Il Centro della Memoria
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Il Centro della Memoria
CITTÀ DI SAVIGLIANO Assessorato alla Cultura CITTÀ DI SAVIGLIANO Archivio Storico IL CENTRO DELLA MEMORIA Il progetto “La Città Ritrovata” A partire dal 2006 l’Assessorato alla Cultura della Città di Savigliano ha sostenuto un progetto sperimentale in collaborazione con l’Associazione DialogART finalizzato alla ricostruzione del passato della Città attraverso i ricordi, le immagini e le testimonianze di tutti coloro che l'hanno vissuto, ponendosi come incubatore di memoria e di idee. Il progetto, curato dall’Archivio Storico Comunale per quanto riguarda i contenuti e i testi e dalla ditta No!3 di Milano per la parte multimediale, ha sviluppato la realizzazione di un Centro della Memoria, in cui attraverso un teatrino interattivo è possibile ascoltare dalla viva voce di alcuni saviglianesi racconti di vita e fare tesoro di questi importanti frammenti di memoria e identità cittadina. Nel 2011 il Centro della Memoria è stato trasferito in alcuni locali situati nei pressi dell’Archivio Storico e della Biblioteca Civica, che si occupano della gestione e apertura al pubblico della struttura. Il Centro della Memoria oggi Al suo interno ospita una struttura multimediale, il Teatro della Memoria, costituita da un teatrino bianco di legno. Di fronte, appese ad un bastone, ci sono 21 sagome. Ognuna racconta una storia. Basta infilarla in una fessura e il teatro, magicamente, prende vita. Dieci testimoni raccontano la Savigliano del '900: la guerra, la vita nei borghi, le feste e i raccolti, il lavoro degli uomini all'"Officina" e quello quotidiano delle donne in casa o nelle filande. Le testimonianze sono accompagnate da filmati d'epoca e vecchie fotografie proiettate su apposite quinte. Presso il Centro della memoria è possibile prendere visione anche di documentari e filmati prodotti sulla base di altro materiale raccolto, nonché tutto il materiale fotografico raccolto nell’ambito del progetto La Città Ritrovata. A cura dell’Archivio Storico sono state realizzate videointerviste ai partigiani saviglianesi e l’associazione di volontariato “Attività e cultura per Savigliano” ha curato la realizzazione di videointerviste relative all’agricoltura e al lavoro nella Società Nazionale delle Officine di Savigliano (poi Fiat Ferroviaria e ora Alstom). Tutto il materiale audio e video raccolto e utilizzato nei documentari e nei filmati del Centro della Memoria è conservato integralmente presso l’Archivio Storico, che si occupa di renderlo accessibile agli studiosi. Il nuovo spazio a disposizione del Centro della Memoria è stato pensato infine come un punto di riferimento per chi è curioso del passato della propria Città e ha voglia di parlarne, di fornire informazioni, di mettere a disposizione eventuale altro materiale fotografico sulla Savigliano del secolo scorso. Presso il Centro saranno presenti i volontari dell’Associazione “Attività e cultura per Savigliano” cui sarà possibile rivolgersi per qualsiasi delucidazione in merito. E’ poi a completa disposizione del pubblico il tabloid “La Città Ritrovata”, realizzato con cadenza bimestrale e contenuti relativi a veri aspetti della vita della città. La particolarità di questa pubblicazione, sta nella concezione della redazione che ha visto il contributo di liberi cittadini che si sono messi in gioco come “giornalisti in erba” e coordinati da una figura con competenze professionali in grado di guidare il gruppo di lavoro spontaneo e in continuo cambiamento. Del periodico, diretto da Doriano Mandrile, con coordinatore di redazione, Federico Faloppa, sono stati pubblicati complessivamente sette numeri tematici. I 21 racconti del Teatro della Memoria 1. E' TEMPO DI RACCOLTO – La vita nei campi, la convivenza tra contadini e possenti macchine a vapore, un rito collettivo in cui nulla è lasciato al caso e all’improvvisazione. 2. BRACCIA IN AFFITTO - “Il vaccaro è l’ultimo, il meno stimato e il più schernito di tutti”. Così uno dei testimoni racconta la sua esperienza di bambino in affitto. A Savigliano era sufficiente farsi trovare nei giorni di mercato presso il monumento al generale Arimondi in Piazza del Popolo. Lì, chi aveva bisogno di aiuto nei lavori di campagna, poteva scegliersi il suo piccolo vaché. 3. MARIO RE CIT – L’ultimo, indimenticato, pescatore di Savigliano è ritratto dai testimoni con grande affetto e ammirazione. Un uomo, Mario Torre, cui il meraviglioso soprannome “Re cit” calzava a pannello. Abitava in una casetta abusiva lungo le rive del Maira, dove la moglie non faceva mai mancare una frittura di buon pesce e un bicchiere di vino. La sua fu una vita libera e piena, una vita coraggiosa, che la memoria cittadina non ha dimenticato. 4. L'OPERAIO DELL'"OFFICINA" – I Saviglianesi la principale fabbrica della Città, la Snos (Società Nazionale delle Officine di Savigliano) l’hanno chiamata sempre e solo l’”Officina”. I testimoni ne parlano con orgoglio e nostalgia: l’immancabile e inesorabile fischio della sirena che scandiva il tempo in fabbrica, la socialità all’interno dei reparti, il lavoro dei giovanissimi scauda ciò e delle donne nel periodo bellico. 5. LETTERE DALLA SNOS – “Il giorno in cui anche gli uomini hanno pianto”: così Margherita Rognone, una dei testimoni, definisce la triste giornata degli anni ’50 in cui furono consegnate ad alcune famiglie del suo borgo le lettere di licenziamento dall’”Officina”. 6. ANCHE LA DONNA LAVORA – Se esistono lavori solo femminili, come occuparsi dell’andamento della casa, sono ben pochi i lavori solo maschili. La donna non si sottrae alla fatica dei campi, inizia fin da piccola a lavorare nelle filande con orari massacranti e diventa una forza lavoro strategica nelle industrie durante la guerra. 7. TRA NEGOZI E BOTTEGHE - Una parola piemontese definisce il commercio di un tempo: mercandé. Si trattava di un vero e proprio rituale fatto di tira e molla sui prezzi e di strette di mano, a suggellare il concludersi di qualche affare e a disciplinare quel rituale di rapporti umani, che ruotava intorno a negozi affollati, mercati in piazza e piccole botteghe. 8. IL MIO BORGO MACRA – Borgo Macra era uno dei borghi più poveri della Città, normalmente conosciuto come “il borgo delle tre M: merda, masnà e miseria. La protagonista del racconto lo descrive a tutto tondo: la sporcizia, i difficili rapporti umani, il ruolo tutt’altro che marginale delle donne. E’ un racconto intimo, commovente, di chi il suo borgo lo ha odiato, per un po’ dimenticato e poi, infine, perdonato. 9. CASA VECCHIA CASA – Le situazioni abitative più critiche erano a Savigliano quelle delle case popolari dell’ex caserma Carando, o dell’ex caserma dei Carabinieri, dove numerose famiglie vivevano in spazi fatiscenti, senza acqua potabile e con i pochi servizi igienici, rigorosamente in comune. 10. LA CASA PROIBITA – I casin ancora vivi nella memoria cittadina sono due: la ca giàuna in borgo Macra, fatta chiudere nel 1942 perché troppo vicina al centro e la casa di Via XVIII novembre, costruita in sostituzione della precedente, in un luogo più appartato, verso il Maira. Nei racconti degli uomini si parla del casin senza reticenze e falsi pudori e con un briciolo di nostalgia. 11. BAMBINI A SAVIGLIANO - L’infanzia è nella memoria intimamente legata alla scuola. Nel racconto riaffiorano le aule fredde che solo la legna portata da casa poteva scaldare, l’inchiostro sulle dita, spesso segnate da inesorabili bacchettate, il tragitto da percorrere, a volte di alcuni chilometri, da fare spesso con semplici zoccole ai piedi. Le bellissime fotografie ci restituiscono visi intensi, vivaci, a stento in grado di trattenere una grande energia. 12. VITA DA DONNA – Sono donne dalla vita dura, quelle descritte dai testimoni, sacrificate alla famiglia, emarginate. Non è tuttavia un quadro a sole tinte fosche: la donna è comunque più forte e reattiva dell’uomo. Colpisce il ritratto della nonna di una testimone, sempre vestita di nero, analfabeta, che impara da sola a leggere e scrivere e non si perde mai un libro delle biblioteche circolanti. 13. LA PROCESSIONE – Un racconto divertente sulla principale forma di teatralizzazione della devozione popolare, la processione, in cui sacro e profano convivono, creando sovente esileranti colpi di scena. 14. SAVIGLIANO RESISTE – La Resistenza saviglianese è fatta di coraggiose azioni di sabotaggio all’interno della Snos, di sostegno e collaborazione con le formazioni partigiane in montagna, di azioni a volte spontanee e poco coordinate, sempre a stretto contatto con il nemico. 15. ARRIVA MUSSOLINI - Il 20 maggio 1939 Mussolini visita Savigliano. La Città accoglie il Duce tra eccitazione, conformismo e semplice curiosità. 16. SAVIGLIANO IN NERO - Sul palcoscenico cittadino si affaccia il Fascismo, con la sua retorica militaresca e il suo seguito di organizzazioni femminili e maschili che fanno mostra di sé nel corso di innumerevoli parate e saggi ginnici. 17. BARBERIS E CHIAROFONTE - La guerra è il volto più brutale della storia, quello più impresso e più difficile da dimenticare. Savigliano paga il suo contributo umano fatto di soldati sacrificati al fronte, di esecuzioni sommarie, di partigiani torturati dai fascisti. Un episodio in particolare è inchiodato alla memoria collettiva cittadina: la morte di due ragazzi Barberis e Chiarofonte, uccisi senza pietà sulla piazza vecchia dai nazifascisti, una mattina piovosa di settembre del 1944. 18. LE TORTURE DEI "MUTI" – Le brigate nere, presenti in Città in maniera massiccia, erano chiamate dai Saviglianesi “i Muti”, in riferimento alla caserma cittadina sede del loro comando e dedicata al fascista Ettore Muti. Ai Muti, spietati carcerieri, si contrappone nei racconti la voce di chi non vuole dimenticare le violenze e le torture subite. 19. LA MAGIA DEL CALCIO – Il calcio raccontato è quello dei giocatori improvvisati, sempre pronti a fare due tiri nei campetti degli oratori e quello dei giocatori cittadina, della protagonisti un’impresa memorabile, squadra di sportiva cui devono il soprannome di “Maghi”. Tutti, inesorabilmente, sotto l’incantesimo di una grande passione, il pallone. 20. TUTTI A BALLARE – il modo di vestire alla moda con jeans e pittoresche camicie, le “spedizioni” in località limitrofe per fare nuove conoscenze, i balli pubblici: tutto è condensato in racconti divertenti che ci descrivono una Savigliano piena di vita. 21. SAVIGLIANO D.O.C.G. - Parlare di una città e della sua gente significa anche evocare alcuni elementi che la caratterizzano e la definiscono rispetto ad altri luoghi, nel tentativo di capire se esiste e che cos’è la “saviglianesità”. Info: Silvia Olivero Archivio Storico Comunale Tel. e fax 0172.711240 [email protected]