Osteopatia veterinaria

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Osteopatia veterinaria
Osteopatia veterinaria
Definizione ,campi d’applicazione
Dr med vet Davide Lafranchi, Osteopatia IMAOV, GGTM
Esistono diverse definizioni di osteopatia e osteopata, e diverse suddivisioni a seconda delle tecniche
applicate:
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strutturale, viscerale, miofasciale, cranio-sacrale, tissutale, energetica.
Tutte queste sfaccettature della professione non sono in contrapposizione e una non esclude l’altra. Capita
spesso che durante la stessa consultazione l’operatore passi da una tecnica all’altra per meglio capire e
trattare la patologia del paziente. In questa ottica è importante che l’osteopata sia adeguatamente formato in
più settori della professione.
Ma vediamo di definire i concetti fondamentali:
Osteopatia: insieme di tecniche e metodologie manuali con fini diagnostici e terapeutici. Il concetto di
“manuale e manipolazioni” deve essere inteso in termini generali. L’osteopatia rientra infatti nelle medicine
olistiche, in quanto non si occupa unicamente dell’apparato osteoarticolare ma di tutto l’organismo.
Osteopata: operatore medico/veterinario che con il solo utilizzo delle mani effettua diagnosi e terapia. La visita
clinica e l’anamnesi possono includere anche analisi ematochimiche o diagnostica per immagini.
A tutela della salute dei pazienti è fondamentale per un osteopata la conoscenza dell’anatomia superficiale e
profonda, della fisiologia e delle patologie correlate a diverse sintomatologie cliniche. Per questo la formazione
di osteopata in veterinaria è riservata unicamente a medici e fisioterapisti veterinari.
Solo con queste premesse possono essere effettuate manipolazioni di vario grado sui pazienti in tutta
sicurezza.
Tecnica strutturale o trust
Si occupa delle ”disfunzioni” o restrizioni del movimento dell’apparato muscolo-scheletrico. È la tecnica più
conosciuta ideata dal fondatore dell’osteopatia il Dr. A. T. Stihl. Usata prevalentemente nel caso di dolori
muscolari, mal di schiena, sciatalgia.
L’operatore ricerca tramite la conoscenza anatomica la biomeccanica e la palpazione accurata, le articolazioni
con una restrizione anomala del movimento. (Concetto di “reduced range of motion”).
La manipolazione o trust in questo caso è data da un movimento deciso-veloce e limitato nel raggio e spesso
è accompagnato da un caratteristico rumore “tuc,clac…”
Si ha spesso la tendenza a separare gli osteopati tra chi fra “criccare” e chi non usa il trust e a definire una
buona seduta di osteopatia dal “crac” o meno. In effetti il “crac” è dovuto all’espansione dei gas nella sinovia
(paragonabile all’effetto che si ha quando si toglie un coperchio da una pentola con una certa pressione) e non
indica necessariamente la buona riuscita della terapia. Se effettuata da mani esperte non è dolorosa e non
rappresenta pericoli.
È sicuramente da evitare in presenza di tumori, osteoporosi grave con pericolo di fratture, organismi molto
debilitati, animali molto contratti o paurosi e restii a ad accettare manipolazioni o pressioni profonde.
La taglia dell’animale non è importante, il trust può essere effettuato su un cane barboncino di 2 kg o su di un
cavallo di 700 kg.
Tecnica cranio-sacrale
Si può applicare su tutte le specie e tutti gli individui. È basata sulla percezione e analisi del movimento
respiratorio primario (MRP, fondatore Dr. Sutherland). Corrisponde ad una fluttuazione, movimento a onda dei
liquidi tissutali e può essere percepita da mani esperte in ogni parte dell’organismo. Se si considera il corpo
nel suo insieme è chiaro che ogni “blocco o disfunzione” corrisponderà ad una restrizione nella mobilità del
tessuto connettivo, e questo influirà sul MRP. Questa tecnica è molto “precisa e delicata” e si adatta bene
anche a pazienti poco cooperativi. Apparentemente l’osteopata “in ascolto” sembra inoperativo ma è
sorprendente come l’animale a mano a mano che le tensioni spariscano si rilassi e apprezzi il trattamento.
Questa tecnica necessita di un lungo apprendistato ma una volta conosciuta ha il vantaggio di coniugare
diagnosi e terapia allo stesso tempo senza movimenti repentini e senza provocare dolore. Si adatta molto
bene a pazienti anziani con problemi osteoarticolari cronici, lesionali gravi, discopatie, cardiopatie e problemi
respiratori correlati (tramite trattamento della cintura dorso-lombare e del diaframma).
Tecnica fasciale o /e miofasciale
Si basa sulla percezione del tessuto connettivo nel suo insieme per effettuare diagnosi e trattamento. Consiste
nell’analisi dei vari movimenti tissutali di tutto l’organismo. Le fasce o membrane (costituite da connettivo)
ricoprono ogni tipo di struttura anatomica: muscoli, tendini, visceri, vasi sanguigni, tessuto nervoso,.. La loro
relazione di continuità anatomica permette la trasmissione di tutte le informazioni osteopatiche necessarie.
Corrisponde ad un massaggio superficiale e/o profondo limitato ad alcune zone o generalizzato. Può essere
doloroso in presenza di lesioni muscolari croniche.
Viene spesso praticato dopo il “trust” per risolvere patologie croniche. Infatti ogni tipo di lesione possiede una
memoria cellulare e in presenza di lesioni vecchie/croniche i tessuti tendono a bloccarsi di nuovo. Le tensioni
muscolari da sole spesso sono sufficienti per causare disfunzioni a livello vertebrale o di articolazioni
periferiche.
Tecnica viscerale
Si occupa dei visceri cioè degli organi contenuti nella cavità addominale e toracica. Si tratta di un approccio
basato su relazioni neuro-anatomiche e neuro-fisiologiche del sistema nervoso autonomo (responsabile del
funzionamento dei visceri) in relazione al sistema nervoso volontario (responsabile ad es. dei muscoli degli
arti, articolazioni..) Si occupa dello stretto equilibrio tra biomeccanica vertebrale e corretto funzionamento
viscerale, ogni struttura agisce sull’altra in permanenza alla continua ricerca di un equilibrio dinamico.
In un approccio simile alla percezione del MRP l’operatore può percepire ed influenzare il singolo movimento
dei vari organi. Corrisponde ad un massaggio a livello di addome o torace.
Indicazioni cliniche
Un proprietario può rivolgersi al veterinario osteopata per varie ragioni:
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Disturbi dell’apparato muscolo scheletrico: zoppie, dolori vertebrali (lombalgie, dorsalgie,
cervicalgie) problemi al bacino o articolazioni periferiche. Questi disturbi non sono necessariamente
accompagnati da dolori. Spesso unico sintomo di un disturbo subclinico è una diminuita resistenza o
tolleranza allo sforzo (cani da sport).
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Disturbi funzionali cronici di tipo viscerale: vomito cronico, problemi digestivi, tosse cronica,
problemi al parto o ginecologici, (giumenta che non va in calore, fattrice rigida dopo il parto).
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Disturbi dermatologici o ORL: dermatiti acute o croniche, piodermiti ricorrenti, otiti, riniti, gengiviti
croniche.
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Disturbi comportamentali: quando legati a dolori cronici difficilmente diagnosticabili altrimenti, ad
esempio blocchi cervicali atlanto-occipitali C1 C2.
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Disturbi legati al periodo di crescita: si consigliano controlli regolari ai cuccioli, specialmente di
razze giganti o razze predisposte a patologie quali displasia del gomito, delle anche, OCD ..
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Nella prevenzione: cani da lavoro (protezione civile, valanga, ricerca su macerie, polizia) cani da
sport (agility, caccia): controlli preventivi ogni 3-4 mesi per conservare la forma ottimale e trattare
adeguatamente patologie funzionali ancora allo stato subclinico.
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Nella riabilitazione postchirurgica: in accompagnamento ad altre misure quali fisioterapia,
idroterapia, nel recupero del corretto assetto posturale, nella correzione di posture compensatorie,
“disbalance” muscolari.
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Nel cane anziano: gradiscono la terapia craniosacrale e miofasciale, ne migliora il confort, in
presenza di osteocondrosi cronica, riduce il fabbisogno di farmaci analgesici.
Controindicazioni assolute
Ogni tipo di frattura, lussazione completa sia vertebrale che periferica, ernia discale acuta
Non o scarsamente indicato
Nel senso che i trattamenti osteopatici non possono portare grandi miglioramenti
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Malattie tumorali, infettive, genetiche o neurologiche strutturali
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Malattie dell’apparato osteoarticolare dove esiste una chiara indicazione chirurgica, es OCD, rottura
ligamenti crociati ginocchio.
A dipendenza dell’attività fisica del paziente e della tipologia di razza, si incontreranno problematiche diverse.
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Ad esempio un cane di razza Border Collie che pratica l’agility avrà dei problemi in parte legati agli
ostacoli, (bilancia, ponte ,tunnel) e in parte legati alla torsione della schiena indotto da movimenti
estremamente veloci (es. slalom). L’osteopata osserverà delle disfunzioni a livello lombo-sacrale,
come pure a livello dell’articolazione scapolo-omerale e del ginocchio.
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Un Malinois o Rottweiler da Ring presenterà spesso delle disfunzioni a livello atlanto-occipitale e
prime vertebre cervicali dovute all’attacco al figurante con morso, o disfunzioni al rachide o al bacino
dovuti al salto della palizzata.
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Un levriero che corre nel cinodromo (forma ovale), presenterà più facilmente disfunzioni a livello
cervico-dorsale e collo dovute al ruolo stabilizzatore del collo nel galoppo e disfunzioni o traumatismi
diretti alle dita, sesamoidi o articolazioni del carpo e tarso dovute alle diverse sollecitazioni in
propulsione e mantenimento della traiettoria di gara.
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Altri esempi nei cani da ricerca maceria o salvataggio in acqua è estremamente importante che siano
dotati di “pettorine adeguate” in modo da facilitarne la risalita sul canotto o battello o il superamento di
ostacoli difficili. Si eviteranno cosi lesioni o contratture muscolari che potrebbero ridurre in modo
significativo le performance.
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In osteopatia equina vale lo stesso discorso: a dipendenza dell’attività sportiva del cavallo, salto,
dressage, endurance,…e della tipologia/struttura fisica si osserveranno disfunzioni e lesioni tipiche. A
differenza del cane comunque, le patologie che si osservano nel cavallo sono influenzate da altri
fattori quali la ferratura, la sella, il tipo di morso, e non da ultimo dal cavaliere.
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Riassumendo possiamo affermare che l’osteopatia offre un approccio integrale e multimodale per la
risoluzione di diverse patologie. Che si tratti di curare patologie dolorose o di migliorare le
performance di cani atleti o semplicemente di migliorare il confort del vostro cane, il trattamento
osteopatico dovrebbe diventare una pratica regolare. Essa va a completare il lavoro di selezione
dell’allevatore, il lavoro dell’istruttore e le indispensabili cure del veterinario di fiducia e del proprietari.
c
controllo posizione bacino, articolazione
ileosacrale (foto sopra)
tecnica miofasciale, cane in decubito laterale
(foto sotto)
Acquarossa 27.11.2011