tematico Enfasi degli indicatori di sostenibilità Livello di inquinamento di Generazione ed uso e di mate- Monitoraggio/misurazione acqua ed aria riali tossici (sia nella produzio- delle attività causa d’inquinane che nell’utenza) mento Km percorsi dai veicoli Tonnellate di rifiuti solidi gene- Percentuale di produzione di Uso ciclico e conservativo dei rati prodotti durevoli, riparabili materiali oppure riciclabili/compostabili velocemente Costo dei carburanti Energia totale richiesta a tutte Uso delle risorse ad un tasso le sorgenti sostenibile Tasso di energia rinnovabile Rapporto tra consumo di energia rinnovabile e quello di energia non rinnovabile Indicatori economici Indicatori tradizionali Indicatori di sostenibilità Enfasi degli indicatori di sostenibilità Reddito del cittadino medio Numero di ore di impiego pro- Il salario che si può acquistare Reddito pro capite relativo alla porzionato al salario medio Definizione dei bisogni basilari richiesto per i bisogni basilari in termini di consumi sostenibili media statale Numero di compagnie Numero di lavori Diversità e vitalità della base lavoro locale Numero e variabilità in dimensione delle compagnie Numero e variabilità dei tipi di industrie Variabilità dei livelli di abilità richiesti per i lavori Resilienza del mercato del lavoro Abilità del mercato di lavoro nell’essere flessibile, in tempo ed a seguito di cambiamenti economici Grandezza dell’economia come Stipendi pagati nell’economia Resilienza finanziaria locale misura del GNP, GDP e PIL locale che sono spesi nell’economia locale Soldi spesi nell’economia locale che sostengono il lavoro locale e le risorse naturali locali Percentuale di economia locale basata su risorse rinnovabili locali 39 L’AGENDA 21 SCUOLE Indicatori sociali Approfondimento tematico Indicatori tradizionali Indicatori di sostenibilità SAT e altri test standardizzati Numero di studenti in tirocinio Accoppiare le abilità di lavoro per il lavoro che sono disponi- ed educare ai bisogni della bili nell’economia locale economia locale Numero di studenti che vanno all’università e che tornano nella comunità Numero di votanti registrati Numero dei votanti che votano alle elezioni Numero di votanti che presenziano la città Verso un mix degli strumenti di politica di pubblico interesse L’applicazione dei soli strumenti normativi – approccio C&C (Command and Control) - presenta un grado di difficoltà crescente, mentre la realizzazione dei loro obiettivi risulta sempre meno efficiente; ciò rende necessario l’adozione di nuovi strumenti basati su meccanismi capaci di valorizzare la collaborazione tra il pubblico ed in generale fra tutti i fruitori del territorio di riferimento, per spingere il sistema, gradualmente ma decisamente, verso un percorso di sviluppo sostenibile. Si passa da una politica di piano, attuata dall’alto e caratterizzata da una forte rigidità, ad una politica di indirizzi e di principi da attuarsi attraverso un meccanismo che dall’adozione di schemi (La Carta di Aalborg) evolve nella stipula di patti ed accordi con una molteplicità di attori. Gli strumenti volontari presuppongono un profondo cambiamento; il nuovo scenario richiede flessibilità, disponibilità, integrazione. Il nuovo equilibrio relazionale cooperativo che viene a crearsi concorre a far emergere e mobilitare risorse altrimenti non facilmente reperibili. 40 Enfasi degli indicatori di sostenibilità Partecipazione nei processi democratici Abilità nella partecipazione al processo decisionale Gli strumenti / schemi di adesione volontaria La Carta di Aalborg: uno schema volontario di politica pubblica La Carta di Aalborg, adottata dal Comune di Potenza come da ormai tante altre amministrazioni locali italiane (le amministrazioni coinvolte nel processo di Agenda 21 Locale, a Settembre 2000, sono 191, di cui 151 Comuni, 25 Province, 5 regioni, 3 Comunità montane, 4 Enti parco, 1 Patto territoriale e 2 ARPA - Rapporto CNEL sullo Stato di Attuazione di Agenda 21 Locale in Italia) fra le “città europee per un modello urbano sostenibile” (Aalborg 1994), si articola in tre parti: • la prima delinea, con 14 paragrafi, i contorni generali del concetto di sostenibilità a livello locale; I.1 Il ruolo delle città europee I.2 Il concetto e i principi della sostenibilità I.3 Strategie locali per un modello urbano sostenibile I.4 La sostenibilità come processo locale e creativo per la ricerca dell’equilibrio I.5 Risolvere i problemi attraverso soluzioni negoziate I.6 L’economia urbana verso un modello sostenibile Sviluppo sostenibile e l’Agenda 21 Locale - In particolare con l’art. I.13 della Carta di Aalborg le città europee riconoscono la necessità di azioni a favore dell’ambiente per uno sviluppo durevole e sostenibile. Commentando questo articolo si è riflettuto, con i ragazzi impegnati nel percorso “Agenda 21 Scuola”, sul fatto che siamo chiamati tutti all’impegno verso il benessere della collettività attraverso lo strumento della cooperazione, cioè dell’azione che ognuno di noi può compiere tenendo conto di quello che fanno gli altri, per raggiungere insieme lo scopo comune. Cooperazione non vuol dire quindi fare tutti la stessa cosa, ma cercare di raggiungere tutti lo stesso obiettivo. Veniva sottolineato come tutti dobbiamo avere l’opportunità di partecipare al processo delle decisioni e che tutti dobbiamo sviluppare attenzione verso la sostenibilità. Pertanto dobbiamo renderci conto che le nostre azioni hanno conseguenze sugli altri e sull’ambiente, e proprio per questo dobbiamo scegliere comportamenti che riducono al minimo il conflitto tra gli elementi del sistema di cui facciamo parte (ambiente naturale, società, scuola, famiglia, ecc.). La sfida attuale è quella di promuovere una generale presa di coscienza della realtà locale, finchè si formerà un consenso attorno alle necessarie iniziative evitando di identificare lo “sviluppo” (qualità) con la “crescita” (quantità) ed il “benessere” con la “ricchezza”. La Carta di Aalborg, tra le altre cose, costituisce l’Allegato A del “Codice Concordato di raccomandazioni per la qualità energetico ambientale di edifici e spazi aperti” . Tale codice, in accordo con MICA, MINAMB, e Ministero LLPP, è stato elaborato e sostenuto/sottoscritto da: Istituto Nazionale di Architettura, Consiglio Nazionale Architetti, Consiglio Nazionale Ingegneri, Istituto Nazionale di Urbanistica, Observatoire International de l’Architecture, ANCI, ANCE, ANCITEL, Istituto Generale per il Restauro, Avvocatura Generale dello Stato, IEFE Bocconi e numerose Amministrazioni Comunali tra le quali quella della città di Potenza. Il Codice Concordato si articola in tre parti: 1. Principi: 1 Obiettivi: 2 Organizzazione; 3 Scelte in materia di interventi nel territorio in relazione alla qualità energetico ambientale di edifici e spazi aperti; 4 acqua; 5 aria; 6 suolo; 7 verde; 8 energia; 9 provvidenze ed agevolazioni 2. Strumenti urbanistici: 10 principi generali; 11 cartografia di base; 12 mobilità attorno all’edificio; 13 acustica; 14 aerodinamica dell’assetto urbano 3. Progetti di intervento: 15 principi generali; 16 gestione energetico ambientale; 17 salubrità e confort; 18 relazione ecosistemica e di efficienza gestionale Approfondimento tematico - I.7 L’equità sociale per un modello urbano sostenibile I.8 Modelli sostenibili di uso del territorio I.9 Modelli sostenibili di mobilità urbana I.10 Responsabilità riguardanti il clima a livello planetario I.11 Prevenzione dell’inquinamento degli ecosistemi I.12 L’autogoverno locale come precondizione I.13 Il ruolo fondamentale dei cittadini e il coinvolgimento della Comunità I.14 Strumenti amministrativi e di gestione urbana per l’attuazione di un modello Sostenibile la seconda costruisce l’avvio della campagna delle città sostenibili; la terza identifica il processo destinato a realizzare l’Agenda 21 Locale. Gli strumenti / accordi volontari L’affermazione degli accordi volontari può essere considerata, in un certo senso, come naturale effetto della dinamica delle politiche orientate allo sviluppo sostenibile di una entità locale. Al crescere della complessità della realtà di riferimento e di obiettivi sempre più ambiziosi corrisponde una sempre maggiore difficoltà ad imporre dall’alto ed in modo autoritario misure 41 Approfondimento tematico L’AGENDA 21 SCUOLE che, se da una parte concorrono a migliorare la qualità ambientale, dall’altra richiedono a tutti un’attenzione ed un impegno di risorse considerevole e non sempre individuabili. L’accordo volontario è un’intesa generale, espressione della volontà politica dei soggetti che lo sottoscrivono; esso costituisce la manifestazione di una più generale tendenza alla cooperazione tra pubblica amministrazione, imprese, forze sociali, consumatori, associazioni. Gli accordi volontari si propongono come potenzialmente efficaci sotto almeno due punti di vista: l’implementazione di obiettivi incorporati in politiche e norme esistenti e la definizione di politiche per l’implementazione di nuove tipologie di obiettivi. Si tratta quindi di incorniciare le politiche e gli strumenti nell’ambito di macro-obiettivi: se l’obiettivo principale del governo pubblico dell’ambiente deve comunque rimanere quello della prevenzione del degrado attraverso standard minimi, imposti attraverso strumenti normativi, ciò non esclude la possibilità di migliorare e/o perseguire tali limiti, specie laddove non sia possibile ottenere risultati soddisfacenti attraverso strumenti coercitivi (es: per passare dal “chi inquina paga” a “inquinare il meno possibile”; dal “non rifiuto” al “non spreco”). Un mix degli strumenti che valorizzano adeguatamente gli aspetti dell’azione volontaria diventa espressione di un nuovo rapporto tra legislatore ed imprese, un’evoluzione che produce un sensibile mutamento grazie al verificarsi della confluenza tra la volontà del legislatore e gli orientamenti gestionali ed organizzativi adottati dal sistema dei gruppi portatori di interesse. Natura e funzionamento degli accordi volontari Un accordo volontario, inteso in senso stretto, avviene fra almeno un ente pubblico ed almeno un soggetto economico. Dal punto di vista formale, i testi dei documenti sono sostanzialmente contratti che presentano caratteristiche peculiari: - sono fatti nell’interesse pubblico; - tra i contraenti devono esserci almeno un 42 ente pubblico non economico ed un soggetto economico. Per il soggetto pubblico gli accordi costituiscono uno strumento di politica pubblica con obiettivi legati al raggiungimento degli obiettivi delle politiche pubbliche; nel caso dell’Agenda 21 Locale si tratta di politiche ambientali, economiche, sociali ed istituzionali. Le caratteristiche distintive La caratteristica distintiva del funzionamento degli accordi volontari consiste nelle modalità attraverso cui vengono perseguiti gli obiettivi di pubblico interesse. L’iniziativa può essere proposta sia dai soggetti pubblici che dai soggetti economici, al contrario, per esempio, degli schemi di adesione volontaria in cui l’iniziativa del soggetto economico si ferma alla scelta di impegno, ma poi il percorso è definito dallo schema proposto. Le condizioni di funzionamento Il fattore fondamentale che emerge dal punto di vista delle condizioni di funzionamento dello strumento degli accordi è quello della definizione di un sistema di garanzie nei confronti dei soggetti non contraenti, ma coinvolti dai risultati per motivi di equità, e nei confronti dei soggetti contraenti, rispetto agli impegni richiesti. L’accordo volontario per poter raggiungere gli obiettivi prefissati deve contenere condizioni di controllo e verifica. Perché scegliere gli accordi volontari Hanno un effetto di costruzione del consenso. La potenzialità maggiore degli accordi è quella di rendere più stabile e concreta, ma anche esplicita e quindi socialmente più accettabile, la collaborazione tra pubblico e privato per l’avvio graduale della sostenibilità nello sviluppo di un’entità locale. Gli accordi sono considerati come strumento ufficiale di attuazione non solo in alcuni specifici ambiti legislativi a carattere ambientale ma anche a livello programmatico, nel quadro di strategie di base per lo sviluppo di una regolamentazione sostenibile.